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AREA FORMAZIONE

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CORSI PER ADDETTI ANTINCENDIO

Cod. B1: Addetti alla prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione emergenzein attività a Rischio d’Incendio Basso. 4 ore

Cod. B2: Addetti alla prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione emergenzein attività a Rischio d’Incendio Medio. 8 ore

Cod. B3: Addetti alla prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione emergenzein attività a Rischio d’Incendio Elevato. 16 ore

Cod. B4: Aggiornamento Rischio d’Incendio Basso. 2 ore

Cod. B5: Aggiornamento Rischio d’Incendio Medio. 5 ore

Cod. B6: Aggiornamento Rischio d’Incendio Elevato. 8 ore

BDURATA

CORSI SICUREZZA D.Lgs. 81/08

LAVORATORI

Cod. A1: Formazione Generale per Lavoratori. 4 ore

Cod. A2: Formazione Specifica per Lavoratori: settori della classe di Rischio Basso. 4 ore

Cod. A3: Formazione Specifica per Lavoratori: settori della classe di Rischio Medio. 8 ore

Cod. A4: Formazione Specifica per Lavoratori: settori della classe di Rischio Alto. 12 ore

Cod. A5: Aggiornamento quinquennale per Lavoratori: tutti i livelli di rischio. 6 ore

PREPOSTI

Cod. A6: Formazione particolare aggiuntiva per Preposti. 8 ore

Cod. A7: Aggiornamento quinquennale per Preposti. 6 ore

DIRIGENTI

Cod. A8: Formazione per Dirigenti Aziendali. 16 ore

Cod. A9: Aggiornamento quinquennale per Dirigenti Aziendali. 6 ore

RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA (RLS)

Cod. A10: Formazione per Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza. 32 ore

Cod. A11: Aggiornamento annuale RLS per imprese da 15 a 50 lavoratori. 4 ore

Cod. A12: Aggiornamento annuale RLS per imprese con più di 50 lavoratori. 8 ore

Cod. A13: Aggiornamento annuale RLS per imprese con meno di 15 lavoratori. 4 ore

ADURATA

CORSI DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

Cod. C1: Come compilare un efficace Piano di Emergenza e di Evacuazione. 8 ore

Cod. C2: Gestione dell’Emergenza e Prove di Evacuazione nelle Strutture Sanitarie: metodologia, organizzazione e criticità. 4 ore

Cod. C3: Adeguamento delle Strutture Sanitarie esistenti ai fini della sicurezza antincendio: problematiche e rispetto della normativa vigente. 8 ore

Cod. C4: La Sicurezza Antincendio sul Patrimonio Immobiliare esistente: metodi e strategie d’intervento. 8 ore

Cod. C5: Gestione dell’Emergenza nelle Strutture Ricettive (alberghi, strutture aperte al pubblico, spazi commerciali, ecc.): metodologia, organizzazione e criticità. 6 ore

Cod. C6: Strutture turistico - alberghiere e sicurezza antincendio. 8 ore

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CORSI DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

Cod. C7: Il Documento di Valutazione Rischio d’Incendio: guida alla redazione. 8 ore

Cod. C8:Il tuo Piano di Emergenza è efficace ed efficiente?Consegnaci il tuo piano di emergenza e facciamo un corso specifico per la tua squadra di emergenza (attività Rischio Basso e Medio, D.M. 10/03/98).

4 ore

Cod. C9: Gestione dell’emergenza nelle attività di laboratorio. 8 ore

Cod. C10: Il Codice di Prevenzione Incendi: novità, obiettivi e contenuti. 8 ore

Cod. C11: Pulizia e sanificazione in ambiente ospedaliero: la gestione del rischio. 4 ore

Cod. C12: Come gestire e compilare le pratiche dei Vigili del Fuoco. 6 ore

Cod. C13: Radon gas radioattivo: gestione del rischio e strategie d’intervento. 6 ore

Cod. C14: Come valutare e gestire il Rischio Elettrico. 4 ore

Cod. C15: La sicurezza degli addetti alle operazioni di sterilizzazione e lavaggio: analisi dei processi lavorativi e valutazione dei rischi. 8 ore

Cod. C16: Gas medicali ed impianti: caratteristiche, rischi associati e gestione operativa. 8 ore

Cod. C17: Laboratori di Ricerca e di Analisi: prevenzione del rischio biologico e chimico. 8 ore

Cod. C18: La gestione del Cantiere in Ospedale: rischi da interferenze e criticità per la sicurezza. 8 ore

Cod. C19: Rischio Biologico in ambito sanitario: valutazione dei rischi, misure preventive e protettive. 4 ore

Cod. C20: La Movimentazione dei Pazienti: come prevenire il rischio da sovraccarico biomeccanico per gli operatori sanitari. 8 ore

Cod. C21: Il Rischio Legionella: prevenzione, gestione e strategie d’intervento. 8 ore

Cod. C22: La Movimentazione della Persona Disabile e Non Autosufficiente: il rischio da sovraccarico biomeccanico e la prevenzione dei disturbi muscolo-scheletrici. 6 ore

Cod. C23: La Sicurezza sul Lavoro e le Responsabilità nel comparto sanitario: Datori di Lavoro, RSPP, Dirigenti e Preposti. 6 ore

Cod. C24: Il Rischio Rapina e/o Aggressione nei luoghi di lavoro: specificità della valutazione, gestione dell’emergenza e procedure operative. 6 ore

Cod. C25: Il Soccorso alle Persone Disabili in caso di Emergenza: valutazione del rischio specifico, procedure operative e tecniche per l’evacuazione. 6 ore

Cod. C26: La Violenza nei Luoghi di Lavoro: tecniche psicologiche operative, strategie comportamentali e riduzione del rischio di Disturbo Post-Traumatico da Stress. 4 ore

Cod. C27: Impianti Aeraulici (Condizionamento - Riscaldamento - Ventilazione): valutazione e gestione del rischio da inquinamento chimico, fisico e microbiologico. 8 ore

Cod. C28: Criteri Generali di Sicurezza Antincendio e di Gestione dell’Emergenza nei Luoghi di Lavoro. 6 ore

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CORSI PER ADDETTI AL PRIMO SOCCORSO

Cod. D1: Addetti al primo soccorso aziendale Gruppo B e C,ex D.M. 388 del 15 luglio 2003. 12 ore

Cod. D2: Addetti al primo soccorso aziendale Gruppo A,ex D.M. 388 del 15 luglio 2003. 16 ore

Cod. D3: Aggiornamento triennale per addetti al primo soccorso aziendaleGruppo B e C, ex D.M. 388 del 15 luglio 2003. 4 ore

Cod. D4: Aggiornamento triennale per addetti al primo soccorso aziendaleGruppo A, ex D.M. 388 del 15 luglio 2003. 6 ore

DDURATA

CDURATA

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CORSI SICUREZZA D.Lgs. 81/08

L’attuale Accordo tra il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Ministero della Salute, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano per la formazione dei lavoratori ai sensi dell’articolo 37 comma 2 del D.Lgs. n. 81/08, ha disciplinato durata, contenuti minimi e modalità della formazione dei lavoratori, dei preposti, nonché dei dirigenti.

Il datore di lavoro assicura che ciascun lavoratore riceva una formazione sufficiente ed adeguata in materia di salute e sicurezza, anche rispetto alle conoscenze linguistiche, con particolare riferimento a (comma 1, art. 37):

a) concetti di rischio, danno, prevenzione, prote-zione, organizzazione della prevenzione aziendale, diritti e doveri dei vari soggetti aziendali, organi di vigilanza, controllo, assistenza;

b) rischi riferiti alle mansioni e ai possibili danni e alle conseguenti misure e procedure di prevenzione e protezione caratteristici del settore o comparto di appartenenza dell’azienda.

Il datore di lavoro assicura, altresì, che ciascun lavoratore riceva una formazione sufficiente ed adeguata in merito ai rischi specifici (comma 3, art. 37).

La formazione e, ove previsto, l’addestramento specifico devono avvenire in occasione (comma 4, art. 37):

a) della costituzione del rapporto di lavoro o dell’ini-zio dell’utilizzazione qualora si tratti di somministra-zione di lavoro;

b) del trasferimento o cambiamento di mansioni;

c) della introduzione di nuove attrezzature di lavoro o di nuove tecnologie, di nuove sostanze e preparati pericolosi.

La formazione dei lavoratori e dei loro rappre-sentanti deve essere periodicamente ripetuta in relazione all’evoluzione dei rischi o all’insorgenza di nuovi rischi (comma 6, art. 37).

Il contenuto della formazione deve essere facilmente comprensibile per i lavoratori e deve consentire loro di acquisire le conoscenze e competenze necessarie in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

Ove la formazione riguardi lavoratori immigrati, essa avviene previa verifica della comprensione e conoscenza della lingua veicolare utilizzata nel percorso formativo (comma 13, art. 37).

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Lavoratore: persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività lavorativa nell’ambito dell’organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere, un’arte o una professione, esclusi gli addetti ai servizi domestici e familiari (art. 2, lett. a, D.Lgs. 81/08).

La formazione dei lavoratori, si articola in due mo-menti distinti: formazione generale (con programmi e durata comuni per i diversi settori di attività) e formazione specifica, in relazione al rischio effettivo in azienda (rilevato in funzione del settore ATECO di appartenenza).

