Focus congiunturali I Prezzi Al Consumo In Lombardia FocusCongiunturali20… · giugno N6 giugno...

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giugno 2013 N°6 giugno 2013 Focus congiunturali – Prezzi // 01 La newsletter è frutto di una collaborazione tra Unioncamere Lombardia e REF Ricerche Responsabile scientifico: Donato Berardi; redazione: Fulvio Bersanetti Questo numero è stato realizzato con le informazioni disponibili al 15 aprile 2013 Focus congiunturali I Prezzi Al Consumo In Lombardia Inflazione in Lombardia: indice generale e di fondo (1) -1 0 1 2 3 4 I t10 II t10 III t10 IV t10 I t11 II t11 III t11 IV t11 I t12 II t12 III t12 IV t12 I t13 (1) Esclusi ittici, ortofrutticoli ed energetici Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC) -1.0 -0.5 0.0 0.5 1.0 1.5 Differenziale (scala ds.) Generale Componente di fondo Variazioni % tendenziali I Trimestre 2013 - Inflazione in discesa, grazie al petrolio. Beneficiando della diminuzione delle quotazioni del petro- lio l’inflazione regionale scende all'1.8%, dal 2.1% del IV trimestre 2012. - La discesa dell'inflazione contribuisce a restituire potere d'acquisto alle famiglie lombarde. Soffro- no però i consumi, soprattutto quelli di beni come auto e arredamento. - Nell’ultimo anno i prezzi in Lombardia, nonostante l’aumento, sono cresciuti meno che in Italia. - Si allenta la morsa dell’energia. Moderano i prezzi degli energetici (+5% tendenziale, da 11.2% del IV trimestre), che per lunga parte del 2012 hanno alimentato la corsa dei prezzi al consumo. - Qualche fermento nei listini. Il primo trimestre del 2013 si apre con prezzi in aumento dello 0.4% rispetto al trimestre precedente: +1% i generi alimentari e +0.5% le tariffe pubbliche. - Un passaggio di testimone: dall’energia ai servizi. Per la prima volta da due anni e mezzo il mag- giore contributo alla variazione tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo è offerto dai servizi privati, che spiegano oltre mezzo punto di maggiore inflazione. - Inflazione alimentare allineata alla media nazionale. Nell'ultimo anno i prezzi di frutta e verdura sono rincarati di oltre il 6%. - Aumentano le tariffe nazionali. Adeguamenti al rialzo per servizi postali, pedaggi autostradali, treni a lunga percorrenza e canone Tv. In ambito locale aumenti per i ticket di ingresso ai musei e per le rette degli asili nido. - Province lombarde: l’inflazione rallenta ovunque tranne che a Como. A Como la corsa dei prezzi punta al 3%. I principali andamenti: Inflazione nelle Province lombarde: I trimestre 2013 > 2% 1.5% - 2% <1.5% n.d. Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

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N°6

giugno 2013 Focus congiunturali – Prezzi // 01

La newsletter è frutto di una collaborazione tra Unioncamere Lombardia e REF RicercheResponsabile scientifico: Donato Berardi; redazione: Fulvio BersanettiQuesto numero è stato realizzato con le informazioni disponibili al 15 aprile 2013

Focus congiunturali I Prezzi Al Consumo In Lombardia

Inflazione in Lombardia: indice generale e di fondo(1)

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I t10 II t10 III t10 IV t10 I t11 II t11 III t11 IV t11 I t12 II t12 III t12 IV t12 I t13

(1) Esclusi ittici, ortofrutticoli ed energeticiFonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

-1.0

-0.5

0.0

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1.0

1.5

Differenziale (scala ds.) Generale Componente di fondo

Variazioni % tendenziali

I Trimestre 2013

- Inflazione in discesa, grazie al petrolio. Beneficiando della diminuzione delle quotazioni del petro-lio l’inflazione regionale scende all'1.8%, dal 2.1% del IV trimestre 2012.

- La discesa dell'inflazione contribuisce a restituire potere d'acquisto alle famiglie lombarde. Soffro-no però i consumi, soprattutto quelli di beni come auto e arredamento.

- Nell’ultimo anno i prezzi in Lombardia, nonostante l’aumento, sono cresciuti meno che in Italia.

- Si allenta la morsa dell’energia. Moderano i prezzi degli energetici (+5% tendenziale, da 11.2% del IV trimestre), che per lunga parte del 2012 hanno alimentato la corsa dei prezzi al consumo.

- Qualche fermento nei listini. Il primo trimestre del 2013 si apre con prezzi in aumento dello 0.4% rispetto al trimestre precedente: +1% i generi alimentari e +0.5% le tariffe pubbliche.

- Un passaggio di testimone: dall’energia ai servizi. Per la prima volta da due anni e mezzo il mag-giore contributo alla variazione tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo è offerto dai servizi privati, che spiegano oltre mezzo punto di maggiore inflazione.

- Inflazione alimentare allineata alla media nazionale. Nell'ultimo anno i prezzi di frutta e verdura sono rincarati di oltre il 6%.

- Aumentano le tariffe nazionali. Adeguamenti al rialzo per servizi postali, pedaggi autostradali, treni a lunga percorrenza e canone Tv. In ambito locale aumenti per i ticket di ingresso ai musei e per le rette degli asili nido.

- Province lombarde: l’inflazione rallenta ovunque tranne che a Como. A Como la corsa dei prezzi punta al 3%.

I principali andamenti:

Inflazione nelle Province lombarde: I trimestre 2013

> 2%

1.5% - 2%

<1.5%

n.d.

Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

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giugno 2013 Focus congiunturali – Prezzi // 02

Allo scenario di graduale recupero del ciclo internazionale che si è materializzato nel corso degli ultimi mesi ha giovato un quadro di carattere distensivo sul fronte delle quotazioni delle materie prime: dopo un biennio caratterizzato dal raggiungimento di nuovi massimi storici, le commodity hanno intrapreso una graduale via di rientro. L’elemento di novità più significativo del I trimestre è certamente rappresentato dalla corre-zione al ribasso del petrolio, favorito dal rafforzamento del cambio (in dollari -1.7% congiun-turale, -2.6% tendenziale, in euro -3.4% congiunturale, -3.2% tendenziale). La fase recente mostra in effetti un’inversione di tendenza che potrebbe essere riconducibile a cambiamenti di carattere strutturale nel mercato del greggio. Diversi fattori supportano l’ipotesi che la re-cente flessione dei prezzi possa essere guidata dalla situazione progressivamente più distesa dal lato delle condizioni di offerta. A favore di tale lettura depongono le recenti revisioni al rialzo delle stime del potenziale produttivo negli Stati Uniti con riferimento sia all’estrazione di petrolio che a quella di gas naturale (grazie alla nuova tecnologia che si basa sull’estrazio-ne dello shale gas) e alla ripresa delle attività di raffinazione nel Mare del Nord. Variazioni di segno negativo accomunano anche le altre materie prime (-11.2% nell’ultimo anno per quelle agricole, -4.7% per i metalli) che si attestano su livelli ampiamente inferiori a quelli toccati nel corso del 2012. A dispetto di questa generale tendenza alla moderazione, qualche elemento di preoccupa-zione giunge dalle materie prime alimentari, che al contrario continuano a collocarsi su li-velli non lontani da quelli rilevati nella seconda metà del 2012. Sulla resistenza in atto pesa uno scenario in cui nuove pressioni, anche di natura finanziaria, potrebbero materializzarsi nei prossimi mesi: la produzione mondiale dei cereali dovrebbe contrarsi del 2.7% nel 2013 (-5.5% per il grano) e forti pressioni sono attese sul versante delle scorte, in ragione di con-sumi mondiali attesi eccedere la produzione.

Si arresta la corsa delle materie prime. Possibili cambiamenti strutturali nel mercato del greggio

Materie Prime

Il quadro delle materie prime

Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Thomson Reuters

Petrolio

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Indice Economist, 2005 = 100

Materie prime alimentari

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Varietà Brent Indice Economist, 2005 = 100

Indice Economist, 2005 = 100

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giugno 2013 Focus congiunturali – Prezzi // 03

Nel I trimestre 2013 si documenta un rientro dell’inflazione in tutte le principali econo-mie dell’area euro. La variazione tendenziale calcolata sull’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) si attesta all’1.9%, mezzo punto percentuale in meno del valore rela-tivo al trimestre precedente, e per la prima volta da oltre due anni si colloca al di sotto della soglia del 2%. Per un termine di paragone si tenga conto che il 2012 si era chiuso con un’inflazione al 2.5% in media d’anno.

