Fuorionda dicembre - 2007

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Non tutti sanno forse che, da quest’anno ogni studente iscritto presso l’Università di Trieste di età compresa entro i 26 anni, ha la pos- sibilità di avere e ritirare una carta magnetica tipo bancomat che offre un mare di vantaggi. L’iniziativa è frutto di una collabo- razione tra l’Erdisu, gli studenti, l’Università e la Camera di Commercio di Trieste. Perché farsi la student card Trieste universitaria? La card sostituisce in tutto e per tutto il vecchio ingombrante libretto universitario ed attesta la posizione di studente. Molti sono i vantaggi effettivi che sono stati concordati con altrettanti negozi che applicano particolari sconti agli studenti possessori della card. Arredamento, abbigliamento, calzature, librerie, cartolerie, gioiellerie, ottica, accessori moto scooter, spedizioni, drogherie, erboristerie, letti, mate- rassi, vernici, radio / dischi / cd / elettronica, bar, parrucchieri, fo- tografi, autoscuole, agenzie immobi- liari, applicano vari sconti se si presenta la carta nei negozi conven- zionati. [Per informazioni dettagliate sui negozi specifici visita il sito www.triesteuniversitaria.it] Non dimentichiamo poi le ridu zioni nei cinema (con l’ingresso che varia da 4,00 a 5,50 euro in base ai giorni) e le promozioni nei vari teatri triestini. Ancora sconti dal 20% al 30% sugli abbonamenti per le partite della Triestina Calcio e della Pallacanestro Trieste e l’ingresso gratuito agli studenti per le sfide della Pallamano Trieste. Nessuno sconto ma consulenze dirette per informazioni sono proposte invece dal Gruppo Acegas Aps e Estenergy (stipula dei contratti acqua, luce, gas ed energia elettrica) al seguente indirizzo email: [email protected] oppure [email protected] . Dove, come, quando richiedere la card Per ottenre la student card è nec- essario presentarsi muniti di li- bretto e c.i. presso gli uffici dell’Erdisu – Casa dello Studente E2 – con orari dal lun. al ven. 9.00-12,30 e mart e merc. anche il pomeriggio dalle 15,00-16,30. Fatevi belli perché vi verrà scat- tata una foto! Segnaliamo inoltre un altro accordo che è stato stipulato tra l’Erdisu e Trieste Trasporti Spa per abbat- tere i costi dei mezzi pubblici: uno annuale dove viene ridotto del 50% il costo dell’abbonamento da 220 euro a 110 euro; uno mensile dove il primo mese lo studente paga il prezzo pieno della rete mensile e il mese successivo presentando la rete vecchia, ne ottiene una nuova a costo zero. Naturalmente (!!!) i fondi per queste due iniziative sono esauriti ma si attende il rifinanziamento che dovrebbe partire con il mese di gennaio – segnatevi la data! ag "Trieste universitaria" LA CARD CON UN MARE DI VANTAGGI: Non l'avete ancora fatta ? uorionda il giornalino degli studenti Dicembre 2oo7 Il bello della democrazia è proprio questo: tutti possono parlare, ma non occorre ascoltare. (Enzo Biagi) foto: matteo cianciolo

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Il giornale dell'Università degli Studi di Trieste

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Attualità, cultura, sport, spettacolo e tutto ciò che riguarda il mondo univer-sitario.Se vuoi collaborare contattaci al nostro indirizzo e-mail:[email protected] nostro socio e collabora con noi. Mandaci le tue opinioni, suggerimenti,domande.Fuorionda un nuovo modo di vivere l’università!

REDAZIONE

Direttore:Alessio Glavina

Vicedirettore:Matteo Cianciolo

Segretario e tesoriere:Alì Mansour

Collaboratori:Tamara Littamè, Raphael Udovici, Daniele Fasolo, Marco Bagozzi, Stefano Strami, Francesco Iuretich, basth.

Grafica e impaginazione:father seb

Non tutti sanno forse che, da quest’anno ogni studente iscritto presso l’Università di Trieste di età compresa entro i 26 anni, ha la pos-sibilità di avere e ritirare una carta magnetica tipo bancomat che offre un mare di vantaggi.L’iniziativa è frutto di una collabo-razione tra l’Erdisu, gli studenti, l’Università e la Camera di Commercio di Trieste.Perché farsi la student card Trieste universitaria?La card sostituisce in tutto e per tutto il vecchio ingombrante libretto universitario ed attesta la posizione di studente.Molti sono i vantaggi effettivi che sono stati concordati con altrettanti negozi che applicano particolari sconti agli studenti possessori della card.Arredamento, abbigliamento, calzature, librerie, cartolerie, gioiellerie, ottica, accessori moto scooter, spedizioni, drogherie, erboristerie, letti, mate-rassi, vernici, radio / dischi / cd / elettronica, bar, parrucchieri, fo-tografi, autoscuole, agenzie immobi-liari, applicano vari sconti se si presenta la carta nei negozi conven-zionati.[Per informazioni dettagliate sui negozi specifici visita il sito www.triesteuniversitaria.it]

Non dimentichiamo poi le riduzioni nei cinema (con l’ingresso che varia da 4,00 a 5,50 euro in base ai giorni) e le promozioni nei vari teatri triestini.Ancora sconti dal 20% al 30% sugli abbonamenti per le partite della Triestina Calcio e della Pallacanestro Trieste e l’ingresso gratuito agli studenti per le sfide della Pallamano Trieste.

Nessuno sconto ma consulenze dirette per informazioni sono proposte invece dal Gruppo Acegas Aps e Estenergy (stipula dei contratti acqua, luce, gas ed energia elettrica) al seguente indirizzo email: [email protected] oppure [email protected] .

Dove, come, quando richiedere la cardPer ottenre la student card è nec-essario presentarsi muniti di li-bretto e c.i. presso gli uffici dell’Erdisu – Casa dello Studente E2 – con orari dal lun. al ven. 9.00-12,30 e mart e merc. anche il pomeriggio dalle 15,00-16,30.Fatevi belli perché vi verrà scat-tata una foto!Segnaliamo inoltre un altro accordo che è stato stipulato tra l’Erdisu e Trieste Trasporti Spa per abbat-tere i costi dei mezzi pubblici: uno annuale dove viene ridotto del 50% il costo dell’abbonamento da 220 euro a 110 euro; uno mensile dove il primo mese lo studente paga il prezzo pieno della rete mensile e il mese successivo presentando la rete vecchia, ne ottiene una nuova a costo zero.Naturalmente (!!!) i fondi per queste due iniziative sono esauriti ma si attende il rifinanziamento che dovrebbe partire con il mese di gennaio – segnatevi la data!

ag

"Trieste universitaria"LA CARD CON UN

MARE DI VANTAGGI:�

Non l'avete

ancora fatta�?

uoriondail giornalino degli studenti

Dicembre 2oo7

Il bello della democrazia è proprio questo: tutti possono parlare, ma non occorre ascoltare. (Enzo Biagi)

Si ringrazia:

esperienze

bacheca

calendario

27 nov - 07 dic 2007L'ECONOMIA VA IN CROCIERA Università degli Studi di TriesteSala Atti Facoltà di Scienze PoliticheEdificio principale - ala destra - I° pianoPiazzale Europa 1

05 dic 2007 Cerimonia di Inaugura-zione dell’Anno Acca-demico 2007-2008con l’intervento dell’On. Luigi Nicolais, Ministro per leRiforme e l'Innovazione nella Pubblica Amminis-trazioneUniversità degli Studi di TriesteCampus di Piazzale Europa 1Aula Magna - Edificio centrale - III pianoinizio ore 11,00

29 - 30 nov 2007Incontro di studio in memoria di Vittorio Bachelet: INTEGRAZIONE EUROPEA E GIURISDIZIONE Università degli Studi di TriesteFacoltà di Giurisprudenza Aula Vittorio Bachelet Campus Piazzale Europa 1 - edificio centrale - primo pianoGiov 29 inizio ore 15,00Ven 30 inizio ore 18.00 05 dic 2007

