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Avvallato - ahimè - anche dalle figure professionali che, per studi e vocazio- ne, dovrebbero invece mandare segnali opposti, diventa sempre più fre- quente la rimozione pre- ventiva di alberi. È una vera e propria emergenza questa; un virus dendrofobo sembra diffondersi a tutti i livelli, senza distinzioni di li- vello sociale, culturale ed economico. Colpisce e contagia tutti: “daglidunque all’albero killer, pericoloso, troppo alto, inclinato, con funghi, vicino agli edifici e alle strade... ogni timore o supposto difetto sembra- no essere buoni per segare... Troppi alberi vengono ri- mossi con leggerezza nel nome presunto e invoca- to della sicurezza o del rischio. Si fa leva su ti- mori ancestrali che vedo- no sempre la natura co- me qualcosa di nemica o fastidiosa. Avvallata da perizie, spesso arzigo- golate, prolisse ed ovvie, ma spes- so parimenti prive del benché mi- nimo riscontro scientifico, si arriva sempre alla medesima soluzione finale: abbattere perché “non si sa mai”, perché “se dovesse cade- re...”, ed è proprio quel se, quel non si sa mai a infondere panico e non certezze. Troppo comodo e facile, diciamo noi, farsi pagare per non prendere mai una re- sponsabilità; perché quando si rimuove un albero, chi lo ha prescrit- to non sbaglierà mai. Oggi la regola prima sembra essere quella di pararsi il fondoschiena, possibilmente pagati, per un’assunzione di re- sponsabilità che però non viene mai presa. Orbene se questo può essere compreso - ma non giustificato - nel comune sentire dell’am- ministratore pubblico, del politico di turno - che per una consolidata itali- ca legge raramente si espone - e anche del pro- prietario privato dell’al- bero, non è tollerabile e giustificabile nei troppi tecnici agronomi o equi- pollenti tali che firmano relazioni di condanna ben sapendo che lo fanno per attaccare l’asi- no al carretto dove vuole chi li paga oppure pilate- scamente se ne lavano le mani con perizie sibilline, che dicono tutto e il contrario di tutto, consapevoli di cavalcare imperanti e atavici timori. Novelli untori di paure e di oscu- rantismo!! 1 MARZO 2020 - NUMERO 123 SPED. IN ABB. POSTALE 70% FILIALE DI VARESE PRIMAVERA 2020 123 Primavera non bussa /... lei entra sicura... (F. De André)

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Avvallato - ahimè - anchedalle figure professionaliche, per studi e vocazio-ne, do vrebbero invecemandare segnali opposti,diventa sempre più fre-quente la rimozione pre-ventiva di alberi.È una vera e propriaemergenza questa; unvirus dendrofobo sembradiffondersi a tutti i livelli,senza distinzioni di li -vello sociale, culturaleed economico. Colpiscee contagia tutti: “dagli”dunque all’albero killer,pericoloso, troppo alto,in clinato, con funghi,vicino agli edifici e allestrade... ogni ti more osup posto difetto sembra-no es sere buoni persegare...Troppi alberi vengono ri -mossi con leggerezza nelnome presunto e in vo ca -to della sicurezza o delrischio. Si fa leva su ti -mori ancestrali che ve do -no sempre la natura co -me qualcosa di nemica ofastidiosa.Avvallata da perizie, spesso arzigo-golate, prolisse ed ovvie, ma spes-so parimenti prive del benché mi -nimo riscontro scientifico, si arrivasempre alla medesima soluzione

finale: abbattere perché “non si samai”, perché “se dovesse cade-re...”, ed è proprio quel se, quelnon si sa mai a infondere panico enon certezze.Troppo comodo e facile, dicia mo

noi, farsi pagare per nonprendere mai una re -sponsabilità; perchéquan do si rimuove unalbero, chi lo ha prescrit-to non sbaglierà mai.Oggi la regola pri masembra essere quella dipararsi il fondoschiena,possibilmente pa gati, perun’assunzione di re -sponsabilità che perònon viene mai presa.Orbene se questo puòessere compreso - manon giustificato - nelcomune sentire dell’am-ministratore pubblico,del politico di turno - cheper una consolidata itali-ca legge raramente siespone - e anche del pro-prietario privato dell’al-bero, non è tollerabile egiustificabile nei troppitecnici agronomi o equi-pollenti tali che firmanorelazioni di condannaben sapendo che lofanno per attaccare l’asi-no al carretto dove vuolechi li paga oppure pilate-

scamente se ne lavano le mani conperizie sibilline, che dicono tutto eil contrario di tutto, consapevoli dicavalcare imperanti e atavici timori.Novelli untori di paure e di oscu-rantismo!!

