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Francesca Alfano Miglietti (FAM) Corpo scelto Ibridi e Trasfigurazioni nell’arte contemporanea C’è un quarto o un terzo mondo in cui circolano pochissimi corpi ma solo carni, pelli, facce, muscoli -i corpi sono più o meno nascosti: negli ospedali, nei cimiteri, nelle fabbriche, talvolta nei letti. Jean-Luc Nancy Alle soglie di una nuova evoluzione, una dimensione fuoriesce dal pensiero antropocentrico, la dimensio- ne consapevole in cui, in un nuovo e sconosciuto stadio, gli attuali limiti comportamentali e istituziona- li non sono già più adeguati, le nuove realtà cogniti- ve e teoriche non procedono più eliminando sempli- cemente vecchi organismi a favore di nuovi organi- smi. Una nuova evoluzione. Una dimensione senza precedenti e senza esperien- za, siamo la prima generazione umana che può riprodursi senza ‘accoppiamento’, una delle ultime analogie con un mondo animale attiguo e continuo. La prima transumanità, lo stadio transitivo verso una iper-umanità che si afferma come una evoluzione consapevole di idee, pratiche, istituzioni, filosofie, linguaggi della creazione e morfologie corporali, si sta già delineando con incrementi neurologici, neu- rochimici, cognitivi, che alterano le normali funzioni vitali, con l’estensione della durata della vita oltre il normale limite genetico, tramite strumenti quali dro- ghe, trapianti di organi (nuovi o artificiali), significati- ve modificazioni genetiche, con una notevole inte- grazione diretta con tecnologie, e computer o mac- chine che potenziano e modificano le normali capa- cità umane. Già da qualche anno esistono nootropi- ci e longevity drug, che alterano alcune delle norma- li funzioni umane, il panorama attuale ci propone una dimensione in cui neuroscienza, ingegneria geneti- so_Alfano 14-06-1998 18:18 Pagina 1

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Francesca Alfano Miglietti (FAM)Corpo sceltoIbridi e Trasfigurazioni nell’arte contemporanea

C’è un quarto o un terzo mondo in cui circolano pochissimi corpi ma solo carni, pelli, facce, muscoli -i corpi sono più o meno nascosti: negli ospedali, nei cimiteri, nelle fabbriche, talvolta nei letti.

Jean-Luc Nancy

Alle soglie di una nuova evoluzione, una dimensionefuoriesce dal pensiero antropocentrico, la dimensio-ne consapevole in cui, in un nuovo e sconosciutostadio, gli attuali limiti comportamentali e istituziona-li non sono già più adeguati, le nuove realtà cogniti-ve e teoriche non procedono più eliminando sempli-cemente vecchi organismi a favore di nuovi organi-smi. Una nuova evoluzione. Una dimensione senza precedenti e senza esperien-za, siamo la prima generazione umana che puòriprodursi senza ‘accoppiamento’, una delle ultimeanalogie con un mondo animale attiguo e continuo. La prima transumanità, lo stadio transitivo verso unaiper-umanità che si afferma come una evoluzioneconsapevole di idee, pratiche, istituzioni, filosofie,linguaggi della creazione e morfologie corporali, sista già delineando con incrementi neurologici, neu-rochimici, cognitivi, che alterano le normali funzionivitali, con l’estensione della durata della vita oltre ilnormale limite genetico, tramite strumenti quali dro-ghe, trapianti di organi (nuovi o artificiali), significati-ve modificazioni genetiche, con una notevole inte-grazione diretta con tecnologie, e computer o mac-chine che potenziano e modificano le normali capa-cità umane. Già da qualche anno esistono nootropi-ci e longevity drug, che alterano alcune delle norma-li funzioni umane, il panorama attuale ci propone unadimensione in cui neuroscienza, ingegneria geneti-

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ca, nanotecnologia applicata alle automodificazioni,interfacce neuronale/computer, contribuiscono adeterminare sempre più profonde trasformazionioltre i limiti umani.La fase transumana si caratterizza dal superamentodi alcune fondamentali limitazioni, quali le non incre-mentabili capacità intellettive e la morte, nel supera-mento di quelle caratteristiche che attualmente defi-niscono il concetto di umano, dei limiti più evidentidell’evoluzione, sin qui naturale e animale, della spe-cie. L’ipercorpo è un corpo autoderminato che incitaagli scambi di ogni tipo. Le immagini mediche ren-dono trasparente la nostra interiorità organica, i tra-pianti organizzano una grande circolazione di orga-ni tra i corpi, da un individuo all’altro, ma anche tramorti e vivi, da una specie all’altra (si trapiantano adumani cuori di babbuini, fegati di maiale, si ingeri-scono ormoni prodotti da batteri) un iper-corpocapace di ‘assorbire’ e contenere parti di altri umani,di animali, di vegetali, di minerali e nuove tecnologie.Impianti e protesi rendono ‘confusi’ i confini tra spe-cie minerali e viventi, e diventa sempre più labile ladifferenza che fin ora ha caratterizzato ciò che nasceda ciò che viene prodotto, la distinzione tra organi-smo e meccanismo. Le cornee, lo sperma, gli ovuli,gli embrioni e il sangue, adesso sono socializzati econservati in banche speciali: questo lo scenario dacui si avvista il nuovo Millennio in Occidente, unoscenario cangiante, metamorfico, metastatico, loscenario, assolutamente senza precedenti, di uncorpo sociale che si trasferisce e si impianta diret-tamente nel corpo ‘umano’.L’assimilazione continua di prodotti culturali e diesperienza quotidiana in processi economici ha tra-sformato il mondo occidentale che ha acquisito lamorfologia di un immenso suq in cui si vende e sicompera di tutto. Il corpo è diventato uno dei riferi-menti per mercati e prodotti di ogni genere, ed essostesso prodotto vendibile. L’umanità in questomomento si divide in due diverse e distinte umanità:

