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1 02/11/22 Il protocollo di Kyoto e gli effetti sulle aziende Emission trading

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Il protocollo di Kyotoe gli effetti sulle aziende

Emission trading

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2Milano, 19 febbraio 2008 Silvano FaloccoEcosistemi

Kyoto: oggi siamo in piena transizione

Il Protocollo di Kyoto è un trattato internazionale del 1997, in vigore dal 16/2/2005, che obbliga 175 paesi industrializzati a ridurre le emissioni di gas serra del 5,2%, nel periodo 2008-2012, rispetto alle emissioni registrate nel 1990La produzione antropica di CO2 su scala mondiale invece di raffreddare la propria crescita è aumentata: passando da un incremento annuo dell’1,3%, nello scorso decennio, al 3,3%Per questo l’Unione Europea ha varato il programma venti - venti – venti: meno 20% di CO2 , meno 20% di consumi di energia, 20% di energia da fonti rinnovabiliObiettivi della Gran Bretagna - 26% al 2020, -60% al 2050; la Germania, a dicembre, ha varato 18 misure per ridurre le emissioni di gas climalteranti del 36% entro il 2020

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Il quadro generale

La Direttiva 2003/87/EC sullo scambio delle quote di emissione è per sua natura una strumento di tipo economico per il raggiungimento di fini “ambientali”

Anzi, il sistema dello scambio dei diritti di emissione viene ritenuto uno tra i mezzi più validi ed economicamente efficaci per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione dei gas ad effetto serra.

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Modellistica e Gestione dei Sistemi Ambientali 2008-20093

Emission Trading

• Prevede l’istituzione di un mercato di “permessi negoziabili di emissione”, in virtù del quale gli stati possono acquistare “permessi” di emissioni da altri stati che riescano a ridurre le proprie emissioni di un quantitativo maggiore di quello richiesto loro dal Protocollo.

• È lo strumento prescelto dalla Comunità Europea.

Modello del mercato dei permessi e l’assegnazione iniziale dei permessi per valutare gli effetti del Protocollo di Kyoto nel caso in cui esso fosse stato attivato, nell’Unione Europea, nell’arco

temporale 1996-2003.

I paesi europei presi in considerazione sono: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Irlanda, Lussemburgo,

Olanda, Regno Unito, Spagna e Svezia.

Viene fissato un tetto massimo alle emissioni dei paesi facenti parte

dell’Unione Europea.

Inizialmente i permessi sono distribuiti attraverso il

criterio “Granfathering” e/o il meccanismo d’asta.

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Il mercato dei permessi negoziabili

Il mercato dei permessi negoziabili è vantaggioso sia per i paesi con alti costi di abbattimento sia per quelli con bassi costi:

• I paesi con alti costi di abbattimento trovano conveniente acquistare permessi;

• I paesi con bassi costi di abbattimento trovano conveniente cedere i permessi;

La formazione di un mercato concorrenziale dei permessi porta ad un equilibrio in cui si ha una distribuzione efficiente dei permessi tra i paesi.

I sistemi di scambio di permessi tendono ad essere dinamicamente efficienti in quanto stimolano l’innovazione tecnologica e determinano una riduzione delle emissioni di CO2.

Modellistica e Gestione dei Sistemi Ambientali 2008-2009

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L’impatto economico finanziario della Direttiva per le imprese

Impatto diretto sul cash-flow

Per spese e investimenti in misure interne di riduzione

Per l’acquisto di quote di emissione

Impatto sul valore dell’azienda

Ad esempio sul valore delle azioni per le aziende quotate

Impatto sul costo del denaro

Costo dei finanziamenti

Gestione del rischio e coperture assicurative

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La gestione dell’impatto economico/finanziario: driver

Prezzo di mercato delle quote

Finanza di progetto

Joint Implementation and Clean Development Mechanism

Carbon Funds

Strumenti finanziari di gestione del rischio

Quote come asset

Gli altri certificati negoziabili

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Il Mercato delle quote - Presupposti

Il regolatore fissa il livello di emissioni tollerato per una certa area

In seguito rilascia alle singole imprese dei permessi di emissione in una quantità tale da assicurare, a livello aggregato, il livello di inquinamento fissato. La allocazione iniziale dei permessi può essere gratuita (grandfathering) o dietro pagamento di un prezzo anche tramite asta

E’ consentito alle imprese vendere o acquistare i permessi secondo la loro convenienza

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Il Mercato delle quote - Conseguenze

Le imprese che devono sostenere costi di abbattimento delle emissioni più elevati hanno convenienza ad acquistare permessi (fino a che il loro costo marginale di abbattimento è maggiore del prezzo al quale sono offerti i permessi nel mercato), mentre le imprese che hanno costi di abbattimento più bassi hanno convenienza a vendere permessi in loro possesso (fino a che il costo marginale di abbattimento è inferiore al prezzo che possono realizzare nel mercato) o a risparmiarli per eventuali utilizzi futuri