Durata minima complessiva dei corsi di formazione

per i lavoratori, in base alla classificazione dei settori di rischio:- 4 ore di Formazione Generale + 4 ore di Forma-zione Specifica per i settori della classe di rischio basso: Totale 8 ore.- 4 ore di Formazione Generale + 8 ore di Forma-zione Specifica per i settori della classe di rischio medio: Totale 12 ore.- 4 ore di Formazione Generale + 12 ore di Forma-zione Specifica per i settori della classe di rischio alto: Totale 16 ore.

Per i lavoratori è previsto un aggiornamento quin-quennale, con durata minima di 6 ore, per tutti e tre i livelli di rischio sopra individuati.

Cod. Corsi A1, A2, A3, A4, A5LAVORATORI

Preposto: persona che, in ragione delle compe-tenze professionali e nei limiti di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferi-togli, sovrintende alla attività lavorativa e garantisce l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori ed esercitando un funzionale potere di iniziativa (art. 2, lett. e, D.Lgs. 81/08).

La formazione del preposto deve comprendere quella per i lavoratori e deve essere integrata da una formazione particolare, in relazione ai compiti da lui esercitati in materia di salute e sicurezza sul lavoro.La durata minima del modulo per preposti è di 8 ore. Si prevede un aggiornamento quinquenna-le, con durata minima di 6 ore, in relazione ai propri compiti in materia di salute e sicurezza del lavoro.

Cod. Corsi A6, A7PREPOSTI

Dirigente: persona che, in ragione delle compe-tenze professionali e di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, attua le direttive del datore di lavoro organizzando l’atti-vità lavorativa e vigilando su di essa (art. 2, lett. d, D.Lgs. 81/08).

La formazione dei dirigenti in riferimento a quanto previsto all’articolo 37, comma 7, del D.Lgs. n. 81/2008

e in relazione agli obblighi previsti all’articolo 18 sostituisce integralmente quella prevista per i lavora-tori.La durata minima del modulo per dirigenti è di 16 ore.Si prevede un aggiornamento quinquennale, con durata minima di 6 ore, in relazione ai propri compiti in materia di salute e sicurezza del lavoro.

Cod. Corsi A8, A9DIRIGENTI

Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza: persona eletta o designata per rappresentare i lavoratori per quanto concerne gli aspetti della salute e della sicurezza durante il lavoro (art. 2, lett. i, D.Lgs. 81/08).

Il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) ha diritto ad una formazione particolare in materia di salute e sicurezza concernente i rischi specifici esistenti negli ambiti in cui esercita la propria rappre-sentanza, tale da assicurargli adeguate competenze sulle principali tecniche di controllo e prevenzione

dei rischi stessi (art. 37, comma 10 del D.Lgs. 81/08).

La durata minima dei corsi è di 32 ore iniziali, di cui 12 sui rischi specifici presenti in azienda e le conse-guenti misure di prevenzione e protezione adottate, con verifica di apprendimento. La contrattazione collettiva nazionale disciplina le modalità dell’ob-bligo di aggiornamento periodico, la cui durata non può essere inferiore a 4 ore annue per le imprese che occupano dai 15 ai 50 lavoratori e a 8 ore annue per le imprese che occupano più di 50 lavoratori (art. 37, comma 11 del D.Lgs. 81/2008).

Cod. Corsi A10, A11, A12, A13RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA

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CORSI DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO PER ADDETTI ANTINCENDIO

La legislazione vigente stabilisce che nei luoghi di lavoro devono essere adottate idonee misure per prevenire gli incendi e per tutelare l’incolumità dei lavoratori (art. 46, comma 2, D.Lgs n. 81/08).

Per garantire la prevenzione incendi i datori di lavoro designano i lavoratori incaricati dell’attua-zione delle misure di prevenzione e di lotta contro gli incendi, ai quali devono garantire un’adeguata e specifica formazione, nonché un aggiornamento periodico (artt.18 e 37, D.Lgs n. 81/08).

Il programma e la durata dei corsi sono contenuti nel D.M. 10/03/1998. Questo decreto, emanato in osservanza all’articolo 13 del D.Lgs. 626/94, rimane vigente e mantiene la propria validità, in conformità a quanto stabilito nell’articolo 46 del D.Lgs. n. 81/08.

In particolare, i contenuti minimi dei corsi di forma-zione per addetti alla prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione delle emergenze in caso di incendio, devono essere correlati alla tipologia delle attività ed al livello di rischio di incendio delle stesse, nonché agli specifici compiti affidati ai lavoratori.

Sono previsti tre livelli di rischio incendio nell’am-bito delle attività lavorative: Rischio Incendio Basso, Medio, Elevato.

A ciascun livello è correlato il grado di approfon-dimento della formazione da erogare agli addetti antincendio.

L’aggiornamento viene sancito dalla Circolare VV.F. 23/02/2011.

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Cod. Corsi B1, B2, B3, B4, B5, B6ADDETTI ALLA PREVENZIONE INCENDI, LOTTA ANTINCENDIO E GESTIONE DELLE EMERGENZE

La Gestione dell’Emergenza in azienda non può prescindere dalla presenza di una squadra di addetti antincendio ben strutturata, coordinata, adeguata-mente formata e soprattutto motivata.

Il D.Lgs. n. 81 del 2008 all’art. 37, comma 9, specifica che i lavoratori incaricati dell’attività di prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave ed immediato, di salvataggio, di primo soccorso e, comunque, di gestione dell’emergenza, devono ricevere un’ade-guata e specifica formazione e un aggiornamento periodico.

I corsi affrontano non solo dettagliatamente i conte-nuti obbligatori del D.M. 10/03/98, ma anche gli aspetti pratici più legati alla gestione dell’emer-genza stessa, dalla fase iniziale, cioè quella più sensibile e potenzialmente non priva di disattenzioni operative, a tutti i successivi momenti, come la fase d’intervento, di evacuazione e di conclusione dello stato di emergenza.

Poiché il D.M. 10 marzo 1998 non dà indicazioni circa l’aggiornamento periodico e in attesa della emanazione delle nuove disposizioni, il Diparti-mento dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile (Direzione Centrale per la Formazione), con Lettera Circolare del 23/02/2011, ha definito il programma, i contenuti e la durata dei corsi medesimi distinguendoli per tipologia di

rischio ai fini di un’uniforme applicazione dell’attività formativa sull’intero territorio nazionale.

Riguardo alla periodicità di tale formazione, non essendoci ancora indicazioni in merito, potrebbe essere ragionevolmente consigliabile un aggiorna-mento ogni 3 anni per richiamare le nozioni basilari secondo la complessità della propria azienda, i pericoli individuati e il livello di rischio d’incendio.

Altro fattore che esorterebbe all’aggiornamento, potrebbe essere l’effettiva capacità operativa della squadra di emergenza, in termini di efficacia ed efficienza, rilevata durante la prova di evacuazione.

La durata dei corsi è la seguente:

- Rischio Incendio Basso: 4 ore (aggiorn. di 2 ore).

- Rischio Incendio Medio: 8 ore (aggiorn. di 5 ore).

- Rischio Incendio Elevato: 16 ore (aggiorn. di 8 ore).

Si precisa che l’esercitazione pratica verrà erogata attraverso il supporto e l’assistenza di aziende leader del settore antincendio.

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I corsi di formazione e aggiornamento professiona-le sono finalizzati all’approfondimento di tematiche rivolte al mondo del lavoro, delle aziende/impre-se e/o categorie professionali che necessitano non solo di specifiche nozioni teorico - pratiche attinenti al proprio settore operativo, ma anche di quelle informazioni generali utili ai fini della sicurezza.

La struttura, la durata e le caratteristiche di ogni cor-so sono state decise in modo da garantire ai discen-ti un apprendimento efficace e completo su ogni argomento trattato. Infatti, si parte dal presuppo-sto che la formazione non debba essere “asettica” e quindi solamente teorica, ma soprattutto essere concretamente calata nel proprio ambito lavorativo, spesso con problematiche a sé stanti e peculiarità non sempre riconducibili ad approcci standardizzati.

Viene pertanto adottato un metodo che alterna la didattica classica tramite esposizione supportata da slides, a momenti di confronto, al fine di fondere l’e-sperienza personale maturata dai partecipanti con quella del docente. I programmi sono comunque sempre concordati e approvati dalle associazioni/istituzioni/società accreditate che erogheranno i cor-si secondo le proprie modalità organizzative.

I corsi potranno essere validi per l’aggiornamen-to quinquennale di ASPP/RSPP ex art. 32 D.Lgs. 81/08 per tutti i settori Ateco e/o per l’aggiorna-mento quinquennale di Coordinatore della Sicu-rezza (CSP/CSE) ex art. 98 D.Lgs. 81/08.

I destinatari sono: Responsabili e Addetti al Servi-zio di Prevenzione e Protezione, Datori di Lavoro,

CORSI DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

Dirigenti, Preposti, Consulenti, Responsabili e Addetti alla manutenzione, tecnici aziendali, rap-presentanti degli organi di vigilanza, ecc.

Gli attestati nominali potranno essere rilasciati dalle associazioni/istituzioni/società accreditate a seguito della frequenza completa del corso (sono permes-se assenze solo per il 10% del monte ore totale) e a seguito del superamento del test di verifica dell’ap-prendimento. Su richiesta potranno essere rilasciati gli attestati validi per l’aggiornamento RSPP o CSP/CSE.