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MARZO 2020 - NUMERO 123SPED. IN ABB. POSTALE 70%FILIALE DI VARESE

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Primavera non bussa /... lei entra sicura... (F. De André)

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Il faggio è un’es-senza originariadell’Asia che len - tamente ha con -quistato semprepiù i territori del -l’Eu ropa conti-nentale, spingen-dosi in zo ne na -turali particolari,giungendo a co -lonizzare an che iri lievi del l’Italiameridionale.L’areale di diffu-sione della spe-cie è ampio emai contrastatoo osteggiato, an -zi favorito neisecoli, grazie al -le sue prerogati-ve e particolari-tà, apprezzatesia in ambito fo -restale che or -namentale. Il le -gname di pregio,la produzione difaggiole destina-te all’alimentazione del be stiame alpascolo, la formazione di boschi diqualità, la bellezza dell’architetturasono stati tutti fattori che hannofavorito la diffusione del faggio.Molti dei pregi di questa essenzasono anche tipici di altre specie ar -boree dei nostri boschi - come adesempio il castagno. Tuttavia al fag-gio il merito di essere riuscito adentrare finanche nei giardini signo-rili nelle grandi città, grazie al suopregevole aspetto estetico.La chioma densamente fogliata e lacorteccia liscia sono molto apprez-

zate e costituiscono elementi di de -coro importanti non solo nella sta-gione estiva.Tra le forme ornamentali più diffuseci sono quelle con fogliame parti-colare (foglie profondamente incisee con margine seghettato nella cv‘Asplenifolia’, forme con colorazio-ni rosse o variegate...), mentre per ilparticolare portamento eccelle laforma pendula.Il portamento ricadente del faggio èriscontrabile in soggetti innestati,che manifestano quindi nella parteaerea un portamento decisamente

diverso da quello del portainnesto.Spesso in questi esemplari è possi-bile individuare la linea innesto,che rappresenta un punto di di -scon tinuità tra i tessuti dei due bi -onti, e che costituisce un punto diparticolare debolezza strutturale.Le forme innestate, seppure benstrutturate, rappresentano sempreuna forma di unione forzata tra or -ganismi similari, ma dal genomadiverso.Il ricorso all’innesto è quindi unascelta finalizzata alla ricerca di for -me artificialmente migliorate, più

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Un inusuale faggio pendulo a Varese

GLI ALBERI CHE CURIAMO

Il faggio-piovra da noi curato

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Rivista tecnica - informativaFito-Consult

e Agri-Consult VareseFondata nel 1989

Direttore responsabileFiorenzo Croci

Collaboratori a questo numero

Elena Baratelli

Stefania Barbieri

Alessandro Bellani

Monica Castiglioni

Gioia Clementella

Alberto Colazilli

Anna Gargiulo

Elisa Mappelli

Raffaele Mason

Carlo Meazza

Marilyn Shigo

Renzo Tamborini

Ambrogio Zanzi

Cecilia Zanzi

Daniele Zanzi

GraficaIl Cavedio coopPiazza Motta, 421100 Varese

Tel. 0332.287281

StampaFotolito Cromoflash srl

Via Rossini, 821040 Castronno (VA)