Si ha così una domanda e una offerta di permessi di emissione e la nascita del relativo mercato

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Funzionamento Del Mercato

Nei grafici seguenti poniamo che nel mercato dei permessi vi sia un prezzo di equilibrio p e che il Regolatore abbia assegnato all’Impresa 1 una quantità Q1 di permessi di emissione e all’Impresa 2 una quantità Q2 = Q1 tale che Q1 + Q2= Q (abbattimento complessivo fissato)

CMA1 e CMA2 sono le curve del Costo Marginale di Abbattimento degli inquinanti per le relative imprese

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CMA2

Q2* Q2

Prezzo dei permessi, costi

Permessi di inquinamento

p

Q1Q1

*

p

Prezzo dei permessi, costi

Permessi di inquinamento

CMA1

Impresa 1

Impresa 2

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Funzionamento Del Mercato (segue)

L’Impresa 1 ha convenienza ad acquistare al prezzo p altri Q1 Q1* permessi poiché fino a Q1* il costo marginale di abbattimento è maggiore del prezzo di mercato dei permessi

L’Impresa 2, con costi marginali di abbattimento più bassi, ha convenienza ad emettere inquinanti fino a Q2*, poi, anziché utilizzare i permessi per ulteriori emissioni, ha convenienza a venderli nel mercato perché il prezzo che ottiene è superiore al proprio costo marginale di abbattimento

La differenza dei costi marginali d’abbattimento implica dunque una regione dei prezzi dei permessi entro la quale le imprese hanno convenienza a scambiare fino a che si stabilisce un prezzo di equilibrio p*per il quale

Q1 Q1* = - Q2 Q2*

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Funzionamento Del Mercato (segue)

Raggiunto l’equilibrio nel mercato dei permessi si ottiene che:

Lo standard complessivo di emissioni fissato dal regolatore è raggiunto: Q1*+ Q2*= Q (con Q1*> Q2* anziché Q1 = Q2)

Q è ottenuto con il minimo costo di abbattimento aggregato (politica ambientale costi-efficace)

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Funzionamento Del Mercato (segue)

E’ facile intuire come la curva di domanda aggregata Dp dei permessi di emissione si sposti verso dx (in quanto tale curva altro non è che la somma delle funzioni di domanda delle singole imprese);

Finchè il Regolatore desidera mantenere lo stesso livello complessivo di inquinamento, manterrà l’offerta di permessi pari a S* con la conseguenza che i prezzi saliranno fino a p**; i nuovi entranti acquistano i permessi se appartengono a settori con costi di riduzione elevati, mentre diversamente, tenderanno ad investire in sistemi di controllo dell’inquinamento.

È interessante notare come lo stesso Regolatore possa decidere di intervenire sul mercato aumentando l’offerta di permessi e innalzando quindi il livello di emissioni tollerato oppure diminuendo l’offerta stessa acquistando alcuni permessi, con la conseguenza che la curva di offerta si sposterebbe verso sx.

In breve, il sistema dei permessi lascia aperta la possibilità di modificare gli standard con relativa facilità per riflettere le condizioni di mercato del momento.

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Q

p*

p**

Quantità di permessi

Effetto dei nuovi entranti

S*

Effetto della diminuzione di offerta da parte del regolatore

Effetto dell’aumento di offerta da parte del regolatore

Prezzo dei permessi, costi

DPD’P

Funzionamento Del Mercato (segue)

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Prezzi di scambio e costi di conformità

I modelli di simulazione forniscono indicazioni più attendibili sui possibili prezzi di scambio futuri rispetto alle esperienze di negoziazioni già avvenute

Due scenari di riferimento principali per i modelli:

Il Protocollo di Kyoto (sintesi da 9 modelli di simulazione)

La Direttiva EC ETS (modelli PRIMES e GETS3)

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I prezzi di scambioSCENARIO/MODELLI PREZZO DI SCAMBIO per t CO2

Protocollo di Kyoto

Assenza di scambio tra paesi 47 - 283 $

Valore medio modelli: 116$

Scambio su base mondiale 7 - 14 $

Valore medio modelli: 10$

Scambio tra paesi Allegato I 19 - 66 $

Valore medio modelli: 31$

EU ETS

Scambio tra paesi UE (PRIMES) 33 €

Scambio tra paesi UE (GETS3) 0 - 50 € (-> limite inf.)

