[FOTOSERVIZIO: MAURIZIO DON ...

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Interni 10 il Giornale Domenica 2 marzo 2008 (...) morta con lui». Valeria, cin- que anni di meno, biondissima e carinissima, la diresti fatta per il cinema, e infatti adesso è attrice e regista. Poi c’è lei, Carla, la picco- la di casa. Né bella né brutta. Né bionda né mora. Né alta né bassa. Né magra né grassa. A 6 anni la natura non rivela ancora chi sei, eppure ha già deciso per te: agli occhi del mondo diventerai la più famosa, la più affascinante, la più desiderata, la più invidiata, la più fotografata, la più pagata. Lei è diventata lei, la nuova regi- na di Francia, Carla Bruni Tede- schi, la terza moglie del presiden- te Nicolas Sarkozy, e Teresa Bello ne va giustamente fiera. Le ha fat- to da mamma, quindi la sente un po’ anche figlia sua. La aiutava a lavarsi, la vestiva, la faceva gioca- re, la seguiva nei compiti, la mette- va a tavola, la portava a spasso e in vacanza, la infilava a letto, le raccontava le storie, le cantava la ninna nanna, e lo stesso faceva con Virginio e Valeria. «Ho letto sui giornali che una padovana di 84 anni abitante a Tezze sul Bren- ta sostiene d’essere stata la tata di Carla dai 6 mesi fino ai 20 anni: sarà, ma io non l’ho mai vista in giro per casa», ride. Madame Sarkozy non ha perso i contatti con la Tere, è così che l’ha sempre chiamata. Lo scorso 5 di- cembre l’ha invitata a Parigi, nella sede dell’Unesco, per la cerimo- nia della firma di un accordo di partenariato fra l’organizzazione delle Nazioni Unite e la Fondazio- ne Virginio Bruno Tedeschi. La madre e le sorelle di Virginio han- no venduto all’asta da Sotheby’s molti beni di famiglia: col ricavato finanzieranno un programma di prevenzione dell’Aids tra i bimbi africani, per onorare la memoria del figlio e fratello. «Baci e abbrac- ci. “Giurami che ci rivedremo”, mi ha detto la Carla. Mi ha anche mostrato le foto di Aurélien, l’unico figlio, nato nel 2001 dal suo le- game col filosofo Raphaël Enthoven. Ha voluto il mio pare- re: “Ti piace?”. Poi mi ha dato il nuovo numero di cellulare. Tre giorni dopo, al momento di lasciare Parigi, le ho manda- to un Sms. Mi ha su- bito richiamato per salutarmi: “Ci dob- biamo sentire più spesso”, ha insistito. Ma chi sono io per te- lefonare all’Eli- seo?». Teresa Bello - un marito, Flavio, inge- gnere elettronico e due figlie, Elena, 23 anni, e Margarita, 18, adottata in Brasi- le, studi universitari in sociologia lasciati a metà, un passato da arre- datrice, un presente da titolare della merceria Il Puntaspillo a Per- gine Valsugana - conosce bene la scienza degli addii. Uscì nel 1970 all’Onairc di Trento, l’Opera nazio- nale per l’assistenza all’infanzia delle regioni di confine, oggi aboli- ta ma allora quotatissima: «Noi istitutrici, al momento di diplomar- ci, eravamo già prenotate dalle mi- gliori famiglie». Il primo anno da baby sitter lo passò ad accudire la prole di Ornella Dogliotti, figlia del professor Achille Mario Dogliotti, il celebre cardiochirurgo torinese, che da ragazza era apparsa su Epoca fra i migliori partiti d’Italia insieme con Umberto Agnelli. Su- bito dopo fu assunta da Alberto Bruni Tedeschi, industriale sposa- to con la pianista Marisa Borini e compositore dodecafonico, un per- sonaggio che sembrava uscito dai Buddenbrook di Thomas Mann: aveva ereditato dal padre Virgi- nio, ebreo vercellese convertitosi alla religione cattolica della mo- glie Orsola Bruni per paura delle persecuzioni, la Ceat di Torino, fabbrica di cavi e pneumatici fon- data nel 1888. «Un giorno del 1973 ero con Virginio, Valeria e Carla al Sestriere, dove i Bruni Te- deschi possedevano una bellissi- ma mansarda. La madre arrivò trafelata su un’auto guidata dallo chauffeur: “Ha sentito, Tere, che cosa terribile? Hanno rapito un bimbo di 8 anni”. Se non ricordo male, era Mirko Panattoni, il pri- mo baby sequestrato d’Italia. La signora Marisa si strinse al petto i figli. “Mio marito ha deciso: li por- tiamo a Parigi”. Le piccole non ca- pivano. Ma Virginio, già quattordi- cenne, cominciò subito a protesta- re: si rendeva conto che avrebbe dovuto lasciare Torino e gli amici. Ricordo che la madre, per amman- sirlo, gli fece una promessa: “A Pa- rigi potrai andare a scuola in bi- ci”. Capii che era venuto il momen- to di separarci». Non le chiesero di seguirli a Pari- gi? «Sì, ma io non me la sentivo di tra- sferirmi a 1.000 e passa chilome- tri da dove sono nata. Rimasi con i Bruni Tedeschi all’hotel Ritz di Pa- rigi una decina di giorni, il tempo che trovassero casa. E quando si furono sistemati nel quartiere di Saint-Germain-des-Prés, in una villa appartenuta a Louis Cartier, dove c’erano ancora molti mobili del capostipite della dinastia di gio- iellieri, ripresi sia pure a malincuo- re la strada della mia Valsugana». La madre non aveva tempo di oc- cuparsi dei tre figli? «Come concertista lei si dedicava alla musica. Quando arrivai nel ca- stello di Castagneto Po, che era la loro residenza di campagna, la