FORMAZIONE DOCENTI NEOASSUNTI a.s. 2015/2016 ISIS DA...

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PROF.ssa ANTONELLA GEDDA FORMAZIONE DOCENTI NEOASSUNTI a.s. 2015/2016 ISIS DA VINCI FIRENZE POLO BIANCIARDI GROSSETO

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PROF.ssa ANTONELLA GEDDA

FORMAZIONE DOCENTI NEOASSUNTI

a.s. 2015/2016

ISIS DA VINCI FIRENZE

POLO BIANCIARDI GROSSETO

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PER RIFLETTERE……..

Infatti gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a

causa della meraviglia: mentre da principio restavano meravigliati di

fronte alle difficoltà più semplici, in seguito, progredendo a poco a poco,

giunsero a porsi problemi sempre maggiori: per esempio i problemi

riguardanti i fenomeni della luna e quelli del sole e degli astri, o i

problemi riguardanti la generazione dell’intero universo. Ora, chi prova

un senso di dubbio e di meraviglia riconosce di non sapere; ed è per

questo che anche colui che ama il mito è, in certo qual modo, filosofo: il

mito, infatti, è costituito da un insieme di cose che destano meraviglia.

Cosicché, se gli uomini hanno filosofato per liberarsi dall’ignoranza, è

evidente che ricercarono il conoscere solo al fine di sapere e non per

conseguire qualche utilità pratica. (ARISTOTELE, METAFISICA 982b-

983a)

Antonella Gedda

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COSA DEVE FARE L’INSEGNANTE PER GESTIRE CORRETTAMENTE UNA CLASSE

• Organizzare le situazioni di apprendimento

• Osservare e valutare gli allievi secondo un

approccio formativo

• Coinvolgere gli studenti nel loro

apprendimento e nel loro lavoro

( Cerini 18 febbraio 2016)

Antonella Gedda

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I FATTORI CHE INTERAGISCONO

Dopo aver consolidato alcune conoscenze teoriche di base, (vedi bibliografia minima) il docente dovrà tener conto di:

• I documenti ministeriali (indicazioni generali, curricolo, legislazione)

• La composizione della classe

• Il tessuto sociale di riferimento

ANTONELLA GEDDA

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I FATTORI DA CUI NON POSSIAMO PRESCINDERE

• NON POSSIAMO PRESCINDERE DA UNA COMUNICAZIONE INCLUSIVA

• NON POSSIAMO PRESCINDERE DA UNA DIDATTICA INCLUSIVA

• NON POSSIAMO PRESCINDERE DAI CONTENUTI DISCIPLINARI/SAPERI

• NON POSSIAMO PRESCINDERE DALL’ETA’ DEGLI ALUNNI

• Non possiamo prescindere dalle competenze di cittadinanza

• NON POSSIAMO PRESCINDERE DALLE COMPETENZE RELAZIONALI

• NON POSSIAMO PRESCINDERE DAL RISPETTO VERSO GLI ALTRI

• NON POSSIAMO PRESCINDERE DALLA CONOSCENZA DELLA

NORMATIVA

Antonella Gedda

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QUALI CONTENUTI?

NESSUN STUDENTE E’ TENUTO A DIVENTARE UN

INSIGNE MATEMATICO, UN IMPORTANTE FILOSOFO,

UN GIURISTA DI FAMA INTERNAZIONALE, UN

ARCHEOLOGO ALLA RICERCA DI ANTICHE CIVILTA’, UN

ILLUSTRE CHIMICO….

Antonella Gedda

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QUALI CONTENUTI

Tutti gli studenti hanno il diritto di intraprendere un percorso

formativo e di conoscenza

Tutti gli studenti hanno il diritto di entrare in contatto con il numero

più ampio di SAPERI

DIMENSIONE FORMATIVA

DELLA DISCIPLINA

Antonella Gedda

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QUALI CONTENUTI?

