Foglio Parrocchiale Gennaio 2012

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Parrocchia di Santa Maria Maggiore - Monteforte d’Alpone Piazza Silvio Venturi, 23 - tel. 045 6107379 - fax 045 7612978 [email protected] - www.parrocchiamonteforte.it Anno 11 - n. 120 - Gennaio 2012 Ci auguriamo che nel nuovo anno 2012 in mezzo a tante difficoltà e a tante gioie possiamo recitare i versetti del Salmo: “Ti amo, Signore, mia forza, Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore; mio Dio, mia rupe, in cui trovo riparo; mio scudo e baluardo, mia potente salvezza”. Foto Gianni Brighente

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Foglio PArrocchiale della Parrocchia di Santa Maria Maggiore in Monteforte d'Alpone

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Parrocchia di Santa Maria Maggiore - Monteforte d’AlponePiazza Silvio Venturi, 23 - tel. 045 6107379 - fax 045 7612978

[email protected] - www.parrocchiamonteforte.it

Anno 11 - n. 120 - Gennaio 2012

Ci auguriamo che nel nuovo anno 2012

in mezzo a tante difficoltà e a tante gioie

possiamo recitare i versetti del Salmo:

“Ti amo, Signore, mia forza,

Signore, mia roccia,

mia fortezza, mio liberatore;

mio Dio, mia rupe,

in cui trovo riparo;

mio scudo e baluardo,

mia potente salvezza”.

Foto Gianni Brighente

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2 Gennaio 2012

Mi è stato chiesto di scrivere due righesulle origini e finalità dell’incontro sa-cerdotale che si celebra il giorno dopo laSagra di S. Antonio Abate, compatronodella parrocchia.Io venni a Monteforte nel dicembre 1971(quarant’anni or sono!). Perciò la primafesta in onore del Santo compratono lacelebrai nel gennaio 1972. La famosa“Montefortiana”, non era ancora nata.Venni a conoscenza di una tradizione cheormai era stata abbandonata e cioè lafesta degli artigiani che si faceva il lu-nedì dopo la festa di S. Antonio. Cosìnacque l’idea di supplire con un incontrocon tutti i sacerdoti nati a Monteforte e

che qui hanno esercitato il servizio pa-storale. L'iniziativa fu presentata in varieriunioni: fu molto apprezzata e caldeg-giata. Perciò nel Gennaio 1979 la si ce-lebrò per la prima volta. E fu unsuccesso, anche per la presenza del Ve-scovo Mons. Maffeo Ducoli, vescovoAusiliare.E di anno in anno la festa si svolse sem-pre con grande partecipazione dei sacer-doti e soprattutto con grande calore daparte della comunità. A questa festa sivolle dare due significati: il primo espri-mere vivo affetto e profonda gratitudineai nostri sacerdoti e secondo pregare pernuove vocazioni. Normalmente presie-

deva l’Eucaristia il sacerdote che ricor-dava una data giubilare della propria or-dinazione e rivolgeva una brevemeditazione.E sempre si aveva un ricordo affettuosoper coloro che erano assenti (soprattuttoper malattia) o in terra di missione. Mi ècaro però, fra tutti gli incontri ( dal 1973al 2000) ricordarne due che hanno avutouna particolare importanza.- Nel 1986 con la presenza del VescovoMonsignor Veggio, ben tre sacerdotihanno ricordato il 50° di sacerdozio: donSilvio Mastella, don Gino Bronzati, DonEdoardo Mastella, in più il 25° sacerdo-zio di Monsignor Sergio Marcazzani.- Nel 1992 – anno del Centenario dalladedicazione della Chiesa – con la pre-senza di Monsignor Veggio e di tutti i sa-cerdoti della Vicaria. Un incontromeraviglioso! Voglio sperare che l’ini-ziativa continui con grande soddisfa-zione di tutti.Colgo l’occasione per formulare i mi-gliori auguri a don Alessandro, Monsi-gnor Sergio, Padre Jean e a tutte lefamiglie della comunità.Monteforte è sempre nel mio cuore enelle mie preghiere.

Un carissimo saluto a tutti!

