Focus Economia 01-2011

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FocusEconomia ! Occupazione ! Cassa Integrazione Guadagni ! Cassa Integrazione in Deroga ! Mobilità ! Produzione Industriale ! Dinamica Salari ! Credito ! Le Aziende Toscane in Borsa Approfondimento economico sindacale della CGIL Toscana a cura di IRES Toscana. In collaborazione con Dipartimenti Attività Produttive e Mercato del Lavoro CGIL Toscana e Fisac Toscana 01 02 03 04 2011

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Analisi Economica Sindacale Ires Toscana Cgil Toscana

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FocusEconomia! Occupazione! Cassa Integrazione Guadagni! Cassa Integrazione in Deroga! Mobilità ! Produzione Industriale! Dinamica Salari! Credito! Le Aziende Toscane in Borsa

Approfondimento economico sindacale della CGIL Toscana a cura di IRES Toscana. In collaborazione con Dipartimenti Attività Produttive e Mercato del Lavoro CGIL Toscana e Fisac Toscana

01 02 03 04 2011

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FOCUSECONOMIA

GENNAIO 2011

Sommario! Introduzione

pagina 1

! Occupazione pagina 2

! Cassa Integrazione Guadagnipagina 6

! Cassa Integrazione in Derogapagina 11

! Mobilità pagina 15

! Produzione Industriale pagina 16

! Dinamica Salari pagina 17

! Credito pagina 22

! Le Aziende Toscane in Borsapagina 27

Approfondimento economico sindacale della CGIL Toscana a cura di IRES Toscana. In collaborazione con Dipartimenti Attività Produttive e Mercato del Lavoro CGIL Toscana e Fisac Toscana

Fonti

BANCA D’ITALIAINPSIRPETREGIONE TOSCANAUNIONCAMEREISTATYAHOO FINANZA

INTRODUZIONE A cura di Fabio Giovagnoli

FOCUS ECONOMIA

IRES Toscana, con questa nota congiunturale, intende mettere a disposizione dei soci, in particolare delle strutture della CGIL, e degli altri istituti impegnati nella ricerca sociale, alcuni dati utili alla comprensione di una situazione economica regionale sempre più complessa e difficile. FOCUS ECONOMIA sarà una nota trimestrale che aggiornerà i dati relativi ai più importanti indicatori di crescita che agiscono nel contesto internazionale, nazionale e regionale e, qualora la cosa sia possibile, anche sub-regionale.

E' nostro intendimento, a partire dal prossimo numero, organizzare, in corrispondenza con l'uscita di questa nostra nota, degli incontri, anche tematici, finalizzati ad un miglior approfondimento del quadro statistico economico o alla lettura di prima mano dei dati forniti dagli istituti nazionali e internazionali come ISTAT, Banca D'Italia, Eurostat, Banca Europea.

La nostra iniziativa vuol favorire anche il confronto e il dialogo fra gli attori che determinano lo sviluppo quali le organizzazioni sindacali, datoriali, le istituzioni e i centri di ricerca in una fase dell'economia regionale nella quale si sente forte il bisogno di misurasi sulle idee e sui grandi progetti sempre più necessari per un nuova frontiera del “Sistema Toscano”. Il nostro auspicio è che questa nostra iniziativa possa dare un contributo sui contenuti da offrire alla programmazione regionale e alle relazioni industriali.

Firenze gennaio 2011

Il Presidente Emanuele Berretti

Il Direttore Fabio Giovagnoli1

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FOCUSECONOMIA ANDAMENTO DELL’OCCUPAZIONE A cura di Franco Bortolotti, Ires Toscana (DICEMBRE 2010)

L’ultima rilevazione delle forze di lavoro (dati diffusi relativi al II trimestre 2010) segnala una diminuzione di 38mila unità (-2,4%) degli occupati in Toscana, prendendo a riferimento lo stesso trimestre dell’anno precedente. Si tratta della maggiore variazione negativa mai registratasi da quando partono i dati della serie di rilevazioni (2004), e del chiaro riflesso della recessione in corso. Tale variazione è il risultato di un rallentamento del settore terziario (-1%) e di una contrazione netta del settore industriale (-7%, al cui interno però vi è un +1%

dell’edilizia e un -11% del manifatturiero) e di una particolare progressione dell’agricoltura (+27%). Per quanto il dato complessivo della variazione dell’agricoltura sia alterato dai noti problemi di rappresentatività statistica dei piccoli settori, esso corrisponde comunque ad una tendenza alla ripresa occupazionale che data dall’inizio della crisi, che probabilmente deriva dal costituirsi di nicchie

... segue a pagina 3

Periodo di riferimentoPeriodo di

riferimento

AGRICOLTURA! ! AGRICOLTURA!

! AGRICOLTURA!

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INDUSTRIA !INDUSTRIA !INDUSTRIA !INDUSTRIA !INDUSTRIA !INDUSTRIA ! SERVIZI ! SERVIZI ! SERVIZI ! SERVIZI ! SERVIZI ! SERVIZI !!

TOTALE! !

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riferimento

AGRICOLTURA! ! AGRICOLTURA!

! AGRICOLTURA!

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! di cui Costruzioni

!

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! TOTALE ! TOTALE ! TOTALE ! ! di cui Commercio !! di cui Commercio !! di cui Commercio !

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!

Dipendenti

!

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!

Dipendenti

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Indipendenti

! Totale

!

Dipendenti

!

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! Totale

!

Dipendenti

!

Indipendenti

! Totale

!

Dipendenti

!

Indipendenti

! Totale

!Dipend

enti

!Indipen

denti!

Totale

2009 I Trimestre 23 25 49 317 136 453 61 70 131 757 297 1.054 143 102 245 1.097 458 1.555

II Trimestre 22 24 46 343 136 480 72 67 139 751 317 1.068 119 99 218 1.116 477 1.593

III Trimestre 28 27 55 313 137 450 61 58 120 747 315 1.062 141 108 249 1.088 479 1.567

IV Trimestre 34 30 64 312 143 455 67 65 132 748 297 1.045 145 109 255 1.094 470 1.565

2010 I Trimestre 21 30 51 298 132 429 69 64 133 748 298 1.046 145 100 245 1.067 459 1.526

II Trimestre 31 27 58 302 142 444 67 74 140 750 304 1.054 141 111 252 1.082 473 1.555

Maschi e Femmine Maschi e Femmine Maschi e Femmine Maschi e Femmine Maschi e Femmine Maschi e Femmine Maschi e Femmine Maschi e Femmine Maschi e Femmine Maschi e Femmine Maschi e Femmine Maschi e Femmine Maschi e Femmine Maschi e Femmine Maschi e Femmine Maschi e Femmine Maschi e Femmine Maschi e Femmine Maschi e Femmine Maschi e Femmine

(Elaborazione IRES Toscana su dati ISTAT espressi in migliaia)

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Sommario! Introduzione

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FOCUSECONOMIA ANDAMENTO DELL’OCCUPAZIONE A cura di Franco Bortolotti, Ires Toscana (DICEMBRE 2010)

Periodo di riferimento Periodo di

riferimento

FORZE DI LAVORO FORZE DI LAVORO FORZE DI LAVORO FORZE DI LAVORO FORZE DI LAVORO NON FORZE DI LAVORONON FORZE DI LAVORONON FORZE DI LAVORONON FORZE DI LAVORONON FORZE DI LAVORONON FORZE DI LAVORONON FORZE DI LAVORO

POPOLA-ZIONE

Tassi di attività (15-64)

Tassi di occupazi

one (15-64)

Tassi di disoccup

azione

Periodo di riferimento Periodo di

riferimento

Occupati

Persone in cerca di occupazionePersone in cerca di occupazionePersone in cerca di occupazione

TotaleCercano lavoro

non attiva-mente

Cercano lavoro ma non disponi

bili a lavora-

re

Non cercano ma

disponibili a

lavora-re

Non cercano e non disponi

bili a lavora-

re

Non forze di lavoro

<15 anni

Non forze di lavoro >64 anni

Totale

POPOLA-ZIONE

Tassi di attività (15-64)

Tassi di occupazi

one (15-64)

Tassi di disoccup

azione

Periodo di riferimento Periodo di

riferimento

Occupati

Con precedenti esperienze lavorative

Senza precedenti esperienze lavorative Totale

TotaleCercano lavoro

non attiva-mente

Cercano lavoro ma non disponi

bili a lavora-

re

Non cercano ma

disponibili a

lavora-re

Non cercano e non disponi

bili a lavora-

re

Non forze di lavoro

<15 anni

Non forze di lavoro >64 anni

Totale

POPOLA-ZIONE

Tassi di attività (15-64)

Tassi di occupazi

one (15-64)

Tassi di disoccup

azione

2009 I Trimestre 1.555 83 21 103 1.658 28 12 43 664 463 815 2.025 3.683 68,5 64,1 6,2

II Trimestre 1.593 72 10 82 1.675 30 11 44 644 465 820 2.015 3.690 69,3 65,8 4,9

III Trimestre 1.567 78 16 94 1.661 45 13 41 643 466 828 2.036 3.697 68,8 64,8 5,6

IV Trimestre 1.565 85 20 105 1.670 39 11 48 643 468 825 2.034 3.704 68,9 64,5 6,3

2010 I Trimestre 1.526 96 25 121 1.648 29 14 52 676 470 820 2.061 3.708 67,6 62,5 7,4

II Trimestre 1.555 89 14 103 1.658 35 19 40 661 472 828 2.054 3.712 68,3 64,0 6,2

...da pagina 2

di sottoccupazione come rimedio magari temporaneo al rischio disoccupazione. La riduzione complessiva dell’occupazione è maggiore per il lavoro dipendente (-3,1%) che per quello autonomo (-0,8%).Dal punto differenza vista della differenza di genere, la diminuzione occupazionale riguarda leggermente più le donne (-2,5%) che gli uomini (-2,3%).

L’aumento della disoccupazione (+26%) deriva più dall’ingolfamento delle nuove leve sul mercato del lavoro (gli inoccupati in cerca di prima occupazione crescono del 32%) che dall’aumento, comunque sensibile (+25%) di chi ha perso un posto di lavoro.Il tasso di attività è complessivamente aumentato dell’1% (da 68,3% a 69,3%), il tasso di occupazione è diminuito del -1,8%, il tasso di disoccupazione è cresciuto del +1,3%, fino al livello del 6,2% (a livello nazionale è cresciuto dal 7,3% all’8,3%).

