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OTTOBRE 2013 Numero 7 Rassegna informativa dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Roma Antitrust, stop alla vendita di farmaci etici via internet a pagina 13 Congresso Sifo, apertura al dialogo e numeri record a pagina 14 Professioni, più facile spostarsi in Europa grazie alla tessera Ue a pagina 15 ECM, parte la FAD dell’Ordine: già in linea il primo corso a pagina 10 Spedizione in abbonamento postale – D.L.353/2003 (conv. in L.27.02.2004 n. 46) art.1 comma 1 DCB Roma Nuova Edizione a pagina 4 Firmata l’intesa Regione Lazio–Farmacie ACCORDO MAGGIORE in È stato firmato il 31 ottobre il decreto contenente il nuovo accordo sulla Dpc, che va a sostituire quello scaduto nello scorso mese di maggio. Insieme a positive conferme – come i contenuti economici, rimasti sostanzialmente invariati – il nuovo “contratto” introduce novità assolute, come la distribuzione dei farmaci ex Osp 2 nelle farmacie, che saranno anche remunerate per la loro partecipazione alla gestione dei Piani terapeutici. Previsioni importanti, soprattutto nella prospettiva dello sviluppo del ruolo della farmacia nelle cure primarie attraverso programmi di pharmaceutical care

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OTTOBRE2013

Numero 7

Rassegna informativa dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Roma

Antitrust, stop alla venditadi farmaci etici via interneta pagina 13

Congresso Sifo, apertura al dialogo e numeri record

a pagina 14

Professioni, più facile spostarsi in Europa grazie alla tessera Ue

a pagina 15

ECM, parte la FAD dell’Ordine:già in linea il primo corso a pagina 10

Spedizione in abbonam

ento postale – D.L.353/2003 (conv. in L.27.02.2004 n. 46) art.1 comma 1 DCB Roma

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a pagina 4

Firmata l’intesa Regione Lazio–Farmacie

ACCORDOMAGGIOREin

È stato firmato il 31 ottobre il decreto contenente il nuovo accordo sulla Dpc, che va a sostituire quelloscaduto nello scorso mese di maggio. Insieme a positiveconferme – come i contenuti economici, rimasti sostanzialmente invariati – il nuovo “contratto” introducenovità assolute, come la distribuzione dei farmaci ex Osp 2nelle farmacie, che saranno anche remunerate per la loropartecipazione alla gestione dei Piani terapeutici.Previsioni importanti, soprattutto nella prospettiva dello sviluppo del ruolo della farmacia nelle cure primarie attraverso programmi di pharmaceutical care

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Primo pianoOggi si scrive Dpc, ma domani si leggerà farmacia protagonista nelle cure primarie 6

Paese (Sinafo): “Un accordotroppo gravoso per la Regione” 8

Ecm, parte il programma FAD dell’Ordine:si comincia con la distribuzione parallela 10

Fatti & personeLa Legge di stabilità all’esamedel Parlamento senza tagli alla Sanità 12

Dall’Antitrust, stop alla vendita on line di farmaci etici 13

Congresso Sifo, apertura al confronto e numeri da record 14

Professioni, spostarsi sarà più facile grazie alla tessera Ue 15

Aifa, banca dati sui “bugiardini” prossima al collaudo 16

Barometro Salute, calo di fiducia nella sanità italiana 16

Dpc, troppe differenze tra Regione e Regione, richiamo dell’Antitrust 18

Omeopatici, costo dei rinnovi verso una riduzione del 70% 18

Autocura, il primo riferimento resta il farmacista 20

Generici, piacciono tanto a tutti. Fuorché ai medici 21

Sanità a 21 velocità, ma al farmaco serve un Fondo nazionale 22

Donazione farmaci, presentato in Senato un disegno di legge 23

A Piccinno (Nas) le insegne onorarie del Nobile Collegio 23

Banco Farmaceutico, aumentata del 500% la richiesta di farmaci 24

Accadrà domaniCorte della Salute, congresso a Rimini per Federanziani 26

Farmacia ospedaliera, corso di management alla Luiss di Roma 26

Messaggi in bottigliaRipenso sempre all’uomo che non ho potuto salvare 28

FocusDispositivi multi–comparto per farmaci:semplificare talvolta complica 30

Codici e codicilliRequisiti di ammissione, condizioni preclusive e cause di esclusione nel concorso straordinario 32

Scontrino parlante, se il cliente lo chiede va rilasciato sempre 34

La ricetta del farmacistaOgnuno consegua il suo ragù 36

Ordine per te38

IN QUESTO NUMERO

Rassegna Informativa del farmacista

dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Roma

Anno XXXIX N.7 – Ottobre 2013

EditoreOrdine dei Farmacisti della Provincia di Roma

Direzione Via A. Torlonia‚ 15 – 00161 Roma

Direttore responsabileEmilio Croce

CondirettoreGiorgio Flavio Pintus

Redazione, pubblicità, coordinamento stampa Art Director Design Strategy srl

impaginazione e grafica:Vincenzo Furiati

RegistrazioneTribunale di Roma n° 11959

del 25/1/1968

Stampa Cimer snc

Spedizione abb. post – D.L.353/2003

(conv. in L. 27.02.2004 n. 46) art.1 comma 1 DCB Roma

Finito di stampareOttobre 2013

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7 – OTTOBRE 2013 5RIF

La copertina di questo numero del giornale è dedicata – e non poteva essere altrimenti – al-l’accordo sulla Dpc siglato il 21 ottobre scorso dalle delegazioni della Regione Lazio e dellefarmacie pubbliche e private e poi ratificato il 31 ottobre dal presidente-commissario straordi-nario Zingaretti.Se ne parla diffusamente in altre pagine di RIF, per doverlo fare anche in questo spazio, chevorrei invece dedicare alla netta contrapposizione che, in merito all’accordo e ai suoi contenu-ti, si è registrata tra i colleghi del Sinafo e quelli di Federfarma.I quali, sui contenuti della nuova intesa per la distribuzione per conto, esprimono (legittima-mente) opinioni opposte, a dimostrazione – se ve ne fosse bisogno – di come all’interno dellaprofessione farmaceutica esista una diversificazione di interessi che finisce inevitabilmenteper riflettersi sulla funzione (e le modalità) della loro rappresentanza.È del tutto normale – per dirlo in altre parole – che Federfarma da una parte e Sinafo dall’altraabbiano diverse concezioni sui modelli di governo dell’assistenza farmaceutica pubblica.Concezioni che, in assenza di un minimo comun denominatore, rischiano di essere inconcilia-bili e di tradursi in una baruffa perenne: la storia degli ultimi anni, del resto, è lì a raccontarciche – sull’accidentato confine segnato dalla legge 405/2001 – tra i farmacisti del territorio equelli del Ssn non sono davvero mancate le occasioni di scontro, decisamente superiori aquelle di incontro.Eppure si tratta di professionisti che appartengono alla stessa famiglia professionale e che,sia pure con declinazioni differenti, concorrono al medesimo obiettivo: assicurare al sistemasanitario nazionale, e quindi ai cittadini italiani, il miglior servizio farmaceutico possibile, in ter-mini di efficienza, efficacia e – ovviamente – sostenibilità.Sono convinto che se le sigle di rappresentanza tenessero sempre presenti sia la comunematrice sia il comune obiettivo e imparassero a parlarsi un po’ di più (come ha attestato unarecentissima ricerca europea promossa proprio dai farmacisti ospedalieri, la comunicazioneintraprofessionale tra farmacisti del territorio e farmacisti ospedalieri è praticamente inesi-stente) molti problemi si avvierebbero subito sulla strada della soluzione.Qualche confortante segnale positivo in questa direzione, in tempi recentissimi, è capitato dicoglierlo: mi riferisco alle aperture pubblicamente manifestate dalla presidente della Sifo Lau-ra Fabrizio, in occasione del recente congresso nazionale della Sifo, dove ha auspicato l’ini-zio di una “fase dialogante” con i farmacisti del territorio per definire un modello di serviziofarmaceutico, all’interno della mission necessariamente condivisa della continuità assistenzia-le. “Anziché logorarci in polemiche, dobbiamo cercare un compromesso e sederci a un tavoloper discutere possibili soluzioni” ha detto la collega Fabrizio, guadagnandosi un generalizzatoapprezzamento che – questo è l’auspicio – non può né deve fermarsi alle parole.Sono convinto che sia questa la strada da seguire, e non l’ancoraggio alle dimensioni asfitti-che de “lo proprio particulare”, che finiscono inevitabilmente per tradursi in perenni baruffe in-testine che, alla fine, potrebbero risolversi in esiti infausti per l’intera professione. Perché èproprio vero che, tra i due litiganti, c’è sempre un terzo (al quale magari non si era nemmenofatto caso) che finisce per godere.Il percorso obbligato della riorganizzazione delle cure primarie può essere l’occasione per ar-rivare a un disgelo e a una nuova stagione nei rapporti tra farmacisti ospedalieri e farmacistidi comunità, entrambi indispensabili nei loro ruoli e nelle loro funzioni, senza distinzioni ma an-che senza confusioni e, soprattutto, senza cadere nella trappola di malintese quanto pernicio-se tentazioni di primazia: sono certo che – se tutti sapranno disporsi all’ascolto delle rispetti-ve ragioni, nella prospettiva necessaria della continuità assistenziale opportunamente ricorda-ta dalla presidente della Sifo – i risultati non mancheranno, e saranno anzi copiosi. Per i citta-dini, per il Ssn e per la professione farmaceutica.

Tra ospedalieri e farmacieè l'ora del disgelo

in fondo

di Emilio Croce

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Il commissario regionale alla Sanità Ni-cola Zingaretti ha firmato il 31 otto-bre il decreto commissariale che rinno-va per il triennio 2013–2015 l’accordotra Regione Lazio e farmacie per la di-stribuzione per conto (Dpc), scadutonel maggio scorso. Il decreto entrerà invigore subito dopo la pubblicazione sulBUR e la predisposizione del regola-mento attuativo.Nonostante le gravi difficoltà della Regio-ne (la cui sanità è come noto sotto ge-stione commissariale) giustificassero il ti-more di ipotesi peggiorative rispetto al-l’accordo precedente, soprattutto neicontenuti economici, il nuovo accordomantiene i livelli – decisamente più sod-disfacenti che in altre Regioni – di quelloche lo ha preceduto.�La positiva conclu-sione delle trattative – questo il primocommento della delegazione di Federfar-ma Lazio, composta da Franco Capri-no, Giuseppe Palaggi, Andrea Cicco-netti, Giuseppe Perroni e SimonettaIvella – è il frutto del “clima positivo su-bito instauratosi tra la squadra del com-missario straordinario Nicola Zingaretti ele rappresentanze della farmacia, im-prontato sulla duplice, condivisa necessi-tà di stipulare un accordo economica-mente sostenibile per le casse regionalima anche in grado di sostenere il ruolodi fondamentale presidio sanitario diprossimità delle farmacie”.Questi i contenuti salienti del protocollod’intesa, siglato il 21 ottobre e sancitouna decina di giorni dopo dalla firma delgovernatore regionale: resta la remune-razione della Dpc per fasce di prezzo,anche se viene abbandonato il criteriodel calcolo percentuale parzialmente vi-gente nel vecchio accordo e vengono ri-modulati i corrispettivi fissi dovuti allefarmacie. Le fasce di prezzo sono in tut-to sei: la più bassa, con farmaci di co-sto fino a 50 euro, prevede un fee perla distribuzione di 6,60, euro, la più alta,quella dei farmaci oltre i 1000 euro, ri-

conosce invece 20 euro di quota di re-munerazione. In mezzo, le fasce tra 50e 154,93 euro (quota per il farmacistadi 10 euro), quella tra 154,94 e 300,00euro (12 euro), tra 300,01 e 600 (13euro) e quella tra i 600,01e i 1000 (conquota per il farmacista di 15 euro).�Un elemento fortemente innovativo è il ri-conoscimento di una remunerazione per iprogetti di pharmaceutical care, che pas-seranno anche attraverso la dispensazio-ne di farmaci ex Osp 2, farmaci che inquesto modo entrano finalmente nella di-sponibilità delle farmacie territoriali, perdi più con una doppia remunerazione: laquota dovuta per la distribuzione e l’ono-rario per la pharmaceutical care. Un risultato davvero significativo, ottenu-to per la prima volta (come noto, gli exOsp 2 erano del tutto off limits per le far-macie di comunità) e che potrebbe rap-presentare un importante precedenteper analoghe decisioni in altri accordi re-gionali.�Importante anche l’introduzionedel criterio che la delegazione di Feder-farma Lazio ha definito di “remunerazio-ne composta”: in pratica all’interno delregolamento attuativo dell’accordo sa-ranno definite le molecole ex Osp 2 che– su indicazione della Regione – entre-ranno all’interno dei piani terapeutici online accanto a quelle già presenti (comeeritropoietine e ormone somatotropo),per la cui gestione sarà riconosciuta allefarmacie una remunerazione aggiuntivadi 1,50 euro a confezione (2 euro per lefarmacie rurali sussidiate). Nella sostan-za, viene riconosciuto e remunerato ilruolo professionale del farmacista nellagestione dei piani terapeutici.L’accordo contiene, prefigurandole, altreinteressanti possibilità di sviluppo: unariguarda l’impegno delle farmacie neiCUP, con il riconoscimento di una quotadi 3 euro per ogni prenotazione effettua-ta e la prospettiva di allargare la colla-borazione al servizio di cassa e alla re-fertazione.�

Un’altra si riferisce invece alla distribu-zione di presidi del nomenclatore (comegli assorbenti per incontinenti), per i qua-li è prevista la possibilità di riconoscereall’assistito la facoltà – ferma restando laquota di rimborso fissata dalla gara re-gionale di assegnazione delle fornituredei presidi – di acquistare un prodotto di-verso, pagando in farmacia la sola diffe-renza di costo.�Merita infine di essere ri-cordato che il protocollo d’intesa siglatoil 21 ottobre (con le firme della respon-sabile della Direzione Salute e integrazio-ne sociosanitaria, Flori Degrassi, per laRegione; di Franco Caprino, presidentedi Federfarma Lazio, per le farmacie pri-vate e di Massimo Serafini, ConfserviziLazio, e Michele Guarino, Farmacap,per le farmacie comunali) prevede l’av-vio di progetti sperimentali per l’acquistomediante gara regionale di ossigeno li-quido e la sua distribuzione per conto at-traverso le farmacie, con una remunera-zione prevista di 6 euro. Questa modali-tà distributiva, in ogni caso, sarà sotto-posta a verifica regionale in relazione airisparmi ottenibili.“Siamo sicuramente soddisfatti del risul-tato portato a casa” dichiara Caprino“anche perché il primo nostro obiettivo,alla luce della fase di pesante difficoltàeconomica attraversata dalle farmacie,era quello di concludere il nuovo accor-do senza arretrare rispetto ai contenutidi quello scaduto a maggio, ipotesi che,a fonte della grave situazione dei contidella Regione, ci preoccupava e non eracertamente campata in aria. Abbiamocondotto le trattative lavorando per tuttal’estate con intensità e grande determi-nazione, insistendo in particolare sul ruo-lo essenziale che la rete delle farmaciepuò recitare nella sanità di prossimità esulla necessità, dunque, di non metternea rischio gli equilibri economici.”“Debbo riconoscere pubblicamente alpresidente Zingaretti e ai suoi collabora-tori di aver mostrato al riguardo sensibili-

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Primo Piano

Novità importanti nel nuovo accordo sulla distribuzione per conto nel Lazio

Oggi si scrive Dpc, ma domani si leggerà farmacia protagonista nelle cure primarie

