FREE Lecce n. 22 del 23.06.2012

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Archiviato il problema della Giunta, una squadra per metà rinnovata e per l'altra metà confermata, il sindaco deve fare i conti con gli esclusi. I con- siglieri aspiranti a un posto nell'esecutivo, o comunque a un riconoscimento, sono nume- rosi e non nascondono i musi lunghi. Tuttavia Perrone sta lavorando di cesello per prevenire imbo- scate, limare asperità e sedare dissapori. Il primo colpo andato a segno al primo cittadino è stato il sa- botaggio dei “malpancisti” che avevano cercato di organizzare una microcongiura finita nel nulla. Almeno per ora. K-Now!, performance e spettacoli nel quartiere Leuca Il primo passo EDITORIALE di Aelle Sabato 23, dalle 19, perfomance finale itinerante del laboratorio/showcase del teatro pugliese. Chiusura domenica 24, con il Babbo Natale di Tony Clifton Circus 23 giugno 2012 Settimanale gratuito - Anno I - Numero 22 Sul modello di Radio Radicale nasce Radio Regione Salento: la prima grande battaglia civile sarà convincere Cesare Vernaleone a fare lo sciopero della fame Ci sono molte cose che que- st’Amministrazione comunale aveva lasciato in sospeso e che oggi ha l'occasione di riprende- re in mano. Il Pug ancora da ap- provare è una di queste, se si considera che in questi giorni an- che Comuni di solito ostici al- l'urbanistica come Porto Cesareo e modelli piccoli ma virtuosi come Melpignano hanno taglia- to il traguardo. Un'altra voce sull'agenda della Giunta resta ov- viamente il piano delle alienazioni da completare, per far quadrare un bilancio in bilico perenne. C'è la rigenerazione urbana da proseguire, gli alloggi erp da consegnare, la trasparenza da realizzare, anche mettendo on line tutti gli atti dell'ente, deter- mine comprese. C'è da affronta- re la questione del filobus, met- tendosi una mano sul cuore. E poi proseguire gli interventi di recu- pero delle marine, ripensare la fruizione di Rauccio, ripulire i li- torali, implementare la differen- ziata, migliorare l'illuminazione, livellare le buche, rifare i mar- ciapiedi, mettere in sicurezza via San Cesario, finire il nuovo mer- cato, razionalizzare la situazione dei commercianti, organizzare gli eventi di Lecce capitale della cultura e ricordare a Whirlpool di riprendersi le lavatrici dal Must. L'elenco, come per ogni Ammi- nistrazione, sarebbe lunghissimo. Ma tra tutti questi promemoria forse occorrerebbe sottolinear- ne uno. Sinora i vari aspetti del sociale, settore in allarme rosso ormai da tempo, sono stati spez- zettati tra l'Istituzione e un con- sigliere delegato, lasciando di fatto scoperto il grosso. Non è un caso che il Comune non venga nemmeno informato se nel cuo- re della città intere famiglie di ex- tracomunitari vivono senza allacci di luce e gas e sono sottosfratto. Lascia l'amaro in bocca sapere che chi di notte non sa dove dor- mire sia costretto a un'odissea tra l'Ostello della gioventù di San Cataldo, anche in pieno in- verno, e i pochi posti messi a di- sposizione dalla Caritas, che or- mai si occupa anche della sussi- stenza di nuclei familiari lec- cesi. Il primo passo, quindi, ora che l'assessorato c'è, potrebbe es- sere ripartire dalle persone. Un investimento senza ritorni eco- nomici né di immagine, ma che dà molti frutti. POST IT Con “Vibria” il football americano si tinge di rosa Covella a pag. 14 Sport Ico Tito Schipa, l’orchestra part-time Colluto a pag. 4 Attualità Perrone: “La mia è una squadra vincente, i mal di pancia passeranno” E mercoledì il primo Consiglio Varato l'esecutivo, il primo cittadino deve riempire le ultime caselle rimaste vacanti e in attesa dell’assise scoppia il “caso Pisanò” Foto: lefourneau.com

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Settimanale d'informazione di Lecce

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Archiviato il problema dellaGiunta, una squadra per metàrinnovata e per l'altra metàconfermata, il sindaco devefare i conti con gli esclusi. I con-siglieri aspiranti a un postonell'esecutivo, o comunque a unriconoscimento, sono nume-rosi e non nascondono i musilunghi.

Tuttavia Perrone sta lavorandodi cesello per prevenire imbo-scate, limare asperità e sedaredissapori. Il primo colpo andato a segnoal primo cittadino è stato il sa-botaggio dei “malpancisti” cheavevano cercato di organizzareuna microcongiura finita nelnulla. Almeno per ora.

K-Now!, performance e spettacoli nel quartiere Leuca

Il primo passo EDITORIALE

di Aelle

Sabato 23, dalle 19, perfomance finale itinerante del laboratorio/showcase del teatropugliese. Chiusura domenica 24, con il Babbo Natale di Tony Clifton Circus

23 giugno 2012Settimanale gratuito - Anno I - Numero 22

Sul modello di Radio Radicale nasceRadio Regione Salento: la prima grandebattaglia civile sarà convincere CesareVernaleone a fare lo sciopero della fame

Ci sono molte cose che que-st’Amministrazione comunaleaveva lasciato in sospeso e cheoggi ha l'occasione di riprende-re in mano. Il Pug ancora da ap-provare è una di queste, se siconsidera che in questi giorni an-che Comuni di solito ostici al-l'urbanistica come Porto Cesareoe modelli piccoli ma virtuosicome Melpignano hanno taglia-to il traguardo. Un'altra vocesull'agenda della Giunta resta ov-viamente il piano delle alienazionida completare, per far quadrareun bilancio in bilico perenne. C'è la rigenerazione urbana daproseguire, gli alloggi erp daconsegnare, la trasparenza darealizzare, anche mettendo online tutti gli atti dell'ente, deter-mine comprese. C'è da affronta-re la questione del filobus, met-tendosi una mano sul cuore. E poiproseguire gli interventi di recu-pero delle marine, ripensare lafruizione di Rauccio, ripulire i li-torali, implementare la differen-ziata, migliorare l'illuminazione,livellare le buche, rifare i mar-ciapiedi, mettere in sicurezza viaSan Cesario, finire il nuovo mer-cato, razionalizzare la situazionedei commercianti, organizzare

gli eventi di Lecce capitale dellacultura e ricordare a Whirlpool diriprendersi le lavatrici dal Must. L'elenco, come per ogni Ammi-nistrazione, sarebbe lunghissimo.Ma tra tutti questi promemoriaforse occorrerebbe sottolinear-ne uno. Sinora i vari aspetti delsociale, settore in allarme rossoormai da tempo, sono stati spez-zettati tra l'Istituzione e un con-sigliere delegato, lasciando difatto scoperto il grosso. Non è uncaso che il Comune non venganemmeno informato se nel cuo-re della città intere famiglie di ex-tracomunitari vivono senza allaccidi luce e gas e sono sottosfratto.Lascia l'amaro in bocca sapereche chi di notte non sa dove dor-mire sia costretto a un'odisseatra l'Ostello della gioventù diSan Cataldo, anche in pieno in-verno, e i pochi posti messi a di-sposizione dalla Caritas, che or-mai si occupa anche della sussi-stenza di nuclei familiari lec-cesi. Il primo passo, quindi, ora chel'assessorato c'è, potrebbe es-sere ripartire dalle persone. Uninvestimento senza ritorni eco-nomici né di immagine, ma chedà molti frutti.

POST IT Con “Vibria”il footballamericano sitinge di rosa

Covella a pag. 14

Sport

Ico TitoSchipa,l’orchestrapart-time

Colluto a pag. 4

Attualità

Perrone: “La mia è una squadra vincente, i mal di pancia passeranno” E mercoledì il primo Consiglio Varato l'esecutivo, il primo cittadinodeve riempire le ultime caselle rimastevacanti e in attesa dell’assise scoppia il“caso Pisanò”

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Politica

Archiviato il problema dellaGiunta, una squadra per metàrinnovata e per l’altra metàconfermata, il sindaco devefare i conti con gli esclusi. Iconsiglieri aspiranti a un po-sto nell’esecutivo, o comunquea un riconoscimento, sononumerosi e non nascondono imusi lunghi. Tuttavia Perronesta lavorando di cesello perprevenire imboscate, limareasperità e sedare dissapori.Il primo colpo andato a segnoal primo cittadino è stato il sa-botaggio dei “malpancisti” cheavevano cercato di organizza-re una microcongiura finitanel nulla. Almeno per ora. Il primo banco di prova per latenuta della maggioranza saràinfatti il Consiglio comunale dimercoledì prossimo, in cuil’assise dovrà eleggere il pre-sidente del Consiglio e i duevice. La seconda carica di Pa-lazzo Carafa è stata offerta, co-m’è noto, alla Regione Salen-to, tagliata fuori dalla Giunta

per questioni numeriche. Maqualcuno pensa a uno sgam-betto che guasti la festa e diaun segnale al primo cittadino.Su questa evenienza, Perronenon da a vedere alcuna pre-occupazione. “Mercoledì sivedrà”, commenta sornione.Mentre Paolo Pagliaro, dalmovimento Regione Salento,avverte: “Noi siamo stati lea-li con l’intero centrodestra equindi ci aspettiamo lealtà”. Intanto, mentre il lavoro perle Commissioni e i capigrup-po è ancora in alto mare, qual-che giorno fa è spuntato il“caso Pisanò” che ha già mes-so tutti in allerta. Il primocittadino ha infatti deciso diaffidare all’ex presidente delConsiglio un ruolo nel suostaff. Non una buona uscita,sia chiaro, ma un “ruolo ope-rativo” , come aveva precisa-to lo stesso Pisanò quando sen’era cominciato a parlare.Visti il momento però, il sin-daco procede con i piedi di

piombo. Anche tenuto contoche di fronte a un attacco del-la minoranza non sarebbe ilcaso di chiedere l’immediatosoccorso dei suoi ancora am-maccati. Una dinamica che LoredanaCapone sembra avere lettochiaramente, tanto da inter-venire a gamba tesa, sconsi-gliando al sindaco di “partirecon il piede sbagliato”. Comese non bastasse, la vicepresi-dente della Regione, che perqualche tempo ha deciso di re-stare in Consiglio per fare dacollante all’opposizione citta-dina, non ha esitato ad agita-re lo spettro dell’erario, ri-cordando a Perrone il giudiziodella Corte dei Conti sullaconsulenza che Adriana PoliBortone stipulò con Massi-mo Buonerba. In soccorso alsindaco è quindi arrivato Ro-berto Marti, che dopo averedetto con un giro di parole allaCapone di farsi gli affari suoi,ha invece rilanciato su Pisanò.

“Figura di grande esperienzache il sindaco farebbe bene avolere accanto”. Un capitolo a

parte lo meriterebbe poi laSgm, con Gianni Peyla chespera di tornare e molti pre-

tendenti che gli insidiano iltrono lasciato vacante duran-te le elezioni.

Varato l'esecutivo, il primo cittadino deve riempire le ultime caselle rimaste vacanti e in attesa del Consiglio scoppia il “caso Pisanò”

Caselle vuote e mal di pancia,mercoledì il primo Consiglio

Perrone ce l’ha fatta. A pochi mesi dallo scadere dellaprofezia dei Maya, l’allampanato sindaco di Lecce hala sua Giunta. La novità più eclatante è rappresen-tata da Carmen Tessitore, il cui cognome ha convintoil sindaco più di quello di altre (meglio una Tessitoredi una Guerrieri). Prima di sciogliere il rebus suinomi, il primo cittadino ha dovuto valutare con at-tenzione il metodo di composizione da mettere inopera. Varie le possibilità prese in esame:- Giunta alla livornese. Si mettono insieme alla rin-fusa ingredienti eterogenei, lasciandoli cuocere afuoco lento. Poi si aspetta fino all’Alba (Service). Ilproblema è la digeribilità per gli alleati che non cistanno a passare per caciucchi. D’Autilia in primis - Giunta alla Agatha Christie. Detta anche “dei novepiccoli indiani”, si realizza attraverso il metodo in-verso normalmente utilizzato: non più per accumu-lazione ma per sottrazione. Come nel famosoromanzo si procede ad eliminare progressivamentei prescelti nelle maniere più disparate, lasciando unalone di mistero. Alla fine il colpevole non potrà es-sere che il maggiordomo… pardon, il Presidente delConsiglio.- Giunta del tressette a perdere. Per dare un colpoalla monotonia di una squadra competente e ricca divolontà di fare, Perrone avrebbe potuto assegnare ledeleghe in maniera assolutamente arbitraria, deci-dendo di premiare il caso e non il merito. AdrianaPoli Bortone vicesindaco con delega ai Trasporti e aiPalazzi di giustizia, Giuseppe Ripa alle Pari oppor-tunità, Monosi ai rapporti con l’Udc, Eugenio Pisanòcoordinatore dei gruppi e delle commissioni….Aspettate un momento…

Sindaco, alla fine la squadra è arri-vata, i malumori però a quanto parerestanoCredo di aver fatto la scelta giusta, met-tendo in campo una buona squadra. Cin-que anni fa ci fu qualcuno che rivendicòpoca attenzione nella scelta della Giunta,

ma non si può accontentare sempre tutti;specialmente in un momento come questo,con il passaggio da 13 a 9 assessori. Come placherà i “mal di pancia” dichi, nella nomina della Giunta, si èsentito in qualche modo trascurato? Ognuno si regola come crede. Personal-

mente, non credo di dover placare nessun“mal di pancia”. Tutti hanno delle aspira-zioni legittime, ma quando si forma unaGiunta bisogna fare delle scelte. Se poiqualcuno ritiene che la propria postazio-ne di carattere personale prevalga su unospirito di appartenenza a un gruppo o adun partito, questo è un problema di chi faquesto genere di riflessione. Questa volta sarà affiancato da unatecnica, cosa si aspetta dal ruolodella vice sindaco Carmen Tessitore? Mi aspetto grande collaborazione per le suecapacità sulle materie che le sono state as-segnate come delega. Il sociali, la famiglia.Può supportare in maniera efficace l’atti-vità dell’amministrazione. Una nomina molto vicina alla Chie-sa. È una risposta al vento laico re-gionale? No, assolutamente. Non è stata una scel-ta di carattere ideologico. È stata unascelta di carattere tecnico. Il fatto cheCarmen Tessitore provenga dal mondo del-l’associazionismo cattolico, per me, non ècerto una diminutio, ma una valore in più.Comunque, non è stata nominata perquesto motivo.

