Free Time Giugno Settembre 2009

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Magazine provincia di Latina

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Il nostro territorio gronda di bellezze naturali e artistiche.

E tu pensi di conoscelo a fondo???

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IL RISULTATO DELLA CONOSCENZA

Verso la metà degli anni ’80, quando anche la gioielleria veniva coinvolta dalle tendenze della moda ed era ancora difficile trovare uno stile che si allineasse al gusto del momento e che risultasse nello stesso tempo competitivo, Umberta Nofi, in possesso di un sensibile gusto per la forma e di una molteplicità di stimoli conservati da un’anti-ca tradizione di famiglia, decide di interessarsi alla gioielleria.Lavorando a banchetto per un lungo periodo rimane affascinata dalla duttilità dell’oro, che la spinge a sperimentare i lavori più certosini, come il cesello e lo sbalzo, addentrandosi così in una dimensione dove la materia si piega, come per magia, alla volontà dell’esecutore, assumendo forme plastiche veramente suggestive.Straordinario metallo, l’oro!!! Non solo per il suo apprezzamento intrinseco ma anche per l’estrema malleabilità…. Basti pensare che da un grammo di oro fino è possibile ricavare un filo lungo 3 km. Sorprendente, vero???Fatta questa straordinaria esperienza, Umberta decide di estendere la sua conoscenza, oltre alle già acquisite ca-ratteristiche del metallo pregiato, anche alle pietre preziose. Frequenta un corso di gemmologia completando così il possesso di quei requisiti indispensabili per un rigoroso e calibrato equilibrio tra idea e materia. Il risultato della conoscenza e dei vari materiali che creano il gioiello, raffinato prodotto di una esperienza approfondita e peculia-re, è oggi parte integrante della gioielleria Nolan di Nofi Umberta, la quale intende instaurare con i propri clienti un rapporto di vera professionalità, dove si affacciano elementi che, sfogliando le pagine del passato, recuperano antiche memorie.

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... Inizia il viaggio ...IL TERRITORIO Il territorio pontino occupa una fa-scia costiera che si estende per cir-ca 120 km. da Torre Astura, a nord, fino al Garigliano, a sud, e si ad-dentra finendo con i caratteristici paesi collinari. La zona è straordi-nariamente variegata, in un misto di mare (con le splendide isole di Ponza, Ventotene e Zannone), di laghi (Lago di Fogliano, lago di Sabaudia, ecc…), di pianura, e di monti (Lepini, Aurunci e Ausoni).La bellezza dei luoghi è stata nel tempo ampiamente testimoniata, dal mondo classico a tutt’oggi, da poeti come Omero, Virgilio, Ora-zio…fino a Goethe, Pasolini, D’An-nunzio… per citarne solo alcuni. Tanti siti inoltre sono stati scelti per il loro irresistibile fascino da gran

di registi come set per i loro film.La densità demografica è abbastan-za alta e la popolazione è fra le più frammiste d’Italia, anche e soprat-tutto per effetto della grande bonifi-ca, l’opera colossale che rese ferti-le (e fabbricabile) un terreno allora soltanto paludoso e quindi malari-co, a cui seguì l’arrivo di migliaia di agricoltori, già esperti nel lavoro dei campi, dall’Emilia, dal Vene-to, dal Friuli, dal Trentino, ecc… Un’altra migrazione importante, ma più graduale, si ebbe negli anni sessanta, diretta per lo più al capo-luogo e dintorni, richiamata dal la-voro nelle fabbriche che numerose andavano sorgendo in quel periodo.La popolazione è di quasi 540.000 residenti e l’economia si sostie-ne con l’agricoltura, la pesca, il

terziario, il turismo. Negli ultimi decenni c’è da registrare una forte deindustrializzazione alla stregua dell’andamento nazionale. Latina, il capoluogo, supera i 100.000 abi-tanti; subito dopo Aprilia sfiora gli 80.000 e a seguire Gaeta, Formia e Terracina con circa 50.000. Il nostro territorio è stato anch’esso meta di una ennesima e consistente immi-grazione di extra-comunitari che si è tradotta per lo più in mano d’ope-ra per l’agricoltura e l’edilizia.Come vedremo più avanti sono mille e più i motivi per cui vale la pena dedicare i nostri week-end ad una maggiore e consapevole cono-scenza di questa vasta zona clamo-rosamente ricca sotto ogni aspetto.

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La costa Pontina

LA RIVIERA DI ULISSE Il tratto di costa, noto con il nome “Riviera di Ulisse”, si estende da Gaeta fino a tutto il litorale pontino ed è un ininterrotto scenario di rara bellezza. Il mar Tirreno qui è soli-tamente tranquillo e sembra quasi fondersi con l’ambiente circostante. Le spiagge sono larghe e sabbiose e l’immediato entroterra presenta una vegetazione fitta e rigoglio-sa e campi a produzione agricola.Partendo dal golfo di Gaeta e an-dando verso sud si costeggia la via Flacca: e subito, a destra, la selvaggia maestosità di costoni a strapiombo e rasenti la strada, e a sinistra il mare con i suoi colo-ri e sapori, perfettamente ricono-scibili, in una irripetibile teoria di sequenze spettacolari. In questa lingua di terra i monti Ausoni e Aurunci sembrano quasi spingersi fin dentro l’acqua e diverse sco-gliere e insenature, immutate nel tempo, esortano la fantasia a ri-

percorrere le gesta dell’eroe ome-rico. Molte torri lungo il percorso imprimono una cadenza roman-tica allo sguardo del visitatore.Diverse città sorgono sulla via Appia e sulla Flacca, ognuna con la propria storia e un proprio ba-gaglio culturale e archeologico. L’ambiente è rimasto essenzial-mente integro e la costa è natu-ralmente protetta da una serie di parchi e riserve dolcemente diste-si sui colli fino quasi a sfiorare i fondali marini. Qui la natura si è divertita ad offrire una varietà di spaccati mozzafiato: il golfo di Ga-eta, l’incanto di Serapo, la lunga spiaggia di S. Agostino e via giù, passando per la bianca Sperlonga, costeggiando lo splendido tempio di Giove Anxur a Terracina, fino alla meraviglia del promontorio del Circeo e delle dune sabbiose di Sabaudia… siti ben conosciu-ti e ammirati in tutto il mondo.La storia della Riviera di Ulisse è

