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FRANCESCO PETRARCA nelle musiche del primo Cinquecento DDD TC 450001 2004 Made in Italy P Elena Bertuzzi, canto Filippo Crispo, voce recitante CONSORT VENETO Gianpaolo Capuzzo (flauto dolce), Giovanni Toffano (flauto dolce), Paolo Tognon (dulciana), Pier Luigi Polato (liuto e cetra) TOTAL TIME 00:45:47 1 2 3 6 5 4 9 10 11 12 7 8 14 13 15 16 17 18 19 25 24 23 22 21 20 Francesco Petrarca (1304-1374) Bartolomeo Tromboncino(1470 ca.-1535 ca.) B. Tromboncino diminuzioni di Paolo Tognon F. Petrarca Serafino Razzi (1531-1611) F. Petrarca Giovanni Lulino (inizio del XVI secolo) Francesco D’Ana (inizio del XVI secolo) F. Petrarca B. Tromboncino Vincenzo Ruffo (1508 ca.-1587) F. Petrarca Anonimo (inizio del XVI secolo) Joan Ambrosio Dalza (inizio del XVI secolo) F. Petrarca B. Tromboncino F. Petrarca Marchetto Cara (1470 ca.-1525 ca.) F. D’Ana F. Petrarca Antonio Stringari ( inizio del XVI secolo) F. Petrarca A. Stringari F. Petrarca Sebastiano Festa (1495 ca.-1524) Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono Virgine bella Virgine bella Vergine bella, che di sol vestita Vergine bella, che di sol vestita Chiare, fresche et dolci acque Chiare, fresche e dolce acque Se le carte me sono contra Or che ’l ciel et la terra e ’l vento tace Hor che ’l ciel et la terra Hor che ’l cielo e la terra Or vedi, Amor, che giovenetta donna Hor vedi, Amor, che giovenetta donna Tastar de corde, ricercar, piva Movesi il vecchierel canuto et biancho Movesi ’l vecchiarel S’amor non è, che dunque è quel ch’io sento? Se amor non è Tanto po quel faretrato Datemi pace, o duri miei pensieri Dàtime pace, o duri mei pensieri Non al suo amante più Dïana piacque Non al suo amante Solo et pensoso i più deserti campi Benedetto sia ’l giorno e ’l mese e l’anno Amor, se vuoi ch’io torni 00:51 03:30 01:51 01:15 02:30 02:55 03:26 01:28 01:02 02:06 02:23 00:35 01:46 02:33 00:55 02:34 00:59 02:08 01:22 00:49 02:32 00:29 01:39 01:48 02:09

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FRANCESCO PETRARCAnelle musiche del primo Cinquecento

FRANCESCO PETRARCAnelle musiche del primo Cinquecento

DDDTC 450001

2004Made in Italy

P

Elena Bertuzzi, cantoFilippo Crispo, voce recitante

CONSORT VENETOGianpaolo Capuzzo (flauto dolce), Giovanni Toffano (flauto dolce),

Paolo Tognon (dulciana), Pier Luigi Polato (liuto e cetra)

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Francesco Petrarca (1304-1374) Bartolomeo Tromboncino(1470 ca.-1535 ca.)B. Tromboncino diminuzioni di Paolo Tognon F. PetrarcaSerafino Razzi (1531-1611) F. PetrarcaGiovanni Lulino (inizio del XVI secolo)Francesco D’Ana (inizio del XVI secolo)F. PetrarcaB. TromboncinoVincenzo Ruffo (1508 ca.-1587)F. PetrarcaAnonimo (inizio del XVI secolo)Joan Ambrosio Dalza (inizio del XVI secolo)F. PetrarcaB. TromboncinoF. PetrarcaMarchetto Cara (1470 ca.-1525 ca.) F. D’AnaF. PetrarcaAntonio Stringari ( inizio del XVI secolo)F. PetrarcaA. StringariF. Petrarca

Sebastiano Festa (1495 ca.-1524)

Voi ch’ascoltate in rime sparse il suonoVirgine bella Virgine bellaVergine bella, che di sol vestita Vergine bella, che di sol vestitaChiare, fresche et dolci acqueChiare, fresche e dolce acqueSe le carte me sono contraOr che ’l ciel et la terra e ’l vento tace Hor che ’l ciel et la terraHor che ’l cielo e la terraOr vedi, Amor, che giovenetta donnaHor vedi, Amor, che giovenetta donnaTastar de corde, ricercar, piva Movesi il vecchierel canuto et bianchoMovesi ’l vecchiarelS’amor non è, che dunque è quel ch’io sento? Se amor non èTanto po quel faretratoDatemi pace, o duri miei pensieriDàtime pace, o duri mei pensieriNon al suo amante più Dïana piacqueNon al suo amanteSolo et pensoso i più deserti campiBenedetto sia ’l giorno e ’l mese e l’anno Amor, se vuoi ch’io torni

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2004Tactus s.a.s. di Serafino Rossi & C.