Andrea Gabellone

Il primo cittadino è fiducioso nella compattezza della maggioranza e sul ruolo della sua vice teo-con, spiega: “Una scelta tecnica e non ideologica”

Perrone: “Una buona squadra, i mal di pancia passeranno”

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4 23 giugno 2012

Attualità

È come avere il disco miglio-re e far girare a vuoto ungrammofono muto. Così, pertre mesi. Tanto dura, ognianno, il silenzio dell’orche-stra Tito Schipa di Lecce. Unastagione intera. 90 giorni di ot-toni e violini riposti. 90 gior-ni di stipendi e contributi pre-videnziali mancanti, non co-perti da nessun ammortizza-tore sociale. Sono lavoratoridello spettacolo, si sa, per loronon c’è cassa integrazione chetenga. Da quest’anno, sfumaanche l’indennità di disoccu-pazione per chi ha il contrat-to a tempo determinato. Non ce la fa la Fondazione Icoad assicurare la copertura ditutto l’anno. Le giornate lavo-rative restano ferme a 285. Ilbilancio, che si aggira attornoai 2 milioni di euro, quello puòoffrire. Il paradosso? È nei

conti, nei rimandi, nei dialoghiistituzionali interrotti. La Re-gione Puglia è arretrata al2009. Il Comune di Lecce al2010. In totale devono sbor-sare ancora 600mila euro,120mila euro l’anno per cia-scuno. È la sinfonia dei calcoli che ini-zia a vacillare, sotto i colpi deiritardi che via Capruzzi e Pa-lazzo Carafa hanno ancora insospeso con la FondazioneTito Schipa. Nel conto econo-mico, c’è solo la Provincia diLecce a rimpinguare, puntua-le, le casse della Ico, con unmilione e 400mila euro l’anno.Cresce per fortuna, seppurelievemente, il contributo sta-tale, che sale a quota mezzomilione di euro, ancora moltolontano, tuttavia, dalle sommedestinate agli enti lirici. An-cora troppo minute, poi, le

entrate dei botteghini e degliabbonamenti, per via anche diprezzi scontati, canoni socia-li a misura di portafoglio, chenon sfondano il tetto dei250mila euro. “Abbiamo razionalizzatoquanto potevamo fare all’in-terno- dice Eraldo Martuc-ci, vicepresidente della Fon-dazione-. Continuano a rima-nere alti, tuttavia, i costi di af-fitto del Politeama della fami-glia Greco, 2.500 euro a sera-ta, intorno ai 10-15mila euro almese. Spese che si spera di ab-battere con l’apertura del Tea-tro Apollo di proprietà delComune, che tra l’altro è unodei nostri soci”. L’83% del bi-lancio va a coprire gli emolu-menti dei 54 orchestrali, il re-sto è assorbito soprattuttodalle serate che prevedono lapresenza di direttori ospiti,

indispensabile per dare spes-sore al cartellone delle sta-gioni liriche e sinfoniche. “Ilsalto di qualità si avrebbe conl’ingresso di altri enti comesoci nella Fondazione. Po-trebbe farlo la Regione, adesempio, che è già partner delPetruzzelli, a cui concede 2 mi-lioni di euro l’anno”. Non hadubbi Antonio Bene, musi-cista ed rsa Cisl all’internodell’orchestra. Ma si guarda anche più vicino.Al Comune e alla Provincia diBrindisi, che hanno un conte-nitore, il nuovo Teatro Verdi,ma non un contenuto. “Sa-rebbe l’uovo di Colombo”, diceBene. Peccato, però, che già loscorso anno l’appuntamentolirico brindisino sia saltato.E con questo una settimana dilavoro in più.

Tiziana Colluto

Per almeno un anno l’Università delSalento e la Fondazione dell’Univer-sità del Salento avranno la stessaguida, il rettore Domenico Lafor-gia (nella foto). Nonostante alcuneanomalie e qualche incertezza inter-pretativa, è questo quanto stabilito dalSenato Accademico, nella riunione del19 giugno. La Fondazione, strumento introdot-to dalla riforma Gelmini, non ha finidi lucro ed ha il compito di occupar-

si dell’acquisizione, alle migliori con-dizioni di mercato, di beni e servizi perl’Università. Nella pratica questo Entedi natura privata gestirà l’intero pa-trimonio dell’Ateneo salentino, teo-ricamente sottoposto al controllo daparte dell’Università. E proprio suquesto punto è incentrata l’anomaliariscontrata dai sindacati: decidendodi far coincidere il ruolo di rettore equello di presidente della Fondazio-ne, Laforgia sarà contemporanea-

mente “controllore” e “controllato”. L’incertezza interpretativa sulla deli-berazione del Senato Accademico,invece, nasce dal fatto che si sia decisoche a presiedere la Fondazione deb-ba essere il Rettore, e non espressa-mente la persona di Domenico La-forgia. Questo dovrebbe voler dire, an-che se i pareri non sembrano peren-tori su questa interpretazione, che allascadenza del suo mandato, non piùrinnovabile, tra poco più di un annoLaforgia dovrebbe decadere da en-trambi i ruoli, a beneficio del suo suc-cessore. Ad affiancare il presidente/rettore

Laforgia nella conduzione della Fon-dazione ci sarà il resto del CdA, com-posto dal prorettore Pasimeni, an-ch’egli sulla base del ruolo ricoperto,da Giorgio Metafune e Paolo Cucu-rachi, docenti dell’Università del Sa-lento, e da Massimiliano Granieri, ri-cercatore di Diritto comparato del-l’Università degli Studi di Foggia, in-dicato direttamente dal Ministero.Presunte anomalie e incerte inter-pretazioni a parte, nell’immediato laFondazione si ritroverà comunque agestire la cantierizzazione di 120 mi-lioni di euro di investimenti, già stan-ziati, in edilizia universitaria. Un’ope-razione destinata a cambiare radi-calmente il volto dell’Ateneo salenti-no e della città di Lecce.

Maurizio Pascali

Gli orchestrali della Ico Tito Schipa rimangono senza lavoro per tre mesi l’anno. Il bilancio dellaFondazione non copre le spese. Eppure ci sono finanziamenti arretrati e rapporti da ricucire

Rettore e presidente

L’orchestra part-time e quella nota stonata

Un'anomalia? Non per l'Ateneo

Loro, gli orchestrali, non ve-dono l’ora di tornarci. Trop-po anonimi, troppo vuoti disenso i locali che condivido-no con la Polizia Provinciale,nella zona industriale di Lec-ce. Per fortuna, però, inizianoad accorciarsi i tempi per re-stituire alla Ico Tito Schipa l’exLiceo Musicale che porta ilnome del tenore, su viale del-l’Università. È del 15 giugno,infatti, l’approvazione del pro-getto esecutivo dei lavori dicompletamento della ristrut-turazione. 350mila euro,somme necessarie per l’ade-guamento alla normativa an-tisismica e che la Giunta pro-vinciale ha aggiunto alla spe-sa di 1milione e 545mila euro,deliberata nel marzo 2010per ridare vita all’immobile. Ad entrarci, una volta, sem-brava di varcare la soglia di unaltro tempo. Dai pavimentisconnessi ai muri sbucciati. Epoi quella facciata giallogno-la, un po’ scrostata, a stride-re con la sua storia e la suafunzione. Ora si prepara il ri-torno della musica tra quellestanze, al primo piano, so-prattutto, dove sarà realizza-ta la sala insonorizzata desti-nata alle prove dell’Orche-

stra della Fondazione Ico. Era stato voluto da Tito Schi-pa in persona il Liceo, co-struito sui suoli messi a di-sposizione dal Comune diLecce, che poi entrò a far par-te del Consorzio che, assiemea Provincia e Camera diCommercio, portò a com-pletamento il rustico nel1933. Per quasi trent’anni,dal 1942 al 1970, lì si è svol-ta attività didattica, poi èstato sede del ConservatorioMusicale, dal 1980 dell’Or-chestra Sinfonica. E negli anni di maggiore ab-bandono è stato un gruppo divolontarie a ripopolarlo. Èancora un nervo scopertoquello della “Casa delle don-ne”, sfrattata quando i lavoridi ristrutturazione hanno pre-so il via. La Libera Federa-zione delle Donne aveva ri-cevuto l’immobile in como-dato d’uso nel dicembre2008, con l’impegno di cer-care finanziamenti per il re-stauro dell’ala destra, fondi ef-fettivamente poi arrivati tra-mite il recupero di un vecchioprogetto da parte della Re-gione Puglia. Che lì la “Casa”possa fare ritorno, tuttavia, re-sta ancora un tabù. (t.c.)

Ex Liceo Tito Schipa,un'altra musicaMa le donne hanno persola loro “casa”

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5 23 giugno 2012

Attualità

Sconforto, rabbia, dispera-zione. I sentimenti in ognisfratto sono sempre gli stessi.E adesso anche in Vico delleGiravolte è andato in scena ildolore. Non conta a quale co-munità appartengano i pro-tagonisti, sono marocchini esenegalesi ma potrebbero es-sere italiani, quel che conta èil comune senso di impotenza. All’arrivo dei Vigili, intornoalle 7.30, è tutto un gran vo-ciare. Le case delle Giravolte aLecce, abitate da oltre 20 annidai cittadini immigrati, de-vono essere sgombrate. Sonopericolanti, inagibili, insalubri,e dunque non possono essereabitate. Il tecnico ed i Vigilifanno quel che devono. I mez-zi di Ecotecnica caricano i po-chi mobili e le suppellettili

sul camion per portarli in di-scarica. A nulla servono le la-crime degli abitanti. Lo sfrat-to è esecutivo, era nell’ariada tempo, e adesso non c’è piùalcun margine di trattativa.Nemmeno le suore Benedet-tine, proprietarie di gran par-te degli stabili ereditati nel2001 da Antonio Lanzalonga,celeberrimo transessuale diLecce meglio conosciuto comeMara, possono più nulla.Adesso 30 persone sono sen-za casa. Altre attendono lascadenza del 29 giugno. Si muove l’associazionismo, larete informale si attiva, ma lapatata bollente passa al Co-mune, che al momento dellosfratto non si è visto. Rag-giunto al telefono però, il pri-mo cittadino chiarisce: “Quel-

lo degli sfratti, nel caso speci-fico di Vico delle Giravolte,non è una questione che inte-ressa direttamente il Comunedi Lecce. Le case in questionesono proprietà di privati. A chiparla di una nostra assenza ri-spondo dicendo che nessunoci comunica la data dello sfrat-to. Sapevamo, da comunica-zioni tra la Asl e i nostri uffi-ci, che avrebbero proceduto inquesto senso, ma, semplice-

mente, non sapevamo che losfratto sarebbe avvenuto mer-coledì mattina. Al momento,purtroppo, non abbiamo di-sponibilità di alloggi -conclu-de Perrone-. Ci sono dellegraduatorie ancora in piedi.Comunque, verificheremoquale sarà l’impatto della vi-cenda sulle famiglie sfrattatee cercheremo di trovare unasoluzione”.

