Filosofia del linguaggio A Ha una struttura combinatoria che lo rende produttivo ( con un numero...
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Filosofia del linguaggio 2013-2014
Alfredo Paternoster
Per cominciare…
Alcune domande che filosofi e linguisti si sono posti:
Come facciamo a comunicare? Quali condizioni sono
richieste perché vi sia comprensione ? Perché qualche
volta non ci capiamo?
Come fa il linguaggio a parlare del mondo? Che tipo di
relazione c’è tra parole e cose?
Che relazione c’è tra linguaggio e pensiero?
Come acquisiamo il linguaggio?
Quando e perché è comparso il linguaggio? Come si è
evoluto?
…
Studiare il linguaggio
«Se non ci fossero altre persone con cui
comunicare, sarebbe difficile dare un senso al
linguaggio così come lo conosciamo. Ma, d’altra
parte, l’uso di un linguaggio in una comunità
presuppone che le persone abbiano la capacità
cognitiva di produrre e comprendere i segnali che
si scambiano.» (Jackendoff 2002, p. 34).
Il linguaggio è nella mente delle persone, ma si
“produce”, ha luogo, in un contesto sociale.
Studiare il linguaggio
facoltà mentale o fenomeno socio-culturale?
Linguaggio-I vs. Linguaggio-E (Chomsky):
Linguaggio-I è l’insieme delle strutture mentali / cerebrali (innate) che ci consentono di usare e comprendere le lingue. E’ un oggetto completamente naturale, una proprietà specifica della specie umana, come tale indipendente dalla storia e dal contesto.
Linguaggio-E è l’insieme dei proferimenti effettivi dei parlanti, considerati in relazione al contesto sociale e specificamente comunicativo. È un artefatto socio-culturale, determinato dalla storia e dal contesto.
Linguistica-I/Linguistica-E:
le differenze
-Base empirica
Frasi a piacere (anche inventate dal linguista) vs.
corpora (frasi effettivamente emesse)
- Metodo
Deduttivo vs. induttivo
- Stile epistemologico
Predittivo/esplicativo vs. descrittivo;
(teorico vs. empirico)
Si dà scienza del solo linguaggio-I?
Chomsky: si dà scienza del solo linguaggio-I, perché solo il
linguaggio-I è un fenomeno naturale. Per Chomsky la
linguistica è una branca della psicologia.
Es. Il fatto che le frasi possiedano una struttura non è una
mera ipotesi teorica, ma è un principio che ha una realtà
psicologica.
Obiezione: non ci sono solo le scienze della natura.
Se il linguaggio non è un “oggetto” (completamente) naturale,
la linguistica non può essere una scienza della natura. La
linguistica è una scienza umana.
Contro-replica: una eventuale scienza umana del linguaggio
non soddisfa gli standard di rigore scientifico.
Si dà scienza del solo linguaggio-I?
Altre obiezioni a Chomsky:
- Il linguaggio-I comprende solo alcuni aspetti della
conoscenza del linguaggio ( principi della
grammatica)
- La struttura del linguaggio è determinata almeno in
parte da convenzioni interne a una certa comunità
linguistico-culturale ( questione della priorità tra
idioletto e socioletto)
Idioletto/socioletto
La questione della priorità:
Le lingue storico-culturali (“socioletti”) sono idealizzazioni
costruite a partire dalle lingue parlate da ciascun
individuo (“idioletti”). I principi del linguaggio sono
psicologici e si manifestano, prima che nei socioletti,
negli idioletti.
I socioletti astraggono dalle differenze tra gli idioletti
vs.
Gli idioletti sono “introiezioni” dei socioletti. I parlanti
apprendono socioletti, di cui gli idioletti sono sempre
approssimazioni.
Idioletto/socioletto
«the “English language” is an idealization over the systems
in the brains of a community of mutually intelligible
speakers» (Jackendoff 2007).
l’idioletto è reale; il socioletto è un’astrazione
Ma: «For many purposes, it is convenient to assume that
speakers’ systems are homogenous. For other purposes,
it is important to recognize differences among speakers,
dividing them by dialect (another convenience) or individual
idiolect, each corresponding to a slightly different system in
speakers’ brains.» (ivi)
[es. Acquisizione del linguaggio nei bambini]
LINGUISTICA
È lo studio scientifico del linguaggio naturale:
- Ha una base empirica: i proferimenti attuali (ed
eventualmente quelli potenziali) dei parlanti.
- Procede per formulazione di ipotesi controllabili
relative alla struttura del linguaggio
- Tali ipotesi devono dar conto di una molteplicità
di fatti particolari
- Ha natura descrittiva, non normativa.
