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FORMAZIONE DEL SISTEMA SOLARE
LA STELLA CENTRALE E IL FUOCO DEL SISTEMA
I PIANETI SOLARI: TIPOLOGIE E CURIOSITA’
DALLA LEGGE TITIUS-BODE AGLI ASTEROIDI
CONFRONTI TRA PIANETI
STABILITA’, ACQUA E VITA NEL SISTEMA SOLARE
OLTRE NETTUNO: FASCIA DI KUIPER E NUBE DI OORT
DAL DISCO PROTOPLANETARIO AI PLANETESIMI
DAI PROTOPIANETI AI PIANETI GASSOSI E ROCCIOSI
LA MIGRAZIONE DEI PIANETI
CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – NASCITA DEL SISTEMA SOLARE 3
CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012
Offset (anni) Evento
0 Stella in sequenza principale
500,000 Planetesimi e protopianeti
1,000,000 Formazione del primo gigante gassoso
2,000,000 Migrazione del primo gigante gassoso
10,000,000 Formazione degli altri giganti gassosi e migrazione
20,000,000 Formazione dei pianeti rocciosi
100,000,000 Riorganizzazione delle orbite planetarie
1,000,000,000 Sistema planetario stabile
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – NASCITA DEL SISTEMA SOLARE 4
CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012
Conviene andare a ripassare qualche concetto della decima serata del corso
http://www.skylive.it/EventoSerale_Dettagli.aspx?Id=100
IL SOLE: DATI FISICI
IL SOLE: OSSERVAZIONE
IL FUOCO DEL SISTEMA SOLARE: TUTTI INTORNO AL SOLE?
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Una nana gialla di classe spettrale G2V, in sequenza principale.
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Temperatura: 5.200–6.000 K
Colore convenzionale: giallo
Colore apparente: bianco-giallo
Massa: 0,8–1,04 M☉
Raggio: 0,96–1,15 R☉
Luminosità: 0,6–1,5 L☉
Righe idrogeno: Deboli
Frazione in sequenza principale:7,6%
Temperatura: 5.800 K
Colore convenzionale: giallo
Colore apparente: bianco-giallo
Massa: 1,9891x1030 Kg
Raggio: 700.000 km circa
Luminosità: 3,827x1026 W
Righe idrogeno: Deboli
Frazione in sequenza principale:-
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Nascita: 4,5 miliardi di anni fa
Tipologia: stella nana gialla
Fase: fusione dell’idrogeno in elio
Durata prevista 4,5-5 miliardi di anni
Proprio il fatto di essere una stella nana di media
potenza consente al Sole di avere una vita totale in
sequenza principale di circa 10 miliardi di anni.
E poi?
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – LA STELLA CENTRALE E IL FUOCO DEL SISTEMA 9
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Terminata la scorta di idrogeno da trasformare in
elio, il Sole avrà una contrazione dovuta ad uno
sbilanciamento di forze: il collasso gravitazionale
vince sulla spinta dall’interno che non viene più
alimentata dalle fusioni nucleari dell’idrogeno.
La temperatura si alza fino a 10 milioni Kelvin,
quando ricominciano le reazioni nucleari che
fondono stavolta l’elio in carbonio.
La stella si ingrandisce, negli strati esterni brucia
l’idrogeno mentre negli strati interni brucia l’elio.
Il Sole diventa una .
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – LA STELLA CENTRALE E IL FUOCO DEL SISTEMA 10
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La gigante rossa inizia a
soffiar via materiale dagli strati
più esterni e piano piano
lascia scoperto il proprio
nucleo.
La radiazione fortissima
proveniente da questo nucleo
caldo e densissimo, una
, raggiunge gli strati di
materiale espulsi dando vita
ad una .
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – LA STELLA CENTRALE E IL FUOCO DEL SISTEMA 11
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: Con un raggio di 150.000 chilometri, detiene oltre il
40% dell'intera massa solare e possiede la massima densità. La
temperatura all'interno del nucleo è di circa 1,5*107 K.
Da questa zona ci arrivano soltanto i neutrini.
: Area di 300.000 chilometri che circonda il
nucleo. I raggi gamma generati dalla catena protone-protone
rimbalzano tra gli strati interni perdendo energia (vengono più
volte assorbiti e riemessi). Il processo dura milioni di anni. In
questa fase l'energia è trasmessa tramite radiazione.