RIF

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tà e attenzione: l’intro-duzione nell’accordo dicontenuti innovativi co-me quelli sugli ex Osp 2e sulla previsione delleremunerazione del ruo-lo delle farmacie nellagestione dei Piani tera-peutici è frutto anche diun posit ivo cl ima diapertura al confronto”afferma ancora il presidente di Federfar-ma Lazio. “Su queste basi, si può ulte-riormente sviluppare con la Regione unpercorso di collaborazione più stringenteche porti le farmacie di comunità a di-spiegare tutto il loro enorme potenzialein termini di servizio, entrando organica-mente nel percorso di sviluppo delle cu-re primarie, che è uno degli obiettivi prin-cipali del “cantiere sanità” avviato da Zin-garetti subito dopo il suo insediamentoalla presidenza del Lazio.”Caprino fa riferimento, in particolare, alprogetto di pharmaceutical care che Fe-derfarma Lazio ha presentato ai verticidella Regione in occasione di Sanit, il fo-rum internazionale di sanità tenutosi aRoma nel giugno scorso, che prevede la“presa in carico” delle cronicità in con-certazione con il medico curante e nel-l’ambito di programmi condivisi conl’Azienda sanitaria.“È del tutto evidente che è partito unprocesso, inarrestabile, destinato a cam-biare in profondità il sistema sanitario re-gionale, partendo dalla riorganizzazionedella sanità territoriale” spiega Caprino.“Le 48 case della salute che il presiden-te Zingaretti ha già annunciato di voleraprire a partire dal 2014 ne sono l’esem-pio più significativo. La rete delle farma-cie non può limitarsi ad aspettare glieventi, ma deve provare a inserirsi attiva-mente in questo mainstream, facendo le-va sui suoi tradizionali punti di forza: ca-pillarità nel territorio, professionalità ecapacità di servizio, trasparenza, conso-lidato rapporto di fiducia con la comuni-tà. Il progetto che abbiamo presentato aZingaretti parte appunto da questi pre-supposti. ““Abbiamo spiegato al presidente” chiari-sce ancora al nostro giornale Caprino“che il percorso di riorganizzazione delle

cure primarie non può correre il rischiodi marginalizzare il ruolo della farmaciama – al contrario – deve amplificarlo avantaggio delle collettività. Per natura,vocazione, strutture, attitudine a lavora-re in rete, know how, capacità di interre-lazione con i pazienti, la farmacia è uncaposaldo della sanità di prossimità, unarisorsa non sostituibile del territorio: unruolo che va non solo riconosciuto, mache deve essere esaltato utilizzandolo almeglio, a tutto vantaggio di una sanitàpiù efficiente, più sostenibile e capace dirispondere meglio ai bisogni di salutedella collettività. Federfarma Lazio stafacendo di tutto per lavorare in questadirezione.”Qualche risultato importante, in effetti,comincia a vedersi (come appunto dimo-strano i contenuti del rinnovo dell’accor-do Dpc, sul quale peraltro non erano inmolti a scommettere), segno evidenteche le argomentazioni della farmacia tro-vano, in sede istituzionale, orecchie at-tente e sensibili.“È fondamentale, in effetti, che l’interlocu-zione con la Regione abbia subito imboc-cato la strada del confronto aperto, dellaresponsabilità e della consapevolezzache per risanare la sanità del Lazio c’èmolto lavoro e non pochi sacrifici da fare.Si tratta di due cose – il lavoro e i sacrifi-ci – che si affrontano meglio se si affron-tano insieme, senza steccati pregiudizialie senza arroccamenti” osserva ancora ilpresidente dei titolari laziali. “Proprio perquesto confidiamo di riuscire a spingerein avanti il progetto di pharmaceutical ca-re, che prevede tre fasi preliminari: l’indi-viduazione da parte delle Asl delle patolo-gie croniche sulle quali è più urgente in-tervenire, per ragioni sanitarie o ancheeconomiche; la selezione, sempre daparte delle Asl insieme ai MMG, dei pa-

zienti da arruolare e,infine, l’indicazione deifarmaci da impiegare.A questo punto, i pa-zienti scelgono unafarmacia di riferimentodove viene attivato ilprogramma di pharma-ceutical care conun’opportuna intervista al paziente, l’aper-tura e la redazione di una scheda tera-peutica, la consegna dei farmaci e il mo-nitoraggio sul loro uso, che viene docu-mentato e segnalato al MMG alla scaden-za del programma. Un modello, come sivede, che non è in conflitto con la pro-spettiva delle case della salute, che puòanzi utilmente affiancare.”Per la farmacia, secondo Caprino, quelladi un ruolo più attivo nella gestione deipercorsi terapeutici dei pazienti (alla lucedi tendenze inarrestabili come l’invecchia-mento della popolazione e l’aumento ine-vitabile delle cronicità ad esso correlato)è una strada obbligata, se davvero si vuo-le rimanere, in una logica di collaborazio-ne di rete, dentro il percorso di riforma

7 – OTTOBRE 2013 7RIF

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A lato: Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio e commissario straordinario alla Sanità.

Sotto: Franco Caprino, presidente di Federfarma Lazio.In basso: Flori Degrassi, responsabile Direzione Salute

e integrazione sociosanitaria alla Regione Lazio.

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territoriale della sanità necessario perassicurare sostenibilità al sistema, ren-dendolo al contempo più efficiente.“Basta leggere i dati di letteraturascientifica “ spiega il presidente di Fe-derfarma Lazio “per trovare la confer-ma che uno dei primi nodi da affrontaree risolvere è quello dei livelli troppo alti

di mancata aderenza alla terapia dei pa-zienti anziani e cronici, con conseguen-ze pesantissime non solo in termini sa-nitari, ma anche econo mi ci. Nel Lazio lascarsa aderenza alla terapia per malat-tie come diabete, artrite reumatoide,osteoporosi, fibrillazione atriale, dislipi-demie e ipertensione comporta una

spesa evitabile pari a quasi 600 milionidi euro all’anno.”“Alla Regione – prosegue Caprino – ab-biamo appunto prospettato la possibilitàdi realizzare programmi coerenti di ridu-zione della spesa attraverso la presa incarico dei pazienti cronici, la promozionedell’aderenza alla terapia e il monitorag-

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Primo Piano

RIF

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“La storia si ripete. Sono stati nuova-mente disattesi e ignorati i reiteratiappelli che il Sinafo Lazio, il sindacatoche rappresenta i farmacisti ospeda-lieri e territoriali, ha rivolto alla Regio-ne al fine di ascoltare anche pareri eproposte dei farmacisti pubblici perconcretizzare un accordo equo edomogeneo sulla distribuzione per con-to. L’accordo concluso da Federfar-ma e governo regionale del Lazio –che riaffida alle farmacie aperte alpubblico il compito di dispensare far-maci ad alto costo e, anche, i medici-nali ex Osp 2 – disattende gli impegniassunti dalla Regione di estensionedella platea dei partecipanti al tavolotecnico, ad hoc costituito, ricompren-dendo anche i dirigenti farmacisti delSSN che avrebbero potuto fornire un

contributo im-portante al lastesura del l ’accordo.”È il commen-to, estrema-mente critico,

che il segretario del Sinafo Lazio,Luisa Paese, riserva all’accordo Dpcappena rinnovato tra Regione e sinda-cati delle farmacie private e pubbli-che. Una critica che è, innanzitutto, dimetodo: “La Regione ha sorprenden-temente rinunciato al supporto tecni-co che poteva offrire la parte pubbli-ca del settore farmaceutico e ha con-cluso un accordo del tutto discutibile,completamente difforme da quello sti-pulato in altre Regioni e che potrebberisultare economicamente gravosoper le esangui risorse finanziarie dellaRegione” afferma infatti Paese in unasua nota.Il giudizio della rappresentante dei far-macisti ospedalieri e Ssn è che “lecondizioni economiche che sostengo-no questo accordo non appaiono par-ticolarmente favorevoli per le casseregionali. Infatti, ancora una volta, no-nostante la Regione Lazio versi in con-dizioni finanziarie disastrose, si riescea concludere per un accordo del tuttodiscutibile e soprattutto diverso da tut-te le altre Regioni italiane.”“Non solo l’accordo mantiene una re-munerazione complessivamente mol-to più alta rispetto al resto di Italia”spiega Paese “ma, in aggiunta, preve-

de anche una remunerazione aggiunti-va (definita remunerazione composta)per la gestione dei Piani terapeutici.Remunerazione che appare del tuttoinappropriata in quanto il farmacista,nel rapporto diretto con l’utente, nonpuò e non deve prescindere dagliaspetti di verifica e controllo dell’ap-propriatezza prescrittiva! L’atto pro-fessionale, lo ribadiamo con forza, vacertamente remunerato adeguata-mente ma non in misura variabile ri-spetto al valore commerciale del far-maco né tanto meno può essere pre-visto e riconosciuto un quid aggiunti-vo per una forma di dispensazionestrutturata in quanto, come detto, fi-siologicamente riconducibile a un do-veroso atto professionale.” Il Sinafo – ricorda ancora Paese nellasua nota – “ha ripetutamente invocatoil perseguimento, nell’ambito della di-stribuzione per conto, di un sistemaequo ed omogeneo in tutta Italia chetenga conto delle esigenze del cittadi-no me anche delle difficoltà economi-che attuali. Spiace ancora di più pren-dere atto dell’ atteggiamento del Go-verno regionale che aveva garantitoattenzione al problema e che, invece,ha chiuso in tutta fretta l’accordo sen-

Paese (Sinafo): “Un accordotroppo gravoso per la Regione”

Luisa Paese,segretario regionale Sinafo

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gio dei percorsi terapeutici. Se riuscire-mo a concretizzare questa prospettiva,che ovviamente presuppone una rimodu-lazione dei meccanismi di remunerazio-ne, che andranno spostati in prevalenzasu fee for service determinati congrua-mente, la farmacia non solo continuerà aessere ciò che è sempre stata, ovvero

un irrinunciabile presidio della salute nelvivo di ogni comunità, ma diventerà unacolonna forte e in alcun modo non vica-riabile della rete di cure primarie.”Il percorso è impegnativo e cosparso diostacoli, ma va imboccato con determi-nazione, come sembrano aver fatto lefarmacie del Lazio. Che, intanto, incas-

sano qualche primo risultato (come laprevisione di remunerazione del ruolosvolto nella gestione dei Piani terapeuticicontenuta nel rinnovato accordo sullaDpc) che suona come un benauguranteviatico. E dà forza e stimoli per andareavanti.

za, ripetiamo, tenere in alcun conto isuggerimenti proposti dai farmacistipubblici.”Lapidaria la conclusione del segreta-rio di Sinafo Lazio: “Un’altra occasio-ne persa!”Giudizi pesanti, subito oggetto di unainevitabile replica da parte di Feder-farma Lazio. Che, in merito all’allarga-mento del tavolo tecnico richiesta daSinafo, fa riferimento alla presenza al-le trattative (oggetto di un lavoro pro-trattosi per tutti i mesi estivi, da giu-gno fino a ottobre) di “funzionari e far-macisti pubblici della Regione Lazio,che rappresentavano degnamente lacomponente dei farmacisti pubblici.”Nessun problema, però, da parte diFederfarma Lazio, ad aprire il con-fronto anche ad altri partecipanti, nel-l’auspicabile intento di valutare e veri-ficare tutte le risorse a disposizionedel Ssn. “In questo caso, però, il me-todo va usato sempre” osserva Fran-co Caprino. “Anche i rappresentantidelle farmacie private e pubbliche so-no infatti esclusi da tutti quegli accor-di, regionali e all’interno delle singoleAsl, finalizzati all’assistenza farmaceu-tica, che prevedono obiettivi, progettie incentivi a favore dei colleghi pubbli-

ci con una spesa ospedaliera in conti-nua, rilevante e inarrestabile crescita.Al di fuori di questa prospettiva è in-fatti del tutto evidente che l’istanza dimaggiore partecipazione avanzatadal Sinafo Lazio perderebbe moltodel suo senso.”Caprino, però, ha qualche puntualizza-zione da fare in merito al duro giudiziodi Sinafo sulla remunerazione aggiunti-va: “Intanto, va detto che è previstasolo su alcune molecole che necessi-tano di un monitoraggio intensivo” pre-cisa il presidente dei titolari. “Definirlainappropriata in quanto, a giudizio diSinafo, già retribuita è – questo sì deltutto inappropriato: la vigente conven-zione nazionale prevede infatti che ilfarmacista in farmacia sia remuneratosulla base della verifica dei numerosiparametri presenti nella ricetta medi-ca. Eventuali nuovi elementi, introdotticon lo scopo di monitorare con atten-zione farmaci particolarmente delicatie costosi, esulano da tale contesto ecomportano una maggiore attività la-vorativa al banco della farmacia.”Da ultimo, Caprino osserva che le pre-visioni relative agli ex Osp2 non sonoinvenzioni saltate fuori al tavolo del-l’accordo. “Parliamo di realtà previste

in molti Paesi europei” spiega il presi-dente di Federfarma Lazio “quali adesempio il Regno Unito, che hanno datempo messo in atto tali programmi,che prevedono ovviamente una remu-nerazione per la farmacia, con lo sco-po di migliorare l’appropriatezza pre-scrittiva, ottenere maggiore aderenzaalla terapia e ridurre così i costi dovutia nuove ospedalizzazioni.”Caprino, tuttavia, sceglie la strada deldialogo: “Ho molto apprezzato, in oc-casione del congresso Sifo di Torino,le aperture della presidente LauraFabrizio in merito alla distribuzione difarmaci del Pht in farmacia e sonoconvinto che la strada da percorreresia quella di un sereno confronto tracolleghi” afferma il presidente dei tito-lari del Lazio. “Per questo spero chenel prossimo futuro si possano evitarepolemiche inutili e pretestuose: le divi-sioni non giovano a nessuno, né alservizio farmaceutico né tantomenoagli interessi complessivi dei farmaci-sti. Servirebbero più unità e compat-tezza e Federfarma Lazio è pronta afare la sua parte per raggiungerle, pertutelare la nostra professione e assi-curare maggiori servizi ai cittadini.”

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Il teatro è stato la Sala Palasciano dellaCroce Rossa Italiana, in via Toscana12, a Roma. È in quella sede, ben notaalle cronache cittadine della professio-ne per l’abituale ospitalità che vi trova-no i corsi Ecm della professione, chel’Ordine dei Farmacisti di Roma ha pre-sentato il 22 ottobre scorso il suo pro-gramma di allargamento dell’offerta

formativa, co-stituito da un“catalogo” dicorsi di forma-zione e aggior-namento a di-stanza (FAD),che andrannoad affiancare icorsi residen-ziali che l’orga-nismo profes-sionale condu-ce ormai daanni nella Capi-tale e in altrelocalità della

provincia, con un grandissimo riscon-tro tra gli iscritti.I corsi FAD vogliono dare ai farmacistidi Roma e provincia ulteriori possibili-tà di coprire per intero il fabbisognoannuale dei crediti ECM in manieraeconomica ed efficiente. L’offerta –programmaticamente intitolata Far-macista 2.0 – sarà costruita sulla ba-se delle più attuali necessità dei far-macisti di aggiornare e integrare leproprie conoscenze, anche alla lucedelle profonde trasformazioni già in-tervenute nello scenario sanitario, al-lo scopo di favorire lo sviluppo dellaprofessione in coerenza con le ten-denze che si sono andate affermandonegli ultimi anni e che prefigurano unadimensione sempre più assistenzia-le–consulenziale dei professionisti delfarmaco, sia nel territorio, sia neglialtri snodi e strutture del Ssn.

Proprio per questo il “catalogo FAD” –vera e propria “seconda costola” del-l’offerta di aggiornamento dell’Ordine– proporrà nel tempo nuovi temi di ta-glio più tecnico, per consentire agliiscritti di acquisire i materiali utili a of-frire ai cittadini–pazienti risposte piùadeguate alle loro necessità di assi-stenza.Il primo progetto formativo – una sor-ta di “numero zero” della nuova inizia-tiva – è fruibile on line a partire dalloscorso 23 ottobre (vi si accede attra-verso il sito www.ordinefarmacistiro-ma.it). Il tema è di stringente attuali-tà: La distribuzione parallela del far-maco, argomento che investe moltiambiti – dall’economia alla dimensio-ne professionale del servizio di farma-cia, dalla logistica della filiera del far-maco alle scelte di politica farmaceu-tica – e che, anche alla luce delle gra-vi ricadute a esso collegate in terminidi carenze di farmaci sul circuito di-stributivo, reclama una maggiore co-noscenza di tutti gli operatori.“Scopo del corso è quello di far com-prendere al farmacista il perché dellecarenze dei farmaci nel mercato ita-liano, ma soprattutto perché il feno-meno è concentrato nel Sud Europa”spiega Roberto Adrower di LifeScience Professional, che ha svilup-pato il modulo formativo e i suoi con-tenuti.“Il corso indaga infatti i meccanismiche – all’interno del contesto prodot-to dai concetti fondativi dei trattatieuropei, ovvero il libero mercato e illibero scambio di persone e merci al-l’interno dell’Unione europea – con-corrono a determinare l’effetto colla-terale, non previsto, delle carenzedistributive dei farmaci e delle con-nesse conseguenze in termini di inef-ficienze terapeutiche: interruzioni, ri-tardi o addirittura abbandoni del ci-clo terapeutico che possono ovvia-

mente tradursi in un aumento di co-sti per il sistema sanitario” prosegueAdrower, che spiega come il corsotenti anche di indagare “dal di den-tro” il parallel export di farmaci, ana-lizzandolo nei suoi contenuti di nuo-vo spazio di business e nei profilieconomici, tecnici (come ad esem-pio quelli legati agli obblighi connes-si alle norme delle Gdp, le buonepratiche di distribuzione) e legislativi(sia nazionali, sia europei) che lo ca-ratterizzano.Per decisione del Consiglio direttivodell’Ordine, questo primo corsoFAD (che riconosce 12 crediti for-mativi) sarà a titolo gratuito e,pertanto, non chiederà alcuna parte-cipazione alle spese agli iscritti cheintendessero fruirne. Ciò al fine diconsentire ai farmacisti della nostraprovincia di approcciare questa nuovaprocedura di aggiornamento e valu-tarne i modi di realizzazione.Gli iscritti all’Ordine, inoltre, una voltaacquisiti i crediti, troveranno l’attesta-to direttamente nella loro pagina per-sonale, così come per il diploma delcorso residenziale. Per i non iscrittiall’Ordine di Roma il costo del corso èdi euro 30,00 (compresa IVA).A breve (molto probabilmente entro laprima decade del mese di novembre)sarà fruibile – sempre tramite acces-so dal sito www.ordinefarmacistiro-ma.it – anche il corso su Gli stressper il sistema gastrointestinale, guidaall’uso degli integratori alimentari(che riconosce 15 crediti formativi). Il partner tecnico che affianca l’Ordinenell’iniziativa ha messo a disposizioneuna risorsa dedicata a rispondere esupportare ogni richiesta di informa-zione e precisazione sul programmaFAD. L’indirizzo a cui rivolgersi è iva-na.lorito@a–elle.com, o per telefonoa 0641523351 o 3246229414

7 – OTTOBRE 201310

Primo Piano

Il primo corso a distanza è già disponibile sul sito www.ordinefarmacistiroma.it

Ecm, parte il programma FAD dell’Ordine:si comincia con la distribuzione parallela

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Alla fine, ha prevalso la “linea Loren-zin” e la Legge di stabilità per il 2014ora all’esame del Parlamento –passag-gio che si annuncia piuttosto difficile etormentato – è stata approvata dalConsiglio dei ministri senza i tagli alsettore sanitario: si parlava di una ro-busta sforbiciata di 2,65 miliardi di eu-ro in tre anni. Cifra che per giorni egiorni aveva tenuto banco nelle antici-pazioni dei giornali, suscitando il corogeneralizzato delle proteste delle Re-gioni e del variegato mondo degli ope-ratori della salute. Lo stesso coro, subito dopo l’approva-zione “indolore” del provvedimento, hacontinuato a cantare, cambiando radi-

calmente spar-tito. Se infatti alivello generalela manovra delGoverno nonha suscitatoentusiasmi e haanzi incassatopesanti critichea 360°, dal laConfindustria aisindacati, bendiverse sono

state lereazionidel mon-do dellas a n i t à :

l’esecutivo, e in particolare il ministrodella Salute Beatrice Lorenzin, sonostati destinatari di un apprezzamentogeneralizzato davvero inusitato perestensione e intensità.La prima valutazione positiva è venutadalle Regioni (spesso in passato ai fer-ri corti con il ministro): “Scelta positi-va, quella di rinunciare a ulteriori taglisulla sanità, siamo soddisfatti che sia-no state ascoltate le nostre buone ra-gioni” ha detto il presidente della Con-ferenza Vasco Errani. “Si esce final-mente da una visione ragionieristica esi ridà una prospettiva alla sanità. Orabisogna proseguire il confronto tra Re-gioni e Governo sul nuovo Patto per lasalute, dove bisognerà lavorare alladefinizione dei livelli essenziali di assi-stenza e alle misure di su sprechi einappropriatezze.”Positive anche le reazioni di Farmindu-stria e Federfarma. Per l’associazionedelle aziende del farmaco, il presiden-te Massimo Scaccabarozzi ha salu-tato con favore il fatto “per la primavolta in sei anni, una manovra finanzia-ria non va a reperire le risorse dallafarmaceutica per coprire i buchi di al-tre voci della spesa. Il ministro e il Go-verno hanno dato prova concreta di ri-conoscere questo settore come un as-set industriale e ad alta tecnologia,strategico per il rilancio dell’economiae del Paese.”