Mons. Pietro Simoni

La Festa dei Sacerdoti a “Sagraspin”

La preghiera è una realtà potente nellavita di un cristiano. La preghiera è trasfor-mante. Quando i cristiani comprendono ilvalore e l'efficacia della preghiera in co-mune per l'unità di quanti credono in Cri-sto, essi cominciano ad essere trasformatiin ciò per cui stanno pregando.Quest'anno i cristiani in Polonia hanno of-ferto alla nostra meditazione la loro espe-rienza di trasformazione e di preghiera.La trasformazione a cui si riferiscono ècompresa nella sua profondità solo nellaresurrezione di Gesù. Ogni cristiano bat-tezzato nella morte e resurrezione di Cri-sto comincia un cammino di

trasformazione. Morendo al peccatoe alle forze del male, i battezzati co-minciano a vivere una vita di grazia.Questa vita di grazia permette lorodi sperimentare concretamente la po-tenza della resurrezione di Gesù, el'apostolo Paolo li esorta: "[ ... siatesaldi, incrollabili. Impegnatevi sem-pre più nell'opera del Signore, sa-pendo che, grazie al Signore, ilvostro lavoro non va perduto" (l Cor15,58).Qual è, dunque, l'opera del Signore?Non è forse l'edificazione del Regnodi giustizia e di pace? Non è forse la

Settimana di preghiera

per l’unità dei Cristiani

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vittoria sulle forze del peccato e sulle te-nebre per la potenza dell'amore e dellaluce della verità? Nella vittoria Gesù Cri-sto nostro Signore, a tutti i cristiani vienedata la capacità di indossare le armi dellaverità e dell'amore e di superare tutti gliostacoli che impediscono la testimonianzadel Regno di Dio. Nonostante ciò, unostacolo permane, e può impedirci di por-tare a termine il nostro compito. È l'osta-colo della divisione e della mancanza diunità fra i cristiani. Come può il messag-gio del vangelo risuonare autentico se nonproclamiamo e non celebriamo insieme laParola che dà la vita? Come può il van-gelo convincere il mondo della propria in-trinseca verità, se noi, che siamo gliannunciatori di questo vangelo, non vi-viamo la koinonia nel corpo di Cristo?

La preghiera per l'unità, dunque, non è unaccessorio opzionale della vita cristiana,ma, al contrario, ne è il cuore. L'ultimocomandamento che il Signore ci ha la-sciato prima di completare la sua offertaredentiva sulla croce, è stato quello dellacomunione fra i suoi discepoli, della lorounità come Lui e il Padre sono uno, per-ché il mondo creda. Era la sua volontà eil suo comandamento per noi, perché rea-lizzassimo quell'immagine in cui siamoplasmati, quella comunione di amore chespira fra le Persone della Trinità e che lirende Uno. Per questo motivo la realizza-zione della preghiera di Gesù per l'unità èuna grande responsabilità di tutti i battez-zati.L'unità dei cristiani è un dono di Dio; lapreghiera ci prepara a ricevere questo

dono e ad essere trasformati in ciò per cuipreghiamo. Nel presentare questo testo dipreghiera per l'unità di tutti i cristiani, neraccomandiamo l'utilizzo; incoraggiamola creatività dei pastori e dei fedeli nelporre nuovo vigore non solo nel pregareper l'unità, ma anche nel procedere, passodopo passo, verso quella trasformazioneche sarà operata dalla preghiera. La-sciamo che il nuovo anno ci trovi piùaperti, come individui e come comunità,alla potenza del mistero della morte sal-vifica di Cristo.

Tratto dalla presentazione di:

+ Mons. Mansueto Bianchi

Vescovo di Pistoia, Presidente

Commissione Episcopale per

l'Ecumenismo e il Dialogo della CEI

Corso fidanzati conviventiLe coppie che chiedono di celebrare il sa-cramento del matrimonio sono invitate afrequentare un corso preparatorio. Non èuna novità: si tratta di una serie di incontriche permettono ai fidanzati di scoprire ilsenso del loro amore alla luce dell’Amoredi Cristo e così comprendere il signi-ficato profondo di quel «sì» che siscambieranno davanti alla Chiesa.Al momento sono due i gruppi chehanno intrapreso questo cammino(che si può concludere dopo lenozze). Da novembre, a questi sen’è affiancato un terzo: un “Corsofidanzati” dedicato alle coppie chedecidono di sposarsi avendo allespalle un’esperienza di convivenzapiù o meno lunga. A guidare ilgruppo è stata chiamata una coppiadi sposi, Franca e Gaetano. Conloro abbiamo scambiato due paroleper capire il senso di questa nuovaproposta.«Cominciamo col dire che il cam-mino che proponiamo – come glialtri “Corsi fidanzati” – è costituitoda una serie di incontri durante i quali sicerca di comprendere che Dio ci ama evuole che anche noi sappiamo amarcicome ci ama Lui. E ciò vale in modo spe-ciale per una coppia che in forza del sacra-mento del matrimonio ha deciso di porreil Signore Gesù a fondamento del proprioamore».E come si fa?