: Area di 250.000 chilometri oltre lo strato radiativo. La materia
della zona convettiva ha il compito di far passare l'energia proprio attraverso il meccanismo di
convezione, che è lo stesso per il quale l'aria calda sale rispetto all'aria fredda.
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: La sfera della luce è ciò che si vede guardando
il Sole. Spessa 400-500 chilometri circa, ha una temperatura di
circa 5800 °K. Costituita da piccoli grani visibili anche con un
piccolo telescopio. Dalla fotosfera fuoriesce, finalmente, la
radiazione che si è prodotta milioni di anni prima, nel nucleo.
Come detto, sulla fotosfera si presentano quei fenomeni
superficiali che costituiscono i motivi principali di osservazione
solare.
: La sfera del colore è posta sopra la fotosfera,
e raggiunge i 10.000°K di temperatura. Si tratta di uno strato di
plasma considerato come la bassa atmosfera del Sole.
: Parte più esterna, si estende fino a che non sfuma nel gas interplanetario
che raggiunge sotto forma di vento solare. La sua temperatura raggiunge il milione di gradi. Da
Terra è visibile soltanto durante le eclissi totali di Sole.
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La radiazione solare si presenta come:
: aumento del moto delle particelle
del plasma
: conseguenza del rapido
spostamento di grandi masse di gas.
«Ascoltato» da SOHO.
:
oscillazioni dell'intensità del campo elettro-
magnetico che si allontanano nello spazio
come onde.
L'energia prodotta si propaga nel vuoto con radiazioni che abbracciano l'intero spettro
elettromagnetico. A Terra giungono soltanto la luce visibile, una piccola parte di UV e di IF e le
onde radio.
Proprio questi tagli spinsero gli astronomi verso lo spazio eliminando i problemi atmosferici, anche
se oggi le tecniche adattive riescono a limitare di molto il fastidio.
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – LA STELLA CENTRALE E IL FUOCO DEL SISTEMA 14
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: Sono fenomeni della fotosfera e rappresentano la parte
visibile delle correnti convettive. Si tratta di macchie più chiare (correnti in
ascesa, più calde) e più scure (correnti in discesa, meno calde) mutevoli per
forma e dimensione. Il diametro di ciascun granulo è compreso in media tra
300 e 1000 chilometri, ed ha una vita che non dura più di 5 minuti.
: Piccole luci associate alle macchie anche se non disdegnano di
comparire in prossimità dei poli solari. Si tratta di masse gassose più calde di
quelle circostanti.
: Le macchie sono tipici fenomeni della fotosfera e sono
porzioni di fotosfera più fredde. Intorno alla macchia c'è un alone di
temperatura intermedia (5500°K), e quindi anche di colore intermedio. La parte
più fredda e più scura è detta ombra, la parte intermedia è la penombra.
Le macchie solari sembrano cicliche, con un periodo intorno agli 11 anni. Un
tempo furono assenti per 75 anni (Periodo di Maunder)
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: variazione positiva di luminosità sottoforma di eruzione che
coinvolge regioni molto estese. Il brillamento dura da qualche minuto a più di
un'ora, anche se la parte più evidente è comunque di pochi minuti. Gli effetti
arrivano sulla Terra sotto due forme: un disturbo nei segnali radio su scala
planetaria e le aurore polari.
: Meno drastico di un brillamento, si tratta di getti di materia
che prendono una classica forma ad arco in grado di innalzarsi al di sopra
della cromosfera. La loro durata va da qualche minuto a qualche mese.
Spesso sono costituite da materia coronale, con temperatura più bassa
rispetto a quelle circostanti e più densa della corona.
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – LA STELLA CENTRALE E IL FUOCO DEL SISTEMA 16
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SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – LA STELLA CENTRALE E IL FUOCO DEL SISTEMA 17
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Dal punto di vista Kepleriano, il Sole occupa uno dei
fuochi dell’ellisse rappresentata dall’orbita di un pianeta.
Ma tutti i pianeti orbitano intorno al Sole?
Apparentemente si, ma in realtà pianeti e Sole orbitano
intorno ad un baricentro comune, ma la massa del Sole è
talmente più grande di quella degli altri pianeti, messi
insieme, che il baricentro si trova all’interno della sfera
solare, e proprio per questo «sembra» che tutti i pianeti
orbitino in effetti intorno al Sole.
