Francesco di Gemini è un valido strumento Recuperare la speranza sottratta dalla droga ·...

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2 Domenica 17 aprile 2016 Recuperare la speranza sottratta dalla droga Da oltre 30 anni, la casa famiglia San Francesco di Gemini è un valido strumento per la prevenzione e la cura dalle dipendenze Don Lucio Ciardo Ciò che per molti è di troppo, per altri è necessario Ecco il lavoro del Banco delle opere di carità, per far fronte al bisogno più elementare: poter mangiare Lotta alla povertà valorizzando il cibo in eccesso DI LUCIO CIARDO l “Banco delle opere di carità – Pu- glia Onlus”, è un’associazione no profit, che si occupa di recuperare e ridistribuire le eccedenze alimentari, per- ché diventino una risorsa per gli indi- genti del territorio, e di sviluppare, at- traverso azioni in rete tra gli enti, una cul- tura di lotta alla povertà e di inclusione sociale. Il Banco ha sede in Alessano presso l’auditorium “Benedetto XVI”, SS. 275 Km 23,600, struttura realizzata attraverso il fondi 8x1000 per la carità. Operando su delega della sede nazio- nale di Caserta, la fondazione del Ban- co coordina e dirige altre 7 realtà regio- nali. Le finalità sono riassumibili in tre semplici ma significative parole: Recu- pera, Valorizza e Dona. Vediamo alcuni dati. Ad oggi, in Italia, il Banco delle o- pere di carità distribuisce gratuitamen- te generi alimentari ad oltre 2.600 enti I convenzionati, che, a loro volta, aiuta- no circa 850.000 persone per far fronte ad una delle necessità più elementari dell’uomo: mangiare. La sede di Alessa- no, invece, quotidianamente presiede al recupero delle eccedenze alimentari da varie aziende del settore agro–alimen- tare, le dona gratuitamente ai circa 350 enti convenzionati (caritas parrocchia- li, confraternite, istituti religiosi, case fa- miglia, mense per poveri, comuni, ecc.) che a loro volta, grazie agli oltre 5.000 volontari, raggiungono direttamente i circa 50.000 indigenti delle province di Lecce, Brindisi e Taranto. A questi pro- dotti recuperati si affiancano quelli do- nati dalla Agea, che rappresentano la parte più significativa. I prodotti distribuiti dal Banco, a parti- re dai magazzini di Alessano e di Squin- zano, ammontano a 1.277.030 kg di a- limenti a marchio Agea, e più precisa- mente: biscotti (secco, frollino e infan- zia), confetture (monodose e vasetto), formaggi (asiago, montasio, fontina, provolone e grana), latte, legumi (pisel- li, fagioli e lenticchie), olio di semi, pa- sta (penne rigate, rigatoni, sedani riga- ti, spaghetti, ditalini rigati), polpa di po- modoro, riso, farina, carne in scatola, minestrone. Inoltre, grazie alla conven- zione con i grandi consorzi ortofrutticoli, il Banco è riuscito a ritirare e distribuire ben 4.101.507,84 kg di frutta e verdura. Un’altra azione di approvvigionamen- to è il ritiro delle eccedenze alimentari della filiera dell’agro–alimentare e dal- la rete della grande distribuzione orga- nizzata, che, per il 2015, ha permesso di distribuire circa 100.000 kg di prodotto alimentare. Un’ultima ed importantissima fonte di approvvigionamento, che perfeziona il cammino quotidiano del Banco, è la Giornata della raccolta alimentare con- tro la fame in Italia. La merce recupe- rata è acquistata direttamente dai cit- tadini presso i punti vendita (piccoli, medi e della grandi magazzini), du- rante la giornata della raccolta. Questa attività ha anche una forte valenza e- ducativa, dal momento che educa il sin- golo cittadino a condividere con chi è nel bisogno. Anche tu puoi diventare un sostenitore dell’associazione del Banco delle opere di carità. Sono necessarie risorse finan- ziarie per far fronte alla spese di gestio- ne per il trasferimento delle derrate ali- mentari dalle aziende donatrici ai ma- gazzini. Potrai farlo attraverso un boni- fico intestato a: Associazione Banco del- le opere di carità Puglia Onlus, Banca Prossima: IT93 K033 5901 6001 0000 000 6681. Oppure, oltre all’8x1000 per la Chiesa cattolica, potrai donare il 5x1000 per il Banco, scrivendo il C.F. 90032200751 e ponendo la tua firma. È una scelta di condivisione. I ragazzi e gli educatori della Casa famiglia San Francesco durante un’uscita guidata DI MARILENA DE PIETRO umerose sono le comunità terapeutiche presenti sul territorio italiano, così come altrettanto numerose le modalità con cui si decide di condurle. La casa famiglia “San Francesco” è una delle preziose risorse presenti nella diocesi di Ugento – Santa Maria di Leuca sin dal 