Melissa Perrone

“Il problema dellecase di Vico delleGiravolte è davverovecchio. È quanto-meno strano che ilcaso scoppi soloadesso, con tuttoquello che compor-ta per le famiglie diimmigrati che ci abi-tano”. Katia Lot-teria, coordinatrice del Co-mitato per la difesa dei dirittidegli immigrati, la questione laconosce bene. “Sono oramaipiù di 20 anni che quelle casesono abitate dai migranti -rac-conta-, fin da quando erano diproprietà della Mara (nototransessule di Lecce, ndr). Leifu la prima ad affittare abita-zioni ai migranti. Non facevadei veri e propri contratti no-minativi -anche perché in quel-le case vivono persone chespesso si spostano inseguendoi lavori stagionali-, ma si ac-cordava con dei contratti for-fettari che comprendevano an-

che luce e acqua. Lasituazione si è poicomplicata alla suamorte, quando halasciato tutto allesuore Benedettine.Le suore, che purenon hanno volutosfrattare gli immi-grati, si sono trova-te in una situazione

difficile. Non erano a cono-scenza degli accordi tra la vec-chia proprietaria e gli immi-grati, che invece hanno conti-nuato a comportarsi come sem-pre, aggiungendo all’affitto an-che una quota per acqua eluce. Ad un certo punto si sonodunque viste recapitare dellebollette altissime. Da qui ladecisione di chiudere tutte leutenze, chiedendo agli abitan-ti di aprire dei contratti a loronome. Immagina le conse-guenze… Il risultato è statoche i migranti, da un giorno al-l’altro e senza capire perché sisono ritrovati senza acqua ne

luce. Quando dal loro punto divista veniva pagato tutto rego-larmente. È a quel punto chesono nati i primi problemi,quando gli immigrati si sono ri-fiutati di pagare”. Ma adesso la causa uffi-ciale dello sfratto è l’ina-gibilità degli stabili, non lamorosità… “Questa è bella davvero! Quel-le case sono inagibili da 20anni.Lo erano quando la Mara le af-fittava e lo sono sempre state,anche quando la gestione èpassata alle suore. Uno deiproblemi che emerse quando cioccupammo della questionecontratti per le utenze fu pro-prio quella: come avrebbero po-tuto attivare dei contratti su abi-tazioni inagibili? Quindi, dettoin altri termini, visto che lesuore hanno giustamente vo-luto regolarizzare la situazionecontrattuale, come hanno po-tuto affittare degli stabili peri-colanti? Eppure così è stato”.Adesso comunque il pro-

blema sono le persone ri-maste senza abitazione.Cosa intende fare il Comi-tato? E perché non inter-viene il Comune? “Negli anni abbiamo più voltesollecitato l’Amministrazionesul tema, ma senza ricevere ri-sposte soddisfacenti. L’asso-ciazionismo non può interve-nire ogni volta per risolvere leemergenze. Oltretutto esisteuna consigliera aggiunta, se-negalese come gli abitanti sfrat-tati, e un’associazione senega-lese che percepisce fondi pererogare servizi. A loro il com-pito, adesso, di intervenire. Daparte nostra, invece, un sugge-rimento: perché le suore inve-ce non provvedono a ristrut-turare gli immobili per poi af-fittarli agli immigrati? Magaricon la compartecipazione delComune. Se poi non ci sono ifondi, si potrebbe pensare an-che ad un progetto con la Co-munità Europea”.

(m.p.)

Katia Lotteria, del Comitato per la difesa dei diritti dei migranti: “Serve un progetto per ristrutturare le case delle Giravolte”

Quelle case inagibili da sempre

Giravolte, lo sfratto è servitoTrenta immigrati restano senza casa. Le abitazioni sono pericolanti. Eppure erano regolarmente affittate da anni

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6 23 giugno 2012

Attualità

Non ci sono né colpevoli né in-nocenti nel processo sulle pre-sunte violenze commesse al-l’interno del carcere minoriledi Lecce, finito negli anni scor-si al centro di una complessainchiesta giudiziaria. Veri omeno che fossero, quei reatisono infatti “scaduti” e neigiorni scorsi i giudici dellaseconda sezione penale hannoinfatti dichiarato il non do-versi procedere per interve-nuta prescrizione. Si tratta di uno dei tanti pro-cessi senza “soluzione”, se-polti vivi sotto i tempi lunghidella giustizia nostrana. Bastipensare che nel solo 2011 sono

stati oltre 140mila (389 algiorno) i procedimenti “andatiin fumo” in un Paese, l’Italia,i cui i termini per l’estinzionedel reato possono decorrere inqualunque momento diver-samente dal resto d’Europa, incui una volta iniziato il dibat-timento, la prescrizione si fer-ma.

Un’inchiesta avviata seianni fa

L’inchiesta su cosa accadevanella casa circondariale sullavia per Monteroni, avviata nellontano 2006 dalla Procura diLecce e condotta dall’allora so-

stituto procuratore AntonioDe Donno (oggi procuratoreaggiunto), ha portato al rinvioa giudizio, nel novembre2008, di nove agenti. Sottoprocesso erano finiti l’ispet-tore Gianfranco Verri, il suovice Giovanni Leuzzi ed altrisette: Ettore Delli Noci, Vin-cenzo Pulimeno, Alfredo DeMatteis, Emanuele Croce, An-tonio Giovanni Leo, FernandoMusca, Fabrizio De Giorgi.Per tutti le accuse erano diabusi su minori e violenze.Secondo l’accusa all’internodella struttura si sarebbe crea-ta, dal 2003 al 2005, una sor-ta di associazione finalizzata a

sopprimere con la violenzaqualsiasi cenno di dissensonon solo dei reclusi, ma anchedel personale. Un vero e pro-prio inferno in cui i giovani de-tenuti sarebbero stati vittimedi violenze e abusi di ogni ge-nere. Le testimonianze raccolte par-lavano di ragazzini denudati epestati in cella, fino a “faruscire sangue da entrambe leorecchie” o “spezzare tre den-ti”. O ancora di un ospite del-la struttura lasciato “per un’in-tera notte completamentenudo a dormire in cella diisolamento senza materasso”.Tra le presunte vittime c’eraanche Carlo Saturno, il venti-duenne originario di Mandu-ria che si era costituito partecivile nel processo e che fu tro-vato appeso a un lenzuolo inuna cella di isolamento delcarcere di Bari. Una mortesospetta per cui la Procuradel capoluogo ha aperto fa-scicolo. Tutte le accuse furono re-spinte sia dagli imputati sia

dai loro legali (gli avvocatiGiampiero Tramacere, Gian-carlo Dei Lazzaretti, PaoloMarseglia, Vincenzo Conte eAngelo Pallara), che nel corsodel dibattimento hanno cer-cato di dimostrare la loro to-tale estraneità ai fatti conte-stati. Dal fascicolo aperto sulcarcere minorile di Lecce erastata inoltre stralciata la po-sizione di Verri, per cui si ipo-tizzavano altri presunti episodidi violenza commessi ai dan-ni di quattro persone che ope-ravano all’interno della strut-tura, anch’esse costituitesiparte civile. Si tratta del me-dico del carcere, Roberto Del-la Giorgia, dell’ex direttoreFrancesco Pallara e di dueeducatrici, Carmela Toma eAnna Piro (poi archiviata).L’ispettore Verri è stato con-dannato, in primo grado, a unanno di reclusione, al paga-mento delle spese processua-li e al risarcimento, da quan-tificare in sede civile, delleparti offese.

Andrea Morrone

22 licenziamenti collettivi e soldipubblici, tanti, andati in fumo, ancora,per la vertenza Bat. C’è chi dice chetutto era già scritto, che quell’accor-do firmato a Roma, nel dicembre2010, andava letto al contrario. Soloche la British American Tobacco ave-va bisogno di poco rumore per andarevia da Lecce e dall’Italia. Per questoaveva fornito la soluzione sul piattod’argento: tre aziende bell’e pronte aprendere il suo posto, all’interno de-gli stabilimenti di viale della Repub-blica. I nodi sarebbero arrivati dopoal pettine. E ora sono arrivati. A presentare per prima il conto è Hds,società del tris che ha assorbito gli exdipendenti della Manifattura Tabac-chi, in questo caso quelli del gruppo

Franci che si occupava della movi-mentazione e pulizia dei locali. Nel-l’incontro in Confindustria di marte-dì, l’azienda di Pomezia ha ribadito lasentenza già messa nero su bianconella lettera ai sindacati di qualchegiorno prima. È “inevitabile e non ul-teriormente differibile” la colloca-zione in mobilità dei lavoratori, a cau-sa del blocco delle commesse. Avreb-be dovuto partire con la manuten-zione di impianti fotovoltaici per al-meno 17 mw, quelli di proprietà delGlobal Solar Found, per arrivare adun portafoglio di 50mw di potenza,grazie ad accordi con i gruppi Beghellied Espe. Ma la verità è che nel suopiano industriale, il terzo presentatoin Provincia, queste erano solo di-chiarazioni d’intenti. Il sospetto dei sindacati è che queicontratti non siano mai stati conclu-si, con la conseguenza che oggi apparepiù conveniente sottoscrivere il li-

cenziamento collettivo, con il ritornodegli operai, entro il 30 giugno, nel-le liste di mobilità con indennizzo, vi-sto che non è ancora trascorso unanno dalla loro assunzione. Si trattadi lavoratori che, per più della metà,hanno oltre 45 anni. Tra loro, duesono donne. Il fronte caldo, però, sta per aprirsi.Da un lato il presidente della Pro-vincia di Lecce, Antonio Gabellone, ei sindacati, che hanno chiesto la con-vocazione di un incontro presso il Mi-nistero dello Sviluppo Economico,come previsto un anno e mezzo fa. Èquella la sede per verificare il rispet-to degli accordi. Dall’altro lato, l’in-terrogazione al ministro Passera daparte della deputata del Pd TeresaBellanova, per capire quanto ha spe-so lo Stato per una riconversioneche in porto, ancora, non riesce ad an-dare.

Tiziana Colluto

La prescrizione ha spento le luci sul processo avviato nel 2006 in meritoalle presunte violenze subite dai giovani ospiti del carcere minorile

A dare avvio all’inchiestaera stato l’esposto inviatoalla Procura di Lecce, dal-l’allora sottosegretario allaGiustizia del secondo go-verno Prodi, Alberto Ma-ritati (nella foto, attual-mente senatore). Un vero eproprio dossier contenen-te le dichiarazioni rese daalcuni operatori del carce-re. “Avevo raccolto la ri-chiesta di aiuto da parte diun medico e di un assi-stente sociale in serviziopresso il carcere -dichiaròallora Maritati- dopo che idue si erano rivolti alla miasegreteria lamentando dinon avere trovato ascoltoda nessun’altra parte”. “Non sapremo mai, in vir-tù dell’intervenuta prescri-zione, se quelle accuse gra-vissime siano state fonda-te o se se quelle guardie pe-nitenziarie siano state in-giustamente imputate,commenta oggi il senatore.Tutto ciò a causa dei tem-pi inaccettabili della no-stra giustizia, la cui re-sponsabilità politica va ri-cercata in un centrodestrache ha impedito, attraver-so leggi e leggine, un cor-retto uso del sistema giu-diziario”. (a.m.)

Maritati:“Non sapremomai la verità”

Ex Bat, l’inganno dei licenziamenti collettivi

Violenze al minorile, processo scaduto

Arrivano i primi licenziamenti per gli ex dipendenti della Manifattura Tabacchi. Le loro speranze di ricollocazione fanno i conti con accordi istituzionali lacunosi

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7 23 giugno 2012

Attualità

“Gli enti ospedalieri e le case dicura autorizzate sono tenuti adassicurare l’espletamento de-gli interventi di interruzionedella gravidanza richiesti. LaRegione ne controlla e garan-tisce l’attuazione anche attra-verso la mobilità del persona-le”. Così recita in un suo pas-so la tanto discussa legge 194del ‘78 sul diritto della donnaa interrompere la gravidanza.Una legge dello Stato cometante altre, faticosamente con-quistata e riaffermata da un re-ferendum popolare nel 1981,cui però viene spesso riserva-to un atteggiamento ipocrita,ai limiti della scarsa profes-sionalità. Nessuno, infatti, paresi preoccupi più di tanto dellasua attuazione e delle modali-tà con cui essa avviene. Anche al di là dei periodici at-tacchi culturali che le vengonorivolti -in agenda c’è un nuo-vo tentativo di modificarla- ilnemico principale di questalegge sembra essere al mo-mento la realtà. A quasi qua-rant’anni dalla sua emanazio-ne, le donne che si trovinonella dolorosa condizione didover interrompere la gravi-danza sono costrette ancora adaffrontare una specie di corsaa ostacoli. Pregiudizi, perso-nale medico e infermieristico

quasi sempre obiettore, strut-ture inadeguate, rendono l’av-venimento ancora più dram-matico. Nel 2012, in Italia, si dichiaraobiettore l’80% dei medici epiù del 50% degli anestesisti.In provincia di Lecce la situa-zione è analoga. Al “Vito Faz-zi”, polo di eccellenza nonché

punto di riferimento perl’enorme bacino del Salento,sui venti medici dei reparti diostetricia e ginecologia, solo trepraticano ancora l’interruzio-ne di gravidanza mentre inprovincia ben tre presidi nongarantiscono il servizio. Suc-cede allora che i pochi medicidisposti a praticarla debbano

sobbarcarsi un’enorme mole di(spiacevole) lavoro. Succede,perché succede, che le donnein attesa di interrompere lagravidanza -volontaria o tera-peutica poco importa- debba-no dividere lo spazio con altredonne in radiosa attesa di par-torire il proprio piccolo. Op-pure che una giovane e sfor-

tunata madre, alle prese con ilpersonalissimo dramma di do-ver subire un aborto terapeu-tico perché il suo bimbo è af-fetto da grave patologia, sitrovi a subire, oltre al dolore fi-sico e psicologico, anchel’ostracismo. Resta da capire perché lo Sta-to permetta che tutto questo

accada. E come mai quellafrase nel testo della legge -“laRegione ne controlla e garan-tisce l’attuazione anche attra-verso la mobilità del persona-le”- venga ignorata dalla Re-gione Puglia, che pure dei di-ritti civili ha fatto la sua ban-diera.

