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1 Gennaio 2013 Numero 38 Anno V "Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore" (Lc 2,19) Con queste parole l'evangelista Luca ci presenta l'atteggiamento prevalente di Maria dinanzi al mistero di Gesù. Dopo aver contemplato Gesù Bambino, il Verbo fatto carne, la Chiesa ci invita a rivolgere il nostro sguardo su Colei che l'ha accolto, generato, allevato. Maria ci insegna come rapportarci a Gesù. I due verbi che qualificano la sua e nostra fede sono custodire e meditare. Custodire con attenzione e amore una Presenza misteriosa che ci è molto vicina e ci supera non poco; custodirla con rispetto come si custodisce un tesoro, un dono prezioso. Meditare per cercare di accogliere, accompagnare, comprendere, mettere la nostra vita in sintonia con quella di Gesù. Sembrerebbe un atteggiamento spirituale piuttosto astratto, quasi intimistico, non il più rilevante per una riflessione nel primo giorno dell'anno, per la Giornata della pace. E tuttavia custodire e meditare è il modo più giusto per attivare la nostra fede nei confronti di Gesù e della sua presenza in noi e nella nostra storia umana, sociale, culturale, politica. Come si coglie nel canto del Magnificat, frutto della meditazione di Maria. Lì si parla anche di poveri e ricchi, umili e (pre)potenti, credenti e superbi. Proprio con questa fede Maria ha affrontato la nascita di Gesù, avvenuta in maniera davvero disagevole e preoccupante. L'Evangelista la descrive con un semplice versetto. "Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'alloggio" (2,7). Maria affronta l'emergenza con l'animo attento, concreto, semplice, essenziale, silenzioso e amoroso. Non si è persa nei dubbi, nell'agitazione o anche nella rabbia contro di chi non mostrava un minimo di sensibilità. Al posto di Maria, noi ci saremo agitati chiedendoci: "Ma possibile che il Messia-Salvatore, da tutti atteso, nasca in questo modo? Possibile che nessuno l’accolga”? E poi più avanti: "Possibile che addirittura venga cercato per essere subito ucciso e si debba metterlo in salvo fuggendo? Possibile che quasi tutta la vita faccia il falegname e poi all'ultimo vada a predicare, a fare del bene a tutti e finisca sulla croce?" Lei, Maria, ha vissuto tutta la sua esistenza umana percorrendo un vero e proprio itinerario di fede sempre più coraggiosa e profonda. Si è fatta guidare da una fede convinta e quasi "ostinata", ripetendo ad ogni tappa di un cammino tutto in salita: "Eccomi. Io ci sono. Sono sempre la serva del mio Signore che può chiedermi ciò che vuole". Diocesi di Città di Castello Foglio di collegamento

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Gennaio 2013 Numero 38 Anno V

"Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore" (Lc 2,19)

Con queste parole l'evangelista Luca ci presenta l'atteggiamento prevalente di Maria dinanzi al mistero di Gesù. Dopo aver contemplato Gesù Bambino, il Verbo fatto carne, la Chiesa ci invita a rivolgere il nostro sguardo su Colei che l'ha accolto, generato, allevato. Maria ci insegna come rapportarci a Gesù. I due verbi che qualificano la sua e nostra fede sono custodire e meditare. Custodire con attenzione e amore una Presenza misteriosa che ci è molto vicina e ci supera non poco; custodirla con rispetto come si custodisce un tesoro, un dono prezioso. Meditare per cercare di accogliere, accompagnare, comprendere, mettere la nostra vita in sintonia con quella di Gesù. Sembrerebbe un atteggiamento spirituale piuttosto astratto, quasi intimistico, non il più rilevante per una riflessione nel primo giorno dell'anno, per la Giornata della pace. E tuttavia custodire e meditare è il modo più giusto per attivare la nostra fede nei confronti di Gesù e della sua presenza in noi e nella nostra storia

umana, sociale, culturale, politica. Come si coglie nel canto del Magnificat, frutto della meditazione di Maria. Lì si parla anche di poveri e ricchi, umili e (pre)potenti, credenti e superbi. Proprio con questa fede Maria ha affrontato la nascita di Gesù, avvenuta in maniera davvero disagevole e preoccupante. L'Evangelista la descrive con un semplice versetto. "Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'alloggio" (2,7). Maria affronta l'emergenza con l'animo attento, concreto, semplice, essenziale, silenzioso e amoroso. Non si è persa nei dubbi, nell'agitazione o anche nella rabbia contro di chi non mostrava un minimo di sensibilità. Al posto di Maria, noi ci saremo agitati chiedendoci: "Ma possibile che il Messia-Salvatore, da tutti atteso, nasca in questo modo? Possibile che nessuno l’accolga”? E poi più avanti: "Possibile che addirittura venga cercato per essere subito ucciso e si debba metterlo in salvo fuggendo? Possibile che quasi tutta la vita faccia il falegname e poi all'ultimo vada a predicare, a fare del bene a tutti e finisca sulla croce?" Lei, Maria, ha vissuto tutta la sua esistenza umana percorrendo un vero e proprio itinerario di fede sempre più coraggiosa e profonda. Si è fatta guidare da una fede convinta e quasi "ostinata", ripetendo ad ogni tappa di un cammino tutto in salita: "Eccomi. Io ci sono. Sono sempre la serva del mio Signore che può chiedermi ciò che vuole".

Diocesi di Città di Castello

F o g l i o d i c o l l e g a m e n t o

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È questa l'obbedienza della fede o la fede che si incarna nell'obbedienza amorosa e fiduciosa, a tutto campo. Come e più di quella di Abramo. Davvero beata perché ha creduto e credendo ha collaborato come nessuno alla salvezza del mondo operata da Gesù. Maria ha fatto bene la sua parte, ha custodito un amore tutte le cose, quelle che capiva e quelle che non capiva, meditandole umilmente e fiduciosamente nel suo cuore. Senza nulla perdere, sciupare, banalizzare. È questo l'atteggiamento del vero discepolo di Gesù. Quello che vogliamo augurarci lungo i giorni del nuovo anno appena cominciato. Vivremo non senza problemi, ma con la Pace che il Signore dona a tutti coloro che, come Maria, obbediscono con fede amorosa a quel che Dio propone e dispone, custodendo e meditando ogni evento, anche piccolo, interpretandolo nella luce del Signore. Il risultato è che il quotidiano e il feriale, ma anche lo straordinario e l'inatteso, il bello e il brutto, la gioia e il dolore, tutto diventa storia sacra, storia d'Amore. In essa il Signore e noi, ognuno secondo la propria specifica vocazione e missione, possiamo fare quelle cose belle e grandi che fecero i santi, uomini e donne come noi. Anche loro, come Maria, hanno creduto sul serio! Questione di fede e di amore, anche per noi. Saremo uomini di pace, operatori di pace, di quella pace che nessuno ci può togliere perché viene da Dio e noi la custodiamo con fede e amore nel nostro cuore. Non come nostro egoistico possesso, ma come responsabilità ad amare tutti, a servire, a perdonare, a fare del bene. In fondo, tutto viene dal buon Dio per il nostro bene. In questo senso chiediamo la Benedizione del Signore per il nuovo anno 2013.

"Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore rivolga te il suo volto e ti conceda pace!”

i l v e s c o v o i n f o r m a

• Il messaggio del Papa per la Giornata mondiale della pace porta il titolo: "Beati gli operatori di pace”. Merita

un'attenta lettura. Sarebbe opportuno offrirne copia ai fedeli. Si trova facilmente in Internet sul sito della Santa Sede (www.vatican.va). Scrive il Papa: "La pace concerne l’integrità della persona umana ed implica il coinvolgimento di tutto l’uomo. È pace con Dio, nel vivere secondo la sua volontà. È pace interiore con se stessi, e pace esteriore con il prossimo e con tutto il creato" (n. 3). La pace si fonda nella struttura naturale del matrimonio, nel rispetto pieno della vita umana dal suo concepimento sino alla fine naturale, nel sostegno di tutti i diritti e doveri che difendono la dignità dell'uomo, nel proporre politica, economia, lavoro, relazioni sociali eque, giuste, sobrie.

• Il 17 gennaio celebreremo la giornata di riflessione ebraico-cristiana. Continuando sui comandamenti di Dio,

quest'anno è proposto il: "Non commettere adulterio". Il Signore richiama l'uomo a gestire l'impulso sessuale finalizzandolo in modo corretto alla vita e all'amore. A livello diocesano sarà predisposta una serata di preghiera, ancora da definire.

• Dal 18 al 25 gennaio avrà luogo la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani. Il Signore ha chiesto

insistentemente al Padre che noi suoi discepoli fossimo "una cosa sola con Lui", come Lui è "una cosa sola col Padre" (cf Gv 17). La divisione proviene dal peccato e costituisce uno scandalo per il mondo già diviso in tanti modi. Chiedo che in ogni parrocchia, unità pastorale, comunità si programmino momenti di preghiera seguendo il testo proposto a tutte le chiese: "Quel che il Signore esige da noi" (Mi 6,6-8). Il sussidio lo si può richiedere in vescovado. A livello diocesano avremo i due momenti indicati nel calendario.