Discipline “di frontiera”
- Psicolinguistica ( Linguaggio/Mente)
- Neurolinguistica ( Linguaggio/Cervello)
- Sociolinguistica ( Linguaggio/Società)
- Linguistica computazionale
( Linguaggio/computer)
Linguaggio e Lingua
Linguaggio: facoltà della specie umana
Lingua: realizzazioni storico-culturali del linguaggio (es. italiano, inglese, russo, napoletano, …)
Il linguaggio è cioè la struttura universale comune a tutte le lingue.
Studio della/e lingua/e è diacronico (= storico) e comparativo: GLOTTOLOGIA
Studio del linguaggio è in larga parte sincronico (astorico): LINGUISTICA
Articolazioni disciplinari della linguistica
- Fonetica/Fonologia: studio dei suoni
linguistici
- Grammatica: studio di come unità più
semplici si compongono a formare unità più
complesse
- Morfologia (struttura interna delle parole)
- Sintassi (struttura interna degli enunciati)
- Semantica: studio del significato
- Pragmatica: studio degli usi del linguaggio
(nei processi comunicativi)
Articolazioni disciplinari della linguistica
- La sintassi si occupa dei segni in quanto tali,
prescindendo dalla loro interpretazione e dal loro
uso;
- La semantica si occupa del significato dei segni;
- La pragmatica, infine, si occupa di ciò che con i
segni si può fare, dei loro impieghi concreti.
(Morris 1938)
Principio della “doppia articolazione”
(Martinet 1960)
1) Unità prive di significato ( fonemi, es. /c/, /a/,
/n/) si compongono a formare unità dotate di
significato ( morfemi, es. can-e)
e
2) unità dotate di significato si compongono a
formare unità più complesse dotate di
significato (es. parolefrasi)
Linguaggio vs codici comunicativi animali
Il linguaggio è peculiarmente umano, in quanto:
- Ha una struttura combinatoria che lo rende
produttivo ( con un numero finito di parole
possiamo generare un numero infinito di frasi)
- Ha una struttura sistemica: prevede non solo
relazioni tra segni e oggetti extralinguistici ma
anche relazioni intra-segniche di vario genere.
Queste caratteristiche lo distinguono dai molti altri
codici comunicativi che troviamo in altre specie
Linguaggio:
le proprietà fondamentali
1. Discretezza
2. Produttività ( Ricorsività)
3. Dipendenza dalla struttura
1: vi sono unità atomiche (segni elementari dotati di
significato) che si combinano in unità complesse.
2: con un numero finito di unità atomiche si possono
costruire infinite unità complesse
3: le unità atomiche non formano le unità complesse (= le
frasi) in una mera successione lineare, bensì entrano in
relazioni strutturali le une con le altre. Ogni unità ha un
ruolo (grammaticale).
FILOSOFIA DEL LINGUAGGIO
Riflessione filosofica su linguaggio (fin dal Cratilo
di Platone):
- origine e funzione del linguaggio
- relazione tra linguaggio e pensiero
- relazione tra linguaggio e mondo (naturale)
- relazione tra linguaggio e società
Nel complesso prevale l’interesse per le questioni
di significato. La filosofia del linguaggio è in larga
parte teoria semantica.
Filosofia del linguaggio e linguistica
Rapporti tuttora molto stretti.
A differenza che nel caso di altre discipline scientifiche, i
“materiali” empirici del linguista sono facilmente accessibili
anche al filosofo.
Differenze:
- La fdl si occupa soprattutto di questioni di significato, che
resta invece tema molto sfuggente per la linguistica (poco
“scientifico”)
- La fdl non guarda solo al linguaggio naturale e ai suoi usi
concreti ( linguaggi logici)
- La fdl ha fatto da “levatrice” per la linguistica ( pragmatica)
- La fdl spesso si interessa di linguaggio essendo motivata da
interessi extralinguistici, ad es. si occupa di linguaggio in
quanto questo è un veicolo di conoscenza o di trasmissione del
pensiero
Filosofia analitica del linguaggio
E’ la filosofia del linguaggio dominante nel
Novecento.
Si caratterizza per:
- ampio consenso sulla centralità di alcuni testi
(Frege, Russell, Wittgenstein) e di certi problemi (es.
composizionalità, indicalità, …)
- attenzione per gli usi ordinari, “quotidiani” del
linguaggio
- condivisione di un metodo
- uso estensivo di logica formale
Il metodo analitico
«I filosofi del linguaggio…hanno anche convenuto su un
metodo di discussione difficile da definire in modo
preciso, ma in cui hanno gran parte le definizioni e le
argomentazioni esplicite, l’uso di controesempi per
invalidare proposte di soluzione, il ricorso –non
acritico, ma sistematico– alle assunzioni del senso
comune e ai risultati delle scienze naturali e della
matematica.» (Marconi 1999)
Uso della logica formale
La logica formale viene considerata un buon modello
della struttura del linguaggio naturale: ciò che
diciamo ha una struttura logica.
