Religioni scandinave

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Il nome Germanoi si ritrova nell'elenco di Marsiglia dei popoli vinti nel 222 a.C. da Claudio Marcello. È grazie al De bello gallico di Cesare che il vocabolo è entrato nell'uso corrente. Sul periodo che precede le campagne di Cesare i dati storici sono tari.

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Le popolazioni germaniche appartengono al mondo indoeuropeo (INDOEUROPEI). Sul loro luogo di origine non si hanno dati certi. Sembra che originariamente fossero localizzate nella Scandinavia meridionale e nella regione del nord-ovest europeo. All'inizio della nostra era esse sono suddivise in tre gruppi. II gruppo occidentale è all'origine delle lingue della Frisia, delle parlate anglo- sassoni, dei dialetti chiamati altfränkische e dell'antico hochdeutsch. Il gruppi nordico comprende il norvegese, l'islandese, il danese, lo svedese. Il gruppo meno conosciuto è quello orientale o ostico: gotico e vandalo.

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1. La religione germanica nell'età della Pietra

Questo periodo va dal 12000 al 2000 a.C. Conosciuto solamente attraverso i documenti archeologici, comprende diversi elementi: sacrifici di caccia (Melen-dorf e Stellmoor vicino ad Amburgo, verso il 12000); incisioni rupestri colorate in Scandinavia e in Carelia (verso l‘8OOO); strumenti musicali per il culto; tracce di scotennamenti e di sacrifici umani; numerose ascie sotterrate o rappresentate da iscrizioni rupestri; un palo cultuale e un idolo a Ahrensburg-Hopfenbach; numerose teste di animali, infilzate su un manico, ritrovate in Danimarca e in Svezia. Senza dubbio siamo in presenza di vestigia di pratiche religiose dei cacciatori di renne che hanno seguito i branchi nelle regioni nordiche. Nel lago sacro di Stellmoor sono state trovate sott'acqua dodici renne con delle pietre nella gabbia toracica o nel ventre.

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Accanto a questa religione dei vivi c'è il culto funerario, rappresentato soprattutto dalle tombe megalitiche (MEGALITISMO); verso il 3500 appaiono i primi dolmen, la cui costruzione ebbe fine verso il 1800. Attualmente disponia mo di parecchie migliaia di dolmen per la Danimarca, di un migliaio per la Germania, di più di cinquecento per la Svezia. Queste tombe di capi hanno l'ingresso a sud. Verso il 2500 è iniziata la costruzione di grandi tombe megalitiche, le Sippengràber. Queste tombe, ciascuna riservata a una stirpe, rivelano un'organizzazione familiare molto sviluppata. Verso il 2000 appaiono le tombe individuali con il feretro di pietra e abbondanti offerte.

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Il mesolitico germano-scandinavo (8000-3500) è quindi caratterizzato da sacrifici di caccia, incisioni rupestri, strumenti di culto e tracce di sacrifici umani. Per l'epoca del neolitico germanico (3500-2000) e del neolitico scandinavo (3000-1500), accanto alle incisioni rupestri e agli oggetti di culto disponiamo dei monumenti funerari megalitici, segno di un contatto tra i vivi e i defunti del clan familiare. L'inumazione dei cadaveri fa pensare che in epoca neolitica gli altri indoeuropei non fossero ancora arrivati in Germania e in Scandinavia.

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2. La religione germanica nell'età del Bronzo

L'età del Bronzo germano-scandinava comincia verso il 2000 e va fino al 500 a.C. La metallurgia - importata dagli invasori venuti dall'Est - insieme all'incinerazione sono le due caratteristiche di questo periodo che testimoniano la presenza degli altri indoeuropei.

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I simboli rupestri si precisano e si moltiplicano: navi, strade, tracce di passi, cervi, alci, uomini, donne, ascie. H. Schneider e O. Almgren inclinano per l'interpretazione cultuale. H. Ljungberg e A. Stròm arrivano alla conclusione che i popoli germanici dell'età del Bronzo adorassero dèi personali. La decodificazione dei simboli è quindi di fondamentale importanza.