Melissa Perrone

La Consulta della Corte Co-stituzionale, dopo aver pas-sato al vaglio la legge 194sull’aborto, ha dichiarato“manifestamente inammis-sibile” la questione di legit-timità costituzionale. È que-sto il verdetto che avevasollevato un polverone nel-le piazze e su internet. Unacampagna a suon di ha-shtag su Twitter a difesa deldiritto all’aborto aveva in-fatti preceduto la decisionedel 20 giugno. Al grido di#save194, lanciato sul sitodi microblogging, la prote-sta si era spostata dalle piaz-ze alle piattaforme virtuali. Adesso, arrivata la pronun-cia della Corte Costituzio-nale, su Twitter imperver-sano i commenti dei favo-revoli e dei contrari. La que-stione sulla legittimità del-la legge era stata sollevatada un giudice tutelare diSpoleto lo scorso 3 gennaio,a partire dal caso di una mi-

norenne che si era rivolta alconsultorio per abortiresenza coinvolgere i genito-ri. La Corte Costituzionale èstata dunque chiamata adesaminare il quesito di co-stituzionalità in relazioneall’articolo 4 che stabilisce icasi in cui la donna può ac-cedere all’interruzione digravidanza. Se la decisionedei giudici fosse stata diffe-rente, l’intero impianto del-la legge 194 sarebbe stato, difatto, rimesso in discus-sione. (m.p.)

La Corte Costituzionale rigetta la tesidel giudice di Spoleto

Ospedali, chi ferma la 194?Nelle strutture sanitarie leccesi l'80% dei medici è obiettore. La legge sull'interruzione di gravidanza spesso non viene rispettata

194 salvata dalla Consulta, il dibattito continua su Twitter

“Il diritto delle donne a por-tare avanti le proprie sceltedeve sempre prevalere”. Il di-rettore generale della Asl diLecce Valdo Mellone sischiera a favore della battagliaper il rispetto della legge 194sull’aborto portata avanti nelcapoluogo salentino dalla Casadelle Donne che ha aderito allamanifestazione nazionale “difronte all’aborto non c’è daobiettare”. Mellone, che si dice un con-vinto antiabortista, ci tiene amettere in chiaro, però, che“all’interno dell’ospedale VitoFazzi ogni interruzione vo-lontaria di gravidanza vienegarantita nonostante l’esiguonumero di ginecologi nonobiettori”. I medici non obiet-tori che prestano servizio al-l’ospedale di Lecce sono intutto tre, ben oltre l’80% deltotale stimato in tutta Italia. Il fatto che a Lecce il dirittodella donna ad abortire sia ga-rantito, non vuol dire che nonesistano dei problemi ricono-

sciuti dallo stesso Mellone:“Nell’ospedale di Lecce esi-stono delle carenze logisti-che. Abortire è una sceltadrammatica per una donnache dovrebbe trovare in unastruttura pubblica un settingfisico adeguato a superare nelmigliore dei modi un mo-mento particolarmente dram-matico della sua vita. In altreparole, una donna che decidedi rinunciare al suo bambinodovrebbe trovarsi davanti unambiente più accogliente, nonsolo dal punto di vista umanoma soprattutto della qualitàdegli spazi”. La decisione di rivolgersi astrutture private, secondoMellone, è dettata da questotipo di valutazione e non daun’effettiva mancanza di me-dici non obiettori che secondoil direttore Asl “sono i primi adessere discriminati per la loroscelta professionale”. Una ne-cessità, quella di migliorare ipercorsi di accompagnamen-to alla donna prima e dopo

l’aborto tanto più necessaria,secondo Valdo Mellone, allaluce dell’impennata di abortida parte di donne immigrateche si rivolgono agli ospedali“senza alcuna conoscenza suimetodi contraccettivi e sullemodalità di interruzione vo-lontaria di gravidanza”.

Maria Grazia Maci

Mellone: “Sono antiabortista, ma devogarantire un diritto sancito dalla legge”

Poche ore prima del pronun-ciamento della Corte Costitu-zionale, Alfredo Mantova-no, onorevole del Pdl, aveva az-zardato un pronostico: non suc-cederà nulla. E bisogna am-mettere che ci aveva azzeccato.Raggiunto al telefono, lui primaci scherza su, allontanando ogniipotesi di capacità divinatorie,

ma poi torna sul tema con tonotutt’altro che ironico: “In que-sti 35 anni -spiega- più volte laCorte Costituzionale è statachiamata ad esprimere un pa-rere sulla legge 194, ma hascelto quasi sempre di non en-trare nel merito dell’impiantolegislativo. Questo perché, pro-babilmente, per far questo sa-rebbe necessario sciogliere ilnodo di tutta la legge, ovvero:l’embrione è vita? Era molto fa-cile, dunque, prevedere cheanche questa volta se ne sa-rebbe lavata le mani. Ciò chesorprende però, è che nel farquesto abbia scelto di ignorarela decisione della Corte di Giu-stizia Europea del 10 ottobre

2011 in tema di brevetti associatialla nuova frontiera della gene-tica che, con una sentenza sto-rica, afferma che ‘sin dalla fasedella sua fecondazione qual-siasi ovulo umano deve essereconsiderato come un embrioneumano, dal momento che lafecondazione è tale da dare av-vio al processo di sviluppo di un

essere umano’. Inoltre, nellastessa legge era sì concepita lapossibilità di distruggere gliembrioni, ma solo se questoavveniva nell’ambito di un in-tervento finalizzato alla curadello stesso specifico embrione.Esiste, insomma, una specie diintoccabilità della legge. Sareb-be opportuno, invece, che la sirivedesse in molte sue parti,adeguandola alle nuove cono-scenze della medicina. Oltre-tutto la legge non viene ancoraapplicata nella sua interezza. Leparti relative alla prevenzionedell’aborto, tutto l’iter previstoper cercare di scongiurarlo, nonvengono mai messe in atto”. A noi risulta invece qualcosa didiverso. Pensi che a Lecce suventi medici solo tre non sonoobiettori…“Ecco, uno degliaspetti che andrebbero modifi-cati riguarda proprio il diritto al-l’obiezione. Andrebbe estesoanche a chi, con il proprio la-voro, magari in amministra-zione, si rende complice di unaborto”. (m.p.)

Mantovano: “L’obiezione di coscienzaandrebbe estesa anche ai non medici”

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8 23 giugno 2012

Attualità

“I giovani, un motore inarre-stabile” è il titolo dell’incontroche si terrà martedì 26 giugnoalle ore 15 nell’Open Spacedelle Officine Cantelmo. In-terlocutore d’eccezione saràuno che di motori certamen-te se ne intende, ovvero LucaCordero di Montezemolo.A dialogare con il presidentedella Ferrari spa saranno il vi-cepresidente dell’ordine deiGiornalisti di Puglia, Pier-paolo Lala, l’assessore allePolitiche giovanili del Comu-ne di Lecce, AlessandroDelli Noci, e il presidente

delle Officine Cantelmo, Mar-co Cataldo. Tutti under 35. L’invito all’incontro che saràtrasmesso in diretta e mode-rato dal direttore di SalentoWeb tv, Lara Napoli, parlachiaro: “Si tratta dell’unicoevento a Lecce, aperto al pub-blico che coinvolga il presi-dente Montezemolo, il qualemancava dalla nostra città dadiversi anni. Si parlerà di gio-vani, impresa, mezzogiorno,lavoro e futuro”. “Un’unicaregola -almeno nelle inten-zioni degli organizzatori- nonsi parla di politica”.

Un vero e proprio recital a piùvoci ha portato a San Cesariol’ultimo libro di Antonio Er-rico (nella foto). Anche per lapresentazione de L’esiliato deiPazzi, edito da Manni, lo scrit-tore ha voluto che il raccontofosse corale, affidando a ognu-no la sua arte. I suoni di Gianluigi Antonaci,le voci narranti di Michele Bo-vino, Antonio Calò, Maddale-na Castegnaro, Giuseppe Cri-staldi, Salvatore Della Villa,Simone Giorgino, Marco Gra-ziuso, Ennio Lecciso, SimonaLuceri, Costanza Luceri, Mau-ro Marino, Giuliana Paciolla,Maria Grazia Preite, Piero Ra-panà, Giulia Santi. Ed infine ilcanto di Enza Pagliara. “Così -spiega l’autore- lo restituiscoun po’ agli altri”. Spesso gli scrittori amanoparlare dei propri libri,lei lo lascia fare agli altri. Preferisco il racconto coraleperché sono convinto che unascrittura individuale che nascain questa terra poi appartengaa tutti coloro i quali, da questeparti, si ostinano a riempire fo-gli di parole. Molto spessoquando esce un romanzo o unlibro di poesie di un amicovecchio o nuovo, mi accorgo disentirlo mio, come se l’avessiscritto. Ha scelto di ambientare ilsuo ultimo romanzo nellaFirenze rinascimentale diLorenzo de Medici e, pa-

rallelamente, ad Otranto,che si apprestava ad esse-re invasa dai Turchi. Io volevo raccontare di un esi-lio, di una condizione che com-porta lo sradicamento, l’inap-partenenza, la solitudine as-soluta. Ma anche dell’assurdalogica del potere che sacrificaogni sentimento. Per questo miserviva un personaggio che siportasse una storia sulle spal-le. Un unico personaggio, per-ché l’esiliato è solo, spessolontano anche da se stesso.

La congiura dei Pazzi mi èsembrata una buona situazio-ne di contesto, anche per lecontraddizioni, per le lacera-zioni da cui è stata determina-ta e che poi ha provocato. Hoscelto di non dare un nome al-l’esiliato proprio per tentare difarlo diventare il simbolo diogni uomo in esilio. Poi hocucito le coincidenze dell’epo-ca e mi sono ritrovato a Otran-to, lasciando però l’invasionesoltanto come presentimen-to, perché quello che volevo era

far parlare di questa terra qual-cuno che non la conosce e chedavanti alla sua luce, ai suoienigmi, si scopre sbalordito. In una pagina del libro,l’esiliato dei Pazzi affermache “ci vuole quello sguar-do stupefatto e acuto chesconquassa l’esistenza diun veggente”. Che sguar-do è? È lo sguardo che riesce a pe-netrare negli abissi della co-scienza per poi risalirne por-tandosi dietro verità bellissimeo tremende. Lo sguardo delveggente rimbaudiano, in-somma, quello che riesce aperforare l’ammanto dell’ap-parenza per rivelare la sostan-za delle cose, l’intimità dellecreature.L’esiliato dei Pazzi rap-presenta anche una pro-fonda riflessione sull’as-surdità dei camminamen-ti e la tortuosità dei pro-cessi della storia. Che il processo della storianon sia mai lineare, non siamai completamente decifra-bile e che sia attraversato damolte ombre gigantesche. Avolte gli uomini si illudono dipoterne orientare il corso. Iocredo che in realtà dal fiumedella storia siano semplice-mente trascinati e che moltoaccada indipendentementedalla nostra volontà e dai no-stri progetti.

