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Fisica quantistica: fondamenti Il teorema di Bell e l’origine delle correlazioni quantistiche Christian Ferrari e Matteo Nota Corso di aggiornamento Lugano, 14 maggio 2008

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Fisica quantistica: fondamentiIl teorema di Bell e l’origine delle correlazioni quantistiche

Christian Ferrari e Matteo Nota

Corso di aggiornamento

Lugano, 14 maggio 2008

Origine correlazioni Teorema di Bell Esperienze di Aspect Filo Approfondimenti Fotoni Conclusione B

Svolgimento del pomeriggio: sommario

Origini classiche delle correlazioni?

Il teorema di Bell (versione CHSH)

Le esperienze di Aspect

Prime conclusioni

Approfondimenti

Fotoni e stati intrecciatiPAUSA

Sintesi e discussione

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Origine correlazioni Teorema di Bell Esperienze di Aspect Filo Approfondimenti Fotoni Conclusione B

Origine delle correlazioni

Possibili origini classiche:

Scambio di informazioni. Ma si sono osservate correlazionisu grandi distanze (1998 (Ginevra): 10,9 km) =⇒ Ipotesi dascartare.

Stabilite alla sorgente. Allora ogni particella della coppia“sa” gia come dovra reagire quando incontra un determinatotipo di apparecchio di misura e cio indipendentemente dallepossibili misure effettuate sull’altra particella.

Teoria locale:

le due particelle della coppia sono indipendenti fra loro equindi considerate come entita separare.

1964: Teorema di Bell =⇒ possibilita di testare le teorielocali (e quindi l’ipotesi)!!!

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Origine correlazioni Teorema di Bell Esperienze di Aspect Filo Approfondimenti Fotoni Conclusione B

I due articoli di J.S. Bell

Rev. Mod. Phys. 38 (1966): On the problem of hidden variablesin quantum mechanics

discute le diverse posizioni finora invocate contro le variabilinascoste (VN);

propone un modello per un singolo spin;

mostra che per due spin un modello di VN in cui Ψ ∈ H nonsi fattorizza e non locale;

si chiede se tutti i modelli di VN devono essere non locali.

Physics 1 (1964): On the Eintein-Podolsky-Rosen paradox

presenta una disuguaglianza che deve essere soddisfatta dauna teoria a VN locale;

dimostra l’incompatibilita tra fisica quantistica e VN locali.

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Il principio delle cause locali

Il principio delle cause locali

Eventi che occorrono in una regione spaziotemporale data, nonpossono essere influenzati da una modifica di parametri localizzatiin una regione spaziotemporale distante di un intervallo di tipospazio.

Per esempio se Alice e Bob sono distanti L, rispetto ad un datosistema di riferimento R in cui sono entrambi immobili, e che lamisura impiega un tempo τ , allora si esige che τ � L/c.

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Setup

Alice puo eseguire due misure indicate con α e α′, come pure Boble cui misure sono indicate β e β′. In tutti i casi si hanno solo duepossibili risultati +1 e −1.

Alice Bob

α′β

β′+1+1

−1 −1

La localita corrisponde al fatto che i risultati di Alice a, a′ nondipendono dalla misura fatta da Bob e quelli di Bob b, b′ nondipendono dalla misura effettuata da Alice.

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Variabili nascoste locali

Se i risultati sono stabiliti alla sorgente (risultato preesiste allamisura: ipotesi del realismo), ogni particella lascia la sorgentecon un lista

λA = {a(λ), a′(λ)} λB = {b(λ), b′(λ)}tale che a = a(λ), a′ = a′(λ), b = b(λ), b′ = b′(λ), cosı daspiegare le correlazioni. λ cambia da coppia a coppia.

Un modello di variabile nascosta locale (VNL) prevede, epermette di stabilire, a(λ), a′(λ), b(λ) e b′(λ) per qualsiasiesperienza.

λ = {λA,λB} e chiamata variabile nascosta locale, nonserve nel calcolo della fisica quantistica ma, nell’ipotesi che lecorrelazioni sono stabilite alla sorgente ne spiega le origini.

La VNL λ ha lo scopo di completare la descrizione dellostato puro Ψ previsto dalla fisica quantistica.

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Teorema di Bell

TeoremaSe la teoria e locale allora

S = (a+ a′)b+ (a− a′)b′

soddisfa|〈S〉| ≤ 2 .

E la variante CHSH della disuguaglianza di Bell (1969).

