FINTECH - s3-eu-central-1.amazonaws.com · Stefano Rossi, managing director di Euclidea wealth...

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Asset Management Maggio / Giugno 2018 58 FINTECH «E uclidea si definisce una fintech e, nello stesso tempo, un ge- store attivo. Questo significa che da un lato la tecnolo- gia ci aiuta a estrarre le proposte per i nostri clienti, dall’altro abbiamo un comitato di asset allocation che deci- de. E, infine, offriamo la possibilità di aggiungere al servizio on line anche l’intervento di un esperto». Stefano Rossi, managing director di Euclidea wealth management (servizio di Eu- clidea dedicato al mondo dei clienti con patrimoni complessi), spiega in poche parole la strategia della società di investimento fondata circa tre anni fa da Mario Bortoli, Luca Valaguz- za e Giovanni Folgori, tre professio- nisti con alle spalle più di dieci anni nella selezione e gestione di fondi. «Ci definiamo fintech anche perché più della metà delle persone che lavo- rano qui sono sviluppatori di softwa- re: i nostri algoritmi sono proprietari, la tecnologia è stata creata in casa e continua a essere sviluppata al nostro interno». Mix virtuale-reale. La società, in- somma, lavora con un mix tecnologia- selezione “umana” dei fondi per quan- to riguarda l’offerta di investimento e offre la possibilità di aggiungere l’in- tervento di un esperto all’operatività web dal lato cliente. «In meno di un minuto di simulazione su internet, il cliente riceve già la proposta comple- ta», afferma Rossi. «La nostra scom- messa è rendere possibile all’investi- tore la completa operatività sul web. Perché su internet si coinvolgono tutte le nuove generazioni. Ci sono giova- ni che non hanno mai messo piede in una filiale bancaria, e probabilmente non lo faranno mai. Poi, però, c’è chi ha bisogno del contatto umano, della relazione». Ma qual è il core business di Eucli- dea? «Presto detto», risponde Rossi: «La società offre attraverso il canale web la gestione tradizionale per gli investitori retail; i clienti del wealth management, inaugurato da poco, possono anche usufruire di un private banker dedicato. Questo perché il ser- vizio è stato realizzato per rispondere alle esigenze di chi ha patrimoni com- plessi. Aggiungiamo, quindi, il wealth management alla gestione patrimo- niale web, il tutto con una tecnologia di visualizzazione e di aggregazione di portafoglio che non si vedono con un normale accesso internet». Gli strumenti utilizzati. Quali sono gli strumenti messi a disposizione del cliente? «Ci occupiamo di gestioni patrimoniali utilizzando indifferen- temente qualsiasi Etf, fondo attivo o passivo in classe istituzionale in maniera totalmente disinteressata ri- spetto alle politiche commerciali: per fare questo, utilizziamo una tecnolo- gia predisposta per analizzare oltre 100mila strumenti presenti sul mer- cato europeo. Non abbiamo, quindi, preclusioni: rendiamo disponibile ogni investimento, purché siamo si- curi che funzioni bene. Attenzione però, non siamo collocatori: si tratta di gestioni patrimoniali e utilizziamo sempre la classe istituzionale. Per Etf e fondi passivi incrociamo costo più basso e rendimenti storici più allti. E questo, naturalmente, può farlo solo la tecnologia: non per niente, oltre che Il servizio di digital wealth management della società di gestione patrimoniale indipendente sfrutta una tecnologia proprietaria per la fund selection, l’asset allocation e la profilazione dell’utente. Con piena operatività sul web, ma anche un private banker dedicato L’ALGORITMO DAL VOLTO UMANO Gianenrico Levaggi DOPPIA SCELTA Stefano Rossi, managing director di Euclidea wealth management, spiega che «c’è la possibilità di aggiungere l’intervento di un esperto al servizio on line» EUCLIDEA

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Asset Management Maggio / Giugno 201858