Analoga la posizio-ne di Federfarma:“È estremamentepositivo” ha com-mentato la presi-dente AnnarosaRacca “che il mi-nistro Lorenzinabbia tenuto con-to delle preoccu-pazioni degli ope-ratori riguardo al-le conseguenzenegative che ulte-riori tagli avrebbe-

ro prodotto sull’efficienza del serviziofarmaceutico. Ora sarà possibile apri-re un confronto tra istituzioni e farma-cie sullo sviluppo del settore farma-ceutico e sul ruolo che le farmaciestesse, in sinergia con i i medici di me-dicina generale, possono assumerenel processo di potenziamento dellecure primarie.”Anche Andrea Mandelli, senatore epresidente della Fofi, ha espresso ilsuo ringraziamento e il suo plauso aLorenzin e al Governo “Si sono adope-rati per evitare una soluzione poten-zialmente disastrosa per il Paese.Quando si interviene sulla sanità in mo-do indiscriminato si corre un duplice ri-schio: tagliare le gambe a un estesocomparto industriale che va dalle tec-nologie diagnostiche fino al farmaco eche oggi ancora in grado di assicurareoccupazione ed export, e intaccare lacoesione sociale.“ Enrique Häusermann, presidente diAssoGenerici, ha seguito la falsariga,esprimendo in una nota il “doverosoapprezzamento per l’esecutivo e per ilministro Lorenzin per quella che ci au-guriamo sia un’inversione di tendenzarispetto alla politica dei tagli lineari.”Per Häusermann, si tratta ora di riqua-lificare i meccanismi di spesa, a co-minciare dal “pay–back, a propositodel quale non è accettabile che venga-no chiamati al rimborso i produttori digenerici.”Un plauso alla decisione del Governo èvenuto anche da Federfarma Servizi,l’associazione delle aziende di distribu-zione e servizi gestite direttamente dafarmacisti. Secondo il presidente An-tonello Mirone, i tagli alla spesa far-maceutica avrebbero inciso drammati-camente su un comparto già in soffe-renza da anni. Mirone, con l’occasione,ha rilanciato l’idea dei Leaf, ossia i li-velli essenziali di assistenza farmaceu-tica, “indispensabili affinché la farma-cia e la distribuzione intermedia sianomesse nelle condizioni di dare risposteefficaci ed efficienti ai bisogni di salutedella collettività sociale.”Anche i medici della Fimmg, con il se-gretario nazionale Giacomo Milillo, sisono aggiunti alla lista, parlando di

Fatti & persone

La Legge di stabilità all’esamedel Parlamento senza tagli alla Sanità

In alto: Vasco Errani,presidente della regione Emilia–Romagna.A lato: Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria. Sotto: Beatrice Lorenzin, ministro della Salute

7 – OTTOBRE 201312 RIF

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“una buona notizia che consente diguardare al futuro e di pensare a unariorganizzazione del Ssn e, in partico-lare, della medicina generale” e ringra-ziando il ministro della Salute Lorenzin,“che si è battuta con vigore in difesadel Ssn.”

Provvedimento dell’Agcm nei confronti di un sito ingleseche operava anche in Italia

Dall’Antitrust, stopalla vendita on linedi farmaci eticiArriva il primo provvedimento dell’Anti-trust contro il sito inglese che – inspregio evidente di tutte le norme ita-liane – commercializzava farmaci eticisul web all’indirizzo www.121doc.net(“insegna” che ha sostituito la prece-dente www.121doc.it). L’Autorità ga-rante del mercato e della concorrenzaha infatti sospeso la vendita on line difarmaci etici effettuata dal sito. Il provvedimento dell’Antitrust, assuntoil 18 settembre ma comunicato soltan-

to all’inizio di ottobre, ha disposto il di-vieto di vendita di farmaci etici tramiteinternet in via di urgenza (l’applicazioneè scattata il 7 ottobre). In caso di inot-temperanza, l’Authority potrà disporreuna sanzione amministrativa compresatra i 10 mila e i 150mila euro; nel-l’eventualità di inadempienza reiterata,scatterebbe invece la sospensione del-l’attività di impresa per un periodo nonsuperiore a 30 giorni.Il provvedimento è stato comunicato an-che alla Commissione europea e alloStato membro in cui è stabilito il titolaredel sito, ovvero il Regno Unito, anchese la società Hexpress Ltd, titolare deldominio 121doc, è attiva anche in altri10 Stati dell’Unione europea.Soddisfatte, ovviamente, le rappresen-tanze di farmacie e farmacisti: il prov-vedimento dell’Agcm conferma infattiquanto sostenuto dalla categoria nellesue denunce contro l’attività del sito,ovvero l’illegittimità di ogni attività divendita online di farmaci etici: la vendi-ta del farmaco – a termini di legge –deve infatti essere effettuata con lacompresenza fisica del farmacista edel paziente e in ogni caso la mancataprescrizione di un medico italiano nonpuò, come scrive l’Antitrust, “esseresostituita dalla compilazione di un me-ro formulario controfirmato da un me-

dico stranieronon legittimatoad operare nelnostro Paese.”Per conseguen-za, la decisionede l l ’ A u t o r i t ànon poteva cheessere quelladi intimare al si-to la sospen-sione cautelare dell’attività di e–com-merce sugli etici. Il provvedimento fina-le, relativo all’effettiva adozione di pra-tiche commerciali sleali da parte dei ti-tolari del sito 121doc, dovrà essereconcluso dall’Antitrust entro il 28 feb-braio 2014.L’Aifa, da parte sua, ha voluto specifi-care che come l’intervento dell’Agcm,volto a tutelare la salute dei consu-8

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In alto: Enrique Häusermann, presidente di AssoGenerici

Sotto: Giacomo Milillo, segretario nazionale della Fimmg

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matori, è stato deciso anche a se-guito dell ’ indagine condotta dallastessa Agenzia del farmaco e dai Nasdei Carabinieri in collaborazione con ilministero della Salute e il ministerodello Sviluppo economico, dopo le se-gnalazioni di Guardia di Finanza, Fe-derfarma e Fofi. Il provvedimento rap-presenta il risultato finale di un’indagi-ne mirata svolta con strumenti di in-telligence informatica, oltre che sui si-t i sopra r icordati, anche su ana -

gen.net e webpharmacy.biz, quest’ul-timo dedito alla commercializzazionedi farmaci generici soggetti a prescri-zione medica. Tutti i siti che – come emerso dalle in-dagini – contenevano informazionifuorvianti, tali da indurre il consumato-re italiano a ritenere erroneamente “le-cito” l’acquisto di farmaci on line, cheinvece – come già ricordato – lecitonon è.

Metodo, appropriatezza e competenze:sono gli “ingredienti” che servono percontrastare la crisi delle risorse sanita-rie, almeno secondo la Sifo, la Societàitaliana di farmacisti ospedaliera, chedal 17 al 20 ottobre ha celebrato a Tori-no il suo 34° congresso nazionale, de-dicato al tema Progettare insieme il fu-turo tra continuità e cambiamento: sani-tà, professioni e cittadini.

Tre “ingredienti” che i farmacisti ospe-dalieri (circa 3000 in Italia, impegnatiin modo capillare negli ospedali e nellestrutture Ssn del territorio) sono ingrado di offrire, insieme a tutta la loroesperienza e preparazione, consenten-do ai cittadini di ricevere le cure più in-novative e “su misura”.Quelli del congresso torinese sono statinumeri da record: più di 1200 iscritti (dicui il 25% under 35), 150 docenti, 80ospiti, 986 abstract presentati di cui871 accettati. Il tutto in una cornice dilavori costituita da un grande eventod’apertura, nove simposi, 12 sessioniparallele, due workshop replicati in di-versi orari e sette sessioni plenarie.“Sono orgogliosa del lavoro svolto inquesti anni dalla nostra società scientifi-ca – ha affermato la presidente LauraFabrizio, ricordando come il buon im-piego delle risorse sia uno dei temi cen-trali della sanità pubblica. “La Sifo èpromotrice di iniziative importanti e si-gnificative che hanno, tra gli altri obietti-vi, quello di far risparmiare risorse insanità che potranno essere reinvestite

all’interno delle strut-

ture sanitarie in farmaci innovativi e di-spositivi all’avanguardia perché le curemigliori arrivino a tutti” spiega Fabrizio. “Basti pensare ai progetti relativi all’in-troduzione del farmacista nei reparti, aquelli per il monitoraggio della distribu-zione diretta e a tutti i progetti di ricer-ca e di studio sull’appropriatezza e sul-la sicurezze delle cure.”In termini più concreti, per ottimizzarel’impiego delle limitate risorse di cuipuò oggi disporre la sanità, la Sifo pro-pone di passare attraverso soluzioni,anche distributive, che permettano nonsolo un risparmio sui farmaci, ma an-che un miglioramento dell’appropriatez-za. “La distribuzione dei farmaci più in-novativi e ad alto costo direttamente inospedale” afferma Fabrizio “rappresen-ta un risparmio rispetto alle forme di-stributive tradizionali ed è sostenutaanche dal supporto del farmacistaospedaliero, che è in grado di fornire alpaziente consigli sulla modalità miglio-re per assumere i farmaci, a garanziadi appropriatezza e della sicurezza”È pur vero, ammette Fabrizio, che cisono farmaci innovativi che possonoanche essere distribuiti nelle farmaciedi comunità, ma per altri “la distribu-zione diretta nelle farmacie ospedalie-re è vincolante. Nelle farmacie potreb-bero ad esempio essere distribuiti iPht, ma i farmaci più a rischio, comegli oncologici per via orale, è bene cherimangano nelle farmacie ospedaliere”afferma la presidente Sifo “ visto che,tra l’altro, il paziente si reca presso lestrutture ospedaliere per il periodicofollow up.”Consapevole di toccare un punto criti-co, che in passato ha innescato fortipolemiche tra ospedalieri e farmacistidi comunità, la presidente Sifo si è pe-rò subito preoccupata di precisare:“Quale che sia la posizione professio-nale, noi farmacisti siamo tutti parte diun unico Ssn, con la missione condivi-sa della continuità assistenziale” spie-ga Fabrizio.”Per questo, anziché logo-rarci in polemiche, dobbiamo cercareun compromesso e sederci a un tavoloper discutere possibili soluzioni. Noifarmacisti ospedalieri siamo pronti edisponibili».

Fatti & persone

8

Dall’evento che ha portato a Torino 1200 ospedalieri, emerge la proposta di un tavolo per la distribuzione diretta

Congresso Sifo, apertura al confrontoe numeri da record

In alto: Annarosa Racca, presidente di Federfarma.A lato: Laura Fabrizio, presidente Sifo.

7 – OTTOBRE 201314 RIF

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Un’apertura che il sindacato dei titolaridi farmacia ha subito colto e apprezza-to: “È positivo che la presidente Sifo ri-conosca che una cosa sono i farmacidi stretto controllo ospedaliero e un’al-tra quelli che, invece, possono esseredistribuiti anche nelle farmacie territo-riali” ha commentato la presidente diFederfarma Annarosa Racca, salu-tando con favore le dichiarazioni di

Laura Fabrizio. “Sosteniamo da sem-pre che ci siano farmaci che fannoparte del Pht che devono essere distri-buiti esclusivamente nelle farmacie ter-ritoriali, con ricadute positive sia per lacittadinanza, che troverebbe farmaciutili nella farmacia sotto casa, sia peril sistema sanitario che ne avrebbe ri-sparmi significativi.”

Da Strasburgo via libera alla carta europea dei professionistiper esercitare in altri Stati

Professioni, spostarsi sarà più facile grazie alla tessera Ue sarà inviata

automatica-mente al tito-lare d i unaqualifica pro-fessionale.Un’a l tra im-portante mi-sura conte-nuta nella di-rettiva appro-vata a Stra-sburgo con-sentirà di im-pedire che i professionisti condannatiper un crimine o sottoposti a gravesanzioni disciplinari nel Paese d’origi-ne possano esercitare la professionein un altro Stato membro: via IMI, tuttigli Stati membri dell’UE dovranno es-sere informati di eventuali condanneo sanzioni a carico del professionistaentro tre giorni.Positivi i primi commenti seguiti in Ita-lia al provvedimento: “È un cambia-mento molto positivo – commentaAmedeo Bianco, presidente dellaFederazione degli Ordini dei medici –Lo sforzo dell’Unione europea di ar-monizzare l’accesso alle prestazioni ealle professioni non può non prevede-re delle regole comuni a tutti. È unprincipio di rigore e sicurezza. Il me-dico radiato per un comportamentoriprovevole non può esercitare in unaltro Stato’’.

Cambiare Paese di residenza e conti-nuare a esercitare la propria profes-sione. Entro due anni sarà possibile intutta l’Unione Europea, grazie a unadirettiva approvata a larga maggioran-za (596 sì, 37 no, 31 astenuti) dal-l’Europarlamento lo scorso 9 ottobre.Ottiene così il via libera la “carta eu-ropea dei professionisti” che permet-terà a chi vuole trasferirsi ad eserci-tare in un altro Stato di compiere tut-te le procedure di riconoscimento eabilitazione nel Paese di origine.Il provvedimento, che modifica la di-rettiva 2005/36/CE relativa al ricono-scimento delle qualifiche professiona-li, dovrà ora ricevere l’approvazioneformale da parte del Consiglio Ue, co-sì come prevedono le procedure dico–decisione e, dopo la sua pubblica-zione nel Giornale Ufficiale della Ue,gli Stati membri avranno due anni ditempo per recepirla nelle legislazioninazionali. La carta si applicherà in pri-mis a medici, infermieri, ostetriche,farmacisti, dentisti, veterinari e archi-tetti, cioè le sette professioni già au-tomaticamente riconosciute in tutti iPaesi dell’Unione, su un totale di circa800 professioni regolamentate (allequali, grazie anche al nuovo provvedi-mento, il riconoscimento potrà esse-re progressivamente esteso).Secondo la relatrice parlamentare, lasocialista francese Bernadette Ver-

gnaud, la carta “può essere un im-portante simbolo e un vero strumen-to di cittadinanza europea” e puòconsentire di far superare l’ostacololinguistico, particolarmente sensibilead esempio in Belgio, dove attual-mente “a una infermiera olandeseviene impedito di lavorare nelle Fian-dre perché non in grado di parlarefrancese.”‘’Le nuove regole – spiega una notadell’Europarlamento – accelererannoil processo di riconoscimento, che inalcuni casi potrebbe richiedere un mi-nimo di quattro settimane’’. Il sistemasi baserà sull’attuale sistema d’infor-mazione del mercato interno (IMI) trale amministrazioni degli Stati membri.In pratica, grazie alle tessere profes-sionali europee verranno sensibilmen-te facilitati e ridotti i tempi del pro-cesso di riconoscimento: il titolare diuna qualifica professionale potrà infat-ti chiedere al proprio Paese di originedi completare tutte le fasi preparato-rie, anziché (come avviene oggi) fardomanda presso il Paese ospitante.Sono anche previste misure finalizza-te a evitare lungaggini e a sopperireai ritardi dovuti alle eventuali ineffi-cienze delle burocrazie: qualora unoStato membro ospitante non adottiuna decisione entro il termine stabili-to dalla direttiva, la tessera professio-nale europea si intenderà rilasciata e

7 – OTTOBRE 2013 15RIF

A lato: Amedeo Bianco, presidente della Federazione degli Ordini dei medici.

Sotto: Bernadette Vergnaud, deputata al Parlamento europeo.