Copia OmaggioEdizioni: Daniele Zanzi

Registrazione Tribunale di Varesen° 570 del 24/10/89

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belle o produttive, ma indubbia-mente più delicate dal punto divista strutturale.Quando la forma innestata si appli-ca a un gigante verde come il fag-gio, non è infrequente poi assisterea una serie di ‘complicanze’ con-nesse alla imponenza della specie.Sebbene il faggio pendulo abbiauna crescita vegetativa più lentari spetto alla forma naturale, le di -mensioni in altezza e in diametrodel fusto raggiungibili sono ditutto riguardo, come lo sono il pe -so della chioma costituita da fittofo gliame e delle grosse brancheprimarie.Nella conformazione pendula inol-tre, la percezione di quanto ‘massi-va’ diventi la parte aerea, è alteratadal fatto che lo sviluppo dei raminon sia orientato verso l’alto, maprosegua in direzione del suolo.Se un albero particolarmente altoinduce più facilmente a pianificareinterventi di potatura di conteni-mento - purtroppo il motore primodella necessità di intervento è lapaura di ciò che ci sovrasta - menofrequentemente riscontriamo la stes-sa premura verso le forme pendule. La presenza di lunghi rami chegiungono fino a terra è proprio lapeculiarità della varietà che confe-risce alla pianta una architetturaparticolare anche nel periodo in ver -nale, quando la chioma è spoglia.Purtroppo però su questa varietà difaggio sono frequenti le rotturedelle branche, sollecitate da ventoe neve in modo totalmente diversorispetto alle forme ordinarie; tuttele forme pendule presentano infattipunti anatomici di debolezza conunione di cortecce e non di legno.Per noi di Fito-Consult è abbastanzadi routine prestare le dovute curead esemplari penduli di faggio.Recentemente ci siamo presi curadi un esemplare sì piangente, macon una forma particolare e diversadai tanti che cu riamo: una sorta di

enorme “piovra” con i rami a mo’di giganteschi tentacoli.La peculiare architettura deriva dalpunto di innesto effettuato non allabase del tronco, come il più dellevolte avviene, ma in quota. La forma davvero singolare rendel’esemplare una vera rarità. Lebran che si protendono dalla pro-prietà privata fin oltre i confini, rag-giungendo la strada pubblica. L’albero sembra quasi voler sfiorarela testa dei passanti o toccare laspalla ai più distratti per far lorovolgere in su lo sguardo.L’esemplare è radicato in un giardinomoderno, sorto però sulle vestigiadi un’area annessa a parchi storicino biliari e lottizzata negli anni ’60.Sotto un fortunale estivo l’alberoaveva perso un pesante ramoaprendo una estesa ferita sul troncoe rovinando l’armonia perfettadella forma piangente. Per fortunail danno si era verificato sulla parteovest della chioma, meno espostaai raggi diretti estivi del sole, che,potendo penetrare all’interno diuna architettura fino ad alloracompatta, avrebbero potuto ustio-nare con gravi conseguenze futurei vasi floematici del tronco.Con abilità e pazienza abbiamo po -tato l’esemplare, asportando le partisecche e effettuando un minuziosointervento di raccorciamento delleparti distali.Abbiamo provveduto anche a eli-minare le parti danneggiate dal for-tunale, selezionando i getti piùvigorosi e ben inseriti in sostituzio-ne delle parti perse con la rottura.Per prevenire futuri possibili sbran -camenti, i nostri climbers hannocon solidato con cavi statici Boaal tri numerosi grossi rami che,presentando lo stesso difetto ana-tomico di corteccia inclusa, in fu -turo avrebbero potuto anch’essicedere. Prevenire infatti è meglio che cu -rare!

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Nel cuore di Varese c’è una piaz -zetta dedicata a Liala, una dellescrittrici più amate e pubblicatein Italia. Liala è il nome d’arte(coniato addirittura da Ga brieleD’Annunzio!) di Ama lia LianaNe gretti Odescalchi, di originico masche, ma che ha vis suto aVarese fino al giorno del la suamorte avvenuta nel 1995. È pro-prio qui, nella nostra città, cheLiala conobbe il suo grande amo -re, il marchese Vitto rio Cen tu -rione Scotto, un pilota di idrovo-

lanti che morì tragicamente in unincidente aereo, precipitando einabissandosi nel lago di Va rese,al quale dedicò il suo primo ro -manzo di grande successo intito-lato “Signor sì”. Da qui l’ascesanel mondo letterario con milionidi copie stampate e la nascita diun genere letterario vero e pro-prio: è stata proprio lei infatti adar vita al “romanzo rosa”, untermine non sempre lusinghiero eche la stessa scrittrice non amava,sostenendo che “dentro i miei

libri non c’è il rosa, ma la vita”.Già nel 1995 il Comune di Va re -se, insieme all’Associa zione Ami -ci di Piero Chiara, aveva ef fet tua -to dei lavori di riqualificazionedel la piazzetta, cercando di rida-re qualità a un luogo estrema-mente degradato della città. Nonostante gli sforzi, ben prestola sporcizia e l’abbandono si sonorimpossessati di questo spazio.Fito-Consult nel 2019 ha decisodi prendere in carico,con la sti-pula di un comodato d’uso con la

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La rinascita del giardinettodi Liala

I NOSTRI PROGETTI

Spazi verde d’autore per la Città in un Giardino!