«La sfida è grande. All’inizio ci pareva ad-dirittura troppo grande. Ma abbiamo im-parato a fidarci di Dio e a partire dalle cosepiù semplici, come la preghiera e l’ascoltodella Parola. Con questi due momenti co-mincia ogni nostro incontro: vogliono es-

sere un segno per mettere Dio al centro delnostro stare insieme e interrogarci. Perquesto è fondamentale la presenza di donJean, che ci introduce al tema della serata.A noi, invece, è chiesto di aprire le portedi casa nostra per ospitare le coppie, farlesentire accolte e amate, far loro percepireche è Dio stesso che le ama e si prendecura di loro attraverso di noi».

Ma perché si è pensato ad un percorso

speciale per le coppie conviventi?

«Bisognava rispondere a una esigenza. Chiconvive, magari da molto tempo, ha allespalle un bagaglio di esperienze che èmolto diverso rispetto ai fidanzati che at-

tendono il matrimonio per andare avivere insieme. E questa differenzapoteva creare qualche disagio. Eraquindi necessario studiare un per-corso adeguato che partisse daquelle esperienze particolari. Nonbisogna dimenticare, poi, che sedopo un periodo di convivenza unacoppia pensa al matrimonio, in re-altà si sta interrogando anche sullapropria fede, sulla possibilità di“ricominciare da Dio”: la nostracomunità deve essere pronta ad ac-coglierla e ad aiutarla a maturarequesta scelta in piena libertà e con-sapevolezza».E come procede questa espe-

rienza?

«Siamo ancora all’inizio, masiamo contenti. In noi è passata la

paura di non essere all’altezza e nelle cop-pie ci sembra di vedere la soddisfazione eil desiderio di affrontare con entusiasmoquesto impegno. Alla fine, gli incontrisono un dono reciproco, uno scambio sin-cero che ci fa assaporare la bellezza di es-sere comunità».

Paolo Cagnazzo

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Seminario “Rinascita di Coppia”Rinascita di coppia: questo è il titolodato al seminario svoltosi a Giazza nelponte dell’Immacolata dall’8 all’11 di-cembre 2011 e rivolto a tutte le coppiedesiderose di scoprire il vero sensodella loro unione, secondo gli occhi diDio. Quanto riportato di seguito vuolefornire ai lettori solo degli spunti di ri-flessione che sono stati affrontati du-rante i diversi insegnamenti, in quantorisulta riduttivo raccontarecon le parole di un arti-colo, quello che lo Spiritodi Dio ha concesso di vi-vere a noi coppie nei quat-tro giorni di ritiro. Ritengoche l’esperienza vissuta,rappresenti per ciascunacoppia singolarmente, infunzione della propria sen-sibilità e predisposizione,un momento vero e unicodi intimità con Dio, da ser-bare nel profondo del pro-prio cuore. Pertanto, nonvi racconterò di quello cheabbiamo vissuto, ma cer-cherò di trasmettervi l’im-mensa considerazione cheDio ha del sacramentodelle nozze, alfine di poterinfondere nel cuore di cia-scuno, il desiderio di vi-vere intensamente e infunzione di questa visionelo stare insieme quoti-diano fatto di piccoli gesti,ma grandi allo sguardo diDio. Il Suo Spirito chealeggia sopra ogni esserevivente, se invocato, di-venta presenza viva e con-creta in mezzo a tutte noicoppie, in modo chel’amore che viviamo come sposi possadiventare l’immagine su questa terra,dell’Amore che Dio ha nei confrontidella sua sposa, la Chiesa che è l’interaumanità. Le diverse coppie dell’équipe,che insieme al nostro Pastore, DonAlessandro, si sono messe a disposi-zione gratuitamente per trasmetterciquesto grande messaggio, attraverso larivisitazione dei numerosi passi dellaBibbia in cui Dio rivela il valore e la

missione che attende a tutte le coppiedi sposi, come immagine o memoria diSé (sacramento = memoria del Sacro),a partire dalla creazione di Adamo edEva fino alla sua venuta come “Verbofatto carne”, sono state per noi testi-moni vivi. Donando la loro intima espe-rienza di coppia come esempio dirinascita per opera dello Spirito Santo,ci hanno guidati alla scoperta dei nostri

quotidiani peccati che ci appesanti-scono facendoci affondare. Attraversoquesta presa di coscienza, ci hannofatto riscoprire il modo in cui rinasceread una vita nuova per diventare quelloche Dio ha pensato per ciascuna di noicoppie. Infatti, due sono i sacramenti incui Egli vuole essere presenza viva inquesto mondo disorientato, il sacra-mento delle “nozze” e quello del “sa-cerdozio”. Dio, sin dalle origine, ha

voluto creare l’uomo e la donna a Suaimmagine e somiglianza per poi unirlicon il sacramento delle nozze e, attra-verso il suo Spirito vivificante, manife-stare il suo Amore per l’umanità. Ognicoppia dovrebbe sentirsi investita diquesta grande missione affidatale daDio, consapevole che Lui è sempre vi-cino attraverso il Suo Spirito, infatti “dove due o più sono uniti nel mio nome