Elaborazione IRES Toscana su dati ISTAT espressi in migliaia)

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FOCUSECONOMIA REAZIONE DELL’OCCUPAZIONE ALLA CRISI A cura di Franco Bortolotti, Ires Toscana (DICEMBRE 2010)

Cercando di lavorare su dati più stabili di quelli abbastanza aleatori dei trimestrali regionali, abbiamo provato ad osservare le medie dei tre trimestri precedenti l’ultima rilevazione con le medie dello stesso periodo di uno, due e cinque anni fa, ottenendo così materiale per poter confrontare l’andamento pre-crisi (2005-2008) con la prima fase della crisi (2008-2009) e con la seconda fase della crisi (2009-2010). Tale confronto è stato ripetuto per due regioni abbastanza simili alla nostra come struttura produttiva e dimensioni demografiche, il Veneto e l’Emilia-Romagna.

L a v a r i a z i o n e c o m p l e s s i v a ( d a l 2 0 0 5 i n p o i ) dell’occupazione nelle tre regioni è abbastanza simile, con un dato leggermente peggiori in Veneto (+2,5%), e in Toscana (+2,8%), e migliore in Emilia-Romagna (+3,4%). L’occupazione autonoma è diminuita, nell’arco dell’intero periodo, di oltre 50mila unità sia in Veneto (anche se l’ultimo anno c’è una certa ripresa) che in Emilia-Romagna, mentre in Toscana è aumentata di 8mila unità. Simmetricamente, l’occupazione dipendente che nell’arco dei cinque anni in Emilia e Veneto è cresciuto di oltre 110mila unità, in Toscana è cresciuta di sole 35mila unità.Il settore agricolo ha solo in Toscana l’andamento anticiclico che si è notato, sia per i dipendenti che per gli autonomi, che invece in Veneto e in Emilia-Romagna, negli anni della crisi, sono diminuiti.La componente dipendente dell’industria manifatturiera in Toscana è declinata già fin dagli anni della “bassa

crescita” (probabilmente ha forte influenza il mix settoriale sfavorevole), mentre in Emilia-Romagna e Veneto continuava a crescere a ritmi notevoli. Nel corso degli anni della crisi l’occupazione industriale dipendente è diminuita più in Toscana (-38mila) che in Emilia-Romagna (-8mila) e in Veneto (-32mila); invece la componente indipendente dell’occupazione si è costantemente ridotta nelle altre due regioni (di 7mila unità in Emilia e di 19mila in Veneto), ma si è difesa abbastanza in Toscana (-9mila nel primo anno, ma +3mila nel secondo), proseguendo un trend già evidente nel periodo pre-crisi.Nel settore edile la occupazione è relativamente più stabile; nell’arco dei cinque anni l’occupazione dipendente aumenta in Veneto +9mila, ma con una tendenza al peggioramento) e diminuisce in Emilia-Romagna (-6mila), ed è stabile in Toscana; la componente autonoma aumenta in Toscana (+11mila), più leggermente in Emilia-Romagna (+3mila) e diminuisce leggermente (-2mila) in Veneto (ma con una tendenza alla ripresa).

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FOCUSECONOMIA REAZIONE DELL’OCCUPAZIONE ALLA CRISI A cura di Franco Bortolotti, Ires Toscana (DICEMBRE 2010)

Variazione degli occupati in migliaiail confronto è fatto su una media dei dati del primo trimestre, del secondo trimestre e dell'ultimo trimestre dell'anno precedente

Variazione degli occupati in migliaiail confronto è fatto su una media dei dati del primo trimestre, del secondo trimestre e dell'ultimo trimestre dell'anno precedente

Variazione degli occupati in migliaiail confronto è fatto su una media dei dati del primo trimestre, del secondo trimestre e dell'ultimo trimestre dell'anno precedente

Variazione degli occupati in migliaiail confronto è fatto su una media dei dati del primo trimestre, del secondo trimestre e dell'ultimo trimestre dell'anno precedente

Variazione degli occupati in migliaiail confronto è fatto su una media dei dati del primo trimestre, del secondo trimestre e dell'ultimo trimestre dell'anno precedente

Variazione degli occupati in migliaiail confronto è fatto su una media dei dati del primo trimestre, del secondo trimestre e dell'ultimo trimestre dell'anno precedente

Variazione degli occupati in migliaiail confronto è fatto su una media dei dati del primo trimestre, del secondo trimestre e dell'ultimo trimestre dell'anno precedente

Variazione degli occupati in migliaiail confronto è fatto su una media dei dati del primo trimestre, del secondo trimestre e dell'ultimo trimestre dell'anno precedente

Variazione degli occupati in migliaiail confronto è fatto su una media dei dati del primo trimestre, del secondo trimestre e dell'ultimo trimestre dell'anno precedente

Variazione degli occupati in migliaiail confronto è fatto su una media dei dati del primo trimestre, del secondo trimestre e dell'ultimo trimestre dell'anno precedente

Variazione degli occupati in migliaiail confronto è fatto su una media dei dati del primo trimestre, del secondo trimestre e dell'ultimo trimestre dell'anno precedente

Variazione degli occupati in migliaiail confronto è fatto su una media dei dati del primo trimestre, del secondo trimestre e dell'ultimo trimestre dell'anno precedente

Variazione degli occupati in migliaiail confronto è fatto su una media dei dati del primo trimestre, del secondo trimestre e dell'ultimo trimestre dell'anno precedente

Variazione degli occupati in migliaiail confronto è fatto su una media dei dati del primo trimestre, del secondo trimestre e dell'ultimo trimestre dell'anno precedente

agricoltura agricoltura Industria Industria costruzioni costruzioni altri servizi altri servizi commercio e rip. commercio e rip. Totale

Regione Fase Periodo dipendenti autonomi dipendenti autonomi dipendenti autonomi dipendenti autonomi dipendenti autonomi

TOSCANA

bassa crescita 2005-08 -5 -7 -3 5 4 7 43 16 12 -12 61

TOSCANAfase1crisi 2008-09 6 2 -5 -9 -2 1 35 2 -21 -2 5

TOSCANA

fase2crisi 2009-10 4 4 -34 3 -2 3 -11 -9 12 4 -24

E.ROMAGNA

bassa crescita 2005-08 2 -3 14 -5 -1 4 81 -12 18 6 105

E.ROMAGNAfase1crisi 2008-09 -1 5 0 -3 1 -1 15 2 3 -15 6

E.ROMAGNA

fase2crisi 2009-10 0 -5 -8 -4 -6 0 1 -16 -1 -9 -48

VENETO

bassa crescita 2005-08 4 -14 23 -1 10 -14 82 -16 16 -7 82

VENETOfase1crisi 2008-09 0 -5 20 -10 5 5 -4 -11 12 -16 -5

VENETO

fase2crisi 2009-10 0 -5 -52 -9 -6 7 9 29 -8 10 -24

Il settore dei servizi è ovunque quello portante rispetto alla dinamica dell’occupazione (+89mila in Veneto, +76mila in Toscana, +71mila in Emilia-Romagna). Nei due anni della crisi il settore ha continuato ad espandersi, salvo che in Emilia Romagna, dove è rimasto stabile. Tuttavia in questa ultima regione la componente dipendente è ugualmente fortemente cresciuto (+97mila nei cinque anni) a scapito della componente autonoma (-26mila); quest’ultima è rimasta stabile in Veneto, ed è aumentata in Toscana. Solo in Toscana l’ultimo anno segna un pericoloso -11mila nell’occupazione dipendente nei servizi (in Veneto sembra invece esservi un forte incremento del comparto).

Infine il settore commerciale vede un incremento di qualche migliaia di unità in Veneto ed Emilia-Romagna, ed una riduzione leggera (di 3mila unità) in Toscana (ma nell’ultimo anno si ha un incremento occupazionale di 16mila unità, mentre in Veneto ed Emilia-Romagna il saldo occupazionale settoriale è adesso negativo). Sia pure con alterne vicende l’occupazione autonoma tende a diminuire in tutte e tre le regioni; quella dipendente invece ha una dinamica positiva, leggera in Toscana (+3mila) e pronunciata in Emilia-Romagna e Veneto (+20mila in entrambe le regioni).

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FOCUSECONOMIA

La situazione toscanaNel 2010 il ricorso alla cassa integrazione guadagni (ore autorizzate dall’INPS) in Toscana ha superato nel complesso i 54 milioni di ore. Gli ultimi mesi dell’anno segnano un ridimensionamento della dinamica della cassa integrazione ordinaria, purtroppo più che compensato dall’incremento sia della cassa integrazione straordinaria che della cassa in deroga.L’incremento delle ore integrate raggiunge allora, rispetto al 2009 il livello dei 20 milioni; nel complesso il volume dei cassaintegrati continua ad aumentare dunque anche negli ultimi mesi dell’anno.

CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNIGennaio - Dicembre 2010. A cura di Franco Bortolotti, Ires Toscana

CIG – Toscana 2005 2006 2007 2008 2009 2010

METALMECCANICHE 2.040.708 1.996.404 2.225.684 2.134.572 13.767.720 19.059.589

CARTE - EDITORIA 48.890 59.125 87.259 126.452 536.098 1.765.983

TAC 3.024.294 3.297.726 2.251.896 3.058.218 8.185.403 13.819.408

CHIMICA 214.566 105.640 200.633 128.970 1.909.157 1.780.416

EDILIZIA 2.541.079 3.129.984 2.016.788 2.194.889 4.625.438 5.798.832

TRASPORTI 133.386 200.614 167.250 525.584 1.267.360 1.362.515

COMMERCIO 41.545 48.924 50.525 122.106 481.430 4.267.813

LEGNO 274.335 105.628 70.691 118.380 859.733 2.335.615

LAPIDEO E MINERALI 796.778 691.665 648.343 738.715 1.910.045 2.845.289

ALTRO 144.059 139.012 176.814 164.189 557.150 1.201.325

TOTALE 9.259.640 9.774.722 7.895.883 9.312.075 34.099.534 54.236.785

0

1.000.000

2.000.000

3.000.000

4.000.000

G 2009 F M A M G L A S O N D G 2010 F M A M G L A S O N D

CIGO CIGS CIG Deroga

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FOCUSECONOMIA

La situazione toscana

Nel 2010 la quota toscana (4,5%) sul totale nazionale della Cig è superiore alla quota di ciascuno degli ultimi 6 anni: in particolare sia nella metalmeccanico (3,3%) sia nel TAC (8,9%) la quota percentuale della Toscana sul totale nazionale è al massimo degli ultimi anni.Le situazioni di crisi paiono insistere con crescente pesantezza sul settore metalmeccanico (che passa a comprendere il 36% delle ore integrate dall’Inps, con un totale di oltre 19 milioni (di cui circa 6 in provincia di Livorno e circa 5 in provincia di Firenze). E’ forse in leggera decelerazione l’intensità della crisi nei settori TAC (25% del totale), in cui comunque si registrano quasi 14 milioni di ore di cig, di cui 4,3 a Prato e 3,3 a FirenzeL’11% delle ore di cassa integrazione regionali si riferiscono al comparto dell’edilizia, e l’8% al commercio, e il 5% alla estrazione e lavorazione lapidea e dei minerali non metalliferi.

CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNIGennaio- Dicembre 2010. A cura di Franco Bortolotti, Ires Toscana

ALTRO2%

LAPIDEO E MINERALI5%LEGNO

4%

COMMERCIO8%

TRASPORTI3%

EDILIZIA11%

CHIMICA3%

TAC25%

CARTE - EDITORIA3%

METALMECCANICHE35%

RAPPORTO CIG TOSCANA/ITALIA 2005 2006 2007 2008 2009 2010

METALMECCANICHE 2,1% 2,3% 3,5% 2,6% 2,9% 3,3%

TAC 6,3% 6,7% 5,5% 6,7% 6,8% 8,9%

EDILIZIA 4,9% 6,1% 5,4% 5,6% 6,2% 5,8%

COMMERCIO 1,3% 1,3% 1,0% 1,7% 1,4% 3,9%

LAPIDEO E MINERALI 10,3% 9,2% 10,5% 8,8% 5,7% 6,1%

LEGNO 6,7% 2,7% 2,6% 2,1% 3,0% 4,5%

CHIMICA 1,4% 0,9% 1,8% 0,8% 2,8% 2,8%

TRASPORTI 2,1% 2,9% 3,0% 6,6% 3,2% 3,4%

CARTA - EDITORIA 0,9% 1,4% 1,9% 2,3% 3,2% 6,5%

ALTRO 2,3% 1,9% 2,4% 1,8% 2,8% 3,9%TOTALE 3,8% 4,2% 4,3% 4,1% 3,7% 4,5%

I “lavoratori equivalenti” delle ore di cig (ossia il

corrispettivo in posti di lavoro persi o a rischio

delle ore integrate) nell’arco dell’intero anno

sfiora le 34.000 unità, di cui 8.900 a Firenze,

5.000 a Livorno e 4.350 ad Arezzo.

A livello settoriale, le ore di cig corrispondono a

quasi 12mila lavoratori metalmeccanici, a 8650

del TAC, a 3600 edili e a 2650 lavoratori del

commercio.7

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FOCUSECONOMIA CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNIGennaio- Dicembre 2010. A cura di Franco Bortolotti, Ires Toscana

Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca M. Carrara Pisa Prato Pistoia Siena Totale

METALMECCANICHE 1.600 3.200 3.800 500 800 1.050 550 11.900

TAC 1.200 2.050 350 1.300 2.700 900 8.650

EDILIZIA 300 950 300 250 400 250 300 3.600

COMMERCIO 300 650 750 2.650

LAPIDEO E MINERALI 500 550 1.800

LEGNO 300 350 300 1.450

CHIMICA 250 300 350 1.100

TRASPORTI 350 850

CARTA - EDITORIA 500 400 1.100

ALTRO 300 750

TOTALE 4.350 8.900 550 5.000 2.150 1.350 3.550 3.550 2.850 1.650 33.900

Dati provinciali

Nella tabella a fianco sono indicate le stime dei posti di lavoro equivalenti alla cassa integrazione del 2010.Nel territorio le aree con maggiori criticità continuano ad essere le province di Prato (TAC), Firenze (TAC e metalmeccanica) e Livorno (metalmeccanica), le prime due in leggero recupero, ma l’ultima con un ulteriore aggravamento dei dati. Infatti a livello di “posti di lavoro equivalenti” alle ore di cassa integrazione concesse, rispetto a ottobre, Prato passa da 3800 a 3550, Firenze da 9.050 a 8.900, Livorno da 4.400 a 5.000; Pisa, Massa e Prato vedono un recupero tendenziale del settore metalmeccanico

Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca M. Carrara Pisa Prato Pistoia Siena Totale

METALMECCANICHE 2.543.986 5.096.146 151.384 6.064.338 767.592 1.297.324 1.656.527 350.800 289.485 842.007 19.059.589

TAC 1.882.924 3.310.369 25.553 20.261 538.054 45.734 2.114.673 4.320.445 1.401.143 160.252 13.819.408

EDILIZIA 942.973 1.495.945 498.752 383.008 528.945 202.661 633.494 370.953 297.418 444.683 5.798.832

COMMERCIO 432.459 1.018.640 42.234 224.783 344.327 197.671 391.877 312.535 1.167.245 136.042 4.267.813

LAPIDEO E MINERALI 446.895 831.375 61.764 85.542 165.829 178.569 179.965 17.411 16.026 861.913 2.845.289

LEGNO 328.452 466.864 10.283 11.350 220.510 80.537 553.632 10.927 496.523 156.537 2.335.615

CHIMICA 23.148 419.873 2.288 453.621 98.784 40.325 48.050 114.442 569.111 10.774 1.780.416

TRASPORTI 95.926 350.306 126 575.680 49.398 95.402 29.801 137.355 15.449 13.072 1.362.515

CARTA - EDITORIA 9.773 771.705 0 13.332 644.535 9.092 46.088 26.296 232.003 13.159 1.765.983

ALTRO 250.855 470.504 64.923 159.483 63.163 10.393 21.051 21.884 112.875 26.194 1.201.325

TOTALE 6.957.391 14.231.727 857.307 7.991.398 3.421.137 2.157.708 5.675.158 5.683.048 4.597.278 2.664.633 54.236.785

(o almeno vedono il contenimento delle situazioni di crisi a quelle attuali), mentre Arezzo registra un certo peggioramento. Nei settori TAC la provincia pratese ha dati in leggero miglioramento, mentre tende a crescere il numero dei cassaintegrati ad Arezzo e a Pisa. Fra gli altri settori si segnala il miglioramento del lapideo-minerali non metalliferi (a Firenze e Siena) ed il peggioramento del settore cartario (sia a Firenze che a Lucca).

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Il settore metalmeccanico assorbe oltre 19 milioni di ore, prevalentemente dalle province di Livorno (6,06 milioni), Firenze (5,1), Arezzo (2,5 milioni), Pisa (1,65 milioni) e Massa Carrara (1,3 milioni). I comparti del sistema moda ricorrono alla cassa integrazione prevalentemente nelle province di Prato (4,3 milioni di ore), Firenze (3,3), Pisa (2,1 milioni), Arezzo (1,9) e Pistoia (1,4 milioni). Nel settore edile i più elevati livelli di ricorso alla Cig riguardano Firenze (1,5 milioni di ore) e Arezzo (940mila ore) e Pisa (630mila); nei comparti del commercio, Pistoia (1,2 milioni) e Firenze (1 milione); nel settore lapideo e dei minerali non metalliferi la cassa integrazione incide maggiormente a Firenze e Siena (oltre 800mila ore in entrambe le province), in quello del legno e mobilio, con oltre 550mila ore, la provincia di Pisa. Pistoia è, infine, la provincia con maggiore incidenza del settore chimico (oltre 560mila ore), mentre nel cartario editoriale spiccano i dati di Firenze (770mila ore) e Lucca (oltre 640mila)..

L’analisi delle variazioni della cassa integrazione guadagni (tabella della pagina successiva) segnala che, dei 20 milioni di ore di Cig di incremento rispetto al 2009, un terzo è dovuto alla provincia di Firenze, il 15% a

Prato e il 15% a Pistoia, il 9% a Livorno e una percentuale analoga a Lucca.Ciò corrisponde, in altri termini, ad un incremento di oltre il 200% a Pistoia, di oltre il 100% a Prato e Lucca, dell’86% a Firenze, del 36% di Pisa e del 34% di Arezzo. Livorno e Siena, rispettivamente con il 28% e il 26% evidenziano incrementi di cassa integrazione decisamente inferiori alla media, come Grosseto (+8%). Da segnalare che massa-Carrara è l’unica provincia con una percentuale di decremento della cassa integrazione, che però, come segnala il caso della Eaton (dove la cassa integrazione non è stata rinnovata e sono stati comunicati i licenziamenti di tutti gli addetti), non ha necessariamente un aspetto positivo.Possiamo evidenziare le rare situazioni settoriali/territoriali di diminuzione del ricorso alla cassa integrazione, che riguardano prima di tutto Massa-Carrara (metalmeccanica, ma anche edilizia, lapideo e chimica), in generale il settore chimico in tutte le province (salvo Livorno, Prato e Pistoia), il metalmeccanico a Siena ed il comparto dei trasporti a Arezzo (oltre a situazioni di minore consistenza soprattutto nei comparti residuali).

ANNO 2010ANNO 2010ANNO 2010 ANNO 2009ANNO 2009ANNO 2009

Centrale Meridionale Costiera Centrale Meridionale Costiera

METALMECCANICHE 5.736.431 3.537.377 9.785.781 2.484.122 2.827.905 8.455.693

TAC 9.031.957 2.068.729 2.718.722 4.846.451 1.338.812 2.000.140

EDILIZIA 2.164.316 1.886.408 1.748.108 1.572.636 1.599.046 1.453.756

COMMERCIO 2.498.420 610.735 1.158.658 182.673 96.774 201.983

LAPIDEO E MINERALI 864.812 1.370.572 609.905 458.898 980.478 470.669

LEGNO 974.314 495.272 866.029 397.141 230.833 231.759

CHIMICA 1.103.426 36.210 640.780 1.052.055 213.797 643.305

TRASPORTI 503.110 109.124 750.281 187.537 671.956 407.867

CARTA - EDITORIA 1.030.004 22.932 713.047 332.951 8.029 195.118

ALTRO 605.263 341.972 254.090 203.941 116.106 237.103

TOTALE 24.512.053 10.479.331 19.245.401 11.718.405 8.083.736 14.297.3939

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FOCUSECONOMIA CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNIGennaio- Dicembre 2010. A cura di Franco Bortolotti, Ires Toscana

Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca Massa Carrara Pisa Prato Pistoia Siena Totale

METALMECCANICHE 737.312 2.906.244 50.382 1.090.700 260.235 -61.638 40.791 182.823 163.242 -78.222 5.291.869TAC 599.649 1.168.360 9.823 17.790 218.853 3.678 478.261 2.238.618 778.528 120.445 5.634.005