così antica da perdersi nella notte dei tempi. Sappiamo poco del pe-riodo preromano: ma il fascino di questo litorale doveva essere il me-desimo se Omero lo elesse a scena-rio ideale per la sua Odissea (vedi lo scontro con i Lestrigoni, l’incontro di Ulisse con la maga Circe, ecc…)Le città della costa erano fiorenti poiché attraversate dalla via Appia che semplificava gli scambi com-merciali. Il clima mediterraneo, infine, ha favorito la produzione agricola e la abbondante pescosi-tà del mare e dei laghi. Ottimi vini e olii, qui prodotti, condiscono le tavole di tutta Italia, e non solo.Cosa aspetti?? Qui trovi acco-glienza e cordialità. Bungalow, camping, agriturismi e alberghi ti accoglieranno per una indi-menticabile, proficua vacanza e per rilassare il corpo e la mente.

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La costa Pontina

SPERLONGA Sperlonga è un piccolo e delizio-so Comune di oltre tremila abitan-ti a una quindicina di chilometri a sud di Terracina. Qui i Romani, nell’epoca imperiale, costruirono numerose ville per il loro otium , ma anche a scopo produttivo. Fra tutte spicca quella di Tiberio, ricavata da una grotta naturale, ampliata e finemente decorata.Il paese si snoda su un piccolo promontorio, alto poche decine di metri, e presenta una parte bassa e una alta. Le tante cavità naturali ne hanno determinato il nome, dal latino speluncae. Nel 1500 fu di-strutta da orde di invasori saraceni, e nel 1622 subì un altro scacco dai Turchi: in entrambe le occasioni molti abitanti furono deportati e fatti schiavi. Ma quando di seguito fu ricostruita, la cittadina fu arric-chita con eleganti palazzi e chiese.Per la sua particolare posizione e la nitidezza del mare, Sperlonga rappresenta oggi una delle località turistiche più ambite. Il paese vero e proprio si presenta al visitatore in tutti i suoi tipici aspetti: la deliziosa e coloratissima piazzetta, i piccoli

archi, i vicoli che a tratti offrono squarci per l’incantevole panorama sottostante, gli edifici imbiancati che ricordano l’architettura araba. La spiaggia dalla sabbia chiara e fine e l’acqua limpida hanno rice-vuto il bollino blu anche nel 2009.Sperlonga era dotata di alcune tor-ri di avvistamento a causa della fragilità della sua posizione: ora dentro il paese resta solo un tronco della torre Maggiore, sul promon-torio vero e proprio. Poco distante troviamo la torre del Nibbio e, più

decentrata, quella di Capovento.Nella villa di Tiberio a metà del secolo scorso furono trova-ti stupendi frammenti scultorei in marmo riproducenti il ciclo di Ulisse e oggi conservati nel museo archeologico del paese.Le belle spiagge, il mare di qualità, la pacatezza del luogo e in genere quella particolare atmosfera che qui si respira fanno di Sperlonga meta di un turismo attento e raffinato.

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La costa Pontina

SAN FELICE CIRCEO A cinque minuti di macchina da Terracina o da Sabaudia, ecco un’altra perla della costiera, San Felice Circeo, con in alto il paese vero e proprio col delizioso centro storico, e giù verso il mare la zona commerciale più recente. Arrocca-ta sulle pendici del suo promon-torio spicca Punta Rossa, centro termale specializzato nella talas-soterapia con acqua marina calda. Scendendo si possono godere le vedute straordinarie che questo an-golo di mare, con il quale termina il golfo di Gaeta, offre allo sguardo.S. Felice fu sicuramente abitata sin dalla preistoria, come i fossili trovati testimoniano. Fu molto ap-prezzata dai Romani che la elessero a luogo di riposo: lo stesso Nerone

qui fece costruire per sè una villa. Immersa nel verde del Parco Na-zionale, a cui da il nome, la cittadi-na, subito dopo la bonifica delle pa-ludi pontine, ha potuto svilupparsi in fretta divenendo un prestigioso centro di villeggiatura. Delizioso è

il porticciolo nel quale, oltre ai soliti pescherecci, vediamo “parcheggia-ti” yacht di ogni forma e dimensio-ne. La pesca è ancora la principale fonte dell’economia locale, as-sieme al turismo e al commercio.

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La costa Pontina

SABAUDIA

Sabaudia è una cittadina nuova, fondata in epoca fascista (1933) e conta quasi 20.000 abitanti. Si adagia su un territorio pianeggian-te, con aree forestali all’interno e il lago di Paola a due passi dal mare; mentre il lago di Caprolace lo tro-viamo qualche chilometro più a

sud. Il clima e le caratteristiche del terreno hanno agevolato il costituir-si di diverse zone umide. Ancor più Sabaudia si distingue per le dune sabbiose che l’hanno resa famosa. Il centro è ben disposto e l’agglo-merato urbano si estende in ampi spazi facendo della città un luogo a misura d’uomo, tranquillo e mai ca-otico. Nella piazza principale svet-ta la torre del Comune; poco oltre, la chiesa della Santissima Annun-ziata sfoggia un bel battistero. Ri-salenti alla Roma Imperiale sono la villa di Domiziano, di cui si par-la di seguito, e la fonte di Lucullo, poi divenuta un impianto termale.L’economia si sostiene col turi-smo, con l’agricoltura e con i ser-vizi. Particolare importanza riveste il lago di Paola, dove si praticano canoa e canottaggio in un magi-co scenario, e dove si tengono regate di livello internazionale.