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l’umanità dei paesi ricchi e l’umanità dei paesi pove-ri, la seconda è già un ‘container’ vivente di organi diricambio per i primi, alcuni dei quali ha già pronto unintero set di ricambio, per qualsiasi evenienza. I tra-pianti di organi si effettuano da circa quarant’anni,é possibile effettuare gli interventi di trapianto suorgani quali cuore, reni, fegato, midollo osseo, pan-creas, polmoni, cornee. In tutto il mondo la compra-vendita di organi é illegale e negli Stati Uniti tutte leprocedure di trapianto, la registrazione delle prati-che dei donatori e dei riceventi, avvengono tramite laUnited Network for Organ Sharing. Già da qualcheanno si parla di contrabbando di parti del corpoumano, si aprono le porte di nuove e criminose atti-vità redditizie, il nuovo mercato è agli inizi, un merca-to che si prospetta fiorente data l’incapacità da partedell’uomo di rigenerare le parti perdute del propriocorpo (a differenza di alcuni animali). Le alternativealla ruberia di organi umani, al momento sono due:il trapianto da animale a uomo, oppure la prospetti-va di sostituire gli organi “difettosi” con protesi artifi-ciali. Entrambe le possibilità sono in fase di speri-mentazione, sul fronte delle tecnologie sono già per-fezionati protesi artificiali che riproducono le funzionidi cuore, polmoni, reni, fegato, ossa, pelle. E’ la bio-nica, che riunisce in sé medicina, ingegneria e scul-tura, la branca della scienza che si occupa di studia-re gli organi artificiali compatibili con il corpo.‘Varianti’ trans-umane che vivono la scena del rischioattraverso i loro sistemi cognitivi già modificati e iloro corpi in mutazione, già contaminati dagli stru-menti che ne dilatano le possibilità. Corpi, corpi già mutati.Si incomincia ad evidenziare l’urgenza del processoche dev’essere letto essenzialmente come cambia-mento d’identità, la dimensione in cui il corpo diviene una reinvenzione, una reincarnazione, unamoltiplicazione, una riprogettazione, un’auto-ricom-binazione dell’umano. Il corpo individuale come unenorme ipercorpo ibrido, sociale e tecnobiologico.

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Nell’era post-tecnologica il soggetto è un elementoindistinguibile di un unico sistema uniformante cheha inglobato in sé oggetti e soggetto trasformandoquest’ultimo in una sorta di terminale di reti multiple.Quella che ci circonda é una nuova situazione in cuile concezioni oppositive tra naturale/artificiale,maschile/femminile, reale/rappresentazione, si dis-solvono in una trans-realtà regolata dalle tecnocultu-re, i riflessi di una trans-umanità consapevole emutata, invadono i luoghi e vengono cablati, istanta-neizzati, moltiplicati, intrecciando e contaminando ilinguaggi e i corpi di un nuovo universo sensoriale.Si procede per interventi sui codici, su informazionicifrate, su suoni e immagini che non rimandano piùad una sorgente o a un supporto materiale, ma aduna fonte digitale, immateriale, alterata e irreale. Difronte al meticciaggio di tempi, immagini, linguaggi,suoni, si assiste ad una momentanea concretizzazio-ne dei corpi dell’emissione, l’agitarsi di muscoli,carne, sangue, sogni, sul bordo del proprio dilegua-mento identitario in una morfologia mutante. E’ ilpassaggio dalla fissità delle immagini, della persi-stenza retinica, alla persistenza mentale dell’immagi-ne ormai interconnessa ad altre immagini:”Dopo ladisintegrazione nucleare dello spazio della materia,quella del tempo della luce è infine arrivata “, contutta una serie di nuove alterazioni cognitive, dallanon separabilità quantica alla copresenza di tempo-ralità, dalla telepresenza ad un reale scisso, a talproposito Jean -François Lyotard sostiene che se c’èun’accelerazione delle ricerche c’è un’accelerazionedelle ipotesi, e aggiunge che tutti sanno che l’uma-nità negli ultimi due secoli ha appreso più che in dueo tre millenni.L’universo delle tecno-scienze è attivato, un intrecciotra finalità scientifiche e finalità tecnologiche rag-giunge il corpo, la testa, la corteccia cerebrale, eprospetta l’ipotesi di trasformare il mondo intero inuna protesi dell’intelligenza umana. Tutto ciò cheriguarda l’umano, la vita di un soggetto, può essere

