Frana 01

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ESPOSIZIONE COLLETTIVA Giacomo Della Maria Mattia Di Leva Bruno Fronteddu

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ESPOSIZIONE COLLETTIVAGiacomo Della Maria

Mattia Di LevaBruno Fronteddu

Sotto Via di Roncrio, 45 Bologna

11 febbraio / 28 marzo 2013

FRANA / modi di pensare

Quando si rompe un equilibrio statico c’è qualcosa che cede, materia che cade e si mette in movimento, una frana. Frana è scritto su un cartello trovato in una cantina mentre si riempivano secchi di terra bagnata per pulire il pavimento. Frana è il nome del piccolo e prezioso spazio espositivo gestito da Giacomo Della Maria. Frana (numero 1) è il nome di questa esposizione che ci mostra l’avanzamento delle ricerche di Giacomo, Mattia Di Leva e Bruno Fronteddu. Tre pittori con un percorso simile, che hanno lavorato negli stessi luoghi, nello stesso periodo e che hanno dato vita al collettivo TSSR (Società del Torchio). Troviamo qui, dopo diverso tempo, materia che finalmente ha ricominciato a muoversi, ad uscire dai laboratori in cerca di un confronto. Della Maria ci mostra tre sculture e un’opera installativa, legno scavato con la motosega, scolpito e spogliato fino al grezzo con precisi colpi d’accetta. E piccoli reperti modellati con le mani, reliquie ricoperte di catrame. Di Leva porta gli studi più recenti sulla croce e una scultura, parte delle Descrizioni di f., continua a piantare chiodi e a riflettere sul corpo. Fronteddu espone i suoi ricami, dipinti realizzati con ago e filo per descrivere le forme della rosa canina e imbastire una riflessione sulla preghiera.Uno martella, uno dà colpi d’accetta, uno disegna con l’ago. Tutti si distinguono per la semplicità delle tecniche e dei materiali: cotone, legno, cera, olio... Interventi minimi e molta attenzione ai processi creativi ed ai gesti. Tre ricerche che per quanto diverse intrecciano un legame nel modo di affrontare l’opera: l’importanza dell’identità della materia e della “fabbricazione”.Frana inaugura esponendo i lavori di un gruppo che continua a sviluppare un metodo basato sull’analisi minuziosa delle azioni che costruiscono il quadro e ne compongono i significati. Una pratica pittorica che lascia poco al caso, sfrutta l’estetica dei materiali come variabile di una pittura non informale, ma estremamente attenta a conservare nella forma tracce del pensiero su cui si sviluppano le ricerche.

Giacomo Della Maria nasce a Cagliari nel 1977. Nel 1999 lascia la Sardegna per iniziare il suo personale percorso artistico. Dal 2000 vive e lavora a Bologna. Nel 2003 inizia a collaborare con il gruppo DOA e nel 2004 apre Nut Productions. Inizia la collaborazione colla Società del Torchio e con la casa editrice Bohumil. Nel 2006 si laurea in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Partendo dalla pittura sviluppa un linguaggio eclettico utilizzando anche la scultura, il video, l’ audio, il disegno, la stampa e l’installazione, singolarmente e contemporaneamente, sperimentando ogni volta a seconda dell’esigenza creativa. Nel 2013 apre Frana, uno spazio dove si sperimentano allestimenti di opere ed eventi. Le sue opere sono state esposte in mostre personali e collettive a Bologna, Cagliari, Modena e altre città.

Mattia Di Leva nasce a Bologna nel 1983, inizia a studiare pittura nel 1998. Nel 2002 fonda il gruppo di ricerca DOA assieme a Bruno Fronteddu. Si dedica in modo particolare allo studio dell’action painting e realizza principalmente opere di grande formato con materiali edili come cemento e resine (933, m-pf). Nel 2004 assieme a Giacomo Della Maria apre Nut Productions, inizia a collaborare con i poeti della casa editrice Bohumil e con la Società del Torchio, collettivo artistico bolognese, col quale realizza opere installative come la chiusa 1 2 3. Progressivamente riduce i materiali con cui lavora fino ad arrivare a pochissimi elementi poveri come la ruggine, la cenere e la cera. Le sue opere sono state esposte in mostre personali e collettive. Dal 2008 si dedica principalmente alle descrizioni di f.