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Il carro solare scoperto a Trundholm in Danimarca nel 1902 costituisce un documento basilare per questo lavoro. La topografia dell'età del Bronzo permette inoltre di far riferimento a dei luoghi sacri arcaici: offerte di burro, culti della fecondità. L'insieme di questi dati autorizza a formulare l'ipotesi della venerazione di dèi personali da parte dei popoli germano-scandinavi dell'età del Bronzo: dèi solari, dèi della guerra, dèi e dee della fecondità. Queste popolazioni non conoscevano la scrittura.

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Altra caratteristica dell'età del Bronzo è l'apparizione di santuari solari, tra cui il più noto è Stonehenge, nel sud dell'Inghilterra. Il primo raggio di sole dell'equinozio di primavera cade sull'altare di pietra. Per J. de Vries questo dato è da accostare ai canti dell'EDDA che parlano di eroi solari. Ad Avebury la costruzione circolare di pietre è orientata astronomicamente. Culti solari e culti della fecondità appaiono vicini.

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Alla fine del periodo neolitico il rituale funerario subisce un'importante modificazione: le sepolture familiari cedono il posto alle sepolture individuali e ai feretri di pietra incisi con simboli solari, rappresentazioni di armi, o altri simboli. È la Hugelgràberkultur, molto estesa dall'Austria al Baltico e dal Reno alla Cecoslovacchia (1500-1100).

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In Scandinavia il sarcofago è fatto di un tronco d'albero svuotato, segato in due nel senso della lunghezza e fornito di nume rosi oggetti del defunto. Verso il 1500 ha inizio l'incinerazione, che diviene generalizzata nella fase finale dell'età del Bronzo, verso il 1100. Dopo la crema zione, viene depositata nella tomba l'urna contenente le ceneri o le ossa calcina te ma non completamente ridotte in cenere. La diffusione dei campi di urne durante i cinque secoli anteriori all'età del Ferro dimostra la presenza degli altri indoeuropei.

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3. Lo studio della religione germanica nell'età del Ferro1. I dati geografici e storiciIn Germania e Scandinavia l'età antica del Ferro si estende dal 500 a. C. al 400 d.C. Comprende il periodo antico (500-300), su cui si hanno pochi dati religiosi, il periodo celtico che copre i tre secoli anteriori alla nostra era e il periodo romano (1-400) nel corso del quale, vinti i celti, i germani sono in diretto contatto con i romani, che,si limitano a tenerli a bada lungo il Reno e il Danubio. Il periodo celtico dei germani segue dunque tardivamente la civiltà della Prima Età del Ferro celtica (ca. 725, Hallstadt, Cecoslovacchia, Austria, Francia) e l'espansione celtica a partire dal 500 (La Tene).L'età del Ferro recente (400-1050) raggruppa tre periodi. Nel corso delle invasioni germaniche (400-550), la Vòlkerwanderung opera la reciproca compe netrazione del mondo germanico e latino.

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I germani del continente cominciano a passare al cristianesimo: i franchi, sotto Clodoveo nel 498; le popolazioni germaniche più tardi e più lentamente. Verso il 450 gli angli e i sassoni occupano le isole britanniche. Durante tutto il periodo merovingio (550-800), verso il 600, gli slavi fanno retrocedere i germani mentre gli anglosassoni divengono cristiani.

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I popoli nordici rimasti pagani cominciano a espandersi: è il periodo vichingo (800-1050). Vikingr è il pirata che frequenta le baie. La prima invasione dei vichinghi, quella degli svedesi, va dall'800 al 930. Dopo un periodo di tregua di cinquant'anni, verso il 980, i vichinghi riprendono il mare: questa volta si tratta dei norvegesi e dei danesi. Alla fine del primo millennio le popolazioni germaniche e scandinave hanno accettato il cristianesimo, anche se alcune con scarso entusiasmo.

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2. Il problema delle fonti

a) Gli autori latini - Nei suoi Commentarii de Bello Gallico (I, 50 e VI, 21-24), Giulio Cesare parla dei germani dicendone quello che ne sa dagli informatori galli. Verso il 98 , Tacito (54-130), nel suo De situ acpopulis Germaniae, da numerosi particolari sulla religione dei germani. Egli ha attinto le sue informazioni da Cesare, Velleio Patercolo, Pomponio Mela e Plinio il Vecchio, il quale fu ufficiale in Germania. Un'altra fonte è costituita dalle iscrizioni votive scoperte sul territorio germanico, che ci rendono note una serie di divinità e ci mostrano l'atteggiamento religioso dei fedeli.