1984, quando don Mimmo Ozza, con l’aiuto di generosi volontari, iniziò ad accogliere a Gemini – frazione di Ugento – alcuni giovani in grave difficoltà. Da allora, non sono mai venuti meno l’impegno e la volontà di accompagnare nel recupero della loro vita centinaia di ospiti, di ogni età e provenienza. Ad oggi, la casa famiglia “S. Francesco” vanta il successo in molteplici servizi di utilità sociale, non solo nel recupero dei soggetti dipendenti da N droghe ma anche da alcool e gioco. La Comunità ha come scopo prioritario quello di reinserire i suoi ospiti negli ambienti di vita familiare e sociale, a conclusione di un percorso della durata complessiva di 24 mesi; può ospitare sino a 30 persone, delle quali si prendono cura specialisti del settore, come psicologi e pedagogisti, ma anche animatori e volontari. Attraverso i musical, il presepe vivente (in collaborazione con associazioni culturali), cene solidali, le testimonianze nelle scuole e nei centri d’aggregamento giovanili, la partecipazione a opere liriche in regione e fuori, la partecipazione attiva alla vita parrocchiale, i giovani ospiti vengono messi al centro delle attenzioni, per dimostrare loro che, a partire da idee progettuali di ambito lavorativo, ricreativo, culturale e sportivo, dalle dipendenze ci si può liberare, ritrovando una vita sana. Lo sanno bene Giuseppe , Gianmichele, Augusto, Cristian, Andrea, Francesco, Giuseppe, Sandro, Saverio, Pierangelo, Paolo, Vincenzo, Antonio, Vito, Enzo, Rocco, Thomas, che hanno riacquistato, grazie al percorso di recupero, il gusto per la vita, tornando verso un mondo che ora appare più luminoso. Dietro ciascuno di loro c’è una famiglia, anch’essa a suo modo “dipendente” da angoscia, sofferenza, fallimenti e sentimenti violati. Nella storia della comunità “San Francesco”, infatti, non ci sono solo le vite dei ragazzi ma anche quelle delle loro mogli, delle madri, dei padri e dei fratelli costretti loro malgrado a vivere quest’incubo. Questo è l’obiettivo per cui gli operatori della comunità combattono ogni giorno: cercare che tutto ciò un giorno possa essere, per ciascuno, solo un lontano ricordo. Sono tante le mani che lavorano infaticabilmente per rendere possibile il sogno di riconsegnare ai ragazzi una vita libera dalla trappola della dipendenza «L’eroina non ha avuto l’ultima parola» ono Francesco e ho 23 anni. Sono cresciuto in una famiglia in cui ave- vo tutto ciò di cui avevo bisogno. Mi mancava solo la cosa più importante: un padre al mio fianco. Nonostante gli sfor- zi di mamma, rimanevo con i miei gran- di vuoti affettivi. Durante l’adolescenza cercai qualcosa che mi facesse sentire completo per vivere in un mondo tutto mio. Trovai la risposta nell’eroina. Col passare del tempo, mi rintanavo sempre di piú nella droga. Senza rendermene conto, ero diventato un tossicodipen- dente. Cominciai a frequentare ambien- ti di carattere malavitoso: non ero più un S semplice drogato, ma un drogato delin- quente. Mia madre, avendomi scoperto, si ammalò di una forte depressione. A me non importava. L’unica cosa che mi in- teressava era la mia dose giornaliera e il formarmi un carattere da criminale. Po- chi mesi dopo, mio fratello Giacomo, drogato anche lui, decise di entrare in u- na comunità. Mia madre obbligò anche me a frequentare il centro d’ascolto del- la comunità dov’era ospite Giacomo. Ci andai e rividi mio fratello molto cam- biato. Incontrai don Mimmo, il respon- sabile, e le sue parole mi risuonarono for- temente e suscitarono il mio orgoglio: perché non potevo farcela anche io? Fi- nalmente mi decisi: entro in comunità! Da subito, mi fecero capire quanto fossi stato fortunato nell’aver avuto la possi- bilità di recuperare la mia vita. Ora co- nosco la bellezza dell’amicizia, i valori della famiglia, ma, ancor di più, conosco Gesú. Quel Dio del quale mi ero sempre vergognato, lo sento finalmente al mio fianco. L’ho cercato e Lui mi ha risposto. La comunità mi ha riconsegnato alla vi- ta concreta. Ora so che, nonostante gli scossoni della vita, posso restare in pie- di. Ora finalmente sono libero. Francesco G. Una mano tesa per tornare a vivere l centro di ascolto della casa famiglia San Francesco offre consulenza ai giovani in difficoltà per droga, alcool o altre patologie legate alla dipendenza. Un punto di approdo per chi da tempo vive nel problema della dipendenza e non sa come risolverlo. L’utente viene incoraggiato dal lavoro di esperti e dalla testimonianza di giovani che sono già in comunità e può ottenere aiuti pratici per