si- gnora Marisa stava preparando Notte nei giardini di Spagna di Ma- nuel De Falla. Che belle mani da pianista, le feci i complimenti. “No, mia cara, semmai da violini- sta”, mi corresse. Sedeva al piano- forte tutti i giorni dalle 8.30 alle 12 e dalle 14 alle 18.30. La mattina c’era un rituale. Appena Carla si svegliava, dovevo avvisare la ma- dre, che le suonava la Marcia tur- ca di Mozart per farla uscire dal letto». Che tipo era Alberto Bruni Tede- schi? «Straordinario. Incuteva soggezio- ne fin dalla statura. In realtà era un uomo affabile. Durante la setti- mana io pranzavo con i bambini in una saletta appartata. La dome- nica eravamo a tavola tutti insie- me. Fra noi s’era creata una certa complicità gastrono- mica. Certi cesti di frutta candita nella residenza al mare di Cap Nègre, in Pro- venza... Dopo cena si ritirava nello studio a comporre musica dodecafonica. Telefo- nava spesso agli ami- ci Karlheinz Stockhausen e Luigi Nono». Ma lei sapeva che Carla non era sua fi- glia? «Mai sospettata una cosa simile. Sapevo che la moglie aveva avuto una storia col grande pianista Artu- ro Benedetti Miche- langeli, perché è scritto nel libro L’in- dustriale dodecafoni- co pubblicato da Mar- silio cinque anni fa, che la signora Mari- sa commissionò all’amico d’infan- zia Gian Piero Bona: me lo regalò lei stessa a Torino. Ora Bona dice che Marisa le confidò il segreto sul vero padre di Carla durante una crociera. Per me è stato un colpo leggere sui giornali quanto ha di- chiarato dal Brasile il musicista Maurizio Remmert: “Carla è mia figlia, nata quando avevo 19 anni da un amore con Marisa, allora trentaduenne e già sposata. Non ho mai negato la mia paternità, an- che il marito di Marisa sapeva”». Com’era Carla da piccola? «Aveva un temperamento irruen- te. Riusciva sempre a ottenere quel che voleva, con le buone o con le cattive. Insomma, un carat- terino. Molto bisognosa di cocco- le. Quando combinava una mara- chella, era facilissimo scoprirla». Perché? «All’improvviso cessavano le note del pianoforte: Carla s’era rifugia- ta fra le braccia della madre e così cascava il palco, niente punizio- ne». Era autorizzata a punirla? «Altrimenti che istitutrice sarei stata? Qualsiasi punizione, tranne quelle corporali». E quindi? «Niente gioco, niente gelato, pane al posto dei dolci. Ma già allora non è che le interessasse molto il cibo. È sempre stata molto esile e alta, a differenza di Valeria, più tonda». Carla voleva diventare ballerina. «Tutto quello che faceva Valeria, voleva farlo anche Carla. La sorel- la maggiore fu iscritta alla scuola di danza di Susanna Egri, figlia di Ernesto Egri Erbstein, il direttore tecnico ungherese del Grande To- rino morto con la sua squadra nel- la tragedia di Superga. Carla insi- stette per seguirla. La coreografa disse alla madre: “Questa bimba non diventerà mai una ballerina. È troppo lunga e ha i piedi troppo grandi”». Qual era il suo gioco preferito? «La parrucchiera. Passava ore e ore a torturare con petti- ne e spazzola la pove- ra Romana. Era la governante di casa prim’ancora che il si- gnor Alberto si spo- sasse: gli aveva con- sacrato la propria vi- ta, rimanendo zitel- la, e lui la considera- va un po’ sua madre, le aveva persino com- prato un apparta- mento per la vecchia- ia a Moncalieri. Ma rimase vuoto». Mai avuto voglia di rifilare a Carla una sberla? «Qualche volta sì. M’indisponeva soprattutto quando pretendeva l’impossibile. Ora non ricordo più di quale assurda richiesta si trat- tasse, fatto sta che un giorno, sulle scale, di ritorno da scuola, al mio diniego si voltò di scatto e mi sbat- té la cartella sulla testa. Faticai a trattenermi». «Avrei fatto il medico con specia- lizzazione in psichiatria, ma oc- corre studiare anni e io non rie- sco a concentrarmi su un libro per più di qualche minuto». Chi può averlo detto? «Sia Carla che Valeria». Carla. «Ecco. Del resto, sa, quando in fa- miglia respiri fin da piccola il gu- sto per l’arte e la musica, lo studio può sembrare una perdita di tem- po». Tra Carla e il presidente france- se è amore vero? Non sarà l’enne- sima avventura? «Il tempo ce lo dirà. Vorrei che non lo fosse». «Tradire gli uomini mi piace, se lo meritano». L’ha dichiarato Carla. «Ha ragione. Tutti la descrivono come una mangiatrice di uomini. Ma questi uomini che si lasciano mangiare, chi sono? Bisogna esse- re in due per certe cose». Prima di fare un figlio con Raphaël Enthoven, ha avuto sto- rie con Mick Jagger, Eric Clap- ton, Kevin Costner, Vincent Pe- rez, Donald Trump e Arno Klar- sfeld, figlio dei cacciatori di nazi- sti Serge e Beate. Ufficialmente fanno sette compagni. Otto con Sarkozy. «A quei livelli me ne trovi una che ne ha avuti di meno». Però a 15 anni raccontava già al- le amichette che si sarebbe fidan- zata con Mick Jagger. «Gliel’ho detto che ha sempre avu- to le idee chiare». Ha portato via Eric Clapton alla povera Lory Del Santo. «La Del Santo ha tirato fuori ades- so questa storia per brillare un po’ di luce riflessa». Mentre era in vacanza