FILIPPINIAMO!*BOLLETTINO*5 · STRESS*FILIPPINO…* Difficile ......
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Bollettino cinque, luglio 2016 Filippiniamo!
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FILIPPINIAMO! BOLLETTINO 5
STRESS FILIPPINO…
Difficile da credere. Eppure è così. Anche nelle Filippine si può essere stressati e avere l’impressione di rincorrere il tempo e di essere sempre di corsa per barcamenarsi tra i numerosi impegni. L’immagine icona del popolo filippino che fa la siesta con la testa sul tavolo persiste ed è veritiera, ma è altrettanto vero che anche qui lo stress esiste.
Lo percepisco quando mi sento dire “mi spiace ma non posso, ho un altro impegno”, quando mi porto il lavoro a casa la sera, quando estendo le giornate lavorative fino al sabato, a volte la domenica. Lo percepisco quando inizio a dirmi: “è proprio ora di una vacanza”. Incredibile vero? E pensare che prima di partire alcuni mi hanno salutata dicendomi: “buone vacanze…”!
È uno stress diverso, è uno stress che richiede una buona dose di autocontrollo e pazienza. Io sotto l’effetto dello stress corro, faccio, scrivo, parlo, agisco. I filippini no. Qui nonostante i numerosi impegni, scadenze, richieste e attività, continuano a prendersi il tempo per pensare, discutere, relazionare. Anche se i temi da discutere durante una riunione sono numerosi e il tempo è poco, qui non si rinuncia alla preghiera iniziale e al momento merenda. E … “Laura iniziamo all’una e mezza e non all’una perché cosi possiamo riposare un po’ dopo pranzo…”
Beh…in fondo è un modo migliore per affrontare le cose, ma chiaramente rallenta il ritmo di lavoro, della performance, del profitto, del PIL e altro ancora.
Ma qual è la migliore alternativa? Paese ricco e gente stressata? Paese povero e gente felice…? Mah…io di risposte non ne ho…e probabilmente il tutto va analizzato con una buona scala di grigi…
In queste pagine trovate:
ü Stress filippino... 1 ü Avanti così! 2 ü Networkando 4 ü La morte ti fa bella 5 ü La cultura del Bayanihan 6 ü E gli altri dove sono? 7 ü Notizie dal Nord 8 ü Filippicoliniamo 9 ü Brevissime e altro 11
Riflessioni globali a parte… guardando le cose con un po’ di distacco mi dico che sono felice di questo stress. È sinonimo di azione e di implementazione; significa che di cose da fare ce ne sono parecchie e che sono quindi al posto giusto; è lo specchio della motivazione delle mie colleghe a lavorare assieme; e se ogni tanto devo dire di no a una qualche cena tra amici, significa che ora di amici ne ho anche qui!
Quindi son felice di essere occupata. Non fosse che in Svizzera lo stress mi provocava la forfora … qui mi provoca i “bussali” … orrendi brufoli giganti e dolorosi che mi deformano la faccia…
Bussali a parte sto bene.
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AVANTI COSÌ!!
Ginnastica mattutina durante il nostro campo estivo
Per me è ancora strano pensare di essere a luglio e sapere che i bambini vanno a scuola. Dall’altra parte del pianeta ci sono altre stagioni e altre esigenze. L’estate Filippina va da aprile a maggio e in questo periodo fa davvero caldo. Troppo caldo per andare a scuola. La scuola riapre in giugno, quando dovrebbe ricominciare il periodo delle piogge.
Durante le vacanze, anche a Lin-‐awa il numero di bambini che vengono per le terapie diminuisce un pochino. Ne abbiamo quindi approfittato per organizzare un campo estivo per ragazzi con disturbi dell’apprendimento e per riflettere e pianificare le attività per il prossimo anno.
Il “summer camp” 2016 è stato un bel successo! 14 ragazzi hanno partecipato alle attività sull’arco di tre giorni. I nostri obiettivi erano quelli di incrementare le loro competenze sociali e la loro autonomia nella attività di vita quotidiana. Abbiamo quindi cucinato, lavato, fatto la doccia, la cacca, dormito, mangiato, cantato, ballato, chiacchierato, giocato, riso e a volte anche un po’ pianto assieme. Insomma ci siamo divertiti.