Nascoste dalla vegetazione si possono notare splendide ville, molte delle quali costruite ne-gli anni ’60 e ’70 secondo il ti-pico stile dell’epoca. Molti film di successo hanno avuto Sabau-dia come set cinematografico.Per la purezza del suo mare (anche quest’anno le è stata assegnata la bandiera blu), per la sabbiosità della spiaggia e per la particolare conformazione urbana che ispira tranquillità, Sabaudia ha attratto negli ultimi decenni importanti esponenti della cultura, del cine-ma e dello spettacolo in genere. Qui hanno soggiornato a vario ti-tolo poeti come Moravia e Luzi, scrittori come Pasolini e la Ma-raini e registi come Bertolucci… ma solo per citarne qualcuno.

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La costa Pontina

TORRE ASTURA Torre Astura è una bellissima tor-re fortificata, imponente esempio di architettura militare, e si trova sulla strada provinciale Acciarel-la, che da Latina porta a Nettuno, poco prima del bosco del Fogli-no, all’interno della zona più am-pia nota come Poligono. Il nome Torre Astura ha finito nel tem-po per indicare tutta la località.Il paesaggio è pianeggiante, con

vegetazione rada e bassa, ca-ratteristica della macchia me-diterranea: ma non mancano elementi boschivi di leccio e su-ghera, e tratti di pinete secolari.La torre vera e propria sorge su un’area occupata in passato da un porto romano. Fu edificata nel 1193 dai Frangipane come for-tezza, affinché costituisse un ba-luardo contro una eventuale ag-gressione dal mare dei Saraceni.L’edificio giace nell’acqua ed è collegato alla terraferma da un bel ponte in arcate. Nell’area subito adiacente c’è una pineta all’interno della quale scorre il fiume Astura. Negli immediati dintorni si pos-sono ancora notare grandi vasche per la ittocoltura, quasi sicura-mente risalenti all’epoca romana.Corradino di Svevia, dopo la di-

sfatta di Tagliacozzo, si rifugiò nella torre, ma fu snidato da Gio-vanni Frangipane e consegnato a Carlo d’Angiò che lo fece giusti-ziare. Dopo i Frangipane, la torre e tutta la tenuta passarono ai Cae-tani, poi agli Orsini e infine ai Co-lonna che procedettero ad un pro-fondo rifacimento dando alla zona l’aspetto che ancor oggi mantiene.A fine ottocento tutta la fortezza fu visitata dal D’Annunzio che, ammirato, ne fece una romantica e poetica descrizione. La magia di questo sito ha rappresentato un suggestivo richiamo per il ci-nema d’autore e molti film sono stati qui girati, persino capolavo-ri come il “Pinocchio” televisivo e “Brancaleone alle Crociate”.

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Domenica 21 GiugnoDomenica 5 - 19 LuglioDomenica 9 - 23 AgostoDomenica 6 Settembre

Sabaudia

Sabato 27 e Domenica 14 GiugnoDomenica12 LuglioDomenica 9 AgostoSabato 26 e Domenica 13 Settembre

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Natura e ambiente

IL PARCO DEL CIRCEO Situato lungo la costa tirrenica, il Parco Nazionale del Circeo copre una superficie di 8500 ettari, si estende da Anzio a Terracina ed è l’unico in Italia che si svilup-pa su un terreno pianeggiante e in un habitat marino. L’ UNESCO, per le sue pregevoli peculiarità, lo ha eletto a riserva della biosfera.Oggi lo si può suddividere in cin-que zone ben definite. Innanzitutto LA FORESTA, ex selva di Terraci-na, ossia un ecosistema vario e fit-to. Qui troviamo le piscine, piccole paludi che si formano nella stagio-ne delle piogge e le lestre, aree nel-le quali venivano costruiti villaggi temporanei. Nella foresta esistono sentieri percorribili a piedi o in bi-cicletta e si possono notare diver-se specie vegetali mediterranee.Altro settore del parco è il PRO-MONTORIO DEL CIRCEO, un massiccio di origine calcarea. Ed è proprio qui che prese corso il mito della maga Circe che accol-se Ulisse e i suoi compagni per un anno. I due versanti del pro-montorio sono conosciuti come quarto caldo e quarto freddo. La zona presenta una vegetazione ru-pestre, e straordinaria è la crescita spontanea della palma nana, unica in Europa. Alla base del colle nu-merose e bellissime grotte attirano l’interesse di geologi e speleolo-gi: in una di queste fu rinvenuto il cranio di un uomo di Neanderthal. Altra zona è la DUNA DEL LITO-RALE, ossia una fascia di sabbia

lunga una ventina di chilometri che da Torre Paola, alle falde del Circeo, giunge fino a Capoportie-re, lido di Latina. Qui troviamo solo cespugli e piccole piante, in-dispensabili per frenare l’azione del vento e ambiente ideale per co-leotteri e lucertole, oltre a volpi e tassi. La sabbia è abbondante, e la spiaggia larga nei giorni di prima-vera invita a salutari passeggiate. In autunno frequenti sono gli stor-mi di uccelli che spostandosi da un lago all’altro sorvolano l’area con le loro pittoresche formazioni. A protezione dell’ambiente sono sta-te di recente collocate delle passe-relle in legno per l’accesso al mare onde evitare il dannoso e conti-nuo calpestìo della vegetazione.Passiamo ora alle ZONE UMIDE, ossia quelle adiacenti ai quattro laghi ( Fogliano, Paola, Caprola-ce e Monaci ) ossia ciò che rima-ne delle antiche paludi, collegati

al mare da diversi canali. In que-sti luoghi è ammessa la pesca, naturalmente compatibile con l’apposita regolamentazione nel rispetto della tutela ambientale.Da pochi decenni anche l’isola di ZANNONE è entrata a far parte del parco. Questo isolotto, total-mente disabitato, è pieno di fitta vegetazione e rappresenta una area di sosta per gli uccelli migrato-ri. I fondali sono limpidi e il pa-esaggio inalterato presenta motivi di interesse botanico e faunisti-co. Ginestre, allori, lecci, ecc… colorano il paesaggio assieme a mirti, erica e altre diverse specie.Per eventuali escursioni, è consi-gliata la visita alla villa di Domi-ziano, del I sec. a.c., sulla sponda interna del lago di Sabaudia, molto estesa e racchiusa per intero nel tratto denominato Rovine di Circe.