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Il D.Lgs. 81/08 prevede che nei luoghi di lavoro, tra le misure generali di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, debbano essere individuate “le misure di emergenza da attuare in caso di primo soccorso, di lotta antincendio, di evacuazione dei lavoratori e di pericolo grave e immediato”.Il D.M. 10/03/98, invece, a seguito della valutazione dei rischi d’incendio, prevede che il datore di lavoro adotti le necessarie misure organizzative e gestionali da attuare in caso di incendio, riportandole in un piano di emergenza.Pertanto, il Piano di Emergenza e di Evacuazione (P.d.E.) si presenta come strumento operativo aziendale per lo studio e la pianificazione di quelle procedure atte a garantire in primis la sicurezza e l’incolumità delle persone in genere, cui è seconda la tutela dei beni e delle proprietà presenti in un edificio e la salvaguardia dell’ambiente.Il corso si pone l’obiettivo di approfondire e chiari-re quali siano i passaggi fondamentali da compiere per una corretta e semplice redazione del Piano di Emergenza, in modo che non diventi un documento avulso rispetto alla realtà trattata, bensì uno stru-mento il più possibile calato sulle specificità struttu-rali, produttive e organizzative dell’azienda, nonché sui reali pericoli puntualmente individuati.

L’ospedale rappresenta una struttura organizzativa a maggiore complessità intrinseca per diversi motivi riconducibili sia alla presenza di molteplici fonti di rischio (incendio, chimico, biologico, elettrico, radiogeno, ecc.), sia per la sua particolare tipologia d’utenza, i pazienti, fattore sicuramente aggravante.Infatti, la normativa vigente identifica l’ospedale come luogo ad alto rischio d’incendio a causa dell’oggettiva difficoltà di evacuazione delle persone e per via delle molteplici attività in esso svolte.Un ambiente particolarmente articolato e quindi complesso nel suo layout funzionale e logistico, in cui è necessario programmare un sistema di gestione della sicurezza capace non solo di identifi-care le situazioni di pericolo, ma anche di affrontare le diverse emergenze che si possono presentare di volta in volta.Il passo successivo è rappresentato dalle cosid-dette prove di evacuazione, ovvero le esercitazioni pratiche in grado di simulare verosimilmente un’e-mergenza in ospedale, anche con l’obiettivo di miti-garne l’impatto durante le normali attività in corso.Infatti, pensiamo ad esempio ad una prova di evacua-zione presso un reparto di degenza in presenza non solo dei pazienti, ma anche di operatori e visita-tori, oppure presso una diagnostica per immagini o peggio, ad un’emergenza in un blocco operatorio,

Si privilegerà un approccio basato sull’analisi con-creta delle più comuni problematiche riscontrabili in azienda, dall’individuazione del Responsabile dell’Emergenza, alla configurazione della Squadra di Emergenza, dall’elaborazione dei Diagrammi di Flusso, alla compilazione delle Procedure Operative.

ecc. Queste sono solo alcune delle criticità che il Servizio di Prevenzione e Protezione e l’organiz-zazione aziendale devono sostenere, non solo per adempiere agli obblighi legislativi, ma soprattutto per testare l’efficienza e l’efficacia del Piano di Emer-genza e delle sue procedure.

Cod. Corso C1COME COMPILARE UN EFFICACE PIANO DI EMERGENZA E DI EVACUAZIONE

Cod. Corso C2GESTIONE DELL’EMERGENZA E PROVE DI EVACUAZIONE NELLE STRUTTURE SANITARIE: metodologia, organizzazione e criticità

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Il corso nasce da un’esigenza comune per tutti coloro che operano nel settore tecnico – sanitario e chi a diverso titolo affronta giornalmente le proble-matiche di sicurezza negli ospedali italiani.L’applicazione delle normative vigenti in materia di Prevenzione Incendi in strutture sanitarie esistenti comporta scelte difficili, radicali, non solo a livello costruttivo derivanti da lavori invasivi spesso dettati da progetti di conformità funzionali solo sulla carta, ma anche sotto il profilo prettamente gestionale e di coordinamento tra le diverse attività che eviden-temente non possono fermarsi e tra le direzioni aziendali che devono necessariamente dialogare per non compromettere il buon funzionamento dell’attività stessa, vedi ad esempio l’ufficio tecnico e il servizio di prevenzione e protezione.Il corso quindi si pone l’obiettivo di fornire ai parte-cipanti strumenti pratici ed efficaci nell’affrontare i processi di adeguamento normativo delle strutture sanitarie esistenti, attraverso un’analisi approfondita delle tematiche più diffuse, quali ad esempio la rea-lizzazione delle compartimentazioni, l’adeguamento impianti, le aree a rischio specifico, la gestione della sicurezza, ecc. e non meno importante, l’e-spletamento delle pratiche VV.F. ai sensi del D.P.R. 151/2011, in funzione dei lavori eseguiti e finalizzate al conseguimento del C.P.I.

La sicurezza antincendio (prevenzione e protezione incendi) è una materia orientata alla salvaguardia e all’incolumità delle persone, nonché alla tutela dei beni e dell’ambiente, mediante il conseguimento dei seguenti obiettivi primari: la riduzione al minimo delle occasioni d’incendio; la stabilità delle strutture portanti per un tempo utile ad assicurare il soccorso agli occupanti; la limitata produzione di fuoco e fumi all’interno delle opere e la limitata propagazione del fuoco alle opere vicine; la possibilità che gli occu-panti lascino gli edifici indenni o che gli stessi siano soccorsi in altro modo; la possibilità per le squadre di soccorso di operare in condizioni di sicurezza. Il rischio di ogni evento incidentale (l’incendio nel nostro caso) risulta definito da due fattori: la fre-quenza, cioè la probabilità che l’evento si verifichi in un determinato intervallo di tempo e la magnitudo, cioè l’entità delle possibili perdite e dei danni con-seguenti al verificarsi dell’evento.La mitigazione del rischio attraverso la riduzione della sola frequenza viene comunemente chiamata “Pre-venzione”, mentre l’attuazione di tutte le misure tese alla riduzione della sola magnitudo viene, invece, chiamata “Protezione”.In particolare le misure di Protezione Antincendio possono essere di tipo Attivo o Passivo, a seconda che richiedano o meno un intervento di un operatore

o di un impianto per essere attivate.Da questa premessa nasce l’obiettivo del corso, cioè quello di condurre la teoria della sicurezza antin-cendio alla pratica, ovvero alla concretezza degli interventi da effettuarsi e all’uso delle metodologie più diffuse per garantire un’adeguata protezione antincendio.

Cod. Corso C3ADEGUAMENTO DELLE STRUTTURE SANITARIE ESISTENTI AI FINI DELLA SICUREZZA ANTINCENDIO

Cod. Corso C4LA SICUREZZA ANTINCENDIO SUL PATRIMONIO IMMOBILIARE ESISTENTE: metodi e strategie d’intervento

In particolare si affronteranno i contenuti del nuovo D.M. 19/03/2015 che andrà ad integrare e sosti-tuire il precedente D.M. del 18/09/2002: “Regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio delle strutture sanitarie pubbliche e private”.

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Le strutture ricettive sono soggette a criticità e pro-blematiche direttamente riconducibili alla presenza di persone esterne all’ambiente di lavoro.Questo fattore aggravante pone degli interroga-tivi sulla concreta gestione del Piano di Emergenza aziendale che attraverso l’applicazione di adeguate procedure operative deve necessariamente garan-tire la sicurezza e l’incolumità di tutte le persone ospiti e/o visitatori presenti per brevi o più lunghi periodi. Si pensi ad esempio agli uffici aperti al pubblico come poste, comuni o enti con servizi dedi-cati al cittadino, CUP degli ospedali, ecc., oppure a strutture con permanenza di persone come alberghi, centri commerciali, scuole, ecc.Il corso si pone quindi l’obiettivo di approfondire e chiarire quali debbano essere gli attori coinvolti nella gestione dell’emergenza di tali luoghi, dalla nomina di un preciso Responsabile, alla configura-zione della Squadra di Emergenza vera e propria (addetti antincendio, evacuazione, manutenzione e primo soccorso), fino ad arrivare all’individuazione di un luogo fisico preposto al rilancio degli allarmi o alla Gestione delle Emergenze per le realtà più complesse. Le esercitazioni antincendio divengono poi un passaggio fondamentale per testare efficienza ed efficacia del Piano di Emergenza, dimostrandosi

spesso il vero ed unico strumento per l’individua-zione di certe criticità non sempre intuitivamente percepibili, in quanto strettamente correlate al fattore umano e al comportamento delle persone.