• Nei giorni 22-24 aprile i vescovi umbri parteciperanno alla Visita ad limina, durante la quale ogni vescovo diocesano presenta la Relazione quinquennale della Chiesa (cf Can 399 del Codice di Diritto Canonico). I sacerdoti e i responsabili degli uffici diocesani debbono presentare entro il 16 gennaio (giorno del ritiro spirituale) i moduli compilati. Non sia una pratica formale, ma "un mezzo per facilitare il rapporto di comunione tra le Chiese particolari e il Romano Pontefice". Il Santo Padre avrà un incontro personale e pastorale con i vescovi dell'Umbria e i dicasteri competenti, debitamente informati, saranno disponibili a un dialogo costruttivo con i pastori

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diocesani. Tale visita sarà un'occasione privilegiata di riflessione circa la situazione della diocesi e la pianificazione pastorale futura. Preghiamo perché possa essere davvero fruttuosa anche per la nostra amata Chiesa tifernate.

• Martedì 4 dicembre scorso è stato convocato il Collegio dei Consultori. Si è discusso e si è approvato l'assegnazione del contributo 8 × mille. Sono stati trattati altri temi di particolare rilevanza nella vita della nostra Chiesa. L'incontro è stato costruttivo e ha fornito utili indicazioni per il cammino futuro della nostra Chiesa. Sempre nel mese di dicembre ho presieduto gli incontri della Vicaria nord e della Vicaria centro. Nella Vicaria sud era presente Mons. Vicario. Ho l'impressione che il programma proposto dalla Lettera pastorale "Il caso serio della fede", specialmente in riferimento alla "Comunità presbiterale allargata ai diaconi” e alla costituzione del “ Consiglio pastorale dell'UP” presieduto dal sacerdote moderatore, sia in fase di attuazione. Mi pare che le 11 UP stiano muovendo i passi nella direzione giusta. Ringrazio il Signore e tutti coloro che si stanno impegnando. Anche l'incontro con il Card. Giuseppe Betori, il 2 dicembre, sul Sinodo dei vescovi è stato molto partecipato e gradito.

• Come annunciato, nei giorni 28 dicembre-4 gennaio, avrà luogo il primo pellegrinaggio diocesano in Terra Santa. Purtroppo il numero si è ridotto a 22 pellegrini. Ho tuttavia fiducia che sarà significativo non solo per i partecipanti, ma anche perché portiamo nel cuore tutta la diocesi, invocando dal Signore, dalla Madonna, da San Giuseppe e da tutti i santi che in quella Terra benedetta sono passati, di ottenerci una crescita nella fede viva che rinnovi la nostra vita seguendo le orme di Gesù.

• Mercoledì 16 gennaio avrà luogo il ritiro spirituale del clero in seminario. Sarà guidato dal Vicario Generale,

Mons. Giovanni Cappelli che proporrà un’interessante riflessione sulla “Gaudium et spes”. Prego di non mancare! I sacerdoti ricordino di portare i moduli compilati per la relazione quinquennale della Visita ad limina.

• Nei giorni dal 13 al 18 gennaio guiderò a Desenzano (BS) un corso di esercizi spirituali ai sacerdoti giovani

della diocesi di Vigevano, Crema, Cremona e Lodi. Chiedo la vostra preghiera. • Invito a consegnare alla Caritas le offerte della domenica 23 dicembre per alimentare il Fondo di solidarietà per

le famiglie disagiate, a motivo della mancanza di lavoro. Insieme ai Centri di ascolto e all'Emporio della solidarietà, sono i nostri modi concreti per essere vicini ai vecchi e nuovi poveri che sono in aumento. Anche la Giornata per l'infanzia missionaria (6 gennaio) e quella del migrante e del rifugiato (13 gennaio) -giornate previste con colletta obbligatoria - sono occasioni che dovremo valorizzare perché la nostra fede si traduca in una carità sempre più generosa, a somiglianza di quella di Gesù e dei santi. Anche in questi giorni ho ammirato tante persone attente e sensibili, alcune aziende e ditte disponibili a donare quanto potevano per sostenere queste attività caritative. Ringrazio di cuore.

• Un ricordo particolare ai confratelli malati. Anzitutto al carissimo Mons. Alberto Ferri che è ancora nell'ospedale di Pisa. Grazie a Dio sta migliorando. Ad oggi non sappiamo quando ritornerà. Sono in contatto telefonico con lui e lo sento sereno e fiducioso. Preghiamo perché possa recuperare presto la salute completa. Un fraterno saluto a Mons. Benni Benso che si trova a San Massimo (Campobasso) e fra poco pubblicherà un bellissimo libro su San Giuseppe. Invito a visitare i confratelli anziani: Mons. Loris, Mons. Magio, Mons. Cesare, Don Edoardo e altri che, dopo aver tanto lavorato per la nostra Chiesa, ora vivono nel disagio dell'età avanzata. Personalmente li ringrazio, li incoraggio e li benedico con grato affetto, chiedendo loro di ricordarci nella preghiera. Abbiamo in questo foglio di collegamento le lettere di padre Francesco Pierli e padre Ivan Lai. Ho sentito per telefono Don Giovanni Gnaldi: è contento e saluta tutti.

���� Domenico Cancian f.a.m.

Vescovo

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a g e n d a d e l m e s e

GENNAIO 2013

1111 MARTEDI'

MARIA MADRE DI DIO

46ª Giornata Mondiale della pace. (vedi più avanti una sintesi del messaggio del Papa). Compleanno di Marianelli diacono Franco.

2222

MERCOLEDI'

S. BASILIO VESCOVO Compleanno di Trottini don Sante.

6666

DOMENICA

EPIFANIA DI N.S.

EPIFANIA DEL SIGNORE - Giornata Mondiale dell’infanzia missionaria (colletta obbligatoria). - ore 18.30, Cattedrale. S.Messa del vescovo nell’Epifania del Signore. - 28° anniversario di ordinazione episcopale di Mons.

Pellegrino Tomaso Ronchi (1985). Onomastico di Bogliari mons. Magio. Compleanno di Coşa don Francesco.

10101010

GIOVEDI'

S. ALDO EREMITA

- ore 18.00, San Francesco. Il vescovo partecipa ad un momento di preghiera con la Comunità neocatecumenale. - ore 20.45, Seminario. Scuola dioc. di Formazione Teologica. Onomastico di Viti don Aldo e Di Bernardo don Gesualdo. Compleanno di Rossi diacono Franco.

11111111 VENERDI'

S. IGINO PAPA Onomastico di Capacci mons. Gino.

12121212

SABATO

S. MODESTO M.

Anniversario della morte di Pecorari Don Angelo (2012) Onomastico di Polchi diacono Modesto.

13131313

DOMENICA

S. ILARIO

Battesimo del Signore. 99ª Giornata Mondiale del migrante e del rifugiato.

(vedi più avanti una sintesi del messaggio del Papa). Colletta obbligatoria. Dal 13 al 18 (Desenzano-BS). Il vescovo guida gli esercizi spirituali per i sacerdoti giovani di Vigevano, Crema, Cremona e Lodi.

14141414

LUNEDI'

S. FELICE M. , S. BIANCA

Compleanno di Tacchini don Livio. Anniversario ordinazione sacerdotale di Di Bernardo don Gesualdo (1984).

16161616

MERCOLEDI'

S. MARCELLO PAPA

- ore 09.30, Seminario. Ritiro spirituale del clero. Tutti i sacerdoti e i diaconi sono invitati. Lo guiderà Mons. Giovanni Cappelli proponendo delle riflessioni sulla Gaudium et spes.

17171717

GIOVEDI'

S. ANTONIO ABATE

24ª Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei (Vedi più avanti il tema).

18181818

VENERDI'

S. LIBERATA

18-25 gennaio:Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (Vedi più avanti il tema).

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19191919

SABATO

S. MARIO MARTIRE

- 83° compleanno di Mons. Pellegrino Tomaso Ronchi

(1930). - Onomastico Severini P. Mario, o.f.m.cap. - Anniversario della morte del Diacono Angelo Monti (1991).

20202020

DOMENICA

S. SEBASTIANO

- ore 11.00, San PioX. Il vescovo celebra la Santa Messa con l’amministrazione della Cresima. - ore 15.30, Monastero di S.Cecilia. Il vescovo guida un momento di preghiera con le suore claustrale e i seminaristi della diocesi. - ore 17.00, Chiesa del Seminario. Il vescovo e Padre Petru Heisu presiedono la preghiera per l’unità dei cristiani. Parteciperanno cattolici e ortodossi.

23232323

MERCOLEDI'

S. EMERENZIANA Compleanno di Lalli P. Gino, o.f.m.cap.

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GIOVEDI'

S. FRANCESCO DI SALES

- ore 09.00, Cattedrale. S.Messa del vescovo per l’Istituto San Francesco di Sales. - ore 12.00, Vescovado. Incontro del vescovo con gli operatori delle Comunicazioni Sociali nella festa del Patrono, S.Francesco di Sales. - ore 20.45, Seminario. Scuola dioc. di Formazione Teologica. Onomastico e compleanno di Mariucci don Francesco.

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VENERDI'

CONVERSIONE DI S.

PAOLO

- ore 18.30, Cattedrale. Il vescovo presiede la celebrazione conclusiva della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.

26262626

SABATO

SS. TITO E TIMOTEO , S.

PAOLA Compleanno di Bruschi don Paolo.

27272727

DOMENICA

S. ANGELA MERICI

60ª Giornata dei malati di lebbra - ore 10.30, Cannara. Il vescovo partecipa alla “Festa dello sport nell’Anno della Fede” promossa dalla Commissione Episcopale Turismo-Spot-Pellegrinaggi-Tempo libero (CEU) Anniversario della morte di Don Giuseppe Niccolini (2009)

28282828

LUNEDI'

S. TOMMASO D'AQ., S.

VALERIO

- ore 10.00, Roma. Il vescovo partecipa alla riunione della Commissione Episcopale per il Clero e la Vita Consacrata della CEI.