Se così non fosse non avremmo mai iniziato a scoprire esopianeti: molti sono stati scoperti infatti
proprio grazie ai movimenti che la stella compie intorno al baricentro comune dei sistemi. La
stella non è ferma al centro del fuoco, quindi, ma oscilla leggermente intorno al baricentro del
sistema. E il Sole non si sottrae a questa legge.
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – I PIANETI SOLARI: TIPOLOGIE E CURIOSITA’ 19
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Attualmente si riconoscono otto pianeti:
Ovviamente ciascun pianeta è caratterizzato da proprie peculiarità. Non è il caso di fare una lista
dei dati di ciascun pianeta, ma possiamo studiare qualche caratteristica confrontandoli tra di loro.
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – I PIANETI SOLARI: TIPOLOGIE E CURIOSITA’ 20
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Star vicino ad una stella in formazione e ai suoi venti solari non è semplice per la parte più
volatile di un disco protoplanetario. Fu così che i gas furono spazzati via dagli strati più interni del
disco fino al sistema solare più esterno. Ciò che resta, sono sostanze più pesanti, .
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – I PIANETI SOLARI: TIPOLOGIE E CURIOSITA’ 21
CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012
Le sostanze più volatili spazzate via dal vento stellare sono andate a finire negli strati più esterni
del disco protoplanetario e hanno formato pianeti di tipo gassoso. Quelli più lontani presentano
gas a temperature bassissime, quindi alla fine hanno finito per ghiacciarsi.
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – I PIANETI SOLARI: TIPOLOGIE E CURIOSITA’ 22
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Sono queste le uniche differenze tra i pianeti del Sistema Solare? Certamente no…
PIANETA TIPOLOGIA
Mercurio Roccioso
Venere Roccioso
Terra Roccioso
Marte Roccioso
Giove Gassoso
Saturno Gassoso
Urano Gassoso/ghiacciato
Nettuno Gassoso/ghiacciato
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – I PIANETI SOLARI: TIPOLOGIE E CURIOSITA’ 23
CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012
Come si nota, a velocità di rotazioni maggiori corrispondono schiacciamenti polari maggiori. La
massima velocità è di Giove, tuttavia Saturno è meno denso di Giove, quindi risulta più
«deformabile» dalla rotazione.
PIANETA VELOCITA’ ROTAZIONE (m/s) DURATA DEL GIORNO IN
GIORNI TERRESTRI
SCHIACCIAMENTO
Mercurio 3,0256 58,16462 0
Venere 1,81 243,0185 0
Terra 465,11 0,997258 0,00335
Marte 241,17 1,025957 0,00736
Giove 12.580 0,413 538 0,064
Saturno 9.870 0,449375 0,09796
Urano 2.590 0,71833 0,0229
Nettuno 2.680 0,67125 0,0171
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – I PIANETI SOLARI: TIPOLOGIE E CURIOSITA’ 24
CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012
Saturno non solo è meno denso di tutti gli
altri pianeti del Sistema Solare, ma ha un
peso specifico inferiore a quello dell’acqua
quindi questo pianeta con gli anelli
riuscirebbe a galleggiare su un oceano
abbastanza grande da accoglierlo!
PIANETA DENSITA’ g/cm3
Mercurio 5,43
Venere 5,204
Terra 5,515
Marte 3,94
Giove 1,33
Saturno 0,69
Urano 1,27
Nettuno 1,64
Un altro dato balza agli occhi: i pianeti rocciosi sono ovviamente più densi. Ma c’è molta
differenza tra tre pianeti e Marte…
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – I PIANETI SOLARI: TIPOLOGIE E CURIOSITA’ 25
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Una velocità di fuga bassa significa che un corpo, per
sfuggire all’attrazione gravitazionale del pianeta,
fatica di meno.
è totalmente privo di una atmosfera
propriamente detta: soltanto a metà degli anni Ottanta
è stata scorta una leggera presenza di atomi in
numero di 105 per centimetro cubico, molto inferiore
al vuoto che si crea nei laboratori.
Il motivo è semplice: vicino al Sole, il vento stellare è
molto forte mentre la velocità di fuga del pianeta è
bassissima e la gravità non è riuscita a trattenere
l’atmosfera.
PIANETA VELOCITA’ DI FUGA (km/s)
Mercurio 4,30
Venere 10,46
Terra 11,18
Marte 5,03
Giove 60,22
Saturno 32,26
Urano 22,50
Nettuno 23,90
è più lontano, ma è poco denso e con velocità di fuga molto bassa. Anche in questo caso è stato facile
perdere l’atmosfera, anche se non come Mercurio. Le cause? Assenza di un campo magnetico, bassa densità
e impatti meteorici.