FINTECH

«Euclidea si defi nisce una fi ntech e, nello stesso tempo, un ge-store attivo. Questo

signifi ca che da un lato la tecnolo-gia ci aiuta a estrarre le proposte per i nostri clienti, dall’altro abbiamo un comitato di asset allocation che deci-de. E, infi ne, off riamo la possibilità di aggiungere al servizio on line anche l’intervento di un esperto». Stefano Rossi, managing director di Euclidea wealth management (servizio di Eu-clidea dedicato al mondo dei clienti con patrimoni complessi), spiega in poche parole la strategia della società di investimento fondata circa tre anni fa da Mario Bortoli, Luca Valaguz-za e Giovanni Folgori, tre professio-nisti con alle spalle più di dieci anni nella selezione e gestione di fondi. «Ci defi niamo fi ntech anche perché più della metà delle persone che lavo-rano qui sono sviluppatori di softwa-re: i nostri algoritmi sono proprietari, la tecnologia è stata creata in casa e continua a essere sviluppata al nostro interno».

Mix virtuale-reale. La società, in-somma, lavora con un mix tecnologia-selezione “umana” dei fondi per quan-to riguarda l’off erta di investimento e off re la possibilità di aggiungere l’in-tervento di un esperto all’operatività web dal lato cliente. «In meno di un minuto di simulazione su internet, il cliente riceve già la proposta comple-

ta», aff erma Rossi. «La nostra scom-messa è rendere possibile all’investi-tore la completa operatività sul web. Perché su internet si coinvolgono tutte le nuove generazioni. Ci sono giova-ni che non hanno mai messo piede in una fi liale bancaria, e probabilmente non lo faranno mai. Poi, però, c’è chi ha bisogno del contatto umano, della relazione».Ma qual è il core business di Eucli-dea? «Presto detto», risponde Rossi: «La società off re attraverso il canale web la gestione tradizionale per gli investitori retail; i clienti del wealth management, inaugurato da poco, possono anche usufruire di un private banker dedicato. Questo perché il ser-vizio è stato realizzato per rispondere alle esigenze di chi ha patrimoni com-plessi. Aggiungiamo, quindi, il wealth management alla gestione patrimo-niale web, il tutto con una tecnologia di visualizzazione e di aggregazione di portafoglio che non si vedono con un normale accesso internet».

Gli strumenti utilizzati. Quali sono gli strumenti messi a disposizione del cliente? «Ci occupiamo di gestioni patrimoniali utilizzando indiff eren-temente qualsiasi Etf, fondo attivo o passivo in classe istituzionale in maniera totalmente disinteressata ri-spetto alle politiche commerciali: per fare questo, utilizziamo una tecnolo-gia predisposta per analizzare oltre 100mila strumenti presenti sul mer-cato europeo. Non abbiamo, quindi, preclusioni: rendiamo disponibile ogni investimento, purché siamo si-curi che funzioni bene. Attenzione però, non siamo collocatori: si tratta di gestioni patrimoniali e utilizziamo sempre la classe istituzionale. Per Etf e fondi passivi incrociamo costo più basso e rendimenti storici più allti. E questo, naturalmente, può farlo solo la tecnologia: non per niente, oltre che

Il servizio di digital wealth management della società di gestione patrimoniale indipendente sfrutta una tecnologia proprietaria per la fund selection, l’asset allocation e la profilazione dell’utente. Con piena operatività sul web, ma anche un private banker dedicato

L’ALGORITMODAL VOLTO UMANO

Gianenrico Levaggi

DOPPIA SCELTAStefano Rossi, managing director di Euclidea wealth management, spiega che «c’è la possibilità di aggiungere l’intervento di un esperto al servizio on line»