Terracina

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San Felice

Domenica 21 GiugnoDomenica 5 - 19 LuglioDomenica 9 - 23 AgostoDomenica 6 Settembre

Sabaudia

Sabato 27 e Domenica 14 GiugnoDomenica12 LuglioDomenica 9 AgostoSabato 26 e Domenica 13 Settembre

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Natura e ambiente

CAMPO SORIANO Campo Soriano è una straordinaria località dei Monti Ausoni a meno di dieci chilometri da Terracina e con una estensione di mille ettari. Istituita nel 1985, è zona ricono-sciuta come monumento natura-le, tutelata dalla regione Lazio e gestita dai comuni di Terracina e Sonnino. L’area si sviluppa in al-tura, circa 350 metri, e l’eccezio-nale interesse scientifico è dovu-to alla particolarissima struttura geologica. Ci troviamo infatti di fronte a una singolare manifesta-zione del fenomeno carsico: grossi picchi di roccia chiara, di origine calcarea, svettano dal suolo a mo’ di pinnacoli. Fra questi spicca per imponenza il Rava San Domeni-co, chiamato cattedrale per le tre

guglie di roccia, alte ben quindici metri, che ricordano l’architettu-ra di una cattedrale gotica. Il car-sismo del luogo si esprime anche con doline e inghiottitoi, partico-lari caverne a sviluppo verticale.Il microclima ha favorito la cresci-ta di una vegetazione in cui preval-gono allori, lecci e pungitopo. Di certo sappiamo che questa valle in origine era boschiva e presentava una piccola area abitata, la frazione La Ripa, di seguito abbandonata:

lo testimoniano alcuni resti di case in pietra e di piccoli orti coltivati.Campo Soriano si raggiunge per-correndo una stradina tutta curve, attraverso un’area sassosa. Il pa-norama geologico è certamente unico e merita di essere maggior-mente conosciuto e apprezzato.L’atmosfera che si respira in questa oasi del basso Lazio, dalle forme bizzarre e maestose, è così suggesti-va da dare la sensazione di trovarsi immersi in una dimensione surreale.

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Natura e ambiente

FOGLIANO Il lago di Fogliano, fra quelli dell’ agro pontino, è il più grande per estensione (circa 395 ha), con un perimetro di oltre 11 chilometri e una profondità che non supera i tre metri. Da oltre un trentennio fa parte del territorio del Parco Nazionale del Circeo come zona umida di estrema importanza.Nell’area di Fogliano sono state re-perite tracce della presenza dell’uo-mo fin dalla preistoria ed è certo che i Romani ne fecero un centro per la pesca e l’allevamento, co-struendo canali e grosse vasche per uno sfruttamento ottimale del lago.La tenuta con decreto pontificio passò alla famiglia Caetani alle soglie del 1300. Di seguito ven-nero erette diverse costruzioni, come la casina di caccia, la villa padronale e la villa inglese. Suc-cessive modifiche ne mutarono

l’architettura, fino all’accorpamen-to degli edifici che ha dato origine all’aspetto attuale. Il vecchio nu-cleo abitativo, costituito essenzial-mente da pescatori, era chiamato Borgo Fogliano, da cui presero il nome il lago e la celebre villa.Il bellissimo orto botanico fu espressamente voluto dai Caeta-ni che alla vegetazione esistente affiancarono specie esotiche, in particolare palme. Dagli anni ’20 la famiglia trascurò il giardino che naturalmente necessitava di una co-stante manutenzione. Ma sorpren-dentemente ciò finì col determinare una situazione veramente singola-re e rarissima, ossia la convivenza armonica della vegetazione medi-terranea con quella esotica (palme, eucalipti, ecc…), resasi possibile nel tempo grazie all’avvio spon-taneo e graduale di un processo di naturalizzazione. Peraltro anche il

particolare clima ha finito col fa-vorire lo sviluppo di varietà così diverse. L’orto botanico oggi è un luogo dai profumi inconfondibili, e la diversità delle forme e dimensio-ni contribuisce a rendere suggesti-va e unica la visita in quei luoghi. Di recente all’interno del-la tenuta è stato creato un percorso per non vedenti.

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Natura e ambiente

I GIARDINI DI NINFA I giardini di Ninfa occupano l’area che fu di una città medievale, più volte distrutta e definitiva-mente abbandonata alla fine del 1300. Ancora oggi ne sono visibili i resti, come le mura, la torre, le chiese, ecc…La storia del luogo è legata a quella dei Caetani, signori di Ninfa e Sermoneta, ai quali si deve la realizzazione dei giardini. L’ultima esponente di quella famiglia, donna Lelia, sistemò lo splendido parco, arricchendolo di numerose specie esotiche e di affascinanti giochi d’acqua, facendo di quest’area un’isola botanica famosa in tutto il mondo.A testimonianza del prestigio di cui Ninfa godeva già nel medioevo, ricordiamo che Rolando Baldi-nelli scelse di essere incoronato papa, con il nome di Alessandro III, proprio qui, nella chiesa di S. Maria Maggiore, le cui rovine sono ancora oggi ben visibili.E’ straordinario come nel medesimo ambiente pos-sano convivere specie vegetali così diverse e come abbiano potuto attecchire piante esotiche assie-me a quelle nostrane in un ensemble pittoresco e ameno. Sono diversi i motivi, e non tutti noti, per cui ciò è potuto accadere: potrebbe aver contribu-ito la presenza della rupe di Norma che sovrasta e ripara il sito, e di un fiume che proprio lì nasce e che agisce da termoregolatore di tutta l’area.