risolvere la piaga della dipendenza. Il centro di ascolto si rivolge anche alle famiglie degli utenti perché escano dalla loro solitudine e siano supportate a vivere meglio questo momento delicato della loro vita. Montesano (Le): 0833.762031 – M. Antonietta Tarantino Grottaglie (Ta): 392.3660954 – Gemma Formuso Bari: 335.1835403 – Ufficio comunità I Una fondazione per attuare la profezia di don Tonino Bello Il servo di Dio don Tonino Bello DI VITO CASSIANO a Fondazione “Don Tonino Bello” dal 1995 cerca di mantenere vivo il magiste- ro del vescovo di Alessano. Per risponde- re a questo compito tanto esigente la Fonda- zione ha messo a disposizione tutte le sue ri- sorse umane, all’inizio sotto la guida illumi- nata di Donato Valli, attualmente con la pre- sidenza di Giancarlo Piccinni. Notevoli e molteplici sono state le iniziative di L formazione e di promozione culturale. In que- sti ultimi anni ha incominciato a funzionare la Scuola di Pace. Da segnalare inoltre gli in- contri formativi rivolti a tutti per una cittadi- nanza attiva; il pervasivo ed efficace interven- to presso le scuole superiori con percorsi di formazione e di conoscenza di don Tonino, nel contesto degli avvenimenti e del presente mo- mento storico. Il presidente ci dichiara: «Il compito che ci pre- figgiamo è di stimolare la presa di coscienza delle situazioni critiche della vicenda religio- sa, culturale, sociale e politica dei nostri gior- ni, ripensando la sempre viva testimonianza profetica di don Tonino e cercando di attua- lizzare il suo messaggio. Personalità della cul- tura laica ed ecclesiale ci offrono, con la loro illuminata parola, delle chiavi di lettura dei fe- nomeni sociali e culturali allo scopo di rendere vigile la comunità che si interroga e che opera per la pace». Particolare attenzione si dà ai temi della Lau- dato si’ di papa Francesco. Il messaggio richia- ma un tema più volte affrontato da don Toni- no nella sua denuncia nei confronti dei siste- mi produttivi ed economici, dei processi di svi- luppo sociale, dei rapporti politici tra le na- zioni. Inoltre, la Fondazione sta lavorando per- ché la Scuola di pace abbia il riconoscimento da parte della Regione Puglia come Ente di for- mazione accreditato. Hanno fatto parte poi del dinamismo proprio della Fondazione molteplici convegni svolti in loco e in tutto il territorio nazionale. In stret- to rapporto con l’attività convegnistica e come espressione della pervasiva presenza culturale della Fondazione in tutto il territorio nazionale, c’è poi da considerare la rilevante attività edi- toriale, attraverso il periodico Il Grembiule e la pubblicazione di testi. Sull’esempio del suo maestro e pastore, che è anche conosciuto e amato come l’amico dei po- veri e il fratello degli ultimi, la Fondazione pro- muove attività assistenziali e di accoglienza. Ultimamente da papa Francesco, nell’udienza avuta a S. Marta, si è avuto lo stimolo per con- tinuare con determinazione nell’opera forma- tiva e di testimonianza. Una Messa per ricordare «La Pasqua sia per tutti il rotolare del macigno, la fi- ne degli incubi, la prima- vera di rapporti nuovi. E se ognuno di noi, uscito dal suo sepolcro, si ado- pererà per rimuovere il macigno del sepolcro ac- canto, si ripeterà final- mente il miracolo che con- trassegnò la Resurrezione di Cristo». Attraverso le parole di don Tonino, la diocesi deside- ra ricordare il 23° anni- versario della sua morte. A tal proposito, il 20 aprile p.v., alle 18, presso il ci- mitero di Alessano, sarà ce- lebrata una Messa, presie- duta da monsignor Paolo Gualtieri, nunzio aposto- lico in Madagascar. Con sede presso l’abitazione natale del vescovo alessanese, ha l’obiettivo di prolungare nel tempo la sua grande passione per Dio e per l’uomo Tra musica e poesia a sezione “Musica sacra” dell’ufficio liturgico diocesano, in collaborazione con la parrocchia Cattedrale, organizza per il mese di maggio una rassegna musicale dal titolo: Mater misericordiae Tra musica e poesia presso la chiesa Cattedrale di Ugento nei giorni 7, 15 e 21 maggio, a partire dalle 20. In tutte le serate della rassegna, lo spettatore potrà assistere alla lettura di testi poetici, alternati dall’esecuzione di alcuni famosi brani per organo e per altri strumenti a corda e a fiato. La direzione artistica dell’evento è stata affidata al giovane maestro Leonardo Di Chiara. Insieme a lui e ad altri artisti, si esibiranno anche Simona Gubello, Gilberto Scordari e Tiziana De Vito. L la rassegna i centri di ascolto il testimone