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registrato, ripreso, memorizzato, alterato, modificato.Con le immagini sintetiche si può far recitare attorimorti da tempo, o utilizzando le campionature farincidere nuovi brani a musicisti o cantanti scompar-si, ma fenomeno ancora più importante si può alte-rare il meccanismo temporale per quanto riguarda ilrapporto nascita/morte: congelamento dello sperma,concepimento in vitro, clonazione, inseminazioneartificiale; si può intervenire sui meccanismi tempo-rali di invecchiamento: sostituzione di organi, poten-ziamento muscolare, simulazione ormonale; e suimeccanismi di identità sessuale: operazioni definiti-ve di transessualismo, modifiche di caratteri sessua-li con ormoni, interventi al silicone. “Io debbo avereun corpo, è una necessità morale, ‘un’esigenza’.“(Deleuze), un corpo che diviene una scelta, un pro-getto di sé, un ‘materiale’ plasmabile, modificabile,un corpo come volontà di esplorare le zone di coesi-stenza e di confronto, un corpo per realizzare delleconnessioni, delle deviazioni, dei meticciaggi, uncorpo come shock e groviglio di messaggi, di lingue,di punti di emissione, di passaggi di frequenza, uncorpo come passaggio dallo spostamento territoria-le all’ubiquità. Un corpo che muta le proprie sem-bianze per meglio adattarsi al caos presente.Emerge chiaramente l’esigenza di reinventare, il rap-porto io/altro, a partire da una riconsiderazione di ioe di altro, all’interno di una prospettiva di mutazioneantropologica e di un passaggio al trans-umano.Donna Haraway definisce il corpo come “una super-ficie d’incrocio di molteplici e mutevoli codici d’infor-mazione, dal codice genetico fino a quello dell’infor-matica “, il terreno di indagine è lo spostamento dauna evoluzione biologico-irrazionale ad una evolu-zione contaminata dall’ingegneria genetica, dalleneuroscienze e dalle nanotecnologie, un’evoluzionesempre più scelta, non occasionale, consapevole, incui il concetto di corpo si estende infinitamente,allargando i propri confini e i propri termini di defini-zione.”Il rapporto fra organismo e macchina è stato

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una guerra di confine. “, sostiene ancora DonnaHaraway, in gioco vi sono i rapporti di produzione edi riproduzione, e si schiera a favore della confusio-ne dei confini, “confini trasgrediti, potenti fusioni epossibilità pericolose...in cui si affermano affinità,non identità...” le dicotomie oppositive mente/corpo,animale/umano, organismo/macchina, uomo/donna,pubblico/privato, primitivo/civilizzato, natura/cultura,naturale/artificiale, sono tutte messe in questione, edè a partire da questa messa in discussione che siattivano i meccanismi di fuoriuscita dalle trappoledell’identità. Una delle pratiche più interessanti delladimensione multidentitaria è la pratica del trasferi-mento, dalla condizione nomadica di luoghi geogra-fici e reti telematiche, al trasferimento identitario. Il trasferimento é la condizione che permette unanuova postazione e quindi un nuovo punto di vista.Una delle dimensioni che impedisce il confinamentonello schermo appiattito delle sensazioni indotte, éla condizione della mente che permette di viverequalsiasi luogo e qualsiasi identità come distacco,come non appartenenza, é la condizione dellamente che consente la necessità della scoperta dinuovi luoghi mentali e di nuovi mondi emozionali. Inquesto contesto il trasferimento é il pretesto perdipanare misteri, per alimentare segreti, per inventa-re sogni, per evadere dal carcere della ripetizione,per evadere dalle gabbie dell’identità. Il trasferimen-to é ricominciare da un’altra parte, sapendo checomunque nessun luogo, nessun incontro, nessuncorpo é un punto d’arrivo, ma un nuovo punto diesplorazione e poi di partenza. Il trasferimento é unastrategia di guerriglia, di esistenza e non di resisten-za, di emissioni pirata invisibili ad occhio nudo, ope-rante sui fenomeni di vibrazione, di riverbero, d’in-tensità luminosa, su ciò che impressiona la percezio-ne, capace di colpire l’immaginario, é un meccani-smo virale che colpisce direttamente il confine tra ilreale e la rappresentazione di esso.Il trasferimento è il luogo teorico del no-copyright, é

