G i a c i n t o , LA SU A n o r s ig O l I M O R E STO R I ... con la crescita dell’amore tra...

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I l s i g n o r G i a c i n t o , I L S U O 0 R E C C H I O , L A S U A R A D I O . . . . . . E U N A S T O R I A D A M O R E ANGELES JIMÉNEZ PABLO PRESTIFILIPPO orecchio acerbo

Transcript of G i a c i n t o , LA SU A n o r s ig O l I M O R E STO R I ... con la crescita dell’amore tra...

Ilsign

or Giacin

to, IL SUO 0RECCHIO, LA SUA RADIO...

. . .EUNA STORIA D’AMORE

ANGELES JIMÉNEZ PABLO PRESTIFILIPPO

orecchio acerbo

orecchio acerbo

© 2008 Angeles Jiménez (testo)© 2008 Pablo Prestifilippo (illustrazioni)

© 2008 orecchio acerbo s.r.l. viale Aurelio Saffi, 54 - 00152 Roma www.orecchioacerbo.com

Traduzione Rosa Chefiuta & Co.Grafica orecchio acerbo

Finito di stampare nel febbraio 2008da Futura Grafica ‘70 - Romasu carta Fedrigoni Arcoprint E. W.

Ilsign

or Giacin

to, IL SUO 0RECCHIO, LA SUA RADIO...

. . .EUNA STORIA D ’AMORE

ANGELES JIMÉNEZ | PABLO PRESTIFILIPPO

Il signor Giacinto amava tutti gli sport.

Quelli più popolari come il calcio, la pallacanestro o il nuoto; e quelli più bizzarri come la corsa delle lumache, il salto delle rane o il lancio del cetriolo.

Non ne aveva mai praticato nessuno perché non gli piaceva muoversi; tuttavia ascoltava, parlava e sognava solo di sport.

Lavorava dodici ore al giorno in una fabbrica di biciclette per pesci

e, pur avendo bisogno di entrambe le mani per svolgere

il suo incarico, trovava sempre il modo per averne una libera.

Con quella, teneva una radiolina attaccataall’orecchio e ascoltava tutto il giorno le trasmissioni sportive.

La sera, si addormentava cullato dai motori della Formula 1.

Alle 9 di mattina

ascoltava la corsa dei canguri mentre prendeva il caffelatte.

Alle 11si emozionava con il campionato di biliardo.

Dopo pranzo sentiva una partitina di calcio per digerire bene.

Il signor Giacinto ascoltava la radio ventiquattro ore

di seguito e non la allontanava mai dal suo orecchio.

E poiché la radio e l’orecchiotrascorrevano insieme

tutta la giornata, condividendo ogni dolore

e ogni gioia…

tra i due nacque l’amore!

Dai primi istanti di questa passione, le trasmissioni sportive cominciarono a essere

interrotte da messaggi d’amore.

“Il tiratore d’arco Carlitos Robinud lancerà la sua freccia per fare centro e…!”

“…come hanno fatto centro nel mio cuore le frecce che ha lanciato Cupido

affinché io m’innamorassi dell’orecchietto più bello!”

aggiungeva la radiolina, approfittando della pausa dello speaker.

Il signor Giacinto, pensando che le interferenze fossero prodotte da un incrocio di onde magnetiche, non si preoccupò.

Ma una domenica cominciò a sospettare qualcosa.

Si era alzato molto presto per farsi la doccia e ascoltare la gara di nuoto.Ma quando provò a mettere la radiolina in una busta di plastica per non farla bagnare, non riuscì a staccarla dall’orecchio.

perché non voleva separarsi dal suo amato orecchietto.come una piovra alla testa del signor Giacinto,

la sua antenna e si aggrappavaLa radio protendeva

Ma non riuscì a staccare la radio dal suo orecchio.

Analizzò la situazione:

1ºLa gara di nuoto stava per iniziare.

2ºAveva pochi capelli

e non era un tifoso della doccia, e quindi avrebbe anche potuto

non lavarsi più la testa.

Così decise di lasciare le cose come stavano.

Il signor Giacinto tirò da un lato

cadde nella vasca.

tirò dall’altro con tanta forza che, nell’impeto...

Di giorno in giorno, con la crescita dell’amore tra l’orecchio e la radio,

aumentavano le interruzioni amorose.