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proprietà privata, il restauro e lagestione della piazzetta, per re -stituire ai cittadini e ai turisti unambiente bello e sicuro. Il disegno di base della piazzettaè stato mantenuto pressoché in -variato e il progetto di ristruttura-zione ha riguardato l’allestimentovegetale delle aiuole (che risulta-vano vuote e incolte), il rifaci-mento delle pavimentazioni inpietra, un nuovo arredo urbano eun nuovo impianto di illumina-zione; il tutto studiato per soddi-sfare da una parte le esigenze ti -piche di uno spazio pubblico,dall’altra celebrare la memoriadel la famosa scrittrice.Sono stati da noi ideati, disegna-ti e realizzati con il lavoro di va -lenti artigiani ma nufatti in cor tene ferro, pezzi unici e originaliche do nano una connotazioneallegra e insolita al giardinetto: icestini porta ri fiuti sono om brel-li infilati nel terreno; una elegan-te panchina circolare ab brac ciail tronco del leccio ed è prontaad ac co gliere le persone chevorranno cercare un po’ di fre-scura sot to la chioma dell’albe-ro; un libro apre le sue pa gine edi venta un originale portabici-clette; un insegna re troillumi -nata e incisa nel corten dà la de -dica al lo spazio.È stato installato un nuovo im -pianto di illuminazione per ren-dere fruibile la piazzetta anchenelle ore serali: uno dei proble-mi maggiori di questo spazio eracostituito proprio da un illumi-namento insufficiente che crea-va delle vaste zone oscure, di -sin centivando da una parte ilpas saggio delle persone e, dal-l’altra, attirando comportamentiimpropri e di possibile pericolo

pubblico.Il nuovo impianto di illuminazio-ne è contraddistinto da dueaspetti: uno dedicato alla sicurez-za ha lo scopo di eliminare lezone buie, l’altro, di caratteresce nografico, regala giochi lu mi -nosi più soffusi creando un’atmo-sfera elegante e magica. Congiuntamente, sono state an -che installate delle videocameredi sicurezza contro eventuali attidi vandalismo.Il progetto del verde ha cercato dirisolvere altre questioni che af -fliggevano l’area: il forte om breg -giamento causato dagli alti pa -lazzi adiacenti e dagli alberi esi-stenti; l’intenso passaggio di per-sone che quotidianamente attra-versa la piazzetta che si trova inun punto di snodo tra il centro sto-rico della città, uffici pubblici,negozi, bar e ristoranti; la volontàdi creare un giardino romantico,ricco di fioriture chiare (Lialaapprezzava particolarmente i fioribianchi), che si susseguono nelcorso delle stagioni.La composizione vegetale realiz-zata comprende un mix di ar bustie di erbacee sempreverdi (Loni -cera nitida “Maigrun”, Pa chysan -dra terminalis, Vinca mi nor “Al -ba”, Carex morrowii “Ice Dance”,Liriope “Monroe Whi te”, Azaleajaponica, Ilex crena ta foggiato apalla, Sar cococca confusa) checreano una base persistente tuttol’anno e che co stituiscono losfondo ideale sul quale spicche-ranno, nel corso delle stagioni, lefioriture vistose o particolarmentegraziose delle essenze a fogliacaduca, come Magnolia stellata,Hydrangea arborescens “An na -belle”, Ane mone hupehensis“Praecox”.

Intorno ad ogni aiuola è stataideata e posizionata una bassarecinzione metallica che ripren-de il disegno delle cancellatepresenti a Regent’s Park di Lon -dra, trasformando così un deter-rente contro la maleducazioneumana (e non dei cani...) in unmotivo decorativo dal sapore vit-toriano.Infine, grazie all’intervento di ar -tisti come Chicco Colombo eGaia Lonati, manufatti grigi eanonimi come la fontanella del-l’acqua, i tombini dei sottoservizie le colonnine tecniche e del par-cometro, sono stati di pinti configure di animali, fio ri e illustra-zioni ispirate ad alcune paginedei libri di Liala.Fito-Consult si impegnerà anchenella manutenzione costante eregolare al fine di conservare ilgiardinetto nelle condizioni mi -gliori, sperando che questo luo gopossa finalmente avere un fu turobrillante e duraturo. Ci si augurache qualcuno, passando di lì,possa essere incuriosito e stimo-lato a scoprire le opere di Lialache, a dispetto delle critiche, diletteratura zuccherosa e antiqua-ta, raccontano di una donna chenel rigore degli anni Venti eTrenta ha vissuto una vita avven-turosa, tragica e anche un po’rivoluzionaria.