EUCLIDEA

Maggio / Giugno 2018 Asset Management 59

«Euclidea si defi nisce una fi ntech e, nello stesso tempo, un ge-store attivo. Questo

signifi ca che da un lato la tecnolo-gia ci aiuta a estrarre le proposte per i nostri clienti, dall’altro abbiamo un comitato di asset allocation che deci-de. E, infi ne, off riamo la possibilità di aggiungere al servizio on line anche l’intervento di un esperto». Stefano Rossi, managing director di Euclidea wealth management (servizio di Eu-clidea dedicato al mondo dei clienti con patrimoni complessi), spiega in poche parole la strategia della società di investimento fondata circa tre anni fa da Mario Bortoli, Luca Valaguz-za e Giovanni Folgori, tre professio-nisti con alle spalle più di dieci anni nella selezione e gestione di fondi. «Ci defi niamo fi ntech anche perché più della metà delle persone che lavo-rano qui sono sviluppatori di softwa-re: i nostri algoritmi sono proprietari, la tecnologia è stata creata in casa e continua a essere sviluppata al nostro interno».

Mix virtuale-reale. La società, in-somma, lavora con un mix tecnologia-selezione “umana” dei fondi per quan-to riguarda l’off erta di investimento e off re la possibilità di aggiungere l’in-tervento di un esperto all’operatività web dal lato cliente. «In meno di un minuto di simulazione su internet, il cliente riceve già la proposta comple-

ta», aff erma Rossi. «La nostra scom-messa è rendere possibile all’investi-tore la completa operatività sul web. Perché su internet si coinvolgono tutte le nuove generazioni. Ci sono giova-ni che non hanno mai messo piede in una fi liale bancaria, e probabilmente non lo faranno mai. Poi, però, c’è chi ha bisogno del contatto umano, della relazione».Ma qual è il core business di Eucli-dea? «Presto detto», risponde Rossi: «La società off re attraverso il canale web la gestione tradizionale per gli investitori retail; i clienti del wealth management, inaugurato da poco, possono anche usufruire di un private banker dedicato. Questo perché il ser-vizio è stato realizzato per rispondere alle esigenze di chi ha patrimoni com-plessi. Aggiungiamo, quindi, il wealth management alla gestione patrimo-niale web, il tutto con una tecnologia di visualizzazione e di aggregazione di portafoglio che non si vedono con un normale accesso internet».

Gli strumenti utilizzati. Quali sono gli strumenti messi a disposizione del cliente? «Ci occupiamo di gestioni patrimoniali utilizzando indiff eren-temente qualsiasi Etf, fondo attivo o passivo in classe istituzionale in maniera totalmente disinteressata ri-spetto alle politiche commerciali: per fare questo, utilizziamo una tecnolo-gia predisposta per analizzare oltre 100mila strumenti presenti sul mer-cato europeo. Non abbiamo, quindi, preclusioni: rendiamo disponibile ogni investimento, purché siamo si-curi che funzioni bene. Attenzione però, non siamo collocatori: si tratta di gestioni patrimoniali e utilizziamo sempre la classe istituzionale. Per Etf e fondi passivi incrociamo costo più basso e rendimenti storici più allti. E questo, naturalmente, può farlo solo la tecnologia: non per niente, oltre che

Il servizio di digital wealth management della società di gestione patrimoniale indipendente sfrutta una tecnologia proprietaria per la fund selection, l’asset allocation e la profilazione dell’utente. Con piena operatività sul web, ma anche un private banker dedicato

L’ALGORITMODAL VOLTO UMANO

Gianenrico Levaggi

DOPPIA SCELTAStefano Rossi, managing director di Euclidea wealth management, spiega che «c’è la possibilità di aggiungere l’intervento di un esperto al servizio on line»

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nel software, abbiamo eff ettuato forti investimenti nell’infrastruttura, che è interamente basata sul cloud di Ama-zon». La tecnologia, prosegue Rossi, «permette di avere i dettagli di per-formance e qualità, e mostra in modo chiaro e non distorto l’andamento dei gestori: per fare questo, utilizziamo più di 20 indicatori per ogni strumen-to, sia in classe retail, sia istituzionale. Stiamo inoltre lavorando all’evolu-zione di questo sistema grazie al ma-chine learning».