col fidan- zato scrittore Jean Paul Entho- ven, finì tra le braccia del rampol- lo di questi, Raphaël, sposato al- l’epoca con Justine Lévy, figlia del filosofo Bernard Henri Lévy, il più caro amico di Enthoven pa- dre. Il quale commentò affranto: «In un colpo solo mi ha portato via figlio, nuora e migliore ami- co». Quanto alla nuora tradita, cadde in depressione. «Perché chiamare in causa sem- pre Carla? Ripeto: ma questi signo- ri non c’entrano nulla? Ha fatto tutto da sola? Basta addossarle ogni colpa! Troppo comodo». Che cosa cercherà negli uomini? «Quello che cercano tutte. Anche a me sarebbe piaciuto Kevin Co- stner. Chi non sogna il principe az- zurro? Io l’ho avuto, e nell’81 l’ho pure sposato. È mio marito. Ma nel jet set si è più esposti alle tenta- zioni». Lei augurerebbe a un figlio di sposare una donna così? «Sì. Vorrebbe dire che neppure io, sua madre, sono una persona co- mune». È tanto importante non essere persone comuni? «Ha ragione, non lo è. Anche la notorietà diventa un limite. Come il non averla». Che cosa conta di più nel matri- monio? «Il rispetto». Carla è davvero così bella, secon- do lei? «Altroché. La osservavo al ricevi- mento dell’Unesco. Neanche un fi- lo di trucco. Ma quando è entrata lei, sembrava che nel salone aves- sero acceso la luce». Ha poco seno. «È bella anche per questo, si vede che non è rifatta». I denti sembrano finti. «Badi! Carla è anche un po’ mia, è come se parlasse di mia figlia. In effetti l’unica cosa che s’è rifatta sono due o tre denti». Un bel servizio da caffè. «Sua madre diceva sempre: “Mac- ché capsule in ceramica di colore naturale! Quando resterò senza, mi farò una protesi di denti bian- chissimi”». Le piace più come modella o co- me cantante? «Come cantante mi piace tantissi- mo. Spero che registri altri Cd». Quelqu’un m’a dit sembra una ti- ritera della Val di Non: e ti te m’hai dit, e mi t’ho dit... «Assomiglia un po’ al dialetto tren- tino, è vero». Ha scritto una canzone, La der- nière minute, ispirata alla con- tessa Du Barry, che davanti alla ghigliottina eretta dai sanculotti espresse al boia quest’ultimo de- siderio: «Ancora un minuto!». Sembrerebbe una donna triste. «Triste no, riflessiva sì. La gente pensa che abbia un cervello di gal- lina, che sia distaccata, vacua. Ma io posso testimoniare che non è co- sì». La parodia che ne fa Fiorello - «che volgarité!» - la fa ridere? «No, mi fa male. An- che se talvolta sorri- do con un senso di colpa». Certo che la teleno- vela con Sarkozy ha stufato. La popolari- tà del presidente è in calo persino tra i francesi. «Siete voi giornalisti che avete stufato». Le ha regalato lo stesso anello di fi- danzamento che aveva comprato per la precedente mo- glie Cécilia. «In effetti m’è sem- brato di cattivo gu- sto. Ma Carla che c’entra? Forse lui vo- leva solo farle capire che non la considera da meno di Cécilia». Però otto giorni pri- ma delle nozze ha mandato un Sms a Cécilia: «Se torni, annullo tutto». «A questo non ci credo. Ma nean- che!». Perché avranno vagabondato mano nella mano fra Egitto e Giordania con Aurélien braccato dai fotografi, povero bambino? «Quello è stato un errore, l’ha rico- nosciuto anche lei nell’intervista all’ Express: “Mon erreur la plus grande”». S’immagina qualche volta Carla da vecchia? Che farà? Si rasse- gnerà a vedere il corpo che sfiori- sce? «La madre s’è lasciata prendere per mano dal tempo. Sarà così an- che per Carla. Non cercherà di fer- marlo, come fanno le altre». (406. Continua) Stefano Lorenzetto [email protected] , , Teresa Bello ha tra le mani l’invito ricevuto da Carla Bruni per la cerimonia di Parigi in memoria di Virginio Bruni Tedeschi, il fratello ucciso dalla leucemia TIPI ITALIANI L’ho vista a Parigi: era senza trucco Inaugurava la fondazione intitolata al fratello Virginio, morto di leucemia. Mai sospettato che non fosse la vera figlia del signor Alberto. Mangiatrice d’uomini? Certe cose si fanno in due. Fiorello la prende in giro e io soffro Carla Bruni (a destra) con Teresa Bello e Margarita, figlia adottiva della tata da cui fu cresciuta, fotografate all’Unesco di Parigi lo scorso 5 dicembre Otteneva sempre ciò che voleva Una volta che non riuscii a esaudire uno dei suoi desideri impossibili, mi sbatté la cartella di scuola in testa. Per farla uscire dal letto la madre pianista le suonava la «Marcia turca» di Mozart. Ci vogliamo tanto bene P rima fu assunta dalla figlia del celebre cardiochirurgo Dogliotti. E l’anno dopo da un industriale che componeva musica dodecafonica e che aveva tre bimbi: la più p iccola è diventata first lady di Francia TERESA BELLO La tata che ha cresciuto Carla Bruni «Madame Sarkozy, che caratterino» DALLA PRIMA MERCIAIA IN VALSUGANA Teresa Bello nella sua merceria di Pergine Valsugana. Diplomata all’Onairc di Trento, nel 1971 fu assunta da Alberto Bruni Tedeschi e dalla moglie Marisa Borini come istitutrice dei figli Virginio, Valeria e Carla. La seconda sarebbe diventata attrice e regista e la terza top model [FOTOSERVIZIO: MAURIZIO DON]