EDILIZIA 236.915 282.856 54.101 78.172 121.586 -133.707 228.301 189.091 119.733 -3.654 1.173.394

COMMERCIO 368.356 885.387 27.685 101.447 316.755 162.980 375.493 301.386 1.128.974 117.920 3.786.383

LAPIDEO E MINERALI 48.377 387.626 705 25.159 54.221 -36.703 96.559 17.411 877 341.012 935.244

LEGNO 216.724 179.598 1.782 -8.213 189.653 13.759 439.071 8.752 388.823 45.933 1.475.882

CHIMICA -23.310 -389.549 -129.463 164.682 -9.915 -12.109 -145.183 35.326 405.594 -24.814 -128.741

TRASPORTI -574.666 216.048 -224 316.144 25.441 6.799 -5.970 94.796 4.729 12.058 95.155

CARTA - EDITORIA 6.553 560.804 0 13.332 507.981 3.502 -6.886 25.094 111.155 8.350 1.229.885

ALTRO 166.096 397.575 45.558 -43.532 38.247 9.826 12.446 14.733 -10.986 14.212 644.175TOTALE 1.782.006 6.594.949 60.349 1.755.681 1.723.057 -43.613 1.512.883 3.108.030 3.090.669 553.240 20.137.251

variazione 2009-10 34,43% 86,36% 7,57% 28,16% 101,47% -1,98% 36,35% 120,70% 205,14% 26,20% 59,05%composizione variazione 8,85% 32,75% 0,30% 8,72% 8,56% -0,22% 7,51% 15,43% 15,35% 2,75% 100%

Variazione CIG Primi 2009-2010

Deroga40%

Straordinaria34%

Ordinaria25%

TOTALE ORE AUTORIZZATE: 54.236.785La cassa in deroga ha raggiunto il 40% del totale della cassa integrazione regionale nel 2010; la cassa straordinaria ne costituisce un terzo e quella ordinaria un quarto. Siena, Pisa e Grosseto sono le province in cui prevale la cassa integrazione ordinaria (e questo è in un certo senso un indicatore di minore profondità dei fenomeni di crisi). Le province maggiormente interessate dai settori TAC vedono la prevalenza della cassa in deroga (Arezzo, Lucca, Pistoia e Prato). Infine a Livorno, Firenze e Massa-Carrara hanno maggiore incidenza le ore di cassa integrazione straordinaria.

0

1.500.000

3.000.000

4.500.000

6.000.000

7.500.000

9.000.000

10.500.000

12.000.000

13.500.000

15.000.000

SIEN

A

PIST

OIA

PRAT

O

PISA

M. C

ARR

ARA

LUCC

A

LIVO

RNO

GRO

SSET

O

FIRE

NZE

ARE

ZZO

ORDINARIA STRAORDINARIA DEROGA

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FOCUSECONOMIA GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI IN DEROGA A cura di Enrico Fabbri, Ires Toscana

L’analisi delle procedure di gestione degli ammortizzatori in deroga

La procedura di accesso alla cassa integrazione in deroga e – successivamente – alla mobilità sono stati oggetto di reiterati interventi normativi da parte della Regione Toscana (cfr. DGR n. 663/2009, DGR n. 959/2009, DGR n.1094/2009, DGR. 112/2010 e DGR n. 852/2010, quest’ultima regolamenta – appunto – la mobilità in deroga).Per quanto concerne la mobilità in deroga, hanno diritto ad accedervi i soli apprendisti licenziati nel 2010, con un’anzianità aziendale di almeno 12 mesi (di cui 6 di lavoro effettivamente prestato) che non rientrano nella fattispecie prevista all’art.19 della legge 2/2009 né in quella prevista dall’art. 7 della legge 223/1991. Tali soggetti possono chiedere di accedere alla mobilità per un periodo non inferiore a quello proprio dell’indennità di disoccupazione ordinaria. La domanda di accesso alla mobilità in deroga deve essere presentata alla Regione Toscana entro 30 giorni dal licenziamento. L’incartamento deve contenere la sottoscrizione dei documenti di richiesta da parte del lavoratore, la certificazione dei CPI, la DID (Dichiarazione di immediata disponibilità) e la sottoscrizione (presso il CPI) del patto di servizio. Infatti, i lavoratori in mobilità sono soggetti a prendere parte a percorsi di politica attiva del lavoro (come accade per i lavoratori in CIGD) finalizzati al reinserimento nei contesti produttiviLe domande riconducibili alla mobilità in deroga sono valutate e autorizzate, secondo l’ordine cronologico di arrivo presso la Regione – Settore Lavoro, nei limiti delle

disponibilità finanziarie di cui ai Decreti Ministeriali di assegnazione delle risorse alla Toscana.Sulla base della convenzione tra Regione Toscana e INPS regionale Toscana del 18/06/ 2009 la Regione trasmette all’INPS l’elenco delle autorizzazioni concesse ai fini della procedura di pagamento di competenza INPS. L’autorizzazione, o la comunicazione di diniego della stessa, viene comunicata dalla Regione al richiedente.

Per quanto concerne, invece, la CIGD, l’accesso è ammesso per due tipologie di imprese:

• le aziende di tipo A -> imprese che non hanno diritto all’accesso agli ammortizzatori sociali previsti dalla legislazione ordinaria;

• le aziende di tipo B -> imprese che pur avendo diritto all’accesso agli ammortizzatori sociali previsti non possono accedervi o che abbiano esaurito i periodi di CIG previsti dalla normativa vigente.

Le imprese possono richiedere fino ad un massimo di 4 mesi di CIGD, ma nell’arco dell’anno solare, complessivamente, non possono avanzare richieste per più di 12 mesi. Sul versante dei lavoratori, risultano cassa-integrabili tutti i dipendenti con almeno 90 giorni di anzianità aziendale, compresi gli apprendisti.Nello schema seguente si rappresentano le fasi essenziali del processo di gestione della CIGD.

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FOCUSECONOMIA

Il ricorso alla cassa integrazione in deroga – dal suo esordio in Toscana (27/9/2009) – ha interessato 5.451 unità produttive. La distribuzione

geografica di queste ultime è riassunta dalla tabella seguente. Dal 27/9/2009 al 31/12/2010 hanno fruito dell’ammortizzatore sociale 28.988 persone delle quali 17.173 sono state reintegrate (il 59,2% del totale). Nella tabella seguente si riporta la distribuzione dei cassaintegrati in deroga per Provincia.

LA CASSA INTEGRAZIONE IN DEROGAA cura di Enrico Fabbri, Ires Toscana

PROVINCIA Unità produttive (V.A.) Unità produttive (%)

AREZZO 957 17,6%

FIRENZE 1.360 24,9%

GROSSETO 54 1,0%

LIVORNO 94 1,7%

LUCCA 422 7,7%

MASSA CARRARA 142 2,6%

PISA 593 10,9%

PISTOIA 591 10,8%

PRATO 1.022 18,7%

SIENA 216 4,0%

Totale 5.451 100,0%

* % di reintegro si definisce come il rapporto tra il numero dei reintegrati ed i cassaintegrati. Fonte: Regione Toscana

Area e provincia Lavoratori in CIGD (V.A.) Lavoratori in CIGD (%) % di Reintegro

AR 4.801 16,60% 57.5%

SI 1.120 3,90% 57,70%

GR 252 0,90% 46,00%Area centro meridionale 6.173 21,40% 51,85%

FI 7.067 24,40% 55,50%

PO 4.218 14,60% 60,10%

PT 3.488 12,00% 51,70%

Area metropolitana 14.773 51,00% 55,77%

LI 1.675 5,80% 51,50%

PI 3.166 10,90% 60,20% MS 922 3,20% 57,70%

LU 2.279 7,90% 91,80%

Area della costa 6.367 27,80% 69,90%

Totale 27.313 100% 59,17%

La Provincia con il maggior numero di cassaintegrati in deroga è

Firenze (24,4%), seguita da Arezzo (16,6%) e Prato (14,6%). Il contesto territoriale con minori frequenze è invece Grosseto.I territori in cui il rientro in azienda è più agevole sono la Provincia di Lucca (in cui % Reintegro è pari al 91,8%) seguita – a lunga distanza – dalla Provincia di Pisa (in cui % Reintegro è pari al 60,2%); mentre a

Grosseto (in cui % Reintegro è pari al 46,0%), Livorno (in cui %

Reintegro è pari al 51,5%) e Pistoia (in cui % Reintegro è pari al

51,7%) il reintegro è più difficile.L’analisi dei dati per area vasta evidenzia maggiori probabilità di reintegro per i lavoratori che operano nell’Area della Costa (il dato risente degli alti valori associati alla Provincia di Lucca), mentre l’area centro meridionale è quella in cui le probabilità di reintegro sono più

basse.12

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FOCUSECONOMIA

Il grafico precedente mostra l’andamento cumulato dei lavoratori che rispettivamente sono entrati in cassa integrazione in deroga e di quelli che

ne sono fuoriusciti. I lavoratori riportati nel grafico sono contati una volta sola, dunque, un innalzamento dei valori indicati dalla linea “Lavoratori in CIGD” deve leggersi come un allargamento della platea dei beneficiari dell’istituto della deroga. A tale proposito l’incremento dei cassaintegrati da aprile a dicembre è stato del 29,7% (si tratta di 8.620 lavoratori). E’ interessante notare la flessione dei reintegri relativa al mese di novembre: i soggetti rientrati in azienda dalla cassa integrazione da 16.682 sono scesi a 15.287, per poi risalire a 17.173 nel mese di dicembre. La suddetta diminuzione indica che fra coloro che erano rientrati nei processi

produttivi a seguito di un periodo di cassa integrazione, alcuni (si tratta di 1.395 persone) ne sono fuoriusciti nuovamente.