Via Tosarelli, 352 - 40055 Villanova di Castenaso - Bologna - Italytel.+39 051 78 19 70 - Fax +39 051 78 19 86

e-mail: [email protected] - web page: http://www.tactus.it

In copertina: Altichiero da Zevio, S. Giorgio che battezza re Sevio(particolare con le sembianze di Petrarca)

Padova, Cappella di S. Giorgio al Santo

Iniziativa realizzata con il contributo della Regione del Veneto

Direzione della Registrazione: Marco Lincetto - Alberto LovatoDirezione Artistica: Antonio Domenighini

Editing: Fabio FrambaComputer Design: Tactus s.a.s.

Stampa: KDG Italia s.r.l.

L’Editore è a disposizione degli aventi diritto.

Letteralmente “tocco”. Termine latino con cui, in epoca rinascimentale, si indicava quellache oggi è detta battuta.Literally “stroke” or “touch”. The Renaissance Latin term for what is now called a beat.Buchstäblich “Schlag”. Begriff, mit dem in der Renaissance, ausgehend vom Lateinischen,das bezeichnet wurde, was heute Takt genannt wird.Littéralement “coup”, “touchement”. Terme provenant du latin, par lequel on indiquait à laRenaissance ce qu'aujourd'hui on appelle la mesure.

Tactus

P

CONSORT VENETOIl Consort Veneto, in oltre quindici anni di attività, si è segnalato come uno dei più interessanti gruppiitaliani nel campo dell'esecuzione, con strumenti d'epoca, del repertorio che va dal Medioevo al primoBarocco.L’attività concertistica e discografica del Consort Veneto si concentra in modo particolare sulla musi-ca vocale e strumentale di area veneta del primo Cinquecento. Il gruppo ha tenuto numerosi concerti in Italia, partecipando a importanti festival quali "SegniBarocchi" di Foligno, "Festival Cusiano di Musica Antica" di Orta S. Giulio (NO), "Mediaevalia"della Provincia di Mantova, "Viator Musicae" di Bologna, "Il Tempio Armonico" di Verona, "FestivalLodoviciano" di Viadana, "Il Canto delle Pietre". Ha compiuto tournée in Europa, Medio Oriente,Asia e America Centrale.Il Consort Veneto ha partecipato a trasmissioni televisive e radiofoniche Rai (Unomattina, CompactClub, Il Concerto del Mattino, Classica in compact) e ha registrato per le emittenti nazionali di Grecia,Egitto e Israele.

Altri CD registrati dal Consort Veneto per la Tactus:Giorgio Mainerio "Il primo libro de balli". Tactus TC 531301. "Cantar alla pavana", frottole, canzoni e madrigali dell'Apografo Miscellaneo Marciano (1526 ca.).Tactus TC 520002."Musica Nova accomodata per cantar et sonar sopra organi; et altri strumenti" (Venezia 1540). TactusTC 540002."Danze venete del primo Cinquecento". Tactus TC 500001.