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2 Domenica17 aprile 2016

Recuperare la speranzasottrattadalla droga

Da oltre 30 anni, la casa famiglia SanFrancesco di Gemini è un valido strumentoper la prevenzione e la cura dalle dipendenze

Don Lucio Ciardo

Ciò che per molti è di troppo, per altri è necessarioEcco il lavoro del Banco delle opere di carità, per far fronte al bisogno più elementare: poter mangiare

Lotta alla povertà valorizzando il cibo in eccessoDI LUCIO CIARDO

l “Banco delle opere di carità – Pu-glia Onlus”, è un’associazione noprofit, che si occupa di recuperare e

ridistribuire le eccedenze alimentari, per-ché diventino una risorsa per gli indi-genti del territorio, e di sviluppare, at-traverso azioni in rete tra gli enti, una cul-tura di lotta alla povertà e di inclusionesociale. Il Banco ha sede in Alessanopresso l’auditorium “Benedetto XVI”,SS. 275 Km 23,600, struttura realizzataattraverso il fondi 8x1000 per la carità. Operando su delega della sede nazio-nale di Caserta, la fondazione del Ban-co coordina e dirige altre 7 realtà regio-nali. Le finalità sono riassumibili in tresemplici ma significative parole: Recu-pera, Valorizza e Dona. Vediamo alcunidati. Ad oggi, in Italia, il Banco delle o-pere di carità distribuisce gratuitamen-te generi alimentari ad oltre 2.600 enti

Iconvenzionati, che, a loro volta, aiuta-no circa 850.000 persone per far frontead una delle necessità più elementaridell’uomo: mangiare. La sede di Alessa-no, invece, quotidianamente presiede alrecupero delle eccedenze alimentari davarie aziende del settore agro–alimen-tare, le dona gratuitamente ai circa 350enti convenzionati (caritas parrocchia-li, confraternite, istituti religiosi, case fa-miglia, mense per poveri, comuni, ecc.)che a loro volta, grazie agli oltre 5.000volontari, raggiungono direttamente icirca 50.000 indigenti delle province diLecce, Brindisi e Taranto. A questi pro-dotti recuperati si affiancano quelli do-nati dalla Agea, che rappresentano laparte più significativa. I prodotti distribuiti dal Banco, a parti-re dai magazzini di Alessano e di Squin-zano, ammontano a 1.277.030 kg di a-limenti a marchio Agea, e più precisa-mente: biscotti (secco, frollino e infan-