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Interni10 il Giornale � Domenica 2 marzo 2008

(...) morta con lui». Valeria, cin-que anni di meno, biondissima ecarinissima, la diresti fatta per ilcinema, e infatti adesso è attrice eregista. Poi c’è lei, Carla, la picco-la di casa. Né bella né brutta. Nébionda né mora. Né alta né bassa.Né magra né grassa. A 6 anni lanatura non rivela ancora chi sei,eppure ha già deciso per te: agliocchi del mondo diventerai la piùfamosa, la più affascinante, la piùdesiderata, la più invidiata, la piùfotografata, la più pagata.

Lei è diventata lei, la nuova regi-na di Francia, Carla Bruni Tede-schi, la terza moglie del presiden-te Nicolas Sarkozy, e Teresa Bellone va giustamente fiera. Le ha fat-to da mamma, quindi la sente unpo’ anche figlia sua. La aiutava alavarsi, la vestiva, la faceva gioca-re, laseguivanei compiti, lamette-va a tavola, la portava a spasso ein vacanza, la infilava a letto, leraccontava le storie, le cantava laninna nanna, e lo stesso facevacon Virginio e Valeria. «Ho lettosui giornali che una padovana di84 anni abitante a Tezze sul Bren-ta sostiene d’essere stata la tata diCarla dai 6 mesi fino ai 20 anni:sarà, ma io non l’ho mai vista ingiro per casa», ride.

Madame Sarkozy non ha perso icontatti con la Tere, è così che l’hasempre chiamata. Lo scorso 5 di-cembre l’ha invitata aParigi, nellasede dell’Unesco, per la cerimo-nia della firma di un accordo dipartenariato fra l’organizzazionedelle Nazioni Unite e la Fondazio-ne Virginio Bruno Tedeschi. Lamadre e le sorelle di Virginio han-no venduto all’asta da Sotheby’smolti beni di famiglia: col ricavatofinanzieranno un programma diprevenzione dell’Aids tra i bimbiafricani, per onorare la memoriadel figlioe fratello.«Baci eabbrac-ci. “Giurami che ci rivedremo”, miha detto la Carla. Miha anche mostratole foto di Aurélien,l’unico figlio, natonel 2001 dal suo le-game col filosofoRaphaël Enthoven.Havoluto ilmiopare-re: “Ti piace?”. Poimi ha dato il nuovonumero di cellulare.Tre giorni dopo, almomento di lasciareParigi, le ho manda-to un Sms. Mi ha su-bito richiamato persalutarmi: “Ci dob-biamo sentire piùspesso”, ha insistito.Machi sono ioper te-lefonare all’Eli-seo?».

Teresa Bello - unmarito, Flavio, inge-gnere elettronico edue figlie, Elena, 23anni, e Margarita,18,adottata inBrasi-le, studi universitari in sociologialasciatiametà,unpassatodaarre-datrice, un presente da titolaredellamerceria IlPuntaspilloaPer-gine Valsugana - conosce bene lascienza degli addii. Uscì nel 1970all’OnaircdiTrento, l’Operanazio-nale per l’assistenza all’infanziadelle regioni di confine, oggi aboli-ta ma allora quotatissima: «Noiistitutrici,almomentodidiplomar-ci, eravamogiàprenotatedallemi-gliori famiglie». Il primo anno dababy sitter lo passò ad accudire laproledi Ornella Dogliotti, figlia delprofessor Achille Mario Dogliotti,il celebre cardiochirurgo torinese,che da ragazza era apparsa suEpoca fra i migliori partiti d’Italiainsieme con Umberto Agnelli. Su-bito dopo fu assunta da AlbertoBruniTedeschi, industriale sposa-

to con la pianista Marisa Borini ecompositoredodecafonico,unper-sonaggio che sembrava uscito daiBuddenbrook di Thomas Mann:aveva ereditato dal padre Virgi-nio, ebreo vercellese convertitosialla religione cattolica della mo-glie Orsola Bruni per paura dellepersecuzioni, la Ceat di Torino,fabbrica di cavi e pneumatici fon-data nel 1888. «Un giorno del1973 ero con Virginio, Valeria eCarlaal Sestriere,dove i BruniTe-deschi possedevano una bellissi-ma mansarda. La madre arrivòtrafelata su un’auto guidata dallochauffeur: “Ha sentito, Tere, checosa terribile? Hanno rapito unbimbo di 8 anni”. Se non ricordomale, era Mirko Panattoni, il pri-mo baby sequestrato d’Italia. Lasignora Marisa si strinse al petto ifigli. “Mio marito ha deciso: li por-tiamo a Parigi”. Le piccole non ca-pivano.MaVirginio, giàquattordi-cenne, cominciò subitoaprotesta-re: si rendeva conto che avrebbe

dovuto lasciare Torino e gli amici.Ricordoche lamadre,peramman-sirlo,gli fece unapromessa:“APa-rigi potrai andare a scuola in bi-ci”.Capii cheeravenuto ilmomen-to di separarci».Non le chiesero di seguirli a Pari-gi?«Sì, ma io non me la sentivo di tra-sferirmi a 1.000 e passa chilome-tri da dove sono nata. Rimasi con iBruniTedeschiall’hotelRitzdiPa-rigi una decina di giorni, il tempoche trovassero casa. E quando sifurono sistemati nel quartiere diSaint-Germain-des-Prés, in unavilla appartenuta a Louis Cartier,dove c’erano ancora molti mobilidelcapostipitedelladinastiadigio-iellieri, ripresi siapureamalincuo-re la strada della mia Valsugana».La madre non aveva tempo di oc-