Ecco perché nel giardino possiamo ammira-re betulle querce, bambù, ontani, ciliegi, aran-ci, aceri asiatici, ecc… oltre ad aree colora-tissime e odorose coltivate a rose, tulipani, begonie, lavande e papaveri. Tutto concorre a che qui si respiri quella atmosfera romantica e fiabesca che la natura con l’intervento amico dell’uomo ( una volta tanto !!) ha saputo creare.Oggi il parco è costantemente sorveglia-to e curato da botanici e tecnici esperti

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Arte e cultura

TERRACINA L’area Terracinae venne occu-pata nel VI sec. a. C. dai Volsci: ma già alla fine del V sec. la zona fu conquistata dai Romani, che ne fecero una colonia. Decisiva per lo sviluppo dell’economia e dell’urbanistica locale fu la co-struzione della via Appia. Sotto Augusto e Tiberio la crescita della città raggiunse il suo apice, con la costruzione del tempio di Augu-sto, del Foro Emiliano, dell’An-fiteatro e della Basilica Forense.Oltre ad essere un’attrazione dal punto di vista naturale, Terracina si distingue per le sue bellezze artisti-che, di grande fascino e storia. Tra i monumenti più importanti, splen-dido è il tempio di Giove Anxur, sul monte Sant’Angelo. Il complesso risale all’epoca romana e ancora oggi conserva parte della struttura originaria, che venne frammenta-ta quando i cristiani incendiarono

l’edificio pagano per costruire un monastero dedicato al culto di San Michele Arcangelo. Anxur offre un panorama suggestivo per chi, dal monte, può scorgere le rovi-ne del tempio e allo stesso tempo ammirare, dall’alto, la straordi-naria vista del golfo e della città.Di grande suggestione è il Castel-lo dei Frangipane, costruito tra l’XI ed il XII secolo. Nonostante i cambiamenti subiti a causa delle diverse ricostruzioni è ancora rico-noscibile lo stile fortemente medie-vale che ne caratterizza l’esterno. Il castello è stato teatro di rivol-te e lotte che ne danneggiarono l’aspetto, ma la vicenda più tragica accadde nel 1943 quando duran-te la guerra venne colpito da una bomba che lo rese inaccessibile.Le testimonianze di epoca me-dievale sono numerose, come le diverse chiese, fra le quali spicca quella di San Domenico, che rical-

cano i caratteri di famose abbazie italiane. Ancora medievali e bizan-tine sono le mura che verso nord cingevano la città, tuttora ben con-servate, mentre molte delle antiche torri sono visibili perchè trasfor-mate in passato in edifici abitati.Di grande valore artistico è il Duo-mo, considerato tra i monumenti più significativi della città. Venne fatto costruire sui resti del più an-tico tempio maggiore che proba-bilmente era dedicato ad Augusto e a Roma. Il complesso attuale ha accorpato buona parte del pre-cedente, riadattando gli ambienti al culto cristiano al quale la nuo-va chiesa fu consacrata nell’anno 1074. Particolarmente belli sono i mosaici che decorano il fregio del portico e l’alto campanile.Se ancora non lo hai fatto, è d’obbli-go una visita anche al foro e all’an-fiteatro, altre straordinarie tracce della radice romana di Terracina.

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Arte e cultura

L’ABBAZIA DI FOSSANOVA

L’abbazia di Fossanova fu costru-ita dai monaci benedettini e deve il suo nome a un canale di bonifica (Fossonovo). La sua realizzazione occupò oltre vent’anni, fino al 1208, e rappresenta il primo esempio in Italia di architettura cistercense alla stregua di edifici simili già presenti

in Francia. Infatti, in linea con que-sto stile, l’Abbazia è spoglia e di-sadorna all’interno e presenta, sulla facciata esterna, un elegante porta-le e un rosone, di seguito amplia-to affinché, lasciando passare più luce, permettesse ai monaci una più agevole lettura dei testi sacri.La struttura dell’Abbazia è abba-stanza complessa e consta, fra l’al-

tro, di un chiostro, una chiesa, una sala capitolare, i dormitori dei mo-naci, il refettorio e la cucina. No-tevole doveva essere la cinta mu-raria che circondava il complesso, di cui resta solo qualche traccia.La sobrietà dello stile cistercense trae origine e spiegazione dalla necessità per la quale questo tipo di architettura fu pensata, ossia un ambiente adatto alla medita-zione e al raccoglimento, pratiche per esercitare le quali non si rite-nevano opportuni fasto e orpelli.Un elemento di rilievo è lo splen-dido chiostro, tra i più belli del suo genere, per tre quarti in stile romanico e per il resto in stile go-tico. All’interno della chiesa tro-viamo tre navate con sette pilastri che ne determinano la lunghezza.Perché visitare l’Abbazia?? Per il fascino discreto della sempli-cità, per la sobrietà dell’arte e per la pura eleganza : entrando si respira una pacata atmosfera che apre le porte alla spirituali-tà e sugerisce intime riflessioni.

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Arte e cultura

SERMONETA Non si hanno purtroppo notizie che possano datare con qualche preci-sione l’origine di Sermoneta, l’in-cantevole paese medievale a poche chilometri ad est di Latina. Diver-se sono le fonti, ma troppo vaghe: forse la più attendibile è quella dello storico Plinio che menzio-na Sulmo fra le città che combat-terono Roma: e che Sulmo fosse Sermoneta trova conferma negli scritti di Cluviale, altro storico la-tino di epoca imperiale, che pone Sulmo fra Norba e Setia. Anche Virgilio ne fa un cenno nell’Enei-de (guerra fra Roma e i Latini) e tutto lascia pensare che si tratti della medesima Sulmo di Plinio. Furono i Romani a mutare il nome in Sulmoneta, in onore della dea Moneta. Da allora le notizie sono più concrete e i resti di un tempiet-to romano testimoniano l’inizio

della storia conosciuta della città.Qui possiamo ammirare il castel-lo dei Caetani, voluto dagli An-nibaldi nel 1200 e nato come for-tezza, con strutture imponenti e circondato da mura che poggiano sulla roccia. Alla fine del 1200 il castello passò ai Caetani che lo ar-ricchirono con altre cinte murarie, rendendolo praticamente inattac-cabile anche in forza della sua po-sizione strategica. E’ ottimamente conservato e facilmente visitabile.La cattedrale Santa Maria As-sunta è del XII sec. e fu eretta in stile cistercense. Presenta un por-tico gotico a due arcate e l’ingres-so è coperto da una volta molto bella. L’annesso campanile, alto 24 metri, è romanico e fu innal-zato con materiale calcareo. Sul portale un bell’affresco rappre-senta la Vergine con bambino.Assolutamente da visitare è l’Ab-