Zucchero PalaTriesteOre 21.00 Info web: www.azalea.it

01 dic 2007Burnin'Fyah + DeAmbassador Band @CasaDelleCulture,Trieste

11 dic 2007Giorgio Panariello in Faccio del mio meglio Teatro, cabaret, contaminazionePoliteama Rossetti

15 dic 2007NatalEventi 2007" - Trieste Suoni e Sapori 20075 mila krapfen e fiumi di vin brulè offerti a tutti con la cornice delle migliori musiche triestine.piazza della Borsa

Un concorso pubblico: l’esodo dei giovanidi Daniele FasoloIl giorno martedì 30 ottobre 2007 si è svolta al Palatrieste la prima prova per entrare nel corpo della Guardia forestale.In primis intendo porre l’accento sul fatto che chi scrive quest’articolo è uno dei moltissimi che ha partecipato a tal esame in quanto potrebbe avvicinare la possibilità di un lavoro a tempo indeterminato. Tuttavia, chi di sovente scrive articoli o per lo meno vede ogni evento sotto un’ottica giornalistica in quanto fatto ontologica-mente rilevante, non avrebbe potuto non fare delle riflessioni circa questo particolare evento svoltosi a Trieste.Qualche cenno sull’esame. L’iter per entrare a far parte del corpo della Guardia forestale è come gran parte dei concorsi pubblici suddiviso in tre parti, dove la prima in base all’affluenza dei candidati può essere presente o meno (generalmente data la partecipazione, lo è): si inizia con una prova pre-selettiva, si passa poi all’esame scritto vero e proprio, per poi finire con una prova finale orale.Come chiaramente era d’aspettarsi, l’affluenza anche a questo concorso pubblico bandito dalla regione Friuli Venezia Giulia è stata molto elevata tantoché per consentire a tutti i candidati un corretto svolgimento della prova pre-selettiva, essi sono stati suddivisi in due gruppi.Infatti, la prima cosa sorprendente è stata l’affluenza di giovani che nonostante i ristrettivi criteri e requisiti d’ammissione ha costretto gli organizzatori del concorso a suddividerlo e ripeterlo due volte.Fino a questo punto non ci sarebbe nulla da sorprendersi nel vedere migliaia di giovani tentare più o meno la fortuna per un lavoro, è sempre successo soprattutto nel settore pubblico; tuttavia quello che dovrebbe far riflettere almeno un attimo è l’affluenza di giovani relazionata al tipo di lavoro per cui è stato indetto il concorso.

Sebbene fosse da molti anni che la regione F.V.G. non bandiva un concorso per il Corpo, viene da chiedersi come mai tutte queste persone vogliano entrare a farne parte. Il Corpo della Guardia intraprendere da un giorno all’altro – e secondo me – richiede non solo la preparazione tecnico-nozionistica per espletarlo, ma anche una spiccata propensione per la natura e tutto ciò che ne comporta.Indubbiamente (...?) tutte le nozioni s’apprendono come tra l’altro s’impara ad amare e rispettare la natura, ma poi, quest’affermazione è vera? Sarà vera per metà? E poi, quale “parte” forse quella d’imparare ad amare un qualcosa che costantemente si rovinata e sfregia?Ora non scrivo per trovare delle risposte, se ci sarà un interlocutore volentieri se ne potrà parlare ([email protected]), spero soltanto sia chiaro il mio punto di vista. Da questa affermazione (la relazione tra l’affluenza e la tipologia di lavoro) poi mi sono chiesto quale era il tipo d’affluenza. Su questo frangente posso solamente dare delle mie impressioni giacché non ho intervistato neanche una parte significativa dei giovani. La mia impressione è stata caratterizzata dal notare dei tratti comuni tra i giovani ossia: la casualità nella conoscenza del concorso, l’eterogeneità delle esperienze lavorative precedenti, la speranza di un posto a tempo indeterminato e la scarsa conoscenza del tipo di carriera che, nel caso di vincita, si sarebbe dovuto intraprendere. Tra tutti questi prevaleva la speranza di un “indeterminato”.Ad ogni modo anche quest’altra relazione (entità affluenza e tipologia candidati) mi ha, sia reso nuovamente perplesso sulla mia posizione prec-edentemente esposta, sia mi ha permesso di rassegnarmi sul fronte ben radicato e ricercato in Italia del così detto “posto fisso” .

È evidente che la mia generazione (italiana) non è ancora quella che il mercato liberale spera e a cui mira, quella che dovrebbe esser sempre pronta con le valigie in mano a cambiare lavoro, metten-dosi e rimettendosi sempre in discussione, per poi cambiare città se non addirittura stato procuran-dosi così una paga alla fine del mese.Indubbiamente questo concorso fa capire che non ci si è ancora rasseganti e che molte persone pensano: “fin che c’è lo Stato c’è speranza”.Di certo, chi legge questo articolo potrebbe essere un liberale convinto o tutto l’opposto, potrebbe avvallare l’idea che è un sacro santo dovere – per non dire quasi obbligo – dello stato di fornire un lavoro per tutti oppure, potrebbe appoggiare un’idea un po’ più cosmopolita del “lavoratore a chiamata”. Non voglio nemmeno qui addentrarmi in questa selva oscura che ha già visto quintali di carta e inchiostro spendersi, vorrei soltanto porre delle buone domande, far riflettere e alzare se mai una sana discussione sul tema. A questo punto voglio ricordare da dove sono partito: da un concorso pubblico (in svolgi-mento) che ha visto un numero elevato di giovani eterogenei per età, provenienza, curriculum vitae, etc. aspirare a un medesimo posto di lavoro deontologicamente esigente e con la stessa sper-anza di raggiungere la stabilità economica. Inoltre, vorrei azzardare delle domande: tentare un concorso o qualsiasi altro lavoro tanto per avere un’occupazione senza nemmeno sapere di cosa si tratti oppure disprezzando quotidianamente quello che l’impiego protegge, potrebbe apparire come disinteresse? Non potrebbe provocare un relativo abbassamento della qualità del servizio? Non è come se un ladro continuando a rubare la notte provasse a entrare (o entrasse) nell’arma dei Carabinieri?

10 dic 2007Ocjo - La sicurezza, un bene comune. Costruiamola insiemeUniversità degli Studi di TriesteCampus di Piazzale Europa, Edificio H3 - Aula MagnaInizio ore 15.00

10 dic 2007Ore 18.00 casa dello studente - sala conferenze erdisu“Diritto allo studio: a che punto siamo”Con la partecipazione di: ass. regionale Cosolini, ass. comunale Rossi, ass. provinciale Pino, Rettore proff. Peroni, Pres. Erdisu proff. Magnelli e Pres. del CDS Paolo Altin per capire i motivi di soddisfazione e insoddis-fazione nell’ambito universitario

FACOLTA’ di ECONOMIAVendo i seguenti libri: Come affrontare e superare l’esame di diritto privato di Paolo Cendon – 12 euro;Istituzioni di diritto privato di Pietro Trimorchi – 18 euro;Probabilità e statistica di Giuseppe Cicchitelli – 15 euro;

Il metodo applicato. Esercizi svolti di ragioneria di Bruno De Rosa – 10 euro fotocopie;Economia e gestione delle imprese – 10 euro fotocopie;Diritto dell’unione europea di Luigi Daniele – 10 euro;Il metodo contabile di Maurizio Fanni e Livio Cossar – 20 euro;

English for economics di David HuntTel. 339 62 76 03

Vendo libro del prof. Gregori: La scelta del regime di cambioLibro di geografia del commercio internazionale: geografia economica del sistema mondo.