L’attenuazione delle spinte in-flazionistiche complessive, che riflette più da vicino il peggiora-mento degli indicatori congiuntu-rali, è stata generalizzata, seppur con una propensione alla modera-zione più intensa per alcuni Paesi. Analizzando lo spaccato del pa-niere, si evince come il maggiore contributo al rallentamento sia da ascrivere al complesso dei beni energetici: la chiusura dello sco-stamento tra inflazione comples-siva e componente di fondo (per l’area euro la distanza si è sostan-

zialmente dimezzata, passando da 0.7% del IV trimestre 2012 a 0.4% del I trimestre 2013) conferma che è in atto un percorso di alleggerimento delle tensioni sulle voci caratterizzate dalla maggiore volatilità.Complice la correzione al ribasso del prezzo del petrolio, l’inflazione energetica media dell’area euro ha ceduto 3 punti percentuali, passando dal 6.3% rilevato in chiusura del-lo scorso anno al 3.3% di inizio 2013. Più stabili, per contro, l’inflazione alimentare (sia per quel che riguarda la componente lavorata che per quella fresca) e quella dei servizi privati.Dall’analisi disaggregata per Paese si riscontrano andamenti solidali: in linea con quan-to osservato nel periodo più recente, nel I trimestre del 2013 l’inflazione in Germania (+1.8%) ed in Francia (+1.2%) si colloca nuovamente su valori più contenuti della media dell’area euro (+1.9%), con una decisa tendenza al ribasso per il secondo trimestre con-secutivo. In Italia, viceversa, nonostante il superamento dello scalino Iva e il rientro delle tensioni sui prezzi dei carburanti, l’inflazione (+2.1%) è allineata alla media europea. Nel nostro Paese si riscontrano ritmi di crescita differenziati in funzione del raggruppamento: dinamiche più contenute per gli alimentari lavorati (+1.9%, qua-si mezzo punto percentuale in meno dell’area della moneta uni-ca) e quelli non lavorati (+3.2% a fronte di una variazione in au-mento del 4% nell’area euro). Viceversa, dinamiche lievemente superiori alla media si documen-tano per l’energia e i servizi.

Area €uro

Inflazione in Europa sotto il 2% per la prima volta da due anni

Frenano gli energetici, inflazione alimentare stabile

Prezzi al consumo nell'Area euro: indice generale

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Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Eurostat (IPCA)

Area euro Germania Francia Italia

Variazioni % tendenziali

Prezzi al consumo nell'Area euro: I trimestre 2013Variazioni % tendenziali

BENI 2.0 1.4 2.0 2.0 Alimentari lavorati 1.7 1.6 1.9 2.3 Alimentari non lavorati 5.4 3.4 3.2 4.0 Energetici 3.1 1.9 4.6 3.3 Beni industriali 0.8 0.5 0.7 0.8SERVIZI 1.7 0.9 1.9 1.7

Indice generale 1.8 1.2 2.1 1.9Componente di fondo* 1.5 0.9 1.6 1.5

* Al netto degli alimentari non lavorati e degli energeticiFonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Eurostat (IPCA)

Area EuroItaliaTipologie di prodotto Germania Francia

In Italia inflazione più sostenuta per energia e servizi

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giugno 2013 Focus congiunturali – Prezzi // 04

Nel primo trimestre dell’anno l’in-flazione lombarda ha proseguito il percorso di rallentamento avviato alla fine dello scorso anno. Chiuso il 2012 con una variazione pari al 2.8% tendenziale di media, la dina-mica relativa ai prezzi al consumo si è portata nel I trimestre 2013 sotto il 2% di crescita (1.8%), ri-entrando su valori che non si os-servavano dalla fine del 2010. Il superamento dello scalino “Iva”, associato al protrarsi delle diffi-coltà dei consumi interni ed al gra-duale stemperarsi delle tensioni sul versante energetico, hanno prodotto un sensibile rien-tro della dinamica. Nel I trimestre dell’anno l’inflazione in Regione Lombardia si colloca su un valore pari all’1.8%, un decimo di punto più in basso in confronto alla media nazionale.La progressiva chiusura del differenziale tra l’inflazione complessiva e la componente di fondo (+1.4%), calcolata escludendo gli energetici, il fresco ittico e quello ortofrutticolo, suggerisce che è in atto una fase in cui si stanno gradualmente affievolendo i fervori infla-zionistici che hanno interessato le componenti della spesa per consumi tipicamente sog-gette ad ampie fluttuazioni. Se da una parte il calo dell’inflazione contribuisce a restituire potere d’acquisto alle famiglie, dall’altra i fondamentali che hanno determinato il conte-nimento della dinamica inflativa non godono di buona salute. L’arretramento descritto si inserisce infatti in uno scenario congiunturale ancora poco favorevole: le più recenti diffu-sioni dei dati di contabilità nazionale mettono in evidenza la condizione di difficoltà delle famiglie. La caduta dei consumi nel 2012 è stata la più grave mai osservata nel corso degli ultimi venticinque anni e anche l’inizio del nuovo anno sembra orientarsi sul medesimo tenore. Conferme in questo senso provengono dai principali indicatori congiunturali, che segnalano come i consumi siano rimasti estremamente deboli. I dati sulle vendite al detta-glio nella GDO evidenziano nuove flessioni, le immatricolazioni di auto nuove nel primo tri-mestre hanno registrato una ulteriore diminuzione (-13% in confronto al primo trimestre del 2012) e sono scese ormai su livelli minimi storici mai toccati nell’ultimo trentennio.

L’analisi dell’inflazione lombarda disaggrega-ta per Provincia mostra una ampia variabilità tra i tassi di crescita, con una forbice di valori di poco meno di un punto e mezzo percentua-le tra il saggio di crescita di maggiori dimen-sioni (+2.8% tendenziale, relativo al Comune di Como) e quello minimo (misurato con rife-rimento alla città di Pavia, dove i prezzi sono mediamente rincarati dell’1.5% nell’ultimo anno). Su base congiunturale gli andamenti sono solidali in tutta la Regione, con incre-menti rispetto al IV trimestre 2012 compresi tra lo 0.7% di Como e lo 0.2% di Mantova e Pavia.

Prosegue la flessione dell'inflazione al consumo in Lombardia

Indice generale

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I t10 II t10 III t10 IV t10 I t11 II t11 III t11 IV t11 I t12 II t12 III t12 IV t12 I t13

Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

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Differenziale (scala ds.) Lombardia ITALIA

Variazioni % tendenziali

Inflazione in discesa in tutte le Province, accelera solo a Como

Prezzi al consumo nelle Province lombardeVariazioni % sul periodo indicato

Bergamo 1.0 0.4 2.5 1.9Brescia 0.9 0.5 2.4 2.0Como 0.6 0.7 2.6 2.8Cremona 0.8 0.3 2.2 1.7Lecco 0.7 0.3 2.3 1.9Lodi 1.0 0.6 2.5 2.1Mantova 1.0 0.2 2.5 1.7Milano 0.4 0.4 1.9 1.8Pavia 0.8 0.2 2.1 1.5Varese 0.6 0.3 2.0 1.7

max. 1.0 0.7 2.6 2.8min. 0.4 0.2 1.9 1.5

Lombardia 0.8 0.4 2.1 1.8Italia 0.9 0.4 2.5 1.9

Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

I t-13/ I t-12

Tendenziali

Province I t-12/ IV t-11

IV t-12/ IV t-11

I t-13/ IV t-12

Congiunturali

Prezzi interni

Si chiude il differenziale tra inflazione complessiva e componente "core"

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giugno 2013 Focus congiunturali – Prezzi // 05

Dall’analisi del paniere disaggregato per settore merceologico emergono alcune indicazioni utili per individuare i principali fenomeni che attualmente stanno guidando i movimenti dei prezzi.Su base congiunturale il trimestre in esame si caratterizza per rincari diffusi tra i vari com-parti: nonostante la decelerazione della dinamica complessiva, tutti gli aggregati del paniere mettono a segno aumenti di alcuni decimi di punto percentuale.

L’elemento di discontinuità rispetto agli andamenti più recenti è rappresentato dal-la significativa flessione della voce energy: rispetto al IV tri-mestre 2012, i prezzi dei car-buranti e le tariffe di energia elettrica e gas naturale resta-no complessivamente invaria-ti (+0.1% congiunturale). La stabilità osservata, associata ad un aumento di oltre 6 punti percentuali rilevati nello stes-

so trimestre dell’anno precedente, contribuisce a produrre un sensibile ridimensionamento della dinamica tendenziale dell’aggregato, che si porta al 5% (a fronte del 4.6% in media nazionale) dall’11.2% del trimestre precedente. Si riduce in misura importante anche il con-tributo della voce energetica all’inflazione complessiva, che si attesta intorno al mezzo punto percentuale, ossia la metà rispetto al IV trimestre del 2012.Rincarano nel trimestre le tariffe pubbliche (+0.5%): come è tipico di ogni anno solare, alcu-ne amministrazioni, sia centrali che territoriali, sono intervenute per definire i livelli tariffari in vigore a decorrere dal 1° gennaio 2013. Ritocchi verso l’alto anche per i servizi offerti da privati: diversamente dal I trimestre del 2012, la componente stagionale tipica di questo aggregato ha operato in direzione opposta, producendo rincari congiunturali che in media si sono collocati su un valore di 3 decimi di punto percentuale. Direzioni divergenti, infine, per l’andamento delle dinamiche tendenziali dei settori del panie-re: rallentano in misura impor-tante l’energia, gli affitti (+1% nel I trimestre 2103, quasi un punto percentuale in meno ri-spetto alla media nazionale) e i tabacchi, che cedono lo 0.5% (dal 2.6% al 2.1% negli ultimi dodici mesi, in linea con il dato Italia). Decelerano lievemente anche i beni industriali non alimentari, che si confermano anche in aper-tura del nuovo anno sotto l’1% di crescita tendenziale, mentre sono dati in accelerazione i servizi, gli alimentari e le tariffe pubbliche. Per la prima volta da due anni e mezzo il maggiore contributo alla variazione ten-denziale dell’indice dei prezzi al consumo è offerto dai servizi privati, che spiegano oltre mezzo punto di maggiore inflazione.