zia), confetture (monodose e vasetto),formaggi (asiago, montasio, fontina,provolone e grana), latte, legumi (pisel-li, fagioli e lenticchie), olio di semi, pa-sta (penne rigate, rigatoni, sedani riga-ti, spaghetti, ditalini rigati), polpa di po-modoro, riso, farina, carne in scatola,minestrone. Inoltre, grazie alla conven-zione con i grandi consorzi ortofrutticoli,il Banco è riuscito a ritirare e distribuireben 4.101.507,84 kg di frutta e verdura. Un’altra azione di approvvigionamen-to è il ritiro delle eccedenze alimentaridella filiera dell’agro–alimentare e dal-la rete della grande distribuzione orga-nizzata, che, per il 2015, ha permesso didistribuire circa 100.000 kg di prodottoalimentare. Un’ultima ed importantissima fonte diapprovvigionamento, che perfeziona ilcammino quotidiano del Banco, è laGiornata della raccolta alimentare con-tro la fame in Italia. La merce recupe-

rata è acquistata direttamente dai cit-tadini presso i punti vendita (piccoli,medi e della grandi magazzini), du-rante la giornata della raccolta. Questaattività ha anche una forte valenza e-ducativa, dal momento che educa il sin-golo cittadino a condividere con chi ènel bisogno. Anche tu puoi diventare un sostenitoredell’associazione del Banco delle operedi carità. Sono necessarie risorse finan-ziarie per far fronte alla spese di gestio-ne per il trasferimento delle derrate ali-mentari dalle aziende donatrici ai ma-gazzini. Potrai farlo attraverso un boni-fico intestato a: Associazione Banco del-le opere di carità Puglia Onlus, BancaProssima: IT93 K033 5901 6001 0000000 6681. Oppure, oltre all’8x1000 perla Chiesa cattolica, potrai donare il5x1000 per il Banco, scrivendo il C.F.90032200751 e ponendo la tua firma. È una scelta di condivisione.

I ragazzi e gli educatori della Casa famiglia San Francesco durante un’uscita guidata

DI MARILENA DE PIETRO

umerose sono le comunitàterapeutiche presenti sul territorioitaliano, così come altrettanto

numerose le modalità con cui si decide dicondurle. La casa famiglia “San Francesco” èuna delle preziose risorse presenti nelladiocesi di Ugento – Santa Maria di Leuca sindal 1984, quando don Mimmo Ozza, conl’aiuto di generosi volontari, iniziò adaccogliere a Gemini – frazione di Ugento –alcuni giovani in grave difficoltà.Da allora, non sono mai venuti menol’impegno e la volontà di accompagnare nelrecupero della loro vita centinaia di ospiti, diogni età e provenienza. Ad oggi, la casafamiglia “S. Francesco” vanta il successo inmolteplici servizi di utilità sociale, non solonel recupero dei soggetti dipendenti da

Ndroghe ma anche da alcool e gioco. La Comunità ha come scopo prioritarioquello di reinserire i suoi ospiti negliambienti di vita familiare e sociale, aconclusione di un percorso della duratacomplessiva di 24 mesi; può ospitare sino a30 persone, delle quali si prendono curaspecialisti del settore, come psicologi epedagogisti, ma anche animatori e volontari. Attraverso i musical, il presepe vivente (incollaborazione con associazioni culturali),cene solidali, le testimonianze nelle scuole enei centri d’aggregamento giovanili, lapartecipazione a opere liriche in regione efuori, la partecipazione attiva alla vitaparrocchiale, i giovani ospiti vengono messial centro delle attenzioni, per dimostrareloro che, a partire da idee progettuali diambito lavorativo, ricreativo, culturale esportivo, dalle dipendenze ci si può liberare,