cuparsi dei tre figli?«Come concertista lei si dedicavaallamusica.Quandoarrivainelca-stello di Castagneto Po, che era laloro residenza di campagna, la si-gnora Marisa stava preparandoNotteneigiardinidiSpagnadiMa-nuel De Falla. Che belle mani dapianista, le feci i complimenti.“No, mia cara, semmai da violini-sta”,micorresse.Sedevaal piano-forte tutti i giornidalle 8.30 alle 12e dalle 14 alle 18.30. La mattinac’era un rituale. Appena Carla sisvegliava, dovevo avvisare la ma-dre, che le suonava la Marcia tur-ca di Mozart per farla uscire dalletto».Che tipo era Alberto Bruni Tede-schi?«Straordinario. Incutevasoggezio-ne fin dalla statura. In realtà eraunuomo affabile. Durante la setti-mana io pranzavo con i bambiniinunasaletta appartata.Ladome-nica eravamo a tavola tutti insie-me. Fra noi s’era creata una certa

complicità gastrono-mica. Certi cesti difrutta candita nellaresidenza al mare diCap Nègre, in Pro-venza... Dopo cena siritirava nello studioa comporre musicadodecafonica.Telefo-navaspessoagliami-ci KarlheinzStockhausen e LuigiNono».Ma lei sapeva cheCarlanonera sua fi-glia?«Mai sospettata unacosa simile. Sapevoche la moglie avevaavuto una storia colgrandepianistaArtu-ro Benedetti Miche-langeli, perché èscritto nel libro L’in-dustrialedodecafoni-copubblicatodaMar-silio cinque anni fa,che la signora Mari-

sa commissionò all’amico d’infan-zia Gian Piero Bona: me lo regalòlei stessa a Torino. Ora Bona diceche Marisa le confidò il segreto sulvero padre di Carla durante unacrociera. Per me è stato un colpoleggere sui giornali quanto ha di-chiarato dal Brasile il musicistaMaurizio Remmert: “Carla è miafiglia, nata quando avevo 19 annida un amore con Marisa, alloratrentaduenne e già sposata. Nonhomainegato lamiapaternità,an-che il marito di Marisa sapeva”».Com’era Carla da piccola?«Aveva un temperamento irruen-te. Riusciva sempre a ottenerequel che voleva, con le buone ocon le cattive. Insomma, un carat-terino. Molto bisognosa di cocco-le. Quando combinava una mara-chella, era facilissimo scoprirla».

Perché?«All’improvviso cessavano le notedel pianoforte: Carla s’era rifugia-ta fra le braccia della madre e cosìcascava il palco, niente punizio-ne».Era autorizzata a punirla?«Altrimenti che istitutrice sareistata?Qualsiasi punizione, trannequelle corporali».E quindi?«Niente gioco, niente gelato, paneal posto dei dolci. Ma già alloranon è che le interessasse molto ilcibo. È sempre stata molto esile ealta, a differenza di Valeria, piùtonda».Carla voleva diventare ballerina.«Tutto quello che faceva Valeria,voleva farlo anche Carla. La sorel-la maggiore fu iscritta alla scuoladi danza di Susanna Egri, figlia diErnesto Egri Erbstein, il direttoretecnico ungherese del Grande To-rinomortocon lasua squadranel-la tragedia di Superga. Carla insi-stette per seguirla. La coreografadisse alla madre:“Questa bimba nondiventerà mai unaballerina. È troppolunga e ha i pieditroppo grandi”».Qual era il suo giocopreferito?«La parrucchiera.Passava ore e ore atorturare con petti-neespazzola lapove-ra Romana. Era lagovernante di casaprim’ancorache il si-gnor Alberto si spo-sasse: gli aveva con-sacrato la propria vi-ta, rimanendo zitel-la, e lui la considera-va un po’ sua madre,leavevapersinocom-prato un apparta-mentoper lavecchia-ia a Moncalieri. Marimase vuoto».Mai avuto voglia dirifilare a Carla unasberla?«Qualche volta sì. M’indisponevasoprattutto quando pretendeval’impossibile. Ora non ricordo piùdi quale assurda richiesta si trat-tasse, fatto sta che un giorno, sullescale, di ritorno da scuola, al miodiniego si voltò di scatto e mi sbat-té la cartella sulla testa. Faticai atrattenermi».«Avrei fatto il medicoconspecia-lizzazione in psichiatria, ma oc-corre studiare anni e io non rie-sco a concentrarmi su un libroper più di qualche minuto». Chipuò averlo detto?«Sia Carla che Valeria».Carla.«Ecco. Del resto, sa, quando in fa-miglia respiri fin da piccola il gu-sto per l’arte e la musica, lo studiopuò sembrare una perdita di tem-

po».Tra Carla e il presidente france-seèamorevero?Nonsarà l’enne-sima avventura?«Il tempo ce lo dirà. Vorrei chenon lo fosse».«Tradire gli uomini mi piace, selo meritano». L’ha dichiaratoCarla.«Ha ragione. Tutti la descrivonocome una mangiatrice di uomini.Ma questi uomini che si lascianomangiare, chi sono?Bisognaesse-re in due per certe cose».Prima di fare un figlio conRaphaël Enthoven, ha avuto sto-rie con Mick Jagger, Eric Clap-ton, Kevin Costner, Vincent Pe-rez, Donald Trump e Arno Klar-sfeld, figlio dei cacciatori di nazi-sti Serge e Beate. Ufficialmentefanno sette compagni. Otto conSarkozy.«A quei livelli me ne trovi una chene ha avuti di meno».Però a 15 anni raccontava già al-leamichettechesi sarebbefidan-

