Focus su dolore ed osteoporosi
-
Upload
poretti-giovanni -
Category
Health & Medicine
-
view
62 -
download
1
Transcript of Focus su dolore ed osteoporosi
Focus On:
DOLORE ed
OSTEOPOROSI
P.O. “Ss. Annunziata” – TARANTO
STRUTTURA COMPLESSA DI
ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA
Direttore: Dr. Lorenzo Scialpi
EPIDEMIOLOGIA
• In Italia le malattie reumatiche occupano il secondoposto dopo le malattie dell ’ apparato cardio-circolatorio e il primo posto fra le malattie cronico-degenerative
• Piu’ di 5 milioni e mezzo di soggetti (un decimodella popolazione) sono affetti da una malattia
reumatica: il 60-70% è rappresentato da pazientiadulti e anziani
MALATTIE REUMATICHE
TRATTAMENTO DELLE
MALATTIE REUMATICHE
DIFFERENZA TRA ARTRITE E ARTROSI
Processo infiammatorio
delle articolazioni che
interessa primariamente la
membrana sinoviale
Processo degenerativo delle
articolazioni
Compromissione della
cartilagine articolare
sottoposta a maggior carico
(colonna vertebrale, ginocchia
ed anche) ginocchia)
Osteoporosi
Artrite Artrosi
• Dolore (spontaneo, al carico e movimento)
• Rigidità articolare ( + al mattino)
• Tumefazione articolare (versamento)
• Limitazione funzionale (versamento, contrattura antalgica, usura articolare)
• Deformità e/o instabilità articolari (deviazione a colpo di vento, a collo di cigno, etc.)
• Anchilosi
Quadro clinico
TRATTAMENTO
NELLE MALATTIE REUMATICHE
• Abolire o attenuare l’infiammazione articolare e la sintomatologia dolorosa
• Rallentare l’evoluzione e la progressione della malattia
• Preservare o recuperare la funzionalità articolare
• Stabilizzare l’articolazione
Obiettivi terapeutici
TRATTAMENTO
NELLE MALATTIE REUMATICHE
Programma terapeutico conservativo (farmacologico e
riabilitativo) continuo
Trattamento chirurgico:
• Insuccesso della terapia conservativa
• Prevenzione di ulteriori deformità
• Recupero biomeccanico articolare
Timing
TRATTAMENTO
NELLE MALATTIE REUMATICHE
• Eliminare o attenuare il dolore
• Prevenire e/o correggere le lesioni e le deformità articolari
• Migliorare la funzione articolare
• Stabilizzare l’articolazione
Rydholm U Tech In Orthop 2003
Terapia chirurgica
TERAPIA PROTESICA
NELLE MALATTIE REUMATICHE
• Deformità ed instabilità articolare grave
anca, ginocchio, spalla e gomito
• Instabilità del rachide
• Rotture tendinee
• Compressione nervosa
Indicazioni assolute all’intervento
TERAPIA PROTESICA
NELLE MALATTIE REUMATICHE
• ASSOLUTE
– Artriti settiche
– Condizioni generali(patologia cardiovascolare, respiratoria, renale, neurologiche)
– Patologie psichiatriche
• RELATIVE
– Età avanzata ??
– Elevato uso di steroidi
Controindicazioni
TERAPIA PROTESICA
NELLE MALATTIE REUMATICHE
ARTROPROTESI
• ANCA
• GINOCCHIO
• spalla
• gomito
TERAPIA PROTESICA
NELLE MALATTIE REUMATICHE
TERAPIA PROTESICA
NELLE MALATTIE REUMATICHE
ARTROPROTESI ANCA
f - 21 y J.C.A.
f - 21 y J.C.A.
TERAPIA PROTESICA
NELLE MALATTIE REUMATICHE
ARTROPROTESI
GINOCCHIO
R.A. - f - 29 - R.A.
A.S. - m - 21 - J.C.A.