M e s s a g g i d e l S a n t o P a d r e

Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Pace 2013

BEATI GLI OPERATORI DI PACE

Per la celebrazione della 46ª Giornata Mondiale della Pace del prossimo 1° gennaio 2013, il Santo Padre Benedetto XVI ha scelto questo tema: “Beati gli operatori di pace”. L’annuale Messaggio del Pontefice, nel complesso contesto attuale intende incoraggiare tutti a sentirsi responsabili riguardo alla

costruzione della pace. Il Messaggio abbraccia, pertanto, la pienezza e molteplicità del concetto di pace, a partire dall’essere umano: pace interiore e pace esteriore, per poi porre in evidenza

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l’emergenza antropologica, la natura e incidenza del nichilismo e, a un tempo, i diritti fondamentali, in primo luogo la libertà di coscienza, la libertà di espressione, la libertà religiosa. Il Messaggio, inoltre, offre una riflessione etica su alcune misure che nel mondo si stanno adottando per contenere la crisi economica e finanziaria, l’emergenza educativa, la crisi delle istituzioni e della politica, che è anche – in molti casi – preoccupante crisi della democrazia. Il Messaggio guarda anche al 50° anniversario del Concilio Vaticano II e dell’enciclica di Papa Giovanni XXIII, Pacem in terris, secondo la quale il primato spetta sempre alla dignità umana e alla sua libertà, per l’edificazione di una città al servizio di ogni uomo, senza discriminazioni alcune, e volta al bene comune sul quale si fonda la giustizia e la vera pace. Il testo integrale si trova sul sito della Santa Sede (www.vatican.va). Pubblichiamo di seguito alcuni brani del Messaggio che il Santo Padre Benedetto XVI ha preparato in vista di tale Giornata: Ogni anno nuovo porta con sé l’attesa di un mondo migliore. In tale prospettiva, prego Dio, Padre dell’umanità, di concederci la concordia e la pace, perché possano compiersi per tutti le aspirazioni di una vita felice e prospera. A 50 anni dall’inizio del Concilio Vaticano II, che ha consentito di rafforzare la missione della Chiesa nel mondo, rincuora constatare che i cristiani, quale Popolo di Dio in comunione con Lui e in cammino tra gli uomini, si impegnano nella storia condividendo gioie e speranze, tristezze ed angosce, annunciando la salvezza di Cristo e promuovendo la pace per tutti. In effetti, i nostri tempi, contrassegnati dalla globalizzazione, con i suoi aspetti positivi e negativi, nonché da sanguinosi conflitti ancora in atto e da minacce di guerra, reclamano un rinnovato e corale impegno nella ricerca del bene comune, dello sviluppo di tutti gli uomini e di tutto l’uomo. Allarmano i focolai di tensione e di contrapposizione causati da crescenti diseguaglianze fra ricchi e poveri, dal prevalere di una mentalità egoistica e individualista espressa anche da un capitalismo finanziario sregolato. Oltre a svariate forme di terrorismo e di criminalità internazionale, sono pericolosi per la pace quei fondamentalismi e quei fanatismi che stravolgono la vera natura della religione, chiamata a favorire la comunione e la riconciliazione tra gli uomini […]. La pace concerne l’integrità della persona umana ed implica il coinvolgimento di tutto l’uomo. È pace con Dio, nel vivere secondo la sua volontà. È pace interiore con se stessi, e pace esteriore con il prossimo e con tutto il creato. Comporta principalmente, come scrisse il beato Giovanni XXIII nell’Enciclica Pacem in terris, di cui tra pochi mesi ricorrerà il cinquantesimo anniversario, la costruzione di una convivenza fondata sulla verità, sulla libertà, sull’amore e sulla giustizia . La negazione di ciò che costituisce la vera natura dell’essere umano, nelle sue dimensioni essenziali, nella sua intrinseca capacità di conoscere il vero e il bene e, in ultima analisi, Dio stesso, mette a repentaglio la costruzione della pace. Senza la verità sull’uomo, iscritta dal Creatore nel suo cuore, la libertà e l’amore sviliscono, la giustizia perde il fondamento del suo esercizio. Per diventare autentici operatori di pace sono fondamentali l’attenzione alla dimensione trascendente e il colloquio costante con Dio, Padre misericordioso, mediante il quale si implora la redenzione conquistataci dal suo Figlio Unigenito. Così l’uomo può vincere quel germe di oscuramento e di negazione della pace che è il peccato in tutte le sue forme: egoismo e violenza, avidità e volontà di potenza e di dominio, intolleranza, odio e strutture ingiuste. La realizzazione della pace dipende soprattutto dal riconoscimento di essere, in Dio, un’unica famiglia umana. […]. La pace non è un sogno, non è un’utopia: è possibile. I nostri occhi devono vedere più in profondità, sotto la superficie delle apparenze e dei fenomeni, per scorgere una realtà positiva che esiste nei cuori, perché ogni uomo è creato ad immagine di Dio e chiamato a crescere, contribuendo all’edificazione di un mondo nuovo. Infatti, Dio stesso, mediante l’incarnazione del Figlio e la redenzione da Lui operata, è entrato nella storia facendo sorgere una nuova creazione e una nuova alleanza tra Dio e l’uomo (cfr Ger 31,31-34), dandoci la possibilità di avere « un cuore nuovo » e « uno spirito nuovo » (cfr Ez 36,26). Proprio per questo, la Chiesa è convinta che vi sia l’urgenza di un nuovo annuncio di Gesù Cristo, primo e principale fattore dello sviluppo integrale dei popoli e anche della pace. Gesù, infatti, è la nostra pace, la nostra giustizia, la nostra riconciliazione (cfr Ef 2,14; 2 Cor 5,18). L’operatore di pace, secondo la beatitudine di Gesù, è colui che ricerca il bene dell’altro, il bene pieno dell’anima e del corpo, oggi e domani. […].

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Via di realizzazione del bene comune e della pace è anzitutto il rispetto per la vita umana, considerata nella molteplicità dei suoi aspetti, a cominciare dal suo concepimento, nel suo svilupparsi, e sino alla sua fine naturale. Veri operatori di pace sono, allora, coloro che amano, difendono e promuovono la vita umana in tutte le sue dimensioni: personale, comunitaria e trascendente. La vita in pienezza è il vertice della pace. Chi vuole la pace non può tollerare attentati e delitti contro la vita. Coloro che non apprezzano a sufficienza il valore della vita umana e, per conseguenza, sostengono per esempio la liberalizzazione dell’aborto, forse non si rendono conto che in tal modo propongono l’inseguimento di una pace illusoria. La fuga dalle responsabilità, che svilisce la persona umana, e tanto più l’uccisione di un essere inerme e innocente, non potranno mai produrre felicità o pace. Come si può, infatti, pensare di realizzare la pace, lo sviluppo integrale dei popoli o la stessa salvaguardia dell’ambiente, senza che sia tutelato il diritto alla vita dei più deboli, a cominciare dai nascituri? Ogni lesione alla vita, specie nella sua origine, provoca inevitabilmente danni irreparabili allo sviluppo, alla pace, all’ambiente. Nemmeno è giusto codificare in maniera subdola falsi diritti o arbitrii, che, basati su una visione riduttiva e relativistica dell’essere umano e sull’abile utilizzo di espressioni ambigue, volte a favorire un preteso diritto all’aborto e all’eutanasia, minacciano il diritto fondamentale alla vita. Anche la struttura naturale del matrimonio va riconosciuta e promossa, quale unione fra un uomo e una donna, rispetto ai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale. […]. Tra i diritti e i doveri sociali oggi maggiormente minacciati vi è il diritto al lavoro. Ciò è dovuto al fatto che sempre più il lavoro e il giusto riconoscimento dello statuto giuridico dei lavoratori non vengono adeguatamente valorizzati, perché lo sviluppo economico dipenderebbe soprattutto dalla piena libertà dei mercati. Il lavoro viene considerato così una variabile dipendente dei meccanismi economici e finanziari. A tale proposito, ribadisco che la dignità dell’uomo, nonché le ragioni economiche, sociali e politiche, esigono che si continui «a perseguire quale priorità l’obiettivo dell’accesso al lavoro o del suo mantenimento, per tutti» . In vista della realizzazione di questo ambizioso obiettivo è precondizione una rinnovata considerazione del lavoro, basata su principi etici e valori spirituali, che ne irrobustisca la concezione come bene fondamentale per la persona, la famiglia, la società. A un tale bene corrispondono un dovere e un diritto che esigono coraggiose e nuove politiche del lavoro per tutti. Costruire il bene della pace mediante un nuovo modello di sviluppo e di economia Da più parti viene riconosciuto che oggi è necessario un nuovo modello di sviluppo, come anche un nuovo sguardo sull’economia. Sia uno sviluppo integrale, solidale e sostenibile, sia il bene comune esigono una corretta scala di beni-valori, che è possibile strutturare avendo Dio come riferimento ultimo […]. Desidero ribadire con forza che i molteplici operatori di pace sono chiamati a coltivare la passione per il bene comune della famiglia e per la giustizia sociale, nonché l’impegno di una valida educazione sociale. Nessuno può ignorare o sottovalutare il ruolo decisivo della famiglia, cellula base della società dal punto di vista demografico, etico, pedagogico, economico e politico. Essa ha una naturale vocazione a promuovere la vita: accompagna le persone nella loro crescita e le sollecita al mutuo potenziamento mediante la cura vicendevole. In specie, la famiglia cristiana reca in sé il germinale progetto dell’educazione delle persone secondo la misura dell’amore divino. La famiglia è uno dei soggetti sociali indispensabili nella realizzazione di una cultura della pace. Bisogna tutelare il diritto dei genitori e il loro ruolo primario nell’educazione dei figli, in primo luogo nell’ambito morale e religioso. Nella famiglia nascono e crescono gli operatori di pace, i futuri promotori di una cultura della vita e dell’amore […]. Emerge, in conclusione, la necessità di proporre e promuovere una pedagogia della pace. Essa richiede una ricca vita interiore, chiari e validi riferimenti morali, atteggiamenti e stili di vita appropriati. Difatti, le opere di pace concorrono a realizzare il bene comune e creano l’interesse per la pace, educando ad essa. Pensieri, parole e gesti di pace creano una mentalità e una cultura della pace, un’atmosfera di rispetto, di onestà e di cordialità. Bisogna, allora, insegnare agli uomini ad amarsi e a educarsi alla pace, e a vivere con benevolenza, più che con semplice tolleranza. […].