Dopo quest’attività lo staff di Lin-‐awa sentiva il bisogno di prendere una pausa, ma anche di discutere sulle prossime attività e ti trascorrere un po’ di tempo insieme per rafforzare il nostro spirito di gruppo.
Dopo numerose discussioni e negoziazioni abbiamo optato per un’uscita di tre giorni al mare, integrando momenti di relax e condivisione a momenti di riflessione e pianificazione.
“Sala riunioni” a Santa Ana (Cagayan)
E il mare di Santa Ana ci ha aiutato a ricominciare l’anno scolastico con nuova motivazione e con nuove strategie.
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Ecco quello che abbiamo partorito:
Attività del centro
Oltre ai servizi riabilitativi (fisioterapia ed ergoterapia), Lin-‐awa proponeva un cursus di scuole per bambini bisognosi di educazione speciale. Questo servizio rappresentava però una ridondanza rispetto a quanto già esiste sul territorio e inoltre Lin-‐awa non è riconosciuta come “scuola” e non riceve quindi le accreditazioni di dovere per poter consegnare delle licenze agli studenti. Questo creava confusione e a volte anche qualche conflitto con le scuole speciali di Tabuk. L’obiettivo del centro è inoltre quello di integrare il più possibile i bambini nella comunità, stimolandoli a partecipare alle offerte che già esistono. È nata quindi una riflessione sul ruolo specifico di Lin-‐awa e sui bisogni ancora scoperti sul territorio. Lin-‐awa è un centro di riabilitazione: dovrebbe fungere da polo di competenza per bambini con disabilità e offrire servizi specifici in base ai bisogni di ogni individuo. E quello che manca nel Kalinga sono centri di intervento precoce (per i bambini in età pre-‐scolastica), training per insegnare ai bambini e ragazzi disabili competenze di base legate all’autonomia e formazioni e supporto per integrare i giovani nel mondo lavorativo. Abbiamo quindi deciso di concentrarci su questi aspetti. Da luglio quindi non più classi di scuola speciale, ma gruppi di intervento per bisogni specifici (linguaggio, disturbi
comportamentali, training di competenze,…). Il tutto è ancora in costruzione e necessita un continuo monitoraggio e aggiustamento, ma le riflessioni che stanno alle spalle sono la cosa più importante. Vedremo nel prossimo anno come perfezionare queste nostre nuove proposte.
Attività nelle comunità
Diciamola tutta. Quello che abbiam fatto finora non era davvero Riabilitazione su Base Comunitaria (CBR). Era un po’ un picio pacio. Visite a domicilio, qualche training ai genitori, niente che potesse essere veramente duraturo. Il concetto di CBR è un’altra cosa. Coinvolge tutta la comunità e richiede un sacco di tempo e collaborazioni per essere implemetato. Mica si fa così su due piedi. Ma a dire il vero non eravamo bene in chiaro nemmeno noi. E ce lo siamo detto. E abbiamo deciso di ripartire da zero. Di capire da dove dobbiamo iniziare, di formare noi stessi prima per poter poi trasmettere le nostre competenze agli altri. E così abbiam letto, discusso, chiesto consiglio e cercato di capire qual è la strada migliore per iniziare un lavoro duraturo. E forse ci siamo. Ora le basi teoriche le abbiamo. Il prossimo passo è passare alla pratica e trovare persone nelle comunità motivate ad imparare a loro volta. Vi terrò aggiornati sugli sviluppi.