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Francesco Petrarca (Arezzo 1304-Arquà 1374) conosceva e praticava la musica: sembra che avesseuna bella voce e che sapesse anche suonare alcuni strumenti. Petrarca stesso, nel suo testamento,dichiara infatti di voler lasciare il suo liuto a un certo Maestro Tommaso Bambasio di Ferrara. Sioccupò inoltre degli effetti che la musica può avere sull’anima, quali gioia, sollievo, elevazione, maanche vana allegrezza e scarsa devozioneNonostante la rilevante presenza della musica tra gli interessi di Petrarca, solo uno dei suoi testi poe-tici, il madrigale Non al suo amante più Dïana piacque, venne musicato nel Trecento da Jacopo daBologna, stando per lo meno a quanto ci è pervenuto. Anche il musicista francese Guillaume Dufay,che nel Quattrocento diede veste musicale a Vergine bella, che di sol vestita, rappresenta un caso iso-lato. Si deve aspettare l’inizio del Cinquecento perché la corrente culturale e letteraria del cosiddettopetrarchismo contagi il mondo musicale, grazie soprattutto all’opera di Pietro Bembo e in particolareall’edizione del Canzoniere da lui curata e pubblicata da Aldo Manuzio nel 1501.Il Canzoniere divenne così celebre e fu talmente ammirato da essere considerato dai poeti del primoCinquecento un vero «specchio di vita». Avere il Petrarchino, un’edizione ridotta del Canzoniere, eraindice di raffinata cultura e di nobile visione della vita.Sul versante musicale, i primi compositori a occuparsi con interesse crescente delle rime di Petrarcafurono i frottolisti. La frottola è una forma musicale, comprendente a sua volta diverse specie di com-posizioni (ode, sonetti, strambotti, barzellette, capitoli, canzoni), che fiorisce in Italia tra la fine delQuattrocento e l’inizio del Cinquecento. Una cospicua parte di frottole fu pubblicata da OttavianoPetrucci nell’arco di un decennio, dal 1504 al 1514, in ben undici libri, dei quali dieci sono arrivati finoa noi. Proprio nell’ultimo libro di frottole, l’undicesimo, si nota un maggiore interesse per forme poe-tiche più elevate. Sopravvivono ancora composizioni di forma arcaica, nel solco della tradizione dellafrottola con citazione popolare, o musiche legate al mondo teatrale di Ruzante, ma emerge in modoconsistente e per la prima volta il ricorso a poesie «d’autore». Nell’undicesimo libro si trovano infattiben venti brani su testi di Petrarca; Chiare, fresche e dolce acque ha addirittura due intonazioni musi-cali, una di Giovanni Lulino e una di Eustachio Gallo. All’interno di questa sezione «petrarchesca» sisegnala pure la presenza di Antonius Patavus, alias Stringari, con quattro composizioni su sette into-nate sulle rime del Canzoniere.Si è parlato, a tale proposito, persino di un legame tra l’undicesimo libro di Petrucci e l’ambiente musi-cale e letterario padovano. Sembra infatti che lo stesso Lulino sia collegabile a Stringari ed entrambipotrebbero avere subito l’influenza di Bembo e della cerchia universitaria di Padova. Inoltre, tutti gliautori che nell’undicesimo libro hanno musicato testi di Petrarca appartengono all’ultima generazionedi frottolisti e, come ha giustamente osservato Francesco Luisi, quest’ultima pubblicazione di Petrucci

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anticipa di fatto di ben sei anni la Musica di Messere Bernardo Pisano sopra le canzone del Petrarcha,pubblicato a Venezia nel 1520, che a sua volta potrebbe avere influenzato i primi autori di madrigali.In un programma di frottole su testi di Petrarca, oltre a Stringari e a Lulino, non potevano mancare idue autori più prolifici e famosi del genere: Bartolomeo Tromboncino e Marchetto Cara. Entrambierano di origine veronese e furono attivi nelle principali città del Nord Italia, specialmente a Mantova,dove Cara divenne il più importante musicista della corte di Isabella d’Este.Significativa è poi la presenza di Sebastiano Festa, con Amor se vuoi ch’io torni, in quanto il compo-sitore romano fece parte della cerchia artistica di papa Leone X, del quale lo stesso Pietro Bembo fusegretario dal 1513 al 1521. Si è voluto quindi aggiungere un brano strumentale basato su di una com-posizione vocale con testo di Petrarca, ovvero Hor che ’l ciel e la terra, capriccio a tre voci di VincenzoRuffo. Del madrigale a 5 voci omonimo di Cipriano de Rore, Ruffo conserva la parte del basso, men-tre le due voci superiori sono di sua fantasia.Secondo la nota prassi rinascimentale della diminuzione della prima voce di una composizione polifo-nica, è stata inserita nel programma la diminuzione del canto di Virgine bella di Tromboncino. La dimi-nuzione è per dulciana tenore e liuto ed è stata ideata dallo stesso dulcianista, Paolo Tognon.Un altro paio di frottole del veneziano Francesco D’Ana, Se le carte me son contra e Tanto po quelfaretrato, sono proposte in una veste puramente strumentale, così come sembra essere stata una prati-ca dell’epoca, anche in campo frottolistico. Allo stesso modo si è pensato di inserire, affidandola a dueflauti dolci a imitazione di un bicinium sacro, la lauda a due voci Vergine bella, che di sol vestita diSerafino Razzi.Ultimo brano strumentale in programma è il Tastar de corde, seguito da un ricercar e da una piva diJoan Ambrosio Dalza, liutista, compositore e arrangiatore dell’Intabolatura de lauto libro quarto,stampata a Venezia da Petrucci nel 1508.