Prezzi interni

L'analisi per settore: rincari in tutti i settori, rallenta l'energia

L'inizio del nuovo anno porta adeguamenti per le tariffe pubbliche

I contributi: passaggio di testimone dall'energia ai servizi privati

Prezzi al consumo per settoreVariazioni % sul periodo indicato

Italia

Settore

Alimentari e bevande 17.0% 0.9 1.0 2.4 2.5 2.6Non alimentare 24.9% 0.3 0.2 0.6 0.5 0.7Energia 9.5% 6.1 0.1 11.2 5.0 4.6Servizi 33.7% -0.1 0.3 1.4 1.9 1.7Tariffe 9.3% 0.2 0.5 1.4 1.7 1.9Affitti 3.2% 1.0 0.4 1.5 1.0 1.9Tabacchi 2.3% 0.7 0.1 2.6 2.1 2.1

Totale* 100% 0.8 0.4 2.1 1.8 1.9

(*) Per la Regione Lombardia gli indici sono stati aggregati con la struttura dei pesi nazionaleFonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

Peso I t-13/ IV t-12

Lombardia

I t-13/ I t-12

I t-13/ I t-12

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Congiunturali Tendenziali

Contributi dei settori all'inflazione

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Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

Alimentari Non alimentari Energia Servizi Tariffe Affitti Tabacchi

Variazioni % tendenziali

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giugno 2013 Focus congiunturali – Prezzi // 06

Rincarano in misura rilevante i prezzi dei generi alimentari in Lombardia nel I trimestre dell’anno: tra gennaio e marzo l’incremento è stato pari ad un punto percentuale. La dinamica, in lieve accelera-zione, si è mantenuta su valori di crescita importanti (+2.5% su base tendenziale, in progressio-ne dal 2.4% registrato nel corso del IV trimestre 2012). Nel con-fronto con l’inflazione alimenta-re italiana, quella lombarda mo-stra ritmi di crescita marginalmente più contenuti, con uno scostamento che nel I trimestre è stato in media pari allo 0.2%.Dall’analisi del comparto alimentare disaggregato per reparto è possibile constatare come l’incremento sia riconducibile in buona misura all’aumento dei prezzi messo a segno dal fre-sco ortofrutticolo (+2.7% congiunturale). La presenza nel medesimo trimestre 2012 di ade-guamenti ai listini di entità non distanti da quelli osservati nel periodo in esame (+2.2% con-giunturale) suggerisce che siamo in presenza di un marcato effetto stagionale. Tipicamente nella prima parte dell’anno si assiste infatti ad un fenomeno di restringimento dei volumi di offerta di frutta e verdura che si traduce in una spinta verso l’alto dei prezzi al dettaglio. Inoltre, come avvenuto anche nei primi mesi del 2012, l’ondata di gelo e neve che ha colpito l’Italia a gennaio ha compromesso la resa delle produzioni in campo, facendo registrare un aumento considerevole soprattutto per i prezzi al dettaglio degli ortaggi. Tra quelli esposti alle tensioni più accentuate è opportuno menzionare gli asparagi (+2.7% congiunturale), i carciofi (+3.8%) e le patate (+4.5%). Listini in rialzo anche per i generi ortofrutticoli non stagionali come zucchine (+18% in confronto all’ultimo trimestre 2012), fagiolini (+17%), piselli (+16%) e peperoni (+15%). Circostanze straordinarie a parte, è comunque doveroso ricordare come i prezzi alimentari siano ancora oggi influenzati dalle persistenti tensioni sui mercati internazionali delle mate-rie prime, che continuano ad essere scambiate in prossimità dei massimi storici.

Alimentari

Crescono i prezzi alimentari in Lombardia: nell'ultimo anno aumenti al 2.5%

Alimentari e bevande

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Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

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Differenziale (scala ds.) Lombardia ITALIA

Variazioni % tendenziali

Prezzi dei generi alimentari per reparto Variazioni % sul periodo indicato - Ordinamento decrescente per contributo all'inflazione

Italia

Alimentari lavorati 83.0% 0.7 0.7 1.9 1.9 2.1

Alimentari Confezionati 33.7% 0.6 0.9 2.0 2.3 2.4 Carni 16.9% 0.9 0.6 2.7 2.3 2.3 Bevande 10.5% 0.7 0.7 2.0 2.0 2.3 Latticini e salumi 16.7% 0.6 0.5 1.0 1.0 1.5 Gelati e surgelati 3.8% 0.8 0.3 1.5 0.9 1.7

Fresco Ortofrutticolo 14.2% 2.2 2.7 6.1 6.6 6.5Fresco Ittico 2.8% 1.3 0.5 -0.1 -0.9 -0.5

Alimentari e bevande* 100% 0.9 1.0 2.4 2.5 2.6

(*) Peso sul paniere: 17.0% - Contibuto all'inflazione nel I trimestre: 0.4%Per la Regione Lombardia gli indici sono stati aggregati utilizzando la struttura dei pesi nazionaleFonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

RepartiLombardia

I t-13/ I t-12

IV t-12/ IV t-11

Congiunturali TendenzialiI t-13/ I t-12

Peso in categoria

I t-12/ IV t-11

I t-13/ IV t-12

L’analisi per reparto: maltempo e stagionalità producono aumenti importanti per frutta e verdura

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giugno 2013 Focus congiunturali – Prezzi // 07

N°6

Le ripercussioni di questi elementi sull’effettivo andamento tendenziale dei prezzi al consu-mo non è secondario: in linea con quanto rilevato su scala nazionale, in media i prezzi dei generi ortofrutticoli freschi sono più elevati rispetto a quelli di dodici mesi or sono di oltre il 6%. Tra le referenze che fanno segnare i maggiori rincari rispetto al I trimestre 2012 van-no menzionate alcune merceologie di diffuso utilizzo come mele (+9.1%), pere (+23.5%) e mandarini (+6%) nell’ambito della frutta, insalata (+9.5%) e patate (+4.7%) in quello della frutta.Per quel che concerne l’alimentare lavorato, che copre oltre l’80% della spesa per consu-mi alimentari delle famiglie, tutti i gruppi di prodotto registrano rincari sostenuti: tra que-sti spiccano in particolare gli alimenti in confezione (+0.9% congiunturale nel I trimestre 2013), guidati dall’olio extra vergine di oliva (+3.6%) e dal tonno in scatola (+2.6%). Mede-sima direzione di marcia anche per le bevande (aumento pari allo 0.7% rispetto al trimestre ottobre-dicembre 2012), la cui tendenza al rialzo risente in buona sostanza dei forti rincari che si sono abbattuti sul comparto vinicolo determinati dalla forte contrazione dell’offerta disponibile (-8% per l’ultima vendemmia): su base congiunturale la voce principale del re-parto in questione, il vino da tavola, mette a segno un incremento del 3%. Superiori al mezzo punto percentuale di media anche gli adeguamenti dei prezzi al consumo delle carni (+0.6% congiunturale): complice l’aggravio di costi a carico delle imprese del settore per effetto dei rincari che hanno colpito i mangimi, i prezzi della carne ovina e bovina sono rispettivamente aumentati dell’1.7% e dello 0.9% in confronto all’ultimo trimestre 2012. Prendendo in esame le variazioni tendenziali, emerge un quadro complessivamente favore-vole alla Lombardia: a fronte di una lieve accelerazione della dinamica della spesa alimen-tare, i saggi di variazione regionali relativi ai diversi reparti risultano generalmente più mo-derati della media nazionale, a dimostrazione che l’efficienza negli approvvigionamenti e nella logistica, in un territorio in cui la penetrazione da parte della GDO è particolarmente rilevante, contribuisce a calmierare i ritmi di marcia dei prezzi al dettaglio. Sono oggetto di adeguamenti superiori al 2% i prodotti in confezione (+2.3% nell’ultimo anno, un decimo in meno rispetto a quanto rilevato in Italia), le carni (+2.3%, variazione allineata a quella nazionale) e le bevande (+2%, a fronte del 2.3% in media nazionale). In termini di contributo all’inflazione di settore, calcolato tenendo conto dell’incidenza del segmento di consumo sul totale del paniere alimentare, la dinamica risulta sostenuta in mi-sura maggiore da alcuni generi di prima necessità: rientrano in questa categoria carne di bovino, pane, pollame e uova.