zata con Mick Jagger.«Gliel’hodettochehasempreavu-to le idee chiare».Ha portato via Eric Clapton allapovera Lory Del Santo.«La Del Santo ha tirato fuori ades-so questa storia per brillare unpo’di luce riflessa».Mentre era in vacanza col fidan-zato scrittore Jean Paul Entho-ven, finì tra lebracciadel rampol-lo di questi, Raphaël, sposato al-l’epoca con Justine Lévy, figliadel filosofo Bernard Henri Lévy,il più caro amico di Enthoven pa-dre. Il quale commentò affranto:«In un colpo solo mi ha portatovia figlio, nuora e migliore ami-co». Quanto alla nuora tradita,cadde in depressione.«Perché chiamare in causa sem-preCarla?Ripeto:maquesti signo-

ri non c’entrano nulla? Ha fattotutto da sola? Basta addossarleogni colpa! Troppo comodo».Che cosa cercherà negli uomini?«Quello che cercano tutte. Anchea me sarebbe piaciuto Kevin Co-stner.Chinon sogna il principeaz-zurro? Io l’ho avuto, e nell’81 l’hopure sposato. È mio marito. Manel jet set si èpiùesposti alle tenta-zioni».Lei augurerebbe a un figlio disposare una donna così?«Sì.Vorrebbe dire che neppure io,sua madre, sono una persona co-mune».È tanto importante non esserepersone comuni?«Ha ragione, non lo è. Anche lanotorietà diventa un limite. Comeil non averla».Che cosa conta di più nel matri-monio?«Il rispetto».Carlaèdavvero così bella, secon-do lei?«Altroché. La osservavo al ricevi-mentodell’Unesco.Neancheun fi-lo di trucco. Ma quando è entratalei, sembrava che nel salone aves-sero acceso la luce».Ha poco seno.«È bella anche per questo, si vedeche non è rifatta».I denti sembrano finti.«Badi! Carla è anche un po’ mia, ècome se parlasse di mia figlia. Ineffetti l’unica cosa che s’è rifattasono due o tre denti».Un bel servizio da caffè.«Suamadredicevasempre: “Mac-ché capsule in ceramica di colorenaturale! Quando resterò senza,mi farò una protesi di denti bian-chissimi”».Le piace più come modella o co-me cantante?«Come cantante mi piace tantissi-mo. Spero che registri altri Cd».Quelqu’unm’adit sembrauna ti-ritera della Val di Non: e ti tem’hai dit, e mi t’ho dit...«Assomigliaunpo’aldialetto tren-tino, è vero».Ha scritto una canzone, La der-nière minute, ispirata alla con-tessa Du Barry, che davanti allaghigliottina eretta dai sanculottiespresse al boia quest’ultimo de-siderio: «Ancora un minuto!».Sembrerebbe una donna triste.«Triste no, riflessiva sì. La gentepensacheabbia uncervellodigal-lina, che sia distaccata, vacua. Maioposso testimoniarechenonèco-sì».La parodia che ne fa Fiorello -«che volgarité!» - la fa ridere?

«No, mi fa male. An-che se talvolta sorri-do con un senso dicolpa».Certo che la teleno-vela con Sarkozy hastufato.Lapopolari-tà del presidente èin calo persino tra ifrancesi.«Siete voi giornalistiche avete stufato».Le ha regalato lostesso anello di fi-danzamento cheaveva comprato perla precedente mo-glie Cécilia.«In effetti m’è sem-brato di cattivo gu-sto. Ma Carla chec’entra?Forse lui vo-leva solo farle capireche non la considerada meno di Cécilia».Però otto giorni pri-ma delle nozze hamandato un Sms a

Cécilia: «Se torni, annullo tutto».«A questo non ci credo. Ma nean-che!».Perché avranno vagabondatomano nella mano fra Egitto eGiordania con Aurélien braccatodai fotografi, povero bambino?«Quelloèstatounerrore, l’harico-nosciuto anche lei nell’intervistaall’Express: “Mon erreur la plusgrande”».S’immagina qualche volta Carlada vecchia? Che farà? Si rasse-gneràavedere il corpochesfiori-sce?«La madre s’è lasciata prendereper mano dal tempo. Sarà così an-cheperCarla.Noncercheràdi fer-marlo, come fanno le altre».

(406. Continua)Stefano Lorenzetto

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Teresa Belloha tra le manil’invito ricevutoda Carla Bruniper la cerimoniadi Parigiin memoria diVirginio BruniTedeschi, ilfratello uccisodalla leucemia

TIPI ITALIANI

L’ho vista a Parigi: era senza truccoInaugurava la fondazione intitolataal fratello Virginio, morto di leucemia.Mai sospettato che non fosse la verafiglia del signor Alberto. Mangiatriced’uomini? Certe cose si fanno in due.Fiorello la prende in giro e io soffro

Carla Bruni(a destra) conTeresa Belloe Margarita,figlia adottivadella tata dacui fu cresciuta,fotografateall’Unesco diParigi lo scorso5 dicembre

Otteneva sempre ciò che volevaUna volta che non riuscii a esaudireuno dei suoi desideri impossibili, misbatté la cartella di scuola in testa.Per farla uscire dal letto la madrepianista le suonava la «Marcia turca»di Mozart. Ci vogliamo tanto bene

