Focus Economia 02-2011
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FocusEconomia! Occupazione! Avviamenti al lavoro! Tirocini! Mobilità ! Cassa Integrazione ! Produzione Industriale ! Export ! Patrimonio! Credito
Approfondimento economico sindacale della CGIL Toscana a cura di IRES Toscana. In collaborazione con Dipartimenti Attività Produttive e Mercato del Lavoro CGIL Toscana e Fisac Toscana
01 02 03 04 2011
FOCUSECONOMIA
APRILE 2011
Sommario! Introduzione
pagina 1
! Andamento dell’occupazione pagina 2
! Avviamenti al lavoropagina 6
! Tirocinipagina 9
! Mobilità pagina 11
! Cassa integrazionepagina 13
! Produzione industrialepagina 18
! Export Toscanapagina 19
! Patrimoniopagina 27
! Creditopagina 31
Approfondimento economico sindacale della CGIL Toscana a cura di IRES Toscana. In collaborazione con Dipartimenti Attività Produttive e Mercato del Lavoro CGIL Toscana e Fisac Toscana
FontiBANCA D’ITALIACGIL TOSCANACONFINDUSTRIAINPSIRPETISTAT REGIONE TOSCANAUNIONCAMERE
INTRODUZIONE
FOCUS ECONOMIA
Questo secondo numero di FOCUS ECONOMIA fotografa la situazione economico-sociale della Toscana così come appare alla fine del 2010 e all'inizio del 2011. Lo scenario che si delinea è quello di un'economia regionale che lancia segnali di ripresa (rimarcabile nei comparti interessati all'export) ma che non è in grado di dispiegare le potenzialità necessarie a un sostanziale cambio di passo dopo l'abisso del 2009 e della prima metà del 2010. La produzione industriale ha rallentato la già lieve crescita registrata nei trimestri precedenti e fa prevedere un periodo decisamente lungo nella prospettiva di riallineamento rispetto al periodo immediatamente precedente la caduta del 2008-2009. Performances interessanti nell'export, soprattutto della meccanica e del TAC non permettono comunque il manifestarsi di aspettative di crescita stabili. Molto problematica appare la situazione finanziaria della Toscana, sia per l'andamento delle sofferenze bancarie che per gli impieghi verso le attività produttive, A risentire pesantemente dell'incerta situazione è comunque l'occupazione. Il Mercato del Lavoro toscano, analogamente a quanto avviene a livello nazionale, non reagisce alla timida e faticosa risalita del quadro economico, anzi, manifesta una chiara tendenza al peggioramento. Questa situazione è palesemente sostenuta dal perdurante ricorso agli ammortizzatori sociali (nei primi tre mesi del 2011 la CIG autorizzata è aumentata rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente) e dalla debolezza degli avviamenti al lavoro. Questi ultimi hanno infatti registrato una caduta nell'ultimo trimestre del 2010 rispetto allo stesso periodo del 2009. In ogni caso i dati degli avviamenti ci mostrano una tendenza verso la diminuzione del lavoro stabile e l'aumento dei rapporti di lavoro di tipo temporaneo o, addirittura occasionale. Cosa questa che avvalora una prospettiva di precariato per i nuovi lavori, in particolare per giovani e donne. Abbiamo voluto pubblicare, in questo numero anche una valutazione della situazione patrimoniale dei lavoratori dipendenti e dei pensionati in base ai dati relativi alle denunce dei redditi. Contiamo di sviluppare ulteriormente questo importante filone di analisi socio-economica.Anche questo numero di FOCUS ECONOMIA sarà a disposizione delle strutture sindacali, degli operatori economici, dei ricercatori, delle istituzioni e di chiunque voglia interagire con noi nell'approfondimento di questi dati.
Firenze aprile 2011
Il Presidente Emanuele Berretti
Il Direttore Fabio Giovagnoli1
FOCUSECONOMIA ANDAMENTO DELL’OCCUPAZIONEA cura di Franco Bortolotti, Ires Toscana
Da qualche giorno l’ISTAT ha reso disponibili i dati delle rilevazioni (ex trimestrali) delle forze di lavoro.La tendenza rilevata ultimamente è quella di un leggero miglioramento dei dati fondamentali del mercato del lavoro. Ad esempio il tasso di disoccupazione va stabilizzandosi fra il 5% e il 6% (5,7% nel quarto trimestre), valori finalmente inferiori a quelli corrispondenti degli anni e trimestri precedenti (il tasso di disoccupazione aveva superato il 7% all’inizio dell’anno).
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Anche il dato occupazionale vede finalmente un lieve aumento rispetto all’anno precedente (+4mila unità), dopo quattro trimestri di pesanti perdite.Sembra pertanto passato il periodo più negativo della crisi, anche se la velocità della ripresa è tutt’altro che adeguata a recuperare i livelli occupazionali precedenti.Nell’ultimo trimestre dell’anno è in ripresa l’occupazione nell’edilizia (sia dipendenti, +9% che indipendenti +16%), quella dipendente nei servizi (+6%), che è la componente maggioritaria dell’occupazione regionale, e quella indipendente del commercio (+4%). Sembrano segnalare difficoltà invece i dati dell’occupazione agricola e dell’industria manifatturiera, ma anche l’occupazione dipendente del commercio e quella indipendente dei servizi.
Si ricorda che i dati delle forze di lavoro sono rilevazioni campionarie: in quanto tali, danno risultati che si avvicinano alla realtà nella misura in cui i campioni utilizzati sono sufficientemente numerosi
Variazione occupazione (in migliaia) rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente
Variazione occupazione (in migliaia) rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente
Variazione occupazione (in migliaia) rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente
Variazione occupazione (in migliaia) rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente
trimestre trimestreI - 05 42 I - 08 52II-05 20 II-08 36III-05 20 III-08 14IV-05 6 IV-08 8I - 06 35 I - 09 -5II-06 64 II-09 12III-06 27 III-09 -31IV-06 17 IV-09 -6I - 07 -27 I - 10 -29II-07 -26 II-10 -38III-07 43 III-10 -2IV-07 26 IV-10 4
Variazioni % dell’occupazione IV trim2009 – IV trim. 2010Variazioni % dell’occupazione IV trim2009 – IV trim. 2010
Settori Variazione % occupazione
agric.dipendente -17%
agricoltura indipendente -8%
industria dipendente -6%
industria indipendente -23%
edilizia dipendente +9%
edilizia indipendente +16%
servizi dipendente +6%
servizi indipendente -4%
commercio dipendente -2%
commercio indipendente +4%
TOTALE DIPENDENTI +2%
TOTALE INDIPENDENTI -3%
TOSCANA
APRILE 2011
Sommario! Introduzione
pagina 1
! Andamento dell’occupazione pagina 2
! Avviamenti al lavoropagina 6
! Tirocinipagina 9
! Mobilità pagina 11
! Cassa integrazionepagina 13
! Produzione industrialepagina 18
! Export Toscanapagina 19
! Patrimoniopagina 27
! Creditopagina 31
Approfondimento economico sindacale della CGIL Toscana a cura di IRES Toscana. In collaborazione con Dipartimenti Attività Produttive e Mercato del Lavoro CGIL Toscana e Fisac Toscana
FontiBANCA D’ITALIACGIL TOSCANACONFINDUSTRIAINPSIRPETISTAT REGIONE TOSCANAUNIONCAMERE
FOCUSECONOMIA ANDAMENTO DELL’OCCUPAZIONE A cura di Franco Bortolotti, Ires Toscana
Adesso segnaliamo alcuni dati relativi alle medie annuali 2010 delle rilevazioni delle forze di lavoro: si tratta di dati meno aggiornati di quelli precedentemente esaminati (perché ci danno dati medi relativi a tutto l’arco annuale del 2010), ma che hanno il vantaggio di essere disponibili non solo a livello regionale ma anche provinciale e di area vasta.Le persone in cerca di occupazione nel 2010 hanno superato la soglia delle 100mila unità in Toscana (in Italia sono nel complesso oltre 2,1 milioni). Il tasso di disoccupazione è, cresciuto dal 7,8% all’8,4% in Italia, e dal 5,8% al 6,1% in Toscana. Il dato medio regionale deriva però da una diminuzione
della disoccupazione femminile (passata dal 7,8% al 7,5%) e da un aumento di quella maschile (dal 4,2% al 5%), ciò che va messo in relazione con il fatto che la crisi ha colpito soprattutto il settore industriale, in cui l’occupazione, specie operaia, è di gran lunga prevalentemente maschile. A livello territoriale si registra una leggera convergenza verso i valori medi, essendo più alto (7,2%) ma leggermente migliorato (dal 7,3%) il tasso di disoccupazione della Toscana costiera, mentre peggiora, anche se rimane inferiore, quello della Toscana centro-metropolitana (5,5%) e della Toscana Meridionale (5,4%).
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2010 In cerca occupazione (dati in migliaia)
2010 In cerca occupazione (dati in migliaia)
Tasso di disoccupazioneTasso di disoccupazioneTasso di disoccupazioneTasso di disoccupazioneTasso di disoccupazioneTasso di disoccupazione
Totale Maschi 09 Femmine09 Totale 09 Maschi 10 Femmine10 Totale 10Area Centrale 39 3,9 7,3 5,4 4,5 6,8 5,5Area Costiera 42 5,6 9,6 7,3 6,2 8,5 7,2Area Meridionale 21 3,5 7,5 5,2 4,0 7,3 5,4Toscana 101 4,2 7,8 5,8 5,0 7,5 6,1Italia 2.102 6,8 9,3 7,8 7,6 9,7 8,4
Diminuisce invece il tasso di attività complessivo, passato dal 68,9% al 68% della popolazione in età da lavoro, ciò che è motivato da una crescita dello “scoraggiamento” sul mercato del lavoro, ossia dal ritirarsi di coloro (soprattutto nelle così dette “fasce deboli”) che pensano di non avere possibilità concrete di trovare lavoro e quindi smettono di cercare un’occupazione. Al contrario di quanto osservato per la disoccupazione, questo fenomeno riguarda soprattutto le donne, il cui tasso di attività si abbatte di 1,3 punti percentuali (da 60,2% a 58,0%, mentre la diminuzione del tasso di attività fra gli uomini è più contenuta (dal 77,6% al 77,2%). La diminuzione del tasso di attività riguarda soprattutto la zona costiera (dal 67% al 65% in generale e dal 57,9% al 55% per le donne in particolare), già occupazionalmente più debole.
Tasso di attività (15-64 anni)Tasso di attività (15-64 anni)Tasso di attività (15-64 anni)Tasso di attività (15-64 anni)Tasso di attività (15-64 anni)
Maschi 2009 Femmine2009 Maschi 2010 Femmine2010
Area Centrale 78,6 62,6 79,0 61,9
Area Costiera 76,4 57,9 75,1 55,0
Area Meridionale 78,2 59,9 77,6 60,2
Toscana 77,6 60,2 77,2 58,9
APRILE 2011
Sommario! Introduzione
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! Tirocinipagina 9
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FOCUSECONOMIA ANDAMENTO DELL’OCCUPAZIONE A cura di Franco Bortolotti, Ires Toscana
L’esito congiunto delle due tendenze sopra esaminate (l’aumento della disoccupazione soprattutto maschile e l’aumento dello scoraggiamento, soprattutto femminile) decreta una diminuzione del tasso di occupazione (cioè il rapporto occupati / popolazione in età da lavoro) dal 64,8% al 63,8%, più accentuato nell’area costiera (dal 62,6% al 60,2%), che vale per tutti i segmenti dell’occupazione regionale, salvo gli uomini dell’area vasta centrale (il cui tasso di occupazione è costante) e le donne dell’area vasta meridionale (tasso di occupazione dal 55,3% al 55,8%).
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Tasso di occupazione (15 - 64 anni)Tasso di occupazione (15 - 64 anni)Tasso di occupazione (15 - 64 anni)Tasso di occupazione (15 - 64 anni)Tasso di occupazione (15 - 64 anni)Tasso di occupazione (15 - 64 anni)Tasso di occupazione (15 - 64 anni)
Maschi 2009 Femmine2009 Totale2009 Maschi 2010 Femmine2010 Totale2010
Area Centrale 75,4 58,0 66,6 75,4 57,7 66,4Area Costiera 72,6 52,9 62,6 70,4 50,3 60,2Area Meridionale 75,4 55,3 65,3 74,4 55,8 65,0Toscana 74,3 55,4 64,8 73,3 54,5 63,8
La dimensione occupazionale dell’economia toscana comprende circa un milione e mezzo di posti di lavoro, di cui quasi 1,1 milioni di lavoratori dipendenti e 460mila lavoratori autonomi.La quota occupazionale dei lavoratori autonomi è dunque mediamente del 30%, che sale al 32% nell’area vasta costiera, ma scende al 28% nell’area metropolitana centrale. L’area costiera infatti ha sì un’industria manifatturiera più concentrata (dunque con più lavoratori dipendenti) ma è dominata maggiormente dalle attività turistico-terziarie (nonché da una edilizia di supporto a queste) che hanno un’ancor maggiore quota occupazionale di lavoratori autonomi.
Occupazione totaleOccupazione totaleOccupazione totaleOccupazione totaleOccupazione totaleOccupazione totaleagricoltura Industria edilizia servizi totale
2010 2010 2010 2010 2010
area centrale 14 138 51 457 660
area costa 12 88 53 380 533
area sud 30 68 35 227 361
Totale 56 295 139 1.064 1.554dipendenti agricoltura Industria edilizia servizi totale
2010 2010 2010 2010 2010
area centrale 8 108 24 333 473
area costa 4 67 25 270 365
area sud 16 54 20 164 255
Totale 28 229 69 767 1.093indipendenti agricoltura Industria edilizia servizi totale
2010 2010 2010 2010 2010
area centrale 6 30 27 124 187
area costa 8 22 28 110 168
area sud 14 14 15 63 106
Totale 28 66 70 297 461
APRILE 2011
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FOCUSECONOMIA ANDAMENTO DELL’OCCUPAZIONE A cura di Franco Bortolotti, Ires Toscana
Rispetto al 2009 l’occupazione complessiva è ancora una volta leggermente diminuita (-1%), con una performance nettamente peggiore nell’area vasta costiera (-3%). Tuttavia i due settori più rilevanti hanno avuto dinamiche nettamente divaricate. Il settore terziario è tutto sommato rimasto stabile (+1%), anche se nell’area costiera l’effetto di trascinamento della crisi ha comportato un tasso di variazione negativo anche in questo settore (-1%), mentre nell’area meridionale la dinamica è stata piuttosto sostenuta (+2%). Invece l’industria manifatturiera ha subito una gravissima contrazione occupazionale, perdendo il 10% degli addetti (ma quasi il doppio, il 19%, nell’area vasta costiera, e valori comunque sensibili, -5% e -7% nelle altre due aree vaste). Sembrano invece in ripresa gli altri due settori occupazionali, quello dell’edilizia (+7%) e quello dell’agricoltura (+4%), anche se la dimensione ridotta dei campioni Istat rende questi due ultimi dati (soprattutto quello dell’agricoltura) poco affidabili. Complessivamente sembra che l’occupazione autonoma perda più terreno di quella dipendente soprattutto nel comparto terziario, dove ad un aumento del 2% degli occupati dipendenti corrisponde una diminuzione del -3% degli occupati autonomi (soprattutto di quelli localizzati nell’area vasta centrale (-5%).