Angelo Centonze

Antonio Errico: “Come il mio esiliato, è la storia che ci trascina”

Lo scrittore ci racconta il suo ultimo libro L'esiliato dei Pazzi, edito da Manni, giocatosul doppio passo tra la Firenze rinascimentale e l'assedio dei Turchi a Otranto

Il numero uno della Ferrari martedìprossimo sarà alle Officine Cantelmo di Lecce per parlare di giovani

Montezemolo alle Cantelmo

L’urgenza di ve-rità e giustizia, inseguito all’allon-tanamento forza-to dai luoghi edagli affetti cari.È questa l’unicapossibilità di so-pravvivenza peril protagonista deL’esiliato dei Paz-zi, edito da Man-ni, ultimo romanzo di Anto-nio Errico, scrittore, gior-nalista, dirigente scolastico,che da anni rappresenta unpunto di riferimento dellascena letteraria salentina. In questo appassionato ro-manzo storico, ambientatonel Rinascimento, un espo-nente della famiglia dei Paz-zi viene allontanato da Fi-renze e spedito in esilio da Lo-renzo il Magnifico, per unapresunta partecipazione allacongiura ordita nei confron-ti di alcuni membri della fa-miglia Medici. Il racconto fariferimento all’agguato del1476 nella cattedrale di San-ta Reparata, a Firenze, chevide protagonista Francescode’ Pazzi e i fratelli Giuliano eLorenzo de Medici. Solo que-st’ultimo riuscì a sopravvi-vere alla furia di de’ Pazzi, chevenne poi imprigionato e con-dannato a morte, condivi-dendo il suo destino con la fa-miglia, a lungo perseguitataed esiliata, proprio come ilprotagonista del libro. Dopo molte peripezie l’esilia-to, che resterà volutamentesenza nome, si ritrova nelsud Italia. In una abbacinan-te Otranto colta alla vigilia del-l’assalto dei turchi, il prota-gonista comincia il suo di-sperato tentativo di “fermare”il tempo, catturando la luce

del ricordo. Iltroppo amoreper la propriaterra, per il padree la madre, per ladonna amata edi figli, gli impon-gono di cristal-lizzare nel tempola memoria deifatti accaduti.Egli ha bisogno

però, soprattutto, di sapere laverità, di capire perché Lo-renzo de Medici, con cui hatrascorso gli anni della giovi-nezza, lo ha tradito, così come,ha tradito la fiducia dei fio-rentini. Otranto ospiterà questa ri-cerca, lasciando che la storiadell’esiliato si intrecci allapropria, destinata da lì a pocoa conoscere la furia dell’inva-sione. Ma questo, nella sualettera all’amico, l’esiliato an-cora non lo sa e per questo loinvita a provare questo sapo-re sconosciuto, lontano dalclamore e dalla vita cittadina.“Nobilissimo Signore, se ve-nissi da queste parti, in qual-siasi tempo dell’anno, in qual-siasi ora del giorno, se arri-vassi qui da terra o da mare,se vedessi la miseria e losplendore mischiati e confu-si, se ascoltassi le nenie e i can-ti del lutto, se comprendessila rassegnazione davanti allavita e davanti alla morte, se tirendessi conto com’è che lasorte è decisa dal cielo in unattimo soltanto, da un assal-to di grandine, da una furia divento, se conoscessi la prov-visorietà dell’esistenza di que-sti uomini muti, di questedonne stravolte di pazienza, tunon avresti più nessuna ten-tazione di gloria e di potere”.

(a.c.)

La lezione dell'esilio otrantino

Vittorio Bodini, salentino di nascita e spa-gnolo d’adozione, il suo ricordo, di grandepoeta, rivive nella biennale delle arti “Salentovisioni d’Autore”.Taglio del nastro giovedì seraa Salice Salentino, con la re-gia di Rino Fantastico.Venti artisti in arrivo da tut-to il Salento espongono leloro opere, per un singolarefaccia a faccia tra arti figura-tive e poesia, fatto di tappeimportanti. Il 27 giugno èinfatti previsto un incontrocon il critico Lucio Giannonedell’Università del Salento,per riscoprire i versi che fe-cero di Bodini una sorta diicona per la poetica del Mez-zogiorno. Il 3 luglio sarà la

volta del vernissage, cui prenderanno partegli artisti Sandro Greco, Angela Paduos,Maurizio Muscettola, Pompilio Malandugno,

Pina Gorgoni, Teresa Val-lone, Angelo Monte, Santi-na Franco, Luigia Rizzo,Fiorella Cassani, SilvanaColletta, Antonio Campa,Giovanni Russo, GiovanniDe Simone, Michele Volpi-cella, Carlo Arnesano, Car-mela Argentieri, Aldo Mo-gavero e lo stesso Rino Fan-tastico.La biennale resterà apertafino al 3 luglio tutti i giornidalle 18.30 alle 22.30 e neifestivi anche dalle 9.30 alle12.30.

Fabiana Pacella

A Salice Salentino, dal 21 giugno al 3 luglio, venti artisti visividel Salento si confronteranno con i versi del poeta

Venti artisti per Bodini

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9 23 giugno 2012

Attualità

Immagina una sera d’estate, adun’altra sagra, tra musica, ta-rallucci e vino, scoprire che tratanta tradizione c’è posto ancheper l’innovazione. Immaginache il vino, anziché nei bic-chieri di plastica, si può berlonel vetro, magari portato dacasa. Immagina che l’evento,nonostante le migliaia di per-sone, non si lasci dietro vago-nate di rifiuti e consumi ener-getici stratosferici. Immagina,insomma un Salento di even-ti ecosostenibili, a impattoquasi zero, dove il diverti-mento non fa per una voltarima con lo spreco. Questo devono aver sognato igiovani creatori del progetto“Ecofesta Puglia”, il marchio disostenibilità ambientalepugliese realizzato dall’EnteModelli Sostenibili (Ems) chepunta a ridurre l’impatto deglieventi sul territorio attraversouna corretta gestione del ciclodei rifiuti e l’utilizzo di formuledi mobilità sostenibile.Ridurre, differenziare e infor-mare sono le parole chiave delprogetto che, nella sua appli-cazione, si traducono in buoneprassi. Tra queste, la riduzionedegli imballaggi, l’utilizzo delvuoto a rendere, l’eliminazionedel volantinaggio pubblicitario,l’incentivazione della mobil-ità sostenibile, la riduzionedelle emissioni di CO2 e cosìvia. Tre i livelli possibili delmarchio per tre differenti stan-dard qualitativi, tarati a sec-onda delle esigenze organiz-zative specifiche. Tutto ciò cheoccorre, insomma, per far sìche a divertirsi sia anche l’am-biente. Il progetto, premiato anchedal ministro Francesco Profu-mo per la sua carica innovati-va, ha trovato fin da subito unlargo consenso. Hanno infatti

aderito al modelloEcofesta moltedelle sagre e festein programmaquest’estate nelSalento: dalle 22sagre organizzatedal coordinamen-to Capo di Leuca,alla notte biancadi Tricase, al Par-co di Torcito. Adare inoltre unsostegno logisticoagli organizzatori,anche Costruzionisolari srl e Multiu-tility Spa, due so-cietà che operanonel settore dellaproduzione e dellavendita dell’ener-gia verde e Core-pla, Consorzio Nazionale per laRaccolta, il Riciclaggio ed il Re-cupero dei Rifiuti di Imballag-gi in Plastica. Il primo evento a impatto zerosarà a Zollino, dal 22 al 24giugno alla Fiera di San Gio-vanni. Valore aggiunto dellafesta, durante la quale saran-no utilizzate esclusivamentestoviglie biodegradabili, saran-no i bambini delle 4ª e 5ª clas-si della Scuola elementare delpaese. Ai più piccoli il compi-

to di affiancare gli operatoriecologici nel fornire infor-mazioni sulla corretta gestionedei rifiuti e sull’importanza

della sostenibilità ambientale.Diventando così, per una vol-ta, loro i maestri.

Melissa Perrone

Roberto Paladini, diret-tore dell’associazione Ems,

non è nuovo alletematiche ambien-taliste. Dopo annidi militanza inun’associazioneecologista, aveva dicerto l’occhio al-lenato e la sensi-bilità giusta percogliere i segnaliche arrivavano dalterritorio. Lo con-ferma lui stesso,ammettendo chetutto è nato in fon-

do proprio dall’osservazione:“Ogni volta che partecipavoad un evento rimanevo col-pito dalla quantità di in-quinamento prodotto. Spaz-zatura, energia elettrica,risorse bruciate in nome deldivertimento. Mi sono allorachiesto se non ci fosse un’al-ternativa, se non fosse pos-sibile conciliare la tradizionee il turismo, al tempo salva-guardando l’ambiente. Perquesto è nato il marchioEcofesta, per affiancare gliorganizzatori degli eventi cheabbiano una sensibilità ver-

so le tematiche ambientali,guidandoli verso prassi vir-tuose. Scegliendo, ad esem-pio, stoviglie biodegradabili,aiutandoli a smaltire gli oliusati correttamente, sceglien-do forniture di energia verde,ecc…”. Ma questo ha dei costi ag-giuntivi? Sai, in tempi dicrisi… “In verità molto menodi quanto si immagini. Ed in-oltre, sulla distanza, è tal-mente conveniente!” Ma gliEnti locali, in questo, nonpossono aiutarvi? “È quelloche stiamo tentando di fare,

costruire dei rapporti stabilicon le istituzioni che incen-tivino gli organizzatori. Ab-biamo già in corso un dialo-go con la Provincia di Leccee la Regione Puglia. Staremoa vedere. Intanto un datopositivo è la cresciuta sensi-bilità sul tema. Siamo passatidai tre eventi dello scorsoanno ai quaranta di quest’an-no, con un risparmio comp-lessivo di 3,5 tonnellate diCO2 grazie alla fornitura dienergia verde. Evidente-mente abbiamo intercettatoun bisogno”. (m.p.)

L'ideatore: “Quest’anno risparmieremo 3,5 tonnellatedi CO2. E tuteliamo la tipicità del Salento”

La sostenibile ecologia della festaLa sagra si fa ecosostenibile. Nasce Ecofesta, un marchio per il divertimento a impatto zero

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10 23 giugno 2012

Cultura & Spettacolo a cura di Lori Albanese

Non sarà stato difficile, negli ul-timi giorni, imbattersi in stra-vaganti e avventurosi gruppi diattori e performer per le stradedel quartiere Leuca. Da marte-dì 19 è in corso K-Now!, resi-denza artistica promossa da In-duma Teatro e Manifatture Knosche ha riunito quaranta artistipugliesi mettendo a loro dispo-sizione, come scenario di provee incontri, un intero quartiere eogni suo spazio adatto all’in-contro: strade, piazze, esercizicommerciali, cortili, abitazioniprivate. Cinque giorni che han-no prodotto inedite sinergie traaddetti ai lavori e semplici spet-tatori e il cui risultato sarà pre-sentato sabato 23, a partire dal-le 19, con uno spettacolo finaleitinerante che partirà dalle casepopolari di via dei Ferrari e sisposterà poi in altri luoghi delquartiere. Ne abbiamo parlatocon l’attrice LeaBarletti, di In-duma Teatro.K-Now sta per concluderela sua quinta edizione. Qua-li sono state, nel corso de-gli anni, le principali evo-luzioni del progetto? Co-m’è partito e come si è tra-sformato?Quando ci siamo trovati a pen-sare e organizzare la prima edi-zione di K-Now, alle Manifattu-

re Knos nel 2008, più che un la-boratorio avevamo in testa unpiccolo festival off, uno showcaseteatrale che desse visibilità alleforze creative pugliesi più inno-vative e non ancora sufficiente-mente valorizzate. Doveva essereun modo per far incontrare lecompagnie al pubblico. Ma giàda quella prima edizione, il fat-to di lavorare insieme, mesco-larsi, dialogare è diventato ilvero motivo e motore del K-Now, che da “showcase del tea-tro pugliese” è diventato labo-ratorio/showcase. Oggi K-Nowè soprattutto l’incontro tra arti-sti, persone, attori e spettatori. Interagendo fortementecon il tessuto urbano, il la-boratorio/showcase cam-bia col cambiare del luogoe di chi lo abita. Qual è lareazione più frequente inchi partecipa da osservato-re?Certamente la curiosità, ma ognianno, proprio perché cambianoi luoghi e in parte le persone, ècompletamente diverso dal pre-cedente. L’anno scorso, a SanCesario, abbiamo trovato una di-sponibilità straordinaria da par-te dei cittadini: hanno accolto leperformance nei loro cortili,bar, esercizi commerciali, e cihanno anche in parte sostenu-

to dal punto di vista alimentare! Dopo San Cesario, K-Now ètornato a Lecce, in un quar-tiere al quale Induma Tea-tro è legato già da qualcheanno. Da dov’è partito que-sto stretto legame tra lacompagnia e il luogo? Induma è vincitrice, insieme adaltre dodici associazioni, di unmicroprogetto nell’ambito del-le attività del piano di rigenera-zione urbana del quartiere Leu-ca promosse da LUA e Comunedi Lecce. Il nostro progetto èquello di gettare le basi per unteatro di quartiere, attraversouna serie di azioni e interventi,che ci hanno visti partire nel2008 con delle serate aperte diimprovvisazione in un labora-torio di scultura della zona, cheabbiamo chiamato “Zona fran-ca”.Quanto è importante lacomponente legata all’im-provvisazione in un pro-getto come K-Now?È parte integrante del suo spi-rito: ogni giorno, improvvisa-mente, ci si può ritrovare a la-vorare con persone diverse, ocon un altro gruppo, o a un al-tro progetto. Non c’è niente diprestabilito.K-Now nasce come labora-torio aperto, ma ha delle re-

gole precise, tra cui quelledi non rinchiudersi nel pro-prio lavoro, collaborare,“scambiarsi”. Può esseredifficile, per un attore, ri-nunciare alla propria cifraindividuale e prestarsi aquella degli altri: come siesce da questa impasse?Apertura mentale, elasticità,creatività sono caratteristichecomuni a (quasi) tutti gli artisti.Chi partecipa al K-Now vieneproprio per questo, per colla-borare, mischiarsi agli altri, far-si criticare apertamente e co-struttivamente dai propri colle-ghi. Inoltre ci sono i rompibol-le, cioè i nostri spettatori attivi,non addetti ai lavori, che hannoil compito di rompere le bolled’isolamento in cui a volte un ar-tista rischia di rinchiudersi. Chi sono i protagonisti diquest’edizione?Il nostro cuoco Rocco, e Ilariache lo aiuta; Margherita, la no-stra organizzatrice; Dario, sce-nografo-tecnico-tuttofare. E poiIppolito Chiarello, Roberto Cor-radino, Sara Bevilacqua conMeriadini Perduti, Irene Scardia,Stefania Mariano, lo scrittoreOsvaldo Piliego, noi di Induma,tanti altri giovani artisti, e per laprima volta anche un pittore:Orodè Deoro.