Cod. Corso C5GESTIONE DELL’EMERGENZA NELLE STRUTTURE RICETTIVE: metodologia, organizzazione e criticità

Cod. Corso C6STRUTTURE TURISTICO-ALBERGHIERE E SICUREZZA ANTINCENDIO

Il Decreto Ministeriale 23 agosto 2016 ha sancito un cambiamento nella sicurezza in caso d’incendio del-le strutture ricettive turistico - alberghiere, recepen-do di fatto standard tecnici internazionali innovativi basati più su approccio di tipo “prestazionale” e di Fire Safety Engineering (FSE). Con i nuovi metodi di progettazione, se pur più elaborati dei precedenti, è ora possibile affrontare l’adeguamento normativo attraverso soluzioni e parametri ragionevolmente più percorribili rispetto al più tradizionale metodo “prescrittivo”. Ciò ha comportato l’implementazio-ne del Decreto del Ministro dell’Interno 3 agosto 2015 (Codice di Prevenzione), precisamente nella sezione V «Regole tecniche verticali», dove è stato aggiunto il seguente capitolo «V.5 - Attività ricettive turistico - alberghiere», contenente le norme tecni-che di prevenzione incendi per le attività ricettive turistico - alberghiere. Da questa premessa nasce l’obiettivo del corso, cioè quello di condurre la teoria della prevenzione incen-di alla pratica, ovvero alla concretezza degli inter-venti da effettuarsi e all’uso delle metodologie più innovative ed avanzare per garantire un’adeguata protezione antincendio. Gli argomenti trattati spa-zieranno dalle novità introdotte dalle nuove norme tecniche con particolare attenzione a come queste possano ridurre l’interferenza con lo svolgimento

dell’attività stessa e ridurre i costi di adeguamen-to, alla realizzazione innovativi sistemi di comparti-mentazione, all’installazione dei più recenti impianti antincendio in base agli ambienti da proteggere, compreso le caratteristiche dei materiali in funzione della loro classe di reazione al fuoco.

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Il Rischio d’Incendio è la probabilità che sia raggiunto il livello potenziale di accadimento di un incendio e che si verifichino conseguenze dell’incendio sulle persone presenti.Da questa definizione appare evidente quanto sia determinante per un azienda valutarne il livello di rischio attraverso un’analisi approfondita dei pericoli d’incendio insiti nell’attività produttiva stessa e potenzialmente dannosi.Pertanto, la valutazione del Rischio d’Incendio deve consentire al datore di lavoro di prendere i provve-dimenti che sono effettivamente necessari per salvaguardare la sicurezza dei lavoratori e delle altre persone presenti nel luogo di lavoro.Tale analisi deve considerare: il tipo di attività, i materiali immagazzinati e manipolati, le attrezzature presenti nel luogo di lavoro compreso gli arredi, le caratteristiche costruttive del luogo di lavoro compreso ad esempio i materiali di rivestimento, le dimensioni e l’articolazione del luogo di lavoro, il numero di persone presenti, siano esse lavoratori dipendenti che altre persone e la loro prontezza ad allontanarsi in caso di emergenza.La metodologia adottata considera la frequenza di accadimento dell’evento incidentale (probabilità) rapportata ad un’analisi delle conseguenze, in altre

Il Piano di Emergenza e di Evacuazione è uno stru-mento operativo aziendale previsto dalle normative vigenti in materia antincendio (D.M. 10/03/1998) e di sicurezza nei luoghi di lavoro (D.Lgs. 81/08).Individuare le misure di emergenza da attuare in caso di primo soccorso, di lotta antincendio e di evacuazione dei lavoratori e in caso di pericolo grave e immediato, diviene un dovere per qualsiasi datore di lavoro a prescindere dal tipo di azienda. Proprio per questi motivi il documento non solo deve essere totalmente calato nella realtà trattata, ma soprat-tutto deve essere testato per garantirne efficienza ed efficacia, cercando di mettere in luce tutti quegli aspetti associati alla gestione dell’emergenza stessa (vedi pericoli, fattori aggravanti, flusso delle infor-mazioni, procedure, ecc.).Eventuali miglioramenti sono pertanto da intendersi come processo necessario e inevitabile per arrivare alla definizione di un Piano di Emergenza in grado di garantire tre obiettivi fondamentali: la sicurezza e l’incolumità delle persone in genere, la tutela dei beni e delle proprietà, la salvaguardia dell’ambiente.Questo corso è finalizzato in primis all’analisi del Piano di Emergenza adottato, per poi valutare con rigore l’operatività della squadra di emergenza sia in funzione dell’ambiente da proteggere, sia

compatibilmente alle mansioni di ciascun addetto.La simulazione dei possibili scenari incidentali e lo svolgimento di una prova di evacuazione attraverso il coinvolgimento di tutti gli “attori” individuati nella gestione emergenza, sono da intendersi a comple-tamento dell’intero iter consulenziale e formativo.

parole la magnitudo (intensità) del danno.L’obiettivo di questo percorso analitico porterà alla riduzione dei pericoli d’incendio, quali materiali e sostanze infiammabili e/o combustibili, le sorgenti di calore e d’innesco, mediante misure di tipo tecnico e organizzativo/gestionale, ecc.

Cod. Corso C7IL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE RISCHIO D’INCENDIO: guida alla redazione

Cod. Corso C8IL TUO PIANO DI EMERGENZA È EFFICACE ED EFFICIENTE? Consegnaci il tuo piano di emergenza e facciamo un corso specifico per la tua squadra di emergenza (attività Rischio Basso e Medio, D.M. 10/03/98)

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Il D.Lgs. 81/08 prevede che nei luoghi di lavoro, tra le misure generali di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, debbano essere individuate “le misure di emergenza da attuare in caso di primo soccorso, di lotta antincendio, di evacuazione dei lavoratori e di pericolo grave e immediato”. Il D.M. 10/03/1998, invece, a seguito della valutazione dei rischi d’incendio, prevede che il datore di lavoro adotti le necessarie misure organizzative e gestionali da attuare in caso di incendio, riportandole in un Piano di Emergenza. Gli ambienti dedicati alle attività di laboratorio in genere, sono realtà a maggiore complessità intrinseca per diversi motivi riconducibili sia alla presenza di molteplici fonti di pericolo e conseguentemente di rischio (incendio, sostanze chimiche, agenti biologici, fisici, rischi meccanici, ecc.), sia per le possibili conseguenze d’incidenti rilevanti non solo a livello infortunistico, ma anche igienico-ambientale con possibili implica-zioni per la collettività.Questi fattori aggravanti pongono degli interroga-tivi sulla concreta gestione del Piano di Emergenza aziendale che attraverso l’applicazione di adeguate procedure operative deve necessariamente garan-tire la sicurezza e l’incolumità di tutte le persone direttamente o indirettamente coinvolte a seguito di un evento potenzialmente dannoso.Il corso si pone quindi l’obiettivo di approfondire e

Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco con l’emana-zione del D.P.R. n. 151 del 1° agosto 2011, ha avviato il processo di rinnovamento e di semplificazione dei procedimenti amministrativi di prevenzione incendi per le attività soggette al controllo del Corpo stesso. Tale semplificazione ha reso necessaria l’introdu-zione di un nuovo quadro della regolamentazione tecnica e di un nuovo approccio metodologico più aderente al progresso tecnologico, che superi l’articolata e complessa stratificazione di norme, circolari e pareri del vigente panorama normativo di riferimento di settore. L’ambizioso obiettivo è stato pertanto quello di superare il voluminoso e articolato corpo normativo tecnico vigente salva-guardando, nel contempo, gli obiettivi di sicurezza della vita umana, di tutela dei beni e dell’ambiente.Da queste premesse è stato concepito ed emanato il Decreto 3 agosto 2015 “Approvazione di norme tecniche di prevenzione incendi, ai sensi dell’articolo 15 del Decreto Legislativo 8 marzo 2006, n. 139”.Il nuovo Decreto, meglio conosciuto come Codice di Prevenzione Incendi, inquadra in un unico testo organico e sistematico le disposizioni di prevenzione incendi applicabili a molte delle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi, fornendo strumen-ti di progettazione semplici, versatili ed accettati a

chiarire quali debbano essere gli attori coinvolti nella gestione dell’emergenza di tali luoghi, dalla nomina di un preciso Responsabile, alla configurazione della Squadra di Emergenza vera e propria (addetti antin-cendio, evacuazione, manutenzione e primo soccor-so), fino ad arrivare all’individuazione di un luogo fisico preposto al rilancio degli allarmi o alla Gestio-ne delle Emergenze per le realtà più complesse.

Cod. Corso C9GESTIONE DELL’EMERGENZA NELLE ATTIVITÀ DI LABORATORIO

Cod. Corso C10IL CODICE DI PREVENZIONE INCENDI: novità, obiettivi e contenuti

livello internazionale. Il corso si prefigge di illustrare approfonditamente i principi ispiratori e i contenu-ti di questo nuovo documento legislativo entrando nel merito delle diverse Sezioni che lo compongono: Generalità, Strategia antincendio, Regole tecniche verticali e Metodi.