bazia di Valvisciolo, poco distan-te dal paese. Pare sia stata eretta nell’XI sec. dai monaci Brasiliani, passata poi ai Templari come atte-sta la croce a quadrifoglio nel ro-sone, e infine ai monaci cistercensi nel XVI sec. E’ dedicata a S. Stefa-no e, con l’Abbazia di Fossanova, è un bellissimo esempio di archi-tettura gotico-cistercense. Consta di due cappelle laterali e all’in-terno troviamo tre navate con otto pilastri. Suggestivo è il chiostro quadrato e sorretto da colonnine.Ma al di là dei contenuti artistico-culturali, visitando il paese si ha la sensazione, percorrendo quelle strade di pietra, quei caratteristici vicoli e quelle anguste salite, di un emozionante viaggio in quel passato ancora qui così palpitante.

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Arte e cultura

CORI

Cori è una cittadina antichissima, fondata a cavallo fra il II e il III millennio a. C. Conta oltre 11mi-la abitanti e fa parte della provin-cia di Latina solo dal 1934. Luo-go dalla lunga e complessa storia, partecipò a una serie innumerevoli di conflitti, contro Roma, Priverno, Fondi, e fu coinvolta a vario titolo anche nelle guerre puniche e nel-la guerra civile fra Mario e Silla.Molti sono i monumenti di alto valore artistico che Cori presen-ta: proviamo a citarne qualcuno.La cinta muraria, del V sec. a. C., più volte restaurata, è lunga circa 2 km. e fu rinforzata con l’inse-rimento di torri. Disponeva di tre porte che consentivano l’accesso

alla città, andate perdute per gli eventi bellici. E’ una opera po-ligonale, all’interno della quale furono costruite una serie di ter-razze che di seguito hanno per-messo l’ampliamento urbano.Sulla sommità del colle, a Cori alta, sorge il Tempio di Ercole, eretto sotto Silla, e terminato verso il 90 a. C. Del monumento oggi resta solo l’atrio tetrastilo con otto splendide colonne doriche che sorreggono il frontone. Sull’architrave sono ri-portati i nomi dei due magistrati che eressero la costruzione. E’ un classico esempio dell’architettura italica, di grande fascino e richia-mo. Il tempio oggi è stato dichiara-to MONUMENTO NAZIONALE.Notevole per bellezza è il Tempio di Castore e Polluce, situato nell’an-tica Cora. Le tracce che oggi sono

rimaste risalgono ad un restauro effettuato nel I sec. a. C. Dovette probabilmente essere eretto alme-no nel VI sec. Il grande restauro ha reso il tempio in stile corinzio, con centralmente una cella e a lato le ali.Cori è anche piena di chiese di as-soluto pregio artistico-architettoni-co. Il Santuario della Madonna del Soccorso con la pregevole Cappel-la dell’Apparizione, la chiesa Ora-torio della SS. Annunziata, la chie-sa di S. Maria della Pietà, quella di S. Francesco, e molte altre ancora. Infine ricordiamo i tanti palazzi di assoluto valore storico, come il Palazzo Chiari, vicino porta Ninfina, il Palazzo Prosperi, oggi biblioteca comunale, il Palazzo Landi-Vittori, a porta Romana, il Palazzo Marchetti, nei pres-si del tempio di Ercole, ecc…

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Tradizione e folklore

LA FESTA DELLA MADONNA DEL CARMELO

Tutti gli anni, nella domenica che segue il 16 luglio, a Terracina si celebra la festa della Madon-na del Carmelo, con la quale si vuole ricordare la apparizione di Maria, nel 1251, al priore San Simone Stock, a cui avrebbe consegnato uno scapolare, as-sieme a indicazioni legate alla vocazione. Questo rito si ripete ormai dal 1948, anno in cui la festa si tenne per la prima volta, voluta in particolare dai pescatori che oltre a sentire come propria questa ricorrenza, la organizzano e la finanziano.Nell’occasione, nota anche come Festa del mare, una statua della Madonna viene condotta fino al porto e quindi fissata su una grossa barca e portata in processione nel mare, a un centinaio di metri dal-la riva. L’effigie, preceduta dalle paranze dei pescatori addobbate e illuminate per l’occasione giunge fin sotto il vicino promontorio per poi rientrare, non senza aver prima consegnato alle acque una corona di alloro in onore di tutti i caduti del mare. L’effetto creato dalla sugge-stiva coreografia determinata dal gioco delle luci colorate sull’ac-qua è veramente straordinario.A luglio Terracina è nel periodo di maggiore afflusso turistico e lo spet-tacolo viene seguito da decine di migliaia di persone. Il fascino irri-

petibile del mare raggiunge in que-sta occasione il suo punto più alto.Naturalmente la città è in festa, de-cine di bancarelle riempiono la fiera e la serata è arricchita dalla esibizio-ne di cantanti famosi. Contestual-mente si tiene la sagra del pesce,

che viene consumato in abbondan-za accompagnato da ottimo vino.A notte inoltrata un fantasmagori-co spettacolo pirotecnico, che dura oltre mezz’ora, chiude la festa, alla quale i terracinesi sono legatissimi.