Che cosa accadrà durantela performance finale del23?La performance arriva a chiu-sura di una settimana di lavoridurante la quale circa quarantaartisti si sono confrontati con ilquartiere producendo una seriedi performance “site specific”. Lacaratteristica principale di que-sta serata è che fino alla fine nonsi sa come sarà! Posso solo direquello che ci sarà prima e quel-lo che verrà dopo. Quest’inver-no abbiamo effettuato una seriedi interviste agli abitanti dellecase Iacp di via dei Ferrari, dal-le quali trae ispirazione la per-formance di apertura della se-rata conclusiva (alle 19), propriosulle terrazze di quelle stessecase popolari. Il giorno dopo, in-

vece, presentiamo uno spetta-colo di teatro urbano reduce dagrandi successi internazionalicome “La morte di Babbo Na-tale” di Tony Clifton Circus.La partecipazione a K-Nowè sempre stata gratuita.Questo significa che glisforzi organizzativi e logi-stici sono tutti a carico del-la compagnia. Come sieteriusciti a far fronte a questoimpegno?Con entusiasmo, semplicità espirito d’adattamento, da partedi tutti. Certo, siamo ormai allaquinta edizione, e non ci di-spiacerebbe, in futuro, disporredi un piccolo budget tutto per ilK-Now!

(foto: Maurizio Buttazzo)

“Babbo Natale non esiste” è lacosa più crudele che si possadire a un bambino. È un di-spetto, un furto, un trauma in-superabile, la sconfitta di ogniinconscio tentativo di tenersistretta l’infanzia il più a lungopossibile. È il sogno più bistrattato esfruttato che l’umanità abbiapartorito a beneficio dei bam-bini e, spesso, proprio daibambini distrutto: perché ipargoli, si sa, sono creaturebrutali e ce n’è sempre qual-cuno nato sgamato che affos-sa le illusioni dei suoi coetaneiingenui.

Ma a lui, a Babbo Natale, chici pensa? Chi si disturba achiedersi cosa quest’omonegrasso e sorridente fa dellasua vita quando il sogno s’in-frange, quando non è Natale,quando nessuno ci crede più?E se dietro la sua aria mite sinascondesse in realtà una ca-naglia, un fiancheggiatore delconsumismo? Soprattutto: chene è delle sue renne? La ri-sposta è in La morte di BabboNatale. Eutanasia di un mitosovrappeso di quei tipi pocoraccomandabili e per nienterassicuranti dei Tony CliftonCircus (nella foto), portati a

Lecce da Induma Teatro nel-l’ambito delle attività di rige-nerazione urbana partecipatadel quartiere Leuca. Brucianti provocatori, comiciestremi, clown da combatti-mento, i Tony Clifton Circusapprodano in città dopo ap-plaudite rappresentazioni inItalia ed Europa con un rockand roll show che mette inscena il disagio esistenziale diun simbolo ancora vivo e ve-geto che però vuole morire.Nel rappresentare il dualismodi questo emblema del consu-mismo dei nostri tempi (in-nocuo pancione rubicondo e

scaltro conoscitore dei mec-canismi di produzione e pote-re), Nicola Danesi de Luca, Ia-copo Fulgi, Enzo Palazzoni,Werner Waas (nella parte diBabbo Natale), instaurano conil pubblico un rapporto cinicoe indecifrabile, coinvolgendogli spettatori in situazioni pa-radossali che riproducono l’as-surdità del mondo nel quale vi-viamo. Uno spettacolo politicamentescorretto, con un finale a sor-presa e moltissime trovate ori-ginali e intelligenti.Info: 328.3836435 (ingressogratuito).

Sabato 23, dalle 19, perfomance finale itinerante del laboratorio/showcase del teatropugliese. Chiusura, domenica 24, con il Babbo Natale di Tony Clifton Circus

K-Now!, performance e spettacolinel quartiere Leuca

Babbo Natale esiste, ma vuole morireDomenica 24, alle 21.30, nel cortile dell'Istituto “Giovanni Falcone” di via Abruzzi, il brillante e feroce spettacolo della compagnia Tony Clifton Circus

Foto: lefourneau.com

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11 23 giugno 2012

Cultura & Spettacolo

Lo scorso marzo la notizia della chiusura acausa del mancato permesso da parte del-l’Anas ad accedere all’immobile dalla Ss 7ter Lecce-Campi Salentina fece molto ru-more. L’ex mercato dei fiori di Trepuzzi, poitrasformato nella Casa della Musica Livel-lo 11/8 con notevole sforzo economico daparte di Regione Puglia e Provincia di Lec-ce e gestito dalla società 11/8 Records chefa capo a Cesare dell’Anna, ha rischiatodi veder compromessa la sua attività per untempo indeterminato, e soprattutto nelbel mezzo di una stagione già programmata. Il problema dell’accesso alla grande sala po-lifunzionale che ospita non solo grandiconcerti, ma anche uno studio di registra-zione, uffici e un punto ristoro, si era postofin dalla sua inaugurazione a causa della pe-ricolosità d’immissione alla Ss 7 ter. Graziead accordi con i privati, proprietari dei ter-reni retrostanti, l’accesso era sempre statopossibile da una strada secondaria. Fino a

che un cantiere per la realizzazione di un re-sort, proprio su quell’accesso, e il silenziodell’Anas che non si è mai decisa a conce-dere il permesso, hanno comportato l’ine-vitabile chiusura, e l’immediata reazione diresponsabili e appassionati. Un movimento di protesta, una petizioneon line a favore della riapertura e unagran risonanza mediatica hanno ottenuto,non senza sforzi, l’effetto sperato: il Livel-lo 11/8 riapre. A seguito di riunioni tra ge-stori e dirigenti Anas, il divieto d’ingressoè stato revocato a patto che si provveda a la-vori di messa in sicurezza della strada. Lo spettacolo può dunque continuare, conuna due giorni di festa, musica e live set aingresso gratuito. Venerdì 22, notte elet-tronica a base di maximal, indie, nu tecno,con le selezioni dei dj e producer Disco-splatter, dj Maik, Tetrixx, dj Track, Joe Step-per e Koona. Sabato 23, tra i dj set a cura di dj Dell’Anas,

Patatina dj Akus, Scienza e dj Sorge, la se-rata sarà dedicata alla presentazione uffi-ciale degli ultimi dischi firmati 11/8 Records.Ad aprire sarà il cantautore salentino ALF,al secolo Cristoforo Micheli (nella foto),che presenterà il suo debutto discograficoTutti i sogni sono uno. A seguire, CesareDell’Anna & Opa Cupa proporranno i rit-mi balcanici, le sonorità jazz, progressive ebandistiche che caratterizzano il loro re-pertorio ormai decennale. Info: 0832.305693; livelloundiciottavi.it.Start alle 21.30.

Riapre il Livello 11/8, open week per festeggiare Andrà avanti fino al prossimo

17 luglio presso le sale del Ca-stello Carlo V la seconda edi-zione della Biennale del Sa-lento, apertasi la scorsa set-timana e inserita nell’ambi-to degli eventi in programmaa sostegno della candidaturadi Lecce a Capitale Europeadella Cultura 2019. Organiz-zata dall’Associazione Cul-turale “Tracce - Arte Con-temporanea”, che ha sedenell’ex Stazione Ippica di viaLequile, l’esposizione è statacurata con uno sguardo in-ternazionale pur riunendoin gran parte una produzio-ne artistica nata nel territorio. Molte le novità di questa edi-zione, a partire dal conceptstesso dell’allestimento, im-prontato al movimento, aigiochi di luce, alle installa-zioni immerse nel buio che ri-disegnano lo spazio. Tra gliartisti ospiti, un grande pro-tagonista dell’arte contem-poranea del Novecento comeUgo Tapparini, disegnatore,

giornalista, scrittore con lapassione della pittura nato aLecce da famiglia veronese; epoi, tra gli altri, il GruppoTracce (Ornella Durini, Fer-nando Perrone, Fulvia Per-rone, Massimo Schito, Vit-torio Tapparini; autori del-l’installazione Luce e om-bra, nella foto), Mauro Ar-nesano, Daphne Cazalet, Gio-vanni Carpignano, Giò Cofa-no, Mario Cristofalo, Rober-to Dell’Anna, John De Feu,Claudio Di Lorenzo, Elisa-betta De Giorgi, GiuseppeGramegna, Giovanni Gra-vante, Onelia Greco, Gian-franco Margiotta, Pietro Pal-misano, Angelo Patera, PabloPeron, Adriano Radeglia, Sal-vatore Rizzello, Salvatore Ro-sato, Maurizio Sacquegno,Tarshito, Vanda Valente, Mi-haela Vasilescu, GiuseppeZilli.La mostra è visitabile ognigiorno, festivi inclusi, dalle 9alle 13 e dalle 16 alle 21. Ingresso libero.

Dopo tre mesi di chiusura forzata, venerdì 22 e sabato23 grande festa in due serate a ingresso gratuito

Tracce di contemporaneitàalla Biennale del Salento

Un racconto a Capo. Nel sen-so che parte dall’ultimo lembodi terra del Salento, il Capo diLeuca; e in quello più arditodel ripartire da capo ogni vol-ta, mettendo in archivio ciò cheè stato e trasformando il tem-po trascorso in patrimonio,provando a servirsi delle espe-rienze passate per imbastire unracconto che guardi al futuro. Il progetto Ti racconto a Capo,ideato e coordinato da CarloCiardo e Luciano de Francesco,ha il suo centro a Corsano epersegue il fine di dare vita a

un’unione di immagini, suonie parole della terra del Sud gra-zie alla ricerca e al recuperodelle tradizioni e a un’attivitàartistica che mette insiememusica, danza, teatro. In que-st’ambito nasce e si muove laresidenza teatrale Hestia. IlVentre dei Luoghi, sotto la di-rezione dell’attore e registaIppolito Chiarello. Il bando,che scade sabato 30 giugno, èrivolto ad attori, musicisti edanzatori provenienti dall’Ita-lia e dall’estero e porterà allaselezione di sedici partecipan-

ti che potranno vivere diecigiorni (dal 31 luglio al 9 agosto)in una residenza completa-mente gratuita offerta dal-l’Associazione Idee a Sud Est,in collaborazione con l’Asses-sorato alle Politiche Giovanilie la Pro Loco di Corsano, e NA-SCA Teatri di Terra. La residenza nasce dalla con-vinzione che raccontando unelemento locale con profondi-tà e sincerità si possa impara-re a scoprire non solo un pae-se, ma un sud più ancestrale eassoluto, il sud del mondo,

costruendo al contempo unbagaglio attoriale in grado diraccontare non in maniera tra-dizionale ma attraverso dellesuggestioni. Il tema della resi-denza di quest’anno è “I san-tissimi”: attori, residenti e tu-risti verranno coinvolti nellarealizzazione di una Città deiSanti che racconti il significa-to di santità, tanto nella pro-spettiva tradizionale del sud,

quanto in quella dei contem-poranei santi moderni. A fareda scenario alle attività arti-stiche sarà l’intero paese diCorsano, che verrà utilizzatocome il palcoscenico all’inter-no del quale tutto accade, at-traverso la realizzazione di

edicole votive ricavate nelleabitazioni e nei luoghi classicidi culto. Il bando è reperibilesul sito www.tiraccontoa-capo.it. Info: Francesco Caracciolo:328.8424212; [email protected].