FACOLTA’ di SCIENZE POLITICHECerco libro Nuovo corso di scienza della politica 2004. Tel. 349 84 22 773

Tel. 338 22 46 443La scelta del regime di cambio - Dall‘approccio di Pole ai giochi globali di Tullio Gregori 14 euro (Nuovo)Tel. 320 78 53 300

foto: matteo cianciolo

Page 2: Fuorionda dicembre - 2007

Vent ’ a n ni di Josh ua Treedi Rap h ael Udovici

AIESECPeopledi Stefa no Carta

L a tisa nadi Alessa n dro Trevisa n

musica

Quando il gioco si priva delle regole!di Al ì M a nsour

attualitàeventi

l'intervista

uoriondail giornalino degli studenti

la barzelletta

Un ing. racconta ai suoi amici ingegneri:- Ieri ho conosciuto una bonazza in discoteca... Gli amici: - Ehilaa!!- La invito a casa mia, le offro una cosa da bere, e comincio a baciarla.- Ueeehhhheeehhhhe!!- Lei mi fa: "Spogliami"!- Ueeehhhheeehhhhehheehheehhee!!- Al che io la spoglio completamente, la sollevo e la faccio sedere sulla tastiera del mio nuovo PC... Gli amici: - Hai un PC nuovo? Figata! Che processore???

l'opinione

Era il 1987, un grande disco, l’entrata prepotente sulla scena mondiale di un gruppo irlandese, e forse addirittura l’inizio di un declino; almeno in studio. Si parla degli U2 e di “The Joshua Tree” il disco che li ha consa-crati definitivamente e che più di qualcuno ritiene anche l’ultimo di un certo valore.Son passati 20 anni, tanti ma anche pochi rispetto a molti successi della storia rock, e il compleanno porterà un dono a tutti i fans e a coloro che apprezzano il rock: infatti uno dei più bei dischi della storia uscirà in dicembre in versione Deluxe con assieme al disco che già conosciamo anche uno di b-side e il dvd del concerto di Parigi del tour mondiale che ha seguito l’uscita dell’album. Una bella gemma insomma.

Ma anche il bivio per il gruppo stesso. Il periodo seguente questo disco per molti è stato il declino,

almeno dal punto di vista “ispirativo” del gruppo, io mi limito a definirlo

un cambio di rotta che ha portato gli U2 a sperimentare il Pop dove il successo è stato più dal punto di

vista “commerciale” che “qualitativo” e dove sono iniziati i grandi concerti

tecnologici fatti di palchi enormi,luci,laser e mega-schermi. Di

certo la mia preferenza va per gli U2 di stampo rock, nonostante questo

consiglio a tutti di vedere un loro concerto perché comunque si sogna

ancora proprio come ascoltando “The Joshua Tree”.

Come si può definire un disco del genere? Io lo definirei epico, per la storia che ha fatto ma soprattutto per la qualità e l’unicità delle canzoni che ne fanno parte; concretizzando: un disco che inizia con Where the streets have no name, I Still Haven't Found What I'm Looking For e With or Without You non può che essere un disco immenso, la chitarra inconfondibile di The Edge, la voce di Bono che ancora riusciva ad andare ad altezze vertiginose e dei testi come sempre improntati sulla giustizia e il rispetto dei diritti civili con un occhio di riguardo per la questione irlandese. Un disco insomma che ha fatto sognare milioni di persone in tutto il mondo.

Tanti di noi si stanno chiedendo cosa sta succedendo nel mondo! Il prezzo del petrolio sta per raggiungere 100 $ al barile bruciando con la sua corsa tante teorie economiche. L’euro a sua volta corre senza freni affondando sempre di più il biglietto verde. Le crisi internazionali si moltiplicano mettendo in ginocchio la scienza d’ogni diplomazia; tutto corre in modo da non permetterci di conoscere le cause e di conseguenza non riusciremo a trovare una soluzione per disinnescare il meccanismo di tali eventi.L’aumento dei prezzi delle materie prime ha come effetto diretto il rincaro di tutti i beni di prima necessità ovvero i beni alimentari, di conseguenza vedremo diminuire il potere d’acquisto dei cittadini.

Le economie dei paesi basate sul petrolio vedranno crescere il peso della loro bolletta petrolifera e di conseguenza devono ricorrere o all’aumento dei prodotti esportati verso il resto del mondo o ricorrere a prestiti per compensare tale aumento. Nella zona euro, i prodotti europei saranno meno competitivi nei mercati internazionali a discapito di quelli quotati in dollaro, di conseguenza assisteremo a un rallentamento della crescita economica.Tutto questo si somma ad altre crisi già esistenti nelle economie mondiali, da quella delle banche USA a quella relativa ai mercati valutari. Nel frattempo le crisi politiche e i conflitti militari aumentano senza poter controllare o dirigere la loro corsa.

La guerra in Iraq sta sfuggendo di mano agli americani, a causa delle nuove tensioni tra il partito curdo PKK con basi nel nord dell’Iraq e la Turchia. Il conflitto rischia veramente di estendersi ai paesi confinanti con conseguenze non indifferenti alla stabilità dell’area e di conseguenza all’economia mondiale.Il Pakistan, l’unico paese islamico dotato di bombe atomiche, sta vivendo un caos interno di grande dimensioni. Se i radicali dovessero vincere in tale conflitto, significherebbe che al Qaeda avrà armi nucleari a sua disposizione, mentre il presidente pakistano Musharraf per poter vincere dovrebbe estromettere il concetto di democrazia dal suo dizion-ario.La crisi nucleare iraniana viaggia su un binario che porta al conflitto armato, israeliani e americani non risparmiano occasione per minacciare guerra al paese.Il conflitto arabo-israeliano non sembra destinarsi a una fine, nemmeno a una tregua, lo dimostrano le difficoltà connesse alla preparazione del summit negli Stati Uniti per risolvere tale conflitto, ma quello che preoccupa di più sono le ultime esercitazioni fatte dall’esercito israeliano al confine liba-nese e la spettacolare risposta data dagli Hezbollah nel sud del Libano e sotto gli occhi dell’UNIFIL, la forza di pace internazione guidata da un italiano.Le crisi mondiali somigliano tanto a quelle degli anni ‘30, che hanno portato alla seconda guerra mondiale, non a caso, il presidente americano Bush, ha legato il progresso nel programma nucleare iraniano allo scoppio della terza guerra mondiale.Tutti gli analisti sono scettici nella possibilità di trovare una soluzione per le mille crisi presentati sullo scenario mondiale, almeno nel breve periodo. I prossimi mesi saranno decisivi nel deci-dere la direzione dei conflitti. L’unica cosa certa che posso annunciarvi è l’aumento dei giocatori nella politica mondiale e la scomparsa di una previsione certa sull’evolversi delle crisi.

A volte penso che se fossi nato nella giungla avrei meno fastidi allo stomaco. Già. Chi mi spiga perché devono comparire i sintomi della gastrite ogni qual volta leggo il giornale? Per quale motivo, come dice la legge di Murpy, se una cosa deve andare male stai sicuro che è andata peggio? Perché l’Italia si è ridotta ad un guazzabuglio di mediocrità e di ruberie della peg-gior specie?Sfogo iniziale. A volte è un dovere verso se stessi.Ma veniamo al “fattore gastrite” di oggi. Come ogni santo giorno tento di acculturarmi un pochino di più del giorno precedente. Quindi apro il mio bel pc e mi metto in inter-net a sfogliare i titoli dei quotidiani. “Giustizia”: Dipietro si lamenta e Mastella gli risponde a suon di pernacchie (bambini cresciuti a metà), non ne ho voglia, troviamo qualcos’altro. “Cronaca” assassinato tabaccaio a Milano, non esiste, cambiamo argomento. “Esteri” c’è solo da scegliere. O l’Iran e il suo pallino del nucleare, o Bush e il suo pallino del nucleare, o il Curdistan in rivolta e la Turchia che risponde, oppure i Monaci in rivolta e la Cina che risponde, ecc? Giuro, non ho voglia oggi. Già non ho fatto colazione ed è risaputo che a stomaco vuoto non si assume ne alcool ne brutte noti-zie. Passiamo ad altro. DNA e neri, petrolio in salita e paghe in discesa, Walter il salvatore, Razi il profeta, cavolo ci sarà una notizia che interessi almeno un po’ la mia quotidianità?