Giovanni Toffano

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(23) A. Stringari: NON AL SUO AMANTE(Frottole libro undecimo, Fossombrone,Ottaviano Petrucci, 1514)Non al suo amante più Dïana piacque,quando per tal ventura tutta ignudala vidde in mezzo de le gellide acque,

ch’a me la pastorella alpestra e crudaposta a bagnar un ligiadretto velo,che a l’aura il vago e biondo capel chiuda,tal che mi fece, hor quando gli arde il cielo,tutto tremar d’un amoroso gielo.

(24) F. Petrarca: SOLO ET PENSOSO I PIÙDESERTI CAMPI(Canzoniere, XXXV)Solo et pensoso i più deserti campivo misurando a passi tardi e lenti,et gli occhi porto per fuggire intentiove vestigio human l’arena stampi.Altro schermo non trovo che mi scampidal manifesto accorger de le genti,perché negli atti d’alegrezza spentidi fuor si legge com’io dentro avvampi:

sì ch’io mi credo omai che monti et piaggeet fiumi et selve sappian di che tempresia la mia vita, ch’è celata altrui.

Ma pur sì aspre vie né sì selvaggecercar non so ch’Amor non venga sempreragionando con meco, et io con lui.

F. Petrarca: BENEDETTO SIA ’L GIORNO, E ’L MESE, ET L’ANNO(Canzoniere, LXI)Benedetto sia ’l giorno, e ’l mese, et l’anno,et la stagione, e ’l tempo, et l’ora, e ’l punto,e ’l bel paese, e ’l loco ov’io fui giuntoda’ duo belgi occhi che legato m’ànno;

et benedetto il primo dolce affannoch’i’ ebbi ad esser con Amor congiunto,et l’arco, et le saette ond’i’ fui punto,et le piaghe che ’nfin al cor mi vanno.

Benedette le voci tante ch’iochiamando il nome de la mia donna ò sparte,e i sospiri, et le lagrime, e ’l desio;

et benedette sian tutte le carteov’io fama l’acquisto, e ’l pensier mio,che’è sol di lei, sì ch’altra non v’à parte.

(25) Sebastiano Festa: AMOR, SE VUOICH’IO TORNI AL GIOGHO ANTICHO(Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale,Magliabechiano XIX. 164-167)Amor, se vuoi ch’io torni al giogho anticho,come par che tu mostri, un’altra provamaravigliosa et nuova,per domar me, convienti vincer pria.El mio amato tesoro in terra truova,che m’è nascosto, ond’io son sì mendico,e ’l cor saggio et pudico,ove suole albergar la vita mia;et s’egli è ’l ver che tu potentia sianel ciel sì grande come si ragiona,et nell’abisso (perché qui fra noi quel che tu vali e puoi,credo che ’l senta ogni gentil persona),et ripon’ le tue insegne nel bel volto.

n.b.: i testi sono riportati così come si trovano nelleedizioni musicali; in qualche caso ci sono lievi diffe-renze rispetto all’originale del Canzoniere di Petrarca.

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(15) F. Petrarca: MOVESI IL VECCHIERELCANUTO ET BIANCHO(Canzoniere, XVI)

(16) B. Tromboncino: MOVESI ’L VEC-CHIAREL CANUTO ET BIANCO(Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana, MSSItaliani IV, 1795-98)Movesi ’l vecchiarel canuto et biancodel dolce loco ov’à sua età finitaet da la famigliola sbigottitache vede il caro padre venir manco;

indi trahendo poi l’antiquo fiancoper l'extreme giornate di sua vita,quanto più pò, col bon voler s’aita,rotto da gli anni et dal camino stanco;

et viene a Roma, seguendo il desio,per mirar la sembianza di coluich’ancor lassù nel ciel vedere spera:

così, lasso, talhor vo cercand’io,donna, quant’è possibile, in altrui la desïata vostra forma vera.

(17) F. Petrarca: S’AMOR NON È, CHE DUNQUE È QUEL CH’IO SENTO?(Canzoniere, CXXXII)

(18) Marchetto Cara: SE AMOR NON E’(Canzoni sonetti strambotti & frottole libroquarto, Roma, Andrea Antico, 1513)Se amor non è che dunque quel ch’io sento?Ma s’egli è amor, perdio, che cosa è quale?Se bona, onde è l’effetto aspro e mortale?Se ria, onde è sì dolce ogni tormento?

Se mia voglia ardo unde ’l pianto a lamento?Se mal mio grado, il lamentar che vale?O viva morte o delectoso male,come puoi tanto in me sì nol consento?