Può essere interessante cercare di capire se gli ultimi anni di stagnazione e crisi occupazionale stanno cambiando la struttura occupazionale stessa della regione. Analizziamo dunque, su un arco di 5 anni, la variazione delle quote percentuali di ogni segmento di occupazione, e lo poniamo a confronto con quanto si è verificato nelle due regioni con struttura economica più “somigliante” a quella toscana (Emilia-Romagna e Veneto). Emergono sostanzialmente due specificità toscane, a prescindere dalle differenze già esistenti all’inizio del periodo:L’occupazione dipendente dell’industria toscana si è fortemente ridotta (-3,8%) a differenza delle altre due regioni (-0,5% e -1,9%);L’occupazione indipendente ha invece tenuto (sommando quella di tutti i settori, è diminuita dello 0,2%, contro il –3,5% dell’Emilia-Romagna e il -2,6% del Veneto). Il settore che guadagna più occupazione è quello del lavoro dipendente nei servizi (ma ciò avviene anche nelle altre due regioni), seguito dal lavoro indipendente in edilizia (che invece in Veneto ed Emilia-Romagna si è ridotto).5
Variazioni 2009-2010 dell’occupazioneVariazioni 2009-2010 dell’occupazioneVariazioni 2009-2010 dell’occupazioneVariazioni 2009-2010 dell’occupazioneVariazioni 2009-2010 dell’occupazioneVariazioni 2009-2010 dell’occupazioneTotale Agricoltura Industria edilizia servizi totale
2010 2010 2010 2010 2010
area centrale 14% -7% 7% 1% 0%
area costa 20% -19% 7% -1% -3%
area sud -5% -5% 6% 2% 1%
TOSCANA 4% -10% 7% 1% -1%dipendenti Agricoltura industria edilizia servizi totale
2010 2010 2010 2010 2010
area centrale 31% -6% 0% 3% 1%
area costa -10% -20% 14% 0% -3%
area sud -3% -6% 3% 3% 0%
TOSCANA 4% -10% 6% 2% -1%indipendenti agricoltura industria edilizia servizi totale
2010 2010 2010 2010 2010
area centrale -3% -9% 14% -5% -3%
area costa 44% -16% 1% -3% -3%
area sud -7% 0% 10% 1% 1%
TOSCANA 4% -10% 8% -3% -2%
Variazione delle quote % di ripartizione dell’occupazione in tre regioni (medie annuali 2005-2010)
Variazione delle quote % di ripartizione dell’occupazione in tre regioni (medie annuali 2005-2010)
Variazione delle quote % di ripartizione dell’occupazione in tre regioni (medie annuali 2005-2010)
Variazione delle quote % di ripartizione dell’occupazione in tre regioni (medie annuali 2005-2010)
Toscana Emilia R. Veneto
agric.dipendente -0,1 0 0,2
agricoltura indipendente -0,2 -0,4 -0,6
industria dipendente -3,8 -0,5 -1,9
industria indipendente -0,3 -0,9 -0,8
edilizia dipendente 0,1 -0,1 0,2
edilizia indipendente 0,9 -0,3 -0,5
servizi dipendente 3,9 3,6 3,6
servizi indipendente 0 -1,3 0
commercio dipendente 0,1 0,4 0,6
commercio indipendente -0,6 -0,6 -0,7
APRILE 2011
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FOCUSECONOMIA AVVIAMENTI AL LAVORO
I dati relativi agli avviamenti al lavoro hanno un enorme potenziale
conoscitivo, che ci ripromettiamo di ripercorrere, per approssimazioni
successive, in riferimento all’ambito regionale e alle sue componenti
di area vasta. Sfortunatamente si tratta di dati che possono fuorviare e
ingannare l’osservatore come pochi altri. Facciamo l’esempio di un
raddoppio degli avviamenti da un periodo ad un altro: a prima vista
potremmo considerarlo un incoraggiante incremento di occupazione.
Ma potrebbe darsi che tale incremento degli avviamenti si eserciti su
una “durata media” del rapporto di lavoro dimezzata: allora avremo
non più un incremento occupazionale ma una precarizzazione dei
rapporti di lavoro. Ancora, tale accorciamento medio dei rapporti di
lavoro può coinvolgere un numero dimezzato di persone, oppure
raddoppiato, ed evidentemente le implicazioni (analitiche, ma anche
in termini di politiche del lavoro) sono molto differenti: un nucleo
ridotto di persone che ruota di continuo (nello stesso posto di lavoro?
Oppure in settori e ruoli differenti?) oppure una quantità crescente di
persone che lavora “ogni tanto”. Si tratta di dati, dunque, che vanno
interrogati con gradualità ed analizzati con prudenza. Inoltre i dati
sono affetti sia da problemi di differente efficienza dei servizi
territoriali all’impiego nel trattare i dati registrandoli con tempestività
e precisione, sia da problemi connessi al continuo cambiamento
dell’inquadramento amministrativo e legale, che provoca movimenti
statistici non sempre corrispondenti all’interpretazione più banale e
immediata del dato.
Tenendo presenti queste avvertenze, nell’ultimo trimestre del 2010 gli
avviamenti si sono contratti del 9% in Toscana rispetto al IV trimestre
del 2009.
Questa contrazione è particolarmente pesante per quanto riguarda il
lavoro a tempo indeterminato, i cui avviamenti si riducono da 18.500
(IV trim, 2009) a 12.553 (IV trim. 2010) con una riduzione del 32%.
Parimenti in regresso appaiono i contratti di lavoro a tempo
determinato, che si riducono del 25%. I contratti a tempo determinato
rimangono quelli maggiormente diffusi (41% del totale, rispetto al
50% dell’ultimo trimestre dell’anno precedente). Fra le tipologie
contrattuali in fase di ridimensionamento, abbiamo il contratto di
apprendistato (5.268, il 4% del totale, -18% rispetto allo stesso
trimestre dell’anno precedente), il lavoro occasionale (poco più di
5mila unità, 4% del totale regionale, -14%) e il contratto di
somministrazione (ex interinale), che passa da oltre 17.000 unità (11%
del totale regionale a quasi 13.000 (9% del totale regionale, con una
riduzione del 25%, dovuta anche alla persistente crisi del settore
industriale, nel quale indirizza la maggior parte degli avviati).
Le altre forme invece registrano incrementi di una certa rilevanza, a
partire dal lavoro a progetto (19.425 unità, +65%) e dal lavoro
domestico (oltre 13mila unità, +119%). I contratti di tirocinio passano
da 2.700 a 3.700 (+36%), quelli di lavoro intermittente da 8mila a 9mila
circa (+13%), il lavoro a domicilio e il contratto di inserimento
rimangono su livelli modesti, gli associati in partecipazione
aumentano del 27% superando di poco i 3mila avviamenti. Possiamo
osservare che in una situazione di crisi occupazionale e della
domanda effettiva, cominciano effettivamente a risentirsi gli effetti
destrutturati della L.30, che negli anni precedenti erano stati
contenuti da un mercato del lavoro che, se non era particolarmente
dinamico, si trovava comunque vincolato da una offerta
tendenzialmente decrescente per motivi demografici (in cui dunque i
lavoratori, di norma, riuscivano a spuntare un contratto relativamente
“stabile”). L’impressione generale che questi dati comunicano è quella
di una accelerazione di un processo di precarizzazione che era pur
presene anche in precedenza, ma che si sviluppava con ritmi
sensibilmente più lenti.
A cura di Franco Bortolotti, Ires Toscana
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APRILE 2011
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FOCUSECONOMIA AVVIAMENTI AL LAVOROA cura di Franco Bortolotti, Ires Toscana
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TOSCANA - Contratto Avviamenti IV trimestre 2010 % Avviamenti IV trimestre 2009 % Variazione percentuale
Lavoro a tempo indeterminato 12.553 8,4% 18.500 11,3% -32,1%
Lavoro a tempo determinato 61.430 41,1% 82.337 50,3% -25,4%
Somministrazione 12.979 8,7% 17.388 10,6% -25,4%
Lavoro a progetto/co.co.co 19.425 13,0% 11.761 7,2% 65,2%
Lavoro domestico 13.743 9,2% 6.262 3,8% 119,5%
Lavoro intermittente 9.121 6,1% 8.047 4,9% 13,3%
Apprendistato 5.268 3,5% 6.432 3,9% -18,1%
Lavoro occasionale 5.243 3,5% 6.076 3,7% -13,7%
Associazione in partecipazione 3.139 2,1% 2.474 1,5% 26,9%
Tirocinio 3.784 2,5% 2.538 1,6% 49,1%
Lavoro a domicilio 176 0,1% 89 0,1% 97,8%
Contratto di inserimento lavoro 198 0,1% 188 0,1% 5,3%
Altre forme 2.494 1,7% 1.311 0,8% 90,2%
TOTALE 149.553 100% 163.638 100% -8,6%
0
11.250
22.500
33.750
45.000
56.250
67.500
78.750
90.000
Lavo
ro a
tem
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Lavo
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Lavo
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rimen
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voro
Altr
e fo
rme
4° trimestre 2010 4° trimestre 2009Toscana
APRILE 2011
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Approfondimento economico sindacale della CGIL Toscana a cura di IRES Toscana. In collaborazione con Dipartimenti Attività Produttive e Mercato del Lavoro CGIL Toscana e Fisac Toscana
FontiBANCA D’ITALIACGIL TOSCANACONFINDUSTRIAINPSIRPETISTAT REGIONE TOSCANAUNIONCAMERE
FOCUSECONOMIA AVVIAMENTI AL LAVOROA cura di Franco Bortolotti, Ires Toscana
8
Area CentraleContratto Avviamenti IV trimestre 2010 % Variazioni 2009-2010Lavoro a tempo indeterminato 7.114 11% -27%Lavoro a tempo determinato 25.594 39% -32%Somministrazione 4.887 11% -21%Lavoro a progetto/co.co.co 9.315 14% +53%Lavoro domestico 6.245 9% +114%Lavoro intermittente 3.564 5% +25%Apprendistato 2.257 3% -20%Lavoro occasionale 3.428 5% -19%Associazione in partecipazione 781 1% -6%Tirocinio 1.623 2% +35%Lavoro a domicilio 101 0% +120%Contratto di inserimento lavoro 75 0% -7%Altre forme 1.376 2% +72%TOTALE 66.360 100
%-12%
Provincia
Avviamenti IV trimestre 2010
Variazioni % 2009-2010
% Tempo indeterminato
Variazione t.ind. % 2009-2010
Arezzo 15.816 +21% 5% -32%
Firenze (escl. Empoli)
42.556 -15% 6% -50%
Empoli 4.163 -36% 16% -46%
Grosseto 8.700 -9% 8% -22%
Livorno 12.936 -19% 6% -51%
Lucca 13.218 -7% 10% -23%
Massa-Carrara 5.351 +1% 11% -29%
Pisa 14.161 -19% 5% -60%
Pistoia 8.621 -2% 6% -43%
Prato 11.020 +9% 32% +24%
Siena 13.011 +5% 6% -32%
Toscana 149.553 -9% 8% -31%
Area CostieraContratto Avviamenti IV trimestre 2010 % Variazioni 2009-2010Lavoro a tempo indeterminato 3.223 7% -42%Lavoro a tempo determinato 17.759 39% -25%Somministrazione 5.141 11% -42%Lavoro a progetto/co.co.co 6.017 13% +56%Lavoro domestico 4.224 9% +98%Lavoro intermittente 3.447 8% -2%Apprendistato 1.730 4% -26%Lavoro occasionale 1.005 2% -19%Associazione in partecipazione 840 2% +124%Tirocinio 1.460 3% +31%Lavoro a domicilio 41 0% +95%Contratto di inserimento lavoro 83 0% +36%Altre forme 696 2% +285%TOTALE 45.666 100
%-14%
Area MeridionaleContratto Avviamenti IV trimestre 2010 % Variazioni 2009-2010Lavoro a tempo indeterminato 2.216 6% -29%Lavoro a tempo determinato 18.077 48% -14%Somministrazione 2.951 8% +24%Lavoro a progetto/co.co.co 4.093 11% +127%Lavoro domestico 3.274 9% +170%Lavoro intermittente 2.110 6% +25%Apprendistato 1.281 3% +2%Lavoro occasionale 810 2% +40%Associazione in partecipazione 1.518 4% +20%Tirocinio 701 2% +58%Lavoro a domicilio 34 0% +55%Contratto di inserimento lavoro 40 0% -13%Altre forme 422 1% +29%TOTALE 37.527 100
%+7%
APRILE 2011
Sommario! Introduzione
pagina 1
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FontiBANCA D’ITALIACGIL TOSCANACONFINDUSTRIAINPSIRPETISTAT REGIONE TOSCANAUNIONCAMERE
FOCUSECONOMIA TIROCINI ATTIVATIA cura del Dipartimento Mercato del Lavoro - CGIL Toscana
9
Tirocini attivati 20082008 20092009 20102010 Var. %2010/2009
Var. %2010/2009
Var. %2010/2008
Var. %2010/2008
TotaleDi cui
Donne TotaleDi cui
Donne TotaleDi cui
Donne TotaleDi cui
Donne TotaleDi cui
DonneArezzo 1.047 595 931 584 1.039 561 12% -4% -0,8 -5,7Firenze 3.068 1.761 3.091 1.793 4.709 2.757 52% 54% 53,5 56,6
Di Cui Circondario Empolese V.E.: (642) (413) (586) (348) (799) (471) 36% 35% 24,5 14,0Grosseto 520 294 454 270 662 423 46% 57% 27,3 43,9Livorno 504 332 545 366 671 430 23% 17% 33,1 29,5Lucca 1.264 755 1.370 794 2.098 1.265 53% 59% 66,0 67,5Massa Carrara 311 194 328 198 324 215 -1% 9% 4,2 10,8Pisa 1.696 1.078 1.848 1.120 2.370 1.341 28% 20% 39,7 24,4Pistoia 726 414 832 477 996 574 20% 20% 37,2 38,6Prato 750 453 798 479 1.036 616 30% 29% 38,1 36,0Siena 592 346 540 314 852 459 58% 46% 43,9 32,7
TOSCANA 10.478 6.222 10.737 6.395 14.757 8.641 37% 35% 40,8 38,9
AR FI GR LI LU MS PI PT PO SI
0
1.250
2.500
3.750
5.000
Senza titolo 1 Senza titolo 3 Senza titolo 5 Senza titolo 7 Senza titolo 9
TIROCINI ATTIVATI PER PROVINCIA 2008, 2009, 2010 Meritevole di
approfondimento in questo quadro complessivo
l’andamento dei tirocini e dell’apprendistato, in cui la
consistente crescita dei primi
e la contemporanea riduzione dei secondi ed anche degli
avviamenti dei contratti a termine e dei contratti a
somministrazione fa temere,
con qualche ragione, un utilizzo distorto dei tirocini
come strumento sostitutivo dei contratti a causa mista e
temporanei.( tab. 4,5 e 6)
APRILE 2011
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FOCUSECONOMIA TIROCINI AVVIATIA cura del Dipartimento Mercato del Lavoro - CGIL Toscana
10
Tirocini avviati 20082008 20092009 20102010 Var. %2010/2009
Var. %2010/2009
Var. %2010/2008
Var. %2010/2008
TotaleDi cui
Donne TotaleDi cui
Donne TotaleDi cui
Donne TotaleDi cui
Donne TotaleDi cui
DonneArezzo 833 474 821 513 881 469 7,3 -8,6 5,8 -1,1Firenze 2.606 1.445 2.554 1.487 3.359 1.974 31,5 32,8 28,9 36,6
Di cui Circondario Empolese V.E.: 487 316 477 299 610 361 27,9 20,7 25,3 14,2Grosseto 391 222 390 231 544 348 39,5 50,6 39,1 56,8Livorno 325 208 435 300 499 330 14,7 10,0 53,5 58,7Lucca 1.065 625 1.138 662 1.701 1.022 49,5 54,4 59,7 63,5Massa carrara 205 143 283 172 260 172 -8,1 0,0 26,8 20,3Pisa 1.412 879 1.690 1.030 1.820 1.030 7,7 0,0 28,9 17,2Pistoia 570 326 662 379 754 447 13,9 17,9 32,3 37,1Prato 575 355 617 367 735 433 19,1 18,0 27,8 22,0Siena 470 277 456 274 633 341 38,8 24,5 34,7 23,1
TOSCANA 8.452 4.954 9.046 5.415 11.186 6.566 23,7 21,3 32,3 32,5
AR FI GR LI LU MS PI PT PO SI
0
1.000
2.000
3.000
4.000
Senza titolo 1 Senza titolo 3 Senza titolo 5 Senza titolo 7 Senza titolo 9
TIROCINI AVVIATI PER PROVINCIA 2008, 2009, 2010
0
100
200
300
400
500
600
Senza titolo 1 Senza titolo 3 Senza titolo 5
0
8
112
23
237
9
88
249
144
289
App
rend
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Tirocinanti con trasformazione da tirocinio a contratto di lavoro Anno 2010 - Trasformati e Non trasformatiAPRILE 2011
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FOCUSECONOMIA MOBILITÀ
Gli elementi di preoccupazione sono confermati dall’andamento della mobilità.