I linguaggi logici sono una versione idealizzata del
linguaggio naturale (senza ambiguità, polisemia,
dipendenza dal contesto, vaghezza, …)
Alcune nozioni logiche sono buoni modelli del significato
linguistico.
“Costruttivismo logico” (Burge) = formulazione dei
problemi filosofici in un linguaggio scientifico. La
scienza è il modello a cui si ispira la filosofia.
Sinonimia, Polisemia, Ambiguità, Vaghezza
sinonimia polise-
mia
ambiguità vaghezza
felicità-gioia(-letizia)
manifesto-evidente
penna-biro
branzino-spigola
brillante-splendente
neve-snow
studente-student
libertà-freedom
nodo
buono
portare
madre
posto
credenza
capitale
porta (verbo/sostantivo)
cala (id.)
pesca
(ma differenziabili nel
suono della prima
vocale)
bank
alto
calvo
ricco
Linguaggio e logica (un primo cenno…)
Perché c’è un nesso stretto tra il linguaggio e la
logica (= scienza del ragionamento corretto)?
1) Il linguaggio è l’espressione del pensiero e il
pensiero è retto da leggi logiche ( Frege).
Dunque il linguaggio possiede una struttura
logica in quanto esprime il pensiero; o,
almeno, in quanto esprime il pensiero retto,
quello che ci porta alla conoscenza vera.
2) Il concetto centrale della logica è quello di verità
e la nozione di verità va posta alla base di una
teoria del significato ( sempre Frege)
Filosofia del linguaggio e filosofia linguistica
La “filosofia linguistica” è stata un’interpretazione, oggi
tramontata, della filosofia del linguaggio, in base alla quale
i problemi filosofici sono problemi di linguaggio.
Questo è stato inteso in due sensi:
- (Wittgenstein): i problemi filosofici nascono da
fraintendimenti del linguaggio e si dissolvono una volta
messo a fuoco il fraintendimento (filosofia del linguaggio
come terapia per liberarsi da psuedoproblemi)
- (neopositivismo, Austin): i problemi filosofici sono
problemi di significato. Un’appropriata analisi semantica (o
concettuale) li risolve o almeno è il punto da cui bisogna
partire per affrontarli.
Semantica
- Che cos’è il significato? (= che tipo di “cosa” è il
significato linguistico?)
- A quali condizioni due espressioni sono sinonime?
- In virtù di quali caratteristiche un’espressione
linguistica ha, in generale, un significato?
- Esistono una o più nozioni centrali per lo studio del
significato di tutte le espressioni linguistiche?
- In cosa consiste il significato di diversi tipi di
espressioni linguistiche (es: nomi propri, predicati,
enunciati)?
Semantica
- In che modo il significato di un’espressione di un
certo tipo contribuisce al significato di un’espressione
complessa di cui è parte?
- Che relazione c’è tra il significato e la comprensione?
Come facciamo a comprenderci e perché a volte non
ci comprendiamo?
- Quali unità linguistiche hanno significato in prima
istanza?
- E’ possibile costruire teorie sistematiche del
significato?
- Che relazione c’è tra semantica e pragmatica – dove
cade la loro frontiera?
La questione centrale della semantica
Noi usiamo la parola ‘significato’ come se fosse un nome di oggetto o di proprietà. I seguenti enunciati sono infatti del tutto appropriati (veri):
1) Il significato di “mamma” è diverso dal significato di “papà”
2) Il significato di “scapolo” è lo stesso del significato di “uomo non sposato”
3) “biribì” non ha alcun significato.
E sono simili ai seguenti enunciati veri:
1) Il colore del sole è diverso dal colore del mare
2) Il colore del cielo lo stesso del colore della tua camicia
3) I suoni non hanno alcun colore
La questione centrale della semantica
In entrambi i casi ci si può chiedere che cosa li rende veri.
Teoria dei colori = studio del colore = che cos’è il colore?
In cosa consiste la proprietà di avere un colore? Cioè: In virtù di quale/quali caratteristiche una cosa ha un colore? In virtù di che cosa due cose hanno o stesso/diverso colore?
Semantica = teoria del significato = che cos’è il significato?
Lo studio del significato delle espressioni linguistiche studio generale, dunque non del significato di singole parole ma di quella proprietà, l’avere significato, che è comune a tutte le espressioni di un linguaggio.