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I virus sono in questigiorni l’argomentoprincipale di discus-sione e confronto sianel settore medicoche nel quotidiano,scalzando i più tra-dizionali temi di in -trattenimento legge-ro. Molto si senteparlare riguardo labiologia dei virus esulle metodiche dicontagio negli uomi-ni e anche negli ani-mali da compagnia. E le piante? Ancheloro devono temere ivirus? Anche perloro la facile mobili-tà a livello globale dicose e persone po -trebbe essere unafonte di pericolo?Già da tempo abbia-mo sperimentato glieffetti della diffusio-ne a livello mon -diale di animali chesi sono dimostratip a r t i c o l a r m e n t enefasti per coltureagrarie e per pianteornamentali - sipensi alla Cimiceasiatica o alla Pi -ralide del bosso, allaPopillia japonica...per citare i più noti.Gli effetti ne gativi diquesti insetti sonoriconducibili alla lo -

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Virosi nelle piante

FITOPATOLOGIA

Mascherine anche per gli alberi?

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ro rapida proliferazione, noncontrastata spesso da nemicinaturali.E per le virosi? La situazione èugualmente pericolosa?Quelli che interessano gli orga-nismi vegetali hanno la medesi-ma struttura di tutti gli altri virus:un cuore di acidi nucleici e unrivestimento proteico. Si posso-no moltiplicare solo grazie allecellule vitali che essi infettano,controllando i processi di sinte -si dell’ospite. L’infezione viralenel le piante comporta vari di -sturbi fisiologici e sintomi mor-fologici, ma i meccanismi di in -duzione dei sintomi sono spessoancora non noti. Co no sciamocentinaia di tipi diversi di virosi,che interessano le colture agra-rie, le infestanti e anche le pian-te arboree. Sem brano comun-que piuttosto rare le virosi cheinteressano le Gimno sperme.Le virosi nelle piante spesso nondeterminano sintomi visibili, omanifestano sintomi che varia-no da lievi ingiallimenti fogliarilocalizzati, a raccorciamentodel la crescita dei getti, fino ascolorimento delle foglie, defor-mazione dei rametti, cancri, ne -crosi di rametti e branche, dis-seccamenti al punto di innesto,declino vegetativo fino allamorte.Alcuni virus restano attivi nelsuolo e nei residui vegetali perdiverso tempo, anche se nonhanno un ospite; altri invecesoccombono rapidamente. Lamaggior parte dei virus interes-sano il floema e i tessuti paren-chimatici periferici del legno.La diffusione delle virosi avvienetramite la movimentazione di

piante infette asintomatiche etramite insetti (spesso afidi o altriinsetti che si nutrono della linfa),alcuni nematodi, funghi, pollini,o per contatto. Ciascun viruspredilige un mezzo di diffusionee difficilmente passa ad altri.Non è possibile diagnosticareuna virosi dai soli sintomi inquanto questi possono esserericonducibili a svariati diversivirus o virus-simili. Inoltre i virusnon sono visibili a occhio nudoe nemmeno con il microscopioottico, mentre è necessario unmicroscopio elettronico.Non c’è una cura specifica perle virosi, che nel settore agricolovengono contrastate con elimi-nazione e distruzione della ve -getazione infetta. Per quanto ri -guarda le piante orticole invececonviene sempre eliminare leparti infette e utilizzare solo ma -teriale sano e certificato.Nel settore degli alberi orna-mentali la gravità delle virosi èmarginale e anzi spesso l’effettovariegato del fogliame o dellafioritura di piante affette davirosi è un vero e proprio puntodi forza di alcune varietà. Queste varietà sono comunqueprodotte da vivaisti e la lororiproduzione avviene in modocontrollato.Per tutte quelle virosi diverse dal -le forme esteticamente ricercate,e che generano effetti negativicon ripercussioni sulla vitalitàdei tessuti causando un progres-sivo indebolimento della piantaornamentale, le operazioni piùimportanti sono quelle di isola-mento della virosi, di lotta agliorganismi vettori e di sostegnoalla vitalità della pianta.