Costi. Una caratteristica della piat-taforma Euclidea, ricorda Rossi, è di essere adeguata alla Mifi d 2, che im-pone a ogni gestore o collocatore di fondi di rendere esplicite all’investi-tore tutte le commissioni, compreso quelle che il cliente non ha mai visto: «Il “costo dell’ingrediente”, scono-sciuto al mercato. In altre parole, noi mostriamo al cliente tutto quello che andrà a spendere, già da prima che la Mifi d 2 fosse stata sviluppata. A dif-ferenza di quanto hanno sempre fatto le banche. Dal web, quindi, il cliente vede già il costo fi nale del suo por-tafoglio. Compresa la commissione che ci deve pagare. Vogliamo che il cliente capisca al dettaglio qualsiasi portafoglio sottoposto».A proposito: la commissione di ge-stione? «Non cambia al variare del ri-schio», spiega Rossi. «In questa indu-stria siamo abituati a sentire: “questo è un fondo azionario e deve costare di più”. Ma è un concetto sbagliato,

che contribuisce a fornire al cliente un investimento non adatto. Perché alla fi ne, in questo modo, si tende a consi-gliare al cliente un profi lo non adegua-to, solo per guadagnarci di più. È per questo che abbiamo scelto di mantene-re una percentuale fi ssa, che varia solo in base al capitale investito».In che modo mostrate i costi che l’in-vestitore potrebbe andare a sostenere? «Se il potenziale cliente va nel sito Euclidea e prova a eff ettuare una si-mulazione di investimento, anche con un entry level minimo (cioè di 10mila euro), gli verrà subito mostrata una proposta di portafoglio. Bene: questo portafoglio ha i suoi costi di sottostan-te e di gestione che formano il Ter: tutti sono dichiarati nella lista che mo-striamo all’investitore».

Algoritmi predittivi. Si parlava dell’algoritmo che serve a “scremare” i fondi a disposizione per seleziona-re quelli che, secondo la piattaforma, sono più adatti ai clienti. Ma c’è anche altro. «Gli algoritmi», spiega Rossi, «ci danno segnali predittivi». In che sen-so? «Come accade in ogni situazione in cui c’è un comportamento di merca-ti e persone che guidano le decisioni, anche il mondo degli investimenti ha una sua ripetitività statistica. Un in-sieme di informazioni che, aggregate, possono off rire una serie storica e, di conseguenza, anche indicazioni sulle scelte future. Sono dati che vengono dai mercati. Siamo quindi convinti che la tecnologia possa aiutare a cer-

care la regolarità. Ma sempre tenendo conto che, comunque, è necessaria una valutazione successiva da parte di esseri umani, che devono valutare le statistiche e decidere se è il caso di prenderle o meno in considerazione . I nostri modelli sono basati su un mix di behavioural fi nance, statistica classica e machine learning».Ancora una volta, comanda il mix tra automatismi e intervento uma-no... «Sì. Lo ripeto: non possiamo, né tanto meno vogliamo, prescinde-re dall’intervento dei nostri esperti. Che hanno a disposizione una mole enorme di dati su fondi, Etf e indici e statistiche sui mercati. L’analisi dei fondi», prosegue Rossi, «è basata su una serie di elaborazioni di dati e su tecniche di clustering che “ripulisco-no” i dati. Altre piattaforme di analisi danno un rating ma spesso sono solo statistiche di lungo periodo basate su dati sporchi». Anche voi, quindi, date un voto ai fondi... «Sì, dividiamo fondi ed Etf in circa 150 peer group. Per esempio: nell’European equity, ogni giorno vengono analizzati 4.570 strumenti e aggiornate le relative clas-sifi che. Sono previste anche variabili meno evidenti, come la stabilità delle masse, il corretto sizing del fondo per il peer group, la tenure del gestore, e via dicendo. Numerose informazioni vengono “raschiate” da internet per completare i nostri database. In futuro pensiamo che non sarà più necessario acquistare database commerciali e tut-to sarà disponibile sul web». �

FINTECH E GESTIONE ATTIVAEuclidea è stata fondata tre anni fa da Mario Bortoli, Luca Valaguzza e Giovanni Folgori, tre professionisti esperti nella selezione e gestione di fondi. Sopra, gli uffici di Milano