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una pratica di irriconoscibilità, che consente il trasfe-rimento nel corpo dell’altro, nell’altrui teoria, ci si puòtrasferire in una alterità che consente di essere altro-ve,una pratica che si aggancia al nocciolo del futuroprossimo, che teorizza sé stessa entro una più coe-siva e autodeterminata esistenza, é scivolare sullealte tecnologie, sulla cultura di strada, sui furiosiriflessi di una nuova spiritualità, sulle teorie dei vaga-bondi intellettuali underground, sulle strategie diresistenza che si oppongono ai modelli a “tagliaunica” culturali.Il trasferimento é una forma neuro-chimica di sposta-mento, é la collisione di mondi fittizi ad opera disopravvissuti trasferiti amanti delle unicità emoziona-li che vivono i luoghi mutandoli, il trasferimento é unnuovo livello di ideazione intensificata, uno specialesentimento che stimola le estremità. Il trasferimentoconiuga insieme la chimica neuro-fisica, la biologiagenetica , la linguistica, la biotecnologia, l’ingegne-ria cyborg, il linguaggio delle passioni, l’arte, le sto-rie interpersonali, sistemi che alimentano le energiel’un l’altro, sistemi aperti e contingenti ad altri siste-mi, sistemi trasferiti da un linguaggio ad un altro, tuttii sistemi vengono a contatto e sono influenzati daaltri sistemi allo stesso modo.Sta colmandosi l’abisso tra la cultura letteraria, lestrutture formali della politica, gli orizzonti dell’arte ela culture della scienza. I progressi della scienzasono profondamente radicali e si stanno allargandoa tutte le branche del sapere, invadendo lo spettaco-lo ininterrotto dell’informazione, il trasferito agisce glispazi abbandonati ed esplora le interzone, le inter-zone tra i vari sistemi culturali, le interzone tra le mul-tinazionali e le culture di strada, le interzone tra idesideri e le mutazioni.“Finita l’evoluzione dialettica, é l’indeterminazionediscontinua del codice genetico che governa la vitail principio teleonomico: la finalità non é più al termi-ne, non c’é più un termine, né una determinazione.La finalità é là fin dall’inizio, scritta nel

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codice.”(J.Baudrillard), una dimensione che puòdiventare leggibile solo all’interno dell’intercambiabi-lità creative di inventare nuove combinazioni e nuovosenso. Trasferimenti di corpi e di menti: invasione delcorpo, membra artificiali, circuiti trapiantati, chirurgiacosmetica, innesti, invasione della mente, interfaccecerebrali, intelligenze artificiali, neurochimica, trasfe-rimenti che ridefiniscono radicalmente la natura delSé. Una dimensione marcata dall’uso dell’intensitàsurreale, visionaria, la dimensione che porta le idee,le psicologie, le esperienze, oltre i loro limiti, versonuovi confini, al punto della virtuale disintegrazione.Il trasferito esplora l’ironia del processo di adozionedei nuovi modi di vedere, che conseguentementepropongono nuove forme di organizzazione sociale,che diventano paradossali e contraddittori: i proble-mi dell’immaginario in rapporto alla definizione del-l’essere umano in relazione ai sistemi cibernetici, lemetafore cambiano ed anche la realtà.Trasferimenti come allargamento dell’orizzonte dellepossibilità, come dilatazione della coscienza, comedifferenti mondi sensoriali, come differenti struttura-zioni percettive. Il trasferimento dà un’ impostazioneculturale che impone un limitatissimo campo diosservazione, non solo dei mondi esteriori masoprattutto dall’introspezione coscienziale, demolitadalla mutilazione operata nella divisione fra corpo eanima e mondo, ad una dimensione che si irradia apartire dai flussi di energia che rispondono ad ununico movimento che non separa le menti e i mondi.Trasferirsi per azionare correttamente i meccanismimentali, uno spostamento che conduce nella dire-zione di una mutazione cerebrale attraverso la con-sapevolezza di poter eludere le gabbie mentaliriconducibili alla formazione razionale rispetto ad unconcetto “parlato e pensato” piuttosto che “visto”.Un trasferimento in una dimensione che si apre allarealtà visionaria, di fronte ai nostri occhi oscurati dalpensiero razionale si collocano mondi sondabiliesclusivamente spostando il proprio baricentro