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Le pulizie e la sanificazione degli ambienti ospeda-lieri e sanitari in genere rivestono un ruolo impor-tante sia per il benessere del paziente o dell’ospite, sia per le implicazioni di ordine igienico-sanitario che influiscono sulla qualità delle cure erogate e sull’ef-ficienza ed efficacia dell’organizzazione dei servizi.Emerge quindi la necessità di provvedere, oltre che ad una adeguata preparazione professionale del personale che si dedica alle pulizie, ad una continua verifica del rispetto delle procedure sanitarie e delle osservanze mirate alla conoscenza e alla consapevo-lezza dei rischi presenti in ambito sanitario.Questo corso si pone come obiettivo principale l’approfondimento della valutazione e gestione dei rischi relativi alle attività di pulizia in ambito sanitario rivolgendosi specialmente agli addetti e ai lavoratori incaricati a tali funzioni, ma anche ai loro coordi-natori (preposti) e ai relativi servizi di prevenzione e protezione.In particolare, si affronteranno le specificità degli ambienti sanitari, quali ad esempio: studi medici, ambulatori, ricoveri residenziali per il rischio basso; day hospital, ricoveri ospedalieri, laboratori analisi per il rischio medio; ricoveri ospedalieri speciali

Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco con l’emana-zione del D.P.R. n. 151 del 1° agosto 2011, ha avviato il processo di rinnovamento e di semplificazione dei procedimenti amministrativi di prevenzione incendi per le attività soggette al controllo del Corpo stesso.Il nuovo regolamento attualizza l’elenco delle attività sottoposte ai controlli di prevenzione incendi e, introducendo il principio di proporzionalità, correla le stesse a tre categorie A, B e C, individuate in ragione della gravità del rischio piuttosto che della dimensione o, comunque, del grado di complessità che contraddistingue l’attività stessa. I nuovi adempimenti introdotti sono in sintesi i seguenti: Valutazione dei Progetti per il Parere di Conformità Antincendio, SCIA e Asseverazione, Nulla Osta di Fattibilità (NOF), Verifiche in corso d’opera, Rinnovi periodici, Deroghe, ecc. Rimane il CPI, ovvero il Certificato di Prevenzione Incendi per le attività di categoria C che assume però con la nuova disciplina la valenza più di Attestato delle prescrizioni previste dalla normativa vigente e della sussistenza dei requisiti di sicurezza antincendio. A corredo della SCIA e Asseverazione antincendio, vi sono poi le certificazioni e dichiarazioni previste dall’allegato II del Decreto 7 Agosto 2012 (vedi ad esempio Cert. REI, Dich. Prod., ecc.) a firma dei professionisti iscritti negli elenchi del Ministero dell’Interno di cui al Decreto 5 Agosto 2011 (ex Legge 818/84).

Il corso si pone l’obiettivo di formare i discenti sulla corretta compilazione delle pratiche VVF, in parti-colare entrando nel dettaglio dei contenuti della modulistica, nonché della documentazione tecnica da allegare alle diverse istanze. Infine, si daranno indicazioni sulla corretta gestione delle stesse, in funzione di rinnovi e scadenze e nel rispetto degli iter autorizzativi dei Comandi.

(infettivi, rianimazioni, terapie intensive, sale opera-torie, ecc.), laboratori istologici, stabulari per il rischio alto.

Cod. Corso C11PULIZIA E SANIFICAZIONE IN AMBIENTE OSPEDALIERO:la gestione del rischio

Cod. Corso C12COME GESTIRE E COMPILARE LE PRATICHE DEI VIGILI DEL FUOCO

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Il gas Radon, poco conosciuto alla maggioranza del-la popolazione, è la seconda causa di tumore pol-monare dopo il fumo di tabacco come indicato dalla O.M.S. Organizzazione Mondiale della Sanità.È un gas radioattivo appartenente alla famiglia dei gas nobili; incolore ed inodore, deriva dal decadi-mento radioattivo dell’Uranio. Poiché l’Uranio è presente in varie concentrazioni quasi ovunque sulla crosta terrestre, anche il Radon si trova praticamen-te ovunque nel terreno, con concentrazioni variabili a seconda della tipologia di roccia.Il D.Lgs. 81/08 prevede che il Datore di Lavoro sia tenuto ad osservare misure di tutela per la prote-zione della salute e della sicurezza dei lavoratori. A tal fine viene elaborato un documento di valutazione dei rischi.Per la protezione dal rischio da Radon, il D.Lgs. 81/08 prevede che, come per tutte le problematiche con-nesse alle radiazioni ionizzanti, si faccia riferimento alla Legislazione specifica vigente, in particolare al D.Lgs. 26 maggio 2000, n. 241 “Attuazione della Direttiva 96/29/EURATOM in materia di protezione sanitaria della popolazione e dei lavoratori contro i rischi derivanti dalle radiazioni ionizzanti”.Il corso, dopo un’introduzione informativa relativa al gas Radon e agli effetti negativi per salute dell’uomo, approfondisce gli aspetti sulla normativa

Tra gli obblighi del D.Lgs. 81/08 a carico del datore di lavoro vi è quello indicato dall’art. 80 per identificare le misure necessarie al fine che gli apparecchi e gli impianti elettrici messi a disposizione dei lavoratori siano progettati, costruiti, installati e manutenuti in modo da valutare e presidiare i rischi di natura elettrica derivanti da:- contatti elettrici diretti ed indiretti; - innesco e propagazione di incendi dovuti a sovra-temperature, archi elettrici, radiazioni;- innesco di esplosioni;- fulminazione diretta ed indiretta;- sovratensioni;- altre condizioni di guasto ragionevolmente preve-dibili.Data la complessità della materia, le valutazioni sopra riportate sono di precisa competenza di tecnici specializzati.I datori di lavoro, i preposti, i Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione e loro addetti, nonchè gli altri soggetti coinvolti nella filiera della sicurezza, devono però conoscere i temi e le condizioni di gestione del rischio elettrico al fine di integrare in termini adeguati la valutazione del rischio aziendale ed affidare in modo corretto la progettazione, la realizzazione e la manutenzione degli impianti e delle apparecchiature elettriche.

vigente negli ambienti di lavoro.Altri temi affrontati riguardano le diverse possibilità di misurazione del gas, gli strumenti utilizzati per le misurazioni con presa visione in sala degli stessi e le metodologie di bonifica degli ambienti con la pre-sentazione di casi concreti.

Cod. Corso C13RADON GAS RADIOATTIVO: gestione del rischio e strategie d’intervento

Cod. Corso C14COME VALUTARE E GESTIRE IL RISCHIO ELETTRICO

Gli obiettivi del corso sono quelli di aggiornare la conoscenza delle norme tecniche in materia di sicurezza degli impianti elettrici e di approfondire le metodologie per l’individuazione delle fonti di pericolo finalizzate alla valutazione dei rischi, delle misure di sicurezza e delle procedure di manutenzione.

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Il lavaggio e la sterilizzazione dello strumentario rivestono un ruolo sempre più importante nella pro-duzione della prestazione sanitaria sia per le implica-zioni di ordine igienico-sanitario, determinanti per la salvaguardia della sicurezza del paziente e per l’effi-cacia del processo di cura, sia per l’impatto sull’effi-cienza delle attività medico/assistenziali in termini di costo e di organizzazione del servizio.Il processo di lavaggio e sterilizzazione richiede sempre maggiore flessibilità e capacità di asse-condare le necessità cliniche pur garantendo la standardizzazione, il rispetto dei protocolli e la trac-ciabilità. Emerge quindi la necessità di incrementare la consapevolezza dei rischi presenti nell’attività lavorativa, anche considerando la continua evo-luzione delle tecniche di sterilizzazione e di alta disinfezione con l’introduzione di nuovi dispositivi e sostanze.Questo corso si pone come obiettivo principale l’ap-profondimento della valutazione e della gestione dei rischi relativi all’attività di lavaggio e sterilizza-zione in ambito ospedaliero. Si rivolge specialmente ai coordinatori e agli addetti della Centrale di Steri-lizzazione e agli operatori che svolgono tali attività nei reparti, ma anche agli addetti del servizio di pre-venzione e protezione e ai loro responsabili.

A diversi anni dalla pubblicazione, a livello italiano, europeo e internazionale, dei principali standard di riferimento relativi agli impianti gas medicali (ISO 7396-1, ISO 7396-2 e UNI 11100), e soprattutto in occasione della recentissima pubblicazione della nuova revisione della norma ISO 7396-1 (Edizione 2016), resta di assoluta attualità il tema della for-mazione e dell’aggiornamento professionale per il personale delle strutture sanitarie e delle aziende specializzate che operano in questo settore. I gravi incidenti occorsi in alcune strutture ospedaliere han-no più volte posto in evidenza l’esigenza di una cul-tura tecnica consolidata in materia di gestione degli impianti gas medicali. Le norme di riferimento degli impianti gas medicali, infatti, pongono tra gli obiet-tivi primari non solo la progettazione e la realizzazio-ne a regola d’arte degli impianti, ma soprattutto la loro corretta gestione operativa.Implementare una corretta gestione operativa com-porta benefici per tutti i soggetti interessati, in par-ticolare:- per i pazienti, una maggiore sicurezza in termini di continuità di erogazione e qualità dei gas sommini-strati;- per gli operatori tecnici e sanitari, un abbassa-mento del rischio di interruzione delle attività e/o di gestire situazioni di emergenza;

- per la società, minori costi derivanti dall’ottimizza-zione della manutenzione con minor rischio di guasti improvvisi di componenti e sprechi di gas medicina-li/energia elettrica;- per l’ambiente, minore inquinamento derivante dalla prevenzione di perdite in ambiente dei gas medicali.

In particolare, si affronteranno i rischi specifici in ciascuna della fasi in cui si suddivide il processo di sterilizzazione approfondendone le caratteristiche e fornendo strumenti pratici per l’individuazione dei pericoli, l’analisi degli eventi dannosi possibili e l’iden-tificazione delle misure di contenimento del rischio.