E s’i’l consento, a gran torto mi doglio,fra sì contrari venti in frale barcami trovo in alto mare senza governo.

Sì lieve di saver, d’error sì charchache medesmo non so quel che mi voglio,et tremo a meza estate, ardendo il verno.

(19) F. D’Ana: TANTO PO QUEL FARETRATO(Frottole libro tertio, Venezia, OttavianoPetrucci, 1507)

(20) F. Petrarca: DATEMI PACE, O DURIMIEI PENSIERI(Canzoniere, CXLXXIV)

(21) A. Stringari: DÀTIME PACE, O DURIMEI PENSIERI(Frottole libro undecimo, Fossombrone,Ottaviano Petrucci, 1514)Dàtime pace, o duri mei pensieri:non basta ben ch’Amor, Fortuna e Mortemi fanno guerra intorno e in su le porte,senza trovarmi dentro altri guerrieri?

E tu, mio core, anchor se’ pur qual eri,disleal a me sol, ché fere scortevai ricettando, e sei fatto consortede’ miei nimici sì prompti e liggieri?

In te i secreti soi mesagi Amore,in te spiega Fortuna ogni sua pompa,e Morte la memoria di quel colpoche l’avanzo di me convien che rompa;in te i vaghi pensier s’arman de errore:perché d’ogni mio mal te solo incolpo.

(22) F. Petrarca: NON AL SUO AMANTEPIÙ DÏANA PIACQUE(Canzoniere, LII)

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Petrarchism” and the music of the early CinquecentoFrancesco Petrarca (Arezzo 1304-Arquà 1374) both knew and practiced music. It seems that he pos-sessed a lovely voice and probably also knew how to play some instruments, for in his will he decla-red that he wished to leave his lute to a certain Maestro Tommaso Bambasio di Ferrara. In addition,he was also interested in the effects which music might have on the soul, transmitting, for example,joy, comfort, elevation, but also vain merriment and scant devotion.Despite the significant presence of music among Petrarch’s interests, however, only one of his poetictexts–the madrigal Non al suo amante più Dïana piacque–was set to music in the fourteenth century(by Jacopo da Bologna), judging at least from those pieces which have come down to us. The Frenchmusician Guillaume Dufay, who in the fifteenth century provided music for the text Vergine bella, chedi sol vestita, also represents an isolated case.It was not until the beginning of the sixteenth century that the cultural and literary current known asPetrarchism took hold in the musical world, thanks above all to the works of Pietro Bembo, and in par-ticular to the Canzoniere, edited by Bembo and published by Aldo Manuzio in 1501. The Canzonierebecame so famous and was so admired that it was considered by poets of the early Cinquecento to bea veritable “mirror of life”. Ownership of the Petrarchino, an abridged edition of the Canzoniere, wasa measure of one’s cultural refinement and noble vision of life.The first composers to show a serious interest in Petrarach’s poetry were the writers of frottole. Thefrottola is a musical form which embraces diverse types of compositions (odes, sonnets, strambotti,barzellete, capitoli, canzonas) and which flourished in Italy between the end of the fifteenth and thebeginning of the sixteenth centuries. A significant number of frottole were published by OttavianoPetrucci over the course of a decade–from 1504 to 1514–in no less than eleven books of which ten areextant. In the eleventh and last book of frottole, one finds a greater proclivity for more elevated poeticforms. Though compositions in archaic forms continue to survive in the niche of the frottola tradition,with citations from popular songs or ties to the theatrical world of Ruzante, there emerges for the firsttime a significant presence of “signed” poetry. In the eleventh book, indeed, there are no less thantwenty works based on texts by Petrarch himself, and Chiare, fresche e dolce acque is even set twice(by Giovanni Lulino and Eustachio Gallo, respectively). Within this “Petrarchesque” section, AntoniusPatavus, alias Stringari, is also represented by seven compositions, four of which are based on versesfrom the Canzoniere. A propos of these works, a link has been suggested between Petrucci’s eleventh book and the musicaland literary circles of Padua. It seems, in fact, that Lulino himself was connected with Stringari andthat both might have been influenced by Bembo and those associated with the Paduan university.