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coscienziale, mondi pronti per i nuovi trasferiti. Una dimensione mentale che ha scelto il trasferi-mento come “identità”, lo spostamento come luogo,il mutamento come punto di vista, e come caratteri-stica, nella tradizione delle migliori prospettiveaeree, il punto di fuga.E il soggetto della mia ricerca si ‘trasferisce’ in uncorpo teorico in cui vengono indagate alcune delleconnessioni dell’arte contemporanea con un corpoda sempre manipolato, dal suo rapporto con le isti-tuzioni culturali, religiose, politiche, istituzionali, sinoalle soglie di un’automutazione. Un corpo scelto. Una dimensione temporale chesceglie le tensioni, che diviene una cartografia dellepiù significative iconografie del corpo speciale cheda sempre abita l’arte. Dunque una riflessione criticasull’uso del corpo nell’arte contemporanea, è unariflessione su un corpo soggetto e oggetto di unamoltitudine di eventi che suggeriscono continui rife-rimenti all’ iconografia classica, si evidenziano, infat-ti, numerose analogie ed affinità tra le esperienzedegli artisti contemporanei che hanno incentrato laloro ricerca sul ‘corpo’ e l’iconografia più tradiziona-le. La figura umana è la protagonista di una dellericerche del contemporaneo, si individua un corpodirettamente prelevato dalla tradizione iconograficaoccidentale, un corpo che ha attraversato secoli esecoli d’arte, il corpo dell’arte indagato, svelato,mostrato, quel corpo ferito, martorizzato, anatomiz-zato, sezionato, torturato, suppliziato, crocefisso,quel corpo rappresentato e presentato come unatensione al limite. Corpi scelti, corpi speciali, corpiclassici. Profondi conoscitori delle più sofisticate tec-niche mediali di produzione e riproduzione, capacidi prelevare e trasformare i codici più diversi, dal lin-guaggio genetico a quello cinematografico, da quel-lo musicale a quello teatrale, gli artisti contempora-nei producono un classico capace di evocare nellasua essenza lo spirito di questo tempo. E’ quindicaratteristica di questi artisti la contaminazione tra

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linguaggi, e proprio questa contaminazione ha per-messo nuove forme d’arte non limitate dalla tradizio-ne e dalle convenzioni, e possibili solo in questomomento. Gli anni Novanta, in particolare, hannovisto emergere e proliferare nuove e significativepratiche di trasformazione del corpo -tatuaggi, pier-cing, chirurgia - che hanno dato la possibilità dipensare al proprio corpo come ad una materia primamodificabile e plasmabile, una sorta di identità tran-sitorie. Questo nuovo tipo di umanità ha generato unnuovo tipo di opere che continuano a sfidare il con-cetto di natura e il ruolo dell’arte contemporanea,mettendo in discussione i modi usuali di leggere ilmondo. Molti di questi artisti sono spesso relegatialla categoria di ‘estremo’ , alle facili e rassicurantietichette di ‘estetica dello shock’ , alle banali criticheche ci assicurano che ‘trattasi di casi estremi’… Direttamente legato ai più profondi interrogativi del-l’umanità, il corpo occupa un posto fondamentalenelle mitologie, nelle fedi religiose, nei comanda-menti e nei tabù, nei culti e nei riti. Nel corpo si espri-me una complessa simbologia fatta di potere e disesso, di eredità e di vitalità, di scambio e di patto,di malattia e di contagio. Di corpo del rito, del mito,della leggenda, sono intrisi i corpi della storia del-l’arte, e il corpo riprende il suo posto nel processo direlazione degli esseri umani tra loro e col mondo, uncorpo che diviene il terreno sul quale si giocano lecomplesse partite del sapere e del potere: il terrenosul quale i confini tra reale e immaginario, tra sognoe realtà si fanno sempre più labili. Non una tendenza ‘capricciosa’ e eccessiva, nonl’attitudine perversa di una dimensione ‘estrema’, mauna sensibilità planetaria che muta e interviene diret-tamente sul corpo sociale. Una visione sofisticata eferoce, un particolarissimo senso dello spirito deltempo, la presentazione di macrocosmi che includo-no modi,, tendenze, ribellioni, mutazioni, immagini diuna umanità in trasformazione. Corpo come piega diuna rivoluzione bio-tecnologica, corpo come san-

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gue, pelle, arti, sensi, ma anche corpo come paura,panico, angoscia, depressione, tensione...Un corpoalterato e modificato dalle mutazioni contempora-nee, mutazioni sensoriali, cognitive, genetiche, ses-suali, tecnologiche. Un corpo rimodellato sulle pro-prie paure e sui propri desideri, un corpo che incar-na il corpo sociale, che assomma i conflitti etnici,politici, bellici, un corpo che ha assorbito le radiazio-ni e le accelerazioni, un corpo che è divenuto unasuperficie da significare, tatuaggi, piercing, scarifi-cazioni, operazioni, menomazioni, marchi di un’iden-tità voluta, scelta, assorbita dalle nuove tecnologiedella comunicazione e da un immaginario catodico efilmico che apre a nuove modificazioni e a nuovi ter-ritori corporali. E’ assolutamente classica la crocifis-sione e la deposizione incarnata da Ron Athey, cheappartenendo ad una famiglia che professava unforte legame con la religione pentecostale, si è for-mato, nei pressi di Los Angeles, in una tensione reli-giosa piena di fanatismo, di profezie apocalittiche edi rituali estatici. Performer, scrittore e critico, sostie-ne: “Il mio lavoro é difficile da descrivere, io sono unperformance - artist da coltello...Io lavoro sul dolore,sulla sofferenza.”. E’ il corpo il protagonista assolutoper Ron Athey, corpo-oggetto espropriato, martoria-to, offeso, luogo di malattia e di morte, ma contem-poraneamente strumento di riappropriazione di unaidentità scelta e non più subita. Si dichiara omoses-suale e sieropositivo, e con il suo gruppo, realizzaspettacoli apocalittici e scioccanti, in cui automutila-zioni, tagli, incisioni, e perdita di sangue, tracciano icontorni di una alterità dinamica del corpo e dellafisicità. “Nel mio lavoro sento il bisogno di continua-re a recitare questa commedia religiosa attraverso imiei personaggi,, con la tecnica ho ricreato unasorta di stigmata chirugica usando venticinque aghiin una corona e allo stesso modo rimesso in scena ilMartirio di San Sebastiano. (...) Non credo che sianecessario che il mio pubblico approfondisca ilsignificato di quello che faccio. Tutto è strutturato più