Staff di Lin-awa in gita al mare
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NETWORKANDO
Non solo Tabuk. Non solo Kalinga. Non solo Filippine… Il mio lavoro di supporto a Lin-‐awa apre nuovi orizzonti e nuove collaborazioni. I servizi di Lin-‐awa sono in parte finanziati da una fondazione con sede a Manila che supporta oltre 60 organizzazioni partner nelle Filippine. Norfil Foundation Inc. (www.norfil.org) sostiene, in partnership con l’europea Fondazione Liliane (www.lilianefonds.org), progetti in ambito riabilitativo per offrire maggiori opportunità a bambini con disabilità. Lin-‐awa sottomette regolarmente i propri rapporti di attività a questa fondazione che monitora il lavoro svolto. Oltre all’aiuto finanziario, Norfil propone momenti di formazioni per le proprie organizzazioni partner, con la finalità di migliorare la qualità dei servizi erogati. È in seno a uno di questi training che ho avuto l’occasione di conoscere una ventina di persone provenienti da ogni parte delle Filippine, attive in scuole, centri e organizzazioni connesse con il mondo della disabilità. Ed è stato uno scambio davvero ricco e interessante, che ha permesso di condividere esperienze, difficoltà e soluzioni. E di avere una ricca lista di indirizzi da visitare negli anni a venire…
Molte di queste organizzazioni sono attive nelle isole centrale delle Filippine (regione del Visaya) e negli agglomerati attorno a Manila. Qui al Nord siamo in pochi… L’organizzazione partner a noi più vicina è attiva in due provincie confinanti con il Kalinga (Isabela e Cagayan). Ed, la persona responsabile di quest’organizzazione, ha già collaborato in precedenza con noi in quanto è esperto di problematiche uditive e apparecchi acustici. Le offerte riabilitative nelle due regioni limitrofi alla nostra sono un pochino migliori che nel Kalinga, ma anche qui trovare professionisti specializzati è una bella sfida. Molti dei bambini che Ed monitora hanno bisogno di sedute di ergoterapia, ma a quanto parte tutti gli ergoterapisti formati sono partiti all’estero, in cerca di migliori salari. Resto io. Occuparmi di tutti i bambini è impensabile, per cui con Ed optiamo per una strategia di formazione di genitori e maestri. E inizia così il primo momento di formazione a Tuguegarao al quale partecipano 20 genitori e 20 insegnanti. Un bel successo e davvero una grande soddisfazione. Ed sta ora cercando di pianificare simili attività in altre scuole alfine di formare altre persone e permettere così una continuità nel trattamento dei bambini in situazione di disabilità. Non solo Tabuk quindi. È un mondo che si apre.
Alcuni scatti durante i due giorni di formazione a Tuguegarao
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LA MORTE TI FA BELLA
Domenica scorsa ho avuto l’onore di partecipare alla festa di “thanksgiving” della mia famiglia adottiva filippina. Abbiamo festeggiato Rufina, la moglie del fratello maggiore (Willy) del mio padrone di casa (Teddy), fratello inoltre di una persona chiave per me qui nel Kalinga, Corazon, una delle mie più importanti amiche quaggiù al Sud.
Cora e altri “relatives”
Alla festa eravamo in tanti, ma proprio tanti. Oltre a Willy, Teddy e Cora c’erano anche altri fratelli e sorelle: Gloria, Arthur, Alice. C’era Lucia, cognata di Cora, moglie di un fratello deceduto alcuni anni or sono. Non c’erano Gina e Ilario, perché abitano da anni in Italia e rientrano solo sporadicamente, quando le finanze lo permettono. C’erano tutti i 4 figli di Willy e Rufina e le loro famiglie! Tre di loro sono rientrati dal Canada rispettivamente dalla Nuova Zelanda per l’occasione. E c’erano tantissimi (anche se non tutti) cugini, nipoti, pronipoti della Famiglia Kub-‐Au. Questo per la parte di famiglia collegata a Willy. Chiaramente era presente anche la famiglia di Rufina, ma non sono riuscita a memorizzare i nomi e i legami famigliari… E poi c’erano i vicini, gli amici, gli amici degli amici, gli amici dei parenti e i vicini degli amici dei parenti. E c’ero io. Che sono l’amica della sorella del marito della festeggiata, che abita al terzo piano della casa del fratello minore del marito della festeggiata. Rimango ancora e sempre la “mericana”, la “puraw” (bianca), soprattutto per chi mi incontra per la prima volta. Ma ora che le mie conoscenze linguistiche in ilochano sono un pochino migliorate, ora che posso anche io spiegare i miei legami con la famiglia (sono Laura, abito nella casa del fratello del marito di Rufina….), ora che ho partecipato ad un matrimonio lo scorso dicembre nel remoto villaggio di origine della famiglia, ora che sono capace di superare la mia timidezza e il mio