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Tradizione e folklore

LA PROCESSIONE DI SEZZE La “Sacra Rappresentazione del Venerdi Santo” di Sezze è, nel suo genere, fra le più antiche e sugge-stive e si snoda fra le strade del centro storico di Sezze, ridente cittadina pontina. La processio-ne, che ripropone il percorso della passione di Gesù, dal Calvario alla morte sulla Croce, si sviluppa in quadri, circa cinquanta, e culmina con la Resurrezione del Messia. Sezze, un paesone collinare adagia-to sui monti Lepini a oltre trecento m. sul livello del mare, è una ex co-lonia romana dalle antichissime ra-dici. E’ a circa settanta km. a sud di Roma, ma comunque ben collega-ta sia per la presenza di una stazio-ne ferroviaria che per la vicinanza con la via Appia. Imponenti sono le sue mura poligonali e di notevo-le bellezza è la chiesa di S. Maria.La tradizione della Rappresenta-

zione è molto antica e risale alme-no al medioevo. A metà del 1600 S. Carlo da Sezze, poi divenuto patrono, diede nuovo impulso alla manifestazione, che continuò nel tempo, fino a quando nel ventesi-mo secolo, esattamente nel 1933, l’avvocato Gigli, toccato dalla pro-fonda spiritualità della gente seti-na e deciso a dare un nuovo e più intenso significato alla Sacra Rap-presentazione, la arricchì di nuova linfa inserendo in essa contenuti scenografici di assoluto livello. Gigli si avvalse di una nuova regia

e della collabora-zione di artisti che curassero la par-te coreografica e pittorica. Fu così che la Passione di Sezze raggiunse in breve una risonan-za tale da essere addirittura rappre-sentata a Roma nel 1950, in Via

dei Fori Imperiali, in occasio-ne del Giubileo di metà secolo: e in quella occasione riscosse lar-go consenso dai presenti, dalla stampa e finanche dal governo allora presieduto da De Gasperi.Alla processione di Sezze parte-cipano circa 500 attori non pro-fessionisti (figuranti) scelti fra gli stessi abitanti e ogni anno la tradizione si rinnova fino a ad essere diventata parte integran-te della storia di questo paese.

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Tradizione e folklore

SBANDIERATORI DI CORI Diverse sono le manifestazioni folkloristiche che la tradizione ha conservato nell’antica città di Cori. Ricordiamo la festa della Madon-na del Soccorso, nella seconda do-menica di maggio, che si celebra in ricordo della Madonna che nel 1521 salvò una bimba smarritasi durante una tempesta. Suggestivo è il Palio, meglio conosciuto come il Carosello Storico dei Rioni, ri-gidamente in costume medieva-le, durante il quale i cavalieri dei tre rioni del paese si sfidano nel-la corsa all’anello. Degni di nota sono il Festival della Collina, ide-ato nel 1974, e ancor più il Latium Festival, che elegge Cori a sede principale dell’omonimo progetto

che contempla l’organizzazione di spettacoli, seminari sul folklore in-ternazionale e incontri tutti all’in-segna della valorizzazione delle tradizioni popolari nel mondo.Ma l’espressione più alta sono sen-za dubbio i celeberrimi sbandiera-tori, che hanno portato ai massimi livelli il folklore della Bandiera. Fa-mosi almeno quanto quelli di Sie-na, gli sbandieratori rappresentano, in tre gruppi, i tre rioni della citta-dina con relativi stemmi e blasoni.I coresi hanno fatto di questa particolare e difficile disciplina un’arte vera e propria che si tra-manda attraverso le generazioni e che ha consentito ai giovani del posto di girare il mondo, portan-do ovunque la loro spettacolare

coreografia e consentendo loro di conoscere popoli anche lontani e di farsi conoscere e apprezzare per la loro insuperabile bravura e le loro acrobatiche performances.Le testimonianze della fama e del successo internazionale degli sbandieratori non si contano. Solo qualche esempio : partecipazio-ne alla cerimonia di apertura del-la XXIV Olimpiade di Seul e dei XX giochi olimpici invernali di Torino, all’evento Cinema Italian Style a Hollywood, e a manife-stazioni di spessore mondiale in Scozia e Giappone. La lista, infine, dei riconoscimenti da ogni parte del globo è veramente sterminata.

Quest’anno, 2009, sono da poco state selezionate dalla FEE, Federazione Educazione Ambientale le bandiere blu, l’ambita classifica delle spiagge e delle acque migliori d’Italia. Il Lazio ha ottenuto 4 bandiere blu e siamo fieri che tutte si trovano sulla costa pontina: GAETA, SPERLONGA, SAN FELICE e SABAUDIA.BANDIERE BLU

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Tradizione e folklore

I BUTTERI Se parliamo del folklore nell’agro pontino, non possiamo ignorare la caratteristica figura del buttero di Cisterna. Ma chi è il buttero? Fin dall’ottocento quest’uomo, col suo particolare mantello e il cappellac-cio sempre indossato, calcava la palude pontina e più precisamente il territorio di Cisterna e gli imme-diati dintorni. I butteri erano uomi-ni duri che le intemperie e gli sten-ti quotidiani avevano forgiato: ma erano anche e innanzitutto abilis-simi cavalieri e provetti domatori.Per capire fino a quale livello di maestria erano pervenuti, vogliamo ricordare un episodio che da solo ci testimonia chi realmente fosse-ro questi originali personaggi. Nel 1890 si tenne una celebre sfida con

i leggendari caw-boys di Buffalo Bill e i butteri di Cisterna preval-sero : in quella occasione Augusto Imperiali cavalcò un puledro sel-vaggio tenendo le redini solo con la mano destra, e l’immancabile cappello a cencio con la sinistra!!! Ma questo caw-boy nostrano era anche uno insuperabile conosci-tore di cavalli e, di conseguen-za, uno attento selezionatore. Non a caso attraverso l’incrocio delle cavalle della pianura loca-le con stalloni arabi, crearono il cavallo di Cisterna, razza di Ci-sterna, un quadrupede forte e ve-loce, che venne addirittura impie-gato dal regio esercito italiano.L’appuntamento più atteso era una specie di rodeo, detto la merca, durante il quale questi cavalieri si esibivano dando ampia prova della

loro preparazione e di un corag-gio veramente fuori dal comune.Questa figura ha ispirato nel tem-po anche l’arte. Molti sono stati i pittori, gli scultori, gli incisori che hanno create opere ispirate dal bi-nomio del buttero e del suo fedele cavallo. Il grande scrittore e arti-sta Duilio Cambellotti forse più di tutti rappresentò ampiamente le gesta di questi intrepidi cisternesi.Tale tradizione ha forse perduto gli antichi connotati, ma comunque non si è persa: sono diverse le ma-nifestazioni che questi cavalieri or-ganizzano, o alle quali vengono in-vitati, in tutta la regione e non solo.