TERAPIA PROTESICA
NELLE MALATTIE REUMATICHE
ARTROPROTESI
SPALLA
TERAPIA PROTESICA
NELLE MALATTIE REUMATICHE
PROTESI CAVIGLIA POLSO MTF E IF
Gli interventi devono essere eseguiti nei tempi giusti, in modo da conservare o ristabilire la
funzionalità articolare
TERAPIA PROTESICA
NELLE MALATTIE REUMATICHE
La chirurgia delle artriti deve essere considerata
complementare e non alternativa al trattamento
conservativo (farmacologico e riabilitativo)
EPIDEMIOLOGIA
• In Italia le malattie reumatiche occupano il secondo posto dopo le malattiedell’apparato cardio-circolatorio e il primo posto fra le malattie cronico-degenerative
• Piu’ di 5 milioni e mezzo di soggetti (un decimo della popolazione) sono affetti da
una malattia reumatica: il 60-70% è rappresentato dapazienti adulti e anziani
MALATTIE REUMATICHE
TRATTAMENTO DELLE
MALATTIE REUMATICHE
DIFFERENZA TRA ARTRITE E ARTROSI
Processo infiammatorio delle
articolazioni che interessa
primariamente la membrana
sinoviale
Processo degenerativo delle
articolazioni
Compromissione della cartilagine articolare
sottoposta a maggior carico (colonna
vertebrale, ginocchia ed anche)
ginocchia)
Osteoporosi
Artrite Artrosi
Difficile trovare una correlazione diretta tra Osteoporosi e Dolore...
Il dolore è il sintomo che le persone temono di più, soprattutto gli anziani.
un’esperienza emozionale e sensoriale spiacevole associata ad un
danno tissutale in atto, potenziale o percepito in termini di danno. International Association for the Study of Pain (IASP)
Il dolore è definito come:
...eccetto che nellefratture da fragilità
DOLORE CRONICO
Neuropatico, Durata superiore a 3 mesi
Frattura che deriva da
un evento traumatico a
bassa energia
(come il cadere dalla
posizione eretta)
che non danneggerebbe un
osso normale
Nocicettivo, somatico
Intensità correlata all’entità del danno subìto
DOLORE ACUTO
30% dei casi la FRATTURA VERTEBRALE
Il paziente è in grado di identificare ilmomento in cui si verifica l’evento traumatico
SINTOMATICA
Stravaso di cellule(Macrofagi, Granulociti,
Linfociti, Monociti)
dovuto alla frattura, e liberazione di citochine
pro-infiammatorie…
La liberazione massiva delle citochine pro- infiammatorie
TGF-β, PDGF, FGF-2, VEGF,M-CSF, IL-1, BMPs, TNF-α IL-6, IL-10
Stimolazione dei nocicettori localizzati a livello del
PERIOSTIO e dei TESSUTI MOLLI contigui
In Italia nel 2009 ci sonostati circa 13.000 ricoveri(dati SDO) per fratturevertebrali tra gli over 65
Questo dato non rispecchia la reale incidenza di tali fratture che non sempre esitano in un ricovero e sono asintomatiche in ben il 70%
Fratture vertebrali annue stimate in Italia negli over65: 190.000
"The incidence of hip forearm humeral ankle and vertebral fragility fracture in Italy: results of 3 years multicentric study"Tarantino U. et al. Arthritis and Research (in press)
Instabilità dellaUNITÀ FUNZIONALE VERTEBRALE
causa DOLORE CRONICO
Il paziente NON è in grado di identificare il MOMENTO ESATTO in cui è iniziata la sintomatologia algica
• Perdita di competenza biomeccanica dell’osso trabecolare
• Graduale alterazione della morfologia vertebrale in assenza di dolore
• Frattura vertebrale da compressione
• Successive Fratture vertebrali (Effetto Domino)
• Ipercifosi dorsale
• Degenerazione dei dischi intervertebrali
• Degenerazione delle articolazioni interapofisarie
Briggs AM et al. BMC Musculoskeletal Disorders 2012 Crhonic low back pain is associated with reduced vertebral bone mineral measures in community-dwelling adults
Nardi A., Tarantino U, et al. Clinical Cases in Mineral and Bone Metabolism 2011Domino Effect: mechanic factors role
Le Fratture Vertebrali da Compressione (VCFs) riducono sensibilmente la Qualità della Vita
del paziente anziano
Come possiamo intervenire per ridurre la sintomatologia dolorosaed impedirne la progressione?