imbarazzo e lanciarmi in conversazioni ad ampio spettro…ora anche per la famiglia sono Laura. Rufina oggi non compie gli anni. Non si festeggia il suo compleanno. Rufina ha un cancro al pancreas al quarto stadio. Dopo numerose sessioni di chemioterapia a Manila, i medici lasciano poche speranze. Il cancro sta avanzando, ci sono delle metastasi e il corpo di Rufina è allo stremo…Rufina morirà presto. È un dato di fatto. Lo sa lei, lo sa la sua famiglia, lo sanno gli amici, i vicini, gli amici dei vicini,… La festa di domenica è in occasione della sua prossima morte. Detto così, filtrato con la mente della mia cultura occidentale, sembra lugubre. Eppure nessuno sembra triste o affranto. Nemmeno Rufina. Non fosse per una garza appiccicata al dorso della mano, non si direbbe nemmeno che è ammalata. Sorride, chiacchiera, stringe mani. Durante il pomeriggio è scomparsa per un paio d’ore, è andata a riposare. Ma poi è tornata ad accogliere i suoi ospiti e ad approfittare di questi attimi di condivisione che la vita ancora le offre. Non è lugubre. È al contrario e paradossalmente una celebrazione della vita, della famiglia, della volontà di stare insieme. È il regalo più bello che Rufina potesse ricevere. Ed è un regalo per tutta la sua famiglia, per gli amici, per i vicini degli amici e per me. Torno a casa tardi, con il sorriso e tanti pensieri sparsi per la testa. Penso alla morte, a come in alcune culture è vissuta come un tabù. Penso allo scorso primo novembre, dove anche qui si festeggiava il “giorno dei morti”. Non con processioni e silenzio, ma con rumorosi picnic famigliari seduti sulle tombe dei propri cari. La mia casa è a 50 metri dalla casa di Willy e Rufina, ma i nipoti adolescenti non mi permettono di rientrare da sola. “Per la tua sicurezza” mi dicono… così con tre giovani guardie del corpo rientro a casa, approfittando per scambiare una qualche altra chiacchiera.
Cimitero in un paese vicino a Tabuk
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IL CULTO DEL BAYANIHAN
Il termine Bayanihan è il frutto della combinazione di due parole-‐radice in tagalog: Bayan che indica nazione, città o comunità e Bayani che esprime l’idea di eroe. Quindi Bayanihan essenzialmente significa eroismo comunitario o comunità unità in azione. È un concetto-‐chiave nella cultura Filippina e rappresenta l’azione della gente di radunarsi in gruppo per aiutarsi l’un l’altro, per risolvere problemi, per trovare soluzioni che coinvolgano l’intera comunità. Questo concetto è parte integrante della cultura locale da innumerevoli secoli, molto prima che gli spagnoli arrivassero sulle isole. L’origine del termine può essere collegato a una tradizione comune nel paese. Secondo questa tradizione, quando una famiglia doveva trasferirsi in un’altra area del villaggio, tutti i membri della comunità prestavano servizio volontario nell’aiutare nel trasloco. Questo processo significava che l’intera comunità trasportava letteralmente tutta la casa da un posto all’altro del villaggio utilizzando tronchi di bambù. Lo spirito Bayanihan è stato splendidamente catturato in un murales di un noto artista nazionale Filippino: Carlos “Botong” Francisco. Se trasportare l’abitazione rimane l’immagine icona di questo concetto, il Bayanihan si esprimeva e si esprime ancora attualmente in altrettante azioni concrete, non svolte individualmente, ma che vedono coinvolti tutti i membri della comunità: piantare e raccogliere il riso; pescare con le reti; contribuire finanziariamente per supportare una famiglia afflitta da un lutto. La tradizione antica prevedeva inoltre un’umile festa, organizzata dalla famiglia supportata, per esprimere gratitudine. Oggigiorno lo spirito Bayanihan rimane presente in diverse azioni concrete, ma si è anche trasformato e integrato in dinamiche attuali. Il Bayanihan non è praticato solo nelle Filippine, ma anche nei paesi ospitanti gli oltre 10 milioni di filippini che lavorano in 194 nazioni del mondo.
