Gabriel, Heidegger Non Conta Più, E La Filos in Germ è Ricca Corr d Sera 17.05.15

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gionii (1t eet I consigli di lettura di Chiara Gamberale. Da oggi quelli del missionario Renato Kizito Sesana Domenica Lo prodigiosa vita di Isidoro Sifflotin di lanniello ha una voce sua solo sua. E fischia. Lunedì I Martedì Quanto lontani Riparare i siamo giunti : viventi queste lettere della de di Silvia Plath Kerangal ha fanno un cuore per giungere protagonista: lontanissimi . e fa a morsi il tuo. Mercoledì I Giovedì I Lamanuten- GiudadiAmos zione Oz è un libro dell'amore di cui si può della psico davvero dire: Telfener : sì, mi ha per chi, cambiato perdendosi, I la vi(s)ta. I può ritrovarsi. Venerdì La ferocia, i protagonisti e la potenza della scrittura di Nicola Lagioia non danno tregua. Sabato Bestiali, umanissimi: sono i personaggi de La banda Tevere di Yari Selvetella. Bello. i Nella ricerca contemporanea globale c'è stata una svolta realistica. L'autore dei « Quaderni neri»? A malapena lo si prende sul serio nelle accademie del mio Paese: ragionava per stereotipi Heidegger non conia più Markus Gabriel (1980) insegna Epistemologia e Filosofia moderna e contempora- nea all'Univer- sità di Bonn ed è direttore dellinterna- tionale Zentrum für Philosophie del Nordreno- Vestfalia Bompiani ha pubblicato il suo saggio Perché non esiste il mondo (traduzione di Simone Maestrone, pp. 254, €20), Oggi Gabriel dialoga con Maurizio Ferraris al Palco LetteraTorri (ore 14) L'articolo di questa pagina replica a quello di Donatella Di Cesare («la Lettura», 10 maggio), La filosofia tedesca è morto. Dopo 300 anni, nel quale la studiosa identificava, fra le cause del declino, il dilagare della filosofia analitica la . in Germania è ricca (non solo cli idee) Mark Gabriel replica alle osservazioni Donatella Di Cesare: mai prima sono stati spesi tanti sol dì per le scienze dello spirito d i Markus Gabriel on c'è nessuna filosofia tedesca, ma nemmeno una filosofia italiana. Per un realismo della ragione la globalizzazione è un bene. Per- ché riguarda l'universale, l'incon- tro tra uomini che altrimenti avrebbero un'immagine ideologi- camente distorta gli uni degli altri. La filosofia oggi è globale e inter- nazionale. Ci si scambia argomen- ti, articoli, libri, al di là dei vecchi confini. Ciò aiuta a evitare le ideo- logie e favorisce il progresso. È in- vece un quadro ideologico della fi- losofia in Germania quello che emerge nell'orazione funebre di Di Cesare («la Lettura», io maggio), un testo che contiene un'accozza- glia di stereotipi nazionali. La signora ha letto troppo Hei- degger, e lo vede anche ovunque all'opera in Germania. La verità in- vece è che nelle accademie tede- sche a malapena ormai lo si pren- de sul serio, perché sono risapute le debolezze della sua inaccettabi- le critica alla ragione e alla moder- nità. I Quaderni neri mostrano co- me egli pensi per stereotipi, come se il pensiero potesse essere tede- sco, russo o americano. Forse che la meccanica quantistica è tedesca, l'astronomia italiana, la teoria del- la relatività ebrea, l'ottica islamica o la logica greca? Certamente no. E completamente insensato parlare in questi casi di nazionalità o di faccende religiose. Non esiste una filosofia cristiana o ebrea, bensì fi- losofe e filosofi che sono ebrei o cristiani. «Tedesco» è aggettivo che qualifica una lingua e una na- zionalità. Se si parla di una filoso- fia tedesca ciò può significare solo che si tratta di una filosofia scritta in tedesco, per esempio la filosofia di Byung-Chul Han. Dico questo per sottolineare l'evidente verità che non c'è bisogno di chiamarsi Georg o Friedrich e di essere bion- di per essere tedeschi. Noi tede- schi non abbiamo una nostra es- senza, e voi italiani nemmeno. Rientra invece nell'essenza della filosofia essere globale e interna- zionale. Ciò si fonda sul fatto che la ragione è universale ed è capace di una comunicazione che scavalca tutti i confini. Credere che le que- stioni della filosofia - logica, epi- stemologia, filosofia politica, etica etc... - possano essere tedesche o italiane è un errore madornale. Un'opinione simile sarebbe pura ideologia, o anti-filosofia. Ugualmente falsa è l'idea che ci sarebbe una filosofia continentale. Che cosa dovrebbe essere? A me viene sempre in mente un conti- nental breakfast in America, che a Roma, Amburgo e Varsavia non si trova (eccetto che negli hotel turi- stici). Non esiste neanche una spe- cifica filosofia analitica. Tutta la fi- losofia infatti è analitica, perché la filosofia è l'analisi dei contesti concettuali: ciò vale tanto per i te- sti di Rudolf Carnap, Sebastian RÖdl, Gottlob Frege e Rahel Jaeggi (per citare alcuni pensatori tede- schi), come pure per quelli di Mar- tha Nussbaum, Nelly Motroschi- lowa o Umberto Eco. La filosofia è una scienza internazionale con di- verse tesi e correnti. Un plurali- smo, una scienza appunto. Di Cesare sostiene certe male in- formate assurdità riguardo a quan- to accade nelle università tede- sche. L'idea che se ne è fatta deriva dagli anni Ottanta e dalla sua «ro- mantica» visione fiabesca del XIX secolo al quale si richiama. Evi- dentemente ha una conoscenza molto insufficiente della situazio- ne contemporanea in Germania. E falso che la politica culturale tede- sca negli ultimi vent'anni abbia promosso soprattutto le scienze della natura. Mai prima d'ora sono stati spesi tanti soldi per le scienze dello spirito. Il problema è piutto- sto che molti scienziati dello spiri- to hanno troppo poco tempo perle