La nostra atmosfera la conosciamo bene, mentre al di là di Marte i pianeti sono totalmente gassosi o quasi.
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – I PIANETI SOLARI: TIPOLOGIE E CURIOSITA’ 26
CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012
Venere ha una atmosfera di nuvole per uno spessore
di 85 chilometri, mentre sulla Terra la maggior parte
dei fenomeni atmosferici non supera i 10 chilometri di
altezza.
Il motivo? Un tempo il pianeta dovrebbe essere stato
simile alla Terra attuale, ma la prossimità del Sole
portò ad una temperatura sempre più alta che fece
evaporare gli oceani per addensare il vapore tra le
nubi del pianeta. Sempre più effetto-serra e
temperature sempre maggiori.
E infatti, nonostante la vicinanza, non è Mercurio il
pianeta più caldo, ma Venere!
PIANETA TEMPERATURA SUPERFICIALE (°C)
Mercurio da -170 a +350
Venere 480
Terra 22
Marte -23
Giove -150
Saturno -180
Urano -214
Nettuno -220
Il motivo è dovuto al legame tra rotazione e rivoluzione. Vediamo un po’…
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – I PIANETI SOLARI: TIPOLOGIE E CURIOSITA’ 27
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sperimenta una risonanza di 3:2 con il periodo di rivoluzione, ruotando tre volte intorno al proprio
asse mentre compie due rivoluzioni intorno al Sole. Ciò vuol dire che il pianeta alterna le facce al Sole ad ogni
perielio. Un risultato è la presenza di due punti caldi sul pianeta, sull'equatore, uno a 0° e l'altro a 180° di
longitudine, che giacciono proprio davanti al Sole nei punti di perielio.
PIANETA DURATA DEL GIORNO IN GIORNI TERRESTRI DURATA DELL’ANNO IN TEMPO
TERRESTRE
Mercurio 58,16462 87,965 giorni
Venere 243,0185 224,7 giorni
Terra 0,997258 365,25 giorni
Marte 1,025957 686,9 giorni
Giove 0,413 538 11,86 anni
Saturno 0,449375 29,46 anni
Urano 0,71833 84,01 anni
Nettuno 0,67125 164,79 anni
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – I PIANETI SOLARI: TIPOLOGIE E CURIOSITA’ 28
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In genere tutti i pianeti hanno una stessa inclinazione assiale. Le eccezioni sono Mercurio, che subisce molto
l’influenza del Sole tanto da essere in risonanza, Venere e Urano.
Venere è inclinato addirittura di quasi 180°, quindi ha un senso di rotazione inverso rispetto agli altri pianeti
probabilmente dovuto a impatti. Stessi impatti per Urano, che inclinato di 90° sembra rotolare più che ruotare.
Pianeta Inclinazione dell'asse
Mercurio 0
Venere 177°, 3
Terra 23°, 27
Marte 25°, 19
Giove 3°, 13
Saturno 26°, 73
Urano 97°, 55
Nettuno 28°, 48
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – I PIANETI SOLARI: TIPOLOGIE E CURIOSITA’ 29
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Pianeta Inclinazione
su eclittica
Eccentricità
Mercurio 7° 0,2056
Venere 3°,4 0,0067
Terra 23°, 5 0,0167
Marte 1°,9 0,0935
Giove 1°,9 0,0489
Saturno 2°,5 0,0565
Urano 0°,8 0,0457
Nettuno 1°,8 0,0113
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – I PIANETI SOLARI: TIPOLOGIE E CURIOSITA’ 30
CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012
Un dato che risalta subito è la presenza di un gran
numero di satelliti per i pianeti più distanti e giganti del
Sistema Solare.
Noti i processi di formazione o di acquisizione dei satelliti
nei sistemi planetari, si può dedurre che la maggior parte
siano quindi stati acquisiti gravitazionalmente dai pianeti
più grandi e quindi più «forti».
I punti interrogativi indicano che si tratta di numeri molto
provvisori visto che ancora oggi si continuano a scoprire
nuovi satelliti.
PIANETA NUMERO DI SATELLITI
Mercurio 0
Venere 0
Terra 1 (e mezzo…)
Marte 2
Giove 67 (?)
Saturno 62 (?)