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Con una nota inviata a inizio ottobre al-le organizzazioni dei produttori farma-ceutici (Farmindustria, Assogenerici eAssosalute) e a Federfarma, l’Aifa haconfermato il proprio impegno ad ac-celerare il percorso per mettere fineagli smaltimenti di farmaci originati davariazioni formali dei bugiardini. Comesi ricorderà, la questione – sollevatada tempo dalle organizzazioni dei far-macisti, anche per le diseconomie pro-dotte dagli sprechi connessi al feno-meno – è stata recentemente affronta-ta dal “decreto del Fare”, poi converti-to con la legge 98/13, grazie a unemendamento del senatore Pdl An-drea Mandelli in base al quale “neicasi di modificazioni apportate al fo-glietto illustrativo, l’Aifa autorizza la

vendita al pub-blico delle scor-te, subordinan-dola alla conse-gna al cliente,a cura del far-macista, di unfogl ietto i l lu -strativo sostitu-tivo conforme aquello autoriz-zato.” L’Agenzia delfarmaco con-ferma la volon-tà di individuarele modalità piùidonee per ap-plicare la nor-ma, tra le quali

viene considerata prioritaria la realizza-zione al proprio interno della Banca da-ti degli stampati (Bds). La stessa Aifaha reso noto che i suoi uffici “stannogià lavorando da diversi mesi con ilfornitore informatico per progettare ilsistema di pubblicazione degli stampa-ti Bds sul portale.”

L’Aifa conferma anche che la realizza-zione del sistema è in fase avanzata eche, una volta collaudato, condivideràcon la filiera le modalità attuative piùappropriate. L’Agenzia ha ribadito inol-tre che fino alla definizione di tale nuo-vo meccanismo continuerà a emanarei provvedimenti di esaurimento scortein base ai criteri vigenti.

Il dato è emerso da un’indaginesulla percezione dell’accesso alle curecondotta in otto Paesi europei

Barometro Salute,calo di fiducianella sanità italianaCosa pensano i cittadini italiani ed euro-pei su temi come parità di accesso allecure mediche, prevenzione, assistenzaagli anziani e alle persone non autosuffi-cienti, nuove tecnologia al servizio dellasalute e del benessere?Una risposta prova a darla la settima edi-zione del Barometro Internazionale Salu-te e Società, indagine condotta tra uncampione di cittadini di otto Paesi euro-pei e degli Stati Uniti, realizzata da pro-dotto da Csa (Cercle santé société) e dalGruppo Europ Assistance.Per il nostro Paese, non mancano le in-dicazioni interessanti. La prima è chesiamo in decisa controtendenza perquanto riguarda la fiducia nella sanitàpubblica e la percezione sull’accesso al-le cure mediche, voci mediamente increscita negli altri Paesi europei e inve-ce in forte calo in Italia: solo un cittadi-no italiano su quattro (il 28%, in calo di16 punti percentuali rispetto allo scorsoanno) è fermamente convinto che l’ac-

cesso alle cure mediche sia paritarioper tutti. Per quanto riguarda la fiducia,invece, gli italiani evidentemente non sicurano molto dei giudizi dell’Oms chemantengono il nostro sistema sanitarioai primi posti del mondo: il voto che inostri connazionali (complice probabil-mente anche la congiuntura economicanegativa) esprimono nei confronti delSsn è di 3.2 su 10, in diminuzione dimezzo punto rispetto al 2012. Il votomedio espresso dai cittadini europei (inun quadro comunque piuttosto eteroge-neo) è pari 4.7 su 10, con picchi comela Francia in alto (5.1) e la Polonia inbasso (2,8, più o meno sui livelli italia-ni). Peggiora decisamente la situazionein Spagna, dove la fiducia nella sanitàpubblica scende a 4,8 (era 5,1 l’annoscorso e addirittura 5,4 nel 2011).In Italia, però, migliora invece la perce-zione sulla competenza dei nostri me-dici, con un voto di 4.8 su 10. Tra le altre risultanze, va registrata latendenza – che si conferma anno do-po anno – a utilizzare internet per re-perire informazioni in merito alle curemediche (l’Italia, però, si rivela più reti-cente rispetto ad altri Paesi: il 90%degli italiani dichiara infatti di nonscambiare mai informazioni, pareri etestimonianze su internet e social net-work in merito alla salute e solo un9% dichiara di farlo occasionalmente).Il campione di intervistati si è rivelatofavorevole all’utilizzo di applicazioni sudispositivi di telefonia mobile per ilmonitoraggio dei parametri medici,come per esempio la misurazione de-gli zuccheri. Molto apprezzata anchel’ipotesi di utilizzare una webcam perle consultazioni specialistiche. Anchegli italiani. al riguardo, sono perfetta-mente allineati alla media europea(68%), in contraddizione solo apparen-te con lo scarso interesse manifestatoper internet: la chiave di lettura po-trebbe infatti essere che il web va be-ne sì, ma solo se dall’altra parte l’in-terlocutore è un professionista.Dall’indagine, emerge anche che gli ita-liani tendono a non rinunciare alle curea cause delle ristrettezze economiche.Per quanto riguarda assistenza agli an-ziani e alle persone non autosuffi-

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Tra gli obiettivi, quello di mettere fine agli sprechi dovuti a variazioni formali dei foglietti illustrativi

Aifa, banca dati sui “bugiardini” prossima al collaudo

Andrea Mandelli, presidente della Fofi

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cienti, l’Italia il registra il peggiorpunteggio, a cui si aggiunge una gran-de sfiducia nei confronti degli aiuti pub-blici. In questo contesto, l’assistenzadomiciliare viene come la strada dapercorrere, a dispetto di ricoveri e ca-se di cura.In merito alle possibile soluzioni daadottare per il finanziamento del siste-ma sanitario, gli Italiani marcano sensi-bili differenze. Se in Europa il 38% ve-drebbe di buon grado il ricorso ai con-tributi obbligatori, solo il 21% degli Ita-liani – in perenne “lite” con il sistemadi tassazione nazionale – si dichiaranofavorevoli a questa soluzione. La metà

dei nostri concittadini (51%) farebbe in-vece ricorso d un aumento della fran-chigia all’atto della prestazione medica(contro il 33% della media europea) e il28% dichiara di volersi affidare ad as-sicurazioni private, in linea con la me-dia europea (29%).Un primato italiano, tuttavia, il Barome-tro finisce per registrarlo, ed è quellorelativo all’opinione sull’incidenza dei si-stemi sanitari sulla crescita economicadel Paese. Opinione che è largamentepositiva in tutta Europa (media 74%, ov-vero tre cittadini su quattro), ma che inItalia arriva addirittura all’85%.

Dopo la segnalazione dello scorsomese di giugno relativa alla scarsaapplicazione, da parte delle Asl, deimeccanismi di concorrenza nell’ap-

provvigionamento dei farmaci, l’Anti-trust torna a mettere la questione nelmirino. A finire sotto osservazione, questavolta, sono gli accordi regionali con lefarmacie sulla distribuzione per conto(Dpc): troppe difformità sul territorionazionale, sia in termini di condizionieconomiche, sia in termini di ricadutanelle modalità di accesso al farmacoda parte dei cittadini. Ma per l’autorità presieduta da Gio-vanni Pitruzzella non si tratterebbedell’unico problema: in una lettera diosservazioni inviata a inizio ottobre aministero della Salute, Conferenza del-le Regioni, Aifa e presidenti delle Re-gioni, il Garante per il mercato e laconcorrenza richiama le amministrazio-ni a operare in un quadro di maggiorecompetitività, ricorrendo anche nellastipula degli accordi Dpc con farmaciee grossisti a meccanismi più competiti-vi, come le gare d’appalto per servizi. Secondo l’Antitrust, è opportuno chele Regioni “perseguano modalità mag-

L’Autorithy ha inviato una lettera di osservazioni a ministero Salute, Aifa e Regioni: “Serve più competività”

Dpc, troppe differenze tra Regione e Regione, richiamo dell’Antitrust

giormente competitive nella selezionedei distributori intermedi e finali”, atti-vando “procedure di selezione a evi-denza pubblica” e ponendo dunque lecondizioni per produrre maggiori ri-sparmi per il Ssn. Alle osservazioni dell’Antitrust haprontamente replicato Federfarma, ri-cordando come la questione delle dif-ferenze distributive dei farmaci esi-stenti sul territorio sia stata più voltedenunciata in tutte le sedi istituzionaliproprio dal sindacato titolari, che hasempre evidenziato le disparità di trat-tamento che ne discendono, sostan-ziando nei fatti il mancato rispetto deiLivelli essenziali di assistenza in mate-ria di assistenza farmaceutica. Al riguardo, Federfarma ha più volteavanzato la proposta (sia alle Regioniche al Governo) di definire le modalitàorganizzative della Dpc in un accordoquadro nazionale, in modo da garanti-re procedure di distribuzione uniformisul territorio e costi contenuti e tra-sparenti.

Caro–tariffe, il ministero della Salute, dopo le proteste di industrie, medici e cittadini, propone un taglio secco

Omeopatici, costodei rinnovi verso unariduzione del 70%Sembra avviarsi a soluzione il proble-ma dei costi che le aziende omeopati-che devono sostenere per il rinnovodell’autorizzazione dei loro prodotti. Ilministero della Salute ha infatti propo-sto all’Aifa di ridurre del 70% i costidei rinnovi dei farmaci omeopatici, ac-cogliendo così le istanze dei produtto-ri, dei medici e degli stessi cittadiniche utilizzano l’omeopatia, che aveva-no fatto fronte per chiedere un inter-vento urgente finalizzato a limitarel’aumento delle tariffe di registrazionee rinnovo dei prodotti, previsto dallalegge Balduzzi.

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Giovanni Pitruzzella, presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato 8

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Le nanotecnologie nella terapia oftalmica dell’occhio secco

L’occhio secco è una patologia complessa che coinvolge l’Unità Funzionale Lacrimale (LFU), un sistema integrato comprendente,superficie oculare (cornea e congiuntiva), palpebre, ghiandole (Meibomio, Lacrimali, Cellule Caliciformi, ecc…) e nervi sensoriali.Il problema centrale dell’occhio secco è la perdita di acqua dal film lacrimale la cui osmolarità aumenta oltre il limite normaledi 311 mOsm/L a causa dell’aumento della concentrazione dei sali in esso disciolti. Questa perdita di acqua e l’aumentodell’osmolarità può risultare da qualsiasi condizione che diminuisca la produzione di lacrime o aumenti l’evaporazione dellestesse, e porta come conseguenza una marcata diminuzione della densità delle cellule caliciformi (Goblet cells).

La perdita di cellule caliciformi è importante perché esse producono la componente mucinica, il più interno dei tre strati dellalacrima, che ha la funzione di rendere bagnabile la superficie corneale altrimenti idrofobica. La diminuzione della secrezione delle lacrime è causata da qualsiasi condizione che danneggi le ghiandole lacrimali o i dottisecretori oltre ad alterazioni ormonali, malattie autoimmuni, e stati infiammatori. La secrezione delle lacrime può diminuire acausa di una condizione che riduce la sensibilità corneale, includendo diabete, herpes zoster o lenti a contatto e interventichirurgici che possono coinvolgere la cornea o i nervi corneali.

L’80% dei casi di occhio secco è di tipo evaporativo ed è dovuto ad un’alterazione dello strato lipidico del film lacrimale, cheha la funzione di proteggere lo strato acquoso sottostante. Quando lo strato lipidico è carente, l’evaporazione dallo stratoacquoso aumenta, determinando così instabilità del film lacrimale stesso, con conseguenti alterazioni della normale fisiologiadell’epitelio corneo–congiuntivale. Esistono in commercio sostituti lacrimali in collirio che, per la loro composizione, hanno lo scopo di integrare i diversi strati delfilm lacrimale (mucinico, acquoso, lipidico), ma la vera novità tecnologica recentemente apparsa sul mercato, è un colliriocostituito da una soluzione nanotecnologica a base di vitamine A ed E e liposomi: Lacrisek®spray e Lacrisek®ofta.

Il Lacrisek®spray spruzzato sull’occhio chiuso passa rapidamente sulla superficie corneale, attraverso la rima palpebralegrazie alla sua composizione lipidica. In questa maniere reintegra lo strato lipidico del film lacrimale, apportandovicontemporaneamente anche le due vitamine liposolubili, oltre che sulle palpebre e sulla rima palpebrale. La vitamina E è tra i più potenti agenti antiossidanti ed ha un dimostrato effetto protettivo nei confronti dei danni indotti dairadicali liberi (perossidazione dei lipidi delle membrane cellulari), sia dopo lesioni chirurgiche, che patologiche. La vitamina A ha attività di immunostimolante, antiossidante e riepitelizzante.Recentemente alcune pubblicazioni scientifiche hanno riportato che la vitamina A può essere in grado di favorire la produzionedella mucina MUC16, importante elemento per la bagnabilità della superficie oculare.Esiste inoltre una interazione tra Vitamina A e Vitamina E, in quanto quest’ultima facilita l’assorbimento della prima,aumentandone la concentrazione intracellulare.

Lacrisek®spray e Lacrisek®ofta rappresentano quindi l’evoluzione dei normali colliri in quanto ripristinano rapidamentela normale fisiologia della superficie oculare grazie ai minuscoli liposomi ed alle vitamine.Le nanotecnologie offrono diversi spunti applicativi negli ambiti più svariati e diversi. Tra le varie tipologie di nanoparticelle, iliposomi hanno trovato maggiore applicazione a livello commerciale, grazie ai diversi vantaggi che sono in grado di offrire.Le soluzioni nanotecnologiche rappresentano l’evoluzione dei normali colliri, in quanto permettono di veicolare le sostanzelipofile, come le Vitamine, non solubili in acqua.Il maggiore limite all’utilizzo di soluzioni nanotecnologiche è quello della stabilità, solo alcune metodologie di produzionegarantiscono la protezione dall’ossidazione delle sostanze contenute nella soluzione. Inoltre la nanotecnologia ha permesso diformulare delle soluzioni stabili e sterili, senza l’aggiunta di eccipienti.

Quindi le soluzioni nanotecnologiche di Lacrisek®spray e Lacrisek®ofta permettono di ottenere diversi vantaggi terapeutici:

• Veicolare sulla superficie corneo–congiuntivale le Vitamine A ed E altamente biodisponibili;

• Integrare e stabilizzare lo strato lipidico del film lacrimale;

• Diminuire il numero delle somministrazioni giornaliere;

• Attenuare o eliminare il discomfort del paziente con occhio secco;

• Aumentare la compliance del paziente.

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Soddisfatte ma ancora diffidenti le im-prese del settore, che prima di cantarevittoria aspettano di vedere “tutto scritto

nero su bianco”.L’aumento, se-condo quantodenunciato nellescorse settima-ne dalle indu-strie di farmaciom e o p a t i c i ,“avrebbe rischia-to di eliminaredal mercato di-verse centinaiadi medicinali”,mettendo a ri-schio “l’esisten-za stessa dell’in-tero settore”.“Voglio credereche la promessadi un taglio delletariffe di rinnovosarà mantenuta– spiega FaustoPanni, presiden-te di Omeoim-prese – ma ser-ve un decretolegge che scrivanero su biancotutto questo” per-ché il dato di fat-to è che “attual-mente chi vuole

rinnovare l’autorizzazione a vendere unprodotto, paga 3.062 euro”. Cifra enor-me se moltiplicata per tutti i tipi di farma-ci omeopatici, anche i meno venduti, e ledifferenti diluizioni presenti sul mercato.Altro problema riguarda le tariffe per lenuove registrazione. “Mi auguro – con-clude Panni – che decidano di allinearciai livelli europei dove si paga un terzo diquanto attualmente paghiamo noi”.A salutare positivamente la prospettivadella revisione al ribasso delle tariffe diautorizzazione sono i deputati del PdDonata Lenzi e Filippo Fossati, ri-spettivamente capogruppo e compo-nente della commissione Affari socialidella Camera, per i quali è certamentepositivo che i costi vengano riportati alivelli simili “a quelle di altri stati euro-

pei qual i Francia e Germania”. Un risultato che, secondo i due parla-mentari, è il “frutto dell’impegno di me-dici, operatori del settore e pazienti” e“consente di assicurare un quadro dicertezza alle imprese produttrici e ri-spondere alla domanda di cura di oltre8 milioni di cittadini”.Tuttavia, per Lenzi e Fossati si trattasolo un primo passo sulla strada del“riassetto complessivo della materia”.A questo, sostengono i deputati, do-vrebbe seguire la costituzione di un ta-volo tra aziende produttrici e Aifa “perchiarire i requisiti dei dossier tecniciper la definizione dei medicinali omeo-patici”, che semplifichi le procedureper il rinnovo delle registrazioni “preve-dendo tempi congrui rispetto alla moledi lavoro sviluppato”.

È quanto emerge da uno studio europeo condotto su un campionedi cittadini di dieci diversi paesi

Autocura, il primoriferimento restail farmacistaLa stragrande maggioranza delle per-sone, in presenza di piccoli disturbi disalute, prova in prima istanza a risol-verli autonomamente, con il ricorso afarmaci e rimedi senza obbligo di pre-scrizione. L’autocura, insomma, è unapratica diffusa e quotidiana. Ma, forse,non sufficientemente indagata, almenoin quella che è la sua percezione trachi (i cittadini) l’ha ormai inglobata nelsuo corredo di abitudini. Ad accendereun riflettore al riguardo ha provato l’Ep-posi, un think tank belga no profit cheda vent’anni produce analisi, studi econsulenze nell’ambito delle politichesanitarie, conducendo un’indagine fina-lizzata su un campione di 1901 perso-ne di dieci diversi Paesi europei ((Dani-marca, Finlandia, Francia, Germania,Italia, Paesi Bassi, Polonia, Scozia,Slovacchia e Spagna).