Ah ecco. Il cursore del mouse si è fermato su un bel titolo del Messaggero (18-10-2007): <Università, 171 mila materie per moltiplicare le cattedre>>. Possi-bile? Ma dai, la cultura non è mai troppa. Leggiamo: <<L’Italia è l’unico paese al mondo ad avere un numero sproporzionato di insegnamenti universitari: 171.415>>, scrive Anna Maria Sersale. Mmm. Sembrano parecchi. La giornalista riporta i dati del Cnvsu (bella sigla per dire Consiglio nazionale di valutazione del sistema universitario) che trovano patologica la crescita del 300% degli insegnamenti rispetto al sistema ante-riforma. Se lo dice il Cnvsu mi fido. Avanti: <<Nel groviglio di discipline che avvolge l’Università, 69.384, pari al 40%, al momento dell’esame danno diritto soltanto a 4 crediti. Si tratta di una pletora di materie “minori” che ha contribuito a fare aumentare i numeri >>. Seguono testimonianze di vari Professori che posso rias-sumere così: “più poltrone,più soldi e più potere”.No. Non sono d’accordo.Punto uno. Partiamo dal fatto che, come ho detto prima, la cultura non deve avere grandezze di misura. 100 corsi piccoli ma inter-essanti sono meglio di uno caotico e confuso. Inoltre il problema principale è la validità dei corsi, non il loro numero crescente. Se i 171 mila e rotti corsi sono tenuti dai docenti con passione e seguiti dagli studenti con sentimento analogo, il problema non si sarebbe posto.

Posso essere solidale col prurito scatenato dalla casta (espressione di grido) dei professori che allar-gano le maglie degli insegnamenti olo per farci confluire tutti gli ascendenti e discendenti possibili ed immaginabili. Ma non con il movimento munito di trebbiatrice che vuole ridurre la possibilità di specializzazione della cultura. Quindi si allora prolificazione e nel contempo no alla strumentaliz-zazione dei neo mini-corsi per puro arrivismo baronale.Punto due. La cara Sesale parla solo dei corsi universitari e non del problema, a mio avviso più grave, della proliferazione degli atenei negli ultimi 15 anni. Più grave perché disperde i professori validi nel territorio e fa aumentare le spese soprattutto amministrativo-strutturali. Ma perché è di moda la proliferazione? Principalmente a causa di quella corrente di pensiero europea che vuole gli italiani ignoranti perché senza titoli (in Europa ed Usa tutti gli “acculturati” hanno almeno due certificati del loro grado di “analfabetismo”). Spiegando un attimo, l’Europa, che per chi non lo sapesse detta linee da seguire un po? su tutto tramite direttive e regolamenti, spesso senza andare a vedere qual è il reale stato delle cose (vedi quote latte), ha detto anni addietro che non abbiamo abbastanza laureati. Risposta di Roma? Università dappertutto ed esami più facili. Bene. Bene? Per politici, europeisti e studenti si, ma per

i laureati-disoccupati no. Infatti le prescrizioni europee hanno portato ad un abbassamento dei livelli dei nostri titoli (che già non valevano un granchè). Statistiche alla mano, prodotte dal Times, la prima uni-versità nostrana nel ranking mondi-ale per “impactfactor” (termine forse un po’ a sproposito) è la

sapienza duecent- e qualcosa-esima. Dietro di lei ben

poco. Piùdeserto che prati verdi.Ultimo punto. Perché tutti parlano della deriva del sistema universi-tario, ma chi ne è veramente inter-essato da vicino, gli studenti, non dicono niente? Perché manca sempre la voce di chi per primo ci rimet-terà nel prossimo futuro? Perché non ci fa incazzare che gli altri studenti del mondo ci ridono dietro dopo averci sistemato in un angolo con un bel cappello da somaro in testa? Perché non gridiamo “fermi tutti” sotto le orecchie da somaro ci stanno i cervelli migliori in circo-lazione (anche se poco usati e quel

poco di solito all’estero)?Svegliamoci un po’.

Ora tisana. Lo stomaco è al collasso.

1. Che cosa è AIESEC ?

AIESEC è la più grande organiz-zazione internazionale interamente gestita da studenti. Si propone di essere una piattaforma che offra ai giovani l’opportunità di scoprire e sviluppare il proprio potenziale. AIESEC è un’organizzazione no profit, apartitica e apolitica.Scoprire e sviluppare il proprio potenziale vuol dire mettere in pratica quello che studiamo all’università, imparare a mettersi in gioco, portare avanti progetti concreti, acquisire competenze che ci saranno utili per entrare nel mondo del lavoro con una marcia in più. AIESEC è internazionale. Il comitato di Trieste fa parte di un network di più di 1.100 sedi in 103 Paesi diversi. Spesso i progetti sono strutturati assieme ad altri Paesi, si partecipa a meeting internazionali, si parte con il programma Exchange per uno stage in azienda in uno di questi 103 Paesi.

2. Quali sono i requisiti per entrare in questa associazione ?

Quello che cerchiamo nelle persone che selezioniamo sono attitudini più che requisiti. Bisognaavere una mentalità aperta, aver voglia di vivere l’internazionalismo ed essere delle persone propositive con tanta voglia di mettersi in gioco e di crescere personalmente e professionalmente.

3. Che tipo di attività si svolgono in AIESEC ?

Innanzitutto sfatiamo il mito che AIESEC è solo per gli studenti di Economia. Non è vero perché ci sono molti membri che non ne fanno parte (Scuola Interpreti, Ingegn-eria, Scienze Politiche, ecc).Le attività che vengono svolte sono molte e diverse tra loro. I progetti più importanti da orga-nizzare per quest’anno sono due: un evento di 3 giorni per commemo-rare i 50 anni di AIESEC Trieste e il Reception Weekend . Il Recep-tion Weekend si e’ gia’ tenuto l’anno scorso ed e’ basato su una specifica tematica. E’ un evento aperto a tutti gli studenti dell’Università e ai membri AIESEC di tutto il mondo e comprende una conferenza (l’anno scorso la conferenza “Energia AlternATTIVA” era sulle fonti di energia alter-native), una visita della città e dei dintorni e, ovviamente, delle belle feste la sera.AIESEC si occupa del programma di Exchange, che permette ai membri dell’organizzazione, laureati e non, di andare all’estero per uno stage retribuito per un periodo compreso tra i 2 mesi e un anno e mezzo. Lo stage che si andrà a svolgere è un lavoro a tempo pieno con mansioni reali da svolgere, ben lontane dal fare caffè e fotocopie. Proprio per assicurarne la qualità, vengono accuratamente selezionati sia le aziende che gli studenti.E’ importante sottolineare che non si limita a fornire lo stage, ma si lavora per attutire lo shock culturale sia per i membri che partono che per quelli che arrivano, dando una mano ad integrarsi in una cultura nuova e diversa, a barcamenarsi tra le pratiche burocratiche e la ricerca dell’alloggio. Secondo me, una delle opportunità più entusiasmanti che offre AIESEC, è quella di partecipare ai meeting nazionali e internazi-onali.

4. Quanto ha contribuito alla tua crescita personale fare parte di AIESEC ?

Tantissimo. Ripensando a come ero 2 anni fa quasi non mi riconosco. Prima portavo avanti, un po’ svo-gliatamente, un corso di laurea che mi aveva un po’ delusa e che dava uno sbocco obbligato. Adesso sono una ragazza più sicura di sé, consapevole dei suoi punti forti e deboli, con tanta voglia di fare e con davanti a sé non una sola uscita, ma tante porte aperte.AIESEC mi ha insegnato tanto. Dapprima a lavorare in un team, poi a gestirlo ed ora a gestire l’insieme di team che formano il comitato. Ho scoperto come tirar fuori il potenziale dalle persone, gestire meglio il mio tempo, piani-ficare progetti, compilare bandi, presentarmi davanti ai manager delle aziende spiegandogli i ben-efici che si possono ricavare dalla partnership con AIESEC. Sono qual-ità richiestissime nel mondo del lavoro!Adesso mi rendo conto di quanto sia importante la leadership. Ognuno di noi è leader di sé stesso, prima di imparare ad esserlo per gli altri. La leadership deve avere un impatto positivo, sia per lo sviluppo personale dell’individuo che per la crescita dell’organizzazione, ma soprattutto avere un impatto posi-tivo nella società. AIESEC mi ha dato l’opportunità di viaggiare in tutto il mondo per partecipare a meeting nazionali e internazionali, di mettere alla prova la mia cultura e la mia apertura mentale, di crearmi un network di amici e di contatti. Quello che AIESEC ha fatto e sta facendo per me è impagabile. perchè non c’è lavoro, corso o master che mi possa dare tutto quello che questa organizzazione mi ha dato e mi da tuttora.Le opportunità che AIESEC offre sono tantissime, poi sta a te scegliere quelle che possono esserti utili per il futuro. Il nostro motto e’ It’s up to YOU!