Decadimento psico-fisico:DepressioneRiduzione dell’attività fisicaMalnutrizione
Deterioramento delleCONDIZIONI GENERALI
Peggioramento dellaQUALITA’ DELL’OSSO
Dolore acutoIngaggio della frattura
da fragilità
Valutazionediagnostica
APPROCCIO DIAGNOSTICO-TERAPEUTICO
Dolore cronico
Anamnesi edesame clinico
L’esame obiettivo rimane un momento fondamentale per la
comprensione della natura dolore
La rachialgia è l’espressione più tipica della condizione osteoporotica
RX
RM
Scintigrafia
Dolore acutoIngaggio della frattura
da fragilità
Valutazionediagnostica
APPROCCIO DIAGNOSTICO-TERAPEUTICO
Dolore cronico
Anamnesi edesame clinico
Trattamento conservativo
Efficace
Va sempre tentato sia in caso di dolore acuto che cronico perché...
...i pazienti non operati tendono
comunque a migliorare la
sintomatologia algica con il passare
del tempo (probabilmente per il
consolidare della frattura)
Non Efficace
Vertebroplasticacifoplastica
Dolore acutoIngaggio della frattura
da fragilità
Valutazionediagnostica
APPROCCIO DIAGNOSTICO-TERAPEUTICO
Dolore cronico
Anamnesi edesame clinico
Trattamento conservativo
Efficace
Non Efficace
TRATTAMENTO ANTIOSTEOPOROTICO
Le tecniche di cementazione percutanea dei corpi vertebrali sono trattamenti efficaci nel management dei pazienti con VCFs sintomatiche refrattarie alla
terapia medica
0
10
20
30
40
50
60
<1 Anno 1-2 Anni 2-5 Anni >5 Anni
Tempo medio tra due fratture
%
IL RISCHIO DI RIFRATTURA PERSISTE PER CIRCA 10 ANNI SENZA DIFFERENZE DI GENERE
I DATI RACCOLTI IN 3 CONTINENTI DIFFERENTI EVIDENZIANO UN’ADERENZA ALLA TERAPIA, PER LA
PREVENZIONE SECONDARIA, ANCORA MOLTO BASSA
• CONTINENTE ASIATICO(KOREA):
– 39%
• CONTINENTE AMERICANO
– 13%
• CONTINENTE EUROPEO (SPAGNA, UK)
– 25%
LombardiaEmiliaToscanaCampaniaCalabria
Donne >65 anniFRATTURA FEMORE5636 casi
FRATTURATI FEMORE FRATTURATI FEMORETrattati dopo frattura
FRATTURATI FEMORETrattati dopo fratturaCon aderenza > 80%
INCIDENZA DI RIFRATTURE
Riduzione del rischio di fratture vertebrali
Rid
uzio
ne
de
l ri
sc
hio
%
Adattato da Wells GA et al., The Cochrane Library, 2008.
0
10
20
30
40
50Alendronato
-45%
RR0,55
Risedronato
-39%
RR0,61
0
10
20
30
40
50Ranelato
-37%
RR0,63
0
10
20
30
40
50
Adattato da O’Donnel S et al., The Cochrane Library, 2008
Metanalisi Cochrane
Il DOLORE è la naturale conseguenzadell’evento fratturativo nel paziente
ed è il principale fattore checomporta una
RIDUZIONE DELLA QUALITA’ DI VITA
L’OSTEOPOROSI è definita come una patologia insidiosa
finchè non mostra i suoi effetti al momento della
FRATTURA
Conclusioni
La PREVENZIONE SECONDARIA neipazienti con FATTORI DI RISCHIO o con pregresse fratture da fragilità
non vertebrali richiede un APPROPRIATO APPROCCIO
DIAGNOSTICO-TERAPEUTICO
La RACHIALGIA è il dolore più frequente nel paziente affetto
da OSTEOPOROSI
Conclusioni
ANTICIPARE il dolore acuto della frattura vertebrale
attraverso un appropriato INTERVENTO TERAPEUTICO di provata efficacia comporta un
indubbio beneficio in termini di MIGLIORAMENTO della
QUALITA’ DI VITA e DISABILITA’
Conclusioni
Terapia farmacologica FKT
Terapia chirurgica
NELLE MALATTIE REUMATICHE
FKT
Terapia chirurgica
Conclusioni
Grazie