ritrovando una vita sana. Lo sanno beneGiuseppe , Gianmichele, Augusto, Cristian,Andrea, Francesco, Giuseppe, Sandro,Saverio, Pierangelo, Paolo, Vincenzo,Antonio, Vito, Enzo, Rocco, Thomas, chehanno riacquistato, grazie al percorso direcupero, il gusto per la vita, tornando versoun mondo che ora appare più luminoso.Dietro ciascuno di loro c’è una famiglia,anch’essa a suo modo “dipendente” daangoscia, sofferenza, fallimenti e sentimentiviolati. Nella storia della comunità “SanFrancesco”, infatti, non ci sono solo le vitedei ragazzi ma anche quelle delle loro mogli,delle madri, dei padri e dei fratelli costrettiloro malgrado a vivere quest’incubo. Questo è l’obiettivo per cui gli operatoridella comunità combattono ogni giorno:cercare che tutto ciò un giorno possa essere,per ciascuno, solo un lontano ricordo.

Sono tante le mani che lavoranoinfaticabilmente per rendere possibile ilsogno di riconsegnare ai ragazzi una vitalibera dalla trappola della dipendenza

«L’eroina non ha avuto l’ultima parola»ono Francesco e ho 23 anni. Sonocresciuto in una famiglia in cui ave-vo tutto ciò di cui avevo bisogno. Mi

mancava solo la cosa più importante: unpadre al mio fianco. Nonostante gli sfor-zi di mamma, rimanevo con i miei gran-di vuoti affettivi. Durante l’adolescenzacercai qualcosa che mi facesse sentirecompleto per vivere in un mondo tuttomio. Trovai la risposta nell’eroina. Colpassare del tempo, mi rintanavo sempredi piú nella droga. Senza rendermeneconto, ero diventato un tossicodipen-dente. Cominciai a frequentare ambien-ti di carattere malavitoso: non ero più un

S semplice drogato, ma un drogato delin-quente. Mia madre, avendomi scoperto,si ammalò di una forte depressione. A menon importava. L’unica cosa che mi in-teressava era la mia dose giornaliera e ilformarmi un carattere da criminale. Po-chi mesi dopo, mio fratello Giacomo,drogato anche lui, decise di entrare in u-na comunità. Mia madre obbligò ancheme a frequentare il centro d’ascolto del-la comunità dov’era ospite Giacomo. Ciandai e rividi mio fratello molto cam-biato. Incontrai don Mimmo, il respon-sabile, e le sue parole mi risuonarono for-temente e suscitarono il mio orgoglio:

perché non potevo farcela anche io? Fi-nalmente mi decisi: entro in comunità!Da subito, mi fecero capire quanto fossistato fortunato nell’aver avuto la possi-bilità di recuperare la mia vita. Ora co-nosco la bellezza dell’amicizia, i valoridella famiglia, ma, ancor di più, conoscoGesú. Quel Dio del quale mi ero semprevergognato, lo sento finalmente al miofianco. L’ho cercato e Lui mi ha risposto.La comunità mi ha riconsegnato alla vi-ta concreta. Ora so che, nonostante gliscossoni della vita, posso restare in pie-di. Ora finalmente sono libero.

Francesco G.

Una mano tesa per tornare a viverel centro di ascolto della casa famiglia San Francescooffre consulenza ai giovani in difficoltà per droga,

alcool o altre patologie legate alla dipendenza. Un puntodi approdo per chi da tempo vive nel problema delladipendenza e non sa come risolverlo. L’utente vieneincoraggiato dal lavoro di esperti e dalla testimonianzadi giovani che sono già in comunità e può ottenere aiutipratici per risolvere la piaga della dipendenza. Il centrodi ascolto si rivolge anche alle famiglie degli utentiperché escano dalla loro solitudine e siano supportate avivere meglio questo momento delicato della loro vita.Montesano (Le): 0833.762031 – M. Antonietta TarantinoGrottaglie (Ta): 392.3660954 – Gemma FormusoBari: 335.1835403 – Ufficio comunità

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Una fondazione per attuare la profezia di don Tonino Bello

Il servo di Dio don Tonino Bello

DI VITO CASSIANO

a Fondazione “Don Tonino Bello” dal1995 cerca di mantenere vivo il magiste-ro del vescovo di Alessano. Per risponde-

re a questo compito tanto esigente la Fonda-zione ha messo a disposizione tutte le sue ri-sorse umane, all’inizio sotto la guida illumi-nata di Donato Valli, attualmente con la pre-sidenza di Giancarlo Piccinni. Notevoli e molteplici sono state le iniziative di