La rilevazione, effettuata nella scorsaestate, ha prodotto un rapporto cheoffre indicazioni interessanti. La primaè l’asimmetria che esiste tra la consa-pevolezza, molto diffusa, che prender-si cura di sé è fondamentale per la ge-stione della salute e la prevenzione(nove cittadini su dieci) e la molto scar-sa self confidence nelle proprie capaci-tà di autocura: solo due cittadini sudieci si fidano pienamente delle pro-prie capacità di individuare la giustasoluzione al proprio problema. Lamaggioranza del campione ha affer-mato che preferisce affidarsi, al riguar-do, ai professionisti sanitari, tra i qualiil farmacista, indicato dal 38% dei con-sumatori, precede il medico (27%) einternet (18%) come fonte primaria diinformazioni sui medicinali da banco ecome punto di riferimento cui chiederesupporto in caso di disturbi minori. La tendenza consolidata di arretramen-to delle politiche di welfare, sulla spin-ta di problemi di sostenibilità economi-ca, è inevitabilmente destinata a tra-dursi in un ruolo sempre più attivo deicittadini nella gestione delle loro salu-te, anche attraverso un maggior ricor-so all’automedicazione. Che, peraltro,è una prospettiva che l’80% del cam-pione interpellato considera con favo-re, soprattutto se consigliata dal medi-co (32%) e dal farmacista (24%), o an-che spontaneamente (18%), a patto dipossedere sufficienti conoscenze suibenefici e i rischi connessi.Per Andrea Pavlickova, curatrice delreport Consumer perceptions ofself–care in Europe per Epposi, “i con-sumatori vanno adeguatamente inco-raggiati e supportati e ciò chiama ne-cessariamente in causa il ruolo deglioperatori sanitari.“ “Raggiungere maggiori livelli di autocu-ra richiede un cambiamento nel modoin cui i professionisti della salute si ri-feriscono ai loro pazienti” afferma Pa-vlickova. “Il discorso riguarda in mo-do particolare i farmacisti, che devonocondividere la gestione clinica dei pa-zienti, soprattutto per i disturbi chenon necessitano l’attenzione di un me-dico di famiglia».

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In alto: Fausto Panni, presidente di Omeoimprese.Sotto: Donata Lenzi, deputato Pd

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Lo ha rilevato un’indagine Doxasulle aspettative che gli italiani esprimono nella “medicina del futuro”

Generici, piaccionotanto a tutti.Fuorché ai mediciMonitorare il decorso della malattia connuove tecnologie (88%), velocizzare ladiagnosi (77%), fare in modo che un so-lo farmaco sia in grado di curare più pa-tologie (34%) e aumentare il numero ela varietà dei farmaci disponibili (80%).Sono i “desiderata” che gli italiani espri-mono nei confronti della medicina delfuturo, almeno secondo quanto emergedalla ricerca quali–quantitativa dal titoloI percorsi di cura del futuro, condottada Doxa Marketing Advice su un cam-

pione di 680 cittadini e volta a conside-rare il paziente in relazione a dimensioniimportanti come innovazione tecnologi-ca, prevenzione, personalizzazione,semplificazione, condivisione della co-noscenza (specie tra medico e assisti-to) e accessibilità alla cura.E proprio con particolare riferimentoall’accessibilità, l’indagine (commissio-nato da Teva Italia) ha rivolto una parti-colare attenzione ai farmaci equivalentiche – tra i cittadini che li conoscono –si guadagnano livelli significativi di con-siderazione: il 68% afferma infatti che“i farmaci generici hanno reso accessi-bili cure e terapie che prima non tuttisi potevano permettere.”Tra chi ne ha già fatto uso (il 90% delcampione) e ne ha ricavato un’esperien-za positiva (il 77%), il 73% è propenso aimpiegarli ancora e il 70% è favorevolealla loro diffusione. Resta ancora peròancora un po’ di confusione nei confron-

ti di questi farmaci, dovuta in parte al-l’errata convinzione che “vadano beneper i disturbi banali, ma siano menoadatti alle malattie importanti” e in parteai timori di una minore tollerabilità lega-ta ai diversi eccipienti. Per fugare que-sto genere di dubbi e perplessità, è fon-damentale il ruolo di consiglio e di infor-mazione dil medico e farmacista: il pri-mo garantisce attenzione e ascolto for-nendo una prima risposta ai bisogni disalute dell’assistito, mentre il secondomolto spesso è chiamato a fornire ulte-riori informazioni sul farmaco prescrittodal medico (per esempio su posologiao modalità di assunzione) ed è in ognicaso sempre tenuto a proporre l’alter-nativa “generica”.“L’opinione pubblica da una parte e iprofessionisti della salute dall’altra –ha commentato Massimo Sumbere-si, managing director di Doxa Marke-ting Advice – hanno rivelato una pre-8

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disposizione positiva che si traducein una richiesta di risposte concrete daparte degli attori della filiera. I temidella salute sono cari e sensibili a tuttinoi, ma in questo caso e nonostante lasituazione contingente di mercato, èemersa una visione moderna ed è sta-to dato un importante e significativocontributo creativo e fattivo.”Le aziende farmaceutiche, secondo gliintervistati, dovrebbero contribuire adaumentare l’informazione sul generico,attraverso la promozione di campagnedi comunicazione sulle caratteristichedei farmaci equivalenti (indicate dal56% del campione) e la diffusione didati e informazioni per provare la realeefficacia di questi medicinali. Un altro 56% di intervistati concordasul fatto che l’utilizzo più diffuso deifarmaci generici permetterebbe di ri-durre la spesa sanitaria per l’acquistodei farmaci, liberando risorse da inve-stire in nuovi percorsi di cura.Lo studio Doxa ha rilevato anche i pun-ti di vista dei medici di famiglia e deifarmacisti. Tra questi ultimi, i farmaciequivalenti godono di una considera-zione largamente positiva, mentre tra imedici a situazione è assai diversa: laquota del campione che si dichiarafrancamente favorevole ai generics è

pari infatt i al61%, una per-centuale che,ha rilevato Giu-seppe Nielfi,presidente delSumai, il sinda-cato dei mediciambulatoriali, “èa mio avviso in-suff iciente escientificamenteingiustificata .”

Il libro si intitola “Sanità a 21 velocità.Come garantire ai cittadini italiani il di-ritto alla salute in un sistema federali-sta” ed è stato scritto da Stefano daEmpoli (presidente di I–Com, l’Istitutoper la competitività) insieme a Loren-zo Cuocolo e Davide Integlia per leedizioni Rubettino. Si tratta di un inte-ressante saggio–indagine la cui pre-sentazione è stata l’occasione per unconfronto a più voci sul tema della re-gionalizzazione della sanità pubblica esulle disomogeneità per livelli di spesae disponibilità terapeutica che ne sonoseguite.La tesi del libro è che “la sanità a 21velocità” ha provocato tra le sue conse-guenze negative anche quelle di unadual governance della politica farma-ceutica tra Stato e Regioni e di un ac-cesso diseguale alle medicine sul terri-torio nazionale. La devoluzione di poterie competenze alle Regioni, ancor primadella riforma introdotta con la modificadel Titolo V del 2001, e l’introduzionedei vincoli del Patto di stabilità sono sta-ti i due fattori che hanno provocato unforte disallineamento tra le diverse Re-gioni rispetto all’allocazione delle risor-se destinate ai servizi sanitari. A risultarne particolarmente penalizzataè stata la spesa farmaceutica, in parti-colare quella territoriale, che dal 1990al 2012 ha registrato in termini reali(cioè al netto dell’inflazione) una contra-zione del 22%, causando appunto – amacchia di leopardo – un diverso ac-cesso alla farmaceutica. Ciò anche acausa – secondo gli autori del libro –dell’acquisizione di competenze, da par-te delle Regioni, in materia di determi-nazione del prezzo dei farmaci e del-l’ampliamento del loro potere decisiona-le sui Prontuari, rispetto ai quali hanno

l’ultima parola per quanto riguarda l’in-troduzione di nuovi farmaci sul territo-rio, anche a dispetto delle già acquisiteapprovazioni da parte degli organismiregolatori in Europa (Ema) e Italia (Aifa).“Quel che servirebbe” ha dichiarato daEmpoli nel corso del convegno di pre-sentazione del saggio “è una nuovastrategia sanitaria nazionale capace divalorizzare la vicinanza degli enti regio-nali rispetto alle esigenze dei cittadini e,al contempo, centrare obiettivi di equi-tà, efficienza e competitività.”Pur dichiarandosi favorevole a preser-vare l’autonomia delle Regioni in mate-ria di organizzazione sanitaria, purchéall’interno di un processo che porti al-l’adozione generalizzata di costi stan-dard, da Empoli ritiene che sul frontefarmaceutico, dove le decisioni più im-portanti sull’accesso si prendono inEuropa, la strada da percorrere sia lacostituzione di un Fondo farmaceuticonazionale. In esso dovrebbero conflui-re tutte le risorse oggi destinate dalloStato alla spesa farmaceutica territo-riale e ospedaliera. “A gestire il nuovoFondo potrebbe essere l’Aifa – sostie-ne da Empoli – che diverrebbe cosìuna vera autorità garante con caratte-ristiche di terzietà edi indipendenza ri-spetto al governo.“Anche il direttore dell’Aifa Luca Pani,intervenuto alla presentazione del libro,ha osservato che il sistema sanitarionella sua versione federalista non ot-tempera al meglio all’obbligo, sancitodall’articolo 32 della Costituzione, di tu-telare la salute dei cittadini e garantireequità nell’accesso alle cure indipenden-temente dalla Regione di residenza. Pani ha quindi ripercorso la variabilitàregionale dei consumi farmaceutici inregime di assistenza convenzionatama anche la variabilità regionale deiconsumi dei farmaci acquistati dallestrutture sanitarie pubbliche relati-

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In alto: Giuseppe Nielfi, presidente del Sumai.A lato: Luca Pani, direttore generale Aifa.

La proposta, avanzata in un saggio presentato a Roma, è sostenuta anche da Luca Pani, direttore Aifa

Sanità a 21 velocità, ma al farmacoserve un Fondo nazionale

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vamente ai dati del 2012, ponendopoi l’accento sui tempi di accesso almercato dei farmaci oncologici e con-venendo sulla necessità di istituire un

Fondo farmaceutico nazionale, stru-mento che consentirebbe di affrontaremeglio gli scenari futuri.

La crisi morde in profondità e, tra isuoi molti indicatori, vi è anche l’espo-nenziale aumento di richieste di farma-ci alle associazioni di volontariato chesul territorio si occupano di assisterele fasce di popolazione più disagiate.Probabilmente è anche alla luce diquesta realtà che il senatore del PdlLuigi d’Ambrosio Lettieri ha presen-tato un disegno di legge per regola-mentare la donazione di medicinali inu-tilizzati e la loro distribuzione da partedi organizzazioni non lucrative e per

modificare l’articolo157 del decreto le-gislativo 24 aprile2006, n. 219.Per “medicinali inuti-lizzati” si intendonotutti quelli – sianoessi da prescrizione,Sop, Otc da banco orelativi campioni gra-

tuiti – desti-nati a essereeliminati dalcircuito com-merciale, op-pure a non

esservi immessi, per ragioni come lapresenza di difetti di confezionamentoo come variazioni dell’autorizzazioneall’immissione in commercio successi-vamente intervenute, che siano in ognicaso tali da non comprometterne in al-cun modo l’idoneità di utilizzo in termi-ni di qualità, sicurezza ed efficacia peril consumatore finale.Il ddl di d’Ambrosio Lettieri esclude dalsuo ambito di applicazione e quindidalla donazione i medicinali già scadu-ti, quelli conservati in frigorifero a tem-perature controllate e quelli dispensa-bili soltanto in strutture ospedaliere.I farmaci potranno essere donati aOnlus in possesso di specifici requisi-ti: essere iscritte all’anagrafe unicadelle Onlus, prevedere nell’atto costi-tutivo o nello statuto lo svolgimentodi attività nel settore dell’assistenzasanitaria o socio–sanitaria, disporredi locali, istallazioni o attrezzatureidonei e sufficienti a garantire la buo-na conservazione e la corretta gestio-ne dei farmaci oggetto di donazionee, infine, disporre di procedure checonsentano la tracciabilità dei lotti deiprodotti ricevuti e distribuiti.

Queste Onlus qualificatepotranno consegnare imedicinali ricevuti in do-nazione direttamente achi ne ha bisogno oppu-re farlo per il tramite dienti assistenzial i cheoperano a livello locale.Tutti gli enti che svolgo-no quest’attività assi-stenziale – spiega la re-lazione al testo del ddl,

Iniziativa del vicepresidente della Fofi d’Ambrosio Lettieriper regolamentare la materia

Donazione farmaci, presentato in Senato un disegno di legge

che si compone di tre articoli – nei li-miti del servizio di donazione di pro-dotti farmaceutici sono equiparati alconsumatore finale rispetto alla de-tenzione e alla corretta conservazio-ne dei prodotti. Qualora i medicinalioggetto di donazione siano su pre-scrizione medica, gli stessi potrannoessere dispensati (o somministrati)solo dalle Onlus qualificate o dagli en-ti assistenziali che dispongano di per-sonale sanitario nel rispetto della nor-mativa vigente.

Nella stessa serata, festeggiataanche la medaglia d’oro al meritodella sanità conferita al prof. Caprino

A Piccinno (Nas)le insegne onorariedel Nobile CollegioIl Nobile Collegio Chimico Farmaceuti-co di Roma ha conferito al gene raleCosimo Piccinno, comandante deiCarabinieri per la Tutela della Salute(NAS) e al maggiore Pietro DellaPorta, capo della Sezione OperazioniComando degli stessi NAS, le insegnedi Nobili Collegiali honoris causa, nelcorso di una cerimonia tenutasi a fineottobre nella sede del più antico soda-lizio professionale dei farmacisti italia-ni, ai Fori Imperiali.“La decisione di attribuire le insegne aPiccinno e Della Porta” ha spiegato ilpresidente del Nobile Collegio Giusep-pe Fattori “oltre che un riconoscimen-to a due eccellenti personalità della sa-nità italiana, vuole ribadire l’attenzioneche il nostro secolare istituto rivolgealla tutela della salute e alla difesa diquesto bene esistenziale da tutte leminacce, tra le quali vanno certamentecomprese quelle che vengono dal ma-laffare, dai comportamenti scorretti eda pratiche criminali, come ad esem-pio la contraffazione di farmaci. Tuttinemici pericolosi, che i Nas sono quo-tidianamente impegnati a contrastare

Fatti & persone

In alto: il professore Luciano Caprino.A lato: Luigi d’Ambrosio Lettieri, senatore del Pdl.Sotto: Cosimo Piccinno, generale dei NAS

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con un’attività davvero meritoria, che ilConsiglio direttivo del Nobile Collegioha voluto sottolineare e premiare con ilconferimento delle insegne onorarie.”La serata, oltre a Piccinno e Della Por-ta, ha avuto altri due protagonisti, i No-bili Collegiali honoris causa LucianoCaprino e Piergiorgio Zuccaro, insi-gniti dal presidente della Repubblica

Giorgio Napolitano, nello scorso me-se di aprile, della medaglia d’oro (Ca-prino) e della medaglia d’argento (Zuc-caro) al merito della Salute pubblica.Un riconoscimento di straordinario pre-stigio che il Nobile Collegio ha oppor-tunamente ritenuto di festeggiare (ap-punto...) collegialmente.

Cresce in maniera esponenziale, a Ro-ma, la richiesta di medicinali gratuiti,raccolti dal Banco Farmaceutico e distri-buiti dalle realtà che si occupano di assi-stere le fasce sociali più deboli. In seianni (2006–2013) il fabbisogno è au-mentato addirittura del 503%, passandodai 5.800 del 2006 ai 35 mila di que-st’anno (dati a luglio 2013). Un dato chetestimonia come per le realtà sociali indifficoltà, soprattutto le famiglie che pri-ma erano benestanti, anche l’accesso aifarmaci è divenuto un problema.Il grido di allarme sulla Capitale arrivadalla Fondazione Banco Farmaceuticoonlus, che ha affrontato il tema inun’intervista rilasciata al giornale on li-ne Roma Sociale, diffusa ieri con unanota dallo stesso Banco.Dalle percentuali illustrate, frutto delladomanda intercettata dal Banco Farma-ceutico, la Capitale risulta una dellegrandi aree metropolitane con il maggio-re incremento percentuale del disagioeconomico che porta all’impossibilità dipotere acquistare i farmaci. Dai dati delBanco Farmaceutico risulta che nel Cen-tro Italia l’incremento della povertà sani-taria è stato in sei anni del 476 %, valo-re più basso rispetto a Roma.Le richieste di “sostegno farmaceuti-co” arrivano da realtà assistenzialiconvenzionate con il Banco Farmaceu-tico come, ad esempio, la Croce Ros-sa, sede locale, e la Comunità di San-t’Egidio che vanno ad aggiungersi a re-

altà di assistenza molto significativesul territorio: lo storico ambulatoriodella Caritas di via Marsala, il CentroAstalli per l’accoglienza dei rifugiati,l’istituto di Medicina solidale che operain uno dei quartieri più problematici(Tor Bella Monaca), fino ad enti e asso-ciazioni più propriamente dedicati ainuclei familiari in situazioni di fragilità,come le tante case di accoglienza permamme sole con bambini o padri se-parati, per bimbi stranieri affetti dagravi patologie giunti in Italia per curar-si, per il recupero di minori e adole-scenti problematici o ricoveri per per-sone senza fissa dimora e altri ancora.Grazie alla raccolta del Banco Farma-ceutico, che si tiene nel mese di feb-braio di ogni anno, vengono accumu-lati i farmaci, donati dai cittadini roma-ni, che in base alle richieste vengonoassegnati alle diverse associazioni.Quest ’anno su un fabbisogno di35.000 farmaci la raccolta ne ha for-niti 15 mila, mentre dalle donazionipervenute dalle aziende sono stati di-stribuiti ulteriori 5.594 confezioni alleorganizzazioni assistenziali che neavevano fatto richiesta per un totale di20.594 farmaci.Accanto alla crescita della richiesta difarmaci gratuiti aumenta però anche lasolidarietà. Infatti dal 2006 a oggi ladonazione dei farmaci a Roma è au-mentata del 275,3% passando dai3997 a 15.000.