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EVENTI ESTATE 2009 SABAUDIA20-28 giugno: Collettiva degli artisti A. Farina, A. Cacciotti e A. Cavallaro (Museo Emilio Greco)21 giugno: Sagra della bufala con la polenta (VI edizione). B.go Vodice. Ore 19-2427 giugno: Saggio di fine anno a cura della Seventy Sky di A. Andreoli. P.zza S. Barbara28 giugno: Omaggio a Giorgio Gaber. Piazza del Comune. Ore 21.0001 luglio: Collettiva degli artisti G. Assorati, A. Dalla Mura e C. Maser. (Museo Emilio Greco)02 luglio: Quadrangolare calcio (anni 15-25). Stadio Mario Fabiani. Ore 18,3003 luglio: I Trofeo “Consiglio dei giovani di Sabaudia” (beach volley misto) Lungomare Sabaudia04 luglio: Saggio danza fine anno a cura dall’A.S.D. Ballet Studio. P.zza S. Barbara. Ore 21.0005 luglio: Skate in libertà (ex Arena Itis, dalle ore 16). Rassegna di arti di strada (via Umberto I) 04/05 luglio: Torneo di calcetto fra Enti Civili e Militari.10/11 luglio:Esposizione maglie autentiche del calcio di ieri e di oggi (Corte del palazzo Comunale)12 luglio: Incontro gastronomico dell’agro (XXXVI ediz.). B.go Vodice18 luglio: Drum Simphony a cura di Sandro Palmacci (drum school). P.zza S. Barbara. Ore 21.3018/19 luglio: Festa patronale di S. Andrea. Gastronomia, intrattenimento, musica e ballo. Ore 20.00.25 luglio: XVIII Rassegna internazionale del folklore “Sabaudia Folk”. P.zza S. Barbara. Ore 21.15.25/26 luglio: Festa di mezza estate IV ediz. Piazzale della Chiesa, B.go Vodice. Ore 16.00/24.0026 luglio: Fashion Festival IX Ediz. Rassegna della moda pontina. P.zza del Comune. Ore 21.3028 luglio: Sabaudia Musica Festival. Direz. Art. F. Belli. Sc. Guardie Corpo Forestale.Ore 21.0031 luglio: Cerimonia di commemorazione del dono dell’ancora ass.ne nazionale marinai d’Italia01 ag.: Zelig. Teatro del mare. Ore 21.15. Ingresso a pagamento.01/09 ag: Personale degli artisti Giuseppe Marchetta e Giovanni Papi (Museo Emilio Greco)02 ag.: Festa patronale Sacramento. Concerto coro degli Alpini. Piazzale Chiesa. Ore 21.0003 e 05 ag.: Sabaudia Musica Festival. Dir. Art. F. Belli. Sc. A. e G. Corpo Forestale. Ore 21.0008 ag.: Franco Battiato. Teatro del mare. Ore 21.15. Ingr. a pagamento. Info:Pro-loco 0773-51504608/09 ag.: Festa dell’Anziano XIX ediz. A cura Centro Soc. Anziani. P.zza del Comune. Ore 21.00 11 ag.: Festa Patronale S.S. Annunziata. A cura della parrocchia S.S. Annunziata.13/23 ag.: Collettiva degli artisti Massimo Pennacchini e Dino Catalano. Museo Emilio Greco.16 ag. : Aida. Teatro del Mare. Ore 21.30. Ingr. a pagamento. Info: Pro-loco 0773-51504618 ag.: V. Salemme. Teatro del Mare. Ore 21.15. Ingr. a pagamento. Info: Pro-loco 0773-51504629 ag.-06 sett.: Personale dell’artista Claudio Angeloni. Sala espositiva Museo Emilio Greco.29 ag.: Giornalisti in passerella ediz. 2009. Manif. a scopo benefico. P.zza del Comune. Ore 21.30

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un esempio dell’eccellenza pontina L’Azienda agricola Feragnoli nasce nel 1988 ed acquista ben presto un posto di rilievo nel set-tore della produzione e vendita di prodotti orticoli quarta gamma. Attenta ai bisogni dei consumatori e in linea con le sempre maggiori richieste di prodotti tipici locali, l’Azienda Feragnoli presenta le ver-dure Fior di Campo. Direttamente dall’agro pontino una selezione di insalate e verdure coltivate, selezio-nate, lavate, asciugate e confezio-nate entro poche ore dalla raccolta.I prodotti Fior di Campo, attra-verso una struttura all’avanguar-dia ed una filiera basata sulla normativa delle certificazioni ISO

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Piana delle Orme è un parco stori-co e ospita una vasta esposizione di 30mila mq. con una collezione che attraversa i primi cinquant’anni di storia della prima metà del vente-simo secolo, periodo determinante per questa zona. Il museo, vera-mente straordinario nel suo genere, è dedicato alla cultura contadina, alla grande opera di bonifica delle paludi pontine, alla seconda guerra mondiale. La ricchissima mostra, unica nel suo genere, si articola attraverso l’esposizione di pezzi della civiltà pre-industriale, come mezzi agricoli dell’epoca, elemen-ti della vita nei campi, veicoli mi-litari, residuati bellici, giocattoli del periodo. Il museo è arricchito e reso palpitante da effetti speciali

e suggestive ricostruzioni sceno-grafiche, rendendolo accessibile a tutti, dagli studiosi alle famiglie, dalle scolaresche agli appassionati.I padiglioni sono divisi in due grandi sezioni: il setto-re agricolo e quello bellico.Questa splendida vetrina d’epo-ca fu ideata e realizzata nel 1997 da Mariano De Pasquale, un imprenditore agricolo anima-to da una fervida passione per le vicende dall’agro pontino. Naturalmente Piana delle Orme è

anche un ottimo agriturismo con un grande parco alberato, giochi per bambini, il ristorante Eucalip-tus in cui si gustano prodotti no-strani, bar, spazi per picnic con ta-voli e panche in legno, La presenza infine di caprette, pony, pavoni, rende vivo e brioso l’ambiente.Piana delle Orme: un modello uni-co per una intelligente e istrutti-va occupazione del tempo libero.

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