Infatti nel quarto trimestre del 2010 tornano ad aumentare, seppure non di molto le iscrizioni alla mobilità ( tab. 1 ) E’ però un segnale in forte controtendenza con i primi tre trimestri che avevano registrato una riduzione importante dei licenziamenti per riduzione del personale o cessazione con un -17,7% complessivo.(TAB 2). Questo fa sì che il dato di fine anno registri una ben più modesta riduzione del ricorso alla mobilità al 10,9% (tab.3)
A cura del Dipartimento Mercato del Lavoro - CGIL Toscana
11
Iscrizioni alla mobilità 4° trim.
4 trim. 2009
4 trim. 2010
Var. % 2010/2009
TOSCANA 6.235 6.382 2,4di cui donne 2.566 2.405 -6,3Arezzo 483 551 14,1di cui donne 219 241 10,0Circ. Empolese V.E. 427 334 -21,8di cui donne 181 131 -27,6Firenze 1.400 1.389 -0,8di cui donne 606 591 -2,5Grosseto 306 350 14,4di cui donne 109 134 22,9Livorno 623 556 -10,8di cui donne 213 216 1,4Lucca 526 607 15,4di cui donne 199 248 24,6Massa Carrara 397 686 72,8di cui donne 126 130 3,2Pisa 680 525 -22,8di cui donne 285 190 -33,3Pistoia 503 502 -0,2di cui donne 247 169 -31,6Prato 561 565 0,7di cui donne 243 237 -2,5Siena 329 317 -3,6di cui donne 138 118 -14,5
Mobilità L 223 e L 236: Iscrizioni primi 3 trimestri 2009 -2010Mobilità L 223 e L 236: Iscrizioni primi 3 trimestri 2009 -2010Mobilità L 223 e L 236: Iscrizioni primi 3 trimestri 2009 -2010Mobilità L 223 e L 236: Iscrizioni primi 3 trimestri 2009 -2010Mobilità L 223 e L 236: Iscrizioni primi 3 trimestri 2009 -2010Mobilità L 223 e L 236: Iscrizioni primi 3 trimestri 2009 -2010Mobilità L 223 e L 236: Iscrizioni primi 3 trimestri 2009 -2010
Iscrizioni 2009
Gen- sett.
Gennaio- settembr
e
Di cuidonne
Iscrizioni 2010
Gen- sett.Di cui donne
Var. %2010/2009
Var. %2010/2009
Iscrizioni 2009
Gen- sett.
Gennaio- settembr
e
Di cuidonne
Iscrizioni 2010
Gen- sett.Di cui donne
Totale Donne
TOSCANA 20.063 7.791 17.039 6.742 -17,7 - 15,5
Arezzo1.824 787 1.618 783 -12,7 - 0,5
Circ.Empolese V.E. 1.438 638 1.138 527 - 26,3 - 21,0
Firenze4.323 1.984 3417 1.517 -26,5 - 30,8
Grosseto898 346 751 252 -19,5 - 37,3
Livorno1.643 478 1.534 495 -7,1 + 3,5
Lucca1.717 596 1.670 598 -2,8 - 0,3
Massa Carrara 1.548 341 1.168 279 -32,5 - 22,2
Pisa2.136 761 1.898 746 -12,5 - 2,0
Pistoia1.522 669 1.346 563 -13,0 - 18,8
Prato2.008 830 1.626 671 -23,5 - 23,7
Siena1.006 361 887 320 -13,4 - 12,8
APRILE 2011
Sommario! Introduzione
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FontiBANCA D’ITALIACGIL TOSCANACONFINDUSTRIAINPSIRPETISTAT REGIONE TOSCANAUNIONCAMERE
FOCUSECONOMIA MOBILITÀ
Segno evidente che anche laddove si registra una attenuazione della crisi, pensiamo al tessile pratese, frena l’espulsione di manodopera ma questo non consente un riassorbimento degli esuberi degli anni e dei mesi precedenti. Laddove presente è una crescita senza occupazione. Meritevole di approfondimento in questo quadro complessivo l’andamento dei tirocini e dell’apprendistato, in cui la consistente crescita dei primi e la contemporanea riduzione dei secondi ed anche degli avviamenti dei contratti a termine e dei contratti a somministrazione fa temere, con qualche ragione, un utilizzo distorto dei tirocini come strumento sostitutivo dei contratti a causa mista e temporanei.( tab. 4,5 e 6)
A cura del Dipartimento Mercato del Lavoro - CGIL Toscana
12
Iscrizioni alla mobilità per anno
Iscrizioni 2008
Iscrizioni 2009
Iscrizioni 2010
Var.% 2010/2009
Var. % 2010/2008
TOSCANA17.519 26.298 23.421 -10,9 33,7
di cui donne7.526 10.357 9.147 -11,7 21,5
Arezzo1.814 2.307 2.169 -6,0 19,6
di cui donne853 1.006 1.024 1,8 20,0
Circondario Empolese V.E. 979 1.865 1.472 -21,1 50,4
di cui donne452 819 658 -19,7 45,6
Firenze3.208 5.723 4.806 -16,0 49,8
di cui donne1.551 2.590 2.108 -18,6 35,9
Grosseto976 1.204 1.101 -8,6 12,8
di cui donne379 455 386 -15,2 1,8
Livorno1.413 2.266 2.076 -8,4 46,9
di cui donne545 691 711 2,9 30,5
Lucca1.721 2.243 2.277 1,5 32,3
di cui donne763 795 837 5,3 9,7
Massa Carrara1.083 1.945 1.854 -4,7 71,2
di cui donne286 467 409 -12,4 43,0
Pisa1.841 2.816 2.423 -14,0 31,6
di cui donne679 1.046 936 -10,5 37,8
Pistoia1.615 2.025 1.848 -8,7 14,4
di cui donne802 916 732 -20,1 -8,7
Prato2.046 2.569 2.191 -14,7 7,1
di cui donne852 1.073 908 -15,4 6,6
Siena823 1.335 1.204 -9,8 46,3
di cui donne364 499 438 -12,2 20,3
Stock iscritti mobilità al 31/12/08
al 31/12/2009
al 31/12/2010
Var. % 2010/2009
Var. %2010/2008
TOSCANA27.556 40.595 41.339 1,8 50,0
di cui donne12.812 17.293 17.587 1,7 37,3
Arezzo2.955 3.723 3.925 5,4 32,8
di cui donne1.553 1.767 1.835 3,8 18,2
Circondario Empolese v.E. 1.561 2.710 2.733 0,8 75,1
di cui donne824 1.272 1.279 0,6 55,2
Firenze5.129 8.171 8.283 1,4 61,5
di cui donne2.658 3.903 3.987 2,2 50,0
Grosseto1.457 1.934 1.967 1,7 35,0
di cui donne673 862 875 1,5 30,0
Livorno2.084 3.363 3.474 3,3 66,7
di cui donne858 1.206 1.238 2,7 44,3
Lucca2.699 3.739 3.794 1,5 40,6
di cui donne1.239 1.534 1.550 1,0 25,1
Massa Carrara1.722 2.932 3.034 3,5 76,2
di cui donne468 740 772 4,3 65,0
Pisa2.820 4.319 4.356 0,9 54,5
di cui donne1.246 1.731 1.738 0,4 39,5
Pistoia2.604 3.414 3.400 -0,4 30,6
di cui donne1.261 1.605 1.599 -0,4 26,8
Prato3.206 4.319 4.374 1,3 36,4
di cui donne1.389 1.860 1.896 1,9 36,5
Siena1.319 1.971 1.999 1,4 51,6
di cui donne643 813 818 0,6 27,2
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FOCUSECONOMIA
La situazione toscanaIn Toscana l’accesso alle ore di cassa integrazione
presenta, nel primo trimestre dell’anno, un dato “in chiaroscuro”. Da una parte infatti aumenta il
ricorso rispetto allo stesso trimestre dell’anno
precedente (mentre a livello nazionale le ore di cassa integrazione hanno cominciato a diminuire).
Dall’altra parte, come si vedrà, rispetto alla media del 2010 il numero di “disoccupati equivalenti” ha
cominciato a diminuire, pur con la rilevante
eccezione della provincia di Pistoia, dove il dato si è aggravato.
Complessivamente dunque nei primi tre mesi sono state autorizzate dall’INPS 11,4 milioni di ore,
contro i 10,7 degli stessi tre mesi del 2010.
Continua ad aumentare l’incidenza della cassa in deroga, mentre si riduce la cassa integrazione
ordinaria e quella straordinaria è abbastanza stabile.
CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNIGennaio - Marzo 2011. A cura di Franco Bortolotti, Ires Toscana
CIG – Toscana – primo trimestre 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
METALMECCANICHE 460.560 504.550 1.226.703 848.692 2.336.350 3.300.260 3.956.429
CARTA - EDITORIA 7.844 4.433 14.145 4.629 53.786 341.274 325.635
TAC 728.157 763.966 543.921 756.582 923.945 2.991.587 2.195.714
CHIMICA 24.008 23.037 86.249 18.429 225.591 434.153 251.560
EDILIZIA 558.778 952.247 419.354 486.043 890.974 1.301.089 1.512.797
TRASPORTI 12.717 84.467 4.786 22.122 284.310 476.049 351.623
COMMERCIO 15.210 3.177 7.494 5.791 2.800 275.290 326.005
LEGNO 41.537 52.634 8.451 19.348 75.991 434.278 589.873
LAPIDEO E MINERALI 241.479 279.766 90.096 123.156 303.389 695.229 697.573
ALTRO 52.906 10.540 52.864 61.710 51.475 449.369 1.203.106
TOTALE 2.143.196 2.678.817 2.454.063 2.346.502 5.148.611 10.698.578 11.410.315
0
1.000.000
2.000.000
3.000.000
4.000.000
G 2009 M M L S N G 2010 M M L S N G 2011 M
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APRILE 2011
Sommario! Introduzione
pagina 1
! Andamento dell’occupazione pagina 2
! Avviamenti al lavoropagina 6
! Tirocinipagina 9
! Mobilità pagina 11
! Cassa integrazionepagina 13
! Produzione industrialepagina 18
! Export Toscanapagina 19
! Patrimoniopagina 27
! Creditopagina 31
Approfondimento economico sindacale della CGIL Toscana a cura di IRES Toscana. In collaborazione con Dipartimenti Attività Produttive e Mercato del Lavoro CGIL Toscana e Fisac Toscana
FontiBANCA D’ITALIACGIL TOSCANACONFINDUSTRIAINPSIRPETISTAT REGIONE TOSCANAUNIONCAMERE
FOCUSECONOMIA
La situazione toscana
La composizione settoriale del volume della cassa integrazione vede ancora la prevalenza del comparto metalmeccanico (35% delle ore totale), mentre si va ridimensionando la componente del tessile e sistema moda (19%, contro una media del 25% nell’anno precedente). Cresce invece la quota di CIG nell’edilizia (13%) nel lapideo-lavorazioni di minerali (6%) e nel legno e mobilio (5%). Appare in diminuzione in volume di cassa integrazione nel commercio (3%), anche se il dato potrebbe essere determinato da una riclassificazione di alcuni dati. Dei circa 4 milioni di ore di CIG nel metalmeccanico, quasi la metà è dovuta al dato delle province di Firenze (870mila) e soprattutto Pistoia (oltre 1 milione), mentre si va riducendo l’apporto delle province costiere.
CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNIGennaio- Marzo 2011. A cura di Franco Bortolotti, Ires Toscana
RAPPORTO CIG TOSCANA/ITALIA 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
METALMECCANICHE 2,3% 2,2% 7,7% 4,9% 3,6% 2,1% 4,2%
CARTA - EDITORIA 0,7% 0,3% 1,2% 0,6% 2,7% 4,7% 5,8%
TAC 7,0% 5,8% 6,0% 8,9% 5,3% 7,1% 7,2%
CHIMICA 0,7% 0,6% 2,5% 0,5% 2,0% 2,6% 2,0%
EDILIZIA 4,9% 6,7% 4,4% 5,1% 7,0% 5,9% 6,1%
TRASPORTI 1,2% 4,9% 0,4% 2,1% 3,3% 7,9% 5,1%
COMMERCIO 2,4% 0,4% 2,8% 2,3% 0,5% 3,5% 4,1%
LEGNO 5,1% 6,0% 1,8% 2,2% 2,2% 4,2% 4,4%
LAPIDEO E MINERALI 16,6% 9,7% 6,8% 7,3% 6,9% 6,1% 5,8%
ALTRO 3,8% 0,5% 1,9% 2,0% 1,6% 2,2% 4,8%TOTALE 4,1% 4,2% 5,4% 5,0% 4,0% 3,6% 4,9%
La quota di CIG della Toscana sul totale nazionale appare in aumento (quasi il 5%, contro il 3,6% del primo trimestre 2010), ciò che indica una ripresa un po’ più lontana che nelle altre regioni. In particolare appare raddoppiata la quota toscana di cig nel comparto metalmeccanico (dal 2,1% al 4,2%), mentre è stabile nel TAC (dal 7,1% al 7,2% e nell’edilizia (dal 5,9% al 6,1%).Rispetto agli andamenti delle altre regioni, appaiono in miglioramento le quote regionali nella chimica e nei trasporti.14
ALTRO10,54%
LAPIDEO E MINERALI6,11%
LEGNO5,17%
COMMERCIO2,86%
TRASPORTI3,08%
EDILIZIA13,26%
CHIMICA2,20% TAC
19,24%
CARTA - EDITORIA2,85%
34,67%Metalmeccaniche
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FOCUSECONOMIA CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNIGennaio- Marzo 2011. A cura di Franco Bortolotti, Ires Toscana
Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca M. Carrara
Pisa Prato Pistoia Siena Totale
METALMECCANICHE
1.400 2.200 1.500 200 300 1.150 2.600 400 9.900
CARTA - EDITORIA 450 800
TAC 1.150 1.450 450 1.600 600 5.500
CHIMICA 350 650
EDILIZIA 400 850 350 450 450 250 250 500 3.750
TRASPORTI 600 900
COMMERCIO 250 800
LEGNO 300 450 300 1.450
LAPIDEO E MINERALI 450 350 450 1.750
ALTRO 250 700 350 850 3.000
TOTALE 4.100 6.900 550 2.850 1.300 900 2.850 2.150 5.200 1.700 28.550
Posti di lavoro equivalentiCalcolando la portata oraria delle ore di CIG si può dedurre il numero equivalente in posti di lavoro persi che la CIG stessa ha evitato (ma potrebbe comportare in futuro). I posti di lavoro equivalenti dei lavoratori in CIG sono scesi sotto la soglia dei 33mila (erano quasi 34mila nel complesso del 2010, sono ora 28.500 circa). Di questi, 7mila si trovano in provincia di Firenze (erano quasi 9mila nel 2010), 5.200 in provincia di Pistoia (erano meno di 3mila), e poco più di 4mila ad Arezzo (in leggera riduzione). A Pisa e Livorno i lavoratori equivalenti in CIG erano 2.850, in forte riduzione rispetto alla media 2010 (circa 5mila a Livorno e 3.500 a Pisa). In riduzione anche i lavoratori equivalenti pratesi (erano oltre 3.500, sono circa 2.150). Nel comparto metalmeccanico da circa 12mila del 2010 si passa ora a 9.900 lavoratori equivalenti, di cui 2.600 in provincia di Pistoia, 2.200 in provincia di Firenze e 1.500 in provincia di Livorno (dove erano stati 3.800 nella media 2010)Nel tessile-abbigliamento-calzature-conciario si passa dagli 8.650 lavoratori equivalenti del 2010 a 5.500 (soprattutto a Prato, Firenze e Arezzo, ma in diminuzione rispetto alla media 2010).I lavoratori edili equivalenti dell’edilizia sono 3.700 (in aumento), soprattutto a Firenze e Siena.Dati provincialiLa tabella a fondo pagina indica il valore complessivo della cassa integrazione nei primi tre mesi; si nota il valore piuttosto elevato (circa 2 milioni di ore) della CIG in provincia di Pistoia, per l’apporto del settore metalmeccanico (oltre un milione di ore) e in minor misura TAC, cartario e degli altri settori (in particolare nei servizi terziari).
Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca M. Carrara Pisa Prato Pistoia Siena TotaleMETALMECCANICHE 553.609 873.485 15.331 594.155 80.686 121.641 466.625 51.051 1.037.819 162.027 3.956.429CARTA - EDITORIA 1.891 75.502 0 3.888 26.677 4.690 27.274 2.995 181.823 895 325.635TAC 455.911 576.759 9.697 5.046 65.076 1.992 185.301 635.433 237.271 23.228 2.195.714CHIMICA 12.146 142.634 646 29.978 9.750 15.288 24.698 0 13.869 2.551 251.560EDILIZIA 164.233 337.987 135.666 69.017 177.518 59.170 178.489 92.350 103.871 194.496 1.512.797TRASPORTI 13.016 34.636 68 246.769 16.641 9.148 5.367 20.399 4.763 816 351.623COMMERCIO 18.148 106.027 14.424 32.934 21.007 16.559 25.219 38.911 40.632 12.144 326.005LEGNO 128.802 185.716 56 7.024 29.572 19.375 75.470 2.752 114.886 26.220 589.873
LAPIDEO E MINERALI 185.128 146.217 13.058 15.735 24.204 43.213 85.951 1.524 4.948 177.595 697.573
ALTRO 101.842 283.425 40.327 144.291 66.920 63.189 74.178 17.287 334.343 77.304 1.203.106TOTALE 1.634.726 2.762.388 229.273 1.148.837 518.051 354.265 1.148.572 862.702 2.074.225 677.276 11.410.315
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Nella tabella sono riportate le stime approssimate a 50 unità dei posti di lavoro equivalenti alle ore di cassa integrazione: sono riportati solo i valori inferiori alle 200 unità. Dunque l’assenza del dato può equivalere anche ad un numero basso ma non inesistente di lavoratori: le tabelle riportano solo i valori in qualche modo avvertibili sul territorio.
FOCUSECONOMIA CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNIGennaio- Marzo 2011. A cura di Franco Bortolotti, Ires Toscana
Il baricentro della cassa integrazione si è spostato, nel primo trimestre 2011, più chiaramente verso l’area centrale (che passa dai 4,3 milioni di ore dello stesso trimestre del 2010 a 5,7 milioni di ore). Come si è già detto, ciò risulta dalle differenti dinamiche di Pistoia (+167%), Firenze (+13%) e Prato (-17%). Anche l’area meridionale vede crescere le ore integrate (da 2,37 milioni a 2,54), per l’apporto della provincia aretina (+12% rispetto all’anno precedente), mentre rimangono sostanzialmente stabili Siena e Grosseto.Invece tutta l’area vasta costiera vede diminuire l’incidenza della cassa integrazione guadagni, passando nel complesso da 4 milioni a poco più di 3,2 milioni di ore, con una diminuzione più accentuata a Lucca (-40%) e Massa-Carrara (-28%), e meno a Livorno (-17%) e Pisa (-13%).La CIG dell’area vasta centrale è composta soprattutto dai settori metalmeccanico (quasi 2 milioni di ore, rispetto alle meno di 900mila dello stesso trimestre 2010), del TAC (1,4 milioni, in diminuzione dagli 1,8 milioni
del 2010), lapideo (oltre 500mila ore, in crescita) e degli altri settori (un aggregato residuale che comprende sia settori dei servizi che dell’industria come l’alimentare, che passa da poco più di 100mila a oltre 600mila, “grazie” al contributo del settore dei servizi professionali pistoiesi).I dati dell’area vasta meridionale, come si è detto, sono piuttosto stabili, e ciò vale anche per i singoli settori più colpiti dalla CIG (Metalmeccanico, TAC, lapideo e dei minerali non metalliferi).Per quanto riguarda l’area vasta costiera, decresce l’apporto alla CIG del metalmeccanico (da 1,61 a 1,26 milioni di ore), ed ancor più del TAC-conciario (da 670mila ore a 260mila) , dei trasporti (da 412mila ore a 278mila), del lapideo-minerali (da 220mila a 170mila) e del legno (da 195mila a 130mila). Cresce invece il contributo alla CIG dell’edilizia (da 390mila a quasi mezzo milione di ore).
ANNO 2011ANNO 2011ANNO 2011 ANNO 2010ANNO 2010ANNO 2010
Centrale Meridionale Costiera Centrale Meridionale Costiera
METALMECCANICHE 1.962.355 730.967 1.263.107 879.030 810.567 1.610.663
CARTA - EDITORIA 260.320 2.786 62.529 221.325 6.198 113.751
TAC 1.449.463 488.836 257.415 1.830.507 483.419 677.661
CHIMICA 156.503 15.343 79.714 291.997 10.631 131.525
EDILIZIA 534.208 494.395 484.194 452.496 460.406 388.187
TRASPORTI 59.798 13.900 277.925 50.451 13.317 412.281
COMMERCIO 185.570 44.716 95.719 133.729 45.713 95.848
LEGNO 303.354 155.078 131.441 142.809 96.693 194.776
LAPIDEO E MINERALI 152.689 375.781 169.103 124.206 347.172 223.851
ALTRO 635.055 219.473 348.578 138.612 94.762 215.995
TOTALE 5.699.315 2.541.275 3.169.725 4.265.162 2.368.878 4.064.538
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FOCUSECONOMIA CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNIGennaio- Marzo 2011. A cura di Franco Bortolotti, Ires Toscana
Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca Massa Carrara Pisa Prato Pistoia Siena TotaleMETALMECCANICHE 22.340 112.258 -9.881 -138.081 -179.809 -62.179 32.513 -16.159 987.226 -92.059 656.169
CARTA - EDITORIA -10 -97.328 0 1.564 -72.571 618 19.167 246 136.077 -3.402 -15.639
TAC 24.686 -199.324 3.399 4.318 -112.021 -13.608 -298.935 -145.991 -35.729 -22.668 -795.873
CHIMICA 5.009 38.798 596 -34.277 -20.801 -1.916 5.183 -26.510 -147.782 -893 -182.593
EDILIZIA -42.025 39.487 -12.200 -14.565 65.398 -26.838 72.012 -5.068 47.293 88.214 211.708
TRASPORTI 2.671 -4.990 -49 -76.602 5.127 -63.322 441 9.719 4.618 -2.039 -124.426
COMMERCIO -6.489 55.565 4.296 -14.624 -1.863 5.082 11.276 9.692 -13.416 1.196 50.715
LEGNO 75.254 128.867 -2.619 7.024 -37.315 1.072 -34.116 -879 32.557 -14.250 155.595
LAPIDEO E MINERALI 68.580 24.980 -13.097 -15.249 -5.059 -19.007 -15.433 -1.004 4.507 -26.874 2.344
ALTRO 27.250 216.871 33.480 43.194 18.435 40.008 30.946 -2.997 282.569 63.981 753.737
TOTALE 177.266 315.184 3.925 -237.298 -340.479 -140.090 -176.946 -178.951 1.297.920 -8.794 711.737
variazione 2010 / 2011 12,16% 12,88% 1,74% -17,12% -39,66% -28,34% -13,35% -17,18% 167,19% -1,28% 6,65%
Variazione CIG Primo trimestre 2010 / 2011
Deroga46%
Straordinaria30%
Ordinaria24%
Cresce ancora, fino a raggiungere il 45,7% del totale, la quota della cassa integrazione concessa in deroga,
mentre sono in riduzione le quota della cassa integrazione straordinaria (30,3%) e di quella ordinaria (23,9%)Adesso la cassa integrazione in deroga supera il 70% a Prato e a Massa-Carrara, ma ha valori superiori al 50%
anche a Livorno, Arezzo e Lucca. La cassa integrazione ordinaria rimane una componente importante a Grosseto (68%), Pisa (51%), Lucca (47%) e Siena (43%), mentre quella straordinaria predomina solo a Pistoia
(58%), ma ha un valore importante (35%) anche a Firenze.
0
300.000
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2.400.000
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FOCUSECONOMIA
Nell’ultimo trimestre del 2010 continua, ma a velocità decrescente, la ripresa della produzione manifatturiera, cresciuta del 2,4% rispetto all’anno precedente (dopo, tuttavia, due anni di contrazione al ritmo di oltre 10% annuo). Questo rallentamento significa che la produzione manifatturiera si attesta sempre intorno ad un indice complessivo (in base 2004=100) circa di 85, dopo aver toccato il fondo a 81,2 nel II trimestre 2009; una proiezione puramente statistica, a questo punto, pone all’incirca nel 2016 il recupero dei livelli di produzione del 2007, da parte dell’industria toscana.I settori “moderni” recuperano il livello produttivo ad un ritmo leggermente superiore (circa il 3% rispetto agli anni precedenti, che tuttavia avevano rappresentato contrazioni rispettivamente di oltre il 7% e il 12%). In questo trimestre sono solo la meccanica e l’elettronica che registrano ritmi di crescita elevati (superiori al 5% annuo, addirittura all’8% per la meccanica), mentre rallenta vistosamente l’industria farmaceutica, che all’inizio dell’anno era l’unico settore in controtendenza rispetto alla depressione. Sia i settori intermedi che quelli “tradizionali” si collocano con un ritmo medio di crescita fra lo 0,5% e l’1%, con ampie differenziazioni interne (tessili, calzature, pelli e cuoio sono intorno al +5% annuo o più, mentre le produzioni mobiliere perdono oltre il 4%).Per quanto riguarda le aree vaste, continua ad esservi una certa convergenza verso i valori medi in tutte le tre aree, anche se nell’ultimo trimestre 2010 è l’area centrale-metropolitana ad avere le migliori performances (grazie al recupero produttivo in provincia di Prato).
LA PRODUZIONE INDUSTRIALE - SERVIRANNO ANCORA 5 ANNI PER TORNARE AI LIVELLI DEL 2007
A cura di Franco Bortolotti, Ires Toscana
18
-30
-22,5
-15
-7,5
0
7,5
15
05.1
05.2
05.3
05.4
06.1
06.2
06.3
06.4
07.1
07.2
07.3
07.4
08.1
08.2
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08.4
09.1
9:02
9:03
9:04
10.1
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10.4
area costieraarea centralearea meridionale
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FOCUSECONOMIA EXPORT TOSCANAA cura di Franco Bortolotti, Ires Toscana
19
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3.300.000.000
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5.500.000.000
6.600.000.000
7.700.000.000
8.800.000.000
9.900.000.000
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industria metalmeccanica industria TAC altra industria manifatturiera
8.240.657.680
6.859.820.072
10.825.113.931
2008 2009 2010
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100.000.000
150.000.000
200.000.000
250.000.000
300.000.000
350.000.000
agricoltura e pesca industria estrattiva servizi culturali, tecnici, media altro
113.327.552
71.030.382
203.925.607
275.737.279
2008 2009 2010
0%
3%
6%
9%
11%
14%
17%
20%
industria metalmeccanica industria TAC altra industria manifatturiera agricoltura e pesca industria estrattiva servizi culturali, tecnici, media altro TOTALE EXPORT
7,9%
1,7%
4,0%
15,6%
4,9%
6,9%
18,4%
6,6%
7,9%
0,9%
4,4%
16,1%
5,6%6,8%
17,8%
6,8%
6,8%
0,9%
4,3%
10,1%
5,6%6,5%
17,1%
5,1%
Percentuale export Toscana su Italia
2008 2009 2010
La quota delle esportazioni toscane sul totale nazionale è superiore, nel 2009 e nel 2010, rispetto al 2008 (dal 6,8% al 7,9%), grazie all’industria metalmeccanica (la cui quota sul totale nazionale passa dal 5,1% al 6,6%) ma non solo. Sui dati del settore metalmeccanico possono concentrarsi fattori particolari, quali il picco di consegna delle commesse
Nuovo Pignone del 2009 e l’aumento di valore unitario di vendita delle produzioni orafe aretine (perché cresce il prezzo dell’oro, ma non necessariamente il valore aggiunto incorporato). E’ allora notevole che si abbia un trend positivo anche nelle esportazioni degli altri settori, sia quelli del sistema moda (dal 17,1% al 18,4%) dell’export
nazionale sia gli altri (dal 6,5% al 6,9%); probabilmente in questi dati si riflette uno slittamento subsettoriale verso comparti con maggiore valore aggiunto (ad esempio nel sistema moda, verso le produzioni in pelle di maggior pregio). Tendono a ridursi le esportazioni agroittiche e ad aumentare (negli ultimi due anni) quelle estrattive (come il marmo aprano).
APRILE 2011
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Approfondimento economico sindacale della CGIL Toscana a cura di IRES Toscana. In collaborazione con Dipartimenti Attività Produttive e Mercato del Lavoro CGIL Toscana e Fisac Toscana
FontiBANCA D’ITALIACGIL TOSCANACONFINDUSTRIAINPSIRPETISTAT REGIONE TOSCANAUNIONCAMERE
FOCUSECONOMIA EXPORT TOSCANA
20
Composizione percentuale export
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
industria metalmeccanica industria TAC altra industria manifatturiera agricoltura e pesca industria estrattiva servizi culturali, tecnici, media altro
0,40%0,30%0,80%1,00%
31,00%
25,80%
40,70%
0,30%0,30%0,70%1,20%
31,30%
27,70%
38,50%
Composizione percentuale export
2008 2010La composizione percentuale del complesso delle esportazioni toscane vede un lento slittamento dai comparti del sistema moda (passato nel biennio dal 27,7% al 25,8%) a favore dell’industria metalmeccanica (dal 38,5% al 40,7%, anche se i sopra ricordati fattori distorsivi possono avere sopravvalutato questa espansione).
SALDO EXPORT-IMPORTSALDO EXPORT-IMPORT2008 2009 2010
industria metalmeccanica 1.941.484.078 3.536.990.632 2.672.577.693
industria TAC 4.474.227.050 3.731.185.312 4.215.378.946
altra industria manifatturiera 2.280.774.672 1.847.759.861 2.795.196.996
agricoltura e pesca -81.511.649 -69.568.400 -137.486.339
industria estrattiva -2.807.525.500 -1.519.162.864 -2.255.792.456servizi culturali, tecnici, media
16.411.659 11.277.607 4.089.931
Altro -511.488.930 -544.516.411 -834.659.534
TOTALE EXPORT 5.312.371.380 6.993.965.737 6.459.305.237
Il settore TAC riacquista preminenza se si considerano non i valori assoluti all’export ma il valore dei saldi. Il saldo complessivo con l’estero è passato da 5,3 miliardi (2008) a circa 7 nel 2009 fino a 6,5 nel 2010. Di questi, una cifra intorno ai 4 miliardi, variabile di anno in anno, è realizzata dal sistema moda (o TAC). Il comparto metalmeccanico, anche senza considerare il picco 2009 (3,7 miliardi di surplus) ha un saldo crescente (da 1,9 a 2,6 miliardi fra il 2008 e il 2010), come pure le altre industrie (da 2,3 a 2,8 miliardi). Pesantemente negativo appare il saldo delle materie prime energetico-estrattive, come è d’altronde ovvio, ma anche il saldo del comparto agricolo. Debole e decrescente è infine l’attivo del comparto più dinamico dei servizi. Va comunque ricordato che i dati degli scambi con l’estero nulla ci dicono sui movimenti redistributivi o sulle triangolazioni con altre province italiane (extra-Toscana), per cui un certo dato positivo o negativo nel commercio internazionale potrebbe essere controbilanciato o invertito da un dato (non conoscibile) nella “bilancia interregionale” con la Lombardia, l’Emilia-Romagna e così via.Esaminiamo infine alcuni sintetici dati relativi alle importazioni (che però spesso sono attribuite non alla localizzazione finale di destinazione, ma a quella di entrata sul territorio nazionale – nel nostro caso spesso al porto di Livorno). Considerando la dinamica osserviamo una netta ripresa dell’import 2010 (+23%), dopo una caduta del 22% nell’anno precedente. Da notare come la tendenza dell’import dell’area vasta della Toscana meridionale sia migliore delle altre, ma anche in questo caso il dato è probabilmente gonfiato dalla crescita del prezzo dell’oro, che costituisce l’input primario dell’orafo aretino e che ha un valore sproporzionato rispetto all’effettivo valore aggiunto prodotto.
