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A CURA DEL PROF. ALFREDO NAZARENO D’ECCLESIA Filosofia delle Religioni 2

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A C U R A D E L

P R O F. A L F R E D O N A ZA R E N O D ’ E C C L E S I A

Filosofia delle Religioni 2

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Introduzione

Diceva Charles Baudelaire, che non era uno stinco di

santo: « Non c’è niente di interessante sulla Terra, se

non le religioni».

Leone Tolstoi intuì quando scrisse: «» L’uomo può

ignorare di avere una religione come può ignorare di

avere un cuore; ma senza religione, come senza cuore,

l’uomo non vive.

Di fatto le Religioni sono esse stesse degli organismi

viventi che attraversano la nostra storia.

Ci appartengono e sentiamo bisogno di conoscerle.

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Introduzione 2

Madre Teresa di Calcutta affermò: « Il vero cristiano,

dopo aver ponderato i vari punti di vista, si sentirà

portato a dire, amo tutte le religioni, ma sono

innamorato della mia».

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La Religione ieri

Oggi le scienze religiose dimostrano che le religioni continuano a

svolgere un ruolo importante nella vita dell’umanità, che i

cambiamenti nel sociale possono portarle a trasformarsi, ma non

certo a scomparire. Come invece tante volte era stato predetto.

Qualcuna di queste profezie fallite?

Riguardo al Cristianesimo, Voltaire nel 1773 scriveva: « Nella

cultura nuova, non ci sarà futuro per la superstizione cristiana».

Ernest Renan nel 1847: « Per me è ormai più evidente della luce

del giorno che il Cristianesimo è morto».

Pierre Joseph Proudhon nel 1851: «Il Cristianesimo non durerà

più di venticinque anni».

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La Religione nel mondo attuale

I profondi cambiamenti in corso nella società e nelle religioni d’oggi, rendono estremamente interessante il

problema del ruolo che esse esercitano oggi ed eserciteranno nel futuro della società.

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Filosofia e Religione

La questione che si vuole affrontare riguarda il senso

dell’esperienza religiosa, presa nella sua struttura originaria

attraverso un’operazione regressiva che va al fondo di ogni

specificazione.

Ci si può chiedere che cosa caratterizza l’atteggiamento

religioso in quanto tale?

Con quali strumenti può essere sottoposto ad analisi?

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Filosofia e Religione 2

Il fenomeno religioso può essere studiato da diversi punti di vista all’interno della cultura odierna: dalla Filosofia delle Religioni, dalla Storia delle Religioni, dall’Antropologia Culturale/Filosofica, dalla Teologia come scienza.

In ogni caso la necessità della riflessione filosofica costituisce un punto di riferimento importante per le discipline citate, perché consente di definire il loro campo di indagine, quello relativo all’esperienza religiosa, cogliendone la specificità rispetto alle altre espressioni umane.

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Filosofia e Religione 3

Se si riflette sul senso dell’esperienza religiosa, si può

constatare che essa è qualcosa che si vive, ma che cosa si

vive?

Questo qualcosa che si vive ha una sua peculiarità?

È possibile, spesso accade, si lavora in campi di indagine

specifici e ci si inserisce in un canale di ricerca senza

chiedersi che cosa esso sia, ci si accontenta di svolgere

una professione senza porsi la domanda sul senso

dell’attività stessa: ma quando comincia la riflessione sul

senso di ciò che si sta facendo, si entra nell’ambito della

filosofia.

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Antropologia filosofica ed Esperienza religiosa

Scaviamo all’interno di noi stessi per cogliere la

presenza/assenza del divino. Quest’operazione ci

consente di analizzare la struttura dell’essere umano.

Procedendo con le indicazioni che vengono dalla scuola

fenomenologica, da Husserl e da Edith Stein.

L’indagine sull’interiorità è necessaria per affrontare la

questione che riguarda il senso dell’umano.

Quest’ultimo non può essere colto «da fuori» ma è

compreso da dentro, per mezzo dell’analisi delle nostre

esperienze vissute.

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Tali considerazioni portano a ritenere quanto sia incisivo all’interno

di un’antropologia, che si può definire fenomenologica, come è

costituito l’individuo psicofisico. Da queste basi si

possono individuare tre dimensioni dell’essere umano che

propongo di visualizzare con il seguente grafico:

Dimensioni Dell’essere UMANO

CORPOREA

SPIRITUALE

PSICHICA

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Antropologia filosofica ed Esperienza religiosa 2

Attraverso l’investigazione dell’essere umano si può risalire alla

chiarificazione del senso religioso.

È opportuno, perciò, affrontare la questione: Chi siamo NOI?

Le Religioni e le Filosofie hanno spesso sostenuto che l’essere

umano è anima e corpo.

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Antropologia filosofica ed Esperienza religiosa 3

Il percepire, che noi viviamo, si attua attraverso le

sensazioni e ci conduce alla scoperta della corporeità.

Il desiderare, l’essere attratti o respinti e vivere gli

impulsi, istinti, ci rimandano a quel ambito che si può

definire psiche.

Gli atti del valutare, del riflettere, del decidere sono

relativi della dimensione spirituale, in cui il termine

spirituale indica ciò che è specificamente umano e che lo

distingue dal mondo.