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Moreover, all of the authors who in the eleventh book set Petrachan texts to music belong to the lastgeneration of frottola composers, and, as Francesco Luisi has rightly noted, this last publication byPetrucci anticipates by six years the Musica di Messere Bernardo Pisano sopra le canzone delPetrarcha, published in Venice in 1520, a volume which in turn might have influenced the early madri-gal composers. A program of frottole on texts by Petrarch, Stringari and Lulino cannot but include works by the twomost prolific and famous authors of the genre: Bartolomeo Tromboncino and Marchetto Cara. Bothwere of Veronese origins and were active in the principal cities of northern Italy, especially Mantua,where Cara became the most important musician at the court of Isabella d’Este. Another significantname is that of Sebastiano Festa, represented here by Amor se vuoi ch’io torni; the Roman composerwas part of the artistic circle of Pope Leone X, in whose service Pietro Bembo himself was employedas secretary from 1513 to 1521. It also seemed appropriate to include an instrumental piece based on a vocal composition with a textby Petrarch: Hor che ’l ciel e la terra, a capriccio for three voices by Vincenzo Ruffo. In Ruffo’s set-ting, the bass part of the five-voice madrigal of the same name by Cipriano de Rore has been maintai-ned, while the upper two voices are freely invented. In keeping with the wellknown renaissance prac-tice of executing divisions over the first voice of a polyphonic composition, such a piece has beeninserted in this program: divisions on the soprano part of Virgine bella by Tromboncino, performedhere for dulcian and lute and devised by the dulcian player himself, Paolo Tognon. Another pair of frot-tole by the Venetian composer Francesco D’Ana, Se le carte me son contra and Tanto po quel faretra-to, is performed here purely instrumentally, following what appears to have been a practice of the time,even in the frottola repertoire. At the same time, we have entrusted the lauda for two voices, Verginebella, che di sol vestita by Serafino Razzi, to two recorders, in imitation of a sacred bicinium. The lastinstrumental pieces on this recording are the Tastar de corde, followed by a ricercar and piva by JoanAmbrosio Dalza, lutenist, composer and arranger of the Intabolatura de lauto libro quarto, printed inVenice by Petrucci in 1508.

Giovanni ToffanoTranslation: Candace Smith

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a lei di farla bel fiancho colonna;herba e fior’ che la gonnaleggiadra ricopersecon l’angelico seno;aere sacro, e sereno,ove Amor con begli occhi il cor m’aperse:date audïentia insiemea le dolente mie parole extreme.

Se gli è pur mio destino,e ’l ciel in ciò s’adopra,ch’Amor questi occhi lachrimando chiuda,qualche gratia il mischinocorpo fra voi ricopra,et torni l’alma al proprio albergo ignuda.La morte fia men crudase questa speme portoa quel dubioso passo:ché lo spirito lassonon potria mai in più riposato portoné in più tranquilla possafuggir la carne travagliata et l’ossa.

(8) Francesco D’Ana: SE LE CARTE ME SON CONTRA(Frottole libro sexto, Venezia, OttavianoPetrucci, 1505)

(9) F. Petrarca: OR CHE ’L CIEL ET LATERRA E ’L VENTO TACE(Canzoniere, CLXIV)

(10) B. Tromboncino: HOR CHE ’L CIEL ETLA TERRA E ’L VENTO TACE(Canzoni sonetti strambotti & frottole librosecondo, Roma, Andrea Antico, 1513)Hor che ’l ciel et la terra e ’l vento taceet le fere et gli augelli il sonno affrena,nocte carro stellato in giro menae nel suo letto il mar senz’onda giace,

veggio, penso, ardo, piango; et chi mi sfacesempre m’è inanzi e per mia dolce pena:guerra è ’l mio stato, d’ira et di duol piena,et sol di lei pensando ho qualche pace.

Così sol d’una chiara fonte vivamove ’l dolce et l’amaro ond’io mi pasco;una man sola mi risana et punge;

et perché ’l mio martir non giunga a riva,mille volte il dì moro et mille nasco,tanto da la salute mia son lunge.

(11) Vincenzo Ruffo: HOR CHE ’L CIELE LA TERRA

(Capricci in musica a tre voci, Milano,Francesco Moscheni, 1564)

(12) F. Petrarca: OR VEDI, AMOR, CHE GIOVENETTA DONNA(Canzoniere, CXXI)

(13) Anonimo: HOR VEDI, AMOR, CHE GIOVENETTA DONNA(Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana, MSSItaliani IV, 1795-98)Hor vedi, Amor, che giovenetta donnatuo regno sprezza, et del mio mal non cura,et tra duo tal nemici è sì secura.

Tu sei armato, et ella in treccie e in gonnasi siede, et scalza, in mezzo i fiori et l’herba,ver’ me spietata, e contra te superba.

Io son prigion; ma se pietà anchor serbal’arco tuo saldo, et qualchuna saetta,fa’ di te et di me, signor, vendetta.