Nel settore ornamentale, dovela produzione di frutti è di scar-sa se non nulla importanza, unapianta soggetta a virosi può es -sere mantenuta in loco e si puòattuare un piano di gestioneche limiti gli effetti negatividella virosi.A livello preventivo sarà utilesupportare il corretto metaboli-smo delle piante evitando ope-razioni sbagliate (potature ina-deguate) e fenomeni che com-portano stress fisiologici. In -fatti, non solo è opportuno pre-venire il depletamento dell’al-bero, ma anche sfavorire orga-nismi parassiti che spesso sonoattratti proprio da piante pocovigorose, e che a loro volta so -no responsabili della diffusionedelle virosi.Curiamo quindi i nostri albericon la tecnica della prevenzio-ne, escludendo qualsiasi fattoredi stress, e supportando le pian-te che manifestano sofferenzacon impiego di prodotti biosti-molanti e soluzioni di acidi umi -ci, in modo da assicurare uncontesto di crescita adeguato emigliori prospettive di sviluppoper le piante affette.Non servirà cercare fitofarmacio altre sostanze curative, ma ap -plicare, come in ogni cosa,buonsenso e cure adeguate.

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Co.n.al.pa. - Coordinamento Na -zionale Alberi e Paesaggio onlus- www.conalpa.it - è un’organiz-zazione no-profit per la tutela dialberi, foreste, giardini e paesag-gi, per la divulgazione scientificae culturale e per l’educazioneambientale. Recentemente è stata pubblicatasul sito una lunga intervista - ol -tre sette pagine - a Daniele Zan -zi, che fa parte del comitatoscientifico dell’associazione, sul -

le problematiche dei nostri albe-ri monumentali.Eccovene un sunto - l’intervistaintegrale può essere visionata sulsito ufficiale dell’associazione -:

Un patriarca verde è a tutti glieffetti un bene storico e am -bientale. Quali sono i criteri perdefinire nel dettaglio un albero“monumentale”?La legislazione si è finalmenteadeguata all’oggettivazione dei

criteri per cui un alberopuò es sere definitomonumentale e quindimeritevole di tutela; cisono voluti decenni perarrivare a questo risul-tato. Un tempo, i criteriidentificativi si ferma-vano alle dimensioni oalla presunta età. Oggisono da considerarepreminenti non solo iparametri dimensionali,ma anche quelli socio-culturali che stabilisco-no un legame tra Na -tura e Co munità.L’Italia è ricca di pa -triarchi ver di, la granpar te sconosciuta. Qua -li sono gli alberi monu-mentali più interessantie degni di nota su scalanazionale?Nella mia vita profes-sionale, mi sono con-frontato con centinaia ecentinaia di alberi concaratteristiche di mo nu -men talità e tuttavia noncensiti.

Mi è difficile, dato l’enormità ela casistica dei soggetti, ricor-darli tutti. Sicura mente ve nesono alcuni, cui sono particolar-mente affezionato, perché li hoanalizzati, studiati, curati e neconosco ogni singola parte, ognisingolo difetto e ogni singolapeculiarità.Cito il Cedro del Libano di Vil -la Mirabello a Varese come pu -re il Cedro dell’Atlante - il fa -

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ARBORICOLTURA

Monumentali: ricchezza del paesaggio

Intervista sui Monumentali

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moso “piantone” - di Via Ve rat -ti sempre a Varese, oggi ahimèrimosso; il Ficus macro phylladi Piazza Marina a Palermo; ilcipresso del Kash mir dell’IsolaMadre e il canforo sull’IsolaBella; il platano dei giardiniMontanelli a Mi lano come pu -re quelli di Villa d’Este e diVilla Carlotta sul lago di Co -mo. Nel cuore ho indubbia-mente la quercia del le Chec -che a Pienza, anche e so prat -tutto per il movimento civicosorto a sua tutela, la querciavallonea di Tricase sotto la cuichioma nel 2000 tenni il mioseminario “Il Sistema Albero”,il platano della Villa Comu -nale di Avel lino, i pini dome-stici di Villa Borghese, la ma -gnolia dell’orto botanico diPadova, il platano della stazio-ne di Bol zano... Il clima sta cambiando radical-mente con fenomeni semprepiù estremi. I cambiamenti cli-matici possono creare problemialla sopravvivenza degli alberimonumentali? I cambiamenti climatici, cometutti i mutamenti dell’ambientein cui un patriarca verde è cre-sciuto e si è adattato per secoli,sicuramente hanno un’influenzasulla vitalità e il declino deglialberi vetusti.Un albero secolare mal si adattaai cambiamenti repentini. Fac -cio un esempio: una giovanequercia è 100% di energia dina-mica; anche se la taglio al suolosicuramente ricaccerà per darevita ad una nuova pianta con lostesso corredo genetico. La stes-sa quercia di 100 anni, se subi -sce lo stesso trattamento, non