Se le correlazioni sono stabilite alla sorgente, e piu in generale se lateoria e locale, allora |〈S〉| ≤ 2.

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Teorema di Bell: dimostrazione

S = S(λ) dipende dalla VNL: la media sulle coppie equivalealla media su λ, poiche ogni coppia ha in generale unavariabile λ differente.

Se ρ(λ) e la distribuzione di probabilita di λ allora

〈ab〉 =Zρ(λ)a(λ)b(λ)dλ .

Abbiamo S = ±2, poiche: a+ a′ = 0 e quindi a− a′ = ±2,oppure a− a′ = 0 e quindi a+ a′ = ±2.

Da cui−2 ≤ 〈S〉 ≤ +2 =⇒ |〈S〉| ≤ 2

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Previsioni quantistiche

Per il teorema di Bell dobbiamo calcolare dei termini del tipo〈ab〉 poiche

|〈S〉| = |〈ab〉+ 〈a′b〉+ 〈ab′〉 − 〈a′b′〉|Per due spin 1/2 nello stato intrecciato

Ψ = 1√2(ψ1

+ ⊗ ψ2− − ψ1

− ⊗ ψ2+)

abbiamo

〈ab〉 = (Ψ, ~α · ~σ1 ⊗ ~β · ~σ2Ψ) = − cos ](~α, ~β) def= (α− β)= − cos θ

E possibile ottenere |〈S〉| = 2√

2.

Quindi:La fisica quantistica viola le disuguaglianze di Bell.

La fisica quantistica e una teoria non locale.

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Previsioni quantistiche: dimostrazione

Scriviamo ~α · ~σ1 ⊗ ~β · ~σ2 come σ1α ⊗ σ2

β = (σ1α ⊗ I)(I ⊗ σ2

β) da cui

〈ab〉 = (σ1α ⊗ IΨ, I ⊗ σ2

βΨ) .

Ψ puo essere scritto in termini degli autovettori di tutte leosservabili σn, allora σ1

α ⊗ IΨ = Φα e I ⊗ σ2βΨ = −Φβ e quindi

I ⊗ σ2βΨ = −Φβ = −σ1

β ⊗ IΨ

da cui

〈ab〉 = −〈Ψ, (σ1α ⊗ I)(σ1

β ⊗ I)Ψ〉 = −〈Ψ, σ1ασ

1β ⊗ IΨ〉

= −〈Ψ, (~α · ~σ1)(~β · ~σ1)⊗ IΨ〉 .Utilizzando l’uguaglianza (~α · ~σ)(~β · ~σ) = ~α · ~βI + i(~α ∧ ~β) · ~σ,otteniamo

〈ab〉 = −~α · ~β − 〈Ψ, i(~α ∧ ~β) · ~σ1 ⊗ IΨ〉 = −~α · ~βpoiche (~α ∧ ~β) · ~σ1 ⊗ IΨ ⊥ Ψ. Quindi 〈ab〉 = − cos θ.

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Il ruolo dell’ipotesi delle cause locali

E fondamentale capire dove interviene il principio delle causelocali.

Se supponiamo che a, a′ possono dipendere dalla misura di Bob, eb, b′ da quelle di Alice, allora

S = a(β)b(α) + a′(β)b(α′) + a(β′)b′(α) − a′(β′)b

′(α′)

Abbiamo S = 0,± 2,± 4. Otteniamo la disuguaglianza

|〈S〉| ≤ 4

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Correlazioni classiche

Calcolo classico

~α ~β

π − θ

θ

Nella zona grigia (di estensione angolare 2θ) ab = +1 e in quellabianca (di estensione angolare 2π − 2θ) ab = −1 si ha

〈ab〉 =�(+1)

2θ2π

+ (−1)2(π − θ)

�=

2θ − ππ

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Confronto classico-quantistico

1

0

−1

π θ

La correlazione quantistica sara sempre piu forte di quellaclassica.

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Le esperienze di Aspect

1982: Esperienze di Aspect (con fotoni)

A Bℓ1 ℓ2

α α′β

β′β′

−− −−++ ++

Analizzatore

S

S = un atomo di Calcio produce una coppia di fotoni intrecciati.Gli elementi A e B (orientati aleatoriamente) dirigono i fotoniverso quattro apparecchi di misura, ciascuno di questi apparecchirivela la polarizzazione dei fotoni lungo una direzione qualsiasi.I risultati ottenuti vengono infine analizzati dall’“analizzatore dicorrelazione”.