(14) Joan Ambrosio Dalza:TASTAR DE CORDE, RICERCAR, PIVA(Intabolatura de lauto libro quarto, Venezia,Ottaviano Petrucci, 1508)

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(1) Francesco Petrarca: VOI CH’ASCOLTATEIN RIME SPARSE IL SUONO(Canzoniere, I)Voi ch’ascoltate in rime sparse il suonodi quei sospiri ond’io nutriva ’l corein sul mio primo giovanile errorequand’era in parte altr’uom da quel ch’i’ sono,

del vario stile in ch’io piango et ragionofra le vane speranze e ’l van dolore,ove sia chi per prova intende amore,spero trovar pietà, nonché perdono.

Ma ben veggio or sì come al popol tuttofavola fui gran tempo, onde sovente di me medesimo meco mi vergogno;

et del mio vaneggiar vergogna è ’l frutto,e ’l pentersi, e ’l conoscer chiaramenteche quanto piace al mondo è breve sogno.

(2) Bartolomeo Tromboncino: VIRGINEBELLA, CHE DI SOL VESTITA(Canzoni nove con alcune scelte de varii libri dicanto, Roma, Andrea Antico, 1513)Virgine bella, che di sol vestita,coronata di stelle, al sommo Solepiacesti sì, che ’n te Sua luce pose,amor mi spinge a dir di te parole:ma non so encominciar senza tu’ aita,et di Colui ch’amando in te si pose.Invoco lei che ben sempre rispose,chi la chiamò con fede:Virgine, s’a mercedemiseria extrema de l’humane cosegià mai ti volse, al mio prego t’inchina,soccorri a la mia guerra,bench’i’ sia terra, et tu del ciel regina.

Vergine pura, d’ogni parte intera,del tuo parto gentil figliuola et madre,

ch’allumi questa vita, et l’altra adorni,per te il tuo figlio, et quel del sommo Padre,o finestra del ciel lucente altera,venne a salvare in su gli extremi giorni;et fra tutti terreni altri soggiornisola tu fosti electa,Vergine benedetta,che ’l pianto d’Eva in allegrezza torni.Fammi, ché puoi, de Sua gratia degno,senza fine o beata,già coronata nel superno regno.

Amen.

(3) B. Tromboncino: VIRGINE BELLAVersione diminuita da Paolo Tognon

(4) F. Petrarca: VERGINE BELLA, CHE DI SOL VESTITA(Canzoniere, CCCLXVI)

(5) Serafino Razzi: VERGINE BELLA, CHE DI SOL VESTITA(Libro primo delle Laudi Spirituali […]Raccolte dal R.P. Fra Serafino Razzi Fiorentino,dell’ordine de’ Frati Predicatori, Venezia,Giunti, 1563)

(6) F. Petrarca: CHIARE, FRESCHE ETDOLCI ACQUE(Canzoniere, CXXVI)

(7) Giovanni Lulino: CHIARE, FRESCHE EDOLCE ACQUE(Frottole libro undecimo, Fossombrone,Ottaviano Petrucci, 1514)Chiare, fresche e dolce acque,ove le belle membrapose colei che sola a me par donna;gentil ramo, ove si piacque(con sospir’ mi rimembra)