ricaccia perché evidentemente èsolo il 10% o meno di energiadinamica....Un patriarca verde è un vec-chio “brontolone” incapace diadattarsi ai cambiamenti e allenovità: piccole modifiche nel-l’ambiente circostante riesconoad indurre reazioni enormi cheportano al declino del sogget-to... E molti parassiti questo lasanno... e hanno la pazienza diaspettare. Quali sono le principali proble-matiche fitosanitarie che pos-sono colpire gli alberi monu-mentali? Mi verrebbe voglia di rispondereche la principale problematicafitopatologia per gli alberi èl’uomo, anche e soprattuttoquando interviene a sproposito,con cure magari dettate dal trop-po amore, su pazienti fragili, da -gli equilibri delicati, quali sonogli alberi monumentali.Mi accorgo sempre più che amolti professionisti, a molti uma - ni fa piacere trovare ed ave reparassiti tremendi, possibilmen-te alieni, preferibilmente cinesi,contro cui combattere per salva-re gli alberi.La malattia fa l’uomo professore!In realtà, ben poche sono le pro-blematiche fitosanitarie che pos-sono mettere a repentaglio unaspecie vegetale e quelle pocheche sono comparse hanno mec-canismi talmente specifici chenel tempo la specie riesce adrisollevarsi, adattandosi. Un albero monumentale elabo-ra strategie di convivenza e disopportazione con quelli chenoi chiamiamo patogeni; spessosfrutta al proprio interno le com-

petizioni tra diversi agenti dicarie per avvallarne e comparti-mentare nella loro nicchia eco-logica questi cosiddetti patoge-ni. L’energia che un sistema pos-siede o che è in grado di produr-re, è la chiave di interpretazionedella patologia arborea. Il settore degli alberi monumen-tali è decisamente molto com-plesso e specialistico. Quali so -no le figure professionali spe-cializzate nella conservazione ecura dei giganti della natura?Ho visto in giro per il mondo lepersone più diverse che si pren-devano cura con competenzadegli alberi.Per me valgono sempre due mottidi Alex Shigo “Tocca gli alberi!”,ma soprattutto “Solo le personeche conoscono la biologia deglialberi possono prendersene curain modo appropriato!!“. Il posse-dere una laurea non necessaria-mente conferisce competenze eabilità ai detentori; troppe voltesono solo delle barriere surretti-zie escludenti altri.In Italia ci sono scuole e uni-versità che possono formareva lidi specialisti di alberi mo -numentali? La mia risposta sincera è no! C’èuno scollamento evidente tramondo accademico e scolasticoe la realtà operativa. Molta stra-da condivisa deve ancora esserepercorsa. Ma ho fiducia e spe-ranza; credo molto nell’amore -e quindi nella capacità di acqui-sire competenze - dei tanti gio-vani che si affacciano a questaprofessione.E la mia gioia è quella di avercontribuito ad aprire e mostrareloro una strada.

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La formazione e il confrontosono pilastri fondamentali per iprofessionisti. Dal 1999 il gruppo di espertiinternazionale di statica deglialberi SIM-Gruppe, sotto la gui -da del prof. Lothar Wessolly, siriunisce annualmente per appro-fondire le problematiche legatealla stabilità degli alberi e perconfrontarsi sui casi più spinosied emblematici affrontati duran-te i dodici mesi di lavoro. Anchequest’anno il meeting organizza-to dal gruppo sarà quindi utilealla specializzazione e alla cre-scita professionale di ognuno.L’appuntamento è fissato il 4 e 5maggio a Tübingen, antica citta-dina tedesca nota per la storicauniversità che ha dato un contri-buto significativo alla culturadella cura dell’albero in città. Come al solito anche il nostrostaff tecnico parteciperà allegiornate di confronto mettendoall’attenzione di tutti casi con-creti di alberi da noi valutati nelcorso del 2019.