Carlos “Botong” Francisco, Bayanihan Nel mondo degli affari il termine è usato da numerosi gruppi per costruire modelli di business basati sull’idea di lavoro e impegno comune. Esistono micro finanze Bayanihan, gruppi di marketing Bayanihan, cooperative Bayanihan e altro ancora. Il culto del Bayanihan, raggiunge oggi l’apice del suo splendore in momenti di estrema sofferenza, dovute alle calamità che ancora oggi colpiscono il paese. Magnifici esempi di solidarietà comunitaria sono stati connessi a terribili eventi, quali l’eruzione del vulcano Pinatubo nel 1991 o il terremoto che colpì la città di Baguio nel 1990 o durante i numerosi devastanti tifoni che ogni anno colpiscono le coste del paese. Lo spirito Bayanihan muove l’animo di ogni filippino a sostenere la propria gente con i mezzi che ognuno ha a disposizione, siano essi grandi capitali guadagnati all’estero, mani forti per spostare terra e sassi, mani dolci per prendersi cura degli orfani rimasti. Bayanihan-‐are è bello ed è presente anche da noi in forme diverse. Continuiamo a mantenere questa bella tradizione che accomuna due nazioni così distanti come la Svizzera e le Filippine. Riferimenti tratti da: Alex Lacson, 12 Wonderful things about the Filipino & our Motherland, COR-‐Asia Inc., Quezon City, 2012.
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E GLI ALTRI DOVE SONO? Vi parlo sempre dei miei nuovi amici filippini. Ma oltre alla mia rete sociale e alla mia famiglia indigena, ho la fortuna di avere un’altra famiglia quaggiù. La squadra Comundo, composta per lo più da famiglie di cooperanti svizzere e germaniche, ma capitanata e monitorata da Junrey, il nostro coordinatore Filippino. Siamo rimasti in pochi, ad aprile 2016 due famiglie hanno terminato il loro contratto, abbiamo così salutato Bernd, Barbara con i loro piccoli Jacop e Christoph e Simon e Imelda con i loro ragazzi Sean e Chiara. In questo momento siamo rimasti in 6 cooperanti, suddivisi in 4 aree di intervento. Ma forse nel prossimo 2018 arriveranno rinforzi e qualcuno proprio a Tabuk! Aspettando di aggiornarvi su queste novità, vi presento chi è già qui! Per maggiori informazioni sui progetti degli altri cooperanti nelle Filippine potete visitare il sito: http://www.comundo.org/it/cosa_facciamo/all_estero/filippine/
IO
Jasmin è a MANILA. È psicologa specializzata nell’ambito infantile (bambini e adolescenti) e sta svolgendo uno stage di un anno presso la Fondazione Onesimo Bulilit, sostenendo l’equipe nel lavoro quotidiano e tramite uno scambio di competenze professionali.
Jenni e Sascha con Yanik e Alma sono a LAGAWE Jenni sostiene un servizio di supporto a bambini e famiglie in situazioni precarie, tramite interventi di consulenza psicologica e scolastica. Forma professionisti, insegnanti e genitori. Sascha accompagna la popolazione locale nella lotta contro la corruzione e con loro esamina la gestione delle opere pubbliche. Spesso, nelle Filippine strade e ponti non vengono portati a termine perché i soldi "scompaiono" nelle tasche dei politici locali.
Nicola e Christian con Tabea, Salomé e Deborah sono a BONTOC
La famiglia è il nucleo della società filippina. Tuttavia, i cambiamenti economici e sociali degli ultimi anni hanno indebolito i tradizionali valori familiari. Nicola e Christian gestiscono un programma di formazione per giovani e adulti concentrandosi sulla prevenzione della violenza domestica e sull'abuso di minori.
Junrey è basato a MANILA, ma si sposta parecchio per visistare i progetti sparsi nell’isola del Luzon e per trovare nuovi contatti per nuove possibili collaborazioni.
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NOTIZIE DAL NORD
Al compleanno della Frenci c’ero anch’io!!