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Francesco Petrarca (Arezzo 1304-Arquà 1374) connaissait et pratiquait la musique; il semblerait qu’ilpossédait une belle voix et qu’il savait probablement jouer de plusieurs instruments. Pétrarque lui-même, dans son testament, déclare en effet de vouloir laisser son luth à un certain Maestro TommasoBambasio di Ferrara.Il s’intéressa en outre aux effets que la musique peut avoir sur l’âme comme la joie, le réconfort, l’élé-vation mais aussi la veine allégresse et la faible dévotion.Malgré l’importance considérable qu’a représenté la musique dans les intérêts de Pétrarque et si l’ons’en tient pour le moins aux documents parvenus jusqu’à aujourd’hui, un seul de ses textes poétiques,le madrigal Non al suo amante più Dïana piacque, fut mis en musique au Trecento par Jacopo daBologna.Le musicien français Guillaume Dufay qui, durant le XVe siècle, mis en musique Vergine bella, che disol vestita, représente lui-aussi un cas isolé.Il faudra attendre le début du XVIe siècle pour que le courant culturel et littéraire appelé pétrarquismecontamine le monde musical grâce avant tout à l’œuvre de Pietro Bembo qui s’occupa en personne del’édition du Canzoniere, publiée par Aldo Manuzio en 1501.Le Canzoniere devint ainsi célèbre et fut admiré au point d’être considéré par les poètes du début duXVIe siècle comme un véritable «miroir de la vie». Posséder le Petrarchino, une édition réduite duCanzoniere, était l’indice d’une culture raffinée et d’une noble vision de la vie.Sur le versant musical, les compositeurs de frottole furent les premiers à prendre en considération, avecun intérêt toujours plus important, les rimes de Pétrarque.La frottola est une forme musicale qui se développa en Italie entre la fin du XVe et le début du XVIesiècle, comprenant à son tour divers types de compositions (ode, sonetti, strambotti, barzellette, capi-toli, canzoni).Une grande partie des frottole fut publiée par Ottaviano Petrucci en une décennie, de 1504 à 1514, sousforme de onze livres desquels dix sont arrivés jusqu’à nous.C’est en particulier dans le onzième et dernier livre de frottole que l’on peut noter un majeur intérêtpour les formes poétiques les plus élevées. Des compositions en forme archaïque, dans le sillage de latradition de la frottola avec citations populaires, ou des pièces musicales liées au monde théâtral deRuzante y survivent encore mais, de manière consistante et pour la première fois, émerge le recours àdes poésies «d’auteurs».Le onzième livre comprend en effet vingt pièces sur des textes de Pétrarque; Chiare, fresche e dolceacque s’y trouve même en deux versions, une de Giovanni Lulino et une d’Eustachio Gallo.Au sein de cette section «pétrarquiste», on peut relever la présence d’Antonius Patavus, alias Stringari,

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avec quatre compositions sur sept inspirées par des vers du Canzoniere.A ce propos, on a même parlé d’un rapport entre le onzième livre de Petrucci et les milieux musicauxet littéraires de Padoue. Il semble en effet qu’on puisse établir un rapport entre Lulino et Stringari etque tous les deux auraient pu subir l’influence de Bembo et de leur entourage universitaire à Padoue.En outre, tous les auteurs qui ont mis en musique des textes de Pétrarque dans ce onzième livre appar-tiennent à la dernière génération des compositeurs de frottole et, comme a observé de manière perti-nente Francesco Luisi, cette dernière publication de Petrucci précède en effet de six ans la Musica diMessere Bernardo Pisano sopra le canzone del Petrarcha, publiée à Venise en 1520, qui aurait pu àson tour influencer les premiers compositeurs de madrigaux.Dans un programme de frottole sur des textes de Pétrarque ne pouvait en aucun cas manquer, outreStringari et Lulino, les deux compositeurs les plus prolifiques et les plus fameux dans ce genre:Bartolomeo Tromboncino et Marchetto Cara. Ils étaient tous les deux originaires de Vérone et ont exer-cé leurs activités dans les principales villes du Nord de l’Italie, spécialement à Mantoue où Cara devintle plus important musicien de la Cour d’Isabelle d’Este.La présence de Sebastiano Festa, avec Amor se vuoi ch’io torni, est en outre significative par le faitqu’il fit partie, en tant que compositeur romain, de l’entourage artistique du Pape Léon X dont PietroBembo fut d’ailleurs le secrétaire de 1513 à 1521.On a voulu en outre ajouter une pièce instrumentale basée sur une composition vocale sur texte dePétrarque: Hor che ’l ciel e la terra, un capriccio à trois voix de Vincenzo Ruffo dans lequel celui-cia conservé la partie de basse alors que les deux voix supérieures sont de sa composition.Suivant la pratique, bien connue à la Renaissance, de la diminution de la première voix d’une compo-sition polyphonique, on a inséré dans ce programme une version diminuée de Virgine bella deTromboncino. Cette diminution est pour douçaine ténor et luth; elle a été réalisée par Paolo Tognonlui-même.Deux autres frottole du vénitien Francesco D’Ana, Se le carte me son contra e Tanto po quel faretra-to, sont proposées dans une version purement instrumentale en suivant ainsi ce qui aurait été une pra-tique de l’époque, également dans le domaine des frottole.De la même manière, on a pensé insérer la lauda à deux voix Vergine bella, che di sol vestita deSerafino Razzi, en confiant son interprétation à deux flûtes à bec en imitation d’un bicinium sacré.La dernière pièce instrumentale au programme est Tastar de corde, suivi par un ricercar et par une pivade Joan Ambrosio Dalza: un luthiste, compositeur et arrangeur de l’Intabolatura de lauto libro quar-to, éditée à Venise par Petrucci en 1508.

Giovanni ToffanoTraduction: Michel van Goethem

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Francesco Petrarca nello studio

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