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Le "felici sorti progressive" della filosofia tedesca...e l'"illusione" del "realismo iper-moderno"....

Transcript of Gabriel, Heidegger Non Conta Più, E La Filos in Germ è Ricca Corr d Sera 17.05.15

  • gionii(1t eetI consigli dilettura di ChiaraGamberale. Daoggi quelli delmissionarioRenato KizitoSesana

    DomenicaLo prodigiosavita di IsidoroSifflotindi lannielloha una vocesua solo sua.E fischia.

    Luned I MartedQuanto lontani Riparare isiamo giunti : viventiqueste lettere della dedi Silvia Plath Kerangal hafanno un cuore pergiungere protagonista:lontanissimi . e fa a morsi

    il tuo.

    Mercoled I GiovedI Lamanuten- GiudadiAmos

    zione Oz un librodell'amore di cui si pudella psico davvero dire:Telfener : s, mi haper chi, cambiatoperdendosi, I la vi(s)ta.

    I pu ritrovarsi.

    VenerdLa ferocia,i protagonistie la potenzadella scritturadi NicolaLagioianon dannotregua.

    SabatoBestiali,umanissimi:sonoi personaggide La bandaTevere di YariSelvetella.Bello.

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    Nella ricerca contemporanea globale c' stata una svolta realistica. L'autore dei Quaderni neri?A malapena lo si prende sul serio nelle accademie del mio Paese: ragionava per stereotipi

    Heidegger non conia piMarkus

    Gabriel (1980)insegnaEpistemologiae Filosofiamoderna econtempora-nea all'Univer-sit di Bonn ed direttoredellinterna-tionaleZentrum frPhilosophie delNordreno-Vestfalia

    Bompiani hapubblicato ilsuo saggioPerch nonesiste il mondo(traduzione diSimoneMaestrone, pp.254, 20),Oggi Gabrieldialoga conMaurizioFerraris alPalcoLetteraTorri(ore 14)

    L'articolo diquesta paginareplica a quellodi Donatella DiCesare (laLettura, 10maggio), Lafilosofiatedesca morto. Dopo300 anni, nelquale lastudiosaidentificava, frale cause deldeclino, ildilagare dellafilosofiaanalitica

    la . in Germania ricca (non solo cli idee)Mark Gabriel replica alle osservazioni Donatella Di Cesare:mai prima sono stati spesi tanti sol d per le scienze dello spiritod i Markus Gabriel

    on c' nessuna filosofiatedesca, ma nemmenouna filosofia italiana. Perun realismo della ragione

    la globalizzazione un bene. Per-ch riguarda l'universale, l'incon-tro tra uomini che altrimentiavrebbero un'immagine ideologi-camente distorta gli uni degli altri.La filosofia oggi globale e inter-nazionale. Ci si scambia argomen-ti, articoli, libri, al di l dei vecchiconfini. Ci aiuta a evitare le ideo-logie e favorisce il progresso. in-vece un quadro ideologico della fi-losofia in Germania quello cheemerge nell'orazione funebre di DiCesare (la Lettura, io maggio),un testo che contiene un'accozza-glia di stereotipi nazionali.

    La signora ha letto troppo Hei-degger, e lo vede anche ovunqueall'opera in Germania. La verit in-vece che nelle accademie tede-sche a malapena ormai lo si pren-de sul serio, perch sono risaputele debolezze della sua inaccettabi-le critica alla ragione e alla moder-nit. I Quaderni neri mostrano co-me egli pensi per stereotipi, comese il pensiero potesse essere tede-sco, russo o americano. Forse chela meccanica quantistica tedesca,l'astronomia italiana, la teoria del-

    la relativit ebrea, l'ottica islamicao la logica greca? Certamente no. Ecompletamente insensato parlarein questi casi di nazionalit o difaccende religiose. Non esiste unafilosofia cristiana o ebrea, bens fi-losofe e filosofi che sono ebrei ocristiani. Tedesco aggettivoche qualifica una lingua e una na-zionalit. Se si parla di una filoso-fia tedesca ci pu significare soloche si tratta di una filosofia scrittain tedesco, per esempio la filosofiadi Byung-Chul Han. Dico questoper sottolineare l'evidente veritche non c' bisogno di chiamarsiGeorg o Friedrich e di essere bion-di per essere tedeschi. Noi tede-schi non abbiamo una nostra es-senza, e voi italiani nemmeno.