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o meno come per un programma televisivo, o per unmusicall : le cose hanno un inizio e una fine, e nonsempre ciò che ci sta dentro è comprensibile.Questo perché il nostro background è dato in mas-sima parte da una serie di eventi spettacolari chevengono proposti in gran parte dalla televisione: talkshow e cerimonie liturgiche convivono sugli schermiamericani quotidianamente e perfettamente integra-ti tra di loro. E’ l’insieme di molteplici culture, è ilsogno americano che collassa. Contrappongo traloro la merda e i lustrini, l’ateismo e il misticismo,tutto fa parte di un piano nel quale si può agire edivenire altro. I ruoli subiscono dei passaggi di stato,legati agli elementi della terra, alla carne, al sangue,al pentimento, alla mistificazione.” Classici e canonici i corpi di Aziz+Cucher (AnthonyAziz, americano del Massachussets, e SammyCucher, sudamericano di Lima), che lavorano insie-me, prima a San Francisco ora a New York, dal 1990,creando immagini digitali manipolate al computerche preannunciano una trasformazione corporale.Rispondendo alle nuove religioni del corpo, body-building, aerobica jogging, nella mitologia di un fisi-co incorruttibile, capace di annullare l’idea stessadella morte le opere di Aziz+Cucher presentanoimmagini di corpi modificati, corpi che perdono gli‘organi’ della comunicazione e dell’espressione,corpi sigillati ermeticamente, che contengono emo-zioni e sensazioni che non ‘possono più uscire’.Corpi perfetti, auto-realizzati nel rispetto dei canonimediali di bellezza, snelli, muscolosi, alti, asciutti,ma privati di occhi, bocche, sesso, privati della sferaemozionale, sensoriale e riproduttiva, una ‘serie’ diperfezione sterile e sterilizzata. Superfici corporeelisce, rasate, tratti distintivi completamente cancella-ti, interrotta e interdetta la comunicazioneinteriore/esteriore, una identità anatomica e morfolo-gica riformata e uniformata. Nelle opere diAziz+Cucher la carne è sparita portandosi via liqui-di, odori, orifizi, e tutte le possibilità di interscambio

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e di contatto, corpi chiusi, sigillati, dove tutto è erme-ticamente chiuso dentro, il corpo elegante, perfetto esterile dell’angoscia. L’arte come inconscio dellascienza, Aziz+Cucher creano gli interrogativi politicidella manipolazione del corpo costruito dai canonidello ‘spettacolo’, il fine dell’ipermercato dell’appiat-timento sui modelli morfologici contemporanei.E’ classico il corpo e le ‘posizioni’ di Franko B. Natoin Italia, ma inglese di adozione, Franko B è uno deipiù sconvolgenti e interessanti performer di questofine Millennio. Il suo lavoro è incentrato su una seriedi ossessioni che evidenziano come il corpo socialesia inscritto nel corpo fisico, è l’evidenza del mar-chio direttamente impresso sul corpo dalle istituzio-ni sociali affinché il loro controllo possa segnare irre-versibilmente sia la sfera corporale che quella psi-chica. Le azioni di Franko B provocano un’intensitàviscerale e una risposta emotiva, taglia la sua pelle,incide parole, scrive sul suo corpo incidendo leparole nella carne e nel sangue. Cuori e croci i suoisimboli, oggetti intagliati come fa sul suo corpo, inun ‘accumulo’ di reperti che divengono ex-voto diuna società di rifiuti, di scarti, di sopravvissuti, diumani piegati come lamiere. Le azioni e gli oggettidi Franko B sono realizzate con le immagini dellesue scoperte sul suo corpo, provocando domandeintorno all’apparteneza, l’individualità, l’identità ealle restrizioni che obbligano a resistere, sopportare,a vergognarsi:”Molte delle mie ossessioni hannocreato immagini meravigliose, che sono meraviglio-se per me, altrimenti sarebbero insopportabili esarebbero anche pericolose. Quello che sto facen-do é rendere sopportabile l’insopportabile... Faccio un’icona delle cose che obiettivamente vienesbrigativamente ‘bollato’ come insopportabile. Io vedo le mie nevrosi, le mie paure, i miei ‘viaggi’ ,le mie esperienze negative, con una valenza creati-va, cerco di non contaminarle, cerco di esprimerle inuna direzione che sia pura, come nella mia testa. E’ un processo di libertà , la mia è una ricerca sulla