Dal Vaticano, 8 Dicembre 2012 BENEDICTUS PP XVI

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MESSAGGIO PER LA GIORNATA MONDIALE MESSAGGIO PER LA GIORNATA MONDIALE MESSAGGIO PER LA GIORNATA MONDIALE MESSAGGIO PER LA GIORNATA MONDIALE

DEL MIGRANTE E DEL RIFUGIATO 2013DEL MIGRANTE E DEL RIFUGIATO 2013DEL MIGRANTE E DEL RIFUGIATO 2013DEL MIGRANTE E DEL RIFUGIATO 2013

«MIGRAZIONI: PELLEGRINAGGIO DI FEDE E DI SPERANZA» «Migrazioni: pellegrinaggio di fede e di speranza» è il tema scelto dal Papa per la 99ma Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che sarà celebrata domenica 13 gennaio 2013. Il testo integrale si trova sul sito della Santa Sede (www.vatican.va). Pubblichiamo di seguito alcuni brani del Messaggio che il Santo Padre Benedetto XVI ha preparato in vista di tale Giornata:

Cari fratelli e sorelle! Il Concilio Ecumenico Vaticano II, nella Costituzione pastorale Gaudium et spes, ha ricordato che «la Chiesa cammina insieme con l’umanità tutta» (n. 40), per cui «le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore» (ibid., 1). Il Beato Giovanni Paolo II ha affermato come la persona umana sia «la prima via che la Chiesa deve percorrere nel compimento della sua missione ..., la via tracciata da Cristo stesso» (Enc. Centesimus annus, 53). Nella mia Enciclica Caritas in veritate ho voluto precisare, sulla scia dei miei Predecessori, che «tutta la Chiesa, in tutto il suo essere e il suo agire,

quando annuncia, celebra e opera nella carità, è tesa a promuovere lo sviluppo integrale dell’uomo» (n. 11), riferendomi anche ai milioni di uomini e donne che, per diverse ragioni, vivono l’esperienza della migrazione. In effetti, i flussi migratori sono «un fenomeno che impressiona per la quantità di persone coinvolte, per le problematiche sociali, economiche, politiche, culturali e religiose che solleva, per le sfide drammatiche che pone alle comunità nazionali e a quella internazionale» (ibid., 62), poiché «ogni migrante è una persona umana che, in quanto tale, possiede diritti fondamentali inalienabili che vanno rispettati da tutti e in ogni situazione» (ibidem). In tale contesto, ho voluto dedicare la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2013 al tema «Migrazioni: pellegrinaggio di fede e di speranza». In effetti, fede e speranza formano un binomio inscindibile nel cuore di tantissimi migranti, dal momento che in essi vi è il desiderio di una vita migliore, unito molte volte alla ricerca di lasciarsi alle spalle la «disperazione» di un futuro impossibile da costruire. Al tempo stesso, i viaggi di molti sono animati dalla profonda fiducia che Dio non abbandona le sue creature e tale conforto rende più tollerabili le ferite dello sradicamento e del distacco, magari con la riposta speranza di un futuro ritorno alla terra d’origine. Fede e speranza, dunque, riempiono spesso il bagaglio di coloro che emigrano, consapevoli che con esse «noi possiamo affrontare il nostro presente: il presente, anche un presente faticoso, può essere vissuto e accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta è così grande da giustificare la fatica del cammino» (Enc. Spe salvi, 1). Verso i fedeli cristiani provenienti da varie zone del mondo l’attenzione alla dimensione religiosa comprende anche il dialogo ecumenico e la cura delle nuove comunità, mentre verso i fedeli cattolici si esprime, tra l’altro, nel realizzare nuove strutture pastorali e valorizzare i diversi riti, fino alla piena partecipazione alla vita della comunità ecclesiale locale. La promozione umana va di pari passo con la comunione spirituale, che apre le vie «ad un’autentica e rinnovata conversione al Signore, unico Salvatore del mondo» (Lett. ap. Porta fidei, 6). E’ sempre un dono prezioso quello che porta la Chiesa guidando all’incontro con Cristo che apre ad una speranza stabile e affidabile. La Chiesa e le varie realtà che ad essa si ispirano sono chiamate, nei confronti di migranti e rifugiati, ad evitare il rischio del mero assistenzialismo, per favorire l’autentica integrazione, in una società dove tutti siano membri attivi e responsabili ciascuno del benessere dell’altro, generosi nell’assicurare apporti originali, con pieno diritto di cittadinanza e partecipazione ai medesimi diritti e doveri. Coloro che emigrano portano con sé sentimenti di fiducia e di speranza che animano e confortano la ricerca di migliori opportunità di vita.

Dal Vaticano, 12 ottobre 2012 BENEDICTUS PP. XVI

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n o t i z i e d a i n o s t r i m i s s i o n a r i

Kabgayi, 23 dicembre 2012

Carissimo Padre Domenico, Shalom! Oggi la pioggia abbondante mi tiene chiuso in camera. Ne approfitto per scriverele due righe e per fare a tutti voi i nostri auguri...... Certo avrà nostre notizie dalle suore o dagli amici comuni con i quali siamo in contatto. A novembre abbiamo festeggiato il primo anno in Rwanda. Cosa dire? Grandi sono le opere del Signore. Con Maria facciamo nostro il suo canto di lode che riempie il cuore di gioia la nostra quotidianità, quando a sera cantiamo il Magnificat. In questo anno, con l’aiuto di bravi sacerdoti e di altre religiose, la comunità si è arricchita di nuove sorelle. Le più grandi le avevamo incontrate anni addietro e altre si sono unite. Così con molta fiducia, ha avuto inizio la formazione iniziale delle nostre giovani. Riponiamo ogni sicurezza nel Signore e andiamo avanti giorno per giorno. La fraternità cammina. Anche le opere vanno avanti, il “cantiere” procede speditamente. Ci lavorano oltre 100 persone. Tutti gli edifici sono arrivati al tetto. Manca comunque ancora molto lavoro. Non abbiamo fretta, e come ha detto un mio amico, sono qui per “prepararvi un posto” . Perciò quando volete siete tutti benvenuti. La realtà locale è molto viva ed è davvero piacevole cogliere tanta vivacità e ricchezza di vocazioni ad ogni livello. Giorni fa ho scoperto che al cantiere, prima di iniziare a lavorare, pregano... 100 muratori, quasi tutti malconci, si mettono insieme e pregano...poi al lavoro! E che lavoro, per una giornata intera. Alla sera celebro la messa e dalle colline centinaia di persone vengono per pregare e tra questi molti che, terminato il lavoro al cantiere, hanno desiderio di benedire il Signore Dimenticavo la cosa più importante, ci sto pregando da parecchio. Gemellare la nostra diocesi di Città di Castello con la nostra di Kabgayi, sarà un sogno o utopia, non saprei. Conosco qui un clero vivo, e ogni tanto questo pensiero mi attraversa il cuore e la mente. Altra notizia bellissima, il Vescovo Semeragde, mi incarica di seguire l’inizio della Chiesa di Kizibere. Un grande impegno per me. Se Dio vuole, sarò in Italia tra pochi giorni. Visito la mamma che non sta bene e poi inizio a programmare alcune attività in vista dei progetti da realizzare. Un caro saluto a voi tutti, con molta gratitudine. Tutti apprezzano l’attenzione che abbiamo verso il caro Hermenegilde. Un grazie alle suore che con tanto impegno ci sostengono, da parte di tutti noi un abbraccio fraterno e uniti nell’Eucarestia.

P.Ivan Lai Noheli Nziza

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Carissimi amici e amiche,

eccoci alla volta finale verso lo striscione di arrivo del Natale e del Nuovo Anno! A Nairobi i negozi sono già abbelliti di luci e mercanzie varie, anche se le tasche dei kenioti (e non solo) sono notevolmente più vuote dell’anno scorso! Grazie a Dio, il mistero del Natale è molto più di una spesa extra, e noi vogliamo aiutarci nell’essere più consapevoli di questa bella notizia!