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Risultati sperimentali

1982 (Orsay):

〈SFQ〉 = 2,70 〈Sesperimento〉 = 2,697± 0,015

Inoltre 〈ab〉 = cos 2θ.

I risultati di questa esperienza sono in eccellente accordo conle predizioni quantistiche, e mostrano un’indiscutibileviolazione delle disuguaglianze di Bell.

Le correlazioni non sono stabilite alla sorgente.Christian Ferrari e Matteo Nota Fisica quantistica: fondamenti Lugano, 14 maggio 2008 15 / 34

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Loopholes

Locality loophole: Le scelte di A e B devono essere separateda un intervallo di tipo spazio ⇒ loophole chiuso con fotoniad Innsbruck (1998).

Detection loophole: Se i detettori non sono efficienti, unmodello (perverso) potrebbe spiegare i risultati ⇒ loopholechiuso con ioni a Boulder (2001).

=⇒ . . . nessun esperimento ha chiuso entrambi i loophole assieme.

1998 (Innsbruck): per 14700 eventi raccolti in 10 s

〈Sesperimento〉 = 2,73± 0,02

setup sperimentale in conformita con l’ipotesi delle cause locali.

2001 (Boulder):

〈Sesperimento〉 = 2,25± 0,03

setup sperimentale con detettori di alta efficienza.Christian Ferrari e Matteo Nota Fisica quantistica: fondamenti Lugano, 14 maggio 2008 16 / 34

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Considerazioni filosofiche

Nessuna teoria locale, ovvero di tipo classico, puo essereutilizzata per spiegare le correlazioni osservate negliesperimenti.

Le correlazioni sono un effetto puramente quantistico chenon ammette una spiegazione classica.

Le correlazioni sono legate al fenomeno dell’entanglement.

Non e possibile invocare un modello a variabili nascoste locali.

La teoria quantistica e quindi completa e la Natura eoggettivamente indeterministica (a livello della misura).

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Considerazioni filosofiche

Il teorema di Bell sancisce che la fisica quantistica e una teorianon locale, in cui quando due sistemi sono correlati e impossibiledescriverli come due entita separate, e cio indipendentemente dalladistanza che li separa, gli stati intrecciati rappresentano quindi unaforma di non localita e le correlazioni appaiono come un processonon locale. Cade qui il principio di localita/separabilita dellafilosofia classica della Natura:

la Natura a livello microscopico e non locale/non separabile.

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Ritorno allo scambio di informazione superliminare?

“Scambio di informazione”: permette le correlazioni se glieventi sono ordinati temporalmente.

Fisica galileiana: tempo assoluto, ordine temporaleunivocamente definito in ogni SRI.

Fisica lorentziana: tempo relativo al SRI, ordine temporaleindefinito relativamente a piu SRI.

v > c in un sistema di riferimento privilegiato globale (chedefinisce l’ordine temporale)?

v =∞: modello di de Broglie-Bohm (onda pilota): posizione“filosofica” particolare, stesse previsione della FQ;

v <∞: problema aperto (esistono dei modelli, ma non deirisultati sperimentali)!

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Ritorno allo scambio di informazione superliminare?

v > c in un sistema di riferimento associato ad un device(detettore o beamspitter)? Modello multisimultaneity diSuarez-Scarani (1997):

suppone che le correlazioni sono stabilite con uno scambio diinformazione in una configurazione di non localita;

permette di studiare gli eventi before-before ossia in cui laparticella 1 relativamente al SRI del suo device e “analizzata”prima della particella 2, e viceversa: in questo caso lecorrelazioni dovrebbero sparire.

x0(S)

x1(S)

x0(A)x0(B)

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Ritorno allo scambio di informazione superliminare?

Sul modello Suarez-Scarani.

L’informazione con v > c, responsabile delle correlazioni, edetta quantum information e non puo essere utilizzata percomunicare (v ≈ 104c− 107c).

Modello falsificato a Ginevra (2001 e 2002).

Conclusione: le correlazioni sono direttamente legateall’entanglement in modo tale da non poter considerare unevento la “causa” e l’altro l’“effetto”.

Quale statuto per il postulato della riduzione dello stato(collasso della funzione d’onda)?

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L’argomento GHZ

GHZ (1990): un altro risultato come test del realismo locale.

Stato intrecciato a tre fotoni:

|GHZ〉 = 1√2

�|H〉1|H〉2|H〉3 + |V 〉1|V 〉2|V 〉3

Nello stato GHZ si ottiene una contraddizione tra fisicaquantistica e realismo locale.