LA CASSA INTEGRAZIONE IN DEROGAA cura di Enrico Fabbri, Ires Toscana

Valori cumulati dei lavoratori in CIGD e dei reintegri (periodo aprile – dicembre 2010)

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FOCUSECONOMIA

Classi di età N. Lavoratori in CIGD Di cui reintegri (VA) Lavoratori in CIGD % Di cui reintegri (%)

-25 2.230 1.415 7,69% 8,24%

26-49 19.465 11.479 67,15% 66,84%

50- 7.293 4.279 25,16% 24,92%Totale 28.988 17.173 100,00% 100,00%

Dalla tabella precedente emerge che in Toscana la popolazione dei cassaintegrati in deroga è costituita prevalentemente da soggetti di età compresa tra i 26 ed i 49 anni (67,15%), seguono gli over 50 (25,16%) ed, infine, i giovani 7,69%.Tab. 2a Distribuzione dei cassaintegrati in deroga per classi di età (dati relativi al periodo 27/7/2009-31/10/2010)

LA CASSA INTEGRAZIONE IN DEROGAA cura di Enrico Fabbri, Ires Toscana

Classi di età % di Reintegro*

-25 63,5%

26-49 59,0%

50- 58,7%Totale 59,2%

Particolarmente interessante è l’analisi delle percentuali dei reintegri sul numero di cassaintegrati in deroga appartenenti alla medesima classe d’età (si veda tabella seguente): i reintegri sono molto più frequenti tra i più giovani (classe d’età -25) che nei soggetti di età più avanzata, nelle quali i valori sono sostanzialmente uniformi.Tab. 2b % di reintegro calcolata sui cassaintegrati appartenenti alla medesima classe di età (dati relativi al periodo 27/7/2009-31/10/2010).

Sesso N. Lavoratori in CIGD N. Reintegri Lavoratori in CIGD % Reintegri %

Maschi 15.449 8.995 53,29% 52,38%

Femmine 13.539 8.178 46,71% 47,62%Totale 28.988 17.173 100,00% 100,00%

* % di reintegro si definisce come il rapporto tra il numero dei reintegrati ed i cassaintegrati appartenenti alla medesima classe. Fonte: R. ToscanaIl ricorso alla cassa in deroga ha caratterizzato più gli uomini delle donne (53,29%, si veda la tabella successiva). Tab. 3a Distribuzione dei cassaintegrati in deroga per genere (dati relativi al periodo 27/7/2009-31/10/2010) - % di colonna.

Sesso % di Reintegro*

Maschi 58,2%

Femmine 60,4%Totale 59,2%

* % di reintegro si definisce come il rapporto tra il numero dei reintegrati ed i cassaintegrati appartenenti alla medesima classe. Fonte: R. Toscana

Le percentuali esposte nella tabella successiva mostrano che le donne tendono ad essere reintegrate in azienda con maggiore facilità rispetto agli uomini.Tab. 3b % di reintegro calcolata sui cassaintegrati appartenenti alla medesima classe di genere (dati relativi al periodo 27/7/2009-31/10/2010).

2 Si noti che tra tutti gli stranieri percettori di CIGD il numero di lavoratori cinesi è pari a 30 unità (appena l’1,2% della popolazione straniera ammessa alla deroga). Data la numerosità della comunità cinese in Toscana, il dato – indirettamente – conferma l’ampia dimensione del sommerso che caratterizza questo target.

Gli stranieri ammessi alla cassa in deroga sono 3.244 persone, 11,2% dei percettori.

Nella tabella seguente si riportano i lavoratori stranieri che usufruiscono / hanno usufruito della CIGD per nazionalità: prevalgono gli albanesi, i romeni ed i marocchini.

Nazionalità*N. Lavoratori

stranieri in deroga

% Lavoratori stranieri in deroga

ALBANESE 890 27,4%

ROMENA 586 18,1%

MAROCCHINA 393 12,1%

SENEGALESE 146 4,5%

INDIANA 142 4,4%

PACHISTANA 128 3,9%

BANGLADESH 119 3,7%

CINGALESE 64 2,0%

POLACCA 57 1,8%

FILIPPINA 48 1,5%

Totale 2.573 100%

Tab. 4 Distribuzione dei cassaintegrati in deroga stranieri per nazionalità.

* Si riportano solo le nazionalità con frequenze % uguali o maggiori al 1,5%.

CIGD E IMMIGRATI

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FOCUSECONOMIA SOSTEGNO AL REDDITO DEGLI APPRENDISTI (MOBILITÀ IN DEROGA)Area e provincia Lavoratori in mobilità (VA) Lavoratori in mobilità %

AR 31 8,7%

SI 21 5,9%

GR 22 6,1%

Area centro meridionale 74 20,7%

FI 75 20,9%

PO 28 7,8%

PT 49 13,7%

Area metropolitana 152 42,5%

LI 54 15,1%

PI 22 6,1% MS 25 7,0% LU 27 7,5%Area della costa 74 35,8%MISSING 4 1,1%

Totale 358 100,00%

I soggetti posti in mobilità in deroga entro il

31/12/2010 ammontano a 358 unità. Come si è già detto si tratta di un target costituito da soli apprendisti licenziati nel 2010, con un’anzianità aziendale di almeno 12 mesi (di cui 6 di lavoro effettivamente prestato).

La disaggregazione del dato a livello provinciale e di area vasta è riassunto dalla tabella seguente. L’area vasta che alimenta di più la mobilità in deroga è quella metropolitana, seguita dall’area centro

meridionale e da quella della costa. A livello provinciale, le maggiori frequenze sono associate a Firenze (20,9%), mentre i numeri più bassi si registrano a Pisa e Grosseto (in entrambe le Province i valori si attestano al 6,1%).

Nella tabella seguente i lavoratori in mobilità in deroga sono disaggregati per genere, in cui prevalgono i maschi sulle femmine.

La distribuzione delle imprese che hanno attivato le procedure di mobilità in deroga ci indica che il rapporto tra aziende e lavoratori in mobilità in deroga è quasi 1 ad 1. Dunque, le percentuali associate ai

diversi territori finiscono per essere molto simili con quelle della distribuzione territoriale dei lavoratori in mobilità.

Sesso N. Lav. in mobilità (VA) Lavoratori in mobilità %

Maschi 202 56%

Femmine 156 44%Totale 358 100%

Area e provincia Imprese (VA) Imprese %

AR 30 8,9% SI 21 6,2% GR 20 5,9%Area centro meridionale 71 21,1% FI 74 22,0% PO 27 8,0% PT 44 13,1%Area metropolitana 145 43,0% LI 49 14,5% PI 21 6,2% MS 25 7,4% LU 26 7,7%Area della costa 121 35,9%

Totale 337 100,0%

A cura di Enrico Fabbri, Ires Toscana

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Nel terzo trimestre del 2010 la produzione manifatturiera ha continuato un sentiero di lento (e insufficiente) recupero, con una crescita del 3,5% sullo stesso trimestre dell’anno precedente; si tratta non solo di un rallentamento rispetto alla crescita del trimestre precedente (+6%), ma di un dato del tutto incapace di recuperare sulla caduta verticale che si era avuta nello stesso periodo 2009 su 2008 (-15,5%).

In assoluta continuità con i cinque trimestri precedenti, prosegue così una lentissima crescita che, facendo base l’anno 2004, ha raggiunto l’indice 86,3 (era 81,2 nel momento peggiore della crisi).Il rallentamento della ripresa fa sì che, rispetto a quanto ipotizzabile nel trimestre precedente, il “tempo di recupero” (sulla base di una pura proiezione statistica) dei valori dell’anno base si sia spostato in avanti di ben sette trimestri (cioè verso la fine del 2014).

Il ritmo di recupero continua ora ad essere superiore nei settori moderni (in media +6% rispetto allo stesso periodo del 2010, con un massimo nella metallurgia e prodotti in metallo, in recupero circa del 10%, contro il circa +7% di meccanica, elettronica e mezzi di trasporto) rispetto a quelli tradizionali (+2%, con le migliori performances nel pelli e cuoio).

Se consideriamo le tre aree vaste, nel terzo trimestre il processo di convergenza già segnalato lo scorso trimestre, verso i valori medi regionali, è adesso tale da portare tutte e tre le macroaree intorno al +3%. Permangono tuttavia delle forti differenziazioni all’interno di ciascuna area vasta: in quella centrale al recupero della provincia di Firenze (+5%) si contrappongono valori inferiori al +1% a Pistoia e Prato; in quella Costiera al +12 di Livorno e al +5% di Lucca si affianca la stagnazione della provincia di Pisa e la perdurante crisi della provincia di Massa-Carrara (-5%); infine nella Toscana Meridionale, se Arezzo cresce del + Del resto la situazione di incertezza dell’economia regionale corrisponde abbastanza, nel complesso, a quella descritta dall’indicatore europeo di anticipazione e-coin, che indica uno sviluppo del PIL attualmente oscillante intorno allo 0,5%% e Siena consolida un +4%, la produzione manifatturiera grossetana arretra del 4%.

LA PRODUZIONE INDUSTRIALE - SERVIRANNO ANCORA 4 ANNI PER TORNARE AI LIVELLI DEL 2007

Commento dei dati Unioncamere-Confindustria, a cura di Franco Bortolotti, Ires Toscana

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FOCUSECONOMIA

L’analisi della dinamica dei salari e delle pensioni assume una particolare rilevanza per l’approfondimento delle condizioni economiche di lavoro, in relazione alla copertura dell’andamento inflazionistico, all’eventuale recupero del potere d’acquisto del salario e alla valutazione dell’incidenza del prelievo fiscale.A questo scopo, in questo numero inizia l’analisi di una nuova base informativa regionale costituita da un sottoinsieme anonimizzato delle dichiarazioni dei redditi presentate attraverso il modello 730 presso le strutture regionali del CAAF CGIL nel 2009 e 2010, relative rispettivamente ai redditi 2008 e 2009.Il CAAF CGIL raccoglie ogni anno sul territorio regionale circa 260.000 dichiarazioni, circa 150.000 delle quali relative a lavoro dipendente a tempo indeterminato e determinato. Dato che il numero degli occupati dipendenti della Regione Toscana si aggira intorno a 1.100.000 unità, dei quali una parte si limita a ricevere il CUD e un’altra modesta a presentare il Modello Unico, è facile derivare che il sottoinsieme in esame rappresenta uno spaccato consistente della realtà economica e sociale toscana. Il CAAF CGIL infatti è il primo CAAF in Toscana per numero di dichiarazioni raccolte (pari a circa il 26% del complesso dei CAAF toscani). Il 61% dei dichiaranti è iscritto alla CGIL, il 38% non è iscritto ad alcun sindacato e l'1% è iscritto ad altri sindacati. La fonte impiegata è pertanto largamente attendibile e scarsamente sottoposta a fattori distorsivi.