2012: un anno scoppiettante…

Il ricordo dei dodici mesi passati si dipana con bei ricordi! In febbraio, ebbi la vista di alcuni carissimi amici di Lama-Selci: Dante, Massimo, Gianfranco, Alessandro e Luigi; dopo due mesi, venne anche Patrizia e Carlo di Pistrino. Sono stati giorni indimenticabili trascorsi a Nairobi, Nakuru, Barpello e altrove. Insieme abbiamo visitato vari progetti di sviluppo e promozione umana: una parte d’Africa non priva di fascino ed entusiasmo! un contatto di prima mano, con bambini, giovani e adulti, che mostrano come la sconfitta della miseria e dell’isolamento è possibile come frutto di una buona combinazione di fede e solidarietà, lavoro ed entusiasmo! Visite così sono occasioni di riflessione e di arricchimento sia per gli ospiti, sia per la gente che li accoglie, e sicuramente anche per noi missionari, che a volte rischiamo la ruggine come risultato della consuetudine. Discutere e condividere opinioni, ascoltare obiezioni ed esperienze, pregare e celebrare la vita assieme ci rigenera e ci unisce! Poi le belle amicizie, legami durevoli come quello fra la Valle Tiberina e il Kenya! La missione è costruire ponti di amicizia e solidarietà cementati nella fede in Cristo. San Paolo ci assicura che Gesù viene a Natale ad abbattere i muri di ostilità, di diffidenza e di indifferenza.

Un grazie grande a Dio per i nuovi bambini e bambine venuti al mondo qui e in varie nostre famiglie. Anche a me la gioia di una pronipotina, Maria, nata proprio alcune settimane fa! Di cuore faccio tanti auguri ai genitori, nonni e nonne e bisnonni e bisnonne... ed evviva il clan della vita!

… ma anche complesso e difficile

Le gioie di cui sopra non ci fanno dimenticare le difficoltà vissute nel 2012 e che ci portiamo nel 2013. Qui in Africa, la violenza si è fatta particolarmente sentire in Nigeria e in Kenya con bombe e auto sucide, soprattutto in Chiese! Noi Africani siamo pacifici e ci piace più danzare e celebrare, che combattere e uccidere. Questa è una violenza falsamente giustificata da motivazioni religiose, mai accaduta prima di ora! Una violenza importata da gruppi sovversivi che riescono a penetrare in Africa attraverso i nostri confini piuttosto porosi. La nostra polizia è non ancora organizzata ed efficiente, e l’Africa è accogliente! Purtroppo, fra i tanti arrivati vi sono pure seminatori di violenza e di attentati. In ogni modo è chiaro che noi non risponderemo alla violenza con la violenza: questo è l’esempio di Gesù, sulla cui grotta a Betlemme gli angeli hanno cantato: pace in terra! pace a tutti!

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Con gioia ci stiamo impegnando all’educazione alla pace, alla collaborazione e al rispetto fra le diverse etnie e religioni, con programmi dalle scuole materne alle elementari, dalle superiori all’università; alla domenica, poi, ci rendiamo presenti nelle parrocchie e nei campi sportivi. Abbiamo organizzato anche una «carovana della pace» composta da gruppi giovanili che stanno percorrendo tutto il Kenya. Aiutateci con la preghiera, affinché queste iniziative abbiano successo! La verità della nostra fede cristiana è resa manifesta dal contributo alla pace, alla concordia, alla collaborazione e alla giustizia. In questi settori non siamo secondi a nessuno!

Educazione per la vita - elimu kwa maisha - in Kenya e nella Valle Tiberina

Stiamo cercando di mettere in piedi un’ iniziativa, già familiare a diversi di voi, per collegare scuole del Kenya con quelle di Lama-San Giustino e dintorni, per scambi di esperienze, foto, aiuto solidale. L’obiettivo è di arricchire i bambini e gli adolescenti kenioti e italiani con valori che possano rendere la loro vita più bella e sana, anche attraverso una fede cristiana che si concretizza nella solidarietà e nell’ aiuto reciproco. I valori che cercheremo di inculcare in Kenya e nella Valle Tiberina sono:

• educare alla pace e ad accogliere, con rispetto e amicizia, coloro che sono diversi da noi per cultura, religione, colore della pelle, tradizioni; il pluralismo religioso e interculturale è forte in Kenya come a Lama, San Giustino, Selci, Pistrino...

• curare l’ambiente, piantando alberi e fiori, e ripulendolo da plastica e rifiuti vari;

• essere solidali con gli anziani: un problema urgente, anche se per diverse ragioni, sia da voi che da noi.

Sono questi valori civili e profondamente legati alla fede e che Gesù ci ha portato a Natale; valori che costruiscono il Regno di Dio e una vita umana più serena e nobile.

Il 2013: anno di elezioni

Elezioni sia in Kenya che in Italia. Noi voteremo il quattro di marzo 2013: l’atmosfera si sta surriscaldando, con qualche sporadica esplosione di violenza. Il pluralismo di partiti, di idee e programmi politici è l’essenza della democrazia. A volte, le differenze degenerano in scontri fisici. Per dare un messaggio positivo, il mercoledì mattina ci troviamo con un gruppo di parlamentari di diversi partiti: insieme per circa due ore preghiamo e riflettiamo. Questa iniziativa sta avendo un certo effetto! Impegniamoci a votare, prima di tutto, e poi a fare le scelte giuste.

Entriamo con passo di danza nel clima di Natale e poi nel 2013. E che Dio danzi con noi tutti. Grazie sempre della vostra amicizia e solidarietà!

Auguri infiniti di buone feste natalizie e di un felice e fruttuoso 2013.

P. Francesco Pierli,

missionario comboniano

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Resoconto dell'incontro delle aggregazioni laicali

Il giorno 28 novembre 2012, in vescovado, si è tenuto l'incontro delle aggregazioni laicali. È stato molto

partecipato. Ecco un breve resoconto.

Marcella Monicchi, Referente per l'Azione Cattolica. In diocesi l’A.C. è presente con un gruppo di Adulti (quaranta iscritti) che s’incontra due volte al mese per momenti di preghiera, riflessione e formazione, seguendo il percorso delineato dall’Azione Cattolica Centrale. Questo cammino si snoda in cinque tappe: analisi dei bisogni, confronto con la parola di Dio, approfondimento dei documenti del Magistero, ricaduta sulla cultura e costume, preghiera. Il percorso esprime il forte rapporto che ha l'associazione con la realtà storica e la vita comunitaria nella sua quotidianità. L'AC è presente inoltre con un gruppo di ACR (Parrocchia di San. Leo B.). Altre parrocchie seguono il metodo formativo ACR pur non avendo aderenti. Assistente diocesano per l'AC: don Giancarlo Lepri. Giovanni Bettachini, Referente per UNITALSI. Assistente diocesano: don Alberto Gildoni. L'Unitalsi ha venticinque iscritti di cui pochi giovani. La finalità è assistenza e promozione di pellegrinaggi per i malati. Mirko Liberati e Moreno Mancini , Comunità " Nel segno di Cana". E' una comunità sorta presso la parrocchia degli Zoccolanti e opera completamente all'interno di questa parrocchia. E' costituita da venti coppie, più qualche singolo e bambini. La finalità è quella di vivere la nuzialità nel contesto della spiritualità francescana. Al suo in terno sta nascendo una nuova fraternità. Marco Giorgis e Antonella Galluzzi, Movimento dei focolari. E' costituito da singoli e coppie che già da alcuni anni costituiscono un gruppo coeso che vive la spiritualità del movimento e si colloca all'interno di vari settori. Ci sono poi altri che seguono in maniera più indipendente questo cammino che è caratterizzato dal forte senso della presenza di Gesù e dall'amore reciproco. E’ viva l'attenzione ai giovani. Marco Bindella, AGESCI. L'Agesci ha circa ottanta iscritti e comprende vari settori: Lupetti - Coccinelle dagli 8 ai 12 anni; Esploratori e Guide Adolescenti; Rover e Scolte dai 16-17 anni in poi; Capi che costituiscono la Comunità Capi (COCA).Comprende scouts sia di Città di Castello sia di San Sepolcro. La sede per Città di Castello è presso l’ex Seminario. L'assistente ecclesiastico è Don Paolo Bruschi. Ornella Mariucci , Centro Volontari della Sofferenza (CVS). Il CVS è presente in diocesi dal 1950 ed è rivolto ai malati e disabili. Sono iscritte ottantaquattro persone presenti in tutto il territorio della diocesi. Gli iscritti che possono s’incontrano una volta al mese seguendo un programma che viene dal Centro nazionale. Ogni anno organizza per i malati una settimana di esercizi spirituali. Il fondatore è don Luigi Novarese di cui sarà celebrata a Roma il prossimo maggio 2013 la beatificazione. Lucio Caseti, Rinnovamento nello Spirito. L'attività del movimento prevede in una sera la settimana (il mercoledì) un incontro di preghiera aperto a tutti e una volta la settimana (il lunedì) seminari di vita nuova (catechesi) che si concludono con l'effusione dello Spirito. Partecipano le persone che desiderano fare questo percorso. Questi incontri avvengono presso la parrocchia di San Giuseppe (Graticole) che ospita il movimento. All'interno del movimento si è costituita la comunità Magnificat, collegata con la comunità di Perugia. A Città di Castello fanno parte di questa comunità quaranta persone. Attive e presenti nel movimento circa ottanta persone. Il gruppo di Città di Castello sostiene anche una comunità che si è costituita a Cagli (PU).