Prezzi dei generi alimentari: i dieci maggiori contributiVariazioni % sul periodo indicato - Ordinamento decrescente per contributo all'inflazione

Lombardia Italia

Segmenti di consumo

1 Carne di bovino adulto 5.1% 2.8 2.7 0.12 Pane fresco 5.7% 2.3 1.9 0.43 Pesci conservati o lavorati 2.1% 5.3 4.9 0.44 Prodotti di pasticceria confezionati 4.2% 2.6 2.3 0.35 Pollame 3.4% 3.1 2.5 0.66 Uova 1.0% 7.7 6.4 1.37 Cioccolato 2.4% 3.1 3.8 -0.78 Vini da tavola 1.1% 6.4 7.0 -0.69 Bevande gassate 1.2% 5.2 3.2 2.010 Salumi al banco 3.6% 1.3 1.5 -0.2

Alimentari e bevande* 2.5 2.6 -0.1

(*) Peso sul paniere: 17.0% - Contibuto all'inflazione nel I trimestre: 0.4%Per la Regione Lombardia gli indici sono stati aggregati utilizzando la struttura dei pesi nazionaleFonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

Peso in categoria Diff. I t-13/

I t-12I t-13/ I t-12

Stabili i ritmi di crescita degli alimentari lavorati

Maggiori contributi per alcuni generi di base

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N°6

giugno 2013 Focus congiunturali – Prezzi // 08

I prezzi dei beni industriali non alimentari marcano nel trimestre un moderato incremento (+0.2% di media). Su base tendenziale la dinamica del comparto prosegue lungo la traiettoria cedente avviata lo scorso trimestre, quando il su-peramento dello scalino Iva aveva prodotto un effetto statistico favo-revole tale da far decelerare l’in-flazione al consumo dei beni non alimentari di oltre mezzo punto percentuale. Nel I trimestre 2013 il saggio di crescita tendenziale si attesta allo 0.5%: nel confronto con la media nazionale, il dato lombardo si colloca alcuni decimi di punto più in basso, conferman-do il consolidamento dello scarto tra le due dinamiche che si osserva da fine 2011.Il comparto dei beni è certamente quello su cui si è abbattuta con maggiore severità la crisi dei consumi interni. I dati di contabilità nazionale illustrano la portata del fenomeno: la ca-duta della produzione industriale misurata nel I trimestre è superiore al 4%, mentre il crollo dei consumi assume contorni di estrema gravità (-12.7% di media nel 2012 per i beni dure-voli, -4.5% per quelli non durevoli). Nonostante il collasso della domanda, scorrendo il dettaglio dei raggruppamenti merceolo-gici è possibile constatare come le principali voci del paniere non alimentare si caratterizzino nei primi mesi dell’anno per aumenti diffusi in termini congiunturali. Ritocchi superiori al mezzo punto percentuale rispetto al IV trimestre 2012 per la voce che raggruppa articoli di cartoleria, libri e giornali (+0.7%), sul cui andamento incide in buona misura l’adeguamento che ha interessato il prezzo al dettaglio dei quotidiani (+3% congiunturale). Incrementi nella misura di alcuni decimi di punto anche per gli utensili impiegati nella manutenzione della casa (+0.5%), per i giochi e gli articoli sportivi (+0.5%) e per il comparto auto (+0.4%). In controtendenza rispetto agli andamenti in rialzo si collocano due raggruppamenti: quello che include i prodotti di elettronica di largo consumo (-1.4% sul IV trimestre 2012), alla cui discesa contribuiscono principalmente il rinnovo dei listini che gli operatori del settore in-

Beni industrialiPrezzi dei beni non alimentari in marginale aumento in Lombardia. Dinamica tendenziale ancora in discesa

Beni non alimentari

-1

0

1

2

3

I t10 II t10 III t10 IV t10 I t11 II t11 III t11 IV t11 I t12 II t12 III t12 IV t12 I t13

Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

-0.50

-0.25

0.00

0.25

0.50

Differenziale (scala ds.) Lombardia ITALIA

Variazioni % tendenziali

Rincari per i principali gruppi di prodotto, diminuiscono i prezzi degli articoli di informatica

Prezzi dei beni non alimentariVariazioni % sul periodo indicato - Ordinamento decrescente per contributo all'inflazione

Italia

Settore

Non alimentare* 100% 0.3 0.2 0.6 0.5 0.7di cui:Abbigliamento 25.9% 0.3 0.1 1.1 0.8 1.3Mobili e arredamento 13.1% 0.6 0.2 1.6 1.2 1.2Autovetture e accessori 14.4% -0.1 0.4 0.2 0.7 0.7Cartoleria, libri, giornali 5.5% 0.5 0.7 1.1 1.3 1.4Casalinghi durevoli e non 7.4% 0.7 0.3 1.2 0.8 1.6Utensileria casa 2.1% 0.5 0.5 2.1 2.2 2.1Calzature 7.4% 0.3 -0.2 1.0 0.5 1.0Giochi e articoli sportivi 1.8% 0.4 0.5 0.7 0.8 1.4Profumeria e cura persona 5.5% 0.4 0.4 0.1 0.1 1.4Elettrodomestici 3.6% 0.2 0.0 -0.3 -0.6 -0.3Radio, tv, ecc. 5.5% -1.3 -1.4 -7.9 -8.0 -8.2

(*) Peso sul paniere: 24.9% - Contibuto all'inflazione nel I trimestre: 0.1%Per la Regione Lombardia gli indici sono stati aggregati utilizzando la struttura dei pesi nazionaleFonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

I t-13/ I t-12

I t-13/ I t-12

IV t-12/ IV t-11

Peso in categoria

Lombardia

I t-13/ IV t-12

I t-12/ IV t-11

Congiunturali Tendenziali

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giugno 2013 Focus congiunturali – Prezzi // 09

N°6

Inflazione più contenuta della media nazionale: la Lombardia beneficia di mercati più efficienti

troducono in apertura di ciascun anno solare e la conseguente revisione al ribasso dei prezzi degli articoli informatici già sul mercato.Tale intonazione al ribasso è condivisa anche dalla voce calzature (-0.2%), sulle quali opera una significativa componente di tipo stagionale: tra le voci dell’aggregato che mostrano una diminuzione dei prezzi al dettaglio sono infatti da annoverare i sandali da donna (-0.8%) e le scarpe sportive da uomo (-1.3%). Su base tendenziale si consolida il percorso di rallentamento in atto dallo scorso trimestre. Come già osservato nei precedenti numeri della presente Newsletter, la Lombardia beneficia di saggi di crescita più contenuti in confronto alla media nazionale. Questa tendenza è da ascrivere in buona misura alla diffusa presenza di superfici specializzate sul territorio e alla maggiore concorrenzialità che si riscontra sul mercato regionale. Divaricazioni di una qualche portata si osservano ad esempio per l’abbigliamento (+0.8% nell’ultimo anno, mezzo punto percentuale in meno rispetto alla media nazionale), i casalin-ghi (+0.8%, la metà in confronto a quello misurato per l’Italia), le calzature (+0.5% a fronte dell’1% nel resto del Paese). Sull’ultimo anno non mancano in questi settori fenomeni di diminuzione dei prezzi al dettaglio: ne sono un esempio la felpa da uomo (-1.6% tendenzia-le), la gonna (-1.1%), le scarpe da uomo (-1.8%), ma soprattutto i prodotti per l’igiene della casa (-3% di media per i detersivi), i quali stanno fortemente risentendo della competizione operata dai formati più convenienti della Grande Distribuzione (i discount). Si confermano in territorio negativo anche le dinamiche relative ai prodotti di elettronica di largo consumo: il rapido rinnovo dell’assortimento per effetto dell’avanzamento tecnologico associato all’elevato grado di pressione concorrenziale tendono a produrre sui listini di que-sto settore una costante spinta al ribasso. Gli ultimi tre mesi si sono caratterizzati per un’in-tensificazione del percorso deflativo: gli articoli informatici (telefonia, computer, apparecchi audio e video) mettono a segno una riduzione media dell’8% su base annua (dal -7.9% del trimestre precedente), mentre i prezzi dell’aggregato che include gli elettrodomestici dimi-nuiscono nell’anno dello 0.6%. A livello di singola referenza, i prodotti che meglio descrivono il calo dei prezzi sono computer portatili e tablet (rispettivamente -17% e -28% negli ultimi dodici mesi), smartphone (-8%) e Tv color (-5%).Tra i prodotti che contribuiscono a sostenere l’inflazione di settore si riscontrano sia beni durevoli ad elevato valore unitario (come gli articoli di gioielleria - +6.3% - o l’arredamento per camera da letto e soggiorno) sia prodotti a più elevata frequenza di acquisto, come gior-nali, prodotti per la manutenzione della casa e articoli di abbigliamento.Prezzi dei non alimentari: i dieci maggiori contributiVariazioni % sul periodo indicato - Ordinamento decrescente per contributo all'inflazione

Lombardia Italia

Segmenti di consumo

1 Gioielleria 2.2% 6.3 5.2 1.12 Abbigliamento intimo e calze donna 2.1% 2.1 1.8 0.33 Mobili per camera da letto 3.1% 1.4 1.2 0.24 Giornali 1.5% 2.8 2.9 -0.15 Prodotti per la manutenzione della casa 1.4% 2.5 2.6 -0.16 Indumenti per neonato 0.9% 3.6 2.6 1.07 Articoli domestici non elettrici 1.1% 2.9 2.7 0.28 Mobili per soggiorno e sala da pranzo 2.5% 1.3 1.0 0.39 Automobili nuove diesel 4.7% 0.6 0.6 0.010 Pneumatici auto 1.4% 2.0 1.3 0.7