Dinamiche salariali e di pensioneDefiniamo in questo contesto la dinamica dei salari e delle pensioni come la variazione di reddito lordo e netto da lavoro dipendente del 2009 sull’anno precedente riferita a soggetti che abbiano avuto esclusivamente entrate riferibili a lavoro dipendente a tempo indeterminato o di pensione per l’intero periodo di entrambi gli anni con lo stesso sostituto d’imposta.In sostanza si vogliono studiare le variazioni di reddito di quei soggetti le cui variazioni reddituali siano imputabili ragionevolmente alla sola dinamica in oggetto, svincolandosi da variazioni legate alla durata del rapporto di lavoro, alla variazione del datore di lavoro, ad eventuali congedi o aspettative, a periodi di crisi aziendale o di un incremento considerevole di alcune voci stipendiali. Per questo vengono trascurate dalle elaborazioni tutte le dichiarazioni che dimostrino fra i due anni una variazione reddituale di ampiezza superiore al 15% (quindi tanto con variazioni negative, che positive). Oltre tale dimensione si ritiene ragionevole che sia intervenuto uno dei fattori non oggetto di interesse dell’analisi.Gli elementi che vengono valutati sono la variazione del reddito lordo, netto e delle imposte. Il reddito lordo è costituito dal reddito da lavoro dipendente

o pensione erogato nell’anno al dichiarante (quindi al netto degli oneri a carico del datore di lavoro). Il reddito netto è ottenuto dalla differenza tra il reddito lordo percepito dal dichiarante decurtato delle imposte, ovvero la somma dell’imposta netta IRPEF (quella calcolata sul reddito abbattuto dalle deduzioni ed al netto delle detrazioni) e delle addizionali regionali e comunali. Ricordiamo in proposito che le imposte IRPEF, a differenza delle addizionali che sono proporzionali, sono calcolate in maniera progressiva, per cui l’aumentare del reddito, se non compensato da uno slittamento delle soglie di applicazione delle fasce contributive (che non è avvenuto nel periodo di osservazione) e da un consistente gioco delle deduzioni e detrazioni, porta necessariamente ad un innalzamento più che proporzionale delle imposte erodendo anche in maniera significativa l’incremento salariale.Dato che le voci a sottrazione (le imposte) sono calcolate sulle entrate nel loro complesso per maggior consistenza si è limitata l’analisi alle sole dichiarazioni per le quali le uniche entrate siano appunto quelle da lavoro dipendente o pensione.Pertanto dall’insieme dei dati di cui al paragrafo precedente vengono selezionate le dichiarazioni che rispettano le condizioni descritte, generando una matrice di dati derivata di quasi 127.000 osservazioni per le quali nei due anni di osservazione sono soddisfatte le seguenti condizioni:

• stesso soggetto dichiarante• stessa fonte di reddito (lavoro dipendente a tempo indeterminato o

pensione)• entrate unicamente da reddito da lavoro dipendente o pensione• stesso sostituto d’imposta• periodo di lavoro di 365 giorni in entrambi gli anni considerati • variazione reddituale inferiore al 15%.

Analisi per il settore privato e pubblicoUna dimensione rilevante di analisi è costituita dall’analisi settoriale delle dinamiche salariali. Alcune rielaborazioni dei dati consentono una prima classificazione dei datori di lavoro, almeno per distinguere il settore privato da quello pubblico. In questo contesto intenderemo appartenenti al settore pubblico quei datori di lavoro che applicano contratti della pubblica amministrazione o ad essi analoghi, viceversa quelli del settore privato. L’operazione è stata eseguita classificando le informazioni disponibili come ragione sociale e natura societaria ed ha consentito un consistente abbinamento binario (privato/pubblico).Da notare l’informazione del sostituto di imposta è sempre presente per il dichiarante, ma non sempre per il coniuge del dichiarante, ne deriva che per molte dichiarazioni congiunte (ovvero quelle che consentono la compensazione fra i coniugi) non si dispone di alcuna informazione sul datore di lavoro del coniuge non dichiarante.

LA DINAMICA DEI SALARIA cura di IRES TOSCANA

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Si è detto che la dinamica salariale per il settore privato è quella relativa alle aziende che applicano contratti propri del settore privato o ad essi affini.A livello generale nel gruppo di osservazione si è registrata una variazione di reddito lordo tra il 2009 e il 2008 di +1,26%, che in termini netti si riduce a poco più dell’1%. Per contro la variazione percentuale delle imposte è stata naturalmente più sensibile e pari al 2,19%.L’analisi a livello territoriale, provincia ed area vasta, dimostra però che ci sono differenze, con valori che variano in corrispondenza dell’area di riferimento. In particolare le province costiere hanno registrato variazioni più contenute e in alcune province mediamente al di sotto degli indici inflattivi.

Tavola 1. Settore privato. Variazione percentuale del reddito e delle imposte per area vasta e provincia di residenza del dichiarante nel 2009. Base 2008 = 100

LA DINAMICA SALARIALE NEL SETTORE PRIVATOA cura di IRES TOSCANA

Area e provincia FrequenzeVariazione % reddito lordo

Variazione % reddito netto

Variazione % imposte

Area centro-meridionale 8.510 1,69 1,41 2,91

- Arezzo 3.684 1,25 1,03 2,26

- Grosseto 1.590 2,59 2,24 4,11

- Siena 3.236 1,72 1,42 2,97Area metropolitana 19.181 1,36 1,10 2,42

- Firenze 13.672 1,37 1,09 2,50

- Pistoia 2.527 1,66 1,43 2,70

- Prato 2.982 1,06 0,88 1,84Area nord-occidentale 12.145 0,82 0,68 1,40

- Livorno 3.635 0,57 0,53 0,76- Lucca 2.808 0,90 0,79 1,35- Massa Carrara 741 1,59 1,11 3,66

- Pisa 4.961 0,84 0,66 1,60Provincia non toscana 412 0,96 0,92 1,12

Totale 40.248 1,26 1,03 2,19

L’analisi sul profilo anagrafico e di reddito dei dichiaranti dimostra la presenza di ulteriori differenziazioni. Le variazioni sembrano essere più sensibili per le donne, i più giovani, i lavoratori nati all’estero ed i livelli di reddito inferiori.

Tavola 2. Settore privato. Variazione percentuale del reddito e delle imposte rispetto ad alcune variabili anagrafiche e di reddito dei dichiaranti nel 2009. Base 2008 = 100

Variabili anagrafiche e di

reddito (osservate nel 2008)

FrequenzeVariazione % reddito lordo

Variazione % reddito netto

Variazione % imposte

Genere

Femmine 13.839 1,70 1,40 3,08

Maschi 26.409 1,07 0,87 1,86Classe d’età

Fino 35 anni 9.443 1,67 1,59 2,02

36-50 anni 23.172 1,17 0,92 2,21

51-65 anni 7.612 1,11 0,79 2,26

66 anni e oltre 21 2,06 0,66 5,79Nazione di nascita

Italia 38.002 1,25 1,02 2,20Estera 2.246 1,41 1,35 1,87

Livello di reddito

Fino 15.000 3.352 3,04 2,44 9,97

15.001-20.000 12.025 2,26 1,86 4,82

20.001-25.000 11.979 1,02 0,86 1,83

25.001-30.000 5.445 0,65 0,41 1,66

Oltre 30.000 7.447 0,81 0,61 1,34

Totale 40.248 1,26 1,03 2,1918

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Si è detto che la dinamica salariale per il settore pubblico è quella relativa ai dipendenti della pubblica amministrazione e delle aziende che applicano contratti ad essi assimilabili.A livello generale nel gruppo di osservazione si è registrata una variazione positiva del reddito lordo tra il 2009 e il 2008 dell’ordine del 3,5%, che in termini netti si riduce al 2,85%. La variazione percentuale delle imposte è stata ovviamente più consistente e superiore al 6%.L’analisi a livello territoriale, provincia ed area vasta, dimostra scarse differenze, con una distribuzione somigliante a quella precedentemente vista per il settore privato.

Tavola 3. Settore pubblico. Variazione percentuale del reddito e delle imposte per area vasta e provincia di residenza del dichiarante nel 2009. Base 2008 = 100

LA DINAMICA SALARIALE NEL SETTORE PUBBLICOA cura di IRES TOSCANA

Area e provincia

FrequenzeVariazione % reddito lordo

Variazione % reddito netto

Variazione % imposte

Area centro-meridionale 3.574 3,77 3,11 6,44

- Arezzo 1.381 4,16 3,41 7,20

- Grosseto 967 3,13 2,57 5,37

- Siena 1.226 3,84 3,21 6,44

Area metropolitana 6.619 3,45 2,81 6,01

- Firenze 4.929 3,35 2,72 5,82

- Pistoia 897 3,43 2,83 5,95

- Prato 793 4,18 3,40 7,42Area nord-occidentale 4.111 3,30 2,67 5,71

- Livorno 1.382 3,03 2,53 5,07

- Lucca 863 3,14 2,68 4,94

- Massa Carrara 406 3,43 2,79 5,90

- Pisa 1.460 3,59 2,77 6,64

Provincia non toscana

172 3,63 3,00 5,87

Totale 14.476 3,49 2,85 6,02

Variabili anagrafiche e di

reddito (osservate nel 2008)

FrequenzeVariazione % reddito lordo

Variazione % reddito netto

Variazione % imposte

Genere

Femmine 9.236 3,52 2,81 6,37

Maschi 5.240 3,44 2,90 5,49

Classe d’età

Fino 35 anni 1.194 3,13 2,86 4,30

36-50 anni 7.906 3,70 2,99 6,74

51-65 anni 5.365 3,27 2,64 5,50

66 anni e oltre 11 4,07 3,77 4,68Nazione di nascita

Italia 14.222 3,49 2,85 6,00

Estera 254 3,47 2,59 7,02

Livello di reddito

Fino 15.000 185 4,42 2,89 21,60

15.001-20.000 2.372 4,31 3,48 9,23

20.001-25.000 4.762 3,96 3,36 6,81

25.001-30.000 4.464 3,78 2,88 7,34

Oltre 30.000 2.693 2,27 1,88 3,38

Totale 14.476 3,49 2,85 6,02

Anche l’analisi sul profilo anagrafico e di reddito dei dichiaranti presenza scarse differenziazioni. A differenza del settore privato in questo contesto le variazioni sembrano essere relativamente più sensibili per la classe d’età media (36-50 anni).

Tavola 4. Settore pubblico. Variazione percentuale del reddito e delle imposte rispetto ad alcune variabili anagrafiche e di reddito dei dichiaranti nel 2009. Base 2008 = 100

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Anche la dinamica delle pensioni ha fatto registrare una variazione positiva tra il 2009 e il 2008 del 3,42% al lordo delle imposte, che al netto si riduce al 2,78%. La variazione percentuale delle imposte è stata ovviamente più consistente e superiore in questo caso al 6,6%.L’analisi a livello territoriale, provincia ed area vasta così come quella legata alle variabili anagrafiche e di reddito dimostra scarse differenze, a conferma di una sostanziale parità di trattamento indipendentemente dall’origine.

