Futurismo

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Futurismo Tommaso Marinetti, con il Manifesto del Futurismo del 1909, formula il suo programma di rifiuto totale dei valori tradizionali dal passato, in quanto espressione di ignoranza e di superstizione. I futuristi interpretano una nuova concezione della vita basata sul progresso tecnologico e sulla fede nel futuro. I valori su cui intende costruirsi la visione del mondo futurista sono quelli della velocità, del dinamismo, delle metropoli e della moderna realtà industriale, esaltando il mito della macchina, che rappresenta la bellezza e l’ebbrezza della velocità. Il futurismo respinge ogni forma di organizzazione politica e sindacale, nel nome di un individualismo assoluto e gratuito, dando vita ad una nuova incarnazione del mito del superuomo. Di qui nasce l’adesione all’ideologia nazionalista e militarista, vedendo la guerra come “sola igiene del mondo”. I futuristi disprezzano i comuni atteggiamenti sentimentali nei confronti della donna e dell’amore, ritenendo che rendono debole e vulnerabile l’uomo. A essere rifiutata è anche la letteratura che si basava sui valori passati, considerata come espressione di una civiltà ormai superata. Come risulta nel Manifesto tecnico della letteratura futurista, scritto ancora da Marinetti nel 1912, la contestazione colpisce la struttura della comunicazione ideologica, ovvero il linguaggio. Viene privilegiata l’analogia ma non quella proposta dai simbolisti fondata nella ricerca di significati spirituali e metafisici, ma un’analogia che sappia fondere direttamente l'oggetto con l'immagine che esso evoca. Il rifiuto della logica tradizionale ha anche come conseguenza il proposito di distruggere la sintassi. Vengono aboliti i tradizionali elementi di interpunzione e all’ordine logico delle parole si sostituisce la teoria delle “parole in libertà”, che consiste nel disporre i sostantivi a caso, come nascono durante l’ispirazione. La parola vale non solo per l’immagine mentale che suggerisce, ma anche come segno concretamente visibile, da qui un valore molte importante attribuito alla sinestesia.

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FuturismoTommaso Marinetti, con il Manifesto del Futurismo del 1909, formula il suo programma di rifiuto totale dei valori tradizionali dal passato, in quanto espressione di ignoranza e di superstizione. I futuristi interpretano una nuova concezione della vita basata sul progresso tecnologico e sulla fede nel futuro. I valori su cui intende costruirsi la visione del mondo futurista sono quelli della velocità, del dinamismo, delle metropoli e della moderna realtà industriale, esaltando il mito della macchina, che rappresenta la bellezza e l’ebbrezza della velocità.

Il futurismo respinge ogni forma di organizzazione politica e sindacale, nel nome di un individualismo assoluto e gratuito, dando vita ad una nuova incarnazione del mito del superuomo. Di qui nasce l’adesione all’ideologia nazionalista e militarista, vedendo la guerra come “sola igiene del mondo”. I futuristi disprezzano i comuni atteggiamenti sentimentali nei confronti della donna e dell’amore, ritenendo che rendono debole e vulnerabile l’uomo. A essere rifiutata è anche la letteratura che si basava sui valori passati, considerata come espressione di una civiltà ormai superata.

Come risulta nel Manifesto tecnico della letteratura futurista, scritto ancora da Marinetti nel 1912, la contestazione colpisce la struttura della comunicazione ideologica, ovvero il linguaggio. Viene privilegiata l’analogia ma non quella proposta dai simbolisti fondata nella ricerca di significati spirituali e metafisici, ma un’analogia che sappia fondere direttamente l'oggetto con l'immagine che esso evoca.Il rifiuto della logica tradizionale ha anche come conseguenza il proposito di distruggere la sintassi. Vengono aboliti i tradizionali elementi di interpunzione e all’ordine logico delle parole si sostituisce la teoria delle “parole in libertà”, che consiste nel disporre i sostantivi a caso, come nascono durante l’ispirazione. La parola vale non solo per l’immagine mentale che suggerisce, ma anche come segno concretamente visibile, da qui un valore molte importante attribuito alla sinestesia.

La filosofia futurista non si riconosce solamente nella letteratura, ma anche nelle attività intellettuali e artistiche. Vi è infatti un rapido susseguirsi di manifesti quali: il Manifesto dei pittori futuristi, il Manifesto dei musicisti futuristi, la scultura futurista, la cinematografia futurista.

Sorto a Milano, città più moderna di Italia, il Futurismo si diffuse poi rapidamente in tutta la penisola e all’estero. Tra i principali esponenti, oltre al fondatore Tommaso Marinetti, ricordiamo: Luciano Folgore (Città veloce), Paolo Buzzi (Versi liberi), Enrico Cavacchioli (Cavalcando il sole) , Francesco Cangiullo (Piedigrotta).

Manifesto del futurismo

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Il manifesto enuncia i principi fondamentali della rivoluzione futurista. La cultura di cui sono custodi i musei, le biblioteche, coincide con la morte; la vita è da cercare invece nel movimento secondo Marinetti. Viene esaltata la frenesia, l’aggressività e di conseguenza la violenza e la guerra. Si arriva quasi ad un culto della modernità, privilegiando le metropoli che sono rappresentate da grandi folle agiate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa.

Manifesto tecnico della letteratura futuristaMarinetti enuncia i procedimenti su cui intende basarsi la nuova letteratura futurista. Il presupposto è la distruzione della sintassi. Le caratteristiche principali della letteratura futurista sono: l’uso del verbo all’infinito, l’eliminazione dell’aggettivo e dell’avverbio, la teoria delle “parole in libertà” e l’uso del “doppio-sostantivo”. Ne deriva un continuo uso dell’onomatopea, il poeta adotterà un’ortografia “libera espressiva” riplasmando le parole che taglierà, allungherà, rafforzerà al centro aumentando o diminuendo il numero delle vocali e delle consonanti.All’ordine dell’arte tradizionale si contrappone quindi un massimo disordine. Marinetti inoltre intende dare voce e consistenza alla realtà della materia: di qui il tentativo di riprodurre il “rumore”, il “peso”, e “odore” attraverso l’uso della sinestesia.Questo movimento ebbe notevoli influenze su alcuni autori significativi del novecento, tra cui spicca in modo particolare Ungaretti.

Filippo Tommaso MarinettiNato ad Alessandria d’Egitto nel 1876, compì gli studi superiori a Parigi, laureandosi poi in Giurisprudenza all’Università di Genoa. Nel 1909 scelse un prestigioso giornale parigino, “Le Figaro”, per lanciare il Manifesto del Futurismo, che costituisce l’atto ufficiali della fondazione del gruppo. Nel 1912 pubblicò il Manifesto tecnico della letteratura futurista da cui nacque un vero e proprio genere letterario.Ottenne un elevato consenso attraverso la produzione editoriale, l’uso della moderna tecnica della rèclame e grazie infine alla provocazione e lo scandalo.

L’ideologia dell’attivismo e del dinamismo aveva proclamato la guerra “sola igiene del mondo”. Fu favorevole all’avvento del fascismo, in cui si illuse di vedere realizzate le sue idee rivoluzionarie. Venne nominato, nel 1929, accademico d’Italia. Era la smentita delle promesse da cui era partita la sua operazione culturale, proponendosi di distruggere in primo luogo proprio le accademie.

Pur continuando nella sua opera di scrittore, Marinetti assisté ad uno svuotamento del suo programma e nel 1944 morì a Bellagio, sotto la Repubblica di Salò.

Con la sua concezione di uno spettacolo analogico e sintetico, divenne un punto di riferimento essenziale per il teatro d’avanguardia anche più recente.