Ti racconto a Capo, attori in residenza per capire e raccontare il SudSabato 30 giugno è il termine ultimo per iscriversi allaresidenza di dieci giorni diretta da Ippolito Chiarello a Corsano

FUORI CITTÀ

Foto: Pablo Peron

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12 23 giugno 2012

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Sono giorni di passione per la ti-foseria giallorossa, spaventata daun’eventuale retrocessione d’uf-ficio e dalla fretta che la famigliaSemeraro ha imposto nella trat-tativa con Savino Tesoro per lacessione del pacchetto di mag-gioranza del club. Perché, an-nunciano dal direttivo di NoiLecce, “in un momento così de-licato per la storia dell’Us Leccedobbiamo sentirci e presentar-ci uniti nel pretendere rispetto,da parte di tutti, per la nostra ma-glia, la nostra passione e la nostrastoria. Su questi presupposti noichiediamo rispetto, innanzitut-to, dalla famiglia Semeraro che,al netto degli sviluppi degli atti diindagine e delle scelte finanzia-rie, deve riprendere consape-volezza che l’Us Lecce, intesacome valore nella sua espres-

sione più alta, non si cede o li-quida con la fredda applicazionedelle norme del diritto societa-rio”. Stesso trattamento per il Grup-po Tesoro “per cui vale la me-desima considerazione, con l’ag-giunta che l’acquisto di una so-cietà di calcio non è solo business,ma soprattutto emozione: senon c’è quella, tanto vale conti-nuare ad occuparsi freddamen-te dell’acciaio”. Un appello ac-calorato, unito ad una forte cri-tica verso il legale del VicenzaCalcio, l’avvocato Polato, con-vinto che il Lecce sarà retroces-so d’ufficio in quanto “sarebbeemersa la responsabilità direttadi Pierandrea Semeraro, giàpresidente della società puglie-se, il quale avrebbe concorsodirettamente all’illecito consu-

matosi nella gara Bari-Lecce,con la consegna di 230mila euroad alcuni giocatori della squadraavversaria”. Polato, inoltre, parla di una “cir-costanza acclarata anche in sede

penale, dal momento che la Pro-cura di Bari ha come indagato lostesso Semeraro per frode spor-tiva”. E, poi: “Per il Lecce le pre-viste scadenze non sono ancoracompletate e quindi siamo in at-

tesa del deferimento”. Infine:“Un avvocato non dà mai per-centuali di vittoria, però mi pareche ci siano evidenze concla-mate che ci sia responsabilità di-retta sia nel caso del Grosseto,

che del Lecce”. Affermazioniinopportune e affrettata per i di-rettivo di Noi Lecce, che spera ditornare a discutere di “calciomercato, di programmi, di emo-zioni e di sogni”.

13 23 giugno 2012

SportCALCIO

a cura di Francesco Covella

“La famiglia è fuori, comunquevada”, le trattative per la di-smissione del pacchetto di mag-gioranza ai Tesoro “sono benavviate”, ma in caso di retro-cessione in Lega Pro, le condi-zioni economiche poste dal-l’imprenditore bergamasco“sono inaccettabili”. Queste leprincipali dichiarazioni rila-sciate da Giovanni Semera-ro (nella foto a destra) al ter-mine dell’incontro di lunedìcol sindaco Paolo Perrone(nella foto a sinistra). Un Se-meraro polemico e terreo sindal suo arrivo a Palazzo Carafa,addirittura infastidito di fron-te alle domande dei giornalisti. Fortunatamente, ci ha pensatoil primo cittadino a fare un po’di chiarezza e a rasserenareparzialmente la tifoseria gial-lorossa. Nel corso di una con-ferenza stampa improvvisata,Perrone è stato lapidario: “Il cal-cio a Lecce non scomparirà, latrattativa con il Gruppo Tesoroè blindata” e, male che vada,“verrà introdotta una clausolain caso di retrocessione d’uffi-cio”. Eventualità poco probabileperché “la proprietà crede fer-mamente nella permanenza

nel campionato di serie B”.Nella malaugurata ipotesi diun Lecce in Prima Divisione, itifosi possono stare tranquilli, inquanto “ho già avviato dei con-tatti col tessuto economico e im-prenditoriale salentino”. E, poi:“la società è già iscritta al cam-pionato di serie B e non lasce-rà debiti, verrà messa in liqui-dazione”. Un Paolo Perrone ot-timista “anche se purtroppoviviamo in una fase di grandedifficoltà generale, e tutto que-sto non favorisce nemmeno gliimprenditori più appassionati”.

Infine un auspicio: “Da sinda-co e da tifoso mi auguro che lasquadra possa andare nellemani di chi veramente abbia vo-glia di proseguire in questa av-ventura. Mi dispiace che la fa-miglia Semeraro abbandoni, ciha permesso di disputare cam-pionati al di sopra delle aspet-tative per una città che, anchenel corso dell’ultimo campio-nato, ha visto 5mila spettatoriin media allo stadio”. Tutto risolto, allora? Tifosi tran-quilli? Solo in parte, perché ledichiarazioni del patron pri-

ma, e del sindaco dopo, hannolasciato aperti alcuni interro-gativi. A fronte di un Perroneche ha garantito la sopravvi-venza del Lecce, ci si chiedecome sia possibile che l’ipotesidi un’ulteriore retrocessionerimanga in piedi. Infatti, la ti-foseria avrebbe gradito unapresa di posizione più convin-cente, che scartasse definitiva-mente l’eventualità di una re-sponsabilità diretta dell’Us Lec-ce nella presunta combine delderby col Bari nel 2011. Perché,a rigor di logica, se l’attualeproprietà fosse sicura di non es-sersi mai sporcata le mani, letrattative per la cessione dellequote di maggioranza dovreb-bero prendere in considerazio-ne solo l’ipotesi di una perma-nenza nel campionato cadetto.Infine, l’imprevista partecipa-zione di Pierandrea Semeraroall’incontro di lunedì in veste di“presidente” (sono parole delpadre Giovanni), lascia pensa-re che il sindaco -niente affat-to tranquillo- abbia preteso ul-teriori rassicurazioni propriodall’ex presidente, indagato perfrode sportiva dalla Procuradella Repubblica di Bari.

A distanza di qualche giorno, fanno ancora discutere le dichiarazioni rilasciate da GiovanniSemeraro e da Paolo Perrone, a margine del summit di lunedì a Palazzo Carafa

Il direttivo chiede maggior considerazione ai Semeraro e ai Tesoro. Forti critiche, inoltre, nei confronti del legale del Vicenza calcio

Noi Lecce: “Rispettate la nostra passione”

Perrone tranquillizza i tifosi, ma non troppo

Gli addetti ai lavori non han-no mai avuto dubbi su An-drea. Al centrale galatinese,però, è mancata la continuità,colpa dei continui infortuni, edi qualche limite caratteriale.Le sue qualità sono indiscuti-bili, ma i tempi in cui MarcelloLippi ebbe a convocarlo in Na-zionale sembrano lontani anniluce. Per questo motivo, Espo-sito potrebbe disputare un’al-tra stagione in giallorosso incaso di permanenza del Lec-ce nella serie cadetta, anche semister De Canio (al contrariodel presidente Preziosi) cal-deggia un suo ritorno al Ge-noa, proprietario di metà delsuo cartellino. Una cattiva notizia per l’at-tuale dirigenza, impegnata adismettere l’intero parco gio-catori entro il 30 giugno. Ilpunto nodale sono le com-partecipazioni che il ds Car-lo Osti è impegnato a risol-vere senza ricorrere alle buste.Detto di Esposito, bisogna ri-solvere le situazioni di Baclet(Vicenza), Scialpi (Varese),Romeo (Isola Liri), e Mazzotta(Palermo). Dei quattro, soloBaclet sembra destinato a re-stare, nonostante la societàtenti in ogni modo di cederlo.Inoltre, a pesare sulle esanguifinanze del sodalizio di viaTemplari, ci sono i rientri daiprestiti di Jeda, Cacia e Fer-

rario. Una brutta gatta da pe-lare, visto che i tre godono diingaggi assai onerosi. Bastipensare che il solo Cacia per-cepisce un ingaggio di650mila euro netti a stagione,una cifra smodata se rappor-tata al valore del calciatore. Buone nuove, invece, giun-gono da Eusebio Di Fran-cesco (nella foto) e da unaparte del suo staff, che laprossima stagione alleneran-no il Sassuolo, facendo ri-sparmiare al Lecce poco più di900mila euro. Intanto, c’è daregistrare un forte interessa-mento del Bologna per Brivio.Anche l’Atalanta ha sondato ilterreno, ma un eventuale ac-quisto dipende dalla cessionedel pari ruolo Peluso, sul qua-le sembra essersi mossa la Ju-ventus e una big inglese di cuiancora non si conosce il nome.

Il Sassuolo ufficializza l’ingaggio dell’extecnico giallorosso. Intanto, Osti è allavoro per risolvere le compartecipazioni

Esposito potrebberestare. Di Francescoha rescisso

Andrea Esposito (foto: www.ciomercatonews.com)

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14 23 giugno 2012

SportFOOTBALL AMERICANO

Si è chiusa positivamente, per il CtMaglie, la finale di andata per lapromozione in A1. Contro un co-riaceo Ct Barletta non si è andatioltre il 3-3, ma il risultato ha co-munque soddisfatto il team sa-lentino. Condizionati dall’incom-pleto recupero degli infortunatiGianluca Luddi e Francesco Pic-cari, i magliesi sono riusciti a con-tenere l’onda d’urto dei barlettani,

chiudendo i singolari con le vitto-rie di Erik Crepaldi e proprio diFrancesco Piccari. Il primo ai dan-ni di Andrea Roscioli per 6-2 7-5,mentre il secondo ha avuto vita fa-cile con Francesco Faggella, scon-fitto con un perentorio 6-2 6-3.Giorgio Portaluri e GianlucaLuddi, invece, hanno ceduto ri-spettivamente con Jan Satral, per6-4 6-4, e con Tomas Tenconi, per

6-1 6-3. Pari e patta anche negli incontri didoppio: una vittoria per parte,con la coppia magliese, Crepaldi-Portaluri ,che ha superato la cop-pia Roscioli-Faggella per 6-4 6-2.Mentre la coppia barlettana, Sa-tral-Tenconi, ha superato il tan-dem Luddi-Piccari per 6-1 5-7 6-3, alla fine di una dura battagliadurata quasi tre ore.

Si chiama “Vibria”, ed è il primo (eper ora unico) team al femminile difootball americano in tutto il me-ridione. Dell’ambizioso progettofanno parte i coach Roberto Vi-tale e Gabriele Di Gennaro deiSalento Dragons, già al lavoro conl’intenzione di prendere parte alcampionato nazionale la prossi-ma stagione. Il progetto fa parte della politica dipromozione dei valori di questosport portato avanti proprio daiDragons, il team di football ma-schile oramai conosciuto a livellonazionale. “Quest’idea nasce so-prattutto per dare alle donne la pos-sibilità di inserirsi in uno sport si-nora considerato un terreno esclu-sivo degli uomini -commenta DiGennaro-. In soli sei anni di attivi-tà, i Salento Dragons hanno rag-

giunto risultati soddisfacenti, anchecon il settore giovanile. Da pochesettimane abbiamo deciso di in-traprendere il cammino del footballfemminile creando la prima squa-dra in Puglia. Per ora abbiamoundici ragazze che si allenerannoper tutto il periodo estivo in vistadel prossimo campionato femmi-nile di football a 7. Il nome sceltoè Vibria, che letteralmente rap-presenta la femmina del drago,scelto dalle nostre atlete per ren-dere omaggio ai loro compagni disquadra: i Dragons. Inoltre - ag-giunge- sono convinto che le nostreVibrie diranno la loro e ci darannotante soddisfazioni, dimostrandoche il football americano è unosport per tutti”. Non nasconde il grande entusiasmoRoberta Loiacono, prima gio-catrice e promotrice del progetto.“Ho avuto la fortuna di conoscereil football americano molti anni fae non nascondo che è sempre sta-to un mio sogno quello di scende-re in campo con casco e paraspal-le. E, quando ho sentito che stavaper nascere una squadra di footballamericano femminile, mi sono but-tata a capofitto. Spero che grazie al-l’aiuto dei Dragons, le Vibrie rie-scano ad essere sempre più nume-rose e preparate per poter diventaresempre più competitive”.