    Rientra invece nell'essenza dellafilosofia essere globale e interna-zionale. Ci si fonda sul fatto che laragione universale ed capace diuna comunicazione che scavalcatutti i confini. Credere che le que-stioni della filosofia - logica, epi-stemologia, filosofia politica, eticaetc... - possano essere tedesche oitaliane un errore madornale.Un'opinione simile sarebbe puraideologia, o anti-filosofia.

    Ugualmente falsa l'idea che cisarebbe una filosofia continentale.Che cosa dovrebbe essere? A meviene sempre in mente un conti-nental breakfast in America, che aRoma, Amburgo e Varsavia non sitrova (eccetto che negli hotel turi-stici). Non esiste neanche una spe-cifica filosofia analitica. Tutta la fi-

    losofia infatti analitica, perch lafilosofia l'analisi dei contesticoncettuali: ci vale tanto per i te-sti di Rudolf Carnap, SebastianRdl, Gottlob Frege e Rahel Jaeggi(per citare alcuni pensatori tede-schi), come pure per quelli di Mar-tha Nussbaum, Nelly Motroschi-lowa o Umberto Eco. La filosofia una scienza internazionale con di-verse tesi e correnti. Un plurali-smo, una scienza appunto.

    Di Cesare sostiene certe male in-formate assurdit riguardo a quan-to accade nelle universit tede-sche. L'idea che se ne fatta derivadagli anni Ottanta e dalla sua ro-mantica visione fiabesca del XIXsecolo al quale si richiama. Evi-dentemente ha una conoscenzamolto insufficiente della situazio-ne contemporanea in Germania. Efalso che la politica culturale tede-sca negli ultimi vent'anni abbiapromosso soprattutto le scienzedella natura. Mai prima d'ora sonostati spesi tanti soldi per le scienzedello spirito. Il problema piutto-sto che molti scienziati dello spiri-to hanno troppo poco tempo perle

  • pubblicazioni perch devono ge-stire tanto denaro e strutture. Per-ch invece dovevano provvedere aistituire pi cattedre. Ma questo un altro discorso.

    In ogni caso non vi affatto unadistruzione della filosofia tedescapilotata dai tecnocrati. Crederlo,da parte di Di Cesare, un banaleluogo comune heideggeriano. E inche senso Tubinga la patria diHegel e Schelling? A Tubinga ave-vano soltanto studiato, e tra l'altronon era loro nemmeno piaciuta.Oggi ci sono molti centri filosoficiin Germania, con diversi punti diforza: Monaco, Bonn, Lipsia, Berli-no, Francoforte, Heidelberg e cosvia. Altri istituti sono in crisi, come

    Friburgo. Ci che a Di Cesare sfug-ge che la Germania un Paesedel XXI secolo con una storia con-temporanea. Semplicemente nonha nessuna voglia di occuparsene.E troppo nostalgica per farlo.

    Pu esserci per anche un moti-vo pi oggettivo. Non vuole ren-dersi conto che nella filosofia con-temporanea globale c' stata unasvolta realistica, la quale ha porta-to anche a nuove forme di ontolo-gia, epistemologia e metafisica. ADi Cesare non piace che sia ritor-nata la realt (in effetti non era maiscomparsa). Di che cosa ha paura?Forse di Heidegger, che ritienetanto importante e che semplice-mente sopravvaluta. La filosofia

    globale sta al di l delle antiche di-stinzioni tra il pensiero analitico equello fenomenologico/erme-neutico. Questa ideologia dell'al-tro ieri, esattamente come lo era ilgenerale nazionalismo del XX se-colo o il fascismo per Croce e Gen-tile.

    In ogni caso Di Cesare non hacapito ci che io ho difeso nei mieilibri - per esempio in Perch nonesiste il mondo -, non lo ha capitoaffatto. La mia posizione nonruota attorno alla tesi che il mon-do, inteso come un insieme di og-getti, non esiste. Io affermo piut-tosto che il mondo non c', nem-meno nel senso esistenziale diHeidegger, o degli heideggerianiambito degli ambiti o ente nelsuo insieme. E una tesi completa-mente diversa. Di Cesare vorrebbeche la mia filosofia fosse una com-binazione di Heidegger e della fi-losofia analitica. Ma allora non do-vrebbe mettersi a discutere con lafilosofia contemporanea e dovreb-be riconoscere che anche nel pen-siero tedesco del XXI secolo c' unafilosofia che lei semplicementenon capisce. Ma la realt non sempre come la si vorrebbe. pro-prio quello che dice il realismo e,con questo, dice la verit.

    (traduzione diAlessandra ladicicco)

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