5. Qual è stato il tuo più bel momento in AIESEC?

Beh, ce ne sono stati tanti ma quello che sicuramente mi è rimasto più impresso è stato quando sono andata, lo scorso aprile, ad un meeting inter-nazionale in Romania. Il momento che più mi resterà impresso è quando siamo entrati nel teatro nazionale di Bucar-est e, dopo averlo riempito, e’ stato proiettato un video con tutte le bandiere degli stati rappresentati. Ad ogni passag-gio, partiva da qualche parte un grido, una ola.Al nostro meeting era interve-nuto il primo ministro rumeno, che ci ha tenuto un breve discorso sull’importanza dello scambio tra culture e della reciproca comprensione e di quanto al mondo d’oggi sia importante una leadership positiva. Non potevo quasi crederci che una personalità così importante decidesse di dedicare un pomeriggio ad un’organizzazione di studenti, per tenerci un discorso basato sui nostri valori!Ho imparato tanto dai workshop che sono stati tenuti, ma, soprattutto dalle persone. La chiusura del meeting è stato poi un altro momento bellis-simo. Eravamo a Mamaia, sul Mar Nero e abbiamo deciso all’ultimo minuto, dopo aver fatto festa per tutta la notte, di anticipare la chiusura rispetto all’agenda. Alle 5 del mattino, il sole sorgeva e c’era un gran freddo. Ci siamo tutti raggruppati in cerchio sulla spiaggia per salutarci prima della partenza. Un raga-zzo della Repubblica Ceca inizia a suonare One degli U2 con la chitarra. Ci siamo abbracciati e, chi conosceva le parole si è messo a cantare. Poi, tra lacrime e sorrisi e con il sole appena sorto, ci siamo salutati per andare a fare le valigie.

Attualità, cultura, sport, spettacolo e tuttociò che riguarda il mondo universitario.

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Page 3: Fuorionda dicembre - 2007

Vent ’ a n ni di Josh ua Treedi Rap h ael Udovici

AIESECPeopledi Stefa no Carta

L a tisa nadi Alessa n dro Trevisa n

musica

Quando il gioco si priva delle regole!di Al ì M a nsour

attualitàeventi

l'intervista

uoriondail giornalino degli studenti

la barzelletta

Un ing. racconta ai suoi amici ingegneri:- Ieri ho conosciuto una bonazza in discoteca... Gli amici: - Ehilaa!!- La invito a casa mia, le offro una cosa da bere, e comincio a baciarla.- Ueeehhhheeehhhhe!!- Lei mi fa: "Spogliami"!- Ueeehhhheeehhhhehheehheehhee!!- Al che io la spoglio completamente, la sollevo e la faccio sedere sulla tastiera del mio nuovo PC... Gli amici: - Hai un PC nuovo? Figata! Che processore???

l'opinione

Era il 1987, un grande disco, l’entrata prepotente sulla scena mondiale di un gruppo irlandese, e forse addirittura l’inizio di un declino; almeno in studio. Si parla degli U2 e di “The Joshua Tree” il disco che li ha consa-crati definitivamente e che più di qualcuno ritiene anche l’ultimo di un certo valore.Son passati 20 anni, tanti ma anche pochi rispetto a molti successi della storia rock, e il compleanno porterà un dono a tutti i fans e a coloro che apprezzano il rock: infatti uno dei più bei dischi della storia uscirà in dicembre in versione Deluxe con assieme al disco che già conosciamo anche uno di b-side e il dvd del concerto di Parigi del tour mondiale che ha seguito l’uscita dell’album. Una bella gemma insomma.

Ma anche il bivio per il gruppo stesso. Il periodo seguente questo disco per molti è stato il declino,

almeno dal punto di vista “ispirativo” del gruppo, io mi limito a definirlo

un cambio di rotta che ha portato gli U2 a sperimentare il Pop dove il successo è stato più dal punto di

vista “commerciale” che “qualitativo” e dove sono iniziati i grandi concerti

tecnologici fatti di palchi enormi,luci,laser e mega-schermi. Di

certo la mia preferenza va per gli U2 di stampo rock, nonostante questo

consiglio a tutti di vedere un loro concerto perché comunque si sogna

ancora proprio come ascoltando “The Joshua Tree”.

Come si può definire un disco del genere? Io lo definirei epico, per la storia che ha fatto ma soprattutto per la qualità e l’unicità delle canzoni che ne fanno parte; concretizzando: un disco che inizia con Where the streets have no name, I Still Haven't Found What I'm Looking For e With or Without You non può che essere un disco immenso, la chitarra inconfondibile di The Edge, la voce di Bono che ancora riusciva ad andare ad altezze vertiginose e dei testi come sempre improntati sulla giustizia e il rispetto dei diritti civili con un occhio di riguardo per la questione irlandese. Un disco insomma che ha fatto sognare milioni di persone in tutto il mondo.

Tanti di noi si stanno chiedendo cosa sta succedendo nel mondo! Il prezzo del petrolio sta per raggiungere 100 $ al barile bruciando con la sua corsa tante teorie economiche. L’euro a sua volta corre senza freni affondando sempre di più il biglietto verde. Le crisi internazionali si moltiplicano mettendo in ginocchio la scienza d’ogni diplomazia; tutto corre in modo da non permetterci di conoscere le cause e di conseguenza non riusciremo a trovare una soluzione per disinnescare il meccanismo di tali eventi.L’aumento dei prezzi delle materie prime ha come effetto diretto il rincaro di tutti i beni di prima necessità ovvero i beni alimentari, di conseguenza vedremo diminuire il potere d’acquisto dei cittadini.

Le economie dei paesi basate sul petrolio vedranno crescere il peso della loro bolletta petrolifera e di conseguenza devono ricorrere o all’aumento dei prodotti esportati verso il resto del mondo o ricorrere a prestiti per compensare tale aumento. Nella zona euro, i prodotti europei saranno meno competitivi nei mercati internazionali a discapito di quelli quotati in dollaro, di conseguenza assisteremo a un rallentamento della crescita economica.Tutto questo si somma ad altre crisi già esistenti nelle economie mondiali, da quella delle banche USA a quella relativa ai mercati valutari. Nel frattempo le crisi politiche e i conflitti militari aumentano senza poter controllare o dirigere la loro corsa.

La guerra in Iraq sta sfuggendo di mano agli americani, a causa delle nuove tensioni tra il partito curdo PKK con basi nel nord dell’Iraq e la Turchia. Il conflitto rischia veramente di estendersi ai paesi confinanti con conseguenze non indifferenti alla stabilità dell’area e di conseguenza all’economia mondiale.Il Pakistan, l’unico paese islamico dotato di bombe atomiche, sta vivendo un caos interno di grande dimensioni. Se i radicali dovessero vincere in tale conflitto, significherebbe che al Qaeda avrà armi nucleari a sua disposizione, mentre il presidente pakistano Musharraf per poter vincere dovrebbe estromettere il concetto di democrazia dal suo dizion-ario.La crisi nucleare iraniana viaggia su un binario che porta al conflitto armato, israeliani e americani non risparmiano occasione per minacciare guerra al paese.Il conflitto arabo-israeliano non sembra destinarsi a una fine, nemmeno a una tregua, lo dimostrano le difficoltà connesse alla preparazione del summit negli Stati Uniti per risolvere tale conflitto, ma quello che preoccupa di più sono le ultime esercitazioni fatte dall’esercito israeliano al confine liba-nese e la spettacolare risposta data dagli Hezbollah nel sud del Libano e sotto gli occhi dell’UNIFIL, la forza di pace internazione guidata da un italiano.Le crisi mondiali somigliano tanto a quelle degli anni ‘30, che hanno portato alla seconda guerra mondiale, non a caso, il presidente americano Bush, ha legato il progresso nel programma nucleare iraniano allo scoppio della terza guerra mondiale.Tutti gli analisti sono scettici nella possibilità di trovare una soluzione per le mille crisi presentati sullo scenario mondiale, almeno nel breve periodo. I prossimi mesi saranno decisivi nel deci-dere la direzione dei conflitti. L’unica cosa certa che posso annunciarvi è l’aumento dei giocatori nella politica mondiale e la scomparsa di una previsione certa sull’evolversi delle crisi.