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Antropologia filosofica ed Esperienza religiosa 4

Se con il termine anima si intende il territorio psichico-

spirituale, possiamo interpretare l’essere umano nella sua

dualità di anima e corpo.

L’universalità di questo risultato lascia aperta la questione

della singolarità.

Attraverso una riflessione teorica è possibile cogliere gli

elementi universali e si può notare che i tratti comuni

consentono di riconoscere l’altro che è come me.

Per mezzo di un’esperienza vissuta che si definisce

entropatia o empatia.

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Antropologia filosofica ed Esperienza religiosa 5

Edith Stein propone un nucleo personale che può essere

definito, usando un linguaggio tradizionale, anche

l’anima dell’ anima.

Tale nucleo fa sì che la singolarità possa essere declinata

in termini di «IO» che costituisce il momento di

consapevolezza del sé.

In tal modo, la mappa dell’interiorità umana si

definisce meglio, si allarga superando gli stretti confini

dell’anima e del corpo.

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Corpo e Anima

L’etimologia di queste due parole nella lingua latina , mostrano una straordinaria correlazione già nel loro etimo e consentono di comprendere anche come fosse inteso l’essere umano in un contesto sacrale.

Risaliamo alla radice indoeuropea di entrambe. (Sanscrito)

Krp, che è alla base di corpo, significa dare forma a ciò che è puro; inoltre, far risplendere i riti sacri.

Con la parola anima si intende soffio, alito, ma soffio e alito cosmico derivando dalla radice "n " o "an" che in sanscrito, significa respirare, indica ciò che si origina dall’acqua primordiale e mostra che l’essere umano proviene dall’energia vitale primordiale.

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Corpo e Anima 2

Nelle culture arcaiche tutto era legato a una visione metafisico-

religiosa della realtà e l’essere umano era la manifestazione

più esplicita di ciò che da la vita a tutte le cose.

L’essere umano può essere colto secondo una dualità che

diverrà con il passare del tempo sempre più evidente, dando

luogo a un dualismo.

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Soma e Psyché

Tale dualismo è presente nella lingua greca, nella quale il

termine soma, traducibile in latino con corpus, possiede

un’origine diversa, indicando, sempre nell’indoeuropeo,

qualcosa di negativo, cioè la turgidezza e la pesantezza e

tutto ciò si trova nell’Orfismo e in Platone, dalla valutazione

dell’anima, psyché e dalla svalutazione del corpo.

Si può notare una differenza di significato che indica una

maggiore concretezza e unità di interpretazione dell’essere

umano nella cultura latina; infatti il corpo informa, non

appesantisce l’anima, come accade quando si usa il termine

greco.

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Soma e Psyché 2

Per l'uomo l'anima è intesa come realizzazione delle

funzioni vegetative, sensitive e intellettuali potenzialmente

presenti nel corpo. Il concetto di forma si identifica quindi

in Aristotele con quello di essenza.

Tale differenza non si manifesta per psiche e anima, la

prima risale alla radice apsu (Sanscrito), che rimanda come

nel caso di an a «ciò che deriva dalle acque primordiali»,

mostrando una sorprendente coincidenza semantica con il

termine latino.

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Soma e Psyché 3

I due contesti culturali, quello greco e quello romano,

evidenziano l’origine sacra dell’umano, la presenza in

esso di una dimensione che in termini filosofici è definita

spirituale.

L’indagine fenomenologica ci ha condotto a una complessa

stratificazione dell’essere umano, il quale mantiene la

dualità di aspetti corporei-spirituali nell’unità personale,

escludendo il dualismo, consistente nell’affermare l’origine

diversa e contrapposta dei due momenti.

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Essere umano e tempo

Si può constatare che l’essere umano, pur vivendo nel

tempo, aspira sempre a qualcosa che supera il tempo che

permane; è capace, pertanto, di cogliere ciò che è

atemporale.

Tale traccia è presente in ciò che gli è più proprio, nel suo

nucleo identitario che non muta nel corso del tempo, ma

nel quale sono contenute le indicazioni per un

accrescimento del suo essere, in particolare, nella forma

d’essere della vita spirituale.

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Conclusione

L’essere umano ha spazi di libertà, è possibile che

riconosca la presenza del Divino.

Il riconoscimento del Divino passa attraverso

l’accettazione o rifiuto della psiche che offre allo spirito

un materiale da vagliare, accogliendo o correggendo

l’impulso psichico attraverso la valutazione e la decisione

Anche la corporeità è coinvolta, perché l’accettazione fa

assumere al corpo atteggiamenti che manifestano il

rapporto con il Divino; in questo modo si giustificano i

riti e gli atti liturgici.

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Bibliografia

Testi di Angela Ales Bello:

L’Universo nella coscienza. Introduzione alla fenomenologia di E. Husserl, E. Stein, H. Conrad - Martius, E .T .S ., Pisa 2003.

Edith Stein, Hedwing Conrad - Martius, Fenomenologia Metafisica Scienze, Laterza, Bari 2010.

Il Senso del Sacro, Dall’arcaicità alla desacralizzazione, Castelvecchi, Roma 2014.

TESTI DI EDITH STEIN (in traduzione italiana):

La struttura della persona umana, Città Nuova, Roma 2000

Introduzione alla filosofia, Città Nuova, Roma 2001.

Potenza e Atto, Studi per una filosofia dell’essere, Città Nuova, Roma 2003.