io sono lì con loro”. Pen-sare di poter sempre faretutto da soli, come duesoggetti singoli separati,rappresenta un errore cheporta automaticamenteallo svilimento del su-premo valore che ciascunacoppia rappresenta. Per-tanto è importante affi-darsi continuamente aDio, invocando il Suo Spi-rito, affinché fonda il no-stro essere individuale e didue corpi faccia un corposolo e due spiriti un solospirito. È questo il compito a cuiDio ci chiama quotidiana-mente, sapersi scioglierenello Spirito Santo, per di-ventare un tutt’uno l’unocon l’altro o l’altra. È do-narsi in un Amore gratuitoed eterno, come Dio hafatto per noi donandoci ilsuo unico Figlio, e oggicontinua a fare, manife-standosi a noi con il SuoSpirito.Sulla scorta di questo im-menso insegnamento rice-vuto, ringrazio di verocuore tutte le persone che

si sono donate per realizzare questo se-minario, in particolare tutte le coppie disposi che hanno partecipato, poichésono state pietre angolari autentichedella presenza di Dio. Infine a tutte le coppie che avrannomodo di leggere queste umili ma sin-cere parole auguro un buon lavoro incomunione con lo Spirito Santo.

Andrea Preto

Sposalizio della Vergine di Raffaello Sanzio - 1504

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Kiri in festa

Messa delle ore 11.00 di domenica 18 Di-cembre: otto bambini ricevono ufficial-mente il mandato e la vestina di nuoviministranti. Quale occasione migliore perfar diventare questo momento la festa ditutti i kiriketti? Detto, fatto! Ad accompa-gnare i nuovi ministranti infatti c’erano tuttii kiri che con le loro vestine hanno coloratoancor più di bianco il presbiterio della no-stra chiesa parrocchiale. Tutto è cominciatocon la presentazione degli otto bambini.Alberto, Cristian, Daniele, Fabio, Gabriele,Joseph, Mattia e Riccardo hanno pronun-ciato il loro “Eccomi” ciascuno con sullaspalla la mano di un tutor o “padrino” cioèun altro kiriketto più esperto che ha accet-tato di accompagnarlo in questo momentoimportante. Don Alessandro poi ha invo-cato su di loro la benedizione del Signoreed infine essi hanno ricevuto la veste, segnodel loro servizio liturgico nella Chiesa.Forse più emozionati erano i loro genitoriche li hanno aiutati ad indossare la vestina,per poi vederli salire e prendere posto vi-cino al Parroco. La messa è proseguita fino

al momento del “Padre Nostro” quandotutti i ministranti si sono stretti a cerchioattorno all’altare come per proteggerlo…Perché? Presto spiegato da don Alessandro

il quale ha raccontato la storia di un bam-bino di nome Tarcisio che al tempo dei ro-mani viveva la fede cristiana nellecatacombe di San Callisto. Voleva ferma-

mente aiutare il suo sacerdote a portare laComunione ad altri fratelli nascosti nellecase di Roma e così partì con il Santissimocustodito nelle sue mani strette al petto.Questo suo atteggiamento però insospettìdei ragazzacci che bighellonavano per levie della capitale e presto Tarcisio fu so-spettato di essere un cristiano e pestato asangue. Un centurione romano lo difeseanche se ormai era troppo tardi per il po-vero ragazzo che però ebbe la forza di re-sistere fino all’arrivo presso le catacombe.Solo allora, dopo aver riconsegnato il San-tissimo e cosciente di averlo difeso finoall’estremo, morì fra le braccia del suo sa-cerdote. Per questo zelo, in seguito Tarcisiodivenne il protettore di tutti i ministranti.Ecco perché domenica ci siamo stretti at-torno all’altare e abbiamo manifestato cosìil senso del nostro servizio: essere partico-larmente vicini a Gesù Eucarestia con lo

stesso amore con cui Tarcisio lo ha sempreconservato vicino al suo cuore. E’ un pro-posito ambizioso, forse non ne siamo al-l’altezza, ma noi ci proveremo ogni voltache durante il nostro servizio comprende-remo il privilegio di essere diretti testimonidell’amore di Gesù che nasce per noi sul-l’altare nell’Eucaristia.Un momento… Serietà sì, ma a fare i kirici si diverte pure! E allora dopo la messatutti al Circolo Noi a far festa. Qui ungruppo di genitori volontari e soprattuttovolenterosi ci hanno preparato un aperitivoda invidia! Insomma: domenica 18 Dicem-bre è stata la nostra “piccola” festa, un’oc-casione per capire che il servizio di ognidomenica è il nostro speciale “grande” im-pegno.