VARIAZIONI PERCENTUALI IMPORTVARIAZIONI PERCENTUALI IMPORTv% 2008-9 v% 2009-10
area CENTRALE -16% 12%
area COSTIERA -29% 33%
area MERIDIONALE -5% 38%
TOSCANA -22% 23%
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Approfondimento economico sindacale della CGIL Toscana a cura di IRES Toscana. In collaborazione con Dipartimenti Attività Produttive e Mercato del Lavoro CGIL Toscana e Fisac Toscana
FontiBANCA D’ITALIACGIL TOSCANACONFINDUSTRIAINPSIRPETISTAT REGIONE TOSCANAUNIONCAMERE
FOCUSECONOMIA EXPORT TOSCANA
21
0
600.000.000
1.200.000.000
1.800.000.000
2.400.000.000
3.000.000.000
3.600.000.000
4.200.000.000
4.800.000.000
5.400.000.000
6.000.000.000
industria metalmeccanica industria TAC altra industria manifatturiera
2.388.845.400
5.000.045.808
3.024.620.633
2008 2009 2010
0
50.000.000
100.000.000
150.000.000
200.000.000
250.000.000
300.000.000
350.000.000
agricoltura e pesca industria estrattiva servizi culturali, tecnici, media altro
13.959.275
49.827.92131.541.853
229.294.318
2008 2009 2010
0%
2%
4%
6%
9%
11%
13%
15%
industria metalmeccanica industria TAC altra industria manifatturiera agricoltura e pesca industria estrattiva servizi culturali, tecnici, media altro TOTALE EXPORT
3,2%
0,2%
2,8%2,4%
4,1%
2,0%
13,4%
1,8%3,4%
0,1%
2,9%2,4%4,7%
2,0%
13,1%
2,2%
3,0%
0,1%
3,3%
1,9%
4,7%
1,9%
12,7%
1,8%
Percentuale export Area Centrale su Italia
2008 2009 2010
L’Area Centrale ha registrato nel 2010 un export di 10,7 miliardi di euro, con un aumento dell’8,8% rispetto all’anno precedente (quando le esportazioni avevano sfiorato il livello di 9,9 milioni di euro), ma ancora con un ribasso del 4,5% contro il dato di due anni prima (quando le esportazioni avevano superato gli 11,2 miliardi di euro); quindi la fase della crisi non è ancora stata superata.Il nucleo centrale dell’export dell’area centrale è ancora costituito dall’industria leggera del TAC (tessile abbigliamento, calzature e cuoio) che esporta per circa 5 miliardi di euro, con una dinamica leggermente migliore rispetto alla media dei settori (+15,7% rispetto al 2009 e -4,1% rispetto al 2008). Occorre
peraltro dire che il dato dell’export metalmeccanico, cioè dell’altro pilone dell’export della Toscana Centrale, risente di movimenti erratici dovuti alle oscillazioni delle registrazioni dell’export delle singole commesse di Nuovo Pignone- GE, la maggiore azienda dell’area. Queste ultime si sono mosse con andamento anticiclico (aumento nel 2009) e dunque l’insieme del dato è di lettura un po’ complessa, ma sembra segnare comunque (al netto della costruzione macchine fiorentina) una contrazione di oltre il 20% nel 2009 e un ri-aumento circa del 10% nel 2010 (che dunque rimane al di sotto circa di un 10% rispetto al 2008). Fortunatamente invece l’altra industria (chimica, minerali non metalliferi, mobili, etc.) nel
2010 si è riportata circa un 6% al di sopra del livello 2008 (rimangono invece inferiori i livelli di esportazione dell’agricoltura e quelli dei servizi culturali e tecnici).La quota delle esportazioni della Toscana centrale sul totale nazionale è complessivamente costante sull’1,8% nella metalmeccanica (nel 2009 ha conosciuto una punta del 2,2%, ma per i fattori sopra descritti), e inoltre è in leggera ascesa nel “sistema moda” (dal 12,7% al 13,4% del 2010, grazie alle performances soprattutto del pellettiero).
A cura di Franco Bortolotti, Ires ToscanaAPRILE 2011
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FOCUSECONOMIA EXPORT TOSCANA - AREA CENTRALE
22
Composizione percentuale export
0%
2%
3%
5%
6%
8%
9%
11%
12%
14%
15%
industria metalmeccanica industria TAC altra industria manifatturiera agricoltura e pesca industria estrattiva servizi culturali, tecnici, media altro
0,10%
2,90%2,40%
4,70%
2,00%
13,10%
2,20%
0,10%
3,30%
1,90%
4,70%
1,90%
12,70%
1,80%
Composizione percentuale export
2008 2010La quota delle esportazioni della Toscana centrale sul totale nazionale è complessivamente costante sull’1,8% nella metalmeccanica (nel 2009 ha conosciuto una punta del 2,2%, ma per i fattori sopra descritti), e inoltre è in leggera ascesa nel “sistema moda” (dal 12,7% al 13,4% del 2010, grazie alle performances soprattutto del pellettiero).
SALDO EXPORT-IMPORTSALDO EXPORT-IMPORT
2008 2009 2010
industria metalmeccanica 819.543.451 1.475.738.615 640.901.543
industria TAC 3.496.450.137 2.817.845.501 3.152.488.038
altra industria manifatturiera -293.702.408 -445.182.328 -76.400.179
agricoltura e pesca 46.248.121 28.619.263 14.060.206
industria estrattiva -355.482.113 -320.851.451 -30.577.272
servizi culturali, tecnici, media
11.810.398 -732.761 -5.086.400
Altro -18.525.376 -13.206.128 -15.814.599
TOTALE EXPORT 3.706.342.210 3.542.230.711 3.679.571.337
La quota delle esportazioni della Toscana centrale sul totale nazionale è complessivamente costante sull’1,8% nella metalmeccanica (nel 2009 ha conosciuto una punta del 2,2%, ma per i fattori sopra descritti), e inoltre è in leggera ascesa nel “sistema moda” (dal 12,7% al 13,4% del 2010, grazie alle performances soprattutto del pellettiero).
Osservando i saldi export-import, l’area sembra mantenere un forte surplus nel sistema moda (o TAC), intorno ai 3 miliardi di euro/anno (3,5 nel 2008, 2,8 nel 2009 e 3,15 nel 2010); tutte e tre le province registrano un surplus settoriale, ma questo è, mediamente, per circa il 60% formato a Firenze, per il 4% a Pistoia e per il resto a Prato. Ma l’area vasta centrale registra anche risultati relativamente buoni nel metalmeccanico, anche se in un trend non positivo, alla luce dei dati più recenti (da 800 milioni di saldo nel 2008 a quasi 1,5 miliardi nel 2009 fino a 600 milioni nel 2010). Il surplus metalmeccanico è realizzato quasi tutto dalla provincia di Firenze, per piccola parte a Pistoia, mentre Prato registra un deficit che sembra seguire di pari passo la dinamica congiunturale generale (deficit metalmeccanico di 600 milioni nel 2008, solo di 300 nel 2009 e di 450 nel 2010, dipendente presumibilmente dalla dinamica dei beni di investimento importati). Si riduce di anno in anno il surplus del settore agricolo (realizzato a Pistoia, per lo più), mentre, negativamente, aumenta il deficit dell’interscambio di servizi culturali e tecnici.
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FOCUSECONOMIA EXPORT TOSCANA - AREA COSTIERA
23
0
500.000.000
1.000.000.000
1.500.000.000
2.000.000.000
2.500.000.000
3.000.000.000
3.500.000.000
4.000.000.000
4.500.000.000
5.000.000.000
industria metalmeccanica industria TAC altra industria manifatturiera
3.000.193.662
1.343.038.487
4.534.256.247 2008 2009 2010
0
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150.000.000
200.000.000
250.000.000
300.000.000
350.000.000
agricoltura e pesca industria estrattiva servizi culturali, tecnici, media altro
79.079.422
16.602.471
169.959.089
36.488.796
2008 2009 2010
0%
2%
4%
6%
9%
11%
13%
15%
industria metalmeccanica industria TAC altra industria manifatturiera agricoltura e pesca industria estrattiva servizi culturali, tecnici, media altro TOTALE EXPORT
2,7%1,2%0,9%
13,0%
0,7%2,5%
3,6%2,8%
2,7%0,7%1,2%
13,6%
0,7%2,2%3,1%3,0%
2,4%
0,7%0,7%
8,1%
0,7%2,2%
3,0%2,4%
Percentuale export Area Costiera su Italia2008 2009 2010
Grazie alle performance di quella parte dell’industria manifatturiera non riconducibile ne’ alla metalmeccanica, ne’ al sistema moda (che comprende quindi, fra l’altro, le produzioni chimico-farmaceutiche, mobiliere, dei minerali non metalliferi), le esportazioni delle province costiere (grazie soprattutto ai dati di Livorno e in minor misura a quelli lucchesi) della Toscana nel 2010 hanno oltrepassato non solo quelle del 2009 (+18,3%), ma anche quelle pre-crisi del 2008 (+5,4%). Altra componente fondamentale di questa dinamica, complessivamente preponderante, è l’industria metalmeccanica, con 4,5 miliardi di esportazioni nel 2010 (+6,8% rispetto al 2008), anche se nel 2010 non ha ancora recuperato i valori del 2008 (-0,4%); in questo settore Livorno e Massa-Carrara hanno recuperato i livelli 2008, non
ancora Pisa e Lucca. L’industria TAC (la cui componente fondamentale è l’industria conciaria del Valdarno pisano) appare avere una dinamica anch’essa positiva, con 1,3 miliardi di beni esportati (+32,1% sul 2009 e +8,1% sul 2008). Di qualche rilevanza è in quest’area anche l’esportazione di materie prime estrattive (grazie all’area marmifera apuana), che pur costituendo solo l’1,7% delle esportazioni segna incrementi superiori al 20% sia rispetto al 2009 che rispetto al 2008.Rispetto al periodo pre-crisi la quota di export dell’area vasta sul totale nazionale appare incrementata (dal 2,4% al 2,7%, sin dal 2009), con un relativo equilibrio fra le quote dei vari settori (2,8% nel metalmeccanico, 3,6% nel TAC, 2,6% negli altri settori manifatturieri, dato che accende ben al 13%
nell’industria estrattiva1. In tutti i tre comparti manifatturieri la quota della Toscana costiera è incrementata di valori compresi fra il +0,3% e il +0,6%, anche se tali incrementi possono essere determinati da “effetti di composizione”, ossia dall’incremento dell’export di particolari comparti (come i motoveicoli e i cantieri navali all’interno dell’industria dei mezzi di trasporto, o la concia all’interno del TAC), più che da dinamiche differenziali dei settori locali.
1 Questo dato non è però tutto positivo, in quanto le attività di lavorazione del marmo (che rientrano nell’altra industria manifatturiera) sono di ben maggiore valore rispetto alla semplice estrazione, cosicché occorre avere qualche diffidenza verso l’incremento di questo dato.
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FOCUSECONOMIA EXPORT TOSCANA - AREA COSTIERA
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SALDO EXPORT-IMPORTSALDO EXPORT-IMPORT
2008 2009 2010
industria metalmeccanica 1.405.680.704 1.591.761.837 1.547.348.914
industria TAC 674.953.487 597.882.396 789.390.426
altra industria manifatturiera 223.946.585 451.752.704 703.877.937
agricoltura e pesca -92.946.112 -60.323.557 -101.299.134
industria estrattiva -2.375.474.620 -1.165.062.733 -2.200.537.175
servizi culturali, tecnici, media
4.399.620 10.432.805 7.968.545
Altro -21.641.035 14.657.007 1.596.627
TOTALE EXPORT -181.081.371 1.441.100.459 748.346.140
Considerando i dati dell’interscambio commerciale dal punto di vista del saldo export-import, l’area costiera ha recuperato un saldo attivo nel 2009 (per 1,4 miliardi) e 2010 (per 740 milioni) rispetto ad un deficit (di 180 milioni) nel 2008.Occorre tuttavia fare tre notazioni al riguardo. In primo luogo gli elevati valori delle importazioni vanno fatti risalire essenzialmente alla provincia di Livorno; sebbene in teoria i dati Istat registrino la provincia di destinazione delle merci, in realtà il ruolo importativo di Livorno è “gonfiato” dal suo ruolo portuale, soprattutto nel settore energetico-estrattivo. In secondo luogo la importazione anche “finale” di beni quali quelli energetici è funzionale ad una redistribuzione sul territorio regionale e nazionale, ad esempio delle produzioni energetiche, ma non solo, che entrerebbero in una ipotetica “bilancia commerciale interna” (ossia l’interscambio con altre province e regioni italiane), che però non esiste: se aumentano le esportazioni all’estero del resto di Italia, nella misura in cui queste si alimentano di petrolio o altri beni importati, a Livorno si registreranno soprattutto maggiori importazioni. Infine occorre dire che non sempre l’avanzo commerciale è un comportamento virtuoso: il nostro paese sembra aver reagito alla stagnazione dell’ultimo decennio “tagliando” le importazioni soprattutto di beni di produzione importati, il che nel lungo periodo non è affatto positivo, e anzi danneggia la stessa capacità esportativa. Notiamo comunque che il surplus di esportazioni si forma soprattutto nelle province di Lucca per la metalmeccanica, Livorno per gli altri settori manifatturieri e Pisa per il sistema moda (e naturalmente Carrara per l’industria estrattiva, anche se il dato è pesantemente controbilanciato dall’import netto livornese di prodotti energetico-estrattivi).
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FOCUSECONOMIA EXPORT TOSCANA - AREA MERIDIONALE
25
0
400.000.000
800.000.000
1.200.000.000
1.600.000.000
2.000.000.000
2.400.000.000
2.800.000.000
3.200.000.000
3.600.000.000
4.000.000.000
industria metalmeccanica industria TAC altra industria manifatturiera
2.851.618.618
516.735.777
3.266.237.051
2008 2009 2010
0
3.000.000
6.000.000
9.000.000
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15.000.000
18.000.000
21.000.000
24.000.000
27.000.000
30.000.000
agricoltura e pesca industria estrattiva servizi culturali, tecnici, media altro
20.288.855
4.599.9902.424.665
9.954.165
2008 2009 2010
0%
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1%
1%
2%
2%
3%
3%
industria metalmeccanica industria TAC altra industria manifatturiera agricoltura e pesca industria estrattiva servizi culturali, tecnici, media altro TOTALE EXPORT
2,0%
0,3%0,3%0,2%0,2%
2,4%
1,4%
2,0%
1,8%
0,1%0,3%
0,1%0,2%
2,5%
1,6%1,6%
1,4%
0,1%0,2%0,2%
0,3%
2,5%
1,3%
0,9%
Percentuale export Area Meridionale su Italia
2008 2009 2010
L’area vasta meridionale ha avuto un aumento delle esportazioni circa del 25% sia sul 2008 che sul 2009. Tuttavia tale dato solo in parte può essere valutato come un effettivo incremento del potenziale esportativo dell’area. Giacché appare in buona parte determinato dalle esportazioni aretine di metalli preziosi, nelle quali la componente delle oscillazioni del prezzo dell’oro è solitamente prevalente rispetto alle variazioni delle quantità e del valore aggiunto.