Cod. Corso C15LA SICUREZZA DEGLI ADDETTI ALLE OPERAZIONI DI STERILIZZAZIONE E LAVAGGIO: analisi dei processi lavorativi e valutazione dei rischi

Cod. Corso C16GAS MEDICALI ED IMPIANTI: caratteristiche, rischi associati e gestione operativa

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Le cappe o cabine di sicurezza microbiologica, meglio note come cappe BioHazard, sono ampia-mente utilizzate in tutti i laboratori biologici e di analisi e rappresentano uno strumento indispensabi-le per garantire la sterilità al prodotto manipolato e la sicurezza dell’operatore e dell’ambiente in caso di manipolazione di agenti patogeni o potenzialmente tali. Le cappe chimiche rappresentano il punto più critico del laboratorio poiché tutte le lavorazioni che comportano l’impiego di sostanze chimiche perico-lose devono essere effettuate al loro interno.Le cabine di sicurezza microbiologica, così come le cappe chimiche, sono Dispositivi di Protezione Collettiva soggetti a influssi ambientali e compor-tamentali che possono influenzarne il corretto fun-zionamento e per il cui impiego sono necessarie specifiche conoscenze e responsabilità particolari in relazione ai rischi specifici dell’attività svolta al loro interno.L’esperienza dimostra che in molti casi esse vengono utilizzate in modo incongruo a causa di una insuf-ficiente formazione del personale, trasformandosi facilmente da dispositivi di protezione in potenziale pericolo per i lavoratori.Questo corso di formazione si rivolge ai lavoratori e ai loro rappresentanti che operano nei laboratori di analisi e di ricerca e ha come principale finalità la responsabilizzazione del lavoratore nei confronti

Il rispetto delle norme di accreditamento, l’attivazio-ne di nuovi servizi, il processo di “umanizzazione” e di restyling, il rinnovamento tecnologico ed impiantisti-co, il riassetto funzionale, la manutenzione in genere, la sicurezza nei luoghi di lavoro, in particolare antin-cendio, ecc., sono tutti aspetti che condizionano in modo sostanziale il processo di adeguamento e di miglioramento delle strutture sanitarie. Pertanto, la riqualificazione ospedaliera comporta inevitabilmente sia l’apertura di cantieri in realtà già funzionanti, sia la realizzazione di nuovi edifici o l’ampliamento di reparti esistenti, in ogni modo con inevitabili ripercussioni di diversa natura: ambientali, igienico-sanitarie, di salute e sicurezza, gestionali, ecc. Il corso affronterà diversi argomenti riconducibili non solo all’attività di pianificazione e gestione del cantiere vera e propria, con la redazione di elaborati quali il PSC (Piano di Sicurezza e Coordinamento), POS (Piano Operativo della Sicurezza), ma anche alle interferenze che incidono sul sistema di gestio-ne della sicurezza aziendale e relativi adempimenti come il DVR, il Piano di Emergenza, ecc. In particolare saranno individuati obblighi e oneri del-le stazioni appaltanti, anche in funzione dei compiti e delle mansioni delle figure interne così come indivi-duate dal D.Lgs. 81/08 (Datore di Lavoro, Responsa-

della propria e altrui sicurezza tramite l’assunzione di comportamenti coerenti con le apparecchiature e i dispositivi di protezione collettiva utilizzati in labo-ratorio. Obiettivo del corso è rendere responsabi-li gli operatori circa il proprio ruolo nella sicurezza del laboratorio anche mediante l’adozione di norme comportamentali e igieniche e l’utilizzo consapevole dei dispositivi di protezione collettiva a disposizione.

Cod. Corso C17LABORATORI DI RICERCA E DI ANALISI: prevenzione del rischio biologico e chimico

bile dei Lavori, RUP, Dirigenti, Lavoratori e Preposti, ecc.). Il tutto modulato sia sulle peculiarità dell’invo-lucro edilizio ospedaliero, sia sulle responsabilità del Servizio di Prevenzione e Protezione, dell’Ufficio Tec-nico, della Direzione Lavori, del Coordinamento della Sicurezza e delle imprese affidatarie ed esecutrici.

Cod. Corso C18LA GESTIONE DEL CANTIERE IN OSPEDALE: rischi da interferenze e criticità per la sicurezza

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Tra tutti i professionisti del settore sanitario, la movi-mentazione dei pazienti non autosufficienti è, come da studi del settore, una delle principali cause di malattie professionali e di infortuni sul lavoro dovuti a movimenti che sovraccaricano la colonna vertebrale.ll corso sulla “Movimentazione e Assistenza Pazien-ti Ospedalizzati (MAPO)” ha come scopo il fornire a ciascun operatore sanitario l’informazione, la for-mazione e l’addestramento specifico, sufficiente ed adeguato in materia di movimentazione manuale pazienti (MMP), così come previsto al Titolo VI del D.Lgs. 81/08 (Movimentazione Manuale Carichi) ed in particolar modo all’art. 169. I partecipanti acqui-siranno le necessarie conoscenze riguardo le pro-blematiche relative alla movimentazione manuale pazienti e le competenze specifiche per l’utilizzo degli ausili maggiori e minori, con particolare riferi-mento alla valutazione del rischio, alla sorveglianza sanitaria e alle misure di carattere preventivo.In particolare, verranno fornite le possibili strategie per la gestione del rischio da sovraccarico biomec-canico. Il percorso di apprendimento è integrato dall’insegnamento di fondamenti anatomo-fisiologici

e patologici della colonna vertebrale, insieme all’e-sercitazione pratica della manualità specifica per la movimentazione.

Cod. Corso C20LA MOVIMENTAZIONE DEI PAZIENTI: come prevenire il rischio da sovraccarico biomeccanico per gli operatori sanitari

Le attività lavorative che espongono professional-mente agli agenti biologici sono molteplici e tale fat-tore di pericolo deve quindi essere considerato al fine di attuare una efficace prevenzione e protezione dal rischio che ne deriva. In particolare l’ambito sanitario presenta criticità tali da richiedere una conoscenza ed una valutazione dei rischi accurata ed approfondita per evitare comportamenti scorretti da parte degli operatori che possano comportare infortuni e conse-guenze anche gravi sulla salute degli stessi. Il D.Lgs. 81/08 al Titolo X affronta in particola-re l’esposizione ad agenti biologici, inquadrando obblighi e responsabilità per il Datore di Lavoro fina-lizzate alla massima mitigazione del rischio. Anche per il rischio biologico, come per altri rischi lavora-tivi, si può individuare una classificazione nelle due seguenti categorie: - Rischio generico: è presente nella quasi totalità degli ambienti di lavoro per la presenza ubiquitaria di microrganismi non pericolosi. Di entità trascurabi-le, questo rischio è controllabile con l’adozione delle comuni norme igieniche.- Rischio specifico: è presente in quegli ambienti di lavoro in cui, per la particolarità delle attività svol-te, è riconducibile la presenza, sia intenzionale che eventuale, di microrganismi pericolosi per la salute e il possibile contatto con essi. L’obiettivo del corso, seguendo l’approccio tipico dei sistemi di gestione, è quello di fornire elementi per l’effettuazione della valutazione del rischio specifico e, soprattutto, indicazioni su prassi e procedure per

la sua gestione nei luoghi di lavoro. Si affronteranno argomenti come le novità introdotte dal D.Lgs. 19 febbraio 2014, n. 19 in materia di prevenzione delle ferite da taglio o da punta nel settore ospedaliero e sanitario (noto come Titolo X Bis del D.Lgs. 81/08), i dispositivi taglienti e pungenti dotati di meccanismo di protezione (NPD, Needlestick Prevention Device), i dispositivi di protezione individuali (DPI) e collettivi (DPC), le corrette operazioni da eseguire durante le principali attività sanitarie.

Cod. Corso C19RISCHIO BIOLOGICO IN AMBITO SANITARIO: valutazione dei rischi, misure preventive e protettive

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A fronte dell’aumento di casi di legionellosi (nel 2014, l’incremento dei casi di legionellosi rispetto al 2013 è stato pari al 10%) e alla pubblicazione del-le nuove Linee Guida avvenuta il 7 maggio 2015, si propone un corso dedicato a tutti coloro che si occupano della microbiologia di Legionella e del-la progettazione, gestione e manutenzione degli impianti idrici e aeraulici al fine di contrastarne la proliferazione e la diffusione. Obiettivo del corso è fornire gli elementi necessa-ri per una corretta gestione del rischio Legionella: dalla microbiologia del batterio fino alla progetta-zione degli impianti e alla scelta dei materiali per la costruzione delle reti di adduzione dell’acqua pota-bile, elementi spesso sottovalutati, per una cor-retta gestione dell’emergenza in caso di cluster di legionellosi. Ampio spazio verrà dedicato alla con-duzione della manutenzione degli impianti e ai trattamenti di disinfezione in rapporto alla loro effi-cacia, nonché al materiale di cui sono costituiti con particolare riferimento alle reti idriche. Saranno fornite tutte le informazioni per la reda-zione del documento di valutazione del rischio Legionella sia per quanto riguarda la sorveglian-za epidemiologica, sia in riferimento all’organizza-zione della manutenzione e dell’eventuale bonifica