Non alimentari* 0.5 0.7 -0.2

(*) Peso sul paniere: 24.9% - Contibuto all'inflazione nel I trimestre: 0.1%Per la Regione Lombardia gli indici sono stati aggregati utilizzando la struttura dei pesi nazionaleFonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

Peso in categoria Diff. I t-13/

I t-12I t-13/ I t-12

Si accentua la deflazione dei prodotti informatici e tecnologici

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N°6

giugno 2013 Focus congiunturali – Prezzi // 010

I prezzi degli energetici in Lombar-dia (carburanti, energia elettrica e gas naturale) sono rimasti sostan-zialmente stabili nel I trimestre 2013. Su base tendenziale per la prima volta da un anno e mezzo l’infla-zione energetica, in brusco rientro, abbandona la doppia cifra: il saggio di variazione annua modera nel pe-riodo gennaio-marzo 2013 al 5%, poco meno di mezzo punto percen-tuale in più rispetto al dato Italia. Come da attese, gli scostamenti Lombardia-Italia risultano contenuti se messi a rapporto con la dimensione delle variazioni: le ragioni di questa evidenza sono da ricercare nell’assetto oligopolistico del mercato a valle dei prodotti energetici e dalla regolazione delle tariffe energetiche che opera indistintamen-te su tutto il territorio nazionale.La sostanziale stabilità osservata nel trimestre è tuttavia la sintesi di due andamenti di segno ed intensità divergente: su base congiunturale rincarano le tariffe energetiche, revisionate dall’autorità di settore (AEEG) per il trimestre gennaio-marzo 2013 e complessivamente in aumento di 8 decimi di punto percentuale. Analizzando il dettaglio delle voci che compongono il paniere in esame, si evince come i corrispettivi di energia elettrica e gas naturale praticati alle famiglie mostrino a loro volta andamenti divergenti: il costo del kilowattora diminuisce rispetto al trimestre precedente dello 0.8%, mentre quello del metro cubo di gas naturale con riferimento allo stesso periodo rincara dell’1.7%.Sulla riduzione del corrispettivo al dettaglio dell’energia elettrica pesa in buona misura la ri-duzione della componente tariffaria a copertura degli oneri di approvvigionamento (-3.6%), per effetto dei significativi ribassi del prezzo all’ingrosso scambiato sulla Borsa elettrica a partire dallo scorso autunno. Tale variazione è stata in parte neutralizzata da un aumento dello 0.5% imputabile all’aggiornamento annuale delle tariffe di rete (attività di trasporto e distribuzione) e da un incremento dell’1.7% per l’adeguamento degli oneri generali. In particolare, la componente A3, con la quale si finanziano gli incentivi alle fonti rinnovabili, è aumentata del 5% rispetto al trimestre precedente per far fronte alle minori attese di gettito, in ragione della prevista attivazione delle agevolazioni a favore delle popolazioni colpite dal terremoto nel maggio 2012 in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto.

Energetici

Inflazione dell'energia dimezzata in pochi mesi

Energetici

-16

-8

0

8

16

I t10 II t10 III t10 IV t10 I t11 II t11 III t11 IV t11 I t12 II t12 III t12 IV t12 I t13

Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

-4

-2

0

2

4

Differenziale (scala ds.) Lombardia ITALIA

Variazioni % tendenziali

Prezzi degli energeticiVariazioni % sul periodo indicato - Ordinamento decrescente per contributo all'inflazione

Italia

Settore

Energetici* 100% 6.1 0.1 11.2 5.0 4.6di cui:Tariffe energetiche 45.3% 3.1 0.7 11.1 8.6 8.0Prodotti energetici 54.7% 8.2 -0.3 11.0 2.3 2.1

(*) Peso sul paniere: 9.5% - Contibuto all'inflazione nel I trimestre: 0.5%Per la Regione Lombardia gli indici sono stati aggregati utilizzando la struttura dei pesi nazionaleFonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

I t-13/ I t-12

I t-13/ I t-12

I t-13/ IV t-12

I t-12/ IV t-11

IV t-12/ IV t-11

Peso in categoria

LombardiaCongiunturali Tendenziali

Tariffe energetiche verso l'alto a causa del gas naturale

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giugno 2013 Focus congiunturali – Prezzi // 011

N°6

Dagli oneri infrastruttuali l'aumento del costo del metro cubo di gas naturale

Diminuiscono lievemente i prezzi alla pompa dei carburanti

Nel complesso la discesa delle condizioni economiche valide sul mercato di maggior tutela vale per una famiglia media, accreditata di un consumo di 2700 chilowattora all’anno, un risparmio di circa 10 euro spalmato sui dodici mesi. Per quel che concerne il gas naturale, l’incremento dell’1.7% è determinato dall’aumento dell’1.4% relativo all’aggiornamento delle tariffe di distribuzione, misura, trasporto e stoc-caggio e dalla revisione al rialzo di circa mezzo punto percentuale per il dimensionamento degli oneri generali. Coerentemente con le evidenze più recenti che si osservano sul mercato dell’energia elettrica, tali adeguamenti sono stati in parte controbilanciati dalla riduzione della componente materia prima, che è diminuita dello 0.2% rispetto al quarto trimestre 2012 come conseguenza della stabilità delle quotazioni dei prodotti petroliferi sui mercati internazionali. Nel complesso su base annua la dinamica del comparto energetico risulta in forte rientro, benché le tensioni che si sono scaricate nel corso dell’ultimo anno e mezzo sulla vendita al dettaglio non siano ancora definitivamente riassorbite: il tasso di variazione tendenziale è pari all’8.6% per l’aggregato delle tariffe energetiche (lo 0.6% in più rispetto alla media na-zionale), che si declina in un incremento dell’11% per il corrispettivo dell’energia elettrica e del 7.3% per quello del gas naturale.Prezzi in marginale flessione nel trimestre (-0.3%) per i carburanti, trainati dalla flessione congiunturale del gasolio per autotrazione (-0.7%). L’elemento più significativo è certamen-te dato dall’arretramento della dinamica inflativa relativa ai carburanti, che dall’11% del IV trimestre 2012 passa al 2.3% di inizio 2013 (a fronte del 2.1% in media nazionale). La caduta dei tassi di variazione tendenziale in pochi mesi (la benzina verde ha ceduto dall’11.6% al 3.1%, il gasolio per autotrazione dal 12.9% all’1%) è riconducibile ad un effetto statistico fa-vorevole legato all’introduzione di un’addizionale sull’accisa erariale in dieci Regioni italiane scattata lo scorso 1° gennaio 2012. Come si evince dall’entità del saggio di crescita congiunturale misurato nel periodo gennaio-marzo 2012 (+8.2%), cinque Regioni erano intervenute all’inizio dello scorso anno per ade-guare il carico fiscale sui consumi di carburanti. Si trattava nello specifico di Toscana (+5 cen-tesimi di euro/litro), Liguria (+5 centesimi), Umbria (+4 centesimi), Lazio (+2.6 centesimi) e Marche (+2 centesimi). La Lombardia, così come altre nove Regioni italiane, non ha sino ad oggi previsto alcuna addizionale.A livello di dettaglio tra i segmenti di consumo che contribuiscono a sostenere la dinamica tendenziale del comparto energetico si segnalano l’energia elettrica (+11%), il gas di città e gas naturale (+7.3%) e la benzina verde (+3.1%). Nonostante gli andamenti più recenti, ancora oggi sui bilanci delle famiglie lombarde gravano dunque rincari rispetto allo scorso anno di entità non secondaria.

Prezzi degli energetici: i cinque maggiori contributiVariazioni % sul periodo indicato - Ordinamento decrescente per contributo all'inflazione

Lombardia Italia

1 Energia elettrica 18.1% 11.0 9.5 1.52 Gas di città e gas naturale 27.2% 7.3 7.3 0.03 Benzina 20.2% 3.1 2.4 0.74 Altri carburanti 5.7% 8.1 8.1 0.05 Gasolio per mezzi di trasporto 20.6% 1.0 0.9 0.1

Energetici* 5.0 4.6 0.4

(*) Peso sul paniere: 9.5% - Contibuto all'inflazione nel I trimestre: 0.5%Per la Regione Lombardia gli indici sono stati aggregati utilizzando la struttura dei pesi nazionaleFonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