L

formazione e di promozione culturale. In que-sti ultimi anni ha incominciato a funzionarela Scuola di Pace. Da segnalare inoltre gli in-contri formativi rivolti a tutti per una cittadi-nanza attiva; il pervasivo ed efficace interven-to presso le scuole superiori con percorsi diformazione e di conoscenza di don Tonino, nelcontesto degli avvenimenti e del presente mo-mento storico. Il presidente ci dichiara: «Il compito che ci pre-figgiamo è di stimolare la presa di coscienzadelle situazioni critiche della vicenda religio-sa, culturale, sociale e politica dei nostri gior-ni, ripensando la sempre viva testimonianzaprofetica di don Tonino e cercando di attua-lizzare il suo messaggio. Personalità della cul-tura laica ed ecclesiale ci offrono, con la loroilluminata parola, delle chiavi di lettura dei fe-nomeni sociali e culturali allo scopo di renderevigile la comunità che si interroga e che operaper la pace». Particolare attenzione si dà ai temi della Lau-

dato si’ di papa Francesco. Il messaggio richia-ma un tema più volte affrontato da don Toni-no nella sua denuncia nei confronti dei siste-mi produttivi ed economici, dei processi di svi-luppo sociale, dei rapporti politici tra le na-zioni. Inoltre, la Fondazione sta lavorando per-ché la Scuola di pace abbia il riconoscimentoda parte della Regione Puglia come Ente di for-mazione accreditato.Hanno fatto parte poi del dinamismo propriodella Fondazione molteplici convegni svolti inloco e in tutto il territorio nazionale. In stret-to rapporto con l’attività convegnistica e comeespressione della pervasiva presenza culturaledella Fondazione in tutto il territorio nazionale,c’è poi da considerare la rilevante attività edi-toriale, attraverso il periodico Il Grembiule e lapubblicazione di testi.Sull’esempio del suo maestro e pastore, che èanche conosciuto e amato come l’amico dei po-veri e il fratello degli ultimi, la Fondazione pro-muove attività assistenziali e di accoglienza. Ultimamente da papa Francesco, nell’udienzaavuta a S. Marta, si è avuto lo stimolo per con-tinuare con determinazione nell’opera forma-tiva e di testimonianza.

Una Messa per ricordare

«La Pasqua sia per tutti ilrotolare del macigno, la fi-ne degli incubi, la prima-vera di rapporti nuovi. Ese ognuno di noi, uscitodal suo sepolcro, si ado-pererà per rimuovere ilmacigno del sepolcro ac-canto, si ripeterà final-mente il miracolo che con-trassegnò la Resurrezionedi Cristo».Attraverso le parole di donTonino, la diocesi deside-ra ricordare il 23° anni-versario della sua morte. Atal proposito, il 20 aprilep.v., alle 18, presso il ci-mitero di Alessano, sarà ce-lebrata una Messa, presie-duta da monsignor PaoloGualtieri, nunzio aposto-lico in Madagascar.

Con sede presso l’abitazionenatale del vescovo alessanese,ha l’obiettivo di prolungarenel tempo la sua grandepassione per Dio e per l’uomo

Tra musica e poesiaa sezione “Musica sacra”dell’ufficio liturgico

diocesano, in collaborazione conla parrocchia Cattedrale,organizza per il mese di maggiouna rassegna musicale dal titolo:Mater misericordiaeTra musica e poesia presso la chiesa Cattedrale diUgento nei giorni 7, 15 e 21maggio, a partire dalle 20. Intutte le serate della rassegna, lospettatore potrà assistere allalettura di testi poetici, alternatidall’esecuzione di alcuni famosibrani per organo e per altristrumenti a corda e a fiato. Ladirezione artistica dell’evento èstata affidata al giovane maestroLeonardo Di Chiara. Insieme a luie ad altri artisti, si esibirannoanche Simona Gubello, GilbertoScordari e Tiziana De Vito.

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la rassegna

i centri di ascolto il testimone

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