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libertà individuale.. (...)I l mio sangue é il mio corpo.Quando lo sento, mi da un senso di libertà, special-mente il fatto che sia il mio sangue...”E sono classiche le opere e le installazioni di LouiseBourgeois: “Le nostre emozioni possono spezzarcicome se fossimo crakers “. Louise Bourgeois attra-versa i territori dell’alienazione, ansia, sesso, paura,morte, ma e’ il corpo, in realtà, la sua ossessione,“pezzi” di corpi isolati e concentrati. Nelle opere di Louise Bourgeois c’è una costantedualità tra interiore ed esteriore (tra il corpo pensan-te ed il corpo esibito, erotico, compiaciuto di sè), trapiacere e dolore: alcuni lavori sembrano indicare ilpotere della mente e delle emozioni sul corpo: i mondi da lei rappresentati appartengono solo ailuoghi della sua memoria: “Ho bisogno delle miememorie, esse sono i miei documenti”, e viene atti-vata una sorta di” memoria organica”: il corpo comeestensione della mente, come rappresentazione diuno stato mentale legato a un ricordo. Louise Bourgeois ricostruisce ambienti in cui com-paiono monconi di corpo, mani giunte, orecchie inattesa, occhi con spilli, un cuore che penzola, ele-menti di un ambiente fortemente claustrofobico incui il corpo appare per frammenti, per pezzi, perparti mancanti. “Arch of Histeria “, contemporaneadeposizione, senza nessuna madre che sorregga,corpo luminoso ma appeso, sospeso, decapitato...Non c’è nessun corpo se non quello di uno smem-bramento che non riesce a trovare unità. Un lin-guaggio fortemente esplicito: lacrime, liquido semi-nale, sudore, urina, saliva, vomito: “(i liquidi organici)Sono la rappresentazione delle emozioni, del mec-canismo dell’ instabilità. Quando un muscolo si rilas-sa e la tensione scende, un liquido viene secreto. Leemozioni interne diventano fisicamente dei liquidi,secrezioni di una sostanza preziosa”.Classici gli equilibri e le alterazioni iconografiche diCesare Fullone, una serie di ‘schermi’ in cui si creala una dimensione corrosiva che agisce la metafora

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della mutazione come una specie di virus che attac-ca e corrode l’immagine. Cesare Fullone preleva lesue immagini dall’immenso flusso della produzionemultimediale: immagini di moda, pubblicità, mitolo-gie contemporanee, eroi, sportivi, opere d’arte,etnie, guerre...un melting pot dell’immagine in cui gliacidi agiscono come differenza, come se proprio lacorrosione sottraesse le immagini al loro destino dibrainframes nell’onnipotenza dei media, è la crea-zione di un sistema simile a quello della metastasi,che nasce dall’impazzimento dei circuiti e del lorofunzionamento. Una riproduzione che come un virussi riproduce per contagio o per contatto, che si mol-tiplica all’infinito fino al nascere di una nuova imma-gine che modifica ed altera i meccanismi di quellache l’ha preceduta e da cui è nata. Cesare Fullonecrea una sorta di mutazione morfologica dell’imma-gine che si fonde con i corpi ibridi, una mutazioneche segue nuovi percorsi, un ulteriore trasferimentodi identità, dal corpo umano al corpo dell’immagine,corpi estrapolati dai media, corrosi e poi alterati alcomputer. Direttamente dai territori più classici l’ope-ra di Thomas Grunfeld che crea animali mutanti chesembrano giungere da pianeti irriducibilmente alieni.Un cigno con il corpo di un coniglio e le zampe di unemù, una mescolanza di elementi incongrui ma rico-struiti a regola d’arte, rispettando, pur nella totaleincongruità, le proporzioni. Thomas Grunfeld dal 1989 produce bizzarri ibridi uti-lizzando parti di animali imbalsamati. Il suo lavoroconfonde le categorie, visive (pelo di volpe e piumedi pavone) e concettuali (selvaggio e addomestica-to, commestibile e non), fa riferimento a queglischerzi di natura esposti nei Gabinetti delleCuriosità, e soprattutto suscita inquietanti interroga-tivi sulle possibili manipolazioni dell’ingegneriagenetica. Una delle dimensioni del contemporaneoper Grunfeld è la combinazione tra tradizione e pre-sente, un intreccio tra la memoria collettiva e le ten-sioni del contemporaneo.