Sarebbe una bugia dirvi che non ho malinconia di casa. Qui sto bene, sono felice e continuo ad aver voglia di starci. Ma chiaramente la mia famiglia di origine, i miei amici più preziosi, la mia identità culturale continuano ad essere svizzeri. Per questo motivo continuo ad aver bisogno di mantenere i contatti con voi e devo dire che mi state davvero dando un bel colpo di mano in questo senso. A volte è difficile e frustrante…la connessione internet è davvero pessima quaggiù: aggiornare il blog mi prende settimane, inviare e-‐mail a volte ore. Chiamare la mamma è sempre una sfida. A volte ci rincorriamo per giorni con messaggi WhatsApp prima di riuscire a trovare un momento che corrisponda agli impegni e ai fuso orari di entrambe e siamo diventate esperte e coordinate nel parlare a turno in quanto la comunicazione spesso arriva con lunghi secondi di ritardo. Ma quando poi le cose funzionano è una gran gioia e le volte che si riesce a fare una chiacchierata in diretta è davvero un regalo apprezzato da entrambe. Il 13 giugno era una data davvero importante quest’anno. La mia sorella Frenci ha finalmente raggiunto la matura età dei 40 anni! Chiaramente non si poteva oltrepassare questo traguardo senza festeggiare ed era per me difficile pensare di non poter partecipare all’evento…ma siamo
riusciti a sormontare anche questa barriera. Grazie a un grande schermo e alla connessione benevola alle mie 4 di mattina….ho potuto brindare con la festeggiata e i suoi invitati. Un momento davvero emozionante. Mi piace continuare a ricevere le vostre e-‐mail. Mi fa capire che quello che vi scrivo vi interessa e che prendete il tempo per leggermi. È bello, motivante e stimola a continuare a farlo. Adoro quando Chiara mi scrive che non ha mai seguito le notizie di politica estera con così grande interesse o quando Monica dopo aver visto un video su un acquazzone filippino mi dice che non si lamenterà più per le domeniche piovose in Ticino… Il progetto “Filippiniamo a scuola” è attualmente in pausa estiva. I bambini e le maestre meritano un po’ di vacanze…Ma sono super entusiasta di dirvi che lo scambio continuerà ancora anche l’anno prossimo, con i bambini di Olivone (capitanati dalle maestre Monica e Francesca) e con i ragazzi di prima media! Ebbene sì, la classe di quinta di Acquarossa (guidata nell’anno 2015-‐16 dalla maestra Stefania) farà il grande salto alle Medie e, dopo aver discusso con la direzione, abbiamo stabilito che la collaborazione continuerà anche nella scuola dei più grandi! Un grazie di cuore a tutti gli attori coinvolti in questa bella esperienza!
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FILIPPICOLINIAMO
Ma perché vi parlo dei sensi nelle Filippine? Perché anche i bambini delle Filippine, proprio come voi hanno 7 sensi! Come in Svizzera, anche nelle Filippine ci sono bambini che hanno dei problemi a capire cosa i loro sensi trasmettono al cervello. È un discorso difficile e complicato. Ma provate ad immaginare che le nostre orecchie, i nostri occhi, il nostro naso, la nostra lingua, il nostro vestibolo e i recettori nelle nostre articolazioni, e nella pelle sono collegati al cervello attraverso dei cavi elettrici. I cavi elettrici di alcuni bambini a volte non funzionano bene, sono un po’ difettosi e trasmettono al loro cervello informazioni scorrette oppure troppo forti oppure troppo deboli.
Facciamo alcuni esempi:
Il cavo eleurico che va dalle orecchie al cervello di Robert è un po’ difeuoso, è troppo largo e lascia arrivare al cervello di Robert troppe informazioni udivve. Per questo Robert percepisce i rumori in modo diverso dagli altri bambini e a volte ha reazioni un po’ strane. Si spaventa quando la mamma usa l’asciugacapelli e piange sempre quando suonano le campane. Robert sente i rumori in modo più forte e intenso di noi e questo a volte lo disturba e gli fa avere comportamenv diversi, a volte difficili da capire.
Giovanni sembra proprio un bambino imbranato. Ha 8 anni eppure non è ancora capace di allacciare il bouone dei pantaloni e la sua maestra lo rimprovera sempre perché scrive male e non vene bene la mavta in mano. Il cavo eleurico che va dai receuori della pelle della mani di Giovanni al suo cervello è anche un po’ difeuoso, ma a differenza di quello di Robert, il suo è troppo streuo e le informazioni che arrivano al suo cervello sono poche. Le mani di Giovanni non riescono a senvre dov’è il bouone dei pantaloni e a mirare l’asola per chiuderlo. Non percepisce bene nemmeno la mavta quando scrive, per questo la stringe forte forte e quando scrive il suo trauo è tuuo angoloso, le leuere spigolose e a volte fa dei buchi nel foglio. Non fa apposta, non è un lazzarone o un bambino indisciplinato. Ha bisogno di essere aiutato per poter allenarsi e migliorare!