Se separiamo la dinamica di questo settore dai dati complessivi, abbiamo un incremento delle esportazioni 2010 del 19% sul 2009 ma una contrazione dello 0,5% sul 2008, dati cioè abbastanza in linea con le dinamiche regionali. Mentre nel tempo si consolida il ruolo delle esportazioni metalmeccaniche (cresciute dell’97% nell’ultimo biennio, o del 15%, che non è poco, se prescindiamo dalla lavorazione dei metalli aretina per le ragioni sopra dette, tendono a cedere sia le esportazioni
del sistema moda (-5,7% nel biennio) sia quelle del resto dell’industria (-4,8%).Anche la componente agricola, sebbene in ripresa rispetto al 2009 (+32%), appare in diminuzione se considerata nell’arco biennale (-26,5%). La quota delle esportazioni della Toscana meridionale sul totale nazionale è dunque in ascesa (dall’1,4% del 2008 al 2% del 2010), anche se si esclude l’effetto delle produzioni in metallo prezioso aretine (dall’1,2% all’1,3%).
A cura di Franco Bortolotti, Ires ToscanaAPRILE 2011
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Approfondimento economico sindacale della CGIL Toscana a cura di IRES Toscana. In collaborazione con Dipartimenti Attività Produttive e Mercato del Lavoro CGIL Toscana e Fisac Toscana
FontiBANCA D’ITALIACGIL TOSCANACONFINDUSTRIAINPSIRPETISTAT REGIONE TOSCANAUNIONCAMERE
FOCUSECONOMIA EXPORT TOSCANA - AREA MERIDIONALE
26
SALDO EXPORT-IMPORTSALDO EXPORT-IMPORT
2008 2009 2010
industria metalmeccanica -283.740.077 469.490.180 484.327.236
industria TAC 302.823.426 315.457.415 273.500.482
altra industria manifatturiera 2.350.530.495 1.841.189.485 2.167.719.238
agricoltura e pesca -34.813.658 -37.864.106 -50.247.411
industria estrattiva -76.568.767 -33.248.680 -24.678.009
servizi culturali, tecnici, media
201.641 1.577.563 1.207.786
Altro -471.322.519 -545.967.290 -820.441.562
TOTALE EXPORT 1.787.110.541 2.010.634.567 2.031.387.760
A prescindere dal valore dell’export, possiamo osservare le dinamiche dei saldi export-import, che appaiono in crescita (del 1% nel 2010 rispetto al 2009 e del 13,7% rispetto al 2008), grazie essenzialmente all’apporto dell’industria metalmeccanica (484 milioni di saldo positivo nel 2010 contro i 283 milioni di deficit del 2008), ma anche della “altra industria manifatturiera”, che fra l’altro comprende i settori chimico e mobiliero, (da 2,35 a 2,17 miliardi di euro), Sebbene decrescente, l’area meridionale mantiene un saldo positivo nell’interscambio di prodotti del sistema moda.
A cura di Franco Bortolotti, Ires ToscanaAPRILE 2011
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FOCUSECONOMIA PATRIMONIO IMMOBILIARE E REDDITO DEI TOSCANI
PresentazioneLa componente economica di reddito o di pensione è per gran parte dei lavoratori dipendenti e pensionati quella da cui dipende il benessere proprio e della famiglia, con situazioni limite che tendono ad erodere gli elementi ordinari della sopravvivenza. Quando infatti la componente salariale, magari modesta, si configura come entrata unica o principale e contestualmente sul versante delle uscite esiste una dimensione sistematica di una certa importanza, diventa altamente probabile che la perdita del posto di lavoro, anche temporanea, e del conseguente livello salariale comporti un elevato livello di instabilità economica, difficile da gestire dal lavoratore anche col sostegno dei previsti ammortizzatori.La crisi economica ha creato in maniera sistematica tali situazioni: il rischio di perdita del posto di lavoro è diventato concreto ed addirittura minaccioso per molti lavoratori, specialmente del settore privato. In questo contesto esistono non poche soluzioni che operano a favore di una stabilizzazione della situazione, soprattutto se temporanea, come ad esempio gli ammortizzatori sociali, ma senz’altro ancor di più i legami familiari ed il patrimonio mobiliare e immobiliare disponibile.In particolare la disponibilità di beni immobiliari costituisce un notevole fattore di stabilizzazione di situazioni di crisi sul versante delle entrate correnti, sia perché tende a comprimere le uscite, sia perché può divenire onte di ulteriori entrate sia in relazione alla locazione del bene che per la possibilità di cederne altri diritti, non ultimo quello di proprietà.
In questo numero concentreremo la nostra attenzione sulla componente patrimoniale immobiliare rilevabile dalla base dati delle dichiarazioni dei redditi presentate presso i CAAF CGIL della Regione Toscana1 per costruirne, oltre ad una sintesi generale, anche una mappa delle principali posizioni critiche e della loro dimensione derivabile dal confronto con le informazioni reddituali provenienti dalla stessa fonte.È appena il caso di ricordare che nel modello 730 non viene preso in esame per l’imposizione il patrimonio mobiliare cosicché in questa analisi non può trovare spazio la corrispondente analisi che certo avrebbe riservato non pochi fattori di interesse.La proprietà degli immobiliIl patrimonio immobiliare che rileva ai fini del modello fiscale è composto dai fabbricati, le relative pertinenze e i terreni. In tavola 1 è riportata la situazione delineata da tutte le dichiarazioni dei dichiaranti dipendenti e pensionati per le quali è stato possibile associare il settore di appartenenza. Si nota in generale che la quota di immobili di proprietà è più elevata per i pensionati, sia in termini di prima casa che di altri immobili e terreni, mentre è più contenuta per i lavoratori del settore pubblico e ancor di più per quelli del privato. Quindi complessivamente sui quasi 230.000 dichiaranti considerati solo un 24% non ha proprietà o quote di proprietà da dichiarare, circa il 68% ha la proprietà per quota o totale della prima casa ed un residuo 8% ha proprietà diverse dalla prima casa.
Un’analisi rilevabile dai modelli 730. A cura di Gianni Aristelli - Ires Toscana
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Tavola 1. Profilo dei dichiaranti rispetto alle proprietà pro-quota o totali per settore. Anno 2009.Tavola 1. Profilo dei dichiaranti rispetto alle proprietà pro-quota o totali per settore. Anno 2009.Tavola 1. Profilo dei dichiaranti rispetto alle proprietà pro-quota o totali per settore. Anno 2009.Tavola 1. Profilo dei dichiaranti rispetto alle proprietà pro-quota o totali per settore. Anno 2009.Tavola 1. Profilo dei dichiaranti rispetto alle proprietà pro-quota o totali per settore. Anno 2009.Tavola 1. Profilo dei dichiaranti rispetto alle proprietà pro-quota o totali per settore. Anno 2009.Tavola 1. Profilo dei dichiaranti rispetto alle proprietà pro-quota o totali per settore. Anno 2009.Tavola 1. Profilo dei dichiaranti rispetto alle proprietà pro-quota o totali per settore. Anno 2009.Tavola 1. Profilo dei dichiaranti rispetto alle proprietà pro-quota o totali per settore. Anno 2009.
Profilo del dichiarante
SettoreSettoreSettoreSettoreSettoreSettoreTotaleTotale
Profilo del dichiarante PrivatoPrivato PubblicoPubblico PensionatiPensionatiTotaleTotale
Profilo del dichiarante
Numero % Numero % Numero % Numero %
Nessuna proprietà 34.977 35,9 7.526 22,3 11.842 12,0 54.345 23,6
Prima casa soltanto 18.557 19,1 6.761 20,1 17.466 17,7 42.784 18,6
Prima casa con pertinenze 24.645 25,3 8.807 26,1 27.469 27,8 60.921 26,5
Prima casa e altri immobili 8.132 8,4 4.728 14,0 20.053 20,3 32.913 14,3
Prima casa, altri immobili e terreni 3.863 4,0 2.724 8,1 13.811 14,0 20.398 8,9
Altre proprietà, ma non prima casa 7.140 7,3 3.154 9,4 8.178 8,3 18.472 8,0
Totale 97.314 100,0 33.700 100,0 98.819 100,0 229.833 100,0
APRILE 2011
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FOCUSECONOMIA
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PATRIMONIO IMMOBILIARE E REDDITO DEI TOSCANI
In tavola 2 osserviamo alcune caratteristiche dei dichiaranti in relazione al settore di lavoro o pensione ed alla proprietà di immobili. Sembrerebbe dunque dalla lettura della tavola che l’acquisizione delle proprietà, anche di interesse primario, com’è il caso della prima casa, richiedano un tempo significativo coincidente spesso all’intero arco di una vita. In questo ambito è evidente che un meccanismo molto importante è quello delle garanzie, che determina a sua volta la facilità o meno dell’accesso al credito, che fa sì che la proprietà, anche primaria, sia legata alla sicurezza del posto di lavoro o pensione. Lo dimostrano i dati più favorevoli ai dichiaranti del settore pubblico rispetto a quelli del privato.La prima casaIn un contesto di crisi economica la proprietà della prima casa, bene primario e in principio sotto la disponibilità del dichiarante, può funzionare sia da elemento di contenimento dei costi che come fattore di bilanciamento in caso di situazioni di particolare criticità. L’eventuale iscrizione di ipoteca e presenza di mutuo con rate di importo rilevante possono però operare al contrario come fattore di destabilizzazione.Il grafico 1 presenta l’istogramma dei dichiaranti per settore di appartenenza in base alla proprietà (per intero o pro-quota) della prima casa, con indicazione dell’eventuale presenza ed intensità del mutuo.
Grafico 1. Dichiaranti proprietari di prima casa in relazione alla presenza e l'intensità del mutuo. Anno 2009 - NUMERO DICHIARANTI
È immediato verificare che le distribuzioni sono fortemente diverse fra loro. A livello complessivo circa il 68% dei dichiaranti è proprietario in tutto o in parte dell’abitazione di residenza. Di questo 68% circa il 50% dei dichiaranti ha pieni diritti sull’immobile senza pendenze dovute alla stipula di mutui, mentre l’altro 18% ha un mutuo che grava sull’immobile. La distribuzione dei dipendenti del settore pubblico è relativamente somigliante al totale generale, mentre la distribuzione del settore privato vede una prevalenza di dichiaranti con immobili su cui grava il mutuo rispetto a quelli liberi e all’opposto quella dei pensionati vede una limitata presenza di mutui sugli immobili di proprietà e complessivamente pari al 5% del totale.
0
20000
40000
60000
80000
Privato Pubblico Pensionati
Prima casa senza mutuoPrima casa con mutuo con interessi minori di 2.000 euroPrima casa con mutuo con interessi superiori a 2.000 euro
DISTRIBUZIONE PERCENTUALE, CARATTERISTICHE E SETTORE DEI DICHIARANTI PER PROFILO ANNO 2009DISTRIBUZIONE PERCENTUALE, CARATTERISTICHE E SETTORE DEI DICHIARANTI PER PROFILO ANNO 2009DISTRIBUZIONE PERCENTUALE, CARATTERISTICHE E SETTORE DEI DICHIARANTI PER PROFILO ANNO 2009DISTRIBUZIONE PERCENTUALE, CARATTERISTICHE E SETTORE DEI DICHIARANTI PER PROFILO ANNO 2009DISTRIBUZIONE PERCENTUALE, CARATTERISTICHE E SETTORE DEI DICHIARANTI PER PROFILO ANNO 2009DISTRIBUZIONE PERCENTUALE, CARATTERISTICHE E SETTORE DEI DICHIARANTI PER PROFILO ANNO 2009DISTRIBUZIONE PERCENTUALE, CARATTERISTICHE E SETTORE DEI DICHIARANTI PER PROFILO ANNO 2009
Caratteristiche del dichiaranteCaratteristiche del dichiarante
profilo profilo profilo profilo
Totale Caratteristiche del dichiaranteCaratteristiche del dichiarante Nessuna proprietà
Prima casa con o senza pertinenze
Prima casa, altri immobili
e/o terreni
Altre proprietà, ma non prima
casa
Totale
Classe di reddito da lavoro dipendente o assimilatiClasse di reddito da lavoro dipendente o assimilatiClasse di reddito da lavoro dipendente o assimilatiClasse di reddito da lavoro dipendente o assimilatiFino 15.000 Privato 58,2 28,9 6,8 6,2 100
Pubblico 42,4 36,4 13,0 8,2 100Pensionati 13,4 40,2 36,1 10,2 100
15.001-20.000 Privato 41,8 41,4 9,5 7,3 100Pubblico 30,9 42,4 16,4 10,3 100Pensionati 12,6 48,9 31,2 7,3 100
20.001-25.000 Privato 29,3 50,3 12,5 7,9 100Pubblico 23,8 46,8 19,7 9,7 100Pensionati 11,0 49,1 32,6 7,3 100
25.001-30.000 Privato 22,5 54,2 15,5 7,8 100Pubblico 19,3 48,7 23,1 8,9 100Pensionati 9,5 49,1 34,7 6,6 100
Oltre 30.000 Privato 15,1 54,1 23,0 7,8 100Pubblico 12,9 48,3 29,6 9,3 100Pensionati 8,0 46,2 39,2 6,7 100
GenereFemmine Privato 37,6 42,8 12,2 7,4 100
Pubblico 22,8 45,5 22,3 9,5 100Pensionati 12,3 40,8 37,1 9,9 100
Maschi Privato 34,9 45,4 12,4 7,3 100Pubblico 21,7 47,2 21,9 9,2 100Pensionati 11,8 48,3 32,6 7,3 100
Classe d'etàFino 35 anni Privato 54,9 33,7 5,6 5,8 100
Pubblico 47,5 37,6 7,6 7,3 100Pensionati 38,4 18,6 8,1 34,9 100
36-50 anni Privato 31,1 49,1 12,2 7,6 100Pubblico 23,5 49,6 17,3 9,6 100Pensionati 30,0 39,8 18,7 11,5 100
51-65 anni Privato 20,8 47,7 22,7 8,9 100Pubblico 15,2 45,1 30,3 9,5 100Pensionati 12,8 46,8 31,9 8,5 100
66 anni e oltre Privato 23,2 34,2 35,5 7,1 100Pubblico 19,9 38,1 30,8 11,1 100Pensionati 11,4 44,9 35,6 8,1 100
Provincia di nascitaProvincia di nascitaItaliana Privato 31,8 46,7 13,5 8,0 100
Pubblico 21,8 46,3 22,4 9,5 100Pensionati 11,9 45,5 34,3 8,3 100
Estera Privato 71,3 24,7 2,2 1,7 100Pubblico 43,4 41,6 10,7 4,3 100Pensionati 16,8 47,7 27,3 8,3 100
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PATRIMONIO IMMOBILIARE E REDDITO DEI TOSCANI
Alcune posizioni critiche
Nel precedente paragrafo abbiamo visto che esistono circa 15.000 posizioni (circa il 6% del totale) nelle quali il dichiarante è proprietario della prima casa ma al contempo ha un mutuo che prevede una rata con interessi pro-capite di almeno 2.000 euro. A questo gruppo appartengono tanto dichiaranti con una posizione relativamente stabile, sia perché percepiscono redditi consistenti sia perché sono proprietari di altri immobili, che dichiaranti che invece dipendono fortemente dalla disponibilità corrente di reddito.Restringendo le caratteristiche del gruppo di analisi ai soli dichiaranti che nel 2009 erano proprietari, in tutto o in parte, della sola prima casa ed eventuali pertinenze e che hanno avuto un reddito lordo da lavoro dipendente o assimilato inferiore a 20.000 euro, otteniamo un gruppo composto da circa 4.700 soggetti, per i quali quindi almeno il 20% del reddito netto viene impegnato per onorare il mutuo (quota capitale e interessi). La tavola 3 illustra le caratteristiche del gruppo.