Prima fu assunta dalla figlia del celebrecardiochirurgo Dogliotti. E l’anno dopoda un industriale che componeva musicadodecafonica e che aveva tre bimbi: la piùpiccola è diventata first lady di Francia

TERESA BELLO

La tata che ha cresciuto Carla Bruni«Madame Sarkozy, che caratterino»

� DALLA PRIMA MERCIAIA IN VALSUGANATeresa Bello nella sua

merceria di PergineValsugana. Diplomata

all’Onairc di Trento, nel1971 fu assunta da Alberto

Bruni Tedeschi e dallamoglie Marisa Borini comeistitutrice dei figli Virginio,Valeria e Carla. La secondasarebbe diventata attrice eregista e la terza top model

[FOTOSERVIZIO: MAURIZIO DON]

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L’ESILIO

ALBUMESCLUSIVO: I VERBALI

DueschiaffiaVeltroni

GAZA

A

Se li becca dai cattolici e da Bassolino: non lo stanno a sentire

Il segretodella felicità:

istruzioniper l’uso

d

LA VITTORIA SUL PALCO DELL’ARISTON

www.ciclismo.it SPORT - TECNICA - PROVE - INCHIESTE - MERCATO Anno 14 - numero 3 - mensile - marzo 2008 - € 4,00 in Italia

GranfondoIl punto:

Chi ce l’ha col Rampitour?

PresentazioneLaigueglia mtb classic;

Gf del Montello;Gf internazionale di ciclismo

Selle Italia;Circuito degli italici

GarePedalando con Bartoli

e Argentin

SquadraRisico

FormatGf sulle strade dell’olio

e del vino di Lorenzana;Gepin Olmo;

Gf montagna fiorentina;Gf dell’esercito

Gf dolci terre di Novi;Giro della Penisola sorrentina

e Costiera amalfitana;Gf della coppa piacentina Dop;

Gf della val di Merse;Vignalonga;

Marathon dei colli Albani” la via sacra”;

Gf dell’Argentario;Valleogra mtb race

StradaCannondale Six 13

Frw Napa valleyWave Emotion

MtbFelt RedemptionObrii Megatech

Olympia Bullet evo r2

CityDahon Cadenza

Le nostre prove

Simonisfidai biker

L’elettronica monta in sella

Pensieri in libertà di un

«E se corressi la Roubaix?»

combinata

il numero di MARZO

È in e

dic

ola

È

La natura si prende sem-pre la rivincita. Teresa

Bello fruga in una scatola etira fuori un mazzetto di fotodai colori sbiaditi: «Glielemostro solo perché ha tantoinsistito. Ma su un giornale,mai!». Le ha scattate 35 an-ni fa. Tre fratellini in costu-me da bagno, un’estate almare.Virginioè ilpiùgrazio-so. Oggi avrebbe 49 anni.«Morto il 4 luglio 2006. Leu-cemia. Quando l’ho saputo,una parte di me è (...)

La tata: «Vi dico tutto su Carla Bruni»

SEGUEA PAGINA 10

INTERVISTA A TERESA, CHE HA CRESCIUTO MADAME SARKOZY

Stefano Lorenzetto AlessandraGangaiha16annie frequenta il quarto anno delliceo Volta di Milano. Fin quinulla di strano. Ma Alessan-draèacapodiunostaffdiado-lescenti con la passione dellaricerca. In collaborazione conl’Università di Milano hannoanalizzato la sequenza delDna e, soprattutto, trovato unnuovo gene umano. E altridueancoradaidentificare.Co-me? Con un normale compu-ter di casa collegato a inter-net. Una ricerca che verràpubblicata su una prestigiosarivista scientifica europea.

16 anni, scopre un gene dal pc di casa

DANIELA UVA A PAGINA16

CLAMOROSA RICERCA SCIENTIFICA DI UNA LICEALE MILANESE

C’è qualcosa di epocale e nellostesso tempo di simbolico nel

sorpasso realizzato l’altra sera nelPaese della Televisione, che (...)

Battuto dai CesaroniMaurizio Caverzan

SEGUEA PAGINA 26DAMASCELLI,GIORDANO E RIO ALLE PAGINE 25-26-27

Berlusconi va aBari e defini-sce i confini del suo territo-rio. Il Popolo della liberta oc-cupa il centro e il leaderchiarisce che il «partito deicattolici siamo noi». «Ilmondo cattolico - dice - me-rita grandissima attenzioneda parte del Popolo della li-bertà». Poi, oltre a scarica-re l’Udeur, mette in dubbiola vendita di Alitalia ai fran-cesi, chiede i nomi dei pre-sunti evasori del Liechten-stein, e, per la prima volta,accenna ad imprecisate mi-sure «impopolari» per rime-diare alla «terribile eredi-tà» del governo Prodi.

Berlusconi: siamo noi il partito dei cattoliciComincia da Bari il tour elettorale del Cavaliere: «Questo governo ci ha lasciato una terribile eredità»

RONDINELLI, SIGNORE E ZAGATO A PAGINA 3

APAGINA19DAPAGINA19 A PAGINA22

La donninadel caso Mele:«Una nottata

di coca e sberle»

WALTER IL MAANCHISTA

WALTER IL CREATIVO

In ogni campagna elettora-le chi è convinto di vince-

re si guarda bene dal pro-mettere miracoli, (...)

WALTER IL NOSTALGICO

C’era una voltaun premier

Ora va a sciareLuca Telese

APAGINA8

Cesare G. Romana APAGINA25

I valori dell’Udc?Moggi candidato

Lola e Giò sono la coppia di Sanremo

G iorno di autenticaguerra tra l’eserci-

to israeliano e Hamasdopo un’infinita seriedi scaramucce che neigiorni scorsi sono mon-tate come una spietatamarea fino (...)