Peso in categoria

Segmenti di consumo Diff . I t-13/ I t-12

I t-13/ I t-12

In Lombardia nessuna maggiorazione fiscale sul prezzo della benzina

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N°6

giugno 2013 Focus congiunturali – Prezzi // 012

Nel I trimestre 2013 i prezzi dei servizi privati in Lombardia de-scrivono una crescita di entità non secondaria (+0.3%), con l’inflazio-ne di settore che accelera all’1.9% tendenziale dall’1.4% del trime-stre precedente. Il percorso di accelerazione, che si pone in discontinuità rispetto a quanto rilevato nel corso di tutto il 2012, risulta più accentuato a con-fronto con la media Italia: per la prima volta da svariati trimestri la variazione lombarda è più elevata di quella nazionale, con uno scarto pari allo 0.2%.Il contributo dei servizi all’aumento dell’indice generale dei prezzi al consumo per la Lom-bardia è pari nel I trimestre allo 0.6%, in aumento rispetto al trimestre precedente.Concentrando l’analisi sul dettaglio dei gruppi merceologici, è possibile constatare come gli andamenti nel comparto non siano solidali: variazioni congiunturali di segno positivo hanno riguardato in prima battuta i servizi ricettivi e di ristorazione (+0.3% in confronto al IV trimestre 2012). Gli effetti distensivi riconducibili ad una componente tipicamente stagionale (nonostante le festività pasquali nel mese di marzo, la principale voce dell’ag-gregato, quella relativa al prezzo della camera di albergo, ha ceduto quasi il 2% congiun-turale rispetto al periodo natalizio, a segnalare il perdurare delle difficoltà del settore tu-ristico a recuperare i volumi perduti a causa della crisi) sono stati neutralizzati dai rincari che hanno colpito i prezzi dei pubblici esercizi. Gli aumenti dei costi di approvvigionamento dei prodotti alimentari sono stati integral-mente riversati sui prezzi al consumo dei principali servizi di ristorazione: il pasto al ri-storante e quello in pizzeria hanno messo a segno incrementi di ordine superiore al mezzo punto percentuale, alcune consumazioni al bar hanno marcato adeguamenti anche supe-riori (+1.1% per l’aperitivo). Segno positivo anche per i servizi finanziari (+0.8% congiunturale): nonostante una dimi-nuzione delle tariffe dell’Rc auto (la tendenza osservata nell’aggiornamento delle polizze è legata al calo dei numeri dei sinistri, determinato da un minore ricorso agli spostamenti in auto da parte delle famiglie), sull’andamento in questione incidono in misura prevalente

Servizi privati

Aumentano i prezzi dei servizi privati, effetto stagionalità invertito

Servizi di alloggio e ristorazione in aumento nel trimestre

Servizi privati

-1

0

1

2

3

4

I t10 II t10 III t10 IV t10 I t11 II t11 III t11 IV t11 I t12 II t12 III t12 IV t12 I t13

Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

-1.0

-0.5

0.0

0.5

1.0

1.5

Differenziale (scala ds.) Lombardia ITALIA

Variazioni % tendenziali

Prezzi dei Servizi privatiVariazioni % sul periodo indicato - Ordinamento decrescente per contributo all'inflazione

Italia

Settore

Servizi* 100% -0.1 0.3 1.4 1.9 1.7di cui:Alberghi e pubb. esercizi 34.8% -0.8 0.3 0.9 2.0 1.7Di trasporto 13.7% 0.1 -0.2 3.4 3.0 3.1Finanziari ed altri 10.3% -1.7 0.8 0.5 3.1 2.8Sanitari 16.6% 0.4 0.6 1.2 1.4 1.2Per la casa 9.4% 1.6 1.1 2.2 1.8 1.8Personali e ricreativi 15.1% 0.4 -0.8 1.0 -0.2 -0.3

(*) Peso sul paniere: 33.7% - Contibuto all'inflazione nel I trimestre: 0.6%Per la Regione Lombardia gli indici sono stati aggregati utilizzando la struttura dei pesi nazionaliFonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

Lombardia

I t-13/ I t-12

I t-13/ I t-12

IV t-12/ IV t-11

Congiunturali TendenzialiI t-12/ IV t-11

Peso in categoria

I t-13/ IV t-12

Page 13: Focus congiunturali I Prezzi Al Consumo In Lombardia FocusCongiunturali20… · giugno N6 giugno 2013 Focus congiunturali – Prezzi // 01 ... dal 2.1% del IV trimestre 2012. - La

giugno 2013 Focus congiunturali – Prezzi // 013

N°6

le novità scattate lo scorso 1° gennaio sulla tassazione del risparmio. Le misure, introdotte nel decreto Salva Italia in una fase di consolidamento dei conti pubblici, riguardano tutti gli strumenti finanziari (titoli, fondi, gestioni) sui quali dall’inizio del nuovo anno si applica un prelievo con aliquota pari all’1.5% (era pari all’1% nel 2012). Dallo scorso marzo, inol-tre, è entrata in vigore la cosiddetta “Tobin Tax”, ovvero la tassa sulle transazioni finanzia-rie prevista dalla Legge di stabilità 2013. L’imposta, pari allo 0.12% sul controvalore dello strumento, si applica ai trasferimenti di titoli e ai prodotti finanziari emessi da società sul territorio italiano. Oggetto di rincari di una certa intensità sono anche i servizi domestici (+1.1% congiun-turale di media per l’aggregato), guidati dagli aumenti che hanno colpito le prestazioni di manutenzione ordinaria (+0.7% per l’idraulico e per il controllo della caldaia, +0.6% per l’elettricista) ed i servizi di pulizia della casa e di lavanderia a cura del collaboratore dome-stico (+1.6% nel trimestre). In controtendenza rispetto alle evidenze descritte si collocano due categorie: i servizi di trasporto, che si trovano a beneficiare sia della stabilità dei prezzi dei carburanti sia di un effetto stagionale che ha prodotto un ridimensionamento dei prezzi dei voli aerei nazionali e dei collegamenti marittimi, hanno ceduto lo 0.2% rispetto al IV trimestre 2012. Sulla stessa traiettoria si posizionano anche i servizi alla persona e di ricreazione (-0.8%), alla cui discesa contribuiscono in misura prevalente i servizi di telefonia mobile (-5.5% con-giunturale) e quelli di collegamento ad internet su rete mobile (-2.6%): in questo settore l’ingresso sul mercato di nuovi operatori ha determinato una crescente pressione promo-zionale che tende a favorire la spesa delle famiglie.Su base tendenziale i servizi sono oggetto di rincari importanti: oltre la media del settore (e sostanzialmente oltre la media nazionale) si collocano i prezzi di alberghi e ristoranti (rincari al 2% nell’ultimo anno, con una distanza Lombardia-Italia che si cifra allo 0.3%), quelli di trasporto (+3%) e quelli finanziari (che dallo 0.5% del IV trimestre 2012 acce-lerano in misura sensibile al 3.1% del trimestre gennaio-marzo, 3 decimi in più del dato riferito all’Italia).L’analisi dei contributi dei segmenti di consumo all’inflazione di settore permette di iden-tificare i maggiori fermenti sul territorio lombardo: si passa dal prezzo del volo aereo con-tinentale alle spese bancarie e finanziarie, dalla riparazione auto al pasto al ristorante e in pizzeria, dalle assicurazioni sulle auto ai servizi domestici di pulizia.

I maggiori contributi: voli aerei, spese bancarie e finanziarie

Prezzi dei servizi privati: i dieci maggiori contributiVariazioni % sul periodo indicato - Ordinamento decrescente per contributo all'inflazione

Lombardia Italia

Segmenti di consumo

1 Voli europei 1.3% 19.2 19.2 0.02 Spese bancarie e finanziarie 3.4% 5.0 5.0 0.03 Riparazione auto 8.1% 2.1 2.2 -0.14 Pasto al ristorante 7.0% 2.3 1.6 0.75 Pasto in pizzeria 5.4% 2.2 2.0 0.26 Alberghi e motel 6.9% 1.3 0.0 1.3

7 Servizi domestici di pulizia e lavanderia di personale retribuito

4.6% 1.7 2.2 -0.5

8 Assicurazioni sui mezzi di trasporto 3.4% 2.2 2.3 -0.19 Caffetteria al bar 3.1% 1.8 1.9 -0.110 Servizi ospedalieri 4.8% 1.1 1.0 0.1

Servizi* 1.9 1.7 0.2

(*) Peso sul paniere: 33.7% - Contibuto all'inflazione nel I trimestre: 0.6%Per la Regione Lombardia gli indici sono stati aggregati utilizzando la struttura dei pesi nazionaliFonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

Peso in categoria Diff. I t-13/

I t-12I t-13/ I t-12

Le misure previste dal Salva Italia e la Tobin Tax sollecitano i servizi finanziari