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Andrea Bernicchi, A.G.E.S.C. Associazione che riunisce i genitori degli allievi delle scuole cattoliche. La finalità è il sostegno delle scuole e la formazione dei genitori perché divengano educatori dei figli nella fede. Nicola Testamigna, ZUKI. L'associazione nasce dall'incontro con un sacerdote proveniente dal Congo. E ' costituito da un gruppo di giovani che inizialmente si riunivano alle Graticole. Oggi la sede è a San Giustino. La loro finalità è sostenere progetti a favore dell'Africa sia con la presenza diretta, sia con l'adozione a distanza di bambini per salvarli dal rischio di divenire "bambini soldato". Hanno finora aiutato 650 bambini. Promuovono progetti di sviluppo agricolo specie nella diocesi di Bukavu, capoluogo della provincia del Kivu Sud. Ultimamente hanno iniziato attività di protezione nei confronti delle donne abusate. Alessandro Bruschi e Michela Botteghi, Cellule di evangelizzazione. Nate a San Giustino e a Trestina le cellule sono poi sparse in tutta la diocesi (27 cellule con circa sette persone per cellula). La finalità è quella dell'evangelizzazione del vicino. Gli incontri sono settimanali. Cecilia Landucci, Centro Italiano Femminile (CIF). Associazione nata nel dopoguerra (inizialmente federazione di associazioni cattoliche per l'aiuto alle donne e alle famiglie colpite dalla guerra). L'associazione, che è stata, a suo tempo, molto sostenuta da don Nazzareno Amantini, ha come finalità la promozione della donna e la sua formazione cristiana, perché le donne siano attive nella società (cristiane e cittadine) e nella cultura, così da costruire una società ispirata al cristianesimo. Il CIF di Castello ha quaranta iscritte. A livello nazionale è un’associazione rappresentata al Consiglio dei Ministri. Simone Martini- Eugenio Valori-Davide Ganganelli, Operazione MATO GROSSO. E' stata fondata da p. Ugo. Ha diffusione nazionale. Operazione MATO GROSSO di Città Castello è presente con settanta membri. L'attività consiste in incontri settimanali e in lavoro il cui ricavato va a sostegno delle missioni in Sudamerica. E' aconfessionale. Ne fanno parte sia giovani sia famiglie, alcune delle quali sono in missione in Sudamerica. Anche i giovani fanno esperienza missionaria per tempi di 4-6 mesi o più lunghi di uno o due anni. Stefano Quadraroli, Comunione e Liberazione. E' di Perugia, ma lavora a Città di Castello. CL ha dieci membri che fanno incontri formativi settimanali, sono presenti ad altri incontri a livello regionale e agli esercizi spirituali organizzati dall'associazione. Elvira Morini Agea- Francesca Gatti- Oriana Tanci. Terzo Ordine Francescano Secolare. In diocesi ci sono due fraternità una che ha come ministra Elvira Morini ed è collegata con i Minori degli Zoccolanti e un'altra che ha come ministra Francesca Gatti ed è collegata ai Conventuali della Parrocchia di San Francesco. La struttura del Terzo Ordine si articola in: ministro-viceministro, maestro dei novizi e consiglieri. Gli aderenti seguono un percorso di formazione al termine del quale emettono voti (compatibili con lo stato laicale). Questi momenti di formazione che devono condurre a vivere un’intensa spiritualità francescana sono costituiti da incontri settimanali di formazione, momenti di preghiera settimanali e mensili anche a livello regionale. Il Terzo Ordine è presente a Città di Castello da otto secoli. Fabrizio Leveque e Anna Gaburri, Cammino Neocatecumenale. Presente in diocesi da 13 anni si riunisce presso la parrocchia di San Francesco. Il cammino si snoda in 13 tappe. Oltre l'aspetto formativo collabora con l'attività della parrocchia: si pone al servizio delle parrocchie che l'accolgono. La sua finalità e la riscoperta del Battesimo per partire verso l'evangelizzazione dei lontani e l'evangelizzazione casa per casa. Comprende settanta membri, più i bambini. Al termine delle presentazioni il Vescovo ha sollecitato i presenti a coltivare la dimensione dell'ecclesialità invitando tutte le aggregazioni laicali a collegarsi con la diocesi, le vicarie e le Unità Pastorali. Ha inoltre auspicato una presenza di tutti gli aggregati, in un sentimento di viva appartenenza alla Chiesa locale e di comunione, alla veglia di Pentecoste evento nel quale lo Spirito Santo ha “lanciato” la Chiesa. E' stata inoltre proposta la costituzione regolare della Consulta dei Laici /aggregazioni laicali anche per mettere in rete le varie associazioni che sono una vera ricchezza, per favorire una conoscenza tra tutte ed evitare attività che si sovrappongano.

Marcella Monicchi

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Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani (18-25 gennaio 2013)

"QUEL CHE IL SIGNORE ESIGE DA NOI" (cf Mi 6,6-8)

Il Consiglio ecumenico delle Chiese e il Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani hanno affidato ai cristiani dell’India – quest’anno – la preparazione dei testi per l’edizione 2013 della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, in programma come ogni anno dal 18 al 25 gennaio. Ogni anno viene affidato alle diverse confessioni cristiane di un Paese il compito di predisporre gli strumenti proposti come guida giorno per giorno nella preghiera. Quest’anno sono stati impegnati il Movimento studentesco cristiano dell’India, cui aderiscono circa 10mila universitari, e la Federazione degli universitari cattolici di tutta l’India, coadiuvati, per la versione definitiva, dalla Commissione internazionale del Consiglio ecumenico delle Chiese e dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. Si fa una critica al sistema delle caste, si invita all'ascolto del grido di dolore dei dalit, gli esclusi, che sono per la maggior parte cristiani, si parla delle persecuzioni contro i cristiani e le altre minoranze religiose.

La Settimana per l’unità dei cristiani 2013 avrà dentro di sé, dunque, un forte esame di coscienza sulla negazioni di diritti e dignità ad interi gruppi sociali, non solo in India. «La divisione tra i cristiani in India nelle Chiese e tra le Chiese – si legge nell’introduzione del sussidio – è fortemente accentuata dal sistema delle caste. Le caste, come l’apartheid, il razzismo e il nazionalismo, sono tutti fenomeni che pongono gravi sfide all’unità della Chiesa in India e quindi alla testimonianza della Chiesa come unico corpo di Cristo. Come questione che crea divisione anche all’interno della Chiesa, il sistema delle caste è di conseguenza anche un problema dottrinale. Ed è con questo sguardo che quest’anno la Settimana di

preghiera per l’unità dei cristiani invita a soffermarsi sul celebre testo biblico del libro del profeta Michea (6,6-8), concentrando l’attenzione come tema principale sulla domanda “che cosa Dio vuole da noi”. L’esperienza dei dalit diventa dunque il crogiolo dal quale emergono le riflessioni teologiche su questo tema biblico». Gli otto temi della Settimana, si riferiscono a diversi modi di camminare, aiutandoci così a focalizzare le varie dimensioni di un autentico discepolato, che cammina nel sentiero della giustizia e che conduce alla vita (cfr. Prov 12,28a). • 1° Giorno - Camminare in dialogo. Riflettiamo sull’importanza della prassi del dialogo

e della conversazione quale strumento per superare le barriere. Sia nell’ecumenismo che nella lotta per la liberazione dei popoli in tutto il globo, la capacità nel parlare e nell’ascoltare è riconosciuta come elemento essenziale. Nella conversazione autentica possiamo riconoscere più chiaramente Cristo.

• 2° Giorno - Camminare come corpo di Cristo. Riconoscendo la solidarietà tra il Cristo crocefisso e le “persone lacerate” del mondo, come i Dalits, cerchiamo, come cristiani, di imparare insieme ad essere noi stessi parte di questa solidarietà in modo più profondo. Ci deve essere una relazione fra l’Eucaristia e la giustizia, e i cristiani sono invitati a scoprire modi concreti del vivere eucaristico nel mondo.

• 3° Giorno - Camminare verso la libertà. Siamo invitati a riconoscere gli sforzi delle comunità oppresse in tutto il globo, come i Dalits in India, mentre protestano contro tutto ciò che rende schiavo l’essere umano. Come cristiani impegnati verso un’unità

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sempre più ampia e condivisa, impariamo che eliminare ciò che separa le persone l’una dall’altra è un elemento essenziale della pienezza di vita e della libertà nello Spirito.

• 4° Giorno - Camminare come figli della terra. La consapevolezza del nostro posto nella creazione di Dio ci avvicina, poiché ci rendiamo conto dell’interdipendenza fra noi e con la terra. Contemplando l’urgente appello alla salvaguardia ambientale e ad una condivisione giusta dei frutti della terra, i cristiani sono chiamati a vivere una vita di testimonianza attiva, nello spirito dell’anno del giubileo.

• 5° Giorno - Camminare come amici di Gesù. Riflettiamo sulle immagini bibliche dell’amicizia e dell’amore umano come modelli dell’amore di Dio verso tutti. Comprendere noi stessi come diletti amici di Dio ha conseguenze sulle relazioni all’interno della comunità di Gesù. Nella Chiesa, comunità in cui tutti, in pari misura, sono i diletti amici di Gesù, ogni barriera di esclusione è incoerente.

• 6° Giorno - Camminare oltre le barriere. Camminare con Dio significa camminare oltre le barriere che dividono e feriscono i figli di Dio. Le letture bibliche di questo giorno citano i vari modi in cui vengono superate le barriere umane, e culminano nell’insegnamento dell’apostolo Paolo: “Con il battesimo infatti siete stati uniti a Cristo, e siete stati rivestiti di lui come di un abito nuovo. Non ha più alcuna importanza l’essere Ebreo o pagano, schiavo o libero, uomo o donna, perché uniti a Gesù Cristo tutti voi siete diventati un sol uomo” (Gal 3,28).