Per buona parte si trovano in fascia di reddito 15.000 – 20.000 (73%), lavorano quasi tutti nel settore privato (circa 85%), sono equamente distribuiti fra uomini e donne, sono in prevalenza giovani (entro i 35 anni il 44%, entro i 50 anni l’88%), il 14% è nato all’estero (quindi una quota considerevole di immigrati).Essendo quest’analisi ristretta al dichiarante, non entreremo nel merito dei soggetti ad eventuale carico del dichiarante, che appesantirebbero ulteriormente la situazione, o al contrario di quelli legati a vincoli familiari (interni od esterni alla famiglia anagrafica) che all’opposto potrebbero fungere da contenimento dei rischi. Quello che appare aldilà degli utili approfondimenti che si potrebbero eseguire è che la posizione di questo gruppo, ed in particolare di quello dei circa 4.000 dipendenti del settore privato (85% del totale), è particolarmente vulnerabile ad eventi di crisi che potrebbero avere come conseguenza la perdita del posto di lavoro. Ricordando infine che si tratta di un gruppo prevalentemente composto da persone entro il cinquantesimo anno d’età è ragionevole pensare che da essi dipendano molte situazioni di minori, o diremo addirittura di mancate nascite date le ristrettezze e la delicatezza del loro contesto economico.
Tavola 3. Distribuzioni percentuali dei dichiaranti proprietari di prima casa con redditi da lavoro o assimilati modesti e interessi sul mutuo per almeno 2.000 euro per caratteristica e settore. Anno 2009Tavola 3. Distribuzioni percentuali dei dichiaranti proprietari di prima casa con redditi da lavoro o assimilati modesti e interessi sul mutuo per almeno 2.000 euro per caratteristica e settore. Anno 2009Tavola 3. Distribuzioni percentuali dei dichiaranti proprietari di prima casa con redditi da lavoro o assimilati modesti e interessi sul mutuo per almeno 2.000 euro per caratteristica e settore. Anno 2009Tavola 3. Distribuzioni percentuali dei dichiaranti proprietari di prima casa con redditi da lavoro o assimilati modesti e interessi sul mutuo per almeno 2.000 euro per caratteristica e settore. Anno 2009Tavola 3. Distribuzioni percentuali dei dichiaranti proprietari di prima casa con redditi da lavoro o assimilati modesti e interessi sul mutuo per almeno 2.000 euro per caratteristica e settore. Anno 2009Tavola 3. Distribuzioni percentuali dei dichiaranti proprietari di prima casa con redditi da lavoro o assimilati modesti e interessi sul mutuo per almeno 2.000 euro per caratteristica e settore. Anno 2009Tavola 3. Distribuzioni percentuali dei dichiaranti proprietari di prima casa con redditi da lavoro o assimilati modesti e interessi sul mutuo per almeno 2.000 euro per caratteristica e settore. Anno 2009Tavola 3. Distribuzioni percentuali dei dichiaranti proprietari di prima casa con redditi da lavoro o assimilati modesti e interessi sul mutuo per almeno 2.000 euro per caratteristica e settore. Anno 2009Tavola 3. Distribuzioni percentuali dei dichiaranti proprietari di prima casa con redditi da lavoro o assimilati modesti e interessi sul mutuo per almeno 2.000 euro per caratteristica e settore. Anno 2009
Caratteristiche del dichiarante
SettoreSettoreSettoreSettoreSettoreSettoreTotaleTotaleCaratteristiche del
dichiarantePrivatoPrivato PubblicoPubblico PensionatiPensionati
TotaleTotaleCaratteristiche del dichiarante
% di riga % di colonna % di riga % di colonna % di riga % di colonna % di riga % di colonnaClasse di reddito da lavoro dipendente o assimilatiClasse di reddito da lavoro dipendente o assimilatiClasse di reddito da lavoro dipendente o assimilatiClasse di reddito da lavoro dipendente o assimilatiClasse di reddito da lavoro dipendente o assimilatiClasse di reddito da lavoro dipendente o assimilatiClasse di reddito da lavoro dipendente o assimilatiClasse di reddito da lavoro dipendente o assimilatiClasse di reddito da lavoro dipendente o assimilatiFino 15.000 82,6 26,1 8,5 28,0 8,9 38,4 100,0 27,0 15.001-20.000 86,6 73,9 8,1 72,0 5,2 61,6 100,0 73,0 Area vasta di residenzaArea vasta di residenzaArea vasta di residenzaArea vasta di residenzaArea vasta di residenzaArea vasta di residenzaArea vasta di residenzaArea vasta di residenzaArea vasta di residenzaArea centro-meridionale
86,1 20,2 8,1 19,8 5,8 18,7 100,0 20,1
Area metropolitana 85,5 49,2 8,5 50,6 6,0 47,6 100,0 49,2
Area nord-occidentale
85,3 29,6 8,0 28,8 6,8 32,3 100,0 29,7
Provincia non toscana
85,7 1,0 6,1 0,8 8,2 1,4 100,0 1,0
GenereGenereGenereGenereGenereGenereGenereGenereGenereFemmina 83,9 48,6 11,1 66,8 5,0 39,8 100,0 49,5 Maschio 87,2 51,4 5,4 33,2 7,4 60,2 100,0 50,5 Classe d'etàClasse d'etàClasse d'etàClasse d'etàClasse d'etàClasse d'etàClasse d'etàClasse d'etàClasse d'etàFino 35 anni 95,0 49,3 5,0 26,7 - - 100,0 44,4 36-50 anni 88,5 45,2 10,7 56,8 0,8 5,8 100,0 43,7 51-65 anni 48,9 5,5 14,1 16,5 37,0 57,1 100,0 9,6 66 anni e oltre - - - - 100,0 37,1 100,0 2,3 Provincia di nascitaProvincia di nascitaProvincia di nascitaProvincia di nascitaProvincia di nascitaProvincia di nascitaProvincia di nascitaProvincia di nascitaProvincia di nascitaItaliana 84,1 84,1 8,7 90,7 7,2 99,0 100,0 85,6 Estera 94,3 15,9 5,3 9,3 0,4 1,0 100,0 14,4 Totale 85,5 100,0 8,2 100,0 6,2 100,0 100,0 100,0
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PATRIMONIO IMMOBILIARE E REDDITO DEI TOSCANI
Ma se la posizione di coloro che hanno deciso di affrontare l’impegno di un mutuo è delicata non da meno lo è quella di chi, magari non disponendo di un capitale iniziale da investire, opta invece per la locazione di un immobile. In tavola 4 osserviamo le caratteristiche del gruppo di dichiaranti di analoghe caratteristiche reddituali del precedente ma che, al contrario del gruppo precedente, non è proprietario di alcuna quota di immobile ed è acceduto alle detrazioni previste per i primi tre anni dalla stipula di un contratto di locazione. Si presti attenzione al fatto che in questo caso i dati si riferiscono ad un sottoinsieme più ristretto di coloro che hanno in locazione un immobile, perché legati alla breve anzianità di stipula.Questo gruppo è un po’ più numeroso del precedente ed è composto da quasi 6.600 dichiaranti ed ha caratteristiche in parte simili e in parte distinte dal precedente. Le caratteristiche simili sono la prevalenza di posizioni nel settore privato (70%) e la presenza di dichiaranti in età inferiore ai 50 anni (68%).Le differenze invece sono di maggior rilievo e di estremo interesse. Innanzitutto per un 25% è composto da pensionati e per il resto quasi esclusivamente da dipendenti del settore privato: per i primi il livello di reddito lordo da lavoro dipendente o assimilato prevalente è quello al di sotto del 15.000 euro, mentre per i secondi quello da 15.000 a 20.000 euro. Dei dipendenti del settore privato, la maggioranza è nata all’estero (circa 61%), è di genere maschile (70%), è quasi totalmente al di sotto dei 50 anni d’età (91%, il 43% sotto i 36 anni) e per circa la metà sono collocati nell’area vasta metropolitana.
Tavola 4. Distribuzioni percentuali dei dichiaranti con redditi da lavoro o assimilati modesti, contratto di locazione recente e non proprietari di immobili per caratteristica e settore. Anno 2009Tavola 4. Distribuzioni percentuali dei dichiaranti con redditi da lavoro o assimilati modesti, contratto di locazione recente e non proprietari di immobili per caratteristica e settore. Anno 2009Tavola 4. Distribuzioni percentuali dei dichiaranti con redditi da lavoro o assimilati modesti, contratto di locazione recente e non proprietari di immobili per caratteristica e settore. Anno 2009Tavola 4. Distribuzioni percentuali dei dichiaranti con redditi da lavoro o assimilati modesti, contratto di locazione recente e non proprietari di immobili per caratteristica e settore. Anno 2009Tavola 4. Distribuzioni percentuali dei dichiaranti con redditi da lavoro o assimilati modesti, contratto di locazione recente e non proprietari di immobili per caratteristica e settore. Anno 2009Tavola 4. Distribuzioni percentuali dei dichiaranti con redditi da lavoro o assimilati modesti, contratto di locazione recente e non proprietari di immobili per caratteristica e settore. Anno 2009Tavola 4. Distribuzioni percentuali dei dichiaranti con redditi da lavoro o assimilati modesti, contratto di locazione recente e non proprietari di immobili per caratteristica e settore. Anno 2009Tavola 4. Distribuzioni percentuali dei dichiaranti con redditi da lavoro o assimilati modesti, contratto di locazione recente e non proprietari di immobili per caratteristica e settore. Anno 2009Tavola 4. Distribuzioni percentuali dei dichiaranti con redditi da lavoro o assimilati modesti, contratto di locazione recente e non proprietari di immobili per caratteristica e settore. Anno 2009
Caratteristiche del dichiarante
SettoreSettoreSettoreSettoreSettoreSettoreTotaleTotaleCaratteristiche
del dichiarante PrivatoPrivato PubblicoPubblico PensionatiPensionatiTotaleTotaleCaratteristiche
del dichiarante% di riga % di colonna % di riga % di colonna % di riga % di colonna % di riga % di colonna
Classe di reddito da lavoro dipendente o assimilatiClasse di reddito da lavoro dipendente o assimilatiClasse di reddito da lavoro dipendente o assimilatiClasse di reddito da lavoro dipendente o assimilatiClasse di reddito da lavoro dipendente o assimilatiClasse di reddito da lavoro dipendente o assimilatiClasse di reddito da lavoro dipendente o assimilatiClasse di reddito da lavoro dipendente o assimilatiClasse di reddito da lavoro dipendente o assimilatiFino 15.000 62,5 40,3 5,1 45,1 32,3 58,9 100,0 45,1
15.001-20.000 76,3 59,7 5,1 54,9 18,6 41,1 100,0 54,9
Area vasta di residenzaArea vasta di residenzaArea vasta di residenzaArea vasta di residenzaArea vasta di residenzaArea vasta di residenzaArea vasta di residenzaArea vasta di residenzaArea vasta di residenza
Area centro-meridionale
77,8 33,0 4,8 27,9 17,4 20,8 100,0 29,7
Area metropolitana
67,3 46,6 4,8 45,1 27,9 54,5 100,0 48,5
Area nord-occidentale
64,5 18,8 5,9 23,4 29,6 24,4 100,0 20,5
Provincia non toscana
81,3 1,6 13,2 3,6 5,5 0,3 100,0 1,4
GenereFemmina 61,4 30,1 6,7 44,5 31,9 44,1 100,0 34,3
Maschio 74,6 69,9 4,3 55,5 21,1 55,9 100,0 65,7
Classe d'etàFino 35 anni 95,8 42,7 4,1 24,9 0,1 0,2 100,0 31,3
36-50 anni 93,0 48,7 6,2 44,5 0,7 1,1 100,0 36,7
51-65 anni 43,1 8,5 10,6 28,5 46,3 25,8 100,0 13,8
66 anni e oltre 0,3 0,1 0,6 2,1 99,1 72,9 100,0 18,2
Provincia di nascitaProvincia di nascitaProvincia di nascitaProvincia di nascitaProvincia di nascitaProvincia di nascitaProvincia di nascitaProvincia di nascitaProvincia di nascitaItaliana 48,7 38,5 6,9 74,5 44,4 99,1 100,0 55,4
Estera 96,6 61,5 2,9 25,5 0,5 0,9 100,0 44,6
Totale 70,1 100,0 5,1 100,0 24,8 100,0 100,0 100,0
Conclusioni
Un dato confortante che emerge dall’analisi delle dichiarazioni, che come abbiamo visto sono prevalentemente collocate nel settore privato o dei percettori di pensione, è che in larga parte i dichiaranti sono proprietari di immobili, fra cui ovviamente la prima casa.Bisogna ricordare che il modello 730 è collocato a metà strada fra le situazioni minime di reddito dipendente per le quali la semplice ricezione da parte del lavoratore del modello CUD è sufficiente ad assolvere gli obblighi nel confronti del fisco e le dichiarazioni mediante il modello Unico che sono relative a contesti più articolati ed a categorie di lavoro autonomo nelle quali almeno la situazione patrimoniale è più rilevante. Sappiamo infatti dall’ultimo censimento che mediamente il titolo di godimento degli alloggi toscani è quasi per l’80% quello della proprietà, con un valore quindi assolutamente compatibile con quello derivante da questa analisi.Per contro però emergono dai dati oltre 11.000 situazioni di debolezza (pari a circa un 5% del gruppo osservato) in cui il dichiarante, a meno di fattori legati al patrimonio mobiliare (non noti in questo contesto) o alle relazioni familiari, potrebbe vedere la propria posizione gravemente modificata, in particolare per quanto riguarda l’alloggio, da una perdita dell’impiego o di parte del corrispondente reddito. In questa situazione sono maggiormente rappresentate le categorie giovanili e quella degli immigrati, a testimonianza ancora una volta delle difficoltà del nostro contesto sociale in termini di opportunità di lavoro e di integrazione sociale.
Un’analisi rilevabile dai modelli 730. A cura di Gianni Aristelli - Ires ToscanaAPRILE 2011
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! Andamento dell’occupazione pagina 2
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! Cassa integrazionepagina 13
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! Creditopagina 31
Approfondimento economico sindacale della CGIL Toscana a cura di IRES Toscana. In collaborazione con Dipartimenti Attività Produttive e Mercato del Lavoro CGIL Toscana e Fisac Toscana
FontiBANCA D’ITALIACGIL TOSCANACONFINDUSTRIAINPSIRPETISTAT REGIONE TOSCANAUNIONCAMERE
FOCUSECONOMIA IL CREDITO IN TOSCANA
Nel 2010 il sistema bancario in Toscana ha visto calare leggermente i depositi della clientela sull’anno precedente. Il calo risulta contenuto nell’Area Centrale e vicino al -2,50% nelle Aree Costiera e Meridionale. Il dato si conferma invece positivo (+11%) rispetto alla fine del 2007. I prestiti risultano influenzati da due elementi. Il primo è il cambio di elaborazione del dato, avvenuto a giugno 2010, che condiziona una coerente lettura del grafico. Il secondo è che il valore generale comprende le sofferenze. Questo comporta una “crescita” dei prestiti nel grafico della Toscana e nei tre relativi alle Aree Vaste, quando però si analizzano in dettaglio i valori dei settori Manifatturiero, delle Costruzioni e dei Servizi le cose sono diverse. In questo caso infatti i valori non comprendono le sofferenze e si registra un calo nel manifatturiero (-6% dal 31/12/2008, con le province di Pisa, Prato e Grosseto che hanno un calo superiore al -10%). Una crescita minima è presente nel settore delle costruzioni che però è evidentemente influenzato dal cambio di elaborazione del dato da parte di Bankitalia. Nel settore dei servizi si registra infine un lieve calo (Ie province più in difficoltà sono Prato, Arezzo e Massa Carrara con un calo di circa al -10%). Il dato relativo alle sofferenze risulta in aumento rispetto alla fine del 2007 del 129%. È questo l’argomento più dibattuto nell’ambito bancario, insieme a Basilea 3, negli ultimi mesi. Bankitalia ha temporaneamente sospeso l’aggiornamento dei flussi delle nuove sofferenze ma anche in assenza di questo risulta difficile immaginare un’inversione di tendenza a breve. Tutte le province hanno almeno raddoppiato le sofferenze ad eccezione di Massa Carrara. In particolare evidenza il dato negativo di Arezzo (+193%), Grosseto (+162%), Prato (+155%) e Firenze (+136%). Queste evidenziano quindi maggiori difficoltà per l’Area Centrale e Meridionale della Toscana.In sintesi pur non essendo più agli onori della cronaca la stretta creditizia permane e si fa sentire proprio nel settore manifatturiero. La fragilità finanziaria di molte piccole aziende e la crisi economica portano alla crescita esponenziale delle sofferenze. Le banche di riferimento nel territorio corrono ai ripari rastrellando denaro attraverso la formula dell’aumento di capitale. Banca Intesa (in Toscana presente tra l’altro con CR Firenze, CR Pistoia e Pescia...) farà un
aumento di capitale di 5 mld di euro, Monte dei Paschi sembra orientato verso un aumento di 2 mld di euro mentre Banco Popolare (presente in Toscana con la CR di Lucca Pisa e Livorno) ha già effettuato un aumento di capitale da 2 mld di euro.Quante di queste ingenti somme verranno rastrellate sul territorio Toscano, e che ritorno ci sarà?