Si attenuano le tensioni inflattive sui servizi di trasporto

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N°6

giugno 2013 Focus congiunturali – Prezzi // 014

Rincarano di mezzo punto percen-tuale i prezzi amministrati in Lom-bardia nel I trimestre 2013. Dopo il significativo ridimensionamen-to rilevato negli ultimi mesi del 2012, l’inflazione tariffaria torna ad accelerare, portandosi all’1.7%. L’orientamento al rialzo è condivi-so anche sul territorio nazionale, nonostante il saggio di variazione tendenziale relativo all’intero Pa-ese sia lievemente più marcato di quello lombardo (+1.9%). La tendenza alla progressione esi-bita nel I trimestre dell’anno è per buona parte riconducibile all’andamento delle tariffe pubbliche a controllo centralizzato, che complessivamente guadagnano lo 0.7% in con-fronto al IV trimestre 2012 (variazione nulla, per contro, su base annua): come è tipico dell’avvio di ogni anno solare, infatti, alcune amministrazioni sono intervenute per defini-re i livelli tariffari in vigore nel 2013. Nello specifico, i ritocchi in aumento hanno colpito in misura più accentuata le tariffe po-stali (+10% sia su base congiunturale che tendenziale): come approvato dall’Autorità Ga-rante delle Comunicazioni nella delibera n. 640/12 che ha ratificato le variazioni tariffarie proposte da Poste Italiane, il costo della spedizione della corrispondenza di base entro i confini nazionali è passato da 60 a 70 centesimi di euro (+17%), mentre per un invio con servizio di raccomandata l’incremento è pari a 30 centesimi di euro (da 3,30 a 3,60 euro, +9%).Un’altra voce oggetto di adegua-menti importati è quella relativa ai pedaggi autostradali (+3.1% su base trimestrale): secondo quan-to stabilito dal decreto emanato a fine dicembre dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e da quello dell’Economia e Finanze, la variazione media per la rete autostradale nazionale (pari al 2.91%) è tale da assicurare l’effettiva realizzazione degli investimenti posti a carico di ciascuna società con-cessionaria e garantire il mantenimento dell’infrastruttura in condizioni di efficienza e di sicurezza per gli utenti. Gli incrementi sono tuttavia differenziati sul territorio e possono assumere dimensioni significativamente più consistenti rispetto al tasso medio: gli ade-guamenti più elevati misurati sul territorio nazionale riguardano ad esempio il Raccordo autostradale della Valle d’Aosta (+14.4%), il Passante di Mestre (+13.6%), la Strada dei Parchi (+7.5%) e la Asti-Cuneo (+7.2%). Per la Regione Lombardia sono state oggetto di ritocchi verso l’alto alcune tratte della autostrada Milano-Torino (+13.2%). Superiore all’1% congiunturale anche l’aumento che ha interessato il canone Tv: l’esborso per la tassa annuale sul possesso dell’apparecchio televisivo ha raggiunto nel 2013 un im-porto di 113,50 euro, con un aggravio di costo nella misura di 1,50 euro rispetto al 2012. Nella stessa direzione si muovono anche i prezzi dei collegamenti ferroviari a lunga per-correnza (+1.3% congiunturale). La variazione misurata è dato dall’effetto composito di spinte di segno divergente nel corso del trimestre: da una parte all’andamento in questio-

Tariffe pubbliche

Rincarano le tariffe pubbliche in Lombardia. Inflazione tariffaria lombarda più moderata dell'Italia

Tariffe pubbliche

-1

0

1

2

3

4

I t10 II t10 III t10 IV t10 I t11 II t11 III t11 IV t11 I t12 II t12 III t12 IV t12 I t13

Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

-1.5

-1.0

-0.5

0.0

0.5

1.0

Differenziale (scala ds.) Lombardia ITALIA

Variazioni % tendenziali

Tariffe a controllo nazionale in forte aumento nel trimestre

Prezzi amministrati e tariffe pubblicheVariazioni % sul periodo indicato - Ordinamento decrescente per contributo all'inflazione

Italia

Settore

Tariffe* 100% 0.2 0.5 1.4 1.7 1.9di cui:a controllo locale 36.2% 0.4 0.2 4.3 4.1 4.5a controllo nazionale 63.8% 0.0 0.7 -0.6 0.0 -0.1

(*) Peso sul paniere: 9.3% - Contibuto all'inflazione nel I trimestre: 0.2%Per la Regione Lombardia gli indici sono stati aggregati utilizzando la struttura dei pesi nazionaliFonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

I t-13/ I t-12

I t-13/ I t-12

IV t-12/ IV t-11

Congiunturali TendenzialiI t-13/ IV t-12

I t-12/ IV t-11

Lombardia

Peso in categoria

Dal 1° gennaio in vigore il nuovo tariffario autostradale

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giugno 2013 Focus congiunturali – Prezzi // 015

N°6

ne hanno giovato una componente stagionale (a gennaio la domanda di mobilità si carat-terizza tradizionalmente per una flessione dei volumi, dopo il picco di flussi turistici che si registra a dicembre in corrispondenza delle festività natalizie) e l’intensificazione della pressione promozionale a cavallo delle festività Pasquali (l’operatore pubblico ha stimato nell’ordine del milione e mezzo il numero di passeggeri in viaggio nell’ultimo fine settima-na del mese di marzo). Nel contempo, il concorrente privato NTV ha lanciato una nuova campagna commerciale, con un ampliamento dell’offerta Economy (il costo della tratta Milano-Roma in ambiente Smart è sceso sino a 55 euro dai precedenti 61) ed un extra risparmio del 5% per gli acquisti combinati di viaggi andata e ritorno. Tali riduzioni sono state tuttavia neutralizzate dal forte recupero dei listini nel corso del mese centrale del trimestre. Nel complesso i trasporti ferroviari si confermano in deflazione: rispetto a do-dici mesi or sono, i prezzi dei treni a lunga percorrenza risultano più economici dell’1.6%.In lieve aumento anche i prezzi dei medicinali (+0.3% congiunturale nel trimestre): il 1° gennaio è infatti entrato in vigore il nuovo sistema di remunerazione da riconoscere a far-macie e grossisti che prevede una maggiorazione pari a 10 centesimi di euro per i farmaci generici o a brevetto scaduto più una quota proporzionale fissata nel 3.3% da calcolare sul prezzo al pubblico di ogni singola confezione di farmaci. Nonostante i recenti aumenti sul prezzo al pubblico, i farmaci si confermano in territorio negativo: rispetto ad un anno fa, il costo dei medicinali a carico delle famiglie è diminuito di oltre il 2%. Adeguamenti nel trimestre di dimensione marginale (+0.2%) per i corrispettivi dei ser-vizi pubblici locali. Su base annua, tuttavia, le tariffe di competenza degli enti territoria-li si confermano oggetto di rincari di prim’ordine (+4.1% tendenziale), nonostante ritmi di crescita più contenuti in confronto alla media nazionale (+4.5%). Ferme nel periodo gennaio-marzo le principali voci del comparto (tariffe dei rifiuti solidi urbani, dell’acqua potabile e dei trasporti), mentre marcano rincari di una qualche portata i musei (+1.5%) e gli asili nido (+1.6%). Benchè invariati nel trimestre in esame, le tariffe dell’acqua potabile e dei rifiuti urbani in Regione Lombardia mostrano saggi di variazione tendenziale particolarmente pronun-ciati, pari rispettivamente al 9.5% ed al 6% negli ultimi dodici mesi. Ordinando le voci del comparto tariffario per contributo all’inflazione, i corrispettivi del servizio idrico e di igiene urbana occupano le prime due posizioni della graduatoria: la velocità di marcia misurata sul territorio regionale è inoltre più elevata rispetto al dato nazionale, con uno scarto che si attesta rispettivamente al 2.2% ed all’1.2%.

Concorrenza e pressione promozionale rendono più economici i biglietti dei treni

Prezzi amministrati e tariffe: i dieci maggiori contributiVariazioni % sul periodo indicato - Ordinamento decrescente per contributo all'inflazione

Lombardia Italia

1 Raccolta rifiuti 8.3% 6.0 4.8 1.22 Fornitura acqua 4.1% 9.5 7.3 2.23 Pedaggi e parchimetri 8.9% 3.1 3.2 -0.14 Analisi mediche e esami radiografici 10.3% 2.5 1.0 1.55 Trasporto multimodale passeggeri 5.1% 4.6 7.7 -3.16 Canone radio e tv, abbonamenti 6.6% 3.5 3.5 0.07 Istruzione universitaria 5.0% 3.8 3.8 0.08 Servizi di telefonia fissa 5.1% 2.6 2.6 0.09 Trasporto extraurbano passeggeri 2.9% 3.9 3.9 0.010 Istruzione secondaria superiore 2.0% 5.0 2.3 2.7

Tariffe* 1.7 1.9 -0.2

(*) Peso sul paniere: 9.3% - Contibuto all'inflazione nel I trimestre: 0.2%Per la Regione Lombardia gli indici sono stati aggregati utilizzando la struttura dei pesi nazionaliFonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

Peso in categoria

Segmenti di consumo Diff. I t-13/ I t-12

I t-13/ I t-12

Forti rincari nell'ultimo anno per rifiuti e idrico (più che in Italia)

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Maggiori variazioni e scostamenti

Nella presente Scheda si propongono due ulteriori chiavi di lettura per l’analisi del feno-meno inflazionistico su base regionale: la prima Tavola riporta i cinque segmenti di con-sumo che mostrano le maggiori e minori variazioni tendenziali calcolate sul paniere della Lombardia mentre la seconda sintetizza i cinque segmenti di consumo che si caratterizza-no per i maggiori ed i minori scostamenti positivi e negativi nella variazione tendenziale rispetto a quanto si rileva per il paniere nazionale.