• 7° Giorno - Camminare nella solidarietà. Camminare umilmente con Dio significa camminare in solidarietà con coloro che lottano per la giustizia e per la pace. Camminare nella solidarietà ha implicazioni non solo per il singolo credente, ma anche per la stessa natura e per la missione dell’intera comunità cristiana. La Chiesa è chiamata e resa capace di condividere la sofferenza di tutti, attraverso il sostegno e la cura dei poveri, dei bisognosi, degli emarginati. Questo è implicito nella nostra preghiera per l’unità dei cristiani.

• 8° Giorno - Camminare insieme nella celebrazione. I testi biblici parlano in questo giorno di una celebrazione, non nel senso di celebrare un traguardo di successo, ma come segno di speranza in Dio e nella sua giustizia. In modo analogo, la ricorrenza della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani è il nostro segno di speranza che l’unità sarà raggiunta nei tempi e con i mezzi di Dio.

Come tutti gli anni, la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani verrà celebrata nella nostra diocesi con due celebrazioni comunitarie. • Innanzitutto domenica 20 gennaio 2013 dalle ore 17.00 verrà celebrata la preghiera

comunitaria insieme ai fratelli ortodossi. Quest’anno i cattolici saranno ospiti della comunità ortodossa e le celebrazioni si svolgeranno nella chiesa del Seminario. La celebrazione sarà guidata dal vescovo Domenico e Padre Petru Heisu, il parroco della comunità ortodossa rumena. Sono tutti invitati a questo momento di preghiera, in particolar modo il clero, le persone consacrate e gli aggregazioni laicali.

• Venerdì 25 gennaio, alle ore 18.30, nella Cattedrale, il vescovo celebrerà la Santa Messa della conclusione della Settimana di preghiera, nella festa della Conversione di San Paolo.

Nel 2013, Anno della fede, la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani acquista un’importanza particolare. La celebrazione è ritmata dalla indicazione di otto diversi modi, ma tutti fondamentali, di camminare alla luce della Parola di Dio che richiama alla preghiera e all’impegno serio nella vita quotidiana, ricordando ai cristiani il dovere di procedere con coraggio sulla via della giustizia e della concordia. Perciò, oltre le iniziative diocesane, è vivamente raccomandata la quotidiana celebrazione nelle singole parrocchie o comunità. Chi desidera il Sussidio della preghiera, si rivolga in vescovado.

Don Francesco Cosa

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Giornata per l'approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei (17 gennaio 2013)

LA SETTIMA PAROLA: «NON COMMETTERE ADULTERIO»

Nella sua visita alla Sinagoga di Roma Benedetto XVI, ha voluto sottolineare in maniera ancora più chiara quanto aveva già affermato nella sinagoga di Colonia sulla comune responsabilità che gli ebrei e i cristiani hanno di fronte alle “Dieci parole”: «In particolare il Decalogo – le “Dieci Parole” o Dieci Comandamenti (cfr Es 20,1-17; Dt 5,1-21) – che proviene dalla Torah di Mosè, costituisce la fiaccola dell’etica, della speranza e del dialogo, stella polare della fede e della morale del popolo di Dio, e illumina e guida anche il cammino dei Cristiani. Esso costituisce un faro e una norma di vita nella giustizia e nell’amore, un “grande codice” etico per tutta l’umanità. Le “Dieci Parole” gettano luce sul bene e il male, sul vero e il falso, sul giusto e l’ingiusto, anche secondo i criteri della coscienza retta di ogni persona umana. Gesù stesso lo ha ripetuto più volte, sottolineando che è necessario un impegno operoso sulla via dei Comandamenti: “Se vuoi entrare nella vita, osserva i Comandamenti” (Mt 19,17)». In questa prospettiva, sono

vari i campi di collaborazione e di testimonianza che si aprono davanti a ebrei e cristiani, uniti da comuni aspirazioni. Le “Dieci Parole” chiedono di riconoscere l’unico Signore, contro la tentazione di costruirsi altri idoli, di farsi vitelli d’oro. Nel nostro mondo molti non conoscono Dio o lo ritengono superfluo, senza rilevanza per la vita; sono stati fabbricati così altri e nuovi dèi a cui l’uomo si inchina. Risvegliare nella nostra società l’apertura alla dimensione trascendente, testimoniare l’unico Dio è un servizio prezioso che Ebrei e Cristiani possono offrire assieme. La “Settima Parola” nella seconda Tavola del patto di Alleanza di Dio con il suo popolo Israele, consegnato a Mosè sul Sinai, riguarda la santificazione del Nome di Dio nel patto di alleanza che l’uomo e la donna stringono davanti a lui, e che vincola i due sposi, consacrati l’uno all’altra e reciprocamente per un amore sessualmente intimo, gioiosamente vissuto con apertura verso la procreazione dei figli, secondo il piano divino della creazione e della redenzione. Non farai adulterio (Es 20, 14), nella sua concisione, esprime il progetto di Dio per i suoi figli e figlie, chiamati a vivere nella santità della vita coniugale resa sacra dall’Eterno (dal sussidio).

d a g l i u f f i c i d i c u r i a

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06 GENNAIO - GIORNATA MISSIONARIA PER L’INFANZIA La Giornata missionaria per l’infanzia ha lo scopo di promuovere la solidarietà verso tutti i bambini del mondo. L’Ufficio Missionario è a disposizione per la fornitura di materiale utile alle Parrocchie che intendono organizzare preghiere per le missioni. Si può visionare anche su internet: www.peremissionarie.it ; e-mail: [email protected] Si ricorda a tutti i parroci che in questa giornata la colletta è obbligatoria. “Preghiamo per il mondo intero, perché la solidarietà tra i popoli non sia vissuta più come uno dei tanti impegni morali, ma venga riscoperta come l’unico imperativo etico su cui fondare l’umana convivenza” (Don Tonino Bello)

Salvi Urbano, direttore, Ufficio Missionario

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CAFÈ TEOLOGICO _ 4°PUNTATA

Torna alla Cantina del Seminario il Cafè Teologico! Il format ormai ha preso piede, anche l’invito della scorsa volta è stato accolto da molte persone, compresi “esterni” alla nostra diocesi! Perciò riformuliamo l’invito per questo nuovo appuntamento:

VENERDì 18 GENNAIO alle 21 , ci verrà presentato il tema :

“Il genere sessuale è una scelta?” A parlarci di ciò sarà Roberto Marchesini, laureato in Medicina Veterinaria, ha proseguito gli studi universitari in ambito biologico e filosofico. Past-President della Società italiana di Scienze Comportamentali Applicate (SISCA) e direttore della Scuola di Interazione Uomo Animale (SIUA), insegna Scienze Comportamentali Applicate in alcuni atenei italiani. È inoltre responsabile scientifico di diversi progetti finanziati dal Ministero della Salute. Vi aspettiamo!

CORSO DI FORMAZIONE ANIMATORI Dopo il successo dello scorso incontro, con molto più entusiasmo torniamo ad invitare tutti gli animatori e

catechisti della Diocesi al secondo incontro del Corso di formazione per Animatori, che la Pastorale Giovanile,

insieme con l’Anspi propone a tutti coloro che hanno a che fare con i ragazzi e con i bambini e soprattutto con il

loro percorso di fede!

Gli incontri si svolgono alla Cantina del Seminario dalle 16.30 alle19.30 (cena esclusa) e i formatori sono dei

volontari Anspi, specializzati ed esperti nel formare altri animatori.

Gli incontri sono aperti a tutti e ricordiamo che per i ragazzi delle scuole superiori, la frequenza agli incontri

potrà fornire l’attestato valido per i crediti formativi scolastici.

Il prossimo appuntamento è fissato per:

DOMENICA 13 GENNAIO,

con il tema “La Spiritualità dell’Animatore”

Irene Lazzari Pastorale giovanile

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L'Ufficio Scuola della Diocesi ha organizzato un corso di formazione per tutti coloro che sono impegnati nel mondo dell'educazione ed in particolare quello della scuola. Il corso ha come titolo "Da immigrati a nativi digitali a scuola". Vuole essere un approfondimento su quella che viene definita come l'educazione ai media (Media Education). Ogni giorno, nel nostro mestiere di insegnanti e nelle nostre lezioni, ma anche in parrocchia o all'oratorio, usiamo sempre più spesso il canale

multimediale per lavorare con i nostri studenti. Questo pone degli interrogativi: cosa vuol dire fare educazione con questi strumenti? Quali dinamiche generano nei bambini/ragazzi il supporto mediale? Il computer o la lim sono solo degli strumenti, oppure si tratta di un nuovo modo di “fare” educazione? Obiettivo del corso è prendere confidenza con l'educazione ai media che non va confusa con l'educazione attraverso i media. Si tratta di educare alla comprensione del sistema mediale e dei suoi messaggi. Le date degli incontri saranno tre: • Lunedì 14 Gennaio alle ore 21“A scuola con i media digitali” Prof. Pier Cesare Rivoltella (Ordinario

di Tecnologie dell’istruzione e dell’apprendimento presso l’Università Cattolica di Milano). • Lunedì 11 Febbraio alle ore 21 “I ragazzi del Web”. Prof. Rivoltella (Ordinario di Tecnologie

dell’istruzione e dell’apprendimento presso l’Università Cattolica di Milano). • Lunedì 11 Marzo alle ore 17 “Nuovi media e Web 2.0 a scuola e nei gruppi” Prof Luca Paolini

(Insegnante di Religione nella scuola secondaria di primo grado esperto di tecnologia mediale applicata all’insegnamento).