Urano 27 (?)
Nettuno 13 (?)
Per Saturno, addirittura, si potrebbe parlare di un numero indefinibile visto che ogni particella che forma gli anelli
si pratica è suscettibile di essere chiamata satellite!
A proposito di anelli planetari: soltanto Saturno ne è dotato?
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – I PIANETI SOLARI: TIPOLOGIE E CURIOSITA’ 31
CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012
A prima vista sembra proprio che soltanto Saturno abbia un sistema di anelli planetari. In realtà tutti i giganti
del Sistema Solare sono dotati di anelli più o meno deboli.
Anelli di Saturno, immortalati dalla sonda Cassini
Anelli di Giove ripresi dalla sonda Galileo
Anelli di Urano dalla Voyager 2 Anelli di Nettuno dalla Voyager 2
DALLA LEGGE DI TITIUS-BODE AGLI ASTEROIDI
CERERE E GLI ASTEROIDI DI PADRE PIAZZI
LA FASCIA PRINCIPALE DEGLI ASTEROIDI
CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – DA TITIUS-BODE AGLI ASTEROIDI 33
CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012
Sembra difficile ricordare le distanze dei pianeti dal Sole, eppure esiste un metodo molto efficace per
trovarle. Si chiama
Data una serie del tipo: 0, 3, 6, 12, 24, 48, 96 e aggiungiamo 4 a ciascun numero della serie, dividendo poi
per 10. Otteniamo: (0+4)/10, (3+4)/10, (6+4)/10, (12+4)/10, ecc.. cioè:
0,4 - 0,7 - 1,0 - 1,6 - 2,8 - 5,2 - 10 - 19,6 - 38,8
Ora prendiamo le distanze dei pianeti dal Sole espresse in Unità Astronomiche e confrontiamole con questa
serie.
0,39 (Me) - 0,72 (V) - 1 (T) - 1,52 (Ma) - 5,2 (G) - 9,54 (S) - 19,2 (U) - 30,1 (N)
Come si può notare, sembra quasi la stessa serie se non fosse per quel 2,8 in mezzo che non corrisponde a
nessun pianeta! All’epoca della Legge di Titius-Bode i pianeti si fermavano a Saturno. La legge fu presa un
po’ come un caso fortuito, ma quando nel 1781 venne scoperto Urano proprio laddove la legge lo voleva, si
pensò che anche alla casella 2,8 dovesse esserci per forza un pianeta finora sfuggito.
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – DA TITIUS-BODE AGLI ASTEROIDI 34
CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012
Era il 1801 quando padre Piazzi scovò il fatidico pianeta a 2,8 Unità
Astronomiche di distanza dal Sole, tra Marte e Giove, proprio dove la
Legge di Titius-Bode lo voleva! Si trattava di .
Sembrava la consacrazione della Legge, ma la scoperta di Nettuno ben 8
UA prima di quanto previsto e poi di Plutone la fecero cadere di nuovo in
disgrazia.
Alla distanza di Cerere furono scoperti poi tantissimi altri corpi delle
stesse dimensioni e caratteristiche di Cerere.
Tutto questo insieme di corpi presenti tra 2,2 e 3,2 Unità Astronomiche di
distanza dal Sole crea una “fascia” di oggetti celesti più o meno simili,
catalogabili secondo determinati criteri che abbiamo visto la volta scorsa
in tema di “asteroidi”.
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – DA TITIUS-BODE AGLI ASTEROIDI 35
CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012
La è la
regione di spazio compresa tra Marte e
Giove all'interno della quale esiste la più
alta concentrazione di asteroidi in orbita
intorno al Sole.
Ad oggi esistono più di 200 mila asteroidi
nella Fascia Principale e si ritiene che si
tratti di corpi che non sono riusciti a
fondersi in un pianeta unico a causa della
“discussione gravitazionale” tra il Sole e
Giove, presenti ai lati opposti.
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – DA TITIUS-BODE AGLI ASTEROIDI 36
CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012
Abbiamo visto che ci sono più di 200 mila oggetti in un’orbita tra Marte e Giove, il che
potrebbe far pensare a scontri continui tra asteroidi.
In realtà non è così, e se vivessimo su un asteroide probabilmente in tutta la nostra vita non
riusciremmo a vederne passare altri nel nostro cielo, tanta è la distanza e le piccole
dimensioni di questi corpi.