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b) Gli autori cristiani - Nelle biografie dei grandi missionari troviamo noti zie particolareggiate sulle popolazioni germaniche e sassoni che passarono al cristianesimo; Vitae di Colombano, di Bonifacio, di Willibrord. Diversi autori cristiani ci parlano dei pagani della Germania. Paolo Orosio, sacerdote di Tar-ragona, discepolo di Agostino d'Ippona, scrisse nel 417 l'opera Historiarum adversus Paganos libri VII. Giordane (Jornandes), vescovo di Ravenna, di origi ne gotica, redasse nel 551 il suo De rebus gothicis, ispirato al alcune fonti perdute. Gregorio di Tours (538-594) ci ha lasciato una Historia Francorum. Di Beda il Venerabile (673-755) possediamo una Historia ecclesiastica Anglorum che va da Cesare fino al 751, Paolo Warnefride († 801), diacono di Aquileia e segretario dell'ultimo re dei longobardi, è l'autore di una Historia Langobar-dorum che termina nel 744. A questa letteratura missionaria che ci fornisce informazioni su diverse pratiche pagane, bisogna aggiungere alcuni documenti ufficiali (formulari d'abiura, legislazione civile) e testi letterati quali preghiere o epopee del Medioevo (Nibelungenlied).

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c) Le fonti scandinave - Le fonti riguardanti la religione germanica meri dionale vanno completate con la ben più ricca documentazione scandinava: iscrizioni runiche (RUNA), poesie scaldiche (SCALDICA), le Edda e le Saghe (SAGA). Accanto a questi testi religiosi o letterari, è doveroso citare diversi storici scandi navi. Verso il 1190-1216, il danese Saxo Grammaticus scrisse una storia partico-lareggiata della Danimarca, Gesta Danorum, che per lo studio della religione pagana vale come Tito Livio per la conoscenza di Roma. Adamo di Brema ci ha lasciato la Gesta hammaburgensis ecclesiae pontificum, opera redatta tra il 1074 e il 1083, ricca di dettagli sulla Svezia anteriore alla conversione. Aggiun giamo la Vita Ansgarii del monaco franco Rimbert (t 883) e la Cronaca del vescovo Thietmar di Merseburg, redatta verso il 1015.

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Il grande mitografo del mondo germanico è Snorri Sturluson, redattore dell’Edda in prosa. Edda, saghe e poesie scaldiche sono documenti letterari, ma infarciti di parti religiose. Come l'archeologo che riunisce i suoi cocci di ceramica preistorica, così lo storico delle religioni deve cercare di far emergere la documentazione religiosa racchiusa nella prosa e nella poesia nordica. Le saghe mostrano gli antichi nei loro gesti quotidiani e rappresentano quindi uno sguardo diretto all'anima pagana.

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Nel De Bello Gallico (VI, 21), Cesare sottolinea la differenza tra la religione dei galli e quella dei germani. Questi ultimi non hanno DRUIDI che presiedono al culto o si occupano dei sacrifici; hanno solo tre dèi: Sole, Vulcano, Luna. Nelle interminabili discussioni relative a questo testo Dumézil ha detto la parola conclusiva: sulla base della scoperta da parte di Vendryes dell'assenza tra i germani di una quantità consistente di termini religiosi indoeuropei, egli ha dimostrato l'assenza non del sacerdozio, ma di un'importante funzione sacerdotale: l'amministrazione del sacro, forte e autonoma, che garantisse il mantenimento delle tradizioni. Quanto all'affermazione dell'esistenza di tre dèi, se di fatto le tre divinità citate non sono i principali dèi del mondo germanico, tuttavia la classificazione è esatta e suggestiva: una grande triade con un dio sovrano (Sole), un dio guerriero (Vulcano), una divinità della fecondità (Luna).

4 • Contesto ed espressione del sacro1. Alla luce delle testimonianze di Cesare e di Tacito

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Al cap. 2 della sua Germania, Tacito scrive: Celebrant carminibus antiquis; è mediante dei miti che essi celebrano i loro dèi. Messa in parallelo con il RIGVEDA e con le OÀTHÀ, questa testimonianza risulta importantissima. In effetti, i carmina di cui parla l'autore sono andati perduti. In seguito Tacito presenta il mito di TUISTO, dio supremo creato dalla terra.