A volte penso che se fossi nato nella giungla avrei meno fastidi allo stomaco. Già. Chi mi spiga perché devono comparire i sintomi della gastrite ogni qual volta leggo il giornale? Per quale motivo, come dice la legge di Murpy, se una cosa deve andare male stai sicuro che è andata peggio? Perché l’Italia si è ridotta ad un guazzabuglio di mediocrità e di ruberie della peg-gior specie?Sfogo iniziale. A volte è un dovere verso se stessi.Ma veniamo al “fattore gastrite” di oggi. Come ogni santo giorno tento di acculturarmi un pochino di più del giorno precedente. Quindi apro il mio bel pc e mi metto in inter-net a sfogliare i titoli dei quotidiani. “Giustizia”: Dipietro si lamenta e Mastella gli risponde a suon di pernacchie (bambini cresciuti a metà), non ne ho voglia, troviamo qualcos’altro. “Cronaca” assassinato tabaccaio a Milano, non esiste, cambiamo argomento. “Esteri” c’è solo da scegliere. O l’Iran e il suo pallino del nucleare, o Bush e il suo pallino del nucleare, o il Curdistan in rivolta e la Turchia che risponde, oppure i Monaci in rivolta e la Cina che risponde, ecc? Giuro, non ho voglia oggi. Già non ho fatto colazione ed è risaputo che a stomaco vuoto non si assume ne alcool ne brutte noti-zie. Passiamo ad altro. DNA e neri, petrolio in salita e paghe in discesa, Walter il salvatore, Razi il profeta, cavolo ci sarà una notizia che interessi almeno un po’ la mia quotidianità?

Ah ecco. Il cursore del mouse si è fermato su un bel titolo del Messaggero (18-10-2007): <Università, 171 mila materie per moltiplicare le cattedre>>. Possi-bile? Ma dai, la cultura non è mai troppa. Leggiamo: <<L’Italia è l’unico paese al mondo ad avere un numero sproporzionato di insegnamenti universitari: 171.415>>, scrive Anna Maria Sersale. Mmm. Sembrano parecchi. La giornalista riporta i dati del Cnvsu (bella sigla per dire Consiglio nazionale di valutazione del sistema universitario) che trovano patologica la crescita del 300% degli insegnamenti rispetto al sistema ante-riforma. Se lo dice il Cnvsu mi fido. Avanti: <<Nel groviglio di discipline che avvolge l’Università, 69.384, pari al 40%, al momento dell’esame danno diritto soltanto a 4 crediti. Si tratta di una pletora di materie “minori” che ha contribuito a fare aumentare i numeri >>. Seguono testimonianze di vari Professori che posso rias-sumere così: “più poltrone,più soldi e più potere”.No. Non sono d’accordo.Punto uno. Partiamo dal fatto che, come ho detto prima, la cultura non deve avere grandezze di misura. 100 corsi piccoli ma inter-essanti sono meglio di uno caotico e confuso. Inoltre il problema principale è la validità dei corsi, non il loro numero crescente. Se i 171 mila e rotti corsi sono tenuti dai docenti con passione e seguiti dagli studenti con sentimento analogo, il problema non si sarebbe posto.

Posso essere solidale col prurito scatenato dalla casta (espressione di grido) dei professori che allar-gano le maglie degli insegnamenti olo per farci confluire tutti gli ascendenti e discendenti possibili ed immaginabili. Ma non con il movimento munito di trebbiatrice che vuole ridurre la possibilità di specializzazione della cultura. Quindi si allora prolificazione e nel contempo no alla strumentaliz-zazione dei neo mini-corsi per puro arrivismo baronale.Punto due. La cara Sesale parla solo dei corsi universitari e non del problema, a mio avviso più grave, della proliferazione degli atenei negli ultimi 15 anni. Più grave perché disperde i professori validi nel territorio e fa aumentare le spese soprattutto amministrativo-strutturali. Ma perché è di moda la proliferazione? Principalmente a causa di quella corrente di pensiero europea che vuole gli italiani ignoranti perché senza titoli (in Europa ed Usa tutti gli “acculturati” hanno almeno due certificati del loro grado di “analfabetismo”). Spiegando un attimo, l’Europa, che per chi non lo sapesse detta linee da seguire un po? su tutto tramite direttive e regolamenti, spesso senza andare a vedere qual è il reale stato delle cose (vedi quote latte), ha detto anni addietro che non abbiamo abbastanza laureati. Risposta di Roma? Università dappertutto ed esami più facili. Bene. Bene? Per politici, europeisti e studenti si, ma per

i laureati-disoccupati no. Infatti le prescrizioni europee hanno portato ad un abbassamento dei livelli dei nostri titoli (che già non valevano un granchè). Statistiche alla mano, prodotte dal Times, la prima uni-versità nostrana nel ranking mondi-ale per “impactfactor” (termine forse un po’ a sproposito) è la

sapienza duecent- e qualcosa-esima. Dietro di lei ben

poco. Piùdeserto che prati verdi.Ultimo punto. Perché tutti parlano della deriva del sistema universi-tario, ma chi ne è veramente inter-essato da vicino, gli studenti, non dicono niente? Perché manca sempre la voce di chi per primo ci rimet-terà nel prossimo futuro? Perché non ci fa incazzare che gli altri studenti del mondo ci ridono dietro dopo averci sistemato in un angolo con un bel cappello da somaro in testa? Perché non gridiamo “fermi tutti” sotto le orecchie da somaro ci stanno i cervelli migliori in circo-lazione (anche se poco usati e quel

poco di solito all’estero)?Svegliamoci un po’.

Ora tisana. Lo stomaco è al collasso.

1. Che cosa è AIESEC ?

AIESEC è la più grande organiz-zazione internazionale interamente gestita da studenti. Si propone di essere una piattaforma che offra ai giovani l’opportunità di scoprire e sviluppare il proprio potenziale. AIESEC è un’organizzazione no profit, apartitica e apolitica.Scoprire e sviluppare il proprio potenziale vuol dire mettere in pratica quello che studiamo all’università, imparare a mettersi in gioco, portare avanti progetti concreti, acquisire competenze che ci saranno utili per entrare nel mondo del lavoro con una marcia in più. AIESEC è internazionale. Il comitato di Trieste fa parte di un network di più di 1.100 sedi in 103 Paesi diversi. Spesso i progetti sono strutturati assieme ad altri Paesi, si partecipa a meeting internazionali, si parte con il programma Exchange per uno stage in azienda in uno di questi 103 Paesi.

2. Quali sono i requisiti per entrare in questa associazione ?

Quello che cerchiamo nelle persone che selezioniamo sono attitudini più che requisiti. Bisognaavere una mentalità aperta, aver voglia di vivere l’internazionalismo ed essere delle persone propositive con tanta voglia di mettersi in gioco e di crescere personalmente e professionalmente.

3. Che tipo di attività si svolgono in AIESEC ?

Innanzitutto sfatiamo il mito che AIESEC è solo per gli studenti di Economia. Non è vero perché ci sono molti membri che non ne fanno parte (Scuola Interpreti, Ingegn-eria, Scienze Politiche, ecc).Le attività che vengono svolte sono molte e diverse tra loro. I progetti più importanti da orga-nizzare per quest’anno sono due: un evento di 3 giorni per commemo-rare i 50 anni di AIESEC Trieste e il Reception Weekend . Il Recep-tion Weekend si e’ gia’ tenuto l’anno scorso ed e’ basato su una specifica tematica. E’ un evento aperto a tutti gli studenti dell’Università e ai membri AIESEC di tutto il mondo e comprende una conferenza (l’anno scorso la conferenza “Energia AlternATTIVA” era sulle fonti di energia alter-native), una visita della città e dei dintorni e, ovviamente, delle belle feste la sera.AIESEC si occupa del programma di Exchange, che permette ai membri dell’organizzazione, laureati e non, di andare all’estero per uno stage retribuito per un periodo compreso tra i 2 mesi e un anno e mezzo. Lo stage che si andrà a svolgere è un lavoro a tempo pieno con mansioni reali da svolgere, ben lontane dal fare caffè e fotocopie. Proprio per assicurarne la qualità, vengono accuratamente selezionati sia le aziende che gli studenti.E’ importante sottolineare che non si limita a fornire lo stage, ma si lavora per attutire lo shock culturale sia per i membri che partono che per quelli che arrivano, dando una mano ad integrarsi in una cultura nuova e diversa, a barcamenarsi tra le pratiche burocratiche e la ricerca dell’alloggio. Secondo me, una delle opportunità più entusiasmanti che offre AIESEC, è quella di partecipare ai meeting nazionali e internazi-onali.