Nella data a noi cara del 38°compleanno di Fito-Consult (26febbraio), abbiamo messo on-line la nuova versione del nostrosito www.fito-consult.it, una conveste grafica totalmente rinnova-ta e in modalità mobile friendly!Mesi di lavoro per restare sem-pre al passo coi tempi incalzan-ti della moderna tecnologia... efinalmente on-line quello cheriteniamo essere un ottimo stru-mento di comunicazione e visi-

bilità. Visitatelo!È attivo da pochi mesi anche ilsito della nostra consociata elve-tica Fito-Suisse: www.fitosuis-se.ch. Il nostro sforzo comunicativo edivulgativo si completa a brevecon la stampa di nuove brochu-re e depliant cartacei che illu-strano le nostre attività e il no -stro contribuito al progrediredel l’arboricoltura moderna.

Torna- 2-3 aprile - il “Sistemaalbero” - corso professionale perlo studio della fisiologia e biolo-gia degli alberi, condotto da Da -niele Zanzi. Il corso è aperto atecnici e appassionati che avran-no modo di toccare con manocampioni di legno, da osservarepersonalmente allo stereomicro-

scopio. Solo conoscendo la bio-logia e la fisiologia degli alberisarà infatti possibile capire i mec-canismi di reazione delle piantealle cure praticate, e im postarecosì una gestione corretta. Chidesiderasse iscriversi contatti inostri uffici - posti limitati.

Partnership con TerniEnergiaspa in avvio per lo sviluppo diuna linea di compost ottenutoda digestione anaerobica discarti di potatura e materiale or -ganico urbano: ricco di so stanzaorganica e privo di impurità, ilprodotto di TerniEnergia puòrivelarsi utile per arricchire suolipoveri come quelli urbani concui ci confrontiamo quotidiana-mente - a breve disponibile sulmercato!

NOTIZIE

Professionisti a TubingaCompost di qualità

Alcuni componenti del gruppo di esperti SIM l’anno scorso ad Hannover

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AGRICONSIGLIA

Negli ultimi tempi,l’importanza delsuo lo è diventataormai acclarata atutti, così come lanecessità di pren-dersene cura, comeprimo passo perave re piante sane.Questo è vero tantopiù quando ci si tro -va a confrontarsicon suoli poveri -co me quelli urbaniod oramai esausti -fatto che capita sem-pre di più in vivai eazienda florovivai-stiche che coltivanosenza sosta da annicon pochi riguardialla biologia delsubstrato. Siamo co -sì sempre pronti edinteressati a coglierecollaborazioni e no -vità che possano an -dare a risolvere que-sti problemi: abbia-mo così accolto confavore la collaborazione natacon GreenASM srl, società delgruppo TerniEnergia spa: que-st’ultima è una delle maggiorirealtà attive nel centro Italia nel -la raccolta e smaltimento dei ri -fiuti urbani, tra cui il verde eresidui organici. Proprio daque sti materiali - usualmenteclassificati come rifiuti - puònascere un prodotto ricco di so -stanza organica, utilissimo pertutti gli addetti ai lavori in cam -

po agricolo e del verde: uncompost, ribattezzato “Terredell’Um bria”. Passando attraver-so accurate fasi di vagliatura -per rimuovere ogni possibileimpurezza - e di digestioneanaerobica, il compost ottenutoha un’ottima dotazione di so -stanza organica con un alto con-tenuto di acidi umici e fulvici,utili alla microbiologia del terre-no - batteri e funghi in primis -fondamentali per crescita e svi-

luppo radicale. È poi importantesot tolineare comeGreenASM abbia uncontrollo puntuale erigoroso su ogni lot -to prodotto: ciascu-na partita viene ana-lizzata in laborato-rio prima di avere ilnulla osta, con lapossibilità di avereprodotti più o menoricchi di sostanzaorganica a secondadegli utilizzi. Il compost ha giàottenuto la registra-zione per il regolareutilizzo in agricoltu-ra biologica e risultaquindi molto utile indiversi ambiti: dallapiantagione di albe-rature in suoli diriporto, fino alla pre-parazione dei letti disemina, passandoper l’applicazionein pieno campo e

l’arricchimento di piante in va -so come in corso di sperimenta-zione con i vivai Umbra flor diSpello.Inoltre, il compost risulta un vir-tuoso caso di economia circola-re: chiude infatti il cerchio delciclo produttivo, dando nuovavita - per giunta come prodottodi qualità - a quello che venivaconsiderato un rifiuto: a brevemaggiori informazioni per tuttigli interessati!

Sostanza organica per il terrreno

Gli stabilimenti di produzione del compost a Narni -TR-

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