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Tuisto genera Manno (in India Manu è il re primordiale), il progenitore di tre tribù: Ingaevones, vicini all'Oceano; Hermiones e Istevones. Ciò che è interessante, è che Tacito parla di tre tribù che possono essere messe in rapporto con tre divinità. Questa è una netta caratteristica indoeuropa.

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5 • Teologia tripartita e costituzione binaria1. Asi e Vani

Nell'ambito del pensiero religioso indoeuropeo Dumézil ha sviluppato una teologia tripartita: dèi della sovranità, dèi della guerra, dèi della fecondità. Rispetto a questo pensiero arcaico, i germani hanno apportato alcuni cambiamenti, pur conservando tuttavia certi elementi molto antichi. Indagando la mitologia scandinava, la sola ben conservata, Dumézil ha notato la presenza di due gruppi di dèi: gli ASI e i VANI. Il significato della loro coesistenza costituisce un dato fondamentale per l'interpretazione dei miti dei germani e degli scandinavi.

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La Völuspá  (La profezia della veggente) è il gioiello dell'Edda poetica, il primo dei due monologhi che aprono il grande canzoniere. Opera di un poeta islandese di vigoroso talento, ancorché pagano, vissuto probabilmente intorno alla prima metà del X secolo, la Völuspá si configura come la visione di una sinistra profetessa [Völva] cheÓðinn ha evocato affinché riveli per intero la sapienza nordica, i segreti delle cose primordiali e i destini del mondo.

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 E così, in una sessantina di strofe, la Veggente disegna la creazione dell'universo, racconta dell'età dell'oro e della guerra che oppose gli Æsir ai Vanir, narra della morte di Baldr, vola dalle fonti del destino ai dirupi infernali, dalle radici del frassino Yggdrasill ai confini del mondo, per concludersi col terrificante racconto della distruzione, e quindi della rinascita, dell'universo. La Völuspá si configura insomma come una vera e propria summa mythologiæ scandinava. Tra balenii epocali e schegge d'apocalisse, è senza alcun dubbio uno più bei poemi mitologici di ogni tempo e di ogni paese.

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Gli Asi sono gli dèi della sovranità e della funzione guerriera. I Vani sono il gruppo della terza funzione, gli dèi agrari. Nel mondo germanico la presenza degli Asi e dei Vani è attestata da documenti scandinavi dell'epoca della Conversione (VÒLUSPÀ, Skàldskaparmàl, YNGLINGASAGA). Le ricerche di Dumézil mostrano la presenza di questa struttura bipolare nel mondo indiano e nel mondo italico. Essa oppone gli dèi della sovranità e della guerra agli dèi della fertilità-fecondità.

Tale simbolismo rivela che le due prime classi sociali hanno avuto qualche difficoltà a intendersi con la terza. Tuttavia, esse decidono di mettere termine a questa guerra. In India e nelle tribù italiote la struttura trifunzionale ha creato un equilibrio tra le tre classi. Questo equilibrio si è stabilito a prezzo di gravi difficoltà nel mondo germanico e scandinavo dove, in epoca tardiva, troviamo una tensione tra le classi aristocratiche da una parte e la classe dei contadini, degli allevatori e degli artigiani dall'altra.

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Come nella famiglia divina i nobili Asi si oppongono ai terrestri Vani, così nella famiglia umana dei germa ni e degli scandinavi la nobiltà si oppone alla plebe, le funzioni superiori di sovranità e di guerra si oppongono alle funzioni inferiori di riproduzione e nutrizione. La scoperta di questa struttura bipolare sulla quale viene proiettata la tripartizione teologica e sociale è una chiave indispensabile per la comprensione della religione e della società della Germania antica.

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2. Teologia tripartita ariana arcaicaLa teologia è il discorso sugli dèi. Nella religione indoeuropea gli dèi occu pano un posto centrale e si ripartiscono secondo tre funzioni: sovranità, forza, fecondità. Questa scoperta di Dumézil consente di penetrare a fondo nel pensie ro religioso ariano. A un primo livello abbiamo due volti della sovranità: da una parte la sovranità temibile (VARUNA in India) e dall'altra la sovranità gra devole (MITRA in India). Al secondo livello c'è la forza, la battaglia, la guerra, la potenza, il bottino. Al terzo livello si collocano gli dèi che danno la giovinez za, la salute, la fecondità. Questa teologia strutturata e articolata su tre piani si ritrova in India, in Iran, a Roma, in Gallia.