Bruno Fronteddu nasce a Nuoro nel 1979, nel 2006 si laurea in Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Nel 2002 è coofondatore del Gruppo DOA. Dal 2004 collabora col collettivo Società del Torchio. La sua ricerca nasce dallo studio sulle diverse possibilità espressive della pittura materica, intesa come manifestazione rappresentabile di un legame sottile tra il mondo naturale e quello cognitivo. Nel 2011 si trasferisce nell’Appennino Tosco-Romagnolo dove crea la residenza artistica multidisciplinare Ca’ Colmello Casa Laboratorio: luogo nato dall’esigenza di coniugare il contatto con l’ambiente naturale e l’esperienza artistica. Nelle sue ultime opere approfondisce il significato del sacro legato alla simbologia intrinseca della natura.

Cristo svuotatoLegno, ferro e olio extravergine d’oliva70x70x190 cm

Giacomo Della Maria, 2013

BoilerStampa su carta lucida, vetro, legno e catrame130x35 cm

Giacomo Della Maria, 2013

Decollati 01; 02Legno, ruggine e smalto15x30x18 cm circa

Giacomo Della Maria, 2011

Ricamo 06 Filo di cotone, gommalacca, terre, su carta stampata 210x150 cm

Bruno Fronteddu, 2012

Ricamo 02Filo di cotone e gommalacca su carta stampata

100x70 cm

Bruno Fronteddu, 2012

Libro di preghiera.Studio 02 sulla fedeltà alla terraFilo di cotone, gommalacca, terra, cera e fuoco su carta stampata 8x12 cm

Bruno Fronteddu, 2013

Parte di F. #3Legno, chiodi e cera d’api100x160x60 cm

Mattia Di Leva, 2013

Studio per una croce, linea verticaleOlio di lino, cenere e chiodi su cotone75x115 cm

Mattia Di Leva, 2012

Croce STChiodi e cera d’api25x35 cm

Mattia Di Leva, 2013

Sotto la terra si consumano riti di rinascita trapassando corpi formatisi in modo spontaneo

Frana è un’antica cantina al livello del fiume Aposa, uno di quei fiumi che anticamente portava acqua alla città, forse parte di un antico molino. Luogo trovato e rielaborato col fine di creare un contenitore di flussi di pensiero concreto.Si tratta di utilizzare quella pratica denominata open studio per osservare l’intorno; per produrre momenti in cui gli artisti mostrano in luoghi impropri il loro lavoro, spesso in forma di ‘non finito’, di work in progress. La cantina viene ritrovata da Giacomo Della Maria sotto la sua casa di residenza, aperta e scoperta colma di fango, argilla, legno marcio, oggetti vari, ruote di macchina, cassette per la frutta, giornali. Con gesti precisi viene eliminato il superfluo, bonificato l’intero. Con tecniche scultoree e archeologiche viene ritrovato il fondo di mattone consunto; scoperto un ambiente in cui la follia dell’angolo retto non trova realizzazione, in cui l’uomo si è dimenticato della sua dimensione antiumana.La spinta che ha dato l’energia per iniziare il lavoro di scavo è stata la voglia di creare un posto adatto alla speculazione artistica, cercando di renderne visibili i confini di oggi e del qui con la maggiore precisione possibile. Frana intesa come scultura interna, come apparato digestivo di una scultura in vita. La propria energia mette in moto gli enzimi contenuti negl’interventi e nelle opere degli artisti coinvolti che innescano i processi metabolico-gestaltici che viviamo. È importante essere coscienti del proprio ruolo di generatore termico all’interno della scultura. L’arte è il principio, da essa nasce ogni cosa umana, compreso il pensiero. Tramite il suo poter essere merce di scambio (oltre che momento di produzione) si vuole arrivare a capire alcune plausibili verità. Si vuole usare il mercato come piazza e come gioco: citare il mercato dell’arte usando i prezzi e le quotazioni correnti, le definizioni e i metodi comunicativi (quotazioni, critica, pubblicità, pubblico) per decifrare il reale carattere speculativo e filosofico dell’esperienza Frana.

Giacomo Della Maria

spaziofrana.tumblr.com

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