4. Quanto ha contribuito alla tua crescita personale fare parte di AIESEC ?

Tantissimo. Ripensando a come ero 2 anni fa quasi non mi riconosco. Prima portavo avanti, un po’ svo-gliatamente, un corso di laurea che mi aveva un po’ delusa e che dava uno sbocco obbligato. Adesso sono una ragazza più sicura di sé, consapevole dei suoi punti forti e deboli, con tanta voglia di fare e con davanti a sé non una sola uscita, ma tante porte aperte.AIESEC mi ha insegnato tanto. Dapprima a lavorare in un team, poi a gestirlo ed ora a gestire l’insieme di team che formano il comitato. Ho scoperto come tirar fuori il potenziale dalle persone, gestire meglio il mio tempo, piani-ficare progetti, compilare bandi, presentarmi davanti ai manager delle aziende spiegandogli i ben-efici che si possono ricavare dalla partnership con AIESEC. Sono qual-ità richiestissime nel mondo del lavoro!Adesso mi rendo conto di quanto sia importante la leadership. Ognuno di noi è leader di sé stesso, prima di imparare ad esserlo per gli altri. La leadership deve avere un impatto positivo, sia per lo sviluppo personale dell’individuo che per la crescita dell’organizzazione, ma soprattutto avere un impatto posi-tivo nella società. AIESEC mi ha dato l’opportunità di viaggiare in tutto il mondo per partecipare a meeting nazionali e internazionali, di mettere alla prova la mia cultura e la mia apertura mentale, di crearmi un network di amici e di contatti. Quello che AIESEC ha fatto e sta facendo per me è impagabile. perchè non c’è lavoro, corso o master che mi possa dare tutto quello che questa organizzazione mi ha dato e mi da tuttora.Le opportunità che AIESEC offre sono tantissime, poi sta a te scegliere quelle che possono esserti utili per il futuro. Il nostro motto e’ It’s up to YOU!

5. Qual è stato il tuo più bel momento in AIESEC?

Beh, ce ne sono stati tanti ma quello che sicuramente mi è rimasto più impresso è stato quando sono andata, lo scorso aprile, ad un meeting inter-nazionale in Romania. Il momento che più mi resterà impresso è quando siamo entrati nel teatro nazionale di Bucar-est e, dopo averlo riempito, e’ stato proiettato un video con tutte le bandiere degli stati rappresentati. Ad ogni passag-gio, partiva da qualche parte un grido, una ola.Al nostro meeting era interve-nuto il primo ministro rumeno, che ci ha tenuto un breve discorso sull’importanza dello scambio tra culture e della reciproca comprensione e di quanto al mondo d’oggi sia importante una leadership positiva. Non potevo quasi crederci che una personalità così importante decidesse di dedicare un pomeriggio ad un’organizzazione di studenti, per tenerci un discorso basato sui nostri valori!Ho imparato tanto dai workshop che sono stati tenuti, ma, soprattutto dalle persone. La chiusura del meeting è stato poi un altro momento bellis-simo. Eravamo a Mamaia, sul Mar Nero e abbiamo deciso all’ultimo minuto, dopo aver fatto festa per tutta la notte, di anticipare la chiusura rispetto all’agenda. Alle 5 del mattino, il sole sorgeva e c’era un gran freddo. Ci siamo tutti raggruppati in cerchio sulla spiaggia per salutarci prima della partenza. Un raga-zzo della Repubblica Ceca inizia a suonare One degli U2 con la chitarra. Ci siamo abbracciati e, chi conosceva le parole si è messo a cantare. Poi, tra lacrime e sorrisi e con il sole appena sorto, ci siamo salutati per andare a fare le valigie.

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Page 4: Fuorionda dicembre - 2007

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REDAZIONE

Direttore:Alessio Glavina

Vicedirettore:Matteo Cianciolo

Segretario e tesoriere:Alì Mansour

Collaboratori:Tamara Littamè, Raphael Udovici, Daniele Fasolo, Marco Bagozzi, Stefano Strami, Francesco Iuretich, basth.

Grafica e impaginazione:father seb

Non tutti sanno forse che, da quest’anno ogni studente iscritto presso l’Università di Trieste di età compresa entro i 26 anni, ha la pos-sibilità di avere e ritirare una carta magnetica tipo bancomat che offre un mare di vantaggi.L’iniziativa è frutto di una collabo-razione tra l’Erdisu, gli studenti, l’Università e la Camera di Commercio di Trieste.Perché farsi la student card Trieste universitaria?La card sostituisce in tutto e per tutto il vecchio ingombrante libretto universitario ed attesta la posizione di studente.Molti sono i vantaggi effettivi che sono stati concordati con altrettanti negozi che applicano particolari sconti agli studenti possessori della card.Arredamento, abbigliamento, calzature, librerie, cartolerie, gioiellerie, ottica, accessori moto scooter, spedizioni, drogherie, erboristerie, letti, mate-rassi, vernici, radio / dischi / cd / elettronica, bar, parrucchieri, fo-tografi, autoscuole, agenzie immobi-liari, applicano vari sconti se si presenta la carta nei negozi conven-zionati.[Per informazioni dettagliate sui negozi specifici visita il sito www.triesteuniversitaria.it]

Non dimentichiamo poi le riduzioni nei cinema (con l’ingresso che varia da 4,00 a 5,50 euro in base ai giorni) e le promozioni nei vari teatri triestini.Ancora sconti dal 20% al 30% sugli abbonamenti per le partite della Triestina Calcio e della Pallacanestro Trieste e l’ingresso gratuito agli studenti per le sfide della Pallamano Trieste.

Nessuno sconto ma consulenze dirette per informazioni sono proposte invece dal Gruppo Acegas Aps e Estenergy (stipula dei contratti acqua, luce, gas ed energia elettrica) al seguente indirizzo email: [email protected] oppure [email protected] .

Dove, come, quando richiedere la cardPer ottenre la student card è nec-essario presentarsi muniti di li-bretto e c.i. presso gli uffici dell’Erdisu – Casa dello Studente E2 – con orari dal lun. al ven. 9.00-12,30 e mart e merc. anche il pomeriggio dalle 15,00-16,30.Fatevi belli perché vi verrà scat-tata una foto!Segnaliamo inoltre un altro accordo che è stato stipulato tra l’Erdisu e Trieste Trasporti Spa per abbat-tere i costi dei mezzi pubblici: uno annuale dove viene ridotto del 50% il costo dell’abbonamento da 220 euro a 110 euro; uno mensile dove il primo mese lo studente paga il prezzo pieno della rete mensile e il mese successivo presentando la rete vecchia, ne ottiene una nuova a costo zero.Naturalmente (!!!) i fondi per queste due iniziative sono esauriti ma si attende il rifinanziamento che dovrebbe partire con il mese di gennaio – segnatevi la data!