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I costi di conformità

Protocollo di Kyoto

• scambio su base mondiale -> - 80% nei costi di conformità rispetto all’ipotesi di assenza di scambio tra paesi

• scambio tra i paesi dell’Allegato I -> - 65% nei costi di conformità rispetto all’ipotesi di assenza di scambio tra paesi

EU ETS

• scambio tra i paesi UE -> - 34% (3.000 Milioni di Euro) nei costi di conformità rispetto all’ipotesi di assenza di scambio tra paesi

Primi test

• le recenti esperienze su casi concreti in Inghilterra, Germania e Danimarca indicano un prezzo di scambio tra i 5 e gli 8 Euro/ton; il dato può essere però influenzato dal piccolo numero di partecipanti e dalle caratteristiche dei sistemi adottati

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L’impatto sul valore dell’azienda

L’impatto sulle aziende quotate operanti nei settori coinvolti dalla Direttiva può variare notevolmente in relazione a diversi scenari di riferimento

Alcune recenti ricerche hanno valutato tale impatto non solo sul valore delle azioni delle aziende, ma anche sui costi di approvvigionamento dell’energia quindi sul sistema industriale nel suo complesso

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L’impatto sul valore dell’azienda – Casi studio

Una recente ricerca UBS condotta sul settore elettrico in Germania, Inghilterra, Spagna ed Italia ha valutato l’impatto della Direttiva sul valore delle azioni di 10 utility

L’analisi, basata su 4 differenti scenari di allocazione delle quote di emissione (da “blu sky” a “disaster”) ha evidenziato un possibile range di fluttuazione del valore delle azioni da –22% nel caso peggiore a +57% nel migliore.

Nello scenario definito “central” nessuna azienda mostrerebbe impatti negativi sul proprio valore

Fattori critici:

Mix di combustibili e di tecnologie utilizzate per la produzione elettrica

Effetti generali sul costo dell’energia

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L’impatto sul valore dell’azienda – Casi studio

Mc Kinsey ha elaborato ipotesi di scenario partendo da un valore atteso delle quote negoziabili di 25 €/tonn nel 2008

A tale valore diventerebbe economicamente conveniente il passaggio da Carbone a Ciclo Combinato (CCGT)

Viene stimato un effetto di incremento del prezzo all’ingrosso dell’energia pari al 30%

La pressione della domanda di gas naturale porterebbe ad un ulteriore incremento, portando l’effetto complessivo di aumento al 40%

L’impatto complessivo sul sistema sarebbe fortemente dipendente da un intervento dello stato (in relazione a potenziali rischi per la competitività delle imprese EU)

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L’impatto sul valore dell’azienda – Casi studio

Il Carbon Disclosure Project ha esaminato la percezione del rischio connesso ai temi dei mutamenti climatici presso le prime 500 corporate del mondo (FT 500)

I fattori di rischio percepiti riguardano:

Impatti climatici

Dipendenza dal petrolio e conflitti internazionali

Impatto della direttiva EU ETS

Incertezze sulla ratifica del Protocollo di Kyoto

Futuri provvedimenti normativi dei governi

Ruolo chiave del sistema finanziario/assicurativo: è pronto?

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Le barriere che hanno rallentato l’impegno del settore finanziario sui temi dei mutamenti climatici (UNEP)

Barriere Cognitive

Gli effetti sulla performance finanziaria sono sempre stati considerati marginali

Barriere Politica

Le incertezze legate al Protocollo di Kyoto e ai suoi strumenti applicativi scoraggiano gli investitori

Barriere Analitiche

Il livello di analisi solo recentemente si è affinato e manca una visione generale sulle politiche e strategie delle grandi corporate che non consente una buona comprensione del rischio percepito

Barriere sull’Operatività dei Mercati

Segnali di prezzo dei diritti di emissione troppo discontinui e incertezza sulla scambiabilità di certificati di varia natura frenano ulteriormente la volontà di investire nella riduzione dei gas ad effetto serra

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Emission Trading e Finanza di progetto

Gli schemi di scambio delle quote di emissione forniscono ai project developers l’opportunità di generare ulteriori entrate grazie a investimenti in progetti di efficienza energetica

Le quote di emissione liberate possono essere asset che migliorano la qualità finanziaria di un progetto grazie ad una maggiore capacità reddituale e generazione di cash-flow

Joint Implementation e Clean Development Mechanism: valorizzazione di quote generate da futuri progetti (caso Hesse Tender)

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Titoli finanziari a copertura del rischioUtilizzo di prodotti derivati:

Futures/forwards

Definiscono un prezzo di acquisto/vendita predeterminato ad una data futura prestabilita; riducendo i rischi di fluttuazioni dei prezzi, facilitano le decisioni tra investimento in progetti di riduzione/acquisto di quote

Options

Riducono ulteriormente i rischi di fluttuazione concedendo la possibilità di decidere o meno se acquistare (call) o vendere (put) le quote

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Mag

gio

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lugl

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Prezzi dei permessiE

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Questioni aperte

Linking Directive per l’utilizzo dei crediti generati da JI e CDM

Scambiabilità di certificati verdi, bianchi e “blu”

Indicazione delle quote assegnate come asset, e di quelle emesse come liability

Criteri di valutazione di asset e liability