L’esperienza (2000) conferma la fisica quantistica e laviolazione del realismo locale della Natura.

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Polarizzazione dei fotoni

La polarizzazione del fotone e una sua proprieta intrinseca.

Sia sul piano empirico che formale e “isomorfo” al sistemaspin 1/2.

Una sorgente di fotoni permette di inviare una particella allavolta in una data direzione lungo la quale il fotone incontra unapparecchio di misura (un polarizzatore/analizzatore).Due risultati possibili:

il fotone, dopo avere interagito con il filtro polarizzatore, loattraversa e viene successivamente rilevato;il fotone passante attraverso il polarizzatore viene assorbito daesso senza poter essere quindi rilevato.

Sistema a due livelli e quindi

H = C2 e A ⊂M2(C) .

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Polarizzazione dei fotoni

La polarizzazione lineare H/V (orizzontale/verticale).

πz = 12(σz + 1) =

�1 00 0

i cui autovalori 1 e 0 sono associati agli autovettori (base Z)

|H〉 =�

10

�e |V 〉 =

�01

�.

La polarizzazione lineare H ′/V ′ (+45◦/−45◦).

πx = 12(σx + 1) = 1

2

�1 11 1

i cui autovalori 1 e 0 sono associati agli autovettori (base X)

|H ′〉 = 1√2

�11

�e |V ′〉 = 1√

2

�1−1

�.

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Polarizzazione dei fotoni

La polarizzazione circolare R/L.

πy = 12(σy + 1) = 1

2

�1 −ii 1

i cui autovalori 1 e 0 sono associati agli autovettori (base Y )

|R〉 = 1√2

�1i

�e |L〉 = 1√

2

�1−i

�.

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Polarizzazione dei fotoni

(a) (b) (c)

|H〉|V 〉

|H ′〉

|V ′〉 |R〉 |L〉

(a) Orientazione del polarizzatore (indicato in grassetto) associataall’osservabile πz, con i relativi stati di polarizzazione espressi dagliautovettori |H〉 e |V 〉. (b) Una rotazione di +45◦ del polarizzatorerispetto alla situazione (a) ci riconduce all’orientazione descrittadall’osservabile πx (incompatibile con πz); gli autostati ad essa associatisono indicati in figura da |H ′〉 e |V ′〉. (c) La situazione descriveschematicamente la polarizzazione circolare (legata all’osservabile πy, allaquale si riconducono gli autostati |R〉 (right) e |L〉 (left).

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Spontaneous parametric down conversion (tipo II)

1 (signal)

2 (idler)

cristallo non lineare

Fotoni emessi su due coni di polarizzazione H e V .

Se i due coni si intersecano i fotoni emessi lungo le direzioni 1e 2 hanno le loro polarizzazioni indeterminate. Poiche e diprincipio impossibile determinare che polarizzazione hannocorrisponde ad uno stato intrecciato

|Ψ〉 = 1√2

�|H〉1 ⊗ |V 〉2 + eiϕ|V 〉1 ⊗ |H〉2

La fase e determinata dal cristallo e puo essere scelta in modovoluto, per esempio α = 0 o α = π.

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Spontaneous parametric down conversion (tipo II)

1

2

cristallo non lineare

sorgente

polarizzazione H

polarizzazione V

|H〉1⊗ |V 〉1⊗|H〉2|V 〉2

Altra possibilita: entanglement swapping.

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Spontaneous parametric down conversion (tipo II)

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Sintesi

Realismo fisico classico

determinismo causale: in ogni istante una grandezza fisicaqualsiasi assume un valore determinato riconducibile ad unsuo valore ad un istante precedente qualsiasi, tramite unalegge causale;

separabilita/localita: la separazione nello spazio legittimal’individuazione dei sottosistemi.

Visione quantistica della Natura

probabilita oggettive (stati puri) e processo di misura“discontinuo”;

non separabilita/non localita: entanglement e teorema di Bell.

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Alcune direzioni

Interpretazione ⇐= FQ =⇒ Ricadute tecnologiche

Non localita

Emergenza delle proprieta classiche (decoerenza)?

Quantum computer, teletrasporto, crittografia.

Probabilita e misura

Oggettivita?

Crittografia.

It is a great time for quantum physics.

Both its foundations and its potential applications are deeplyexplored by a growing community of physicists, mathematicians,computer scientists, and philosophers.

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Bibliografia

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