Per tutti coloro che abitualmente sono impiegati nell’assistenza delle persone disabili e non autosuffi-cienti, specialmente sotto il profilo motorio, il rischio da sovraccarico biomeccanico della colonna verte-brale e delle principali articolazioni (spalla, gomito, polso, ecc.), diviene una delle principali cause di infortuni e di malattie professionali sul lavoro. Il corso è finalizzato all’informazione, la formazione e l’addestramento specifico del personale impiega-to alla movimentazione delle persone disabili e non autosufficienti, così come previsto al Titolo VI del D.Lgs. 81/08 (Movimentazione Manuale Carichi) ed in particolar modo all’art. 169.I partecipanti acquisiranno le necessarie conoscenze riguardo le problematiche relative alla movimenta-zione manuale pazienti e persone disabili e le com-petenze specifiche per l’utilizzo degli ausili maggiori e minori (vedi art.li 71 e 73) con riferimento alla valu-tazione del rischio e alle misure di carattere preven-tivo dei disturbi muscolo-scheletrici. Il percorso di apprendimento è integrato dall’insegnamento dei fondamenti anatomo-fisiologici e patologici della colonna vertebrale e di ergonomia del movimen-to, insieme all’esercitazione pratica della specifica manualità necessaria per una movimentazione in duplice sicurezza, sia per la persona assistita, sia per l’operatore. Il corso si rivolge ai lavoratori del settore sanitario,

degli impianti al fine di possedere tutti gli elementi necessari per corretta autogestione della struttura, degli impianti idrici/aeraulici e delle persone.Saranno prese in esame le normative vigenti in Francia, UK e USA per un confronto con le esperien-ze di paesi esteri riguardo il problema Legionella.

Cod. Corso C21IL RISCHIO LEGIONELLA: prevenzione, gestione e strategie d’intervento

generalmente più esposti al rischio e al personale di assistenza familiare, compreso le “badanti”, figure sempre più presenti sul territorio a livello domici-liare. Questa formazione è fondamentale per tutte le realtà aziendali pubbliche o private che vedano la presenza di disabili e persone non autosufficienti con necessità di assistenza nei trasferimenti (seduto - in piedi - seduto), anche solo occasionalmente.

Cod. Corso C22LA MOVIMENTAZIONE DELLA PERSONA DISABILE E NON AUTOSUFFICIENTE: il rischio da sovraccarico biomeccanico e la prevenzione dei disturbi muscolo-scheletrici

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Secondo l’Agenzia Europea per la Salute e la Sicurez-za sul Lavoro, la violenza fisica rappresenta uno dei pericoli più gravi sul luogo di lavoro.Oltre al mobbing e alle molestie sessuali questo fenomeno include il rischio di subire insulti, minacce o aggressioni fisiche. La violenza può essere ad opera di colleghi, persone interne, oppure di esterni all’or-ganizzazione aziendale, inclusi utenti, professionisti, delinquenti ed altri.Se è vero che i singoli atti di violenza possono avere caratteristiche tali da apparire ad una prima analisi imprevedibili, lo stesso non può dirsi per le situazioni ricorrenti di rischio, riconoscibili, prevedibili e preve-nibili, in cui tali atti illeciti hanno maggiori probabilità di verificarsi.Quindi sono elementi imprescindibili non solo un’ef-ficace gestione dell’emergenza, ma anche la corretta applicazione di precise procedure a tutela dei lavora-tori coinvolti.Le aziende hanno l’obbligo per legge di valuta-re tutti i rischi psicofisici che possono manifestarsi durante il lavoro, quando ragionevolmente pre-vedibili e prevenibili in base all’obbligo datoria-le della massima sicurezza tecnica, organizzativa e procedurale prevista in linea generale dall’art. 2087 del Codice Civile e in via particolare dal D.Lgs. n. 81/2008. Il corso intende proporre una qualificata ed appro-

fondita disamina sull’argomento in relazione ai doveri di valutazione del rischio, alle possibili misure di pre-venzione e, nel caso di specie, alla particolarità delle misure di protezione, con particolare dovizia sia sugli aspetti giuridici riguardanti il nesso di causalità tra l’e-vento incidentale e la valutazione del rischio, sia sulle ipotesi di responsabilità per colpa a carico del Datore di Lavoro, RSPP, Dirigente e Preposto.

Cod. Corso C24IL RISCHIO RAPINA E/O AGGRESSIONE NEI LUOGHI DI LAVORO: specificità della valutazione, gestione dell’emergenza e procedure operative

Le strutture sanitarie in genere, come Ospedali, Cli-niche ed Istituti di Ricovero e Cura, ma anche case di riposo per anziani (oggi RSA – Residenze Sanitarie Assistenziali), sono luoghi di lavoro piuttosto etero-genei, caratterizzati quasi sempre da aree specifiche e complesse sia per la “natura” dei pazienti, sia per la tipologia dei trattamenti ed i protocolli medici: vedi i Dipartimenti di Emergenza ed Urgenza, Day Hospital, Day Surgery, Degenze, Laboratori di ricerca e analisi, Diagnostica per Immagini, Reparti di Igiene Mentale e Psichiatrici, Reparti Alzheimer, Ambulatori, Stroke Unit, ecc.). In tutte queste realtà deve esistere un organigramma aziendale in capo al Datore di Lavoro e/o Legale Rappresentante identificato in un Presi-dente o più spesso in Direttore Generale, a cui fanno seguito i Consigli di Amministrazione o di Indirizzo, le figure dirigenziali/apicali con delega e “portafoglio” (vedi RSPP, Direttore Sanitario, Direttore Amministra-tivo, Direttore Sociale, Direttore Tecnico, ecc.). La consapevolezza del corretto funzionamento di questo organigramma è fondamentale per realizzare la massima sicurezza organizzativa, tecnica e proce-durale obbligatoria per legge (art. 2087 c.c. e D.Lgs. n. 81/2008 art. 28 comma 2 lett. d).Il corso propone tutti gli elementi utili a rafforza-re l’organizzazione aziendale in materia di sicurezza

e igiene del lavoro somministrando anche concrete indicazioni procedurali per elaborare o migliorare le Linee Guida, procedure, istruzioni operative su com-piti e responsabilità delle diverse figure sopra citate, ognuna delle quali soggette ad obblighi e doveri in capo al D.Lgs. 81/08.

Cod. Corso C23LA SICUREZZA SUL LAVORO E LE RESPONSABILITÀ NEL COMPARTO SANITARIO: DdL, RSPP, Dirigenti, Preposti e Lavoratori

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La violenza verbale, fisica e/o psicologica rappresen-ta per le aziende un potenziale pericolo. I singoli atti di violenza possono essere imprevedibili, ma esisto-no presupposti relazionali e caratteriali che possono aumentare la probabilità di episodi di violenza. Inoltre, al di fuori dell’azienda, la tipologia di lavoro svolto può aumentare l’eventualità di essere soggetti ad aggressioni. Particolarmente a rischio, ad esempio, sono gli ope-ratori che manipolano beni di valore, hanno frequenti rapporti con l’utenza, oppure che svolgono lavori di ispezione, controllo o esercizio di attività di pubbli-ca autorità. In ogni caso le categorie maggiormente esposte al rischio sono le persone di genere femmi-nile, le persone diversamente abili e le persone che operano da sole o in situazioni di isolamento. Le conseguenze comprendono lesioni, disturbi post-traumatici da stress, assenze per malattia e scar-so rendimento sul lavoro e sono estremamente gravi sia per i singoli individui, sia per le organizzazioni. Pertanto, è compito del Datore di Lavoro di qualsia-si azienda o ambito lavorativo valutare anche questa tipologia di rischio specifico ai sensi dell’art. 28 del D.Lgs. 81/08, dando a tutti i lavoratori potenzialmen-te esposti gli opportuni strumenti di mitigazione dello stesso. Nei rischi fisici e psicosociali, il “fattore umano” è la variabile che fa la reale differenza e questo vale ancor

di più per quanto riguarda il rischio violenza, dove l’essere umano è l’unica fonte generativa di rischio.Diviene quindi fondamentale formare adeguatamen-te le persone a leggere correttamente i segnali del contesto e quelli comportamentali, in modo da poter adottare le strategie di reazione più efficaci per ridur-re il rischio di subire aggressione e violenza.

Cod. Corso C26LA VIOLENZA NEI LUOGHI DI LAVORO: tecniche psicologiche operative, strategie comportamentali e riduzione del rischio di Disturbo Post-Traumatico da Stress

Il D.M. 10 marzo 1998, tutt’oggi recepito dal D.Lgs. 81/08, definisce senza equivoci quali debbano essere i doveri del Datore di Lavoro per l’assistenza ai lavoratori disabili in caso d’incendio, ma non solo, estendendo l’assistenza a tutte le persone disabili che possono avere accesso nel luogo di lavoro, come persone anziane, donne in stato di gravidanza, persone con arti fratturati e persino i bambini.Le stesse norme vigenti in materia di abbattimento delle barriere architettoniche, D.M. 236/89 e D.P.R. 503/1996, hanno affrontano il tema sicurezza con opportuni raccordi con la normativa antincendio. Anche il Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Soc-corso Pubblico e della Difesa Civile in collaborazione con le principali associazioni in tema di handicap e disabilità, ha definito sia le Linee Guida per la valuta-zione della sicurezza antincendio nei luoghi di lavoro con presenza di persone disabili, sia i criteri per una corretta evacuazione delle stesse. Il corso intende proporre una qualificata e approfondita disamina sull’argomento in relazione ai doveri di valutazione del rischio, alle misure di prevenzione e, nel caso di specie, alle tecniche di trasporto più efficaci per la movimentazione delle persone con disabilità motoria, sensoriale e cognitiva in caso di emergenza. Saranno inoltre date indicazioni per la corretta

implementazione del Piano di Emergenza e di Evacuazione aziendale, anche attraverso esempi di specifiche procedure operative secondo le diverse disabilità individuate.