“Abbiamo deciso di rafforzare la no-stra presenza su Roma – spiegaConsuelo De Lorenzi, responsabiledella Fondazione Banco FarmaceuticoOnlus di Roma – proprio per intensifi-care la nostra raccolta per poter dareuna maggiore risposta alla richiestadi farmaci per le realtà sociali disagia-te. Proprio per questo è stata inaugu-rata nel polo della solidarietà di Romaalla Montagnola la nostra sede percreare un punto di riferimento stabilenella città”.“A questa nuova presenza – aggiungeDe Lorenzi – occorre aggiungere an-che il progetto di recupero dei farmacinon scaduti conservati a casa dai citta-dini che è in corso come start–up na-zionale proprio a Roma. Infatti in tuttele farmacie comunali si possono con-segnare i medicinali non scaduti chenon servono più. Stiamo lavorano an-che con la Regione Lazio per fare par-tire questo progetto anche nelle altreprovince laziali”.“Siamo coscienti – prosegue la re-sponsabile del Banco – che per arriva-re a soddisfare tutta la richiesta chearriva da Roma ci manca ancora ungrande sforzo, ma stiamo lavorandoormai da un anno proprio per aumen-tare la raccolta coinvolgendo semprepiù farmacie ed anche le realtà istitu-zionali”.“La crisi ha colpito soprattutto le fami-glie – conclude De Lorenzi – facendoaumentare sensibilmente quel nuovofenomeno che chiamiamo povertà far-maceutica. In sintesi diminuisce la pos-sibilità da parte di famiglie, anziani eimmigrati di potere acquistare medici-nali. Insomma le difficoltà economichestanno colpendo anche la salute di chivive ai margini”.

In sette anni, complice la crisi,le onlus che si rivolgono alla Fondazione hanno quintuplicato la domanda

Banco Farmaceutico, aumentata del 500% la richiesta di farmaci

7 – OTTOBRE 2013 25RIF

Giuseppe Fattori,presidente del Nobile Collegio

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Accadrà domani

Al centro dei lavori, il rafforzamentodel rapporto di fiducia tra i pazienti(in particolare gli anziani) e i MMG

Corte della Salute,congresso a Riminiper FederanzianiLa Corte di Giustizia popolare per ilDiritto alla Salute è l’organismo na-zionale di FederAnziani nato per tu-telare, attraverso un impegno multi-disciplinare condotto a fianco delleistituzioni, il diritto alla salute sanci-to dalla Costituzione, anche attra-verso l’elaborazione di proposte fi-nalizzate a risolvere le criticità delServizio sanitario nazionale e ren-derlo così migliore e al tempo stes-so sostenibile.Dopo l’ampio riscontro ottenuto dallaprima edizione svoltasi nell’ottobre2012, la Corte si avvia a celebrare ilsuo secondo congresso nazionale,che si terrà al Palacongressi di Rimi-ni dal 27 novembre al 1 dicembre2013, in stretta collaborazione con imedici di medicina generale dellaFimmg.Tema centrale del congresso – alquale è prevista la partecipazione di4.000 medici, 6.000 delegati di Fe-derAnziani e più 1.000 ospiti – è ilrafforzamento del rapporto di fidu-cia medico–paziente come strumen-to insostituibile per la tutela del di-ritto alla salute dei cittadini. “LaFimmg aderisce e sostiene attiva-

mente l’iniziativadi FederAnziani,con l’obiettivo dirafforzare la tu-tela della salutedei cittadini, inparticolare quelli anziani, e per ga-rantire a tutti il diritto alle prestazio-ni appropriate” dichiara in propositoGiacomo Milillo, segretario nazio-nale della Fimmg.Secondo il Presidente di FederAnzianiRoberto Messina “con la co–orga-nizzazione della Fimmg, ovvero deinostri medici di medicina generaleche tutti i giorni vigilano sulla nostrasalute, sapremo definire le criticità dinoi pazienti e risolvere nei tempi e

nei modi adeguati le varie problemati-che”. Un obiettivo, precisa Messina,che “la rappresentanza massiccia deimedici della Fimmg al congresso del-la Corte di Giustizia popolare per il Di-ritto alla Salute, unitamente alla co-spicua presenza delle società me di -co–scientifiche (oltre 50), permetteràdi definire le migliori linee guida dapresentare alle istituzioni per la risolu-zione delle criticità”.

Coniugare qualità ed efficienza nellagestione del farmaco: è il titolo delcorso in Management della farma-cia ospedaliera che la LUISS Busi-ness School (con il patrocinio del-l’Ordine dei Farmacisti di Roma, diFederfarma Lazio e della Sifo) pro-pone a Roma nel prossimo mese dinovembre, nella sua sede di vialePola a Roma.Il corso si articolerà in tre moduli,declinati secondo la “formula weekend”: il primo modulo è dedicato a

Spesa farma-ceutica e far-macoecono -mia e si terrà il15 e il 16 no-vembre; il se-condo verteràsul tema dell’-

Health technology assessment (Hta),acquisti e logistica del farmaco, ca-lendarizzato nel f ine sett imana29–30 novembre. L’ultimo modulo,infine, dedicato a Risk managemente farmacovigilanza, sarà svolto il 13e 14 dicembre.La proposta formativa di LUISS Busi-ness School intende fornire un per-corso di approfondimento per losvolgimentodella professione nel-l’ambito delle strutture farmaceuti-che ospedaliere del Ssn o delleaziende della filiera farmaceutica,con riferimento agli aspetti di razio-nalizzazione della spesa, all’acqui-sto, gestione e distribuzione dei far-maci e dei dispositivi medici, alla ge-stione del rischio clinico. Per maggiori informazioni, sarà suffi-ciente rivolgersi via e–mail a France-sca Nardelli, Event & Network Pro-ject Manager della LUISS BusinessSchool, all’indirizzo [email protected],o telefonare ai numeri telefonici 0685222 301/314/309.

Il corso si articolerà in tre moduli, che avranno luogo nei week end.Si comincia il 15 e 16 novembre

Farmacia ospedaliera,corso di management alla Luiss di Roma

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In alto: la locandina del congresso nazionaledi Federanziani A lato: Roberto Messina, presidente di FederAnziani.

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Messaggi in bottiglia

RIF

Quella che segue è una semplice let-tera indirizzata – come tante altre – aun importante quotidiano nazionale, ilpiù diffuso. Scritta da un cittadino, an-ch’egli come tanti, narra un fatto chele cronache non solo non registrano,ma neppure vedono: la morte di unanziano per un attacco cardiaco avve-nuta in una strada di Roma.Moltissimi lettori de la Repubblica, sa-bato 19 ottobre, hanno potuto legger-la, cogliendo certamente la compas-sione che la pervade. E probabilmen-te quanti fra loro abbiano conservatonel fondo del cuore anche solo un bri-ciolo di umanità, quella compassionehanno anche finito per provarla. A me,almeno, che sono uno di quei moltissi-mi lettori, è successo.Mi sono però imposto di sottrarmi allaforza della testimonianza e alla mareadi suggestioni che essa ha subito su-scitato – anche in ragione di una scrit-tura di ottimo livello – per andare oltree cercare il significato vero della lette-ra, nascosto sotto le ingannevoli ap-parenze dell’escursione nei territoridella partecipazione ai destini delprossimo e della civica esortazione aibuoni sentimenti.

Se la lettera finisce per sembrare an-che questo, infatti, è solo e unicamen-te per l’eterogenesi dei fini, perchéessa (almeno a mio modesto parere)è e vuole essere ben altro: un precisoj’accuse fondato su un’analisi politi-co–economica che, ancorché propo-sta in poche righe, è straordinaria-mente chiara ed esauriente.Nel pochissimo spazio concesso dallarubrica di lettere di un grande quoti-diano, l’autore spiega infatti, nella re-altà, cosa sia e dove porti la derivapolitica oggi imperante, quella fonda-ta sul pedestre primum computare,deinde philosophari (con tanti saluti alvivere della proposizione originaria im-parata al liceo...), mantra e parolad’ordine di questi nostri tempi avven-turati, dove tutti sembrano conoscereil prezzo di tutto ma non capisconopiù il valore di niente. Tempi nei quali sembra essere andatodrammaticamente perduto un qualsia-si straccio di criterio capace di indica-re i valori e le priorità senza i quali lavita smette di essere tale per diventa-re qualcosa di molto simile a un fati-coso esercizio di sopravvivenza, delquale finisce inevitabilmente per sfug-gire il senso. Di questo, soprattutto, parla dunquela lettera: di desertificazione. Quellache finisce per produrre la miopia diuna classe e una “cultura” – senza of-fesa per la cultura – politiche capacisolo di pensare alla vita in termini dipartita doppia e di conti che devonotornare. Senza però tacere della mio-pia della stessa “società civile” che –va a sapere perché e come – quellaclasse politica finisce per esprimerlae mantenerla nei cadreghini dei Palaz-zi con il voto. Pazienza se poi, a causa di tutto que-sto, per pochi spiccioli qualcuno muore.

E ancora pazienza se per questa viasi rompe ogni contratto sociale e ognipatto generazionale. E ancora una volta pazienza se inquesto modo si va a disgregare lette-ralmente un mondo, senza essersiprima preoccupati, se non di costruir-ne un altro, almeno di progettarlo.Per quel poco che arrivo a compren-dere, questa mi sembra essere la ve-ra urgenza che ha espresso la lettera.Che parla, è vero, anche di farmacia,ma solo per utilizzarla come paradig-ma perfetto di come la sabbia prodot-ta dai “fautori del libero mercato” edai “ragionieri del risparmio” finiscaper coprire tutto.Non resta che leggerla, dunque, la let-tera in questione. L’ha scritta Mauri-zio Bisozzi, abituale e apprezzato“incursore”, con i suoi scritti, di que-ste pagine. RIF torna a ospitarlo unavolta di più, e questa volta con piùpiacere del solito, perché ci piacepensare che questo suo ennesimocontributo (in realtà pensato e scrittoper altri: rieccola, l’eterogenesi dei fi-ni...) possa rappresentare per moltidei nostri lettori un utile spunto di ri-flessione e di discussione e, perchéno?, anche una scintilla capace di rin-focolare le motivazioni a “resistere,resistere, resistere” alla sabbia chesembra voler coprire l’intero Paese.(Giorgio Flavio Pintus)

***

Avrà avuto forse una settantina d’anni,il capo bianco, ha barcollato appog-giandosi al muro e si è accasciato por-tando una mano al petto. A pochi me-tri da una piccola farmacia al centro diRoma. Qualcuno entra gridando in far-macia, mentre altri, concitati, chiama-no l’ambulanza.

Questa la testimonianza pubblicata il 19 ottobre dal quotidiano la Repubblica

Ripenso sempre all’uomo che non ho potuto salvaredi Maurizio Bisozzi*

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Non c’era battito carotideo, il dott.Emilio** allenta il colletto dell’anzianoe inizia un massaggio cardiaco. Quindi-ci compressioni sulla gabbia toracica,come imparato ai corsi, alternati dadue insufflazioni in una bocca che per-de un rivolo di saliva, il collega passaveloce dal petto alla testa dell’infortu-nato. Non c’è reazione, ma speranza ecamice bianco non mollano, in attesache arrivi l’ambulanza dal deposito acirca duecento metri dal lì. Passano dieci minuti, poi venti, il far-macista comincia a essere stanco esfiduciato, ma solo quando finalmentearrivano i soccorsi si stacca dal cor-po, come purtroppo la vita ha fatto giàda qualche minuto.Più tardi passano i parenti a ringrazia-re per il tentativo fatto, passa quasitutto il quartiere, tra chi ha assistito echi ha avuto la notizia, in fondo ogniquartiere è solo un piccolo paese. Il farmacista reagisce con stanchez-za, quasi fastidio, ha un tarlo che lorode e non lo farà dormire per unpezzo. Sa che il destino è tessutodalle Parche, basta un niente e il filosi recide, ma se avesse avuto ancorail defibrillatore…Perché non era obbligatorio, ma il tito-lare l’aveva comprato di tasca sua, cin-

que anni fa e lo teneva a portata dimano all ’ ingresso della farmacia.Quando ancora la farmacia poteva per-mettersi di essere un presidio sanitarioimmediato per il cittadino, prima chele liberalizzazioni dei prezzi delle medi-cine e degli orari di apertura esaltas-sero le farmacie–supermercato – quel-le dove si entra con il carrello dellaspesa– e soffocassero i bilanci dellepiccole realtà di quartiere. Quelle che costituivano la preziosa re-te di assistenza sul territorio, quelleche hanno dovuto ridurre personale,orari e per forza di cose servizi al cit-tadino, quelle che non possono com-petere con il “prendi 4 paghi 2” deigruppi finanziari alle spalle delle grandifarmacie.Il defibrillatore l’aveva comprato di ta-sca sua il titolare, perché nel Paesedei cacciabombardieri come bruscoli-ni, non ci sono mica i 1500 euro perdotare le farmacie di un apparecchioche salva la vita, sapete, la spending

review non guarda in faccia nessuno,nemmeno la morte.E dopo cinque anni la batteria eraesaurita e andava cambiata, costava500 euro, il prezzo di una vita umanache oggi i fautori del libero Mercato e iRagionieri del risparmio dello Statohanno deciso essere troppo alto.Chissà se qualcun altro si sentirà inqualche modo responsabile e terràcompagnia al titolare nelle sue notti in-sonni, perché lui già ha cominciato anon dormire da quel giovedì 17 otto-bre, quando una vita si è spenta in Cir-convallazione Trionfale a Roma. Lo so bene, perché sono io.

*consigliere dell’Ordine

___________________**Emilio Marcantonio, il farmacista colla-boratore della Farmacia Bisozzi che pro-vò in tutti i modi a rianimare lo sventura-to passante.

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Circa il 50% dei pazienti non rispetta iltrattamento medico prescritto, portan-do ad esiti economici, nonché di salute,negativi. La popolazione con un’età su-periore ai 65 anni ha una aumentataprevalenza di comorbidità, con la con-seguente prescrizione di un numeromaggiore di farmaci rispetto ai pazientipiù giovani. La non–aderenza al tratta-mento deriva da una mancanza di capa-cità e di disponibilità a seguire la medi-cazione così come prescritta dal medi-co; quindi, spesso risulta da una combi-nazione di fattori intenzionali e non–in-tenzionali.Nonostante le scarse evidenze circal’impatto di dispositivi multi–comparto(MMD, multi–compartment medicationdevices) questi sono ampiamente pre-scritti dai medici per contrastare lascarsa aderenza alla prescrizione.Gli MMD solitamente presentano una va-riazione nel design della confezione odel blister, che risulta suddiviso nei varigiorni della settimana con diversi com-partimenti per ogni giorno così da per-mettere un migliore controllo delle dosi.Il packaging dei farmaci riveste diversefunzioni tra cui proteggere i farmaci dal-l’ambiente esterno ed evitare il contattocon i bambini; queste caratteristichepossono però rappresentare una diffi-coltà per pazienti che presentano ridot-te/compromesse funzioni cognitive e/ofisiche.Anche se gli MMD sono per lo più miratialle persone anziane, i produttori di que-sti dispositivi non richiedono che venga-no controllati su questa popolazionecon la conseguenza che risultano ne-cessarie ulteriori ricerche per valutarel’effettiva facilità d’uso.Lo scopo del lavoro è stato quello diconfrontare tre tipologie di MMD circala facilità d’uso; valutare se una abilitàfunzionale dei pazienti è collegata alla

valutazione di semplicità d’uso e deter-minare l’importanza degli aspetti legatialla semplicità d’uso nell’influenzare ilgiudizio generale dei pazienti.I pazienti idonei sono stati identificatidai medici del reparto Medicine for Ol-der Persons, ospedale universitario in-glese di Norwich; i pazienti dovevanoessere sottoposti ad almeno una tera-pia farmacologica e presentare un livel-lo colloquiale di inglese. Basandosi su148 posti letto in quattro diversi reparticon un turn–over medio di 14 giorni, so-no stati, perciò, raccolti dati su 600 pa-zienti e alla fine ne sono risultati idonei120. Le informazioni riguardanti i pa-zienti comprendevano età, sesso, siste-mazione–abitativa pre–ricovero e il nu-mero di farmaci prescritti regolarmente;attraverso la compilazione del questio-nario i pazienti hanno segnalato un loroeventuale precedente utilizzo di MMD oqualsiasi problema nell’accedere ai far-maci a causa del packaging.