Gruppo Kiriketti

Foto Paolo Mosele

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L’alluvione ci ha portato a ristrutturareanche la Chiesetta di San Giuseppe e ri-strutturare significa pure “scovare” il vec-chio...infatti la sera del 16 novembrescorso, mentre nella cappella di San Giu-seppe i muratori ricoprono in cartongessotutte le pareti così deteriorate dall’umiditàe danno un volto nuovo all’abside e al sof-fitto per una diversa istallazione dell’im-pianto elettrico, arriva Don Alessandro e,in due e due quattro, aiuta a sgomberaredagli armadi della Sacrestia ogni suppellet-tile perché anche qui va tutto ritoccato...Ma ecco che si ferma e guarda un vecchioregistro, 40 x 18, rosso, ben ricoperto danylon con pagine ingiallite e calligrafia cu-rata ad inchiostro. In prima pagina si legge:Chiesa - Cappellina Suore Dorotee, regi-

stro per l’iscrizione dei reverendi sacerdoti

celebranti ordinato con l’Art. 3° della Cir-

colare 30 marzo 1844 dall’Ill.mo e Rev.mo

Monsignor Vescovo. Poi la coordinata oriz-zontale della tabella stampa la data, il co-gnome e il nome, Patria del Celebrante, eil numero progressivo delle sante Messe:quella verticale quindi riporta la primadata: 8 ottobre 1912 con la firma di DonAntonio Dalla Croce, Arciprete. E’ l’Arci-prete che ha fatto costruire il primo asilo,nel 1903 e che aveva preordinato unastanza, oggi guardaroba delle suore alprimo piano, come cappellina Suore Doro-tee. Qualche anziano entrato in questi anninei nostri ambienti, ricorda questa chie-setta. Mi sono soffermata oggi a leggeretutta quella serie di firme, 2.630 circa SanteMesse celebrate con una frequenza per lopiù settimanale. Nei primi tempi compa-

iono i nomi di Don Eugenio Gini, DonAdolfo Scolari, Sac. Ernesto Festa, Don Ie-sephus Zoppi, Padre Domenico Mario An-tonini, Don Giovanni Rodighiero, DonGiuseppe Poli, Don Bartolomeo Bertolazzi,Don Angelo Bolla. E’ curioso che moltospesso questi sacerdoti si firmavano colnome in latino. Nel 1914 il 29 ottobre ap-pare la firma dell’Arciprete Signorini, nel1916 c’è il nome di don Luigi Bogoni, sa-rebbe troppo lungo citare tutti. . Quella seradon Alessandro trova la firma di don Ser-gio Rizzotto, prete novello, datata il 16 lu-glio 1951. Don Sergio, oggi, mi confermache ancora la Cappella di San Giuseppenon c’era. Il 19 giugno 1959 troviamo nel registro la1^ Celebrazione Eucaristica nella nuovacappella, sempre collocata nel piano supe-riore, accanto al reparto delle suore, avve-nuta tre giorni dopo l’inaugurazione delnuovo asilo, ampliato per opera dell’Arci-prete don Luigi Perlati. Lo stesso Parroco don Luigi, alla fine deglianni sessanta, inizia i lavori delle OpereParrocchiali. Ed è in questa nuova struttura,che viene pensato uno spazio per l’attualeChiesa di San Giuseppe. Don Luigi Perlatimuore il 3 novembre del 1971, lasciando ilavori incompiuti. Sarà Don Pietro Simonia completare l’opera e pagarne tutti i debiti.L’inaugurazione delle Opere Parrocchialie della Chiesetta di San Giuseppe è avve-nuta il 12 aprile 1972 con la presenza delVescovo Monsignor Giuseppe Carraro, dinumerosi sacerdoti, molte suore e una mol-titudine di fedeli. Don Pietro racconta chesi pensò di dedicare la chiesetta a San Giu-