Cod. Corso C25IL SOCCORSO ALLE PERSONE DISABILI IN CASO DI EMERGENZA: valutazione del rischio specifico, procedure operative e tecniche per l’evacuazione

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Cod. Corso C27IMPIANTI AERAULICI (CONDIZIONAMENTO - RISCALDAMENTO - VENTILAZIONE): valutazione e gestione del rischio da inquinamento chimico, fisico e microbiologico

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A distanza di oltre vent’anni dall’emanazione del D.M. 10/03/1998, decreto a suo tempo innovativo in mate-ria antincendio, si è resa quanto mai indispensabile una sua revisione sia a seguito dell’entrata in vigore del D.Lgs. 81/08, sia per una “fisiologica” evoluzione tecnico-scientifica degli argomenti trattati.La bozza del nuovo decreto sui “Criteri generali di sicurezza antincendio e di gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro” sarà allineata ai contenuti dell’art. 46, comma 3 del D.Lgs. 81/08, introducendo diversi aspetti significativi rispetto alla precedente versione. In particolare il futuro decreto entrerà nel merito della Valutazione del Rischio Incendio indicando le misure di prevenzione e protezione antincendio da adottare al fine di ridurre l’insorgenza di un incendio e di limi-tarne le conseguenze qualora esso si verifichi. Tali contenuti si applicheranno a tutte le attività che si svolgono nei luoghi di lavoro come definiti dall’art. 62 del D.Lgs. 81/08, ovvero i luoghi destinati a ospitare posti di lavoro, ubicati all’interno dell’azienda o dell’u-nità produttiva, nonché ogni altro luogo di pertinenza dell’azienda o dell’unità produttiva accessibile al lavo-ratore nell’ambito del proprio lavoro, introducendo una distinzione tra attività soggette/non soggette e attività normate/non normate. Il corso intende proporre una qualificata e appro-fondita disamina della bozza in attesa dell’approva-

zione del relativo decreto, in particolare sulle novità riguardanti la designazione degli addetti al servizio antincendio, sui contenuti dei corsi di formazione/aggiornamento e sui requisiti dei soggetti forma-tori. Saranno inoltre poste in evidenza le differenze sostanziali tra l’attuale decreto e quello di futura ema-nazione.

Cod. Corso C28CRITERI GENERALI DI SICUREZZA ANTINCENDIO E DI GESTIONE DELL’EMERGENZA NEI LUOGHI DI LAVORO

Il corso vuole fornire una panoramica completa sulle tipologie di rischio associate al funzionamento degli impianti aeraulici (climatizzazione, termoventilazio-ne, ventilazione) e sul modo più efficace per una loro gestione. Dopo una parte descrittiva degli impianti di trattamento aria e del loro funzionamento, entrando nel merito della loro componentistica (Unità di Tratta-mento Aria, Umidificatori, Torri Evaporative, Condot-te Aerauliche, Unità Fan-coil, Unità a Split-System), saranno prese in esame le principali disposizioni nor-mative tecniche e i relativi profili di responsabilità. In particolare: la Norma UNI 10339:1995, l’Allegato IV del D.Lgs. 81/08, le Linee Guida Ministeriali, la Legi-slazione Regionale, le Norme Tecniche Europee, UNI EN 15780:2011, ecc. Si analizzerà il Rischio Aeraulico nella sua specificità (vedi contaminazione chimica, fisica e microbiologi-ca), delineando un corretto sistema di Valutazione ai sensi del D.Lgs. 81/08 (DVR), di Gestione e di Comu-nicazione del rischio aeraulico che possa soddisfare i requisiti di igiene, salute e sicurezza richiesti. Nel dettaglio si affronteranno gli aspetti operativi di ispezione e sorveglianza degli impianti, entrando nel merito delle principali tecniche di pulizia, sanificazio-ne o bonifica, anche in funzione di una tutela degli

addetti alla manutenzione, attraverso una disami-na attenta delle procedure adottate e dei dispositi-vi di protezione individuale. Infine, si presenterà un moderno sistema di controllo remotizzato delle con-dizioni igieniche basato sull’intelligenza artificiale.

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Cod. Corsi D1, D2, D3, D4

CORSI PER ADDETTI AL PRIMO SOCCORSO

L'articolo 45 del D.Lgs. n. 81/2008 prevede quanto segue:

1. Il datore di lavoro, tenendo conto della natura dell’attività e delle dimensioni dell’azienda o della unità produttiva, sentito il medico competente ove nominato, prende i provvedimenti necessari in materia di primo soccorso e di assistenza medica di emergenza, tenendo conto delle altre eventuali persone presenti sui luoghi di lavoro e stabilendo i necessari rapporti con i servizi esterni, anche per il trasporto dei lavoratori infortunati.

2. Le caratteristiche minime delle attrezzature di primo soccorso, i requisiti del personale addetto e la sua formazione, individuati in relazione alla natura dell’attività, al numero dei lavoratori occupati ed ai fattori di rischio, sono individuati dal Decreto Ministeriale 15 luglio 2003, n. 388 e dai successivi Decreti Ministeriali di adeguamento, acquisito il parere della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano.

Il datore di lavoro, sentito il medico competente, ove previsto, identifica la categoria di appartenenza della propria azienda od unità produttiva e, solo nel caso appartenga al gruppo A, la comunica all'Azienda Sanitaria Locale competente sul territo- rio in cui si svolge l'attività lavorativa, per la predisposizione degli interventi di emergenza del caso. Se l'azienda o unità produttiva svolge attività lavorative comprese in gruppi diversi, il datore di lavoro deve riferirsi all'attività con indice più elevato.

La formazione dei lavoratori designati è svolta da personale medico, in collaborazione, ove possibile, con il sistema di emergenza del Servizio Sanitario Nazionale. Nello svolgimento della parte pratica della formazione il medico può avvalersi della colla-borazione di personale infermieristico o di altro personale specializzato.

La consulenza viene offerta attraverso un Network di professionisti altamente qualificati.

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IM-SERVIZITECNICI è Sede Territoriale Milano 3 di A.I.F.E.S. - Associazione Italiana Formatori ed Esperti in Sicurezza sul Lavoro e possiede tutti i requisiti previsti per poter operare in qualità di formatore in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

L’attività formativa in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, obbligatoria per le Leggi italiane, viene erogata attraverso docenti altamente qualificati e dalla comprovata esperienza nei settori ATECO specifici, in particolare nel settore sanitario-ospedaliero. Inoltre, su richiesta, i corsi potranno essere supportati da interpreti in lingua madre per consentire a tutti i lavoratori di un’azienda di acquisire certe informazioni e nozioni, non sempre facili, in modo completo e corretto.

L’offerta formativa si suddivide in 4 tipologie di corsi:- corsi sicurezza D.Lgs. 81/08 e Accordo Stato-Re-

gioni (codice A);- corsi per addetti antincendio (codice B);- corsi specialistici di formazione aggiornamento

professionale (codice C);- corsi per addetti al primo soccorso (codice D).

In particolare si redigono accurati Piani Formativi sulla base delle reali esigenze dei Clienti, programmando offerte ad hoc finalizzate al conseguimento degli obblighi legislativi. Il corsi possono essere erogati anche in modalità "a progetto", ovvero a domicilio del Cliente.

La Direzione Scientifica è affidata a Ivan Masciadri, architetto esperto in Sicurezza sul Lavoro e Pre-venzione Incendi, nonché Docente - Formatore qualificato, specializzato in Edilizia Sanitaria e Gestione delle Emergenze. Laureato al Politecnico di Milano, dal 2000 ad oggi si è specializzato in materia di sanità e sicurezza, frequentando tra gli altri il Corso di Formazione in “Sicurezza Attiva (security - safety)”, il Master di I Livello in “Esperto di progettazione, riqualificazione e manutenzione

INFOPresentazione

delle strutture ospedaliere per anziani e portatori di handicap”, nonché diversi altri corsi in materia di pianificazione e progettazione sanitaria, fra i quali il Corso di Perfezionamento in “Healing Gardens. Progettazione del verde nei luoghi di cura” presso la Facoltà di Ingegneria Agraria di Milano.Per la sicurezza ha conseguito il corso di specializza-zione di “Prevenzione Incendi” con qualifica di “Cer-tificatore Antincendio ex Legge 818/84”, le idoneità di “Addetto Antincendio Rischio Elevato”, “Respon-sabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (set-tore sanità)” e “Coordinatore della Sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione delle opere”.Esperto antincendio con esperienza nella gestione delle emergenze, annovera diverse collaborazioni e consulenze presso realtà ospedaliere pubbliche e private e società operanti in ambito sanitario e nel settore sicurezza, svolgendo attività progettuale specialistica, di supporto operativo e formativo alle aziende ed in particolar modo ai Servizi di Preven-zione e Protezione e alle Direzioni Tecniche.

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