Sono stati selezionati test validati checomportano un carico minimo per i par-tecipanti con una accettabile sensibilitàper valutare le funzioni cognit ive(Mini–Cog test), l’acuità visiva (Vocatio-nal–Near–Vision Test Type) e la destrez-za manuale (Grooved Pegboard ) .Per questo studio sono stati selezionatitre MMD, Venalink, Nomad Clear e Do-sett. Venalink è un blister sigillato afreddo molto simile alla maggior partedei dispositivi sigillati a caldo disponibiliin commercio; Nomad Clear rappresen-ta un sistema di dosaggio monitorato e,infine, Dosett è simile alla maggior par-te degli MMD venduti nelle farmacie perl’auto–riempimento o per il riempimentoda parte delle badanti.Ai partecipanti sono stati consegnati i 3dispositivi ognuno contenente 7 giornidi placebo; per ogni MMD ai partecipan-ti è stato chiesto di leggere il testo indi-cante i giorni della settimana e le oredel giorno, di rimuovere una compressaplacebo e, infine, di valutare i singoli di-spositivi su una scala visuale analogica(VAS) a 10 punti. Un punteggio pari a 1corrisponde ad una valutazione positiva(MMD di facile utilizzo, pratico) mentreun punteggio pari a 10 corrisponde aduna valutazione molto negativa (difficileutilizzo, scomodo). I partecipanti eranotenuti a valutare ogni MMD in base a 5criteri: facilità nel leggere il testo sul-l’MMD, facilità nell’aprire il dispositivoper accedere al placebo, facilità nel ri-muovere il placebo dal dispositivo, co-modità percepita nel trasportare l’MMD,valutazione generale.Dei 120 pazienti idonei, 50 (42%) hannodato il loro consenso; tra questi la mag-gior parte era di sesso femminile men-tre 12 (24%) partecipanti erano uomini,tutti con una età compresa tra i 77 e i98 anni (età media 85 anni).Prima del ricovero, quasi tutti i parteci-

7 – OTTOBRE 201330

Focus

I pill oganiser sono nati per favorire l’aderenza terapeutica negli anziani. Ma ci riescono?

Dispositivi multi–comparto per farmaci:semplificare talvolta complicaa cura di Eleonora Veglia*

RIF

Comunemente, li chiamiamoportapillole, ma sono

qualcosa di più: strumentiper aiutare i pazienti,

(soprattutto anziani, spessoin multiterapia) a rispettarel’aderenza terapeutica.

Uno studio inglese ha provato a verificare se e quanto sono utili allo scopo.

Con esiti non troppo positivi

Dalla newsletter “SIF – Farmaci in evidenza”, n.131 del 1° ottobre 2013 Per gentile concessione della Società Italiana di Farmacologia

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panti vivevano nella loro casa: 26 (52%)vivevano da soli mentre 18 (36%) conun badante; 5 (10%) dei partecipanti vi-vevano in una casa di riposo e, infine,soltanto uno viveva in una casa di curacon servizio infermieristico.I partecipanti presentavano da una a15 prescrizioni (media 5) e 11 (22%)dei pazienti avevano già utilizzato inprecedenza un dispositivo di questo ti-po. Precedenti problemi di accesso aifarmaci sono stati riportati da 27 (54%)partecipanti.Per quanto riguarda i test di valutazionedelle abilità funzionali, il Mini–Cog testha individuato 20 (40%) pazienti con di-minuite funzioni cognit ive; i lGrooved–Pegboard test è stato rifiutatoda 22 (44%) partecipanti a causa del-l’eccessiva stanchezza, altri 15 (30%)non hanno completato il test, mentredei 28 partecipanti al test, i 13 pazientiche lo hanno completato presentavanoun tempo medio di 10.75 sec.Circa le valutazioni dei dispositivi in ba-se ai diversi criteri, non sono state ri-scontrate differenze significative tra i3 dispositivi per quanto riguarda il cri-terio della leggibilità del testo (la mag-gior parte ha riportato un punteg-gio positivo), anche se so-no state fatte delle picco-le annotazioni.Il Venalink è risultato il di-spositivo più difficile daaprire, richiedendo una ec-cesiva pressione per aprire ilblister troppo piccolo e troppoflessibile.I partecipanti hanno valu-tato più difficile rimuo-vere i farmaci e di piùdifficile trasporto sia ilVenalink che il NomadClear rispetto al Dosett.Solamente 18 e il 14%dei partecipanti ha giudica-to comodi da trasportare, ri-spettivamente, il Venalink e il NomadClear; la critica più spesso riportata ri-

guardava l’eccessiva dimensione dei di-spositivi. Al contrario, il 32% dei parte-cipanti ha giudicato il dispositivo Dosettcome comodo da trasportare.Ventisette partecipanti (54%) ha asse-gnato il miglior punteggio generale alDosett, seguito dal Venalink (14%) e dalNomad Clear (10%).I partecipanti che presentavano diminui-te funzioni cognitive hanno riportatomaggiori difficoltà nell’apertura del Ve-nalink e nel prelevare i farmaci dal No-mad Clear rispetto ai partecipanti connormali funzioni cognitive.Non sono state trovate associazioni si-gnificative tra i risultati del GroovedPegboard test e la capacità di aprire oprelevare i farmaci dall’MMD; significati-ve e positive correlazioni sono state tro-vate tra i punteggi del Vocational NearVision Test Type e la leggibilità del testoin tutti i dispositivi.I risultati ottenuti in questo studiosuggeriscono che una grande partedei pazienti dotati di MMD potrebbenon essere in grado di accede-re facilmente ai lorofarmaci.

Il Nomad Clear e il Do-sett hanno raggiunto punteggi

migliori rispetto al Venalink per quantoriguarda la facilità di apertura e l’acces-so ai farmaci; questo ultimo ha ottenuto

una valutazione particolarmente negati-va da parte dei partecipanti con diminui-te funzioni cognitive, in accordo conprecedenti studi dove era già stata di-mostrata una associazione tra la facilitàdi accesso ai farmaci e il packaging.I problemi riportati dai partecipanti risul-tavano contradditori rispetto ai risultatiperché correlati alla forza e destrezzanecessarie per manipolare il MMD; sen-za dimenticare che alcuni partecipantipotrebbero essere riluttanti ad ammet-tere che la complessità del dispositivocostituisca una barriera all’uso. Per que-sto è necessario che gli operatori sani-tari siano consapevoli di questo tipo disensibilità nel coinvolgere un paziente inun processo di decision–making.Essendo, comunque, il Dosett più picco-lo rispetto agli altri due dispositivi, nonsorprende che questo sia stato giudica-to come il più comodo da trasportare;questo dispositivo ha spesso raggiuntola migliore valutazione generale graziea giudizi positivi per tutti i criteri di valu-

tazione, ma soprattutto graziealla sua facilità di trasporto.L’aspetto maggiormentetenuto in considerazionedai partecipanti nel valuta-re questi dispositivi risultaessere la facilità di traspor-to, per cui si è osservatoche pazienti con fun-zioni cognitive com-promesse posso-no incontraremaggiori difficol-tà nell’aprire e nel

raggiungere i farma-ci all’interno.

Sembra, perciò, opportuno chei pazienti debbano essere coinvolti nellascelta del dispositivo da utilizzare, cosache non sembra essere particolarmentediffusa tra gli operatori sanitari.

*Dipartimento di Scienza e tecnologiadel farmaco, Università di Torino

7 – OTTOBRE 2013 31RIF

Riferimento bibliografico:Adams R. et al., Do older patients find multi–compartment medication devices easy to use and which are the easiest?, Age and Ageing(2013). Doi:10.1093..

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7 – OTTOBRE 201332

Codici e codicilli

RIF

Un mio collega mi ha assicuratoche, pur avendo partecipato a dueconcorsi che però sembrano ancoralontani dalla conclusione, io potrei inquesto momento acquisire una quo-ta in una società titolare di farmaciaurbana senza rischiare l’esclusionedal concorso; mi ha tuttavia fattopresente che, se conseguirò unafarmacia, dovrò cedere la parteci-pazione sociale prima di accettare.È vero? (lettera firmata)

È ovviamente possibile che il lettore cheavanza il quesito abbia male inteso il pa-rere del collega, anche se va detto cheidee del genere continuano a girare libe-ramente per l’etere. Non sembra in ognicaso un’indicazione da seguire. Partiamo da uno dei bandi regionali,quello emiliano (ma in pratica hanno tuttilo stesso contenuto), il cui art. 2 ammet-te a partecipare i farmacisti: a) non titolari di farmacia in qualunquecondizione professionale si trovino;

b) titolari di farmacia rurale sussidiata; c) titolari di farmacia soprannumeraria;d) titolari di esercizio di cui all’art. 5 com-ma 1 del decreto legge 4 luglio 2006n.223, convertito con modificazioni nel-la legge 4 agosto 2006 n. 248 (si trat-ta evidentemente della “parafarmacia”:

e) quindi il suo titolare, rientrando quan-to meno nella condizione sub a, eragià ammesso a

f) partecipare senza perciò alcuna neces-sità di farne una previsione specifica);

g) soci di società esclusivamente titolaredi farmacia rurale sussidiata o di farma-cia soprannumeraria, a condizione chela società non sia titolare anche di far-macie prive delle predette caratteristi-che; purché, come è precisato subitodopo, “alla data di scadenza del termi-ne di presentazione della domanda sia-no in possesso dei seguenti requisiti:

1) cittadinanza italiana, ovvero, di uno de-gli Stati membri dell’Unione Europea;

2) età compresa tra 18 e 65 anni noncompiuti;

3) possesso dei diritti civili e politici; 4) laurea in Farmacia o in Chimica e Tec-nologia farmaceutiche;

5) iscrizione all’albo professionale deifarmacisti;

6) non aver ceduto la propria farmacianegli ultimi 10 anni. Tale condizione de-ve permanere fino al momento dell’as-segnazione della sede farmaceutica.”

Al di là della formulazione sicuramente unpo’ pasticciata dell’intera disposizione e inparticolare del punto 6) – convertire infattiquasi ellitticamente una preclusione stori-ca come quella decennale (introdotta neiconcorsi per sedi farmaceutiche dall’ormailontana legge 475/68. nell’ulteriore “requi-sito” di ammissione di “non aver ecc.”sembra forse una soluzione inutilmentemacchinosa – la portata dell’art. 2 del ban-do è comunque chiara quanto basta. In sintesi, sono ammessi a parteciparesoltanto i farmacisti che – “alla data discadenza del termine di presentazionedella domanda” – siano in possesso ditutti i requisiti soggettivi da sub 1) a sub5), versino in (almeno) una delle condi-zioni personali tassativamente indicateda sub a) a sub e) e non risultino quindititolari di farmacia o soci di società tito-lare di farmacia, a meno che non si trat-ti, per gli uni e gli altri, di farmacia ruralesussidiata o soprannumeraria (nella cir-coscritta accezione, quest’ultima, “au-tenticamente” innestata in coda al com-ma 3 dell’art. 11 dall’art. 23, comma12–duodevicies del decreto legge95/12 convertito con legge 135/12). Inoltre, tutti costoro devono anche tro-varsi – a pena di “non ammissione” (o disuccessiva esclusione, come vedremo)– nella già ricordata curiosa “condizione”sub 6) di “non aver ceduto la propria far-macia negli ultimi 10 anni”, che, aggiun-ge testualmente la disposizione, “devepermanere fino al momento dell’asse-gnazione della sede farmaceutica”.

Per chi non abbia potuto coglierne esatta-mente il senso, l’intero disposto sub 6) vuoldire questo: se concorro nella condizionesoggettiva sub a), d) o e) e non sono maistato titolare di farmacia, urbana o rurale,nulla quaestio; se invece, sempre concor-rendo in una di quelle tre condizioni, la far-macia l’ho in precedenza venduta (o dona-ta o conferita in società), la cessione – per-ché io sia ammesso a partecipare – deveessere stata perfezionata, con il rilasciodel provvedimento di autorizzazione a favo-re del cessionario, almeno dieci anni primadella “data di scadenza del termine”; se in-fine concorro nella condizione sub b) o c),la precisazione aggiunta in coda a sub 6)mi avverte che la “condizione” di “non averecc.” deve “permanere fino al momentoecc.” e che quindi, se cedo nel frattempocon qualsiasi negozio di trasferimento lamia farmacia rurale o soprannumeraria,verrà meno per me la condizione sub 6) esarò conseguentemente escluso dalla gra-duatoria o dall’assegnazione. Questa della “permanenza” “fino al mo-mento ecc.” è tuttavia una precisazioneche i bandi circoscrivono espressamentealla sola preclusione decennale. Ma quisi è trattato più che altro di uno scrupolo(comunque meritorio e condivisibile) del-le Regioni, che hanno forse voluto ancheevitare qualsiasi equivoco in ordine alleconseguenze – sulla posizione concor-suale del concorrente/titolare – delle de-cisioni circa la sorte della farmacia chemedio tempore egli avrebbe potuto as-sumere; tanto più che nella prima fase diapplicazione della 475/68 era insortaqualche incertezza al riguardo, anche sepresto risolta in sede giurisprudenzialeproprio nella direzione che il bando oraopportunamente ribadisce. Il vero è però, ed eccoci al punto, che la“permanenza” in capo al concorrente perl’intera durata della procedura dei requisitie/o condizioni d’ammissione – quando perloro natura non si consumino ai fini concor-suali proprio “alla data di scadenza del8

Requisiti di ammissione, condizioni preclusive e cause di esclusione nel concorso straordinariodi Gustavo Bacigalupo

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7 – OTTOBRE 201334

Codici e codicilli

RIF

termine” – sta nella fine sostanza di unconcorso pubblico in cui infatti quei requisi-ti e/o condizioni assumono in principio, alladata stessa, il ruolo di requisiti e/o condi-zioni per restare nella procedura concor-suale e quindi di partecipazione, da posse-dere in sostanza “alla” data ecc., ma che ilconcorrente deve continuare a possedereanche “dalla” data ecc. in poi. Eccezioni possono allora essere previstesoltanto in specifiche disposizioni di leg-ge, che peraltro non si rinvengono neiconcorsi farmaceutici e men che menoin quello straordinario, dal quale dunque,scendendo ora in qualche dettaglio, ilconcorrente viene escluso di diritto –nessuno può dubitarne – quando mediotempore perda uno o più dei requisitisoggettivi sub 1), 3), 4) e 5), mentre in-discutibilmente non può essere così ovecompia il 65° anno di età il giorno dopola scadenza dei termini o durante lo svol-gimento del concorso. Quanto alle condizioni personali da suba) a sub e), è bensì sufficiente – per es-sere ammessi – versare in (almeno) unadi esse “alla data di scadenza ecc.”, mase in prosieguo vi si esce è necessario –per non essere esclusi – rientrare senzanessuna soluzione di continuità in unadelle altre condizioni di ammissione, sal-vo che naturalmente non ne sopravven-ga una preclusiva o di esclusione, comela cessione della farmacia o la perdita diuno o più dei requisiti soggettivi. Se perciò, ad esempio, il concorrente, ti-tolare di farmacia rurale sussidiata o soprannumeraria, nelle more della proce-dura rinuncia puramente e semplicemen-te alla titolarità (come sarà costretto afare se vorrà accettare la farmacia even-tualmente conseguita in esito al concor-so) non perde il diritto di partecipare per-ché il venir meno per lui della “condizio-ne” sub b) o c) lo restituisce allo stessotempo in quella generale sub a). Egli è invece escluso se la farmacia latrasferisce in qualsiasi modo a terzi datoche incappa nella preclusione decennaledi cui all’art. 12 della legge 475/68 o,se si preferisce, perde il requisito “positi-vo” di cui sub 6; ed è pure escluso se –sempre dopo la “data di scadenza ecc.”– acquisisce la titolarità (o la quota di so-cietà titolare) di una farmacia non rurale

sussidiata e non soprannumeraria (esat-tamente quel che avrebbe suggerito ilcollega del lettore autore del quesito),perché perde per ciò stesso la condizio-ne personale sub a) o sub d) senza esse-re ricondotto in nessuna delle altre. Potremmo continuare per un po’ con gliincroci esemplificativi, che possono delresto essere numerosi, ma il quadro trac-ciato rapidamente sin qui dovrebbe forseaver reso l’idea di come stiano le cose. Quel che d’altra parte potrebbe forse avertratto in inganno l’interlocutore del nostrolettore è una disposizione, presente più omeno anch’essa in tutti i bandi e nell’art.13 di quello emiliano, che, elencando le“cause di esclusione della graduatoria” edi decadenza “dall’eventuale assegnazio-ne della sede”, vi annovera anche quelladella “mancanza di uno dei requisiti di cuiall’art. 2 del bando, emersa successiva-mente all’interpello”. Se non che, tale pre-visione non vuol dire che il concorrente

può fare tutto quel che gli pare dalla datadi scadenza dei termini di presentazione efino all’interpello e/o all’assegnazione perpoi rimettersi in riga a quel momento, mavuol semplicemente regolare (se mai fos-se necessario…) il caso in cui il non pos-sesso ab origine o la perdita in un temposuccessivo di uno dei requisiti positivi onegativi indicati nell’art. 2 siano “emersi”dopo l’interpello e quindi a graduatoria ap-provata, ferma pertanto l’esclusione dicia-mo “fisiologica” dalla procedura ove quel-le vicende “emergano” invece durantel’espletamento della fase propriamenteconcorsuale. Per il nostro lettore, dunque, seguirequel consiglio comporterebbe in definiti-va – secondo il tempo dell’”emersione”dell’impedimento all’ammissione o allapartecipazione – l’esclusione dal concor-so o dalla graduatoria ovvero la deca-denza dall’accettazione.