Tavola 5. Pensioni. Variazione percentuale del reddito e delle imposte per area vasta e provincia di residenza del dichiarante nel 2009. Base 2008 = 100

LA DINAMICA DELLE PENSIONIA cura di IRES TOSCANA

Area e provincia

FrequenzeVariazione % reddito lordo

Variazione % reddito netto

Variazione % imposte

Area centro-meridionale 19.041 3,40 2,76 6,74

- Arezzo 6.479 3,43 2,77 6,91

- Grosseto 5.183 3,38 2,76 6,70

- Siena 7.379 3,38 2,77 6,63Area metropolitana

32.400 3,42 2,78 6,59

- Firenze 22.920 3,43 2,78 6,56

- Pistoia 5.098 3,42 2,79 6,72

- Prato 4.382 3,37 2,75 6,58Area nord-occidentale 20.376 3,45 2,80 6,60

- Livorno 7.354 3,45 2,83 6,37

- Lucca 3.910 3,46 2,76 6,87

- Massa Carrara 1.727 3,42 2,73 6,82

- Pisa 7.385 3,44 2,80 6,66

Provincia non toscana 444 3,28 2,50 6,50

Totale 72.261 3,42 2,78 6,63

Variabili anagrafiche e di

reddito (osservate nel 2008)

FrequenzeVariazione % reddito lordo

Variazione % reddito netto

Variazione % imposte

Genere

Femmine 27.297 3,36 2,79 6,43

Maschi 44.964 3,45 2,78 6,72

Classe d’età

Fino 35 anni 22 2,83 2,79 3,43

36-50 anni 238 3,66 2,79 10,64

51-65 anni 24.080 3,57 2,80 7,20

66 anni e oltre 47.921 3,33 2,77 6,25Nazione di nascita

Italia 71.674 3,42 2,78 6,63

Estera 587 3,32 2,77 5,84

Livello di reddito

Fino 15.000 30.356 3,36 2,67 9,33

15.001-20.000 20.550 3,43 2,78 6,90

20.001-25.000 11.905 3,53 2,97 5,92

25.001-30.000 5.636 3,57 2,89 6,11

Oltre 30.000 3.814 3,22 2,57 5,02

Totale 72.261 3,42 2,78 6,63

Tavola 6. Pensioni. Variazione percentuale del reddito e delle imposte rispetto ad alcune variabili anagrafiche e di reddito dei dichiaranti nel 2009. Base 2008 = 100

20

GENNAIO 2011

Sommario! Introduzione

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! Occupazione pagina 2

! Cassa Integrazione Guadagnipagina 6

! Cassa Integrazione in Derogapagina 11

! Mobilità pagina 15

! Produzione Industriale pagina 16

! Dinamica Salari pagina 17

! Credito pagina 22

! Le Aziende Toscane in Borsapagina 27

Approfondimento economico sindacale della CGIL Toscana a cura di IRES Toscana. In collaborazione con Dipartimenti Attività Produttive e Mercato del Lavoro CGIL Toscana e Fisac Toscana

Fonti

BANCA D’ITALIAINPSIRPETREGIONE TOSCANAUNIONCAMEREISTATYAHOO FINANZA

Page 22: Focus Economia 01-2011

FOCUSECONOMIA

La variabilità della dinamica

I valori esposti nelle tavole precedenti fanno riferimento all’ammontare complessivo delle tre metriche analizzate: reddito lordo, netto e imposte, che è quanto dire che sono stati analizzati valori medi di variazione. A livello di singolo dichiarante ovviamente le cose sono andate in maniera più varia, ovvero qualcuno avrà registrato una variazione di segno positivo e qualcuno negativo, qualcuno una variazione di ampiezza notevole e qualcun altro trascurabile.La tavola che segue riepiloga la distribuzione delle variazioni con un’attenzione specifica al valore di variazione dello 0,7% riferibile alla variazione inflattiva registrata nel 2009 dall’indice nazionale dei prezzi per le famiglie di operai e impiegati.

Complessivamente si registrano circa 27.400 dichiarazioni con variazioni nette inferiori all’indice inflattivo, prevalentemente collocate fra i dipendenti del settore privato. Di questi infatti quasi il 36% ha subito variazioni negative ed un altro 6% circa variazioni che non hanno consentito il recupero delle dinamiche dei prezzi.

LA VARIABILITÀ DELLA DINAMICA E CONCLUSIONIA cura di IRES TOSCANA

Profilo Minori di zero Da 0 a 0,7 Da 0,7 a 2 Da 2 a 3 Da 3 a 5 Da 5 a 10 Da 10 a 15 Totale

Dipendenti del settore privato 14.356 2.336 4.952 4.067 6.285 6.815 1.437 40.248

Dipendenti del settore pubblico 2.790 755 2.022 1.902 2.994 3.336 677 14.476

Pensionati 5.276 1.867 8.373 30.373 19.496 5.631 1.245 72.261

Totale 22.422 4.958 15.347 36.342 28.775 15.782 3.359 126.985

Conclusioni

Il dato più significativo che emerge è il consistente aumento del prelievo fiscale con una variazione percentuale sempre superiore all’incremento del reddito e con variazioni percentuali importanti per i redditi inferiori a 15.000 euro.La dinamica dei redditi netti dimostra che per molti dei dipendenti più che di incremento salariale si possa parlare di una sostanziale copertura inflazionistica. Nel 2009 infatti l’indice ISTAT della variazione dei prezzi per le famiglie di impiegati ed operai ha registrato a livello nazionale una variazione dello 0,7%, coincidente con le variazioni minime medie registrate. Ciò significa che per diverse migliaia di dipendenti l’eventuale variazione positiva di salario non è stata sufficiente a coprire la relativa dinamica dei prezzi. Particolarmente rilevante in proposito è la situazione dei dipendenti del settore privato che per oltre un terzo del loro ammontare hanno registrato una variazione negativa di reddito, cui peraltro deve essere sommato anche l’effetto inflattivo, e che quindi hanno visto nel 2009 un sicuro peggioramento della loro situazione economica. Questi dipendenti, per costruzione dell’analisi, fra l’altro possono essere considerati fra i più fortunati non avendo affrontato nel 2009 una crisi aziendale consistente o addirittura la perdita del posto di lavoro.Dall’analisi di questi primi e semplici dati, emerge l’esigenza di una seria riforma fiscale che a partire dalla restituzione del drenaggio fiscale operi una ridistribuzione dei carichi fiscali e delle detrazioni a vantaggio delle fasce più deboli del mondo del lavoro e dei pensionati.

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GENNAIO 2011

Sommario! Introduzione

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! Occupazione pagina 2

! Cassa Integrazione Guadagnipagina 6

! Cassa Integrazione in Derogapagina 11

! Mobilità pagina 15

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! Dinamica Salari pagina 17

! Credito pagina 22

! Le Aziende Toscane in Borsapagina 27

Approfondimento economico sindacale della CGIL Toscana a cura di IRES Toscana. In collaborazione con Dipartimenti Attività Produttive e Mercato del Lavoro CGIL Toscana e Fisac Toscana

Fonti

BANCA D’ITALIAINPSIRPETREGIONE TOSCANAUNIONCAMEREISTATYAHOO FINANZA

Tavola 7. Distribuzione della variazione percentuale del reddito netto per profilo del dichiarante nel 2009. Base 2008 = 100

Page 23: Focus Economia 01-2011

FOCUSECONOMIA IL CREDITO IN TOSCANA

Sintesi del Rapporto sulla stabilità finanziaria di Banca d’Italia.

Secondo l’analisi Banca d’Italia, relativa alle previsioni per il 2011, i rischi per gli intermediari finanziari derivano dalle debolezze dell’economia italiana, prima fra tutte la bassa crescita; emerge il legame inscindibile tra stabilità finanziaria e crescita economica.

La crescita mondiale (misurata dal PIL) rallenta e con modalità differenti per aree, così da prospettarsi sostenuta nei paesi emergenti e moderata nei paesi ad economia “avanzata”: in Italia il ritmo si mostra inferiore alla media dell’area euro.Nelle economie avanzate l’intensità della ripresa presenta rischi, legati alle conseguenze sul livello di domanda della frenata prevista nelle decisioni di spesa delle famiglie e delle imprese, conseguente alla necessità di ridurre l’indebitamento e alla lentezza della ripresa dell’occupazione.Potrebbero riemergere le tensioni nell’offerta di credito.

Il basso livello dei tassi di interesse nei paesi avanzati può spingere gli investitori ad assumere rischi elevati, alla ricerca di rendimenti elevati. Capitali crescenti si indirizzano verso i paesi emergenti, spingendovi al rialzo i prezzi delle attività finanziarie.

In Italia la situazione finanziaria e la redditività delle imprese appaiono in miglioramento, ma risentono ancora degli effetti della crisi.Le tensioni emerse durante la fase recessiva si sono propagate all’interno del sistema produttivo attraverso l’allungamento dei tempi di pagamento tra imprese.L’indebitamento delle aziende è, tendenzialmente, in linea nel confronto internazionale, ma l’alta quota di debiti a breve termine e la prevalenza (tra le passività) di contratti a tasso variabile accrescono i rischi connessi con un rialzo dei tassi di interesse.

La previsione dell’aumento dei tassi di interesse influenza anche la valutazione della situazione finanziaria delle famiglie, un esempio sono i mutui a tasso variabile sempre più diffusi, definita nel complesso solida.

Inoltre, l’indebitamento per l’acquisto delle abitazioni prima della crisi era cresciuto significativamente tra le famiglie a reddito più basso: la crisi occupazionale inciderà sul rischio di solvenza.

E’ tornato a crescere il credito alle imprese, soprattutto quello erogato dalle banche maggiori. Anche il credito alle famiglie accelera.

La qualità del credito risente ancora degli effetti recessivi, ma con chiari segnali di stabilizzazione del flusso delle nuove sofferenze.. BI prevede, con alcune incertezze relative al quadro macroeconomico, una diminuzione del tasso di ingresso in sofferenza dei prestiti sia per le famiglie che per le imprese.

NOTA AI GRAFICI:

Viene evidenziata con una linea rossa la data del 30/06/2010, nella quale Bankitalia ha modificato alcuni riferimenti per l’elaborazione dei dati. Questo crea ovviamente una discontinuità statistica per quanto riguarda le serie storiche dei depositi e dei prestiti. Nel merito il cambiamento più importante è la reintroduzione di tutti i prestiti cartolarizzati, o altrimenti ceduti che non soddisfano i criteri di cancellazione previsti dai principi contabili internazionali (IAS). L’applicazione ha comportato la re-iscrizione in bilancio di attività precedentemente cancellate e passività ad esse, con un conseguente incremento delle serie storiche dei prestiti e dei depositi.