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"Trieste universitaria"LA CARD CON UN

MARE DI VANTAGGI:�

Non l'avete

ancora fatta�?

uoriondail giornalino degli studenti

Dicembre 2oo7

Il bello della democrazia è proprio questo: tutti possono parlare, ma non occorre ascoltare. (Enzo Biagi)

Si ringrazia:

esperienze

bacheca

calendario

27 nov - 07 dic 2007L'ECONOMIA VA IN CROCIERA Università degli Studi di TriesteSala Atti Facoltà di Scienze PoliticheEdificio principale - ala destra - I° pianoPiazzale Europa 1

05 dic 2007 Cerimonia di Inaugura-zione dell’Anno Acca-demico 2007-2008con l’intervento dell’On. Luigi Nicolais, Ministro per leRiforme e l'Innovazione nella Pubblica Amminis-trazioneUniversità degli Studi di TriesteCampus di Piazzale Europa 1Aula Magna - Edificio centrale - III pianoinizio ore 11,00

29 - 30 nov 2007Incontro di studio in memoria di Vittorio Bachelet: INTEGRAZIONE EUROPEA E GIURISDIZIONE Università degli Studi di TriesteFacoltà di Giurisprudenza Aula Vittorio Bachelet Campus Piazzale Europa 1 - edificio centrale - primo pianoGiov 29 inizio ore 15,00Ven 30 inizio ore 18.00 05 dic 2007

Zucchero PalaTriesteOre 21.00 Info web: www.azalea.it

01 dic 2007Burnin'Fyah + DeAmbassador Band @CasaDelleCulture,Trieste

11 dic 2007Giorgio Panariello in Faccio del mio meglio Teatro, cabaret, contaminazionePoliteama Rossetti

15 dic 2007NatalEventi 2007" - Trieste Suoni e Sapori 20075 mila krapfen e fiumi di vin brulè offerti a tutti con la cornice delle migliori musiche triestine.piazza della Borsa

Un concorso pubblico: l’esodo dei giovanidi Daniele FasoloIl giorno martedì 30 ottobre 2007 si è svolta al Palatrieste la prima prova per entrare nel corpo della Guardia forestale.In primis intendo porre l’accento sul fatto che chi scrive quest’articolo è uno dei moltissimi che ha partecipato a tal esame in quanto potrebbe avvicinare la possibilità di un lavoro a tempo indeterminato. Tuttavia, chi di sovente scrive articoli o per lo meno vede ogni evento sotto un’ottica giornalistica in quanto fatto ontologica-mente rilevante, non avrebbe potuto non fare delle riflessioni circa questo particolare evento svoltosi a Trieste.Qualche cenno sull’esame. L’iter per entrare a far parte del corpo della Guardia forestale è come gran parte dei concorsi pubblici suddiviso in tre parti, dove la prima in base all’affluenza dei candidati può essere presente o meno (generalmente data la partecipazione, lo è): si inizia con una prova pre-selettiva, si passa poi all’esame scritto vero e proprio, per poi finire con una prova finale orale.Come chiaramente era d’aspettarsi, l’affluenza anche a questo concorso pubblico bandito dalla regione Friuli Venezia Giulia è stata molto elevata tantoché per consentire a tutti i candidati un corretto svolgimento della prova pre-selettiva, essi sono stati suddivisi in due gruppi.Infatti, la prima cosa sorprendente è stata l’affluenza di giovani che nonostante i ristrettivi criteri e requisiti d’ammissione ha costretto gli organizzatori del concorso a suddividerlo e ripeterlo due volte.Fino a questo punto non ci sarebbe nulla da sorprendersi nel vedere migliaia di giovani tentare più o meno la fortuna per un lavoro, è sempre successo soprattutto nel settore pubblico; tuttavia quello che dovrebbe far riflettere almeno un attimo è l’affluenza di giovani relazionata al tipo di lavoro per cui è stato indetto il concorso.

Sebbene fosse da molti anni che la regione F.V.G. non bandiva un concorso per il Corpo, viene da chiedersi come mai tutte queste persone vogliano entrare a farne parte. Il Corpo della Guardia intraprendere da un giorno all’altro – e secondo me – richiede non solo la preparazione tecnico-nozionistica per espletarlo, ma anche una spiccata propensione per la natura e tutto ciò che ne comporta.Indubbiamente (...?) tutte le nozioni s’apprendono come tra l’altro s’impara ad amare e rispettare la natura, ma poi, quest’affermazione è vera? Sarà vera per metà? E poi, quale “parte” forse quella d’imparare ad amare un qualcosa che costantemente si rovinata e sfregia?Ora non scrivo per trovare delle risposte, se ci sarà un interlocutore volentieri se ne potrà parlare ([email protected]), spero soltanto sia chiaro il mio punto di vista. Da questa affermazione (la relazione tra l’affluenza e la tipologia di lavoro) poi mi sono chiesto quale era il tipo d’affluenza. Su questo frangente posso solamente dare delle mie impressioni giacché non ho intervistato neanche una parte significativa dei giovani. La mia impressione è stata caratterizzata dal notare dei tratti comuni tra i giovani ossia: la casualità nella conoscenza del concorso, l’eterogeneità delle esperienze lavorative precedenti, la speranza di un posto a tempo indeterminato e la scarsa conoscenza del tipo di carriera che, nel caso di vincita, si sarebbe dovuto intraprendere. Tra tutti questi prevaleva la speranza di un “indeterminato”.Ad ogni modo anche quest’altra relazione (entità affluenza e tipologia candidati) mi ha, sia reso nuovamente perplesso sulla mia posizione prec-edentemente esposta, sia mi ha permesso di rassegnarmi sul fronte ben radicato e ricercato in Italia del così detto “posto fisso” .

È evidente che la mia generazione (italiana) non è ancora quella che il mercato liberale spera e a cui mira, quella che dovrebbe esser sempre pronta con le valigie in mano a cambiare lavoro, metten-dosi e rimettendosi sempre in discussione, per poi cambiare città se non addirittura stato procuran-dosi così una paga alla fine del mese.Indubbiamente questo concorso fa capire che non ci si è ancora rasseganti e che molte persone pensano: “fin che c’è lo Stato c’è speranza”.Di certo, chi legge questo articolo potrebbe essere un liberale convinto o tutto l’opposto, potrebbe avvallare l’idea che è un sacro santo dovere – per non dire quasi obbligo – dello stato di fornire un lavoro per tutti oppure, potrebbe appoggiare un’idea un po’ più cosmopolita del “lavoratore a chiamata”. Non voglio nemmeno qui addentrarmi in questa selva oscura che ha già visto quintali di carta e inchiostro spendersi, vorrei soltanto porre delle buone domande, far riflettere e alzare se mai una sana discussione sul tema. A questo punto voglio ricordare da dove sono partito: da un concorso pubblico (in svolgi-mento) che ha visto un numero elevato di giovani eterogenei per età, provenienza, curriculum vitae, etc. aspirare a un medesimo posto di lavoro deontologicamente esigente e con la stessa sper-anza di raggiungere la stabilità economica. Inoltre, vorrei azzardare delle domande: tentare un concorso o qualsiasi altro lavoro tanto per avere un’occupazione senza nemmeno sapere di cosa si tratti oppure disprezzando quotidianamente quello che l’impiego protegge, potrebbe apparire come disinteresse? Non potrebbe provocare un relativo abbassamento della qualità del servizio? Non è come se un ladro continuando a rubare la notte provasse a entrare (o entrasse) nell’arma dei Carabinieri?

10 dic 2007Ocjo - La sicurezza, un bene comune. Costruiamola insiemeUniversità degli Studi di TriesteCampus di Piazzale Europa, Edificio H3 - Aula MagnaInizio ore 15.00

10 dic 2007Ore 18.00 casa dello studente - sala conferenze erdisu“Diritto allo studio: a che punto siamo”Con la partecipazione di: ass. regionale Cosolini, ass. comunale Rossi, ass. provinciale Pino, Rettore proff. Peroni, Pres. Erdisu proff. Magnelli e Pres. del CDS Paolo Altin per capire i motivi di soddisfazione e insoddis-fazione nell’ambito universitario

FACOLTA’ di ECONOMIAVendo i seguenti libri: Come affrontare e superare l’esame di diritto privato di Paolo Cendon – 12 euro;Istituzioni di diritto privato di Pietro Trimorchi – 18 euro;Probabilità e statistica di Giuseppe Cicchitelli – 15 euro;

Il metodo applicato. Esercizi svolti di ragioneria di Bruno De Rosa – 10 euro fotocopie;Economia e gestione delle imprese – 10 euro fotocopie;Diritto dell’unione europea di Luigi Daniele – 10 euro;Il metodo contabile di Maurizio Fanni e Livio Cossar – 20 euro;

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foto: matteo cianciolo