seppe, poiché è il Patrono della famiglia. La chiesa del piano superiore nell’arco diun anno venne utilizzata solo per la pre-ghiera comunitaria delle suore poichè perla messa anche le Suore usufruivano dellaNuova Chiesetta di San Giuseppe a pianoterra e infatti il registro delle suore riportail 27 marzo del 1973 come ultima data ri-guardante la messa celebrata al primopiano.Veniamo al nuovo ambiente ristrutturato.Con l’aiuto di molte persone e le chiare eprecise disposizioni del parroco don Ales-sandro, il giovedì 1° dicembre 2011 ab-biamo inaugurato i lavori della Cappella diSan Giuseppe, messa a nuovo, nella sem-plicità e nella luminosità, bella pulita, conogni suppellettile intonato al colore e allelinee architettoniche. “…al Signore è giu-sto dare il meglio della natura.” San Fran-cesco, che ha sposato Madonna Povertà,voleva che il calice per la celebrazionedella Messa, fosse all’interno tutto d’oropuro…” così ci ha detto don Alessandroquella mattina spiegando il perché, il comesi è potuto fare tutto questo rinnovo del-l’ambiente e ringraziare tutti. E così anchenoi suore cogliamo l’occasione per espri-mere la nostra riconoscenza al Parroco pertutto questo interessamento di ristruttura-zione. Anche per noi, pregare in questoluogo, diventa più bello e attraente. Sullaparete destra sono appesi il quadro delBeato Giovanni Antonio Farina, nostrofondatore e quello di Santa Maria Bertilla:squisita delicatezza! Mancano alcune rifi-niture: il dipinto di San Giuseppe sulla pa-rete centrale, la Via Crucis sulla parete disinistra, l’impianto di amplificazione e lastatua di San Pio, dal momento che ilgruppo ogni mese si trova a pregare qui.Per chiunque passa, la Chiesetta sarà apertatutti i giorni tranne la domenica, dalle ore6.30 alle ore 20.00. L’incontro anche brevecon Gesù Eucaristico sarà sempre sorgentedi gioia e pace vera. Il martedì e il giovedìdi ogni settimana ci sarà Gesù espostonell’Ostensorio per l’Adorazione conti-nuata secondo l’orario ormai conosciuto:Martedì dalle 9.00 alle 22.00; Giovedì dalle9.00 alle 19.00. Anche per noi Suore queste iniziative di in-tensa preghiera danno gioia e certezza, cheper tutti ci sarà un grande aumento di fedevera e tenace. La presenza di Gesù che noiadoriamo nel Sacramento, ci salverà.

Suor Cesarina

Volto nuovo alla chiesetta di S. Giuseppe

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Il Santo del meseIl 28 GENNAIO si festeggia SAN TOMMASO D’AQUINO

Vuole essere un grazie a Giovanni Brighente, uomo che ama Monteforte, disponibile a condividere le sue “immagini”

MementoTratto dall’introduzione del Catalogo

Il prete dell’alluvione. Così mi chiamanomolti. Ma io non sono il prete dell’alluvione

sono solo un prete che ha vissuto con la suagente l’alluvione del primo novembre 2010 aMonteforte d’Alpone, la mia parrocchia.

Solo chi vive un’esperienza comequesta può comprendere il senso didesolazione che un evento disa-stroso come quello, può portare.Sono molto contento allora, chel’arte fotografica di Gianni Bri-ghente trasmetta il ricordo di queimomenti in maniera così forte edefficace che solo l’occhio attento eprofondo dell’artista può cogliere. Il mattino del primo novembre allesette e trenta stavo entrando inchiesa per le confessioni e unamico mi comunica che l’Alpone,il torrente che da secoli è fonte dipaure e di leggende del mio paese,è in piena. Sono uscito per andarea vedere. Era ormai calato di li-vello. Per forza, aveva rotto gli ar-gini e si stava riversando neiquartieri bassi del paese. Alle ottoe trenta l’acqua invadeva già ilviale principale. Sono precipitatoin chiesa e ho detto alla gente ditornare a casa, mettersi un paio distivali e andare ad aiutare chi avevabisogno.

Inizia lì una corsa di solidarietà che mi ha stu-pito e rincuorato. Per tutto il giorno dei santi e quello dei mortil’acqua ha continuato a salire invadendo inpoche ore metà della mia parrocchia. La nottetra il primo e il due novembre ho pregato laMadonna di salvare la mia gente. Ho chiestoche almeno le scuole fossero salve. La deso-lazione era tanta, unita alla tensione creata dalsenso di impotenza. L’acqua fangosa inva-deva le case. Soprattutto i cuori. Ma la Ma-donna mi ha ascoltato. Nessun morto, nessunferito e le scuole tutte salve. L’acqua è entrataal limite degli ingressi ma non dentro.Il pensiero del pastore d’anime è sempre ri-volto al cuore dell’uomo. Cosa avrebbe la-sciato un evento così violento? Come sarebbestato il futuro. E la fede, quale contraccolpone avrebbe subito?È stata la carità, l’amore, la solidarietà che cihanno salvati. Hanno salvato e dato forza allasperanza di un prete di campagna, che con lasua gente, si è tirato su le maniche e ha affron-tato con fatica e fede un lento percorso di ri-nascita, che oggi ci permette di guardareall’alluvione come un tempo nel quale siamostato accompagnati dalla provvidenza di Dio.Un tempo di umiltà e di carità.