Parole ed enunciati
- Parola = «unità libera minima»(Bloomfield). È una nozione sintattica che presuppone tuttavia una intuzione semantica. Possiamo dire che è l’unità sintattico-semantica minima.
- Enunciato = unità discorsiva minima. E’ una frase dotata di significato, ovvero qualcosa che può essere vero o falso ( proposizione).
- Distinzione Frase/Enunciato/Proferimento
( sintassi/semantica/pragmatica)
Enunciati e Proferimenti
- Proferimento = emissione di un enunciato da parte
di un certo parlante in un certo istante.
L’enunciato è universale e astratto.
Il proferimento è particolare e concreto.
In generale vi sono (o comunque vi possono essere)
più proferimenti di uno stesso enunciato.
Il proferimento è l’oggetto di studio privilegiato della
pragmatica, laddove l’enunciato lo è della
semantica (anche se la faccenda è più complicata…
questione del confine tra semantica e pragmatica)
Enunciati e proposizioni
Distinzione più controversa (esistono le proposizioni?)
Giustificata da due considerazioni:
1) Due enunciati distinti possono esprimere la stessa proposizione
2) Uno stesso enunciato, proferito in contesti diversi, può esprimere proposizioni diverse
Enunciati e proposizioni
1) Due enunciati distinti possono esprimere la stessa proposizione:
- La neve è bianca / The snow is white
- Pino Daniele è napoletano / Pino Daniele è partenopeo
- L’uomo è mortale / Tutti gli esseri umani muoiono
- Io sono nato a Torino [detto da A.P.] / Alfredo Paternoster è nato a Torino
2) Uno stesso enunciato, proferito in contesti diversi, può esprimere proposizioni diverse: - Oggi è una bella giornata [proferito il 13/2 vs il 24/5]
- Io sono nato a Torino [proferito da me vs da Mario Balotelli]
- Qui fa un caldo insopportabile [proferito a Bergamo vs. a Palermo]
Enunciati e proposizioni
Proposizione = ciò che un enunciato (dichiarativo) dice o esprime
Proposizione = ciò a cui ci riferiamo con le clausole introdotte da ‘che’ nel discorso indiretto
(Il tale ha detto che …, indipendentemente da quale enunciato esattamente ha usato)
Enunciati e asserzioni
Non sempre gli enunciati si usano per dire qualcosa di vero o di falso (enunciati “dichiarativi” o “assertivi”). Con il linguaggio compiamo atti linguistici diversi, p. es. facciamo domande, impartiamo ordini, …
I politici sono corrotti. (asserzione)
I politici sono corrotti? (domanda)
Stesso contenuto, diverso tipo di atto linguistico (diversa forza, cfr. Frege)
Uso vs. menzione
Parlare di un’espressione linguistica (= menzionarla) è diverso da usare quell’espressione linguistica.
1) Mi piacciono i cani
La parola “cani” viene usata in (1) per parlare dei cani.
2) “cani” ha quattro lettere
La parola “cani” viene menzionata in (2), mettendola fra virgolette.
Mettere un’espressione fra virgolette (o apici) è un modo per trasformare l’espressione in un nome di se stessa: tali espressioni sono usate per menzionare/parlare dell’espressione posta fra virgolette.
Il paradigma dominante
(costruttivismo logico e suoi sviluppi)
1) Significato (di un enunciato) = condizioni
di verità
2) Principio di composizionalità
3) Irrilevanza degli aspetti mentali
(psicologici)
Il paradigma dominante
1) Significato di un enunciato = condizioni di
verità
“Comprendere una proposizione vuole dire
sapere che accade se essa è vera”
(Tractatus, 4.024)
Significato = Stato di cose che rende vero
l’enunciato
Significato e condizioni di verità
Conoscere le condizioni di verità è diverso
dal conoscere il valore di verità (sapere
se un enunciato è vero è diverso dal
sapere che cosa lo rende vero:
condizioni di verità ≠ verità)
Conoscere le condizioni di verità è diverso
dal sapere come fare “praticamente” a
stabilire se un enunciato è vero (verità ≠
verificazione)
Il paradigma dominante
2) Principio di composizionalità
Il significato di un enunciato dipende
esclusivamente dal significato dei suoi
costituenti e dalla sua struttura sintattica.
(il significato del tutto è funzione del
significato delle parti).
Il paradigma dominante
3) Antipsicologismo
Nessun fattore mentale è rilevante per la
determinazione del significato.
Il significato non è un ente mentale e nessun fattore
mentale è pertinente per la semantica.