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Il confronto tra fatti religiosi indo-iraniani e italo-celtici mette in luce due caratteristiche della religione germanica: l'assenza di un grosso corpo sacerdota le analogo ai BRAHMANI, ai MAGI, ai DRUIDI, ai FLAMINI e ai PONTEFICI; una certa mancanza di distinzione sociale e un sistema indoeuropeo attenuato ma non disarticolato. Alla triade scandinava, ODHINN, dio sovrano, Thor (DONAR), dio tonante, e FREYR (NJÒRDHR), dio fecondo, corrisponde la triade germanica TIWAZ-WODAN, Thunraz, NERTHUS. Cesare parlava di Sole, Vulcano e Luna. La tripartizione teologica ariana arcaica è quindi presente nella religione germanica.

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a) Gli dèi sovrani - Dumézil ha mostrato chiaramente che nell'organizzazione religiosa indoeuropea la funzione meglio caratterizzata è quella della sovranità: essa rappresenta il sacro e il potere giuridico-politico. A questa funzione spetta l'organizzazione del mondo e l'organizzazione giuridica e religiosa della società: giustizia, giuramenti, contratti. Sul versante religioso abbiamo la saggezza, l'intelligenza, la scienza, il culto; su quello giuridico e politico, il potere e il diritto.

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Tra i germani, come in tutto il mondo indoeuropeo, la funzione della sovranità non è patrocinata da un unico dio. In Scandinavia, accanto a Odhinn c'è Ullr (Norvegia, Svezia del Nord), Tyr (Danimarca, Scania). In Germania troviamo Wodan, Tiwaz. Dumézil ha constatato che nella doppia figura della sovranità Odhinn-Ullr c'è un'opposizione simbolica della luce e delle tenebre come in India (Mitra-Varuna), come a Roma (GIOVE-Deus Fidius). Inoltre, nell'etimologia di Tiwaz (deiwo, in sanscr. devah, lat. deus), ritroviamo la figura di un dio che porta nella sua stessa essenza la luce del ciclo: come ZEUS.

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Nella Germania-Scandinavia la bipartizione indoeuropea della sovranità è rappresentata dalla coppia divina Odhinn-Tyr. Odhinn è il capo degli dèi: mago, inventore delle rune, onnisciente. Rimangono anche tracce del dio Tyr. Benché Odhinn e Tyr si articolino secondo la bipartizione della sovranità, già i vicini dei germani hanno riconosciuto in Tyr un dio Marte, vicino alla guerra. Odhinn-Wodan, sovrano e mago, è anch'egli orientato alla guerra: arbitro dei combattimenti, lanciatore di giavellotto, è il dio di VALHALLA. Gli uomini di Odhinn sono guerrieri e eroi.

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Fenrir era un lupo dalle dimensioni gigantesche figlio del dio Loki e dell’orchessa Angrbodhra e incarnava, presso le popolazioni nordiche, le paure per il lupo. Dotato di una forza eccezionale, emetteva ululati che sconfortavano e terrorizzavano anche gli dei.Ancora neonato Fenrir fu rapito dagli dei di Asgard perché per sua mano e dei suoi fratelli sarebbe giunta la fine del mondo. Nutrito da Tyr, figlio di Odino, divenne una creatura gigantesca tanto che, quando apriva la bocca, la mandibola toccava la terra e la mascella il cielo. Rimasto l’unico abitante di Asgard fu incatenato prima con una grande catena chiamata Laending e in seguito con Dromi, un’altra catena molto più resistente. Falliti entarmbi i tentativi, Fenrir fu bloccato per opera di un nano che usò il respiro di un pesce, le radici di un monte e il silenzio di un gatto. Così, una volta incatenato, gli fu conficcata una spada nelle fauci per far cessare i suoi terribili e gelidi latrati. Durante la resa dei conti Fenrir si liberò dalle catene e alleandosi con i Giganti inghiottì Odino rimanendo ucciso in seguito per mano di Vidharr. Fenrir è citato nell’Edda, nell’Edda di Snorri e nel poema di Percy MacKay Fenris the Wolf.