Top e Bottom 5 delle variazioni sul paniere Variazioni % sul periodo indicato

Lombardia* ItaliaSettore

TOP1 Pere Alimentari 23.5 19.5 4.02 Voli europei Servizi 19.2 19.2 0.03 Altri tabacchi Tabacchi 18.2 18.3 -0.14 Cavoli Alimentari 14.0 12.1 1.95 Altra frutta con nocciolo Alimentari 13.8 7.3 6.5

BOTTOM1 Apparecchi per la telefonia mobile Non alimentari -6.6 -6.6 0.02 Macchine fotografiche e videocamere Non alimentari -8.3 -8.3 0.03 Giochi elettronici Non alimentari -9.5 -10.0 0.54 Supporti per la registrazione Non alimentari -13.3 -9.1 -4.25 Computer portatile, palmare e tablet Non alimentari -17.6 -17.6 0.0

(*) Per la Regione Lombardia gli indici sono stati aggregati utilizzando la struttura dei pesi nazionali Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

Diff.I t-13/ I t-12

I t-13/ I t-12

Segmenti di consumo

Top e Bottom 5 degli scostamenti Variazioni % sul periodo indicato

Lombardia* ItaliaSettore

TOP1 Frutta con nocciolo Alimentari 13.8 7.3 6.52 Altri servizi ricreativi Alimentari 6.5 2.0 4.53 Pere Alimentari 23.5 19.5 3.94 Vegetali coltivati per frutti Alimentari 11.1 7.3 3.85 Vegetali a foglia e stelo Alimentari 12.9 9.9 3.0

BOTTOM1 Patatine fritte Alimentari -1.3 2.2 -3.52 Prodotti di bellezza Non alimentari -2.7 1.0 -3.73 Supporti per la registrazione Non alimentari -13.3 -9.1 -4.24 Certificati e altri documenti amministrativi Tariffe 1.7 8.3 -6.65 Manifestazioni sportive Servizi -6.3 5.1 -11.4

(*) Per la Regione Lombardia gli indici sono stati aggregati utilizzando la struttura dei pesi nazionaliFonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

Diff. I t-13/ I t-12

I t-13/ I t-12

Segmenti di consumo

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L’impianto metodologico mira a valorizzare tutta l’informazione disponibile in materia di prezzi al consumo nella regione Lombardia. A questo fine sono stati acquisiti presso l’Isti-tuto Nazionale di Statistica (ISTAT) i numeri indici dei prezzi al consumo riferiti alla geo-grafia di interesse con il massimo dettaglio attualmente diffondibile. Si tratta dei numeri indici dei prezzi al consumo riferiti ai diversi livelli di aggregazione.Il patrimonio informativo territoriale complessivamente disponibile è relativo a:

- numeri indici riferiti a circa 300 posizioni rappresentative (rispetto alle oltre 500 com-plessive del paniere) per gli anni 2008, 2009 e 2010 e ai livelli di aggregazione superiori (voci di prodotto, gruppi, categorie, capitoli di spesa), espressi in base di riferimento (1998=100);

- numeri indici riferiti alle posizioni rappresentative del paniere per gli anni 2011, 2012, 2013 e ai livelli di aggregazione superiori (segmenti di consumo, sottoclassi, classi, grup-pi e divisioni), espressi in base di riferimento (2010=100);

- numeri indici provinciali riferiti alle 12 divisioni di prodotto/capitoli di spesa e all’indice generale dei prezzi al consumo (al netto e al lordo dei tabacchi) per gli anni 2008-2013;

- struttura dei pesi regionali riferita alle 12 divisioni di spesa.

Una griglia analitica per mercati di formazione del prezzo

A partire da questa base informativa è stato impostato un esercizio di riclassificazione delle posizioni rappresentative secondo la gerarchia sviluppata da REF Ricerche e Union-camere-INDIS nell’ambito dell’Osservatorio “Prezzi e mercati”. La riclassificazione segue una logica per “mercati di formazione del prezzo” e si articola in sette settori:

- alimentare e bevande; - non alimentare; - energia; - servizi; - tariffe; - affitti; - tabacchi.

Ciascun settore si articola in due o più raggruppamenti merceologici o sotto-settori.

Anno 2010

12

38

109

204

521

Capitoli di spesa

Categorie di prodotto

Gruppi di prodotto

Voci di prodotto

Posizioni rappresentative

Anno 2011

Divisioni di prodotto12

43

102

233

322

Gruppi di prodotto

Classi di prodotto

Sottoclassi di prodotto

Segmenti di consumo

591 Posizioni rappresentative

Nota metodologica

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La struttura di ponderazione utilizzata per l’aggregazione degli indici elementari è quel-la dell’Indice dei prezzi al consumo per l’Intera Collettività Nazionale (NIC). In un’ottica di benchmarking questa procedura consente di sterilizzare le differenze nell’andamento degli aggregati associato alle diverse abitudini di consumo e di sintetizzare il solo segnale originato dalle differenti dinamiche di prezzo. I numeri indici sintetici così ottenuti offrono una misurazione della dinamica tendenziale riferita a ciascun settore e raggruppamento merceologico per la Regione Lombardia. Un dato che può essere raffrontato con la corrispondente misurazione riferita al complesso del territorio nazionale. L’obiettivo è isolare le peculiarità del processo inflazionistico lombardo dagli andamenti comuni a tutto il territorio nazionale. Solo i primi possono essere messi in relazione con il tessuto produttivo e distributivo locale; i secondi, invece, hanno con ogni probabilità una comune radice macro-economica nell’andamento delle materie prime, del costo del lavoro, della produttività, dei profitti e delle imposte indirette.

La diffusione dei dati

In linea con il disciplinare di diffusione adottato in sede ISTAT il massimo livello di detta-glio con il quale le informazioni possono essere utilizzate a fini di comunicazione esterna è quello dei 322 Segmenti di consumo, cioè un livello superiore rispetto al livello più ele-mentare con cui le informazioni sono state acquisite. L’operazione di lettura e analisi è stata di conseguenza coerentemente uniformata. A tal fine si è dunque reso necessario un raccordo tra i 322 Segmenti di consumo (massimo livello di diffusione dei dati) e le 591 Posizioni rappresentative. Il raccordo è risultato in linea di massima agevole e ha prodotto risultati soddisfacenti giacché la gran parte delle posizioni rappresentative soggiacenti ad un medesimo segmento di consumo ricade nel medesimo settore e gruppo secondo la griglia analitica assestata. In tutti i casi in cui l’al-locazione non è risultata univoca il criterio adottato è stato quello della prevalenza, dove a prevalere è la posizione rappresentativa caratterizzata dal peso più elevato tra quelle afferenti ad un medesimo segmento di consumo.

Isolare le differenze di prezzo

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Beni alimentari: comprendono oltre ai generi alimentari le bevande alcoliche e quelle analcoliche. Si definiscono lavorati i beni alimentari destinati al consumo finale che sono il risultato di un processo di trasformazione industriale (come i prodotti confezionati, i latti-cini, gli insaccati, i prodotti surgelati, le carni macellate). Si dicono freschi i beni alimentari non trattati (pesce fresco, frutta e verdura fresca). Beni energetici: complesso di beni i cui prezzi risentono direttamente dell’andamento delle quotazioni del petrolio e delle altre materie prime energetiche. Comprendono i beni energetici regolati (tariffe dell’energia elettrica e del gas di rete per uso domestico) e i beni energetici non regolati (carburanti per autotrazione, combustibili per riscaldamento e lubrificanti).

Beni industriali: includono tutti i beni destinati al consumo al netto dei Beni alimentari e Energetici.

COICOP: Classificazione dei consumi individuali secondo l’utilizzo finale.

Contributo all’inflazione: indicatore che misura l’incidenza delle variazioni di prezzo dei singoli raggruppamenti merceologici sull’aumento o la diminuzione dell’indice aggregato.

Effetto base: effetto statistico corrispondente all’influenza esercitata sul tasso tendenzia-le di un certo periodo da una variazione “anomala” dei prezzi registrata nello stesso perio-do dell’anno precedente.

Inflazione di fondo: esclude le componenti più volatili del paniere. E’ calcolata escluden-do dall’indice generale i beni alimentari freschi e gli energetici.

IPCA: indice armonizzato dei prezzi al consumo per i Paesi dell’Unione Europea. È utilizza-to per il confronto dell’inflazione nei principali Paesi europei.

NIC: indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale.

Raggruppamento merceologico – Sotto-settore: insieme di voci di consumo (beni e ser-vizi) appartenenti ad un medesimo mercato di formazione del prezzo.

Segmento di consumo: è il basso livello di dettaglio con il quale le informazioni possono essere diffuse.

Servizi privati: comprende tutte le tipologie di prestazione a domanda individuale (servi-zi di trasporto, servizi di ristorazione, servizi sanitari, servizi di ricreazione, servizi finan-ziari, servizi per la casa).

Settore: è il più alto livello di dettaglio nella griglia analitica adottata da REF-Ricerche e Unioncamere-INDIS.

Tariffe pubbliche: include il complesso dei corrispettivi amministrati dall’operatore pub-blico. Si distinguono in tariffe a controllo nazionale, stabilite da un soggetto facente capo ad una amministrazione centrale (Ministero, Autorità, Agenzia), e tariffe a controllo locale, la cui determinazione compete ad un ente territoriale (Regione, Provincia e Comune).

Variazione (tasso) congiunturale: variazione rispetto al periodo precedente.

Variazione (tasso) tendenziale: variazione rispetto allo stesso periodo dell’anno prece-dente.

Glossario