• I CONTENUTI NON DEVONO ESSERE PRESENTATI NELLA

LORO DIMENSIONE ACCADEMICA

• I CONTENUTI DEVONO ESSERE PRESENTATI NELLA LORO

DIMENSIONE FORMATIVA E QUINDI DEVONO ASSUMERE IL

CARATTERE DELLA FRUIBILITA’ , DEVONO MOTIVARE E

INCURIOSIRE E QUINDI DEVONO ESSERE ADATTATI ALLO

STUDENTE AL FINE DI SVILUPPARE UN APPROCCIO

CRITICO ALLE CONOSCENZE

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PER RIFLETTERE

La divisione fondamentale della scuola in classica e professionale era uno

schema razionale: la scuola professionale per le classi strumentali,

quella classica per le classi dominanti e per gli intellettuali. Lo sviluppo

della base industriale sia in città che in campagna aveva un crescente

bisogno del nuovo tipo di intellettuale urbano: si sviluppò accanto alla

scuola classica quella tecnica (professionale ma non manuale), ciò che

mise in discussione il principio stesso dell'indirizzo concreto di cultura

generale, dell'indirizzo umanistico della cultura generale fondata sulla

tradizione greco-romana. Questo indirizzo, una volta messo in

discussione, può dirsi spacciato, perché la sua capacità formativa era in

gran parte basata sul prestigio generale e tradizionalmente indiscusso,

di una determinata forma di civiltà. (Antonio Gramsci, «Quaderni del

carcere»

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QUALCHE ESEMPIO

PRESENTIAMO ALCUNE PISTE DI RIFLESSIONE

• Un’unità di riflessione sulle organizzazioni sociali tra

Paleolitico e Neolitico nella Scuola Primaria

• Un’unità di riflessione sull’organizzazione dello Stato

nella Scuola Media

• Un’unità di riflessione storica in una classe terminale

di Scuola Secondaria Superiore

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QUALCHE ESEMPIO

• Nel primo esempio si punterà l’attenzione sulle tecnologie che

hanno determinato l’evolversi delle civiltà dqal paleolitico al

neolitico . Ad esempio la conservazione dei cibi.

• Nel secondo esempio si cercherà un collegamento con le regole

della convivenza civile (competenze di cittadinanza

• Nel terzo esempio l’approccio sarà più propriamente

contenutistica partendo dalla riflessione sul documento scritto in

una prospettiva ermeneutica

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DIDATTICA INCLUSIVA E COMPETENZE

Integrare le competenze trasversali nei curricoli non significa

aggiungere semplicemente nuovi traguardi, ma costruire le

condizioni per una pratica didattica efficace.

Non esistono competenze puramente disciplinari perché:

1. Sono necessarie conoscenze di tipo dichiarativo, procedurale,

pragmatico.

2. Gli interventi di insegnamento /apprendimento quanto più si

misurano con questi tre tipi di conoscenza ed educano

all’autoriflessione e all’automodificazione

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LE COMPETENZE

Fronteggiare efficacemente richieste e compiti complessi comporta non solo il possesso di conoscenze e abilità nonché emozioni e atteggiamenti adeguati a un’efficace gestione di tali componenti (OCSE DeSeCo 2002)

Una combinazione di conoscenze, abilità e attitudini adeguate per affrontare una situazione particolare… appropriate al contesto. (Parlamento Europeo 2006)

La comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche , in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professinale e/o personale sono descritte in termini di responsabilità e autonomia. (Parlamento europeo 2006

ANTONELLA GEDDA

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COMPETENZE E CURRICOLOLe competenze individuate in PISA sono considerate

come competenze essenziali alla cui costruzione i sistemi scolastici dovrebbero contribuire.

La definizione delle competenze oggetto della rilevazione PISA non si fonda su un’analisi dei curricoli dei paesi partecipanti

Si tratta di competenze che comunque tutti i sistemi scolastici debbono contribuire a costruire, indipendentemente dagli specifici curricoli nazionali

• Le competenze individuate in PIS

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INCLUSIONE/DISPERSIONEUno studente italiano su tre abbandona la scuola statale superiore

senza aver completato i cinque anni. È quanto emerge dai dati del ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca elaborati nel dossier Dispersione di Tuttoscuola. Un dato che in alcune regioni, come le isole, arriva a quota 35–36 per cento.Una vera e propria emorragia tra le mura e i banchi delle scuole italiane, che prosegue silenziosa e inosservata. “Negli ultimi 15 anni quasi 3 milioni di ragazzi italiani iscritti alle scuole superiori statali non hanno completato il corso di studi”, spiegano gli autori del dossier. “Si tratta del 31,9 per cento dei circa 9 milioni di studenti che hanno iniziato in questi tre lustri le superiori nella scuola statale”. Facendo i calcoli è come se l’intera popolazione scolastica di Piemonte, Lombardia e Veneto non ce l’abbia fatta. (DATI MIUR)