Gli incontri si svolgeranno presso il Centro Studi Beato Carlo Liviero in via XI Settembre.

Alessandro Manfucci

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INCONTRI ZONALI PER CATECHISTI

Lo scorso 18 Ottobre il Vescovo ci ha affidato l'Ufficio Evangelizzazione e Catechesi della nostra diocesi. Abbiamo pertanto costituito una piccola équipe di lavoro e abbiamo individuato come referenti Raffaella Rossi per la Zona Nord, Serena Milani per la Zona Sud e Carla Caselli per la Zona Centro. Quest'ultima svolge anche il compito di segretaria dell'Ufficio. A loro va subito il nostro grazie per la disponibilità data. L'obiettivo principale che ci siamo posti per questo anno è quello di creare occasioni di incontro per i catechisti con la finalità di conoscerci, approfondire e condividere nuove metodologie sperimentate in diverse parrocchie ed essere informati, per sostenerle, sulle eventuali esigenze formative degli operatori. Abbiamo stabilito di effettuare un primo incontro diviso per Vicarie. Quello in Zona sud si è tenuto il 25 Novembre con la presenza del nostro Vescovo; per la Zona Nord si terrà Domenica 27 Gennaio alle ore 15,30 presso la Parrocchia di Lama, mentre è ancora da stabilire la data per la riunione della Zona Centro. Nell'incontro già svolto con i catechisti della Zona Sud a San Martino di Castelvecchio, dove c'è stata una partecipazione davvero numerosa e rappresentativa di tutte le Unità Pastorali della vicaria, abbiamo presentato i nuovi membri dell'Ufficio e aperto una discussione tra i partecipanti sottolineando il significato di questo anno dedicato alla fede. Abbiamo potuto sperimentare un forte entusiasmo da parte di tutti; voglia di fare e di mettersi in gioco ma anche in discussione. In una parte del nostro intervento abbiamo ripreso quanto indicato dalle linee Pastorali dell'anno 2011 "Gesù Maestro di Misericordia" dove il nostro Vescovo ha suggerito una nuova modalità per fare catechesi, ovvero il metodo catecumenale. Abbiamo cercato di capire anche a che punto siamo nel nostro servizio pastorale e sono emerse molte esperienze interessanti che già si svolgono nelle diverse parrocchie. Non possiamo prescindere dal cercare di coinvolgere in maniera più responsabile i genitori, visto che la prima cellula di evangelizzazione è la famiglia. Questo già in molte parrocchie viene sperimentato ed è stato molto interessante condividerne le metodologie.

Alessandro Pacchioni e Silvia Reali

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Visita ad limina apostolorum

Con il termine Visita ad limina (Ad limina apostolorum) si intende indicare l'incontro che, ogni cinque anni, i vescovi di tutto il mondo hanno in Vaticano con il Pontefice per illustrare quali siano le particolarità che contraddistinguono la loro Regione ecclesiastica (diocesi) dal punto di vista religioso, sociale e culturale, quali siano i nodi maggiormente problematici dal punto di vista pastorale e culturale e come interviene la Chiesa "particolare" su questi problemi.

Storicità della visita ad limina

La prima visita ad limina è evidenziata nella lettera di san Paolo ai Galati (1,18): «In seguito, dopo tre anni andai a Gerusalemme per consultare Cefa, e rimasi presso di lui quindici giorni». (Gal 1,18) Durante questa visita, Paolo ebbe modo di illustrare a Pietro (e a Giacomo) le difficoltà incontrate nell'evangelizzazione in alcune zone della Giudea. Questo può essere considerato il primo incontro di aiuto reciproco e di confronto su tematiche particolari. Per quanto riguarda il termine visite ad limina apostolorum, risale ai primi secoli della storia della Chiesa; infatti, nel linguaggio canonico, con limina apostolorum erano indicate le tombe degli apostoli Pietro e Paolo e quindi le visite ad limina erano tutti quei pellegrinaggi compiuti dai fedeli che avevano come meta quelle stesse tombe. Lo stesso termine indicò la visita che tutti i vescovi dovevano fare a Roma, secondo quanto stabilito nel Concilio di Roma, nel 743, sotto papa Zaccaria.Nel corso dei secoli tale pratica si andò affievolendo, ritrovando vigore solo nel 1585, sotto papa Sisto V che, con la costituzione Romanus Pontifex del 20 dicembre, ripristinò l'obbligo di tali visite dandogli cadenza triennale; le "visite" vennero riconfermato successivamente da papa Benedetto XIV con la costituzione Quod sancta del 23 novembre 1740. Nel 1909, con il decreto della Congregazione concistoriale A remotissima (31 dicembre), la cadenza delle visite ad limina apostolo rum fu portata a 5 anni (10 per gli Ordinari delle sedi extraeuropee), e fu stabilito che vi erano tenuti non solo i vescovi diocesani, ma anche tutti i soggetti ad essi equiparati (prelati e abati territoriali, amministratori e vicari apostolici). Nel 1975, la Congregazione per i vescovi riordinò ulteriormente le "visite" con il decreto Ad Romanam Ecclesiam del 29 giugno, ridistribuendo le zone per i quinquenni.Nel Codice di diritto canonico del 1983 le visite ad limina apostolorum sono prescritte da due canoni (399 e 400): « Il Vescovo diocesano è tenuto a presentare ogni cinque anni una relazione al Sommo Pontefice sullo stato della diocesi affidatagli, secondo la forma e il tempo stabiliti dalla Sede Apostolica. (...) Il Vescovo diocesano nell'anno in cui è tenuto a presentare la relazione al Sommo Pontefice, se non è stato stabilito diversamente dalla Sede Apostolica, si rechi nell'Urbe per venerare le tombe dei Beati Apostoli Pietro e Paolo e si presenti al Romano Pontefice. » l senso delle visite ad limina Il senso delle visite ad limina è trattato nel Direttorio della Congregazione dei vescovi, pubblicato nel 1988, e afferma che queste non sono un "semplice atto giuridico-amministrativo consistente nell'assolvimento di un obbligo rituale, protocollare e giuridico". Esse portano un "arricchimento di esperienze" al ministero del Papa e al suo "servizio di illuminare i gravi problemi della Chiesa e del mondo", diversi a seconda dei "luoghi, dei tempi e delle culture". Giovanni Paolo II, parlando all'assemblea straordinaria dei vescovi italiani il 26 febbraio 1986, disse di "annettere grande importanza" alle visite ad limina: "Esse costituiscono un'occasione privilegiata di comunione pastorale: il dialogo pastorale con ciascuno di voi mi consente di partecipare alle ansie e alle speranze che si vivono nelle Chiese da voi guidate in atteggiamento di ascolto per i suggerimenti dello Spirito". Tali affermazioni sono state ribadite da Benedetto XVI, nell'intervista concessa in lingua tedesca, il 5 agosto 2006, a tre testate televisive tedesche e alla Radio Vaticana, in preparazione al viaggio apostolico in Germania: "Le visite ad limina, che ci sono sempre state, vengono ora valorizzate molto di più, per parlare veramente con tutte le istanze della Santa Sede e anche con me. Io parlo personalmente con ogni singolo vescovo. (...) In questi incontri, in cui appunto centro e periferia si incontrano in uno scambio franco, cresce il corretto rapporto reciproco in una tensione equilibrata". I vescovi dell’Umbria saranno in Vaticano dal 22-24 aprile durante le “udienze personali”. I presuli umbri, durante i 4 giorni di permanenza a Roma, visiteranno le Congregazioni per l’educazione cattolica, per i Vescovi, per la Dottrina della Fede, per il Culto Divino, per gli Istituti di Vita Consacrata e per il Clero. Particolarmente significativa sarà la concelebrazione eucaristica dei vescovi.

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LA VITA CHE SALE Aveva gli occhi chiari come il cielo sereno, quel giorno, la vita. Quel pieno secco che il bove ruminava lento, batteva la fine del mondo scontento. Seccato dal sole di una stagione sincera portava con sé il profumo della primavera. Segnavano l'ora le orecchie del ciuco felice, che guarda e non dice, pensoso. Con il suo verso doloroso, contorto, che pare un pianto, accompagnava le doglie del parto. Aveva gli occhi chiari come il mare, quel giorno, la morte. E nelle sue pupille giocavano i pesci grandi e piccini. Danzavano come scintille nelle acque profonde i nuovi bambini della vita, in una festa infinita. Pareva che l'universo avesse ritrovato il senso dell'essere, che vedesse se stesso non più soltanto con l’occhio di Dio. Anche con l'occhio mio. Ed ecco, nel mare del tempo, senza paura, la Vergine madre natura, nel dolo del parto, traeva da sé l'incerto sospiro. Adesso io miro la grande avventura di questo divino e essere umano. Mi parla pian piano della mia sorte. Non vale la morte. La vita che sale mi prende per mano del Santo Natale.

Don Graziano Bartolucci

IL FOGLIO DI COLLEGAMENTO DIOCESANO AUGURA A TUTTI UN FELICE 2013.

L’AMORE DI GESÙ ILLUMINI OGNI GIORNO DELL’ANNO !!!