NOTA AI GRAFICI:
Viene evidenziata con una linea rossa la data del 30/06/2010, nella quale Bankitalia ha modificato alcuni riferimenti per l’elaborazione dei dati. Questo crea ovviamente una discontinuità statistica per quanto riguarda le serie storiche dei depositi e dei prestiti. Nel merito il cambiamento più importante è la reintroduzione di tutti i prestiti cartolarizzati, o altrimenti ceduti che non soddisfano i criteri di cancellazione previsti dai principi contabili internazionali (IAS). L’applicazione ha comportato la re-iscrizione in bilancio di attività precedentemente cancellate e passività ad esse, con un conseguente incremento delle serie storiche dei prestiti e dei depositi.
A cura di Anna Maria Romano - FISAC CGIL TOSCANA
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FOCUSECONOMIA IL CREDITO IN TOSCANA - FISAC CGIL TOSCANA
53.000.000.000
55.000.000.000
57.000.000.000
59.000.000.000
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7
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8
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30/g
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0
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0
ANDAMENTO DEI DEPOSITI | 56.990.458.639 ! (-1,56% SU 2009 )
105.000.000.000
110.000.000.000
115.000.000.000
120.000.000.000
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0
31/d
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0
ANDAMENTO DEI PRESTITI | 115.649.592.048 !
14.750.000.000
15.500.000.000
16.250.000.000
17.000.000.000
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8
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0
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0
ANDAMENTO DEI PRESTITI AL SETTORE MANIFATTURIERO
5.250.000.000
7.500.000.000
9.750.000.000
12.000.000.000
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8
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9
30/g
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0
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0
ANDAMENTO DEI PRESTITI AL SETTORE DELLE COSTRUZIONI
33.000.000.000
34.000.000.000
35.000.000.000
36.000.000.000
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8
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9
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0
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0
ANDAMENTO DEI PRESTITI AL SETTORE DEI SERVIZI
dic
08
mar
09
giu
09
set 0
9
dic
09
mar
10
giu
10
set 0
9
dic
09
mar
10
giu
10
2,66
1
2,54
9
2,47
3
2,44
9
2,13
7
2,22
4
2,05
6
1,71
6
1,67
1
1,32
1
1,31
9
1,16
9
1,11
7
1,03
7
1,00
2
0,84
8
0,77
8
0,74
2
0,73
1
0,71
5
0,74
7
0,77
1
1,95
8
1,84
7
1,75
7
1,71
9
1,48
4
1,51
9
1,40
4
1,19
3
1,15
6
0,94
7
0,95
1
TotaleFamiglieImprese
ANDAMENTO DEL FLUSSO DI SOFFERENZE RETTIFICATE Bankitalia ha sospeso l’aggiornamento per rivedere il metodo di calcolo
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FOCUSECONOMIA IL CREDITO IN TOSCANA - DEPOSITI PER AREA VASTA - FISAC CGIL TOSCANA
24.000.000.000
25.000.000.000
26.000.000.000
27.000.000.000
31/d
ic/0
7
31/d
ic/0
8
31/d
ic/0
9
30/g
iu/1
0
31/d
ic/1
0
ANDAMENTO DEI DEPOSITI DA DICEMBRE 2007 A DICEMBRE 2010
11.250.000.000
12.500.000.000
13.750.000.000
15.000.000.000
31/d
ic/0
7
31/d
ic/0
8
31/d
ic/0
9
30/g
iu/1
0
31/d
ic/1
0
16.750.000.000
17.500.000.000
18.250.000.000
19.000.000.000
31/d
ic/0
7
31/d
ic/0
8
31/d
ic/0
9
30/g
iu/1
0
31/d
ic/1
0
FIRENZE
PRATOPISTOIA
MASSA CARRARA
LUCCA
LIVORNO
PISA
AREZZO
SIENA
GROSSETO33
25.623.157.027
17.445.038.808
13.922.262.804
15%
15%
70%
18%
49%
34%
13%
21%
33%
34%
APRILE 2011
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pagina 1
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! Avviamenti al lavoropagina 6
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! Produzione industrialepagina 18
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! Patrimoniopagina 27
! Creditopagina 31
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FOCUSECONOMIA IL CREDITO IN TOSCANA - PRESTITI PER AREA VASTA - FISAC CGIL TOSCANA
49.000.000.000
51.000.000.000
53.000.000.000
55.000.000.000
31/d
ic/0
7
31/d
ic/0
8
31/d
ic/0
9
30/g
iu/1
0
31/d
ic/1
0
ANDAMENTO DEI PRESTITI DAL DICEMBRE 2007 A DICEMBRE 2010
18.000.000.000
21.000.000.000
24.000.000.000
27.000.000.000
30.000.000.000
31/d
ic/0
7
31/d
ic/0
8
31/d
ic/0
9
30/g
iu/1
0
31/d
ic/1
0
32.000.000.000
33.000.000.000
34.000.000.000
35.000.000.000
36.000.000.000
31/d
ic/0
7
31/d
ic/0
8
31/d
ic/0
9
30/g
iu/1
0
31/d
ic/1
0
FIRENZE
PRATOPISTOIA
MASSA CARRARA
LUCCA
LIVORNO
PISA
AREZZO
SIENA
GROSSETO34
54.599.605.057
34.423.466.767
26.626.520.224
15%
16%69%
21%
45%
34%
11%
25%
31%
33%
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! Produzione industrialepagina 18
! Export Toscanapagina 19
! Patrimoniopagina 27
! Creditopagina 31
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FOCUSECONOMIA IL CREDITO IN TOSCANA - FISAC CGIL TOSCANA
-25%
-20%
-15%
-10%
-5%
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
31/d
ic/0
8
31/d
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9
30/g
iu/1
0
31/d
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0
FIRENZE PRATO PISTOIA
ANDAMENTO DEI PRESTITI AL SETTORE MANIFATTURIERO DELLE PROVINCE DELL’AREA CENTRALE
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Si evidenzia l’andamento
dei prestiti utilizzando gli scostamenti percentuali
rispetto al dato di partenza del 31 dicembre
2008.
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FOCUSECONOMIA IL CREDITO IN TOSCANA - FISAC CGIL TOSCANA
-25%
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0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
31/d
ic/0
8
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30/g
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0
31/d
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0
LUCCA PISA LIVORNO MASSA
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ANDAMENTO DEI PRESTITI AL SETTORE MANIFATTURIERO DELLE PROVINCE DELL’AREA COSTIERA
Si evidenzia l’andamento
dei prestiti utilizzando gli scostamenti percentuali
rispetto al dato di partenza del 31 dicembre
2008.
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FOCUSECONOMIA IL CREDITO IN TOSCANA - FISAC CGIL TOSCANA
-25%
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31/d
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8
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0
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0
AREZZO SIENA GROSSETO
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ANDAMENTO DEI PRESTITI AL SETTORE MANIFATTURIERO DELLE PROVINCE DELL’AREA MERIDIONALE
Si evidenzia l’andamento
dei prestiti utilizzando gli scostamenti percentuali
rispetto al dato di partenza del 31 dicembre
2008.
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FOCUSECONOMIA IL CREDITO IN TOSCANA - FISAC CGIL TOSCANA
-10%
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0
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0
FIRENZE PRATO PISTOIA
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ANDAMENTO DEI PRESTITI AL SETTORE DELLE COSTRUZIONI DELLE PROVINCE DELL’AREA CENTRALE
Si evidenzia l’andamento
dei prestiti utilizzando gli scostamenti percentuali
rispetto al dato di partenza del 31 dicembre
2008.
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! Export Toscanapagina 19
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! Creditopagina 31
Approfondimento economico sindacale della CGIL Toscana a cura di IRES Toscana. In collaborazione con Dipartimenti Attività Produttive e Mercato del Lavoro CGIL Toscana e Fisac Toscana
FontiBANCA D’ITALIACGIL TOSCANACONFINDUSTRIAINPSIRPETISTAT REGIONE TOSCANAUNIONCAMERE
FOCUSECONOMIA IL CREDITO IN TOSCANA - FISAC CGIL TOSCANA
-10%
0%
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20%
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50%
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31/d
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8
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9
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31/d
ic/1
0
LUCCA PISA LIVORNO MASSA
39
ANDAMENTO DEI PRESTITI AL SETTORE DELLE COSTRUZIONI DELLE PROVINCE DELL’AREA COSTIERA
Si evidenzia l’andamento
dei prestiti utilizzando gli scostamenti percentuali
rispetto al dato di partenza del 31 dicembre
2008.
APRILE 2011
Sommario! Introduzione
pagina 1
! Andamento dell’occupazione pagina 2
! Avviamenti al lavoropagina 6
! Tirocinipagina 9
! Mobilità pagina 11
! Cassa integrazionepagina 13
! Produzione industrialepagina 18
! Export Toscanapagina 19
! Patrimoniopagina 27
! Creditopagina 31
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FontiBANCA D’ITALIACGIL TOSCANACONFINDUSTRIAINPSIRPETISTAT REGIONE TOSCANAUNIONCAMERE
FOCUSECONOMIA IL CREDITO IN TOSCANA - FISAC CGIL TOSCANA
-10%
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31/d
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0
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0
AREZZO SIENA GROSSETO
40
ANDAMENTO DEI PRESTITI AL SETTORE DELLE COSTRUZIONI DELLE PROVINCE DELL’AREA MERIDIONALE
Si evidenzia l’andamento
dei prestiti utilizzando gli scostamenti percentuali
rispetto al dato di partenza del 31 dicembre
2008.
APRILE 2011
Sommario! Introduzione
pagina 1
! Andamento dell’occupazione pagina 2
! Avviamenti al lavoropagina 6
! Tirocinipagina 9
! Mobilità pagina 11
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FontiBANCA D’ITALIACGIL TOSCANACONFINDUSTRIAINPSIRPETISTAT REGIONE TOSCANAUNIONCAMERE
FOCUSECONOMIA IL CREDITO IN TOSCANA - FISAC CGIL TOSCANA
-10%
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FIRENZE PRATO PISTOIA
41
Si evidenzia l’andamento
dei prestiti utilizzando gli scostamenti percentuali
rispetto al dato di partenza del 31 dicembre
2008.
ANDAMENTO DEI PRESTITI AL SETTORE DEI SERVIZI DELLE PROVINCE DELL’AREA CENTRALEAPRILE 2011
Sommario! Introduzione
pagina 1
! Andamento dell’occupazione pagina 2
! Avviamenti al lavoropagina 6
! Tirocinipagina 9
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FOCUSECONOMIA IL CREDITO IN TOSCANA - FISAC CGIL TOSCANA
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LUCCA PISA LIVORNO MASSA
42
Si evidenzia l’andamento
dei prestiti utilizzando gli scostamenti percentuali
rispetto al dato di partenza del 31 dicembre
2008.
ANDAMENTO DEI PRESTITI AL SETTORE DEI SERVIZI DELLE PROVINCE DELL’AREA COSTIERAAPRILE 2011
Sommario! Introduzione
pagina 1
! Andamento dell’occupazione pagina 2
! Avviamenti al lavoropagina 6
! Tirocinipagina 9
! Mobilità pagina 11
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FontiBANCA D’ITALIACGIL TOSCANACONFINDUSTRIAINPSIRPETISTAT REGIONE TOSCANAUNIONCAMERE
FOCUSECONOMIA IL CREDITO IN TOSCANA - FISAC CGIL TOSCANA
-10%
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AREZZO SIENA GROSSETO
43
Si evidenzia l’andamento
dei prestiti utilizzando gli scostamenti percentuali
rispetto al dato di partenza del 31 dicembre
2008.
ANDAMENTO DEI PRESTITI AL SETTORE DEI SERVIZI DELLE PROVINCE DELL’AREA MERIDIONALEAPRILE 2011
Sommario! Introduzione
pagina 1
! Andamento dell’occupazione pagina 2
! Avviamenti al lavoropagina 6
! Tirocinipagina 9
! Mobilità pagina 11
! Cassa integrazionepagina 13
! Produzione industrialepagina 18
! Export Toscanapagina 19
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FontiBANCA D’ITALIACGIL TOSCANACONFINDUSTRIAINPSIRPETISTAT REGIONE TOSCANAUNIONCAMERE
FOCUSECONOMIA IL CREDITO IN TOSCANA - FISAC CGIL TOSCANA
31/dic/07
31/dic/08
31/dic/09
30/giu/10
31/dic/10
TOSCANA
STOCK DELLE SOFFERENZE BANCARIE (DATI IN EURO)
44
2.470.549.089
547.495.822
5.668.300.550
+129,43%
APRILE 2011
Sommario! Introduzione
pagina 1
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FOCUSECONOMIA IL CREDITO IN TOSCANA - FISAC CGIL TOSCANA
31/dic/07
31/dic/08
31/dic/09
30/giu/10
31/dic/10
PISTOIAPRATOFIRENZE
STOCK DELLE SOFFERENZE BANCARIE AREA CENTRALE (DATI IN EURO)
45
262.971.979220.421.979
632.984.221
547.495.822563.981.956
1.497.919.173
+ 108%
+ 155%
+ 136%
APRILE 2011
Sommario! Introduzione
pagina 1
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! Avviamenti al lavoropagina 6
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! Export Toscanapagina 19
! Patrimoniopagina 27
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FOCUSECONOMIA IL CREDITO IN TOSCANA - FISAC CGIL TOSCANA
31/dic/07
31/dic/08
31/dic/09
30/giu/10
31/dic/10
MASSALIVORNOPISALUCCA
STOCK DELLE SOFFERENZE BANCARIE AREA COSTIERA (DATI IN EURO)
46
133.158.034134.566.383
279.165.103
282.230.970
559.122.067592.985.240
282.230.970
270.848.196
+ 67%+ 109%+ 106%+ 112%
APRILE 2011
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FOCUSECONOMIA IL CREDITO IN TOSCANA - FISAC CGIL TOSCANA
31/dic/07
31/dic/08
31/dic/09
30/giu/10
31/dic/10
GROSSETOSIENAAREZZO
STOCK DELLE SOFFERENZE BANCARIE AREA MERIDIONALE (DATI IN EURO)
47
105.460.734
177.024.131
253.948.329
276.436.172
381.669.442
744.082.690
+ 162%
+ 115%
+ 193%
APRILE 2011
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pagina 1
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FontiBANCA D’ITALIACGIL TOSCANACONFINDUSTRIAINPSIRPETISTAT REGIONE TOSCANAUNIONCAMERE