Le eccezioni non mancano ovviamente, anche
se sono rarissime. Quando si verificano, però,
danno vita a fenomeni particolari come
l’asteroide , famoso per avere una coda
come le comete.
In realtà si tratta dei detriti creatisi in seguito ad
una collisione con un altro corpo della Fascia
degli Asteroidi. E’ comunque una eccezione!
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – DA TITIUS-BODE AGLI ASTEROIDI 37
CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012
Come i vecchi dischi in vinile avevano dei solchi all’interno, nei quali scorreva la puntina del
giradischi, così anche la Fascia degli Asteroidi presenta delle zona totalmente prive, o quasi, di
corpi celesti. Questi buchi sono localizzati alle Unità
Astronomiche 2.5, 2.82, 2.96, 3.28. Qualunque
corpo celeste posto in queste orbite impiegherebbe
per la sua rivoluzione un tempo pari,
rispettivamente, ad 1/3, 2/5, 3/7 e 1/2 del tempo
impiegato da Giove a compiere la propria
rivoluzione. Sono fasce orbitali, quindi, in risonanza
con la fascia orbitale di Giove e questo fattore ha
fatto si che l'influenza gravitazionale del gigante
gassoso abbia liberato le aree da tutti i corpi
presenti. Le zone sono dette ,
dal nome dell'astronomo che le scoprì nel 1866.
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – DA TITIUS-BODE AGLI ASTEROIDI 38
CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012
Tra gli asteroidi, ce ne sono alcuni la cui orbita si presenta più vicina a quella della Terra. Sono
chiamati NEO (Near Earth Objects) e sono ovviamente gli oggetti che vengono maggiormente
controllati dalle divisioni speciali della NASA al fine di prevenire eventuali situazioni di pericolo. In
realtà “Objects” indica sia asteroidi sia comete, quindi per parlare di asteroidi si dovrebbe usare il
termine NEA.
Tra i NEO, ce ne sono alcuni che appartengono a
categorie potenzialmente pericolose. Sono i
cosiddetti PHA (Potentially Hazardous Asteroids),
caratterizzati da un perigeo massimo di 0,05 UA e
da una magnitudine assoluta pari a 22, che
ipotizzando un albedo del 13% porta ad una
dimensione minima di 150 metri.
Attualmente si contano 1350 PHA.
Gruppo Definizione
NEC (comete) D < 1.3 UA
P < 200 anni
NEA (asteroidi) D < 1.3 UA
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – DA TITIUS-BODE AGLI ASTEROIDI 39
CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012
La scala Torino usa valori da
1 a 10 per indicare la
pericolosità di un NEO, in
termini di probabilità di
impatto e di energia
sprigionata.
Attualmente 2007 VK184 è
classificato al valore 1, con
una probabilità cumulativa
d'impatto dello 0,034% .
Storicamente Apophis
raggiunse il livello 4, ma ora
è sceso.
UN MONDO DI PLUTOIDI
LE COMETE DI BREVE PERIODO: FASCIA DI EDGEWORTH-KUIPER
LE COMETE DI LUNGO PERIODO: LA NUBE DI OORT
CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – OLTRE NETTUNO 41
CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012
Un pianeta è tale se:
Nonostante sia l’unico pianeta scoperto dagli americani, Plutone è stato declassato poiché non ha
pulito la propria orbita, visto che interseca proprio quella di Nettuno.
In realtà ne ha di cose che non coincidono con gli altri pianeti, a partire da un’orbita decisamente
molto ellittica e molto inclinata rispetto all’eclittica.
Comunque, per questi motivi, Plutone è stato declassato a… asteroide? No…
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – OLTRE NETTUNO 42
CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012
Gli asteroidi possono avere forme davvero bizzarre e
possono essere molto piccoli, eppure ci sono dei corpi
celesti che sembrano pianeti in miniatura, che hanno
forma sferica e che orbitano intorno al Sole.
Non possono essere paragonati agli asteroidi a forma di
nocciolina delle dimensioni di 100 metri di diametro.
I pianeti nani sono corpi celesti, orbitanti intorno ad una stella e caratterizzata da una massa
sufficiente a conferir loro una forma sferoidale ma che, a differenza dei pianeti veri e propri, non sono
stati in grado di ripulire la propria fascia orbitale da altri oggetti di dimensioni non trascurabili.
I plutoidi, istituiti dalla UAI nel giugno 2008 e relativi al Sistema Solare, sono i pianeti nani la cui
orbita è prevalentemente oltre l'orbita di Nettuno.