Scontrino parlante, se il cliente lo chiede va rilasciato sempreDevo emettere lo scontrino parlante,a richiesta del cliente, anche per lecessioni di prodotti diversi dai far-maci? (lettera firmata)

Il cosiddetto “scontrino parlante”– cioèlo scontrino fiscale integrato con l’indica-zione della natura, qualità e quantità deibeni ceduti e del codice fiscale del clien-te – è stato introdotto nel nostro ordina-mento quasi vent’anni fa con l’art. 3 delDPR n. 696 del 21/12/1996, ma ha co-nosciuto il suo momento di notorietà sol-tanto con l’art. 1, commi 28 e 29, dellaL. 296 del 27/12/2006 (Finanziaria2007) che ha previsto, come sappiamo,la sua obbligatorietà ai fini della detrazio-ne fiscale delle spese sostenute per l’ac-quisto di medicinali in alternativa all’emis-sione della fattura. Tuttavia la legge non attribuisce evidente-mente al farmacista alcun “sindacato” inordine alla detraibilità fiscale o meno diuna spesa in farmacia – valutazione que-sta che riguarda esclusivamente il soste-

nitore della spesa (e, al più, il suo com-mercialista) – e inoltre la richiesta delcliente di documentare in tal modo le spe-se sostenute potrebbe avere anche finali-tà diverse dalla mera detraibilità fiscale,come ad esempio quella di documentarein forma certa ed inequivocabile la spesastessa per ripartire poi l’onere con il co-niuge separato. Ne consegue perciò che il farmacista po-trà/dovrà rilasciare lo scontrino parlantead ogni richiesta del cliente, dunque an-che quando l’acquisto faccia riferimento aspese non detraibili fiscalmente, senza in-correre in alcuna responsabilità circa il“cattivo uso” che il cliente possa farne. D’altra parte, dinanzi alla richiesta di unadocumentazione fiscalmente idonea dellaspesa l’alternativa allo scontrino parlantesarebbe fatalmente, come accennato,quella dell’emissione della vera e propriafattura di vendita, che è un’operazione in-dubbiamente più onerosa sul piano ammi-nistrativo. (Roberto Santori)

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La ricetta del farmacista

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Vittorio Virno, farmacista passato dallericette (del medico) alle ricette (di cuci-na), da anni presenza fissa nei “pianialti” della ristorazione romana, è attual-mente patron del ristorante Tale equale, in via Archimede 80a, dovepropone la sua cucina di prevalente im-pronta partenopea. Contatti: [email protected], tel. 063338709.

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Per Peppino Marotta il ragú – o me-glio o’ rraù – non si prepara, ma siconsegue. Come una laurea, o unapromozione, o una vittoria. E non v’èchi non abbia sentito pronunciare al-meno una volta la frase di un altrograndissimo, Eduardo De Filippo:o’rraù è ‘na poesia ca’ finisce ca’ scar-petta di pane.Come si sarà subito capito, questa vol-ta non si parla di cibo, ma di arte. Oreligione, se si preferisce. Perché que-sto, nel sentire collettivo dei na-poletani, è o’rraù, il piattoconsacratodella domeni-ca: pura artee religione. Ecome ogni ar-te e religioneche si rispetti-no, ciascunoesercita la pri-ma o professala seconda amodo suo.Inuti le, quindi,andare a cercare la ricetta “originale”del ragù alla napoletana: se ne trove-rebbero migliaia, milioni, una e moltospesso anche due per ogni famiglia. E,in quest’ultimo caso, ‘o’rraù finisce ine-vitabilmente per diventare ogni voltacausa di discussioni e liti domestiche,come peraltro testimonia la poesia cheEduardo – ancora lui – dedicò a questopiatto assolutamente inimitabile. Neisuoi versi, c’è appunto uno sposo che,

dopo aver chiarito subito che “o rraùca me piace a me m’ ‘o ffaceva sulomammà”, per non litigare con la mogliepreferisce tagliare corto: “Mò ce avés-sem’ appiccecà? Tu che dice? Chest’èrraù? E io m’ ‘o mmagno pè m’ ‘o man-già... M’ ‘a faje dicere ‘na parola? Che-sta è carne c’ ‘a pummarola.”Dunque, metto subito le mani avanti: laricetta che vi propongo è la ricetta dicasa mia, quella che negli anni lontanidella mia infanzia mi ha riempito le na-rici e il cuore ogni domenica, quandomi svegliavo e subito sentivo galleggia-re in aria il profumo del ragù che miamadre – in piedi all’alba – aveva mes-so già da ore a “peppiare” sul fuoco.Sono sicuro che molti dei lettori – so-prattutto quelli che hanno ascendenzenapoletane – hanno altre ricette che ri-tengono (del tutto legittimamente) mi-gliori di quella che propongo. Lungidall’obiettare, lancio una proposta: conesclusione di coloro che, aderendo ai

precett i delnutrizionismosalutista, pre-tendono di“alleggerire”‘o rraù conl ’ inevitabi leesito di farscadere unapreparazio-ne sontuosaa una sem-plice (quan-do va be-ne) “carne

c’ ‘a pummarola”, invito chi ne abbiavoglia a mandarmi la ricetta di famigliadel “suo” ragù. Le valuterò tutte, con l’aiuto dei cuochiche collaborano con me ai fornelli diTale e quale, e garantisco che proveròquelle che ci sembreranno le migliori.Tra queste, sceglieremo “la miglioredelle migliori”: l’autore – se ne avràpiacere – sarà nostro graditissimoospite per una cena nel mio ristorante.

Ognuno consegua il suo ragù

In una pentola, di coccio, preparare il fondo con olio,lardo, strutto e cubetti di pancetta e quindi aggiungerela cipolla tagliata grossolanamente facendola andare afuoco dolcissimo. Avviare la preparazione delle braciole: stendere la car-ne, inserire mezza becca d’aglio priva del germe inter-no in ogni braciola, un po’ di uvetta fatta riprendere inacqua tiepida e vino, qualche pinolo tostato, piccolipezzetti di caciocavallo podolico, una spolverata di pe-corino grattugiato e prezzemolo. Arrotolare la braciola, ricavando un involtino stretto, echiuderla con cura con lo spago, lardellare il muscolocon il prosciutto. Inserire le carni nella pentola con le cipolle (che dovran-no essere trasparenti) e far rosolare a lungo, girandolespesso; a rosolatura ultimata, aggiungere il vino e sfu-mare bene; quindi versare il concentrato, stemperarlo eunire il pomodoro. Incoperchiare lasciando uno spiraglio da cui possa fuo-riuscire il vapore e cuocere a fuoco lentissimo per 5ore, lasciando “peppiare” il ragù girandolo spesso conun cucchiaio di legno. Si tratta di un’operazione indi-spensabile, perché la carne inevitabilmente tende ad“azzeccarsi”, ovvero a bruciacchiarsi a contatto con ilfondo rovente, dando origine alla famosa “reazione diMaillard”, il formarsi di una pellicola di leggera brucia-tura. Guai però a farla bruciare troppo: ecco perché bi-sogna smuovere spesso il fondo con il cucchiaio di le-gno, rimettendolo in circolo nel sugo: è un’operazionecruciale.Visto il lunghissimo tempo di cottura, si può preparare ilragù il giorno prima, anche perché così “si assesta” edè più buono. Far bollire l’acqua, salare e buttare gli ziti.Scolarli al dente e condirli, cospargendo poi con il peco-rino. Le braciole e la carne del ragù (le prime ovvia-mente liberate da ogni traccia di spago) si servirannocome pietanza, cosparse con una cucchiaiata di salsa.Non dimenticate, ovviamente, il pane per la scarpetta.

Mezzi ziti con ragù

Ingredienti per 6 persone:

• 1 kg di braciole (coperta di costata); • 500g di puntine di maiale;• 150 g di muscolo di manzo; • 2 cipolle dorate grosse, meglio se un po’ vecchie; • un bicchiere scarso di olio extra vergine di oliva; • 50 g di strutto e 50 g di lardo di pancia; • due cucchiai di doppio concentrato di pomodoro; • due bottiglie di passata di pomodoropossibilmente fatta in casa;

• 200 ml di vino rosso asciutto; • 200 g di pecorino; • 100 g di caciocavallo podolico; • 50 gr di prosciutto grasso; • 50 g di pancetta; • una bella manciata di uvetta; • un pugno di pinoli; • una testa di aglio italiano; • un mazzetto di prezzemolo; • 600 g di ziti, da spezzare a mano in pezzi

di 4–5 cm (o mezzi ziti già a misura, per i pigri); • sale grosso q.b

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7 – OTTOBRE 201338

L’Ordine per te

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PresidenteEmilio Croce

Vice PresidenteLuciano Ricci

SegretarioNunzio Giuseppe Nicotra

TesoriereMarcello Giuliani

ConsiglieriMaurizio BisozziGaetano De RitisFernanda FerrazinVito GaleppiGiuseppe GuaglianoneGiacomo LeopardiLeopoldo Mannucci Vincenzo PastoreEnnio PonziEmanuela Silvi

Revisori dei Conti

EffettiviArturo CavaliereSandro GiulianiAntonella Soave

SupplenteMehdy Daroui

Consiglio Direttivo

A chi rivolgersiDirettore Margherita Scalese [email protected]

Responsabile di amministrazioneMassimo Carlo [email protected]

Responsabile ufficio stampaGiorgio Flavio [email protected]

Attività istituzionalisegreteria operativa e gestione sitoSilvia Benedetti [email protected]

Organizzazione corsi ECM Valentina [email protected]

Gestione albo e istruzione pratiche iscrittiValeria [email protected]

Segreteria di presidenzaLoredana Minuto [email protected]

ConsulentiConsulenza fiscale Francesco d’[email protected]

Consulente del lavoro Fabrizio [email protected]

Orari di apertura al pubblico

Lunedì 9:00 – 14:30Martedì 9:00 – 14:30Mercoledì 9:00 – 15:30Giovedì 9:00 – 14:30Venerdì 9:00 – 14:30

Dove siamo,come raggiungerciVia Alessandro Torlonia n.1500161 Romatel. 06.44236734 – 06.44234139 fax 06.44236339www.ordinefarmacistiroma.ite–mail: [email protected]

Il sito dell’OrdineIl sito dell’Ordine www.ordinefarmacisti-roma.it, oltre a fornire con tempestivitàle più importanti notizie di interesse pro-fessionale, le novità legislative e i link diinteresse professionale, è concepito peroffrire una serie di facilities agli iscrittiall’Albo.

Cliccando sull’apposita voce Serviziiscritti nella barra di navigazione collo-cata a sinistra dell’home page, è possi-bile ad esempio consultare le offerte erichieste di lavoro per laureati in far-macia in ogni ambito (farmacia, parafar-macia, distribuzione intermedia, indu-stria) e le informazioni su eventualiconcorsi per l’assegnazione di sedi far-maceutiche o per posizioni funzionalinelle strutture sanitarie pubbliche.

È anche disponibile e scaricabile tuttala modulistica e tutte le informazioninecessarie per l’iscrizione all’Alboanche di cittadini stranieri, sia comu-nitari sia extracomunitari. Una sezioneEcm, dove è attivo anche un link al sitoEcm ufficiale del Ministero della Salute,fornisce tutte le informazioni sui corsidi aggiornamento accreditati orga-nizzati dall’Ordine.

Sono anche facilmente consultabili levantaggiose convenzioni stipulate concondizioni di miglior favore per i propriiscritti e, infine, previa registrazione al si-to (una procedura molto semplice da se-guire, ma assolutamente necessaria perovvie ragioni di privacy), è possibile ot-tenere on line servizi come il certifi-cato di iscrizione elettronico.

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Gli inserzionisti di questo numero:

Unico pag. 2

Uniservice pag. 4

Gaba pag. 11

Simap pag. 13

Bioos pag. 17

CD investments pag. 21

Brother pag. 23

Nathura pag. 27

Farmalemuse pag. 29

Farmac–Zabban pag. 33

Bionike pag. 35

AssiParioli pag. 37

ISED pag. 39

Banca Popolare di Sondrio pag. 40

per info sugli spazi pubblicitari tel.: 06.87179247 mail: [email protected]

Un caldo benvenuto a:

I nuovi iscritti:Ammirati GiuseppeCanilopol NicoletaErmilov Laura SvetlanaLardo LiviaLeonardi EmanuelaPapello Giulia

Iscritti per trasferimento:Cianfoni ClaraClemente GiuseppinaGuaglianone Maria RosariaGuerriero FedericaLorusso FrancescaNicastro AntonelloPollola Manuela Giovanna

tutti iscritti all’Albo del nostro Ordinenel mese di Ottobre

La cerimonia dei saluti

L’Ordine dei Farmacisti e la professionetutta porgono l’ultimo saluto a:

Angelini Annamaria,laureata presso l’Università degli Studidi Camerino il 9 novembre 1984

Pugnaloni Aureliano,laureato presso l’Università degli Studidi Camerino l’11 novembre 1947

Saggio Luisella,laureata presso l’Università degli Studidi Catania il 28 giugno 1971

Sorbini Guido,laureato presso l’Università degli Studidi Siena il 16 marzo 1951

che ci hanno lasciato nel mese di Ottobre

Alla famiglia, le condoglianze sentite esincere dell’Ordine e di tutta la professione

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A Romae provincia

una presenza sempre più diffusa

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www.popso.itBanca Popolare di SondrioI L G R U P P O B A N C A R I O A L C E N T R O D E L L E A L P IBANCA POPOLARE DI SONDRIO BPS (SUISSE) FACTORIT PIROVANO STELVIO

51 in provincia di SONDRIO 2 in provincia di ALESSANDRIA 14 in provincia di BERGAMO 2 in provincia di BOLZANO 31 in provincia di BRESCIA 31 in provincia di COMO 5 in provincia di CREMONA 1 in CUNEO 3 in provincia di GENOVA 20 in provincia di LECCO 2 in provincia di LODI 5 in provincia di MANTOVA 34 in MILANO 9 in provincia di MILANO 17 in provincia di MONZA E BRIANZA 2 in provincia di NOVARA 1 in PARMA 7 in provincia di PAVIA 3 in provincia di PIACENZA 35 in ROMA 4 in provincia di ROMA 1 in TORINO 4 in provincia di TRENTO 18 in provincia di VARESE 4 in provincia del VERBANO CUSIO OSSOLA 1 in VERCELLI 3 in provincia di VERONA 1 in AOSTA

SPORTELLI *

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Agenzie in Roma*Sede Eur, viale Cesare Pavese 336Agenzia n. 1 Monte Sacro, viale Val Padana 2Agenzia n. 2 Ponte Marconi, via Silvestro Gherardi 45 Agenzia n. 3 Prati Trionfale, via Trionfale 22 Agenzia n. 4 Bravetta, piazza Biagio Pace 1 Agenzia n. 5 Portonaccio, piazza S. Maria Consolatrice 16/B Agenzia n. 6 Appio Latino, via Cesare Baronio 12 Agenzia n. 7 Aurelio, via Baldo degli Ubaldi 267Agenzia n. 8 Africano Vescovio, viale Somalia 255Agenzia n. 9 Casal Palocco piazzale Filippo il Macedone 70/75 Agenzia n. 10 Laurentina, via Laurentina 617/619 Agenzia n. 11 Esquilino, via Carlo Alberto 6/A Agenzia n. 12 Boccea, circonvallazione Cornelia 295Agenzia n. 13 Tuscolano, via Foligno 51/A Agenzia n. 14 Garbatella, largo delle Sette Chiese 6 Agenzia n. 15 Farnesina, via della Farnesina 154 Agenzia n. 16 Monte Sacro Alto/Talenti, via Nomentana 925/A Agenzia n. 17 San Lorenzo, piazza dei Sanniti 10/11 Agenzia n. 18 Infernetto, via Ermanno Wolf Ferrari 348 Agenzia n. 19 Nuovo Salario, piazza Filattiera 24 Agenzia n. 20 Tuscolano/Appio Claudio, via Caio Canuleio 29

Agenzia n. 21 Nomentano, via Famiano Nardini 25Agenzia n. 22 Sportello Interno , World Food ProgrammeAgenzia n. 23 Ostia, via Carlo Del Greco 1 Agenzia n. 24 San Clemente/Colosseo via di S. Giovanni in Laterano 51/A Agenzia n. 25 Parioli, viale dei Parioli 39/B Agenzia n. 26 Tritone, via del Tritone 207 Agenzia n. 27 Prati, piazza Cavour 7 Agenzia n. 28 Casilino, piazza della Marranella 9 Agenzia n. 29 Sportello Interno , FAO Agenzia n. 30 Sportello Interno , IFADAgenzia n. 31 c/o Campus Bio-Medico di Roma Policlinico, via Alvaro del Portillo 200Agenzia n. 32 Monteverde Vecchio via Anton Giulio Barrili 50/H Agenzia n. 33 Trastevere, piazza Sidney Sonnino 40Agenzia n. 34 Gregorio VII, via Gregorio VII 348 ang. piazza Pio XI 40

Agenzie in provincia di Roma*Ciampino viale del Lavoro 56Frascati via Benedetto Cairoli 1Genzano di Roma viale Giacomo Matteotti 14Grottaferrata via XXV Luglio

* In tutte le agenzie sono presenti sportelli ATM

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Agenzie

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e in Roma*

via di S Giovan San Clemente/Colosseo24n.Agenzia

via Carlo Del Greco 1Ostia,23n.Agenziaorld Food ProgrammeWWorld Food Programme

Sportello Interno22n.Agenzia via Nomentano,12n.Agenzia

1/A ni in Laterano 5 Colosseo

Del Greco 1 gramme

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