Don Alessandro BonettiParroco

Quando papa Giovanni XXII nel 1323,iscrisse Tommaso d’Aquino nell’Albo deiSanti, a quanti obiettavano che egli non avevacompiuto grandi prodigi, né in vita né dopomorto, il papa rispose con una famosa frase:“Quante preposizioni teologiche scrisse,

tanti miracoli fece”.E questo, è il riconoscimento più grande chesi potesse dare al grande teologo e Dottoredella Chiesa, che con la sua “Summa teolo-gica”, diede sistematicamente un fondamentoscientifico, filosofico e teologico alla dottrinacristiana.Secondo numerosi autori e storici calabresi,San Tommaso d'Aquino è nato a Belcastro inprovincia di Catanzaro nell'ottobre del 1226,nel castello di proprietà dei suoi genitoriMassimo rappresentante della scolastica me-dievale, discendente dalla famiglia dei contid'Aquino, Tommaso compì i suoi studi dap-prima a Montecassino, quindi a Napoli, doveFederico II aveva fondato l'Università. All'etàdi 18 anni entrò nell'ordine domenicano e,dopo un soggiorno nel suo castello di Rocca-secca, dove si dedicò allo studio delle Sen-tenze e dei testi aristotelici, lasciò l'Italia(1246). Continuò a Colonia gli studi filosoficie teologici e fu discepolo di Alberto Magno.

Nel 1252 giunse a Parigi per iniziare l'inse-gnamento di teologia. Dopo il triennio d'in-segnamento fu chiamato presso la Curia eproseguì con i suoi spostamenti (Anagni,Viterbo, Orvieto). Dopo aver trascorso un nuovo periodo a Pa-rigi , nel 1272 fu richiamato in Italia per or-ganizzare gli studi generali di Napoli e diOrvieto e far rifiorire l'Università napoletana. Il suo pensiero ha affrontato moltissimi temidi ordine filosofico, partecipò all’elabora-zione del concetto di “Bello” dove il belloper Tommaso è ciò che si contempla con in-teresse, che soddisfa e dà godimento e quietain noi il desiderio; mezzi alla fruizione delbello sono la vista e l'udito, ma la stessa in-telligenza può essere attratta verso il belloquando la verità le si presenta in chiarezza earmonia di pensiero. Tommaso non mancò di interessarsi di Poli-tica partendo da due presupposti: il valore po-sitivo della società umana e la dipendenzadello Stato dalla Chiesa. Tommaso non ebbedifficoltà ad ammettere l'autonomia del dirittonaturale, fondato sulla ragione, rispetto al ma-gistero ecclesiastico, tuttavia ribadì il primatodella Chiesa sullo StatoInvitato da Gregorio X al Concilio di Lione,

si mise in viaggio, ma a Fossanova le condi-zioni della sua salute, già malferma, si aggra-varono e nel 1274 morì. Nel 1323 fu beatificato da Giovanni XXII egli fu attribuito il titolo di "dottore angelico".San Tommaso d’Aquino è protettore di sco-lari, studenti, librai e accademici e nei dipintie nelle sculture viene rappresentato con afianco un bue e la stella.

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Gennaio 2012

Sante Messe di Suffragio

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Impaginazione a cura di Alberto Saorin

2 LUN Bogoni Prà Gina (croc.); Temelin Luigi e Francesco; ZorzellaGelmino e Gildo; Schiavo Leonella (croc.); Tadiello Noemi(croc.); Verzini Attilio e Modenese Gloria; Gini Tullio (compl.)

4 MER Peron Silvio e Franchetto Erina; Ferrari Ada e Dal MonteMarino; Pace Silvio e Teresa

9 LUN Bogoni Emilia; Rodighiero Guglielmo e Gini Federico; Mar-cazzani Giocondo (crocetta); Cremasco Leonello e Piero;Gobbi Sante e Massagrandi Albina; Famiglia Corrà Dario;Soso Santa e Bolla Albino; Caurla Umberto e Bolla Adele;Ramazzin Maria e Tolo Alfonso; Grazia Benito; CarlettoLuciano e Fusaro Natalia; Faltracco Serafina e Napoleone

10 MAR Famiglia Muraro. Defunti dimenticati sepolti a Montef.11 MER Prà Giuseppe (crocetta); Anoardo Maria Teresa (crocetta);

Sterchele Augusta; Prà Lucia e Tullio; Zanovello Pierina;Fongaro Gianluca e Mario; Anoardo Maria Teresa;Lorenzoni Sergio e Giuseppe; Mantello Rino e Oliva

12 GIO Soso Silvia; Pasetto Gaetano e Genoveffa; Doro Giovanni

13 VEN Carletto Luciano (croc.); Mastella Lea e Dal Savio Cosma;Fusaro Natalia (croc.); Classe 1932; Faltracco Wilma

16 LUN Gini Olinto (crocetta); Pelosato Leonella (crocetta); Vene-ziani Gabriella; Mastella Nerino; Motterle Celeste; FattoriSilvietto e Gino; Corradini Lino (III anniversario); CorradiniBortolo; Marcazzani Giocondo; Anzolin Maria e Claudino;Murari Mario e Todesco Adelina