Reece è proprio un vpino parvcolare. Si muove sempre, non riesce a star fermo: saltella tuuo il tempo e si può essere cerv che se c’è un albero nei dintorni, Reece in men che non si dica è appollaiato sul ramo più alto! I cavi eleurici di Reece non sono difeuosi, è il suo cervello che gli gioca strani scherzi. Infaz il cervello di Reece è affamato di sensazioni vesvbolari e propriocezve: è come se chiedesse costantemente ai suoi receuori delle arvcolazioni e al suo vesvbolo di mandargli sensazioni. Non può farci niente…è qualcosa di incontrollabile! Per questo ha sempre bisogno di correre, di arrampicarsi, di avere la testa souosopra!
Voi quanti sensi avete? Solo cinque….? Davvero….? Io ne ho sette! E a dirvela giusta, ne avete sette anche voi! Facciamo un po’ di ordine…
I sensi sono delle sensazioni che informano il nostro cervello su quello che succede fuori e dentro al nostro corpo. Gli occhi ci permettono di vedere quello che ci circonda (vista), le orecchie di ascoltare i rumori (udito), la lingua di percepire se un cibo ci piace o meno (gusto), il naso di annusare gli odori (olfatto), la pelle di toccare e sentire di
cosa sono fatti gli oggetti (tatto). Oltre a questi cinque sensi, ne esistono altri due molto importanti per poterci muovere nello spazio. Hanno dei
nomi un po’ difficili,ma sono sicura che riuscirete a memorizzarli. Si chiamano sistema propriocettivo e vestibolare.
Ecco perché sono importanti: • Il senso della propriocezione ci permette di muovere il nostro corpo nello spazio. È grazie a questo senso
se possiamo muoverci anche quando non c’è la luce e se possiamo fare la gala del grembiule sulla schiena. Gli organi della propriocezione sono dei recettori posizionati in tutte le articolazioni del nostro corpo e
informano costantemente il nostro cervello su dove sono le parti del nostro corpo. • Il senso vestibolare ci aiuta ad avere un buon equilibrio, a sapere se siamo a testa in giù e a percepire se ci
stiamo muovendo o se siamo fermi. L’organo vestibolare è situato vicino alle orecchie, ma dentro nella testa, per questo non lo possiamo vedere.
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Ora che sapete quali sono i nostri 7 sensi e che avete capito che alcuni bambini funzionano in modo un po’ diverso dagli altri, potete provare a fare alcune attività e giochi per allenare i tre sensi più importanti per crescere belli, sani e forti: il tatto, la propriocezione e il vestibolare!
Per i più grandi…
I concetti sopra spiegati fanno parte di una metodologia riabilitativa chiamata Integrazione Sensoriale. I disturbi dell’informazione sensoriale sono meglio conosciuti alle nostre
latitudini e i bambini che hanno delle difficoltà in questo settore possono essere aiutati da professionisti specializzati chiamati ergoterapisti. Se conoscete bambini con disturbi di
questo tipo e avete l’impressione che queste difficoltà influenzano in modo negativo il loro sviluppo, la loro integrazione e la loro autostima, consigliate ai loro genitori di parlarne con il
loro pediatra per discutere se sia pertinente eseguire una valutazione ergoterapica.
Per maggiori informazioni sul metodo dell’Integrazione Sensoriale (in inglese):
http://www.spdfoundation.net
Per maggiori informazioni sull’ergoterapia in Ticino e in Svizzera:
http://www.ergotherapie.ch
http://www.ergoterapia.ch
Nascondi in un
sacchetto di
stoffa 5 oggett
i di uso
quotidiano (per
esempio uno spazzo
lino da denti, u
n
temperino, un elastic
o per i capelli, u
na molletta da bucato
e una moneta) e
chiedi a un tuo
compagno di indovin
are
quali oggetti ha
i nascosto solo
usano le mani ma non g
li
occhi!
Prova a scrivere il tuo nome ad occhi chiusi.
Prova sia in stampatello che in corsivo! Fai a
gara con i tuoi amici per vedere chi riesce a
scriverlo meglio, rispettando la linea!