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È nel mito di FENRIR che Dumézil ha trovato la chiave di questo spostamento dalla funzione di sovranità a quella di forza. Nella teologia tripartita si è introdotto uno squilibrio: Odhinn, il dio sovrano, è divenuto il dio che spaventa e pietrifica il nemico. Tyr, il dio giurista, ha perduto la sua originalità di dio sovrano del diritto e sviluppa all'eccesso il suo aspetto militare. In Germania la seconda funzione ha preso il sopravvento sulla prima.

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b) Gli dèi della funzione guerriera - I miti «esprimono drammaticamente l'ideologia di cui vive la società» (Dumézil). In ogni società essi mantengono i valori e gli ideali, gli equilibri e le tensioni. L'esame dei miti delle tre funzioni ci permette di vedere che gli indoeuropei hanno trasmesso e formulato meno bene i miti della seconda e della terza funzione. C'è un motivo. La prima categoria di miti riguardava la classe dei sacerdoti e dei sapienti, con i suoi privilegi, i suoi documenti, la sua dottrina sistematizzata. I miti relativi alla forza e alla fertilità riguardavano i militari e i contadini. Per questi, c'erano numerose ragioni per non svelare i loro segreti sia di guerra che di attività.

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Il dio della funzione guerriera in Germania è Donar, Thor in Scandinavia, un dio del gruppo degli Asi.

Tunra significa «colui che tuona con forza». Dio della tempesta, egli è rapido e violento, il pugno e il martello alzati.

Amico degli dèi e degli uomini, li difende come difende i santuari. È rosso, il colore dei guerrieri per i germani e i galli.

I nemici di Thor sono i giganti, di cui egli ha fatto strage. Come un valoroso soldato, egli combatte contro il serpente cosmico che si erge contro gli dèi.

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Dio della tempesta, Thor è legato alla fertilità: dona la pioggia. È anche il protettore del matrimonio che sta all'origine della fecondità umana. È dunque in quanto dio guerriero che egli interviene nella terza funzione, quella della fertilità. Dio combattente, si trova alla testa delle forze cosmiche. Questa funzione secondaria di fertilità del dio guerriero Thor è stata messa in evidenza soprattutto in epoche tardive.

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Il culto di Donar esisteva in Germania in epoca romana, e la toponimia della Danimarca, della Svezia e dell'Islanda testimonia l'esistenza di numerosi luoghi di culto in onore di Thor. Nel culto domestico scandinavo questo dio ha occupato un posto privilegiato: esso veniva rappresentato sul pilastro centrale che sosteneva la casa. Derolez fa notare che dei quattromila nomi di persone che ci sono pervenuti dalla prima epoca della storia islandese, un quarto deriva dal nome di Thor.

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e) Dio della fecondità - Gli dèi della fertilità e della vegetazione hanno un nome, Vani: Njòrdhr con i suoi due figli, Freyr e FREYJA. Dio della navigazione e della pesca, Njòrdhr è un dio del mare. Suo figlio Freyr è il possessore del verro: opera dunque in connessione con le greggi. Freyr è anche il dio del sesso che dispensa la voluttà: così l'aspetto orgiastico e l'aspetto fallico sottolineano la comunione dell'uomo con la natura. Njòrdhr, dio del mare, e Freyr, suo figlio, dio della terra fertile e degli armenti, costituiscono i due aspetti essenziali del mondo e della vita dei popoli nordici: la terra e il mare.

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Tuttavia, senza l'apporto dell'elemento femminile, non c'è fecondità. Ciò spiega la presenza indispensabile della dea Freyja.

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6 - L'«homo germanicus» tra «Urzeit» e «Endzeit»

La dottrina cosmogonica degli antichi germani si è conservata grazie a diversi poemi dell'Edda: la Vòluspd, il Grimnismdl e il Vafthrùdhnismàl. Quando intorno al 1218 Snorri Sturluson compose la sua celebre fascinazione di Gylfi, Gylfaginning, attinse proprio da questi testi.