È nata a Lecce la prima squadra di femminile del sud Italia

Ennesima gran-de performanceper FrancescaLanciano (nel-la foto) ai cam-pionati italiani diMisano Adriati-co nella discipli-na del Salto triplofemminile. Iprossimi mon-diali di Barcello-na la vedrannogrande protago-nista, questo l’auspicio dei tecnici della fe-derazione. L’atleta di Specchia, infatti, hachiuso la sua prova emiliana alle spalle del-la Derkach con un 13.20 che le è valso il 6°posto della lista italiana juniores. Purtroppo, la giornata è stata rovinata daun eccesso di vento che non ha permessol’omologazione del salto proprio di DariyaDerkach(13.64), atleta italo-ucraina moltopromettente, per alcuni potenzialmentepiù forte della Lanciano. Dariya -che ga-reggia per l’Italia- potrebbe non partecipa-re ai mondiali Under 20 di Barcellona, peruna questione meramente burocratica, ov-vero il ritardo nel conseguimento della cit-tadinanza italiana.

Francesca Lancianoconquista un postoper i mondiali

Il team salentino impatta per 3-3 contro il Ct Barletta

Il Ct Maglie pareggia nonostante gli acciacchi

Questo week end, dal 22 al24, il lido Piazzetta di Cam-poverde di San Cataldo ospi-terà il primo “Torneo Inter-nazionale Itf di beach ten-nis” nell’ambito del “SalentoSummer Contest 2012”. Lamanifestazione è patrocinatadal Comune di Lecce, ed è or-ganizzata dall’Asd CocopinkoBeach Tennis. La fase internazionale del tor-neo sarà preceduta, venerdì22, dal torneo nazionale di be-ach tennis destinato agli un-der 12, 14 e 16. Intanto,mar-tedì scorso, presso l’OpenSpace di Palazzo Carafa, ilpresidente dell’Asd Cocopin-

ko, Giuseppe Coppola, haillustrato il programma dellamanifestazione. Gli iscrittisono 32 per il doppio maschilee 16 per il doppio femminile.Il fiduciario regionale della fe-derazione Fit Beach Tennis,Nico Traversa, si è invecesoffermato sulla grandeespansione del tennis suspiaggia nella nostra regione,terza in Italia. “Basti pensareche il numero dei tesserati siaggira attorno alle settecentounità, 250 delle quali prove-nienti dal Salento. Peraltro, ilbeach tennis rappresenta unimportante strumento di pro-mozione del territorio”.

Il tennis sposa la natura

TENNIS

San Cataldo ospita l’Internazionale Itf dibeach tennis nell’ambito del “SalentoSummer Contest 2012”

L’atleta salentina guadagnaun’ottima sesta posizionesaltando 13,20 metri

Con “Vibria” il football americano si tinge di rosa

ATLETICA

“Rapsodia Araba. Omaggio aMahmoud Reda” è il nomedella manifestazione in pro-gramma sabato 30 presso ilcircolo ippico “Tempi Nuovi”a Cavallino che vedrà prota-goniste 35 danzatrici del ven-tre (tra cui una bambina).L’evento è organizzato dal-l’Asd “Awalim Danze Orien-tali” con sede a Lecce e l’in-gresso sarà libero. Siamo alla quarta edizioneconsecutiva, la terza presso ilcentro ippico “Tempi Nuo-vi”, scelto soprattutto per lagrande capienza. Infatti, il 30giugno sono attesi circa 500

spettatori, considerato che gliappassionati aumentano eche negli anni la partecipa-zione è stata di volta in voltamaggiore. Basti pensare alla350 presenze del 2011. L’Asd “Awalim Danze Orien-tali” è gestita da FrancescaMontefusco e da France-sca Dell’Atti. Curiosamente,le due istruttrici, si sono av-vicinate a questa disciplinaper via di qualche acciacco allaschiena. La danza del ventre,infatti, favorisce una posturaottimale oltre ad allentare latensione della zona lombare.Sia per Francesca Montefusco,

che per Francesca Dell’Atti, laformazione è stata severa,avendo partecipato a nume-rosi stage, ora con insegnan-ti statunitensi, ora con inse-gnanti egiziani. Insomma, unlungo percorso che cominciaa produrre i risultati sperati.Come detto, la danza del ven-tre continua a fare proseliti,ma all’Awalim, si possonostudiare altre discipline: lamaggior parte delle danzeorientali oltre al folklore. Gliiscritti sono una sessantina,ma si spera di arrivare a quo-ta cento entro l’inizio dellaprossima stagione.

Il Salento incontra l’Oriente con “Rapsodia Araba”Sabato 30 giugno, presso il circolo ippico “Tempi Nuovi” a Cavallino, andrà in scenalo spettacolo di danza orientale a cura dell’Asd “Awalim” di Lecce

DANZA DEL VENTRE

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STORIE DELL’ALTRA LECCE

Avvolta da un alone di mistero, la poetessa Isabella Castriotasegnò il Settecento letterario salentino con le sue poesie el’amore per Pietro Belli

“L’idea di rievocare storica-mente le mal note figure didue poeti fioritidal patriziatoleccese nel movimentalo e tur-binoso Settecento -Isabella Ca-striota-Skanderberg e PietroBelli- sorse in me anni or sono,quandouna signora di nobilefamiglia, che ad essi fu impa-rentata, mi fece vedere un pic-colo vecchio libro manoscritto,trovato fra polverose carte fa-miliarie forse destinato allefiamme. Ma di quel mano-scritto aveva compreso il valo-re un dotto magistrato e culto-re di belle lettere, marito dellasignora, che me ne fece dono.Scritto su fine carta bambaci-na filogranata, era quello il li-bro Ricordi di me di Ales-sandro Castriota-Skanderberg,padre di Isabella”.

Così lo studioso salentino N. DeSimone-Paladini fu il primo anarrare la travagliata storia diIsabella Castriota, traendo spun-ti e notizie dal prezioso mano-scritto del padre della nobil-donna, Alessandro Castriota,detto Skanderberg, che tra con-ti familiari e avvenimenti pub-blici, elenchi di pergamene e se-greti di famiglia, conteneva tut-to il “curriculum vitae” dellapoetessa. Ed è proprio attra-verso questi scritti che si è tra-mandata la tragica esistenza dicolei che, buttata a sedici annitra le braccia di un marito ses-santenne e infermo, dopo variedolorose vicende unì il suo de-stino a quello che fu il prescel-to del suo cuore, il poeta e filo-sofo cui non meno avversa fu lasorte, Pietro Belli.L‘ambiente storico salentino incui questi personaggi vissero,soffrirono e poetarono, quello

del primo Settecento, non fucertamente roseo ma piuttostopieno di travagliate vicende,che passano dalla lunga domi-nazione spagnola a quella au-striaca, al Regno napoletano diCarlo III. Se, d’altra parte, que-st’epoca fu infelice dal punto divista economico e politico, al-trettanto si rese feconda nel-l’ambito delle arti e della scien-za, poiché molti di coloro chenutrivano alti valori e nobilisentimenti, estraniandosi dal-l’ambiente che li opprimeva,cercarono negli studi o nel-l’espressione artistica un piùlibero ed ampio respiro. Alle dif-ficoltà oggettive che il periodostorico comportava certamen-te si unì l’avverso destino per-sonale e le dolorose vicissitudi-ni personali dei due poeti. Isabella nacque nel settembre1704 a Lecce, dando la mortealla giovanissima madre, la ric-ca gallipolina Irene Pieve-Sau-li, che lasciò la neonata comesua unica erede universale. Fuproprio questo triste evento a se-gnare irreparabilmente il suodestino poiché, come la cattivamatrigna nei leggendari rac-conti fiabeschi, unico desiderio

della successiva moglie del pa-dre fu disfarsi in ogni modo del-la figliastra. Non vi era soluzio-ne migliore che rinchiudere inun convento la piccola Isabella,che nei primi anni di vita nonebbe che l’affetto della fedele nu-trice, godendo delle sue rendi-te. Di questo convinse facil-mente l’altrettanto avido mari-to “Donna Peppa”, come lui lachiama nei Ricordi, giustifi-cando questa scelta con il diffusouso del tempo che le donnedelle nobili famiglie destinavaalla vita claustrale. Appena adolescente, Isabellaentrò nel Convento di SantaChiara a Gallipoli, ma vi restòsolo pochi anni, finché sedi-cenne fu data in sposa all’an-ziano barone Filippo Guariniper volere di uno zio materno,cui premeva assicurare alla fa-miglia una discendenza. La ge-nerosità del marito non bastò,tuttavia, a rasserenare l’esi-stenza della giovane donna, for-temente delusa da tutto e da tut-ti, come testimonia la fitta cor-rispondenza epistolare di quelperiodo. La futura poetessa re-stò sette anni accanto ad unuomo troppo diverso da lei peretà e inclinazioni, il che la reseancora più infelice, tanto chechiese e ottenne dal compren-sivo barone la separazione, con-cessale a patto che si ritirasse nelConservatorio di S. Anna. Que-sta specie di ritiro spiritualerese fertili gli studi di Isabella,che poté dedicarsi alla lettera-tura e alle scoperte intellettua-li e coltivare la scrittura poetica,ma anche qui il soggiorno nondurò a lungo, e dopo pochi annila donna abbandonò il conven-to, entrando in disaccordo delpadre e degli altri parenti.

La giovane poetessa fece uffi-cialmente il suo ingresso nellasocietà colta leccese, suscitandocuriosità e non pochi pettego-lezzi, e fu in quegli anni che co-nobbe il suo futuro nuovo ma-rito, colui che sarà l’amore del-la sua vita, il letterato e filosofoPietro Belli. Tale unione fu co-ronata dalla comune passioneper le lettere e per la poesia inparticolare, ma segnata da nuo-ve ulteriori angosce, come la mi-nacciata carcerazione di lui perdebiti, esito di una incorreggibilecondotta da dissipatore dei benipropri e della moglie, e ancoraun’altra scottante delusione perlei, arrecatale dal testamentodello zio materno, che nell’ere-dità le preferì un altro nipote. Donna di grande ingegno e fer-vida cultura, iscritta all’Acca-demia degli Spioni di Lecce,

che si muoveva tra i repertoristilistici dell’Arcadia e le sugge-stioni cartesiane, la Castriota futra le poche figure femminili chenella vita intellettuale del Set-tecento salentino emersero perle proprie doti letterarie e in-tellettuali.A riecheggiare il ricordo di leioggi non restano, a Lecce, che lelettere del nome incise sul murodi una via dedicatale e il bellis-simo Palazzo Belli in stile neo-classico sul corso cittadino, doveconsumò intensamente il suoamore con il poeta Pietro. È an-dato perduto, invece, il PalazzoCastriota, dove visse i tristi annidella sua infanzia una poetessail cui nome è stato a lungo,come riferisce il De Simone,“avvolto in un alone incerto edevanescente”.

Rosy Paticchio

Donna Isabella, d’amore e poesiaAnno I - n. 22Reg. Trib. Lecce n. 3 del 24.01.2012

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Ben trovati!La bella stagione ci da sicuramente l’op-portunità di incrementare il consumo dipesce, vuoi perché c’è più offerta, vuoiperché la cucina di pesce è quella del-l’ultimo momento, vuoi anche per unavoglia di mangiar leggero che ci prendequando i gradi salgono.Non possiamo certo cucinare un pescedi mattina per consumarlo per cena, ameno che non si tratti di un’insalata di mare o di polpo. Quel-la che vi propongo questa settimana è abbastanza classica comepreparazione, ma magari non tutti si sono mai cimentati.Se avete dubbi, scrivetemi a [email protected]. Alla prossima!

Rubrica di cucina a cura di Anna Maria Chirone ArnòIl Gusto del Tacco La ricetta della settimana

Filetto di pesce con crosta di patate e zucchine

IngredientiUn filetto a persona (spigola o orata); 2 patate medie affettate molto sottilmente; timo fresco o finocchietto; un piccolo pezzetto di aglio finemente tritato; una piccola zucchina a persona;sale;pepe;olio extra vergine

PreparazionePrima di tutto sfilettate il pesce avendo cura di conserva-re la lisca ed altri scarti per un ottimo fumetto di pesce. Po-tete surgelarlo e vi tornerà utile quando avrete voglia di unbuon risotto alla pescatora.Fate una julienne fine con le zucchine e mettetele in una cio-tola con poco sale così che tirino fuori la loro acqua.Disponete su carta forno in teglia antiaderente i filetti, sa-late e pepate leggermente, coprite con le fette di patate cheavrete prima condito in una coppa con sale, pepe, olio, l’aglio,timo. Posate sulle patate la julienne di zucchina, un pomodorino,condite con un filo d’olio ed un rametto di timo. Infornatea 170° per 20 minuti circa. Semplice, ottimo, ma soprattuttosano!

Palazzo Castriota

Stemma dei Castriota-Skanderberg

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