Gioca alla pasta della pizza! Sdraiati per terra e chiedi alla mamma o al papà di spiaccicarti al suolo come se fossi una pizza. Potete farlo utilizzando una palla o un materasso. Come ti senti dopo? Sei più rilassato o più agitato?
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BREVISSIME
RINGRAZIAMENTI SPECIALI Come sempre ringrazio tutti voi per le chiamate, le e-‐mail, i WhatsApp, il tempo dedicato a leggermi e a pensarmi. Ma ho dei ringraziamenti speciali da fare. In primis alla mia mamma per occuparsi di tutte le questioni burocratiche legate al mio gruppo di sostegno (invio ringraziamenti, ricerca indirizzi persi, ecc ecc ecc). Un grazie speciale al Dottor Beppe per le sue consulenze mediche internazionali, è un supporto prezioso. Grazie alle mie sorelle per avermi permesso di partecipare alla festa della Frenci! Grazie alle mie zebette per continuare a supportarmi nelle mie avventure personali e professionali e per aggiornarmi sugli importanti gossip di casa. Grazie a Chiara per il suo tempo investito nell’aiutarmi a migliorare il sistema di contabilità di Lin-‐awa. Grazie a Barbara, Elodie e Ramone per mettere a disposizione le loro competenze linguistiche francofone per la correzione della traduzione del bollettino in francese.
INFO PRATICHE
Per continuare ad informarvi sulle mie attività e le mie avventure cerco di mantenere attuale la lista delle persone interessate. Fatemi per favore sapere se cambiate indirizzo di casa o indirizzo e-‐mail. Informatemi anche se siete stufi di ricevere le mie news o se al contrario conoscete altre persone interessate a riceverle.
Duterte? Beh si… ha iniziato il suo mandato. Lo scorso 30 giugno è stato incoronato “Presidente del paese”. Per ora niente modifiche di grande rilievo. L’unica cosa stramba è che non ha fauo la cerimonia d’inizio mandato con la nuova vice-‐presidente, cosa che di solito fanno tuz i presidenv…mah…vedremo nei prossimi mesi come
procede la situazione….
A giugno avrebbe dovuto iniziare la stagione delle piogge…dico avrebbe perché finora di pioggia se n’è vista ben poca…con le
consuete conseguenze macro e micro situazionali. Per me significa docce fuori casa, bucato nel corvle, grandi esercizi di trasporto
secchielli fino al terzo piano. Ma se penso alle conseguenze globali, le mie lamentele in fondo son ben poca cosa…
Convnuano le mie esperienze e ricerche culinarie. Dopo la macedonia di pasta, gli spaghez al pomodoro dolci, le varie erbe
commesvbili, la carne di cane, la pelle di mucca, le chips di carabao, ho avuto l’onore di gustare la famose adidas (zampe di gallina). Beh, diciamo che ora posso dire di averle provate…
Bollettino cinque, luglio 2016 Filippiniamo!
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VI RICORDO CHE POTETE SEGUIRE GLI SVILUPPI DEL PROGETTO SUL SITO
www.linawatabuk.wordpress.com
OPPURE NELLA PAGINA FACEBOOK www.facebook.com/pages/Filippiniamo/272160522907614
ED ECCO DOVE POTETE CONTATTARMI
Indirizzo: Laura Rodesino
c/o Lin-‐awa Center Purok 6, Bulanao
38000 Tabuk City (Kalinga), Filippine
E-‐Mail: [email protected]
Telefono (whatsapp o facetime):
+63 921 329 26 37
Si può sostenere il progetto con versamenti a:
Conto postale (per la Svizzera)
-‐ Missione Betlemme Immensee/Inter-‐Agire Piazza Governo 4 – 6500 Bellinzona -‐ CCP 69-‐2810-‐2 -‐ IBAN: CH74 0900 0000 6900 2810 2 -‐ BIC POFICHBEXXX Specificare: Progetto Laura
Conto bancario in Euro
-‐ Bethlehem Mission Immensee -‐ Im RomeroHaus -‐ Kreuzbuchstrasse 44 -‐ 6006 Luzern -‐ Conto: Kto.-‐Nr.1938.3391.2003 -‐ IBAN:CH1100778193833912003 -‐ BIC:LUKBCH2260A -‐ Banca: Luzerner Kantonalbank AG – Postfach – 6002 Luzern Specificare: Progetto Laura
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