A cura di Anna Maria Romano - FISAC CGIL TOSCANA

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GENNAIO 2011

Sommario! Introduzione

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! Occupazione pagina 2

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Fonti

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Page 24: Focus Economia 01-2011

FOCUSECONOMIA IL CREDITO IN TOSCANA - FISAC CGIL TOSCANA

53.000.000.000

55.000.000.000

57.000.000.000

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0

ANDAMENTO DEI DEPOSITI DAL DICEMBRE 2007 A NOVEMBRE 2010 - 56.535.508.900 !

105.000.000.000

110.000.000.000

115.000.000.000

120.000.000.000

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ANDAMENTO DEI PRESTITI DAL DICEMBRE 2007 A NOVEMBRE 2010 - 116.934.412.168 !

14.750.000.000

15.500.000.000

16.250.000.000

17.000.000.000

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0

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0

ANDAMENTO DEI PRESTITI AL SETTORE MANIFATTURIERO

5.000.000.000

7.000.000.000

9.000.000.000

11.000.000.000

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8

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0

ANDAMENTO DEI PRESTITI AL SETTORE DELLE COSTRUZIONI

33.000.000.000

34.000.000.000

35.000.000.000

36.000.000.000

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8

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9

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0

ANDAMENTO DEI PRESTITI AL SETTORE DEI SERVIZI

dic

08

mar

09

giu

09

set 0

9

dic

09

mar

10

giu

10

set 0

9

dic

09

mar

10

giu

10

2,66

1

2,54

9

2,47

3

2,44

9

2,13

7

2,22

4

2,05

6

1,71

6

1,67

1

1,32

1

1,31

9

1,16

9

1,11

7

1,03

7

1,00

2

0,84

8

0,77

8

0,74

2

0,73

1

0,71

5

0,74

7

0,77

1

1,95

8

1,84

7

1,75

7

1,71

9

1,48

4

1,51

9

1,40

4

1,19

3

1,15

6

0,94

7

0,95

1

TotaleFamiglieImprese

ANDAMENTO DEL FLUSSO DI SOFFERENZE RETTIFICATE

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GENNAIO 2011

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Fonti

BANCA D’ITALIAINPSIRPETREGIONE TOSCANAUNIONCAMEREISTATYAHOO FINANZA

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FOCUSECONOMIA IL CREDITO IN TOSCANA - DEPOSITI PER AREA VASTA - FISAC CGIL TOSCANA

24.000.000.000

25.000.000.000

26.000.000.000

27.000.000.000

31/d

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7

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8

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9

30/g

iu/1

0

30/n

ov/1

0

ANDAMENTO DEI DEPOSITI DAL DICEMBRE 2007 A NOVEMBRE 2010

11.250.000.000

12.500.000.000

13.750.000.000

15.000.000.000

31/d

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7

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8

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9

30/g

iu/1

0

30/n

ov/1

0

16.750.000.000

17.500.000.000

18.250.000.000

19.000.000.000

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7

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8

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30/g

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0

FIRENZE

PRATOPISTOIA

MASSA CARRARA

LUCCA

LIVORNO

PISA

AREZZO

SIENA

GROSSETO24

GENNAIO 2011

Sommario! Introduzione

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Fonti

BANCA D’ITALIAINPSIRPETREGIONE TOSCANAUNIONCAMEREISTATYAHOO FINANZA

25.149.011.275

17.337.537.183

14.048.960.442

Page 26: Focus Economia 01-2011

FOCUSECONOMIA IL CREDITO IN TOSCANA - PRESTITI PER AREA VASTA - FISAC CGIL TOSCANA

49.000.000.000

51.000.000.000

53.000.000.000

55.000.000.000

31/d

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7

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8

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9

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0

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0

ANDAMENTO DEI DEPOSITI DAL DICEMBRE 2007 AD NOVEMBRE 2010

14.750.000.000

19.500.000.000

24.250.000.000

29.000.000.000

31/d

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7

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9

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0

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0

32.250.000.000

33.500.000.000

34.750.000.000

36.000.000.000

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7

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FIRENZE

PRATOPISTOIA

MASSA CARRARA

LUCCA

LIVORNO

PISA

AREZZO

SIENA

GROSSETO25

GENNAIO 2011

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Fonti

BANCA D’ITALIAINPSIRPETREGIONE TOSCANAUNIONCAMEREISTATYAHOO FINANZA

54.099.897.619

34.396.674.188

28.437.840.361

Page 27: Focus Economia 01-2011

FOCUSECONOMIA LE AZIENDE TOSCANE IN BORSA

AEROPORTO DI FIRENZE

CDC464 punti vendita (catene Computer Discount, Essedi Shop, Amico e filiali Cash & Carry). Notorietà delle insegne (CDC, Computer Discount) e dei marchi propri (Kraun, Inkdrops)

CHLCHL S.p.A. è la più importante realtà di e-commerce esistente in Italia e una delle principali in Europa;

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GENNAIO 2011

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Fonti

BANCA D’ITALIAINPSIRPETREGIONE TOSCANAUNIONCAMEREISTATYAHOO FINANZA

Page 28: Focus Economia 01-2011

FOCUSECONOMIA LE AZIENDE TOSCANE IN BORSA

DADAAzienda del settore informatico ed internet.

DMAIL GROUPNell’area Media Commerce il Gruppo opera nelle vendite dirette multicanale, in particolare online, in Italia e all’estero, di prodotti innovativi.

EL.EN.El.En. Group, leader in Italia e tra i primi operatori in Europa nella produzione di sistemi laser, sviluppa con tecnologia propria e know-how multidisciplinare costantemente aggiornato sorgenti laser, sistemi per il taglio, la marcatura, la saldatura e per la conservazione dei beni culturali

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GENNAIO 2011

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Fonti

BANCA D’ITALIAINPSIRPETREGIONE TOSCANAUNIONCAMEREISTATYAHOO FINANZA

Page 29: Focus Economia 01-2011

FOCUSECONOMIA LE AZIENDE TOSCANE IN BORSA

FONDIARIA SAI

Gruppo Assicurativo

BANCA MPS

Gruppo Bancario

BANCA POP. ETRURIA E LAZIO

Gruppo Bancario

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Fonti

BANCA D’ITALIAINPSIRPETREGIONE TOSCANAUNIONCAMEREISTATYAHOO FINANZA

Page 30: Focus Economia 01-2011

FOCUSECONOMIA LE AZIENDE TOSCANE IN BORSA

FINMECCANICAFinmeccanica è una Holding italiana nei settori dell'aeronautica, dell'elicotteristica, dello spazio e della difesa.

KME GROUPKME Group è una holding, con partecipazioni in business diversificati (industria del rame, energie rinnovabili, servizi) che prima facevano parte di Intek.

PIAGGIO & C.Il Gruppo Piaggio produce veicoli motorizzati a due ruote e protagonista internazionale nel settore dei veicoli commerciali

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Fonti

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Page 31: Focus Economia 01-2011

FOCUSECONOMIA LE AZIENDE TOSCANE IN BORSA

RICHARD GINORI 1735Richard Ginori 1735 leader italiano nella produzione di porcellane artistiche, oggettistica in porcellana, porcellane da collezione.

SNAIOpera nel settore delle scommesse sportive.

ROSSSROSSS fabbrica mobili per uffici e magazzini.

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Fonti

BANCA D’ITALIAINPSIRPETREGIONE TOSCANAUNIONCAMEREISTATYAHOO FINANZA

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FOCUSECONOMIA LE AZIENDE TOSCANE IN BORSA

SATAeroporto di Pisa.

B&C SPEAKERSB&C Speakers produce diffusori audio da oltre 70 anni.

PRAMACPRAMAC produce macchinari per la movimentazione, generatori di corrente elettrica, sistemi fotovoltaici ed eolici.

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! Dinamica Salari pagina 17

! Credito pagina 22

! Le Aziende Toscane in Borsapagina 27

Approfondimento economico sindacale della CGIL Toscana a cura di IRES Toscana. In collaborazione con Dipartimenti Attività Produttive e Mercato del Lavoro CGIL Toscana e Fisac Toscana

Fonti

BANCA D’ITALIAINPSIRPETREGIONE TOSCANAUNIONCAMEREISTATYAHOO FINANZA

Page 33: Focus Economia 01-2011

FOCUSECONOMIA LE AZIENDE TOSCANE, E LE CONTROLLANTI, IN BORSA

ARCELOR MITTAL - MAGONA/PIOMBINO

Opera nel settore della produzione di acciaio, con attività in oltre 60 paesi.

SEVERSTAL - LUCCHINI/PIOMBINO

Opera nel settore della produzione di acciaio, con attività in oltre 10 paesi.

GENERAL ELECTRIC - NUOVO PIGNONE

33

GENNAIO 2011

Sommario! Introduzione

pagina 1

! Occupazione pagina 2

! Cassa Integrazione Guadagnipagina 6

! Cassa Integrazione in Derogapagina 11

! Mobilità pagina 15

! Produzione Industriale pagina 16

! Dinamica Salari pagina 17

! Credito pagina 22

! Le Aziende Toscane in Borsapagina 27

Approfondimento economico sindacale della CGIL Toscana a cura di IRES Toscana. In collaborazione con Dipartimenti Attività Produttive e Mercato del Lavoro CGIL Toscana e Fisac Toscana

Fonti

BANCA D’ITALIAINPSIRPETREGIONE TOSCANAUNIONCAMEREISTATYAHOO FINANZA

Page 34: Focus Economia 01-2011

FOCUSECONOMIA L’ANDAMENTO DELLA BORSA ITALIANA E QUELLA AMERICANA

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GENNAIO 2011

Sommario! Introduzione

pagina 1

! Occupazione pagina 2

! Cassa Integrazione Guadagnipagina 6

! Cassa Integrazione in Derogapagina 11

! Mobilità pagina 15

! Produzione Industriale pagina 16

! Dinamica Salari pagina 17

! Credito pagina 22

! Le Aziende Toscane in Borsapagina 27

Approfondimento economico sindacale della CGIL Toscana a cura di IRES Toscana. In collaborazione con Dipartimenti Attività Produttive e Mercato del Lavoro CGIL Toscana e Fisac Toscana

Fonti

BANCA D’ITALIAINPSIRPETREGIONE TOSCANAUNIONCAMEREISTATYAHOO FINANZA