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La Vòluspd descrive il caos originario: una voragine immensa. A nord sta Niflheim, il mondo delle brume tenebrose, a sud la regione del fuoco, Mu-spellsheimr. Da un enorme braciere sorgono i giganti: il primo è Ymir, nutrito dalla mucca Audumla. Il mito ci descrive la generazione dei giganti, che da luogo alla prima triade divina: Odhinn, lo spirito vivificante; Vili, l'energica volontà; Ve, il sentimento religioso.

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Il mito dell'Edda è omologo al mito di Tuisto di Tacito. Tuisto è un essere doppio, come YAMA in India, come YIMA in Iran. Così l'Uomo Primordiale è concepito come un essere misto, capace con la sua bisessualità di far nascere l'umanità: il primo uomo fu chiamato Askr, la prima donna Embla. Su questo sfondo di giganti e di caos, a partire dal calore e dal freddo, si organizza la creazione.

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La teogonia è avara di particolari. Gli dèi escono dalla notte dei tempi e mettono ordine nel cosmo. Gli dèi del gruppo degli Asi intervengono nella creazione dell'uomo, della sua vita, della sua anima. Tre Asi trovano Askr e Embla senza vita. Odhinn da loro un'anima, Hònir la ragione, Lódhur la vita e il colorito. Il dio Odhinn occupa il posto centrale.

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Si tratta di nove mondi, nove domìni coperti da YGGDRASILL che affonda le sue radici nelle profondità del cosmo. Ritroviamo qui tracce di miti indoeuropei modificati da una serie di concezioni particolari della Germania.

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I documenti letterari scandinavi ci forniscono alcuni particolari sul modo in cui gli antichi germani concepivano l'occupazione del cosmo. Il dominio degli uomini è situato al centro, da cui il suo nome di Midgard. «Dalla sua casa il germano guarda il mondo» (de Vries). Il mondo abitato forma un disco sotto la volta celeste, circondato d'acqua e di demoni. Alcuni testi scaldici la sciano credere a una conformità di questa visione del cosmo con quella indoeu ropea: in alto il mondo degli dèi; al centro il mondo degli uomini; in basso Niflheim, il regno delle ombre.

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II dominio degli dèi è Asgardr, abitazione degli Asi, castello o palazzo celeste chiamato anche Himinbjòrg o Breidhablik. L'albero cosmico Yggdrasill è il simbolo del macrocosmo. Ai piedi di quest'albero di vita, di saggezza e di deliberazione si trova la fontana di Mímir, consigliere di Odhinn e il luogo del Thing, dove gli dèi tengono consiglio. Le VALCHIRIE tessono lo sfondo dei combattimenti, liberano i prigionieri e alleviano le sofferenze. Le tre NORNE presiedono al destino. Ogni genio delle acque gioca un suo ruolo.

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Midhgardh-sormr, il serpente cosmico, circonda la terra e la stringe tra le sue spire, e così facendo assicura la coesione di tutto l'universo. Lascerà la presa al RA-GNAROK, e sarà responsabile del caos. Il suo furore solleva i flutti. I giganti hanno collaborato alla creazione del mondo e lavorano anche alla sua distruzio ne. HEIMDALL li sorveglia, Thor li minaccia con il suo martello. I nani esercita no un'attività incessante al servizio degli uomini e degli dèi: sono creature benigne e pietose che si sono formate tra le ossa del gigante Ymir. Gli elfi sono di piccola statura ma di grande vivacità.

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Gli elfi della luce sono geni benevoli che si mostrano generosi, custodiscono gli oggetti preziosi e modellano opere d'arte. Gli elfi delle tenebre (svartàlfar) provocano malattie e paralisi. Le dise sono esseri femminili, geni tutelari che attraversano l'aria per soccorrere gli amici e rendere inoffensivi i nemici. Non bisogna vedere in tutta questa popolazione cosmica una forma di animismo: nani, elfi, dise sono esseri personali

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Escatologia

Uno dei problemi fondamentali per la comprensione dell'escatologia è la concezione antropologica degli antichi germani. Secondo la Vòluspd, esistono nell'uomo diverse componenti. Hugr è il pensiero, la ragione, l'attenzione dal punto di vista intellettuale e da quello della decisione, della volontà, del deside rio. Hugr esercita la sua azione per mezzo di hamr, la forma corporea. La vita emotiva è possibile grazie a hjarta, il cuore nel senso fisico, e a módhr, che rende manifesti i sentimenti. Hamingja è il termine che definisce da una parte l'involucro esteriore dell'anima, dall'altra una potenza protettrice, da cui la nozione di destino. La fylgya sarebbe lo spirito tutelare, il DAIMON dei greci, il GENIO dei romani.