Israele dichiaraguerra a HamasFiamma Nirenstein

SEGUEA PAGINA11

Il flop di Sanremo è il flop dell’Ita-lia che si guarda indietro. Fatecicaso: c’è un filo sottile che lega la58ª edizione del festival e i proble-mi del Paese. Entrambi sono sem-

pre troppo simili a se stessi. Si ripetono,non cambiano mai. C’è ancora PippoBaudo e c’è ancora l’emergenza rifiuti;c’è ancora Little Tony e c’è ancora l’in-flazione; c’è ancora Toto Cutugno e c’èancora il Sud da risollevare. Sembrache siamo sempre fermi allo stesso po-sto, che giriamo in tondo mentre il mon-do corre in avanti. Gli altri sono già arri-vati al Terzo Millennio, noi siamo immo-bili ad Amedeo Minghi. Sempre la solitamusica.

E l’Italia allora si ribella. L’Italia noncanta più. Volta le spalle al palco del-l’Ariston perché ha voglia di cambiare.Di fronte al crollo dei dati di ascolto, Pip-po Baudo perde la testa e se la prendecon l’Auditel, che è un po’ come se Ja-mes Bond si lamentasse perché qualcu-no lo spia. Eppure va capito: lui, il nazio-nal-popolare per eccellenza, che sui da-ti Auditel ha costruito una fortuna, nonriesce più a interpretare ciò che accade.In fondo, guardandosi si trova sempreuguale. Ed è tragicamente vero: lui èsempre uguale. È il Paese, oltre lo spec-chio, che è cambiato. E non lo vuole più.

Dal festival delle canzoni a quello del-la politica, anche qui ogni tanto si ha lasensazione di assistere a uno spettacologià visto. E invece gli italiani voglionoun’altra musica. Il capolavoro di Veltro-ni è che sta quasi riuscendo a far passa-re se stesso come l’uomo del rinnova-mento. Lui, che è in politica dal 1975,lui che è già stato il vice-Prodi e segreta-rio Ds, lui che è uno degli uomini di pun-ta del centrosinistra che sta al governo,si presenta agli italiani come «cambia-mento». Che è un po’ come se PeppinoDi Capri s’iscrivesse al concorso vocinuove di Castrocaro.

In effetti, Veltroni ha la testa ancorarivolta all’indietro. Lo si capisce quan-do, in vena di ottimismo, promette unaltro boom «come negli anni Sessanta»,tirando fuori dalla naftalina e dagli ar-chivi dei giornali il solito corredo di fotoin bianconero: il Piper, il twist, la mini-gonna, Kennedy,Bandiera Gialla, la Cin-quecento, Ursula Andress, Patty Pravo,i Beatles, i bikini e il maestro Manzi. Ro-ba da farci uno speciale: conduce Gian-ni Minà.

Per dirla tutta, noi di questa mitologiadegli anni Sessanta non ne possiamopiù. Sono trent’anni che ci triturano igameti con il Piper, Kennedy e il twist:basta, per cortesia. Risparmiateci. E poil’Italia vuole cambiare musica, non soloal Festival. Ha bisogno che al governovada chi sa guardare il futuro, non ilpassato. Chi sa costruire il domani, nonrimpiangere ieri. Del revival di Bandie-ra Gialla ne possiamo fare tranquilla-mente a meno. Anche perché ormai, aforza di sventolarla, quella bandiera ècosì scolorita da sembrare bianca.

ILFESTIVALDEL GIÀ VISTOMario Giordano

DA BAUDO ALLA POLITICA

Claudio Risè

APAGINA9

Gian Marco Chiocci

Sta con Zapatero(e un po’ coi preti)

Massimiliano Lussana

APAGINA5

Ma perché vuoiabolire i temi?

Cristiano Gatti

APAGINA5

L’illusionedegli anni ’60

Giordano Bruno Guerri

SEGUEA PAGINA42

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DE FEO E DE FRANCESCO A PAGINA 4

L’EX MANAGER ALLA CONVENTION DI CASINI

STEFANO FILIPPI,ADALBERTO SIGNORE,ANTONIO SIGNORINI, CARMINE SPADAFORA E LUCA TELESE ALLEPAGINE3-6-7

CENTROSINISTRA

IN VENDITA FACOLTATIVA: IL GIORNALE + BIBLIOTECA DEI RAGAZZI N. 6 (+ l 5,90) + BIBLIOTECA STORICA «IL SETTECENTO» N. 16 (+ l 6,90) + «PROTAGONISTI IN CUCINA» N. 26 (+ l 5,90) - IN VENDITA OBBLIGATORIA REGGIO EMILIA:+ IL GIORNALE DI REGGIO t 1,00 - LATINA: + LATINA OGGI t 1,00 - FROSINONE: + CIOCIARIA OGGI t 1,00 - MOLISE: + NUOVO MOLISE t 1,00 - AVELLINO E BENEVENTO: + IL SANNIO t 1,00 - NAPOLI: + ROMA t 1,00 - SALERNO: +CRONACHE DEL MEZZOGIORNO t 1,00 - BARI E TARANTO: + CORRIERE DEL GIORNO t 1,00 - MESSINA: + LA GAZZETTA DEL SUD t 1,00 - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/03 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) - ARTICOLO 1 COMMA 1, DCB-MILANO - *PREZZO SOLO PER L’ITALIA

A N N O X X X V / N U M E R O 5 3 / 1 E U R O * A C O P I A / D O M E N I C A 2 M A R Z O 2 0 0 8 w w w . i l g i o r n a l e . i t