Antonella Gedda

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I DATI

http://d1xmhrieqbl688.cloudfront.net/vP4Q7/7/

La Commissione Europea ha proposto cinque precisi obiettivi2 ,

misurabili quantitativamente, da raggiungere entro il 2020. Sulla

base delle tendenze del passato, si può ipotizzare che, se gli

Stati membri continueranno ad attribuire a tali obiettivi una

priorità elevata e ad investire in modo efficiente nell'istruzione e

nella formazione, gli obiettivi potranno senz’altro essere

realizzati. Ciò vale in particolare per i due grandi obiettivi in tema

di educazione, cioè quelli relativi all’abbandono scolastico e

all’abbandono universitario. Per garantire che ciascuno Stato

membro metta in atto la Strategia Europa 2020, la Commissione

ha proposto che gli obiettivi dell'UE siano tradotti in obiettivi e

percorsi nazionali, adattandoli alle specifiche situazioni. Per tale

ragione, ogni Stato membro, presentando annualmente alla

Commissione il proprio Programma Nazionale di Riforme, ha

fissato i traguardi nazionali, prospettando anche un livello a

medio termine per ciascun obiettivo (DATI MIUR)

Antonella Gedda

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I DATIL'obbligo di istruzione riguarda la fascia di età compresa tra i 6 e i 16 anni7 e si

assolve frequentando il primo ciclo di istruzione (ossia i 5 anni di scuola primaria

e i 3 anni di scuola secondaria di primo grado) ed i primi due anni delle scuole

secondarie di secondo grado8 , oppure, alternativamente, frequentando percorsi

di istruzione e formazione professionale realizzati da strutture formative

accreditate dalle Regioni o da un Istituto Professionale in regime di sussidiarietà.

Dopo i 16 anni sussiste l'obbligo formativo, come ridefinito dal decreto legislativo

15 aprile 2005, n.76, art.1 e cioè come "diritto-dovere all'istruzione e alla

formazione sino al conseguimento di una qualifica di durata almeno triennale

entro il diciottesimo anno di età". L’obbligo formativo può essere assolto in tre

modi diversi: terminando la scuola superiore fino al conseguimento del diploma;

frequentando, dopo il primo biennio di scuola superiore, un corso professionale

per il raggiungimento della qualifica; lavorando con un contratto di apprendistato

o altro tipo di contratto che preveda comunque la frequenza di attività formative

esterne all'azienda (come stabilito dal decreto legislativo n.167 del 14 settembre

2011, Testo Unico sull'apprendistato). Dalle deleghe contenute nella legge n. 53

del 2003 deriva il già citato decreto legislativo 15 aprile 2005, n. 769 , che, nel

disciplinare il diritto-dovere all’istruzione e alla formazione, istituisce il Sistema

Nazionale delle Anagrafi degli Studenti10 .

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I DATI

4.3. Gli alunni a “rischio di abbandono scolastico” per cittadinanza La

presenza di alunni stranieri nella scuola italiana è un fenomeno in

crescita, attualmente gli alunni con cittadinanza non italiana sono il

9,5% nella scuola secondaria di I grado e il 6,6% nella scuola

secondaria di II grado. Il fenomeno della dispersione scolastica colpisce

maggiormente i cittadini stranieri rispetto a quelli italiani; il grafico 9

mostra come nella scuola secondaria di I grado la percentuale di alunni

stranieri a “rischio di abbandono”, in percentuale degli iscritti a

settembre, è pari allo 0,49%, contro lo 0,17% relativo agli alunni con

cittadinanza italiana. Analoga è la situazione nella scuola secondaria di

II grado, in cui gli alunni stranieri “a rischio di abbandono” sono pari al

2,42% degli iscritti contro l’1,16% degli alunni italiani. (DATI MIUR)

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I DATI

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PER RIFLETTERE

Il principio dell’eguale libertà, quando è applicato alla procedura politica

definita dalla costituzione, verrà chiamato col nome di principio della(

eguale) partecipazione. Esso richiede che tutti i cittadini devono possedere

un eguale diritto di partecipare e di determinare il risultato del processo

costituzionale che stabilisce le leggi che essi debbono osservare. La

giustizia come equità parte dall’idea che , dove principi comuni sono

necessari, e vantaggiosi per tutti, essi devono essere delineati dal punto di

vista di una situazione iniziale di eguaglianza opportunamente definita, in

cui ogni persona è equamente rappresentata.Il principio di partecipazione

applica questa idea della posizione originaria alla costituzione in quanto

sistema di grado più alto di norme sociali per produrre norme. Solo se lo

stato deve esercitare un’autorità suprema e coercitiva su un certo territorio,

e se deve così influenzare in modo permanente le aspettative di vita degli

uomini, allora il processo costituzionale dovrebbe conservare l’eguale

rappresentatività della posizione originaria, nella misura in cui ciò è

possibile (J .Rawls, Una teoria della giustizia)

Antonella Gedda

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