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I germani praticavano due forme di sepoltura: l'inumazione, il più comune, e la cremazione, definitivamente interdetta da Carlomagno. Il luogo dei funerali era vicino alla casa. Nella tomba venivano deposti anche gli oggetti di cui il defunto doveva servirsi. Ci sono state cremazioni di vivi in concomitanza di funerali. I draugr sono spiriti che talvolta si riuniscono in orde di fantasmi ululanti nel profondo dei boschi. I viventi prendevano numerose precauzioni per difendersi dal ritorno dei morti.

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HEL è il luogo in cui soggiornavano i morti. Collocato a nord, questo luogo è tenebroso e protetto da bastioni, e vi scorre un'acqua nera e limacciosa. In questa regione crepuscolare e triste errano i defunti. Accanto a questa concezione fatalista e pessimista troviamo la concezione ottimista del VALHALLA o Valhòll, luogo riservato a coloro che Odhinn ha scelto: guerrieri caduti sul campo di battaglia e a quelli che sono morti nel corso di un'azione eroica. È il soggiorno degli einherjar. Questa concezione era di stimolo ai soldati sui campi di battaglia.

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L'escatologia cosmica è il Ragnaròk, o «crepuscolo degli dèi», l'annientamento del cosmo in uno spaventoso fragore. Questo cataclisma sarà seguito da un rinnovamento del mondo all'ombra di Yggdrasil, su verdi pianure, con un nuovo sole. BALDR e gli dèi buoni ritroveranno le loro tavole d'oro. Questa concezione della nascita di un mondo nuovo presentata dalla Vóluspà ha subito influenze cristiane.

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Etica individuale e sociale

Due sono gli spiriti che animano la società germanica,

la Gemeinschaft e la Gefolgsschaft. Tutta l'esistenza

dell'homo germanicus - la nascita, la vita, la morte - si

colloca nell'ottica della Sippe, il clan familiare, alla quale l'uomo

è totalmente vincolato. Il mondo germanico ha

conosciuto un'estrema instabilità. Mentre altri popoli

indoeuropei si stabilivano in un luogo fisso (Italia, Grecia, Gallia, Balcani), i germani

continuarono a spostarsi fino alla fine del I millennio della

nostra era. Secondo G. de Reynold, questo fatto ha avuto tre conseguenze: la gigantesca

migrazione dei popoli in Europa; l'importanza della forza guerriera e della sua ideologia

tra i germani; la costituzione, in Germania, di tre tipi di uomini: re, guerriero, contadino libero.

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Destino e divinazione

Le ricerche di R. Boyer hanno messo in evidenza l'importanza per gli scan dinavi

della nozione di destino. I documenti letterari mostrano che l'uomo si sente

formato e seguito dal sacro. È nel contesto del destino che Yggdrasill

acquista la sua vera dimensione: la sorte degli dèi e degli uomini è legata a questo

albero cosmico. La Vòluspà fornisce abbondanti particolari. Le Norne

decidono del bene e del male. Esse foggiano il futuro, ma lasciando a ciascuno la capacità di riuscita.

Continuamente ritorna l'espressione mattr og megin. Mattr, potere, è la

potenza di riuscita dell'uomo. Megin è una forza immanente che abita gli dèi, gli uomini, gli elementi cosmici e che

permette a ciascuno di prendere in mano il proprio destino invece che subirlo.

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Helgi è la coscienza della dipendenza dal sacro in seno a una comunità che valuterà questa appartenenza e verificherà la posizione che l'individuo assu me per il mantenimento della salute del gruppo a cui appartiene. Si tratta di essere accettati e riconosciuti dalla Sippe, di essere in pace con essa: allora si è fridheilagr. Così, l'homo germanicus non si sente solo. È depositario di un sacro che è non teofania ma epifania della Sippe. L'uomo ha la facoltà di partecipare direttamente al proprio destino. Se lo prende in mano vive in conformità con la società e gli dèi. Tenterà dunque di prendere coscienza della forma che riveste il suo destino voluto dagli dèi: da qui l'importanza della divinazione.