I primi nanopianeti sono stati , , , e . Poi si sono aggiunti
Sedna, Varuna, Quaoar e Orco.
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – OLTRE NETTUNO 43
CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012
La Fascia di Edgeworth-Kuiper è una regione del
sistema solare oltre l'orbita di Nettuno ed interna
alla Nube di Oort dove orbitano corpi del diametro
fino a migliaia di chilometri, dei quali Plutone è il
rappresentante più noto.
L’idea di questa fascia risale agli anni Cinquanta, e
le prime prove iniziarono nel 1992 con la scoperta
di 1992QB1.
Con forma presumibilmente schiacciata ed una estensione che va da 38 a 50 UA, la Fascia di
Kuipercontiene un numero indefinito di corpi, compreso tra dieci milioni ed un miliardo. Si pensa
che tra le 38 e le 50 UA siano presenti almeno 70mila oggetti con dimensioni maggiori ai 10
chilometri di diametro.
Da qui dovrebbero aver vita le comete di breve periodo.
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – OLTRE NETTUNO 44
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La Nube di Oort è una regione del sistema solare compresa tra le
40.000 e le 100.000 UA caratterizzata da una notevole
concentrazione di comete.
Molto più grande della Fascia di Kuiper, la Nube di Oort ha
forma quasi circolare, a meno di stiramenti dovuti alla gravità
della Via Lattea e si estende per circa 200.000 UA., contenendo
centinaia di miliardi di nuclei di cometa. Il suo raggio sarebbe di
un anno luce, con una massa totale simile a quella terrestre.
Da qui dovrebbero aver vita le comete di lungo periodo o
paraboliche.
UN SISTEMA STABILE?
LA PRESENZA DI ACQUA NEL SISTEMA SOLARE
LA PRESENZA DI VITA NEL SISTEMA SOLARE
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SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – STABILITA’, ACQUA E VITA 46
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Siamo proprio sicuri che il sistema solare sia stabile, dopo 5 miliardi di anni dalla nascita??
Basta vedere la storia recente di Giove per capire
che da una quindicina di anni ha ricevuto parecchie
visite violente: la cometa Shoemaker-Levy 9, le
cicatrici di Wesley, l’ultimo impatto di settembre…
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – STABILITA’, ACQUA E VITA 47
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Non è un caso che proprio Giove sia
un grande attrattore di impatti, visto
che con la sua massa riesce a
catturare gravitazionalmente parecchi
dei corpi che entrano nel sistema
solare interno.
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – STABILITA’, ACQUA E VITA 48
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Ciascun pianeta esercita una debole forza gravitazionale su tutti gli altri
corpi celesti e, sebbene minima, nel tempo possono crearsi configurazioni
o somme di piccoli effetti tali da provocare mutamenti drastici negli equilibri
di un sistema.
verificò delle ciclicità di allontanamento di Saturno
e di avvicinamento di Giove e riuscì nei suoi calcoli a giungere a quel
determinismo che lo rese famoso nel calcolo delle orbite planetarie.,
soprattutto dopo aver scoperto il rapporto di 5:2 nelle orbite di Giove e
Saturno. Questa risonanza fa sì che le perturbazioni reciproche dei due
pianeti possano sommarsi sull'arco di secoli. Due forze, sebbene piccole,
se ripetute all'infinito possono iniziare ad avere effetti tangibili nel lungo
periodo.
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – STABILITA’, ACQUA E VITA 49
CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012
Simulazioni numeriche portate avanti
da Jacques Laskar mostrano come i
giganti gassosi siano relativamente
stabili, mentre a far da ago della
bilancia ci pensa il più piccolo,
MERCURIO. Proprio la precessione
del suo punto di afelio potrebbe portare
a situazioni in cui l’attrazione
gravitazionale di Giove e Saturno
riescono ad allungare una orbita già
molto ellittica rispetto agli altri pianeti.
Allontanandosi sempre più dal Sole nel
punto di afelio, alcune simulazioni
portano addirittura ad un incrocio con
l’orbita di Venere, con tutte le
conseguenze del caso.
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – STABILITA’, ACQUA E VITA 50
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La Terra non è più l’unico posto del Sistema Solare
nel quale è accertata la presenza di acqua, anche se
aqua in superficie non è stata ancora trovata sugli
altri corpi celesti.