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Ispirato alle Leggende dei cacciatori tedeschi , que-sti esseri imbalsamati e ibridati nascono dalla visio-narietà del cacciatore così come dalla tradizionedelle meraviglie rinascimentali e altrettanto dallepaure collettive per gli esperimenti dell’ingegneriagenetica e della clonazione. Ancora uno scorcio dicontaminazione tra mitologia classica, leggende,scienza e paura, per la creazione di un territoriocontemporaneamente scientifico e umanistico. Già dagli anni Sessanta il lavoro di Orlan, incentran-do la sua ricerca sulla smitizzazione del corpo ecominciando a lavorare sul concetto di identità, spo-sta radicalmente le problematiche legate al corpodei performer suoi contemporanei, che avevanoscelto il corpo in quanto ‘originale assoluto’ da con-trapporre alla banalizzazione e al conformismo dellasocietà. Ma il passo più radicale nella sua esplora-zione artistica del concetto di identità inizia neglianni Novanta, quando, dal travestimento degli anniOttanta come Santa Orlan, inizia a lavorare al ciclodella “reincarnazione di Santa Orlan”, inaugurandoquella da lei stessa definita Art Carnel (arte carna-le), proprio per sottolineare come la sua ricerca sia“L’incarnazione di un pensiero direttamente nelcorpo.” Ed il corpo su cui interviene è il suo, nella cuisuperficie vengono incisi i segni di un pensieroestremamente radicale e dissacratorio che discuteed affronta alcuni dei temi fondamentali dell’attualecondizione umana : dalla metamorfosi fisica a quel-la identitaria, dalla riflessione sullo statuto del corpoal desiderio di costituire il proprio corpo come luogodi riflessione. Le soglie di una autodeterminazione. Il bisturi diventa il mezzo attraverso cui Orlan realiz-za la decostruzione di un’unica, opprimente, identi-tà, e la sala operatoria si trasforma nel suo laborato-rio di mutazione in cui si evidenzia la mancanza dicorrispondenza tra corpo e identità, la falsificazionedella pelle del rivestimento, di quella superficie sucui adesso è possibile incidere la propria identità.“Per me l’identità immutabile riguarda solo la legali-

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tà, la sorveglianza, il passaporto. (...) Un’ identità troppo forte significa automaticamenteconflitti, razzismo, confronti del tipo ricchi/poveri,brutti/belli, forti/deboli... e questa è la fine! Lottocontro un’identità unica e unilaterale. Amo le identi-tà multiple, le identità nomadi. In Europa siamo tuttisul punto di avere una doppia identità: europea eitaliana, francese, tedesca. Quello che ricerco nellavita, è la possibilità di andare a vedere altrove, altroe altrimenti: di che cosa siamo o saremo capaci?” Ed è una teoria mobile quella che si esprime nellametafora del corpo dell’arte contemporanea, ilnuovo secolo si é inaugurato con la dimensione incui le tecnologie acquistano organicità, in cui nuoverealtà corporali prendono vita in un’era post-tecnolo-gica in cui dati rivestiti di DNA vengono inseriti diret-tamente nella carne ‘specializzata’, quello presenta-to è il corpo che ha scelto di divenire il campo dibattaglia in cui hanno luogo i conflitti politici ed etici:un campo mobile di contestazione estetica che haridisegnato le estensioni di una condizione iper-umana. Le tecnologie della miniaturizzazione lavora-no sulla creazione di meccanismi molecolari perriparare i danni biologici, organici e temporali delcorpo e per dare vita ad una specie di sistemaimmunitario di tipo industriale, tecnologie elettricheiniziano ad essere già incorporate, e vive già unribollente neurocervello interfacciato al sistemaInternet. Questo è il mio corpo: un corpo ipertestua-lizzato e un sistema nervoso cablato impresso nellacarne, il corpo senza fili dell’Internet, la ribellionebiologica di un corpo ipertestualizzato come possi-bilità d’entrata nelle soggettività critiche del ventu-nesimo secolo. In un mondo sempre più inebetito incui ogni riferimento al dolore è rigorosamente vieta-to, in una universale disneyland patinata e noiosa, inuna vita quotidiana sempre più simile ad una sner-vante e piatta telenovelas, gli artisti si riapproprianoe agiscono le ferite al costato, le piaghe sanguinan-ti, la corona di spine, un corpo anarchico, utopico,

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ribelle, il corpo classico che mostra il suo interno,che lascia fluire il suo sangue, un sangue come cur-sore di un nuovo mondo di politica multimediale, dieconomia frattalizzata, di rapporti interfacciati diret-tamente sul corpo. Una serie di penetrazioni nelcorpo della socializzazione, realtà che prendonovita in una trasformazione radicale dell’ordine socia-le.

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