17 MAR Defunti dimenticati sepolti a Monteforte18 MER Muzzolon Giovanna; Fongaro Gianluca e Mario; Burti

Giocondo (cl. 1934); Brucculeri Rosario; Burti Giocondo

20 VEN Rodighiero Guglielmo (crocetta); Defunti Classe 1932;Confente Graziano

23 LUN Zoso Bruno (classe 1931); Bogoni Gina; Tregnaghi Maria(crocetta); Bozzola Giuseppe (crocetta); Gastaldo Fer-ruccio ed Angelina; Peter; Zoppi M. Pia (II anniversario);Prà Enrico

24 MAR Defunti dimenticati sepolti a Monteforte; Zambon Anto-nio e Maria; Mantello Luigi (anniv.) e Marcazzani Maria

25 MER Rizzetto Marina e Valente Bruno (compl.); Fongaro Gian-luca e Mario; Federico Gini (classe 1984); Leonia e IginoZanatello; Famiglia Meneghello; Lecetti Andrea e Serafina

26 GIO Rodighiero Olivo (XI anniversario); Todeschi Thomas eRoncari Dina; Pelosato Renzo e Luigi; Bianchini Bruno(compleanno)

27 VEN Bolla Domenico (crocetta); Rodighiero Maria; SchiavoLina (crocetta); Defunti Classe1932; Murari GioBattista(crocetta); Doardi Luciano (anniversario); BertuzzoAnnamaria; Gini Ottorino (anniversario); Bolla Pasqua

30 LUN Lazzarini Achille e Caterina31 MAR Cavazza Augusto

1 DOM S. Maria Madre di Dio

Sospesa la S. Messa delle ore 8.00

6 VEN Epifania

8 DOM ore 14.00 GRINV9 LUN ore 20.30 - Gruppo Carità

ore 21.00 - Gruppo Missionario

10 MAR ore 19.45 - Scuola evangelizzazione giovaniore 20.45 - Consiglio Scuola Materna

11 MER ore 21.00 - Friend 312 GIO ore 21.00 - Fidanzati II anno13 VEN ore 20.30 - Adolescenti

ore 22.00 - Adorazione giovani in oratorio

14 SAB ore 13.00 - Formazione animatoriore 14.15 - Kiriketti / ore 14.30 - Cantamica

15 DOM Giornata del Seminario

Catechismo II elementareore 15.00-20.00 - “Why not me?”

17 MAR ore 19.45 - Scuola di evangelizzazione giovani18 MER ore 15.00 - S. Messa gruppo Padre Pio in san Giuseppe19 GIO ore 21.00 - Fidanzati conviventi20 VEN ore 20.30 - Adolescenti

ore 22.00 - Adorazione giovani in Oratorio

21 SAB ore 10.30 - S. Messa nella chiesetta di S. Antonio (Toni)

ore 13.00 - Formazione animatoriore 14.15 - Kiriketti / ore 14.30 - Cantamica ore 16.30 - Penitenziale II elementareore 17.00 - Penitenziale III elementareore 19.00 - S. Messa solenne di Sant’Antonio

22 DOM Sospesa la S. Messa delle ore 9.30Mercatino della carità

23 LUN ore 10.00 - S. Messa con i sacerdoti nativi o che hanno esercitato il loro ministero a Monteforte

24 MAR ore 19.45 - Scuola di evangelizzazione giovani25 MER ore 20.45 - Catechisti26 GIO ore 21.00 - Fidanzati I anno27 VEN ore 20.30 - Adolescenti

ore 22.00 - Adorazione giovani in Oratorio28 SAB ore 13.00 - Formazione animatori

ore 14.15 - Kiriketti / ore 14.30 - Cantamicaore 15.00-19.00 - Ritiro Cresimaore 19.00 - Presentazione cresimandi

29 DOM Catechismo III elementareore 15.00-20.00 - “Why not me?”Raccolta Vestiti

30 LUN ore 21.00 - Genitori Battesimi31 MAR ore 19.45 - Scuola di evangelizzazione giovani

Calendario Attività

Novelli Sposi10 Dicembre 2011: Peron Alessio e Bregalda Arianna

Anagrafe ParrocchialeHanno concluso il loro cammino terreno

15-12-1930 Rizzotto Pierina 17-12-2011 19-09-1912 Tessari Nerina 24-12-2011

16-03-1926 Temelin Bruno 18-12-2011 01-08-1928 Pelosato Antonia 26-12-2011