Con tutte quelle interferenze, al signor Giacinto sembrava di diventare matto. Per sintonizzare meglio la stazione, si metteva in tutte le posizioni: sdraiato, in ginocchio, affacciato alla finestra, continuando a toccare i tasti della radio e a darle colpetti, ma senza riuscire a risolvere il problema.

Con tutti questi palpeggiamenti, l’orecchio cominciò a ingelosirsi.

Una gelosia terribile. Non sopportava che la sua amata radiolina avesse alcun contatto con le mani del signor Giacinto.

Per impedire queste “tastatine”, l‘orecchio iniziò a crescere, fin tanto che il suo padiglione non avvolse la sua amata radiolina.

Da quel momento il signor Giacinto non poté più toccare la radio, ma essendo ancora sintonizzato sulla sua emittente sportiva preferita, non se ne preoccupò.

Ormai liberi dalle mani del signor Giacinto, i fidanzaticominciarono a dirsi frasi d’amore tutto il giorno.

“Chi è l’orecchietto più bello? E di chi è quel lobuletto cicciotello?

E chi ha il padiglione più rosa? E di chi sono questi peletti così morbidi?”

“Così non si può continuare. Basta!”

E il signor Giacinto andò dal dottore per provare a risolvere il problema.

Il dottore, un esperto della sua materia, scelse di sistemarela cosa più importante per lui: l’orecchio.

“Poiché bisogna salvare l’orecchio, dobbiamo smontare la radio.”“Ma resterò senza radio!” disse il signor Giacinto.“Se ne compri un’altra” rispose il dottore.“Questo mai! Io voglio la mia radio!” gridò il signor Giacinto, andandosene dallo studio medico.

Di cattivo umore, il signor Giacinto uscì e andò da un elettricista.

Anche questo, esperto nella sua materia, scelse di salvare la cosa più importante per lui: la radio.

“Poiché bisogna salvare la radio… Io credo che… la cosa più opportuna sia smontare l’orecchio!”

“Ma resterò senza orecchio!” esclamò spaventato il signor Giacinto.“Ti rimane l’altro. A che ti servono tutti e due?” disse l’elettricista.

Come se avesse indovinato ciò che stava per accadere, la voce della radio cominciò ad affievolirsi, fino a spegnersi del tutto.

ERA RIMASTA SENZA PILE! Il signor Giacinto si prese la testa, cercando qualche fessura

in cui introdurre la mano per cambiare le batterie, ma a causa dell’involucro costruito dall’orecchio, non ci riuscì in alcun modo.

Di nuovo in strada, il signor Giacinto, a testa bassa, sentiva come il giocatore Alì Kaduto, del Costa d’Avorio,

faceva canestro da una distanza ancor più grande …

“…dell’amore di questa radiolina, che non permetterà mai che la allontanino dall’orecchietto della sua anima.

Meglio morire che abbandonarti!”

Aveva bisogno di ascoltare i suoi messaggi d’amore. Ma non sentì niente. Niente di niente. E si mise a piangere desolato.

Pianse e pianse e, con tutte quelle lacrime, si formò dentro l’orecchioun’enorme sacca d’acqua che l’obbligò

ad aprirsi come un fiore e a liberare la sua amata.

La radio, insieme al torrente di lacrime, si fracassò contro il suolo, disintegrandosi in mille pezzi.

L’orecchio scosse la radiolina per vedere se reagiva.

Il signor Giacinto, per via di tutto questo dramma, decise di non comprare mai più una radio.

Da quel momento in poi avrebbe visto lo sport in televisione.

Il signor Giacinto vedeva la televisione ventiquattro ore di seguito

e non allontanava mai l’occhio dallo schermo.

E poiché l’occhio e la televisione stavano tutto il giorno insieme…

Il s

ignorGiacinto, IL SUO 0RECCHIO, LA SUA RADIO...

. . .EUNA

STORIA

D’A

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RE

euro 12,00

L’amore è come il fulmine:non si sa dove cade

finché non è caduto. E, soprattutto, il vero

amore è eterno e si sente...non solo con il cuore.

Dall’autore di Manuale dei calzini selvaggi, una esilarante storia su una coppia

a dir poco improbabile