Il nostro pianeta invece ne è ricoperto per il 71%,
sebbene rappresenti soltanto lo 0,3% della massa
terrestre. Ci sono corpi celesti che in percentuale ne
sono molto più ricchi di noi!
Europa, satellite di Giove, e Titano, satellite di
Saturno, ne sono chiari esempi con i loro oceani di
acqua liquida posti sotto la crosta superficiale.
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – STABILITA’, ACQUA E VITA 51
CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012
La molecola d'acqua è molto presente nell'universo e si è
accumulata nei nostri dintorni a partire dalla nebulosa
solare che ha dato origine alla nostra stella ed ai nostri
pianeti. La formazione dei pianeti è avvenuta tramite
collisione di planetesimi, in grado di innalzare di molto la
temperatura il che, unito alla vicinanza con il
Sole, dovrebbe aver fatto evaporare l'acqua originaria.
Come ci è tornata?
Idea dominante era ricondurre la provenienza dell'acqua
terrestre ad un impatto cometario. Una cometa, ghiacciata
perché proveniente dalla parte al di là della linea della neve,
impattando con la Terra l'avrebbe ricoperta di acqua.
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – STABILITA’, ACQUA E VITA 52
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L’analisi di comete come la Halley, la
Hyakutake e la Hale Bopp hanno mostrato
la presenza di acqua in composizione
chimica molto diversa dalla nostra nel
rapporto tra idrogeno e deuterio. Al tempo
stesso sono state scoperte le famose
“comete della fascia principale”: asteroidi
che presentano una chioma e una coda non
derivante da impatti.
Anche Cerere, del resto, sembra coperto da
uno strato spesso di ghiaccio.
Ad oggi sembra che la composizione dell’acqua degli asteroidi sia più simile a quella terrestre
rispetto all’acqua proveniente dalle comete. La quantità è ovviamente minore, ma la composizione
chimica sembra essere migliore!
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – STABILITA’, ACQUA E VITA 53
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In alcuni crateri di Mercurio i raggi del Sole non arrivano mai,
quindi è ipotizzabile, e immortalata da zone ad alta albedo, la
presenza di acqua allo stato ghiacciato vista la temperatura al
di sotto dei -180°C.
Venere è troppo calda, mentre sulla Luna l’acqua è stata
rivelata dalla missione LCROSS tre anni fa.
Marte presenta calotte ghiacciate che non lasciano alcun
dubbio.
I giganti gassosi sembrano i posti meno convenienti per cercare l’acqua, tuttavia presentano una
schiera di satelliti davvero molto interessanti da questo punto di vista, come accennato parlando
di Titano e Europa.
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – STABILITA’, ACQUA E VITA 54
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Encelado, satellite di Saturno, sarebbe
l’"alimentatore" dell'anello E tramite le
sue eruzioni di ghiaccio.
L'anello più esterno di Urano dovrebbe
essere composto anche dal ghiaccio
fornito dal satellite Mab. Giapeto di
Saturno e Tritone di Nettuno sembrano
contenere grandi scorte superficiali di
ghiaccio.
Encelado non fa nulla per nascondere
la propria riserva di acqua, che viene
sparata via sottoforma di enormi geyser
dalle regioni sudpolari
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – STABILITA’, ACQUA E VITA 55
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Titano, la luna più grande di Saturno,
possiede dei cicli del tutto simili al ciclo
dell’acqua presente sulla Terra ma anziché
acqua possiede idrocarburi, soprattutto
metano.
Pioggia di metano, laghi di metano come
quello che riflette la luce solare in questa
meravigliosa immagine scattata dalla sonda
Cassini.
Difficile ancora per noi ipotizzare una vita
basata su silicio e metano anziché carbonio
e acqua… ma…
SERATA N° 11 – IL SISTEMA SOLARE – STABILITA’, ACQUA E VITA 56
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Sulla Terra sappiamo che nei pressi dei getti di aria
calda che soffiano nei fondali marini (black smokers)
esistono forme di vita molto semplici ed estremofili,
simili a vermoni.
Le stesse condizioni dovrebbero esistere sui fondali
degli oceani nascosti di Encelado e di Europa.
E allora come si fa a pensare che su questi corpi celesti
non possa esserci vita, quando è invece più probabile
che ci sia?
Questo è tanto più vero dopo la scoperta di forme di
vita semplici, sulla Terra, che si nutrono di sostanze
ritenute da sempre velenose come l’arsenico.