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.: File ed elaborazione digitale :. Perché imparare ad elaborare una fotografia digitale?? Beh chiedetelo alla signora Madonna Ciccone! Forse utilizzando la fotografia originale… le vendite dell’ultimo album…

Oppure, questa scarpa..è nuova.. ma sembra già vecchia.. meglio un’aggiustatina qua e là!

A parte gli scherzi, oggi la fotografia non è più, una rappresentazione fedele della realtà, ma (purtroppo o per fortuna?) sta diventando un mezzo di comunicazione alla portata di tutti, e chiunque può intervenire e modificare la rappresentazione della realtà. In questa lezione,non entreremo in merito dei discorsi etici tipo: “fino a che punto è giusto intervenire in post produzione?”, ma esporremo una panoramica generale relativa alla gestione e manipolazione dell’immagine digitale.

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FILE

Abbiamo detto che le nostre fotografie 'lette' dal sensore sono memorizzate digitalmente sul supporto di memoria previsto dalla fotocamera. Vengono salvate su degli oggetti informatici chiamati FILE che descrivono digitalmente il valore (colore) dei vari pixel. Ogni file ha un nome ed un cognome (= estensione). Quest'ultimo indica, "cosa" contiene quel file. <nome-file>.<estensione> pippo.doc � l’estensione .doc è caratteristica di word pluto.xls � excel paperino.jpg � immagine jpeg In windows, il cognome è associato ad un icona, quindi file con la stessa estensione avranno la

stessa icona. (Per esempio i file di Microsoft Word hanno questo disegnino ) Cosi’ come ci sono modi diversi per descrivere un’immagine a voce, esistono vari tipi di file, corrispondenti ad altrettanti algoritmi di salvataggio delle immagini. Pensiamo ad un quadrato verde di 10 cm x 10 cm. Potremmo descriverlo come:

• "il primo millimetro quadrato è verde pisello, il secondo millimetro quadrato è verde pisello, il terzo millimetro quadrato è verde pisello... il centesimo millimetro quadrato è verde pisello…ecc "

oppure • "un quadrato 10x10cm tutto verde pisello"

Descriveremo ora, in modo molto terra-terra, le principali caratteristiche di qualche tipo di file Formato .BMP

Il BMP in sostanza memorizza i pixel "uno per uno" come nel primo esempio… occuperà quindi molto spazio. Formato .TIFF (senza perdita di dati) Per "parafrasare" il tiff, potremmo dire: "Descriviamo il quadrato di 100x100 pixel con una frase composta da tante parole quanti sono i vari millimetri quadrati, ad es in questo modo: "verde pisello", "verde pisello", "verde pisello", "verde speranza"... "verde pisello" dove descriviamo rispettivamente il primo millimetro quadrato, il secondo e così via fino al centesimo. Siccome ci sono tanti "verde pisello" nella mia foto, posso abbreviarlo con una parola più corta, ad es verde pisello = vp La descrizione si abbrevia quindi in: "vp", "vp", "vp", "colore verde come la speranza"... "vp" mentre il verde speranza c'è magari in un solo pixel per cui posso descriverlo con una parola più lunga. La frase (=foto) complessivamente risulta + compatta, senza perdere l'informazione totale." Quindi, diciamo, non ho perdita di dati, solamente un modo diverso per esprimerli…

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Formato JPG

Descrivere il jpeg è un po’ complicato, ma quel che conta è che dell'informazione complessiva della frase, butto via quello che "non serve più di tanto" per la comprensione della foto da parte dell'occhio umano. Parafrasando, il JPEG è come fare un "riassunto" di una frase buttando via parte di informazione che non serve per comprenderne il significato. Puoi riassumere molto o poco la frase, a seconda... Ad es: "Il mio amico che si chiama Nicola questa mattina è arrivato nella città di Trento usando come

mezzo di trasporto il treno che arrivava alle ore 8.00"

oppure "Il mio amico Nicola questa mattina è arrivato a Trento usando il treno che arrivava alle ore 8.00"

oppure "Il mio amico Nicola stamattina è arrivato a Trento col treno delle 8.00"

ecc In questa ultima frase a differenza della prima non dico che Trento è una città e che il treno è un mezzo di trasporto, nè che le 8.00 sono un'ora... sono tutte cose che se uno legge "passano inosservate" perché sono scontate, quindi si possono togliere... Ci sono sfumature che l'occhio non coglie e quindi rappresentano "informazioni potenzialmente inutili" e quindi possono essere eliminate. Pensiamo al solito quadrato verde, se vicino al verde pisello, ho un verde pisellino, che discosta di pochissimo dal precedente, potrei ‘riassumerlo’, facendolo diventare un verde pisello. Naturalmente il livello di compressione può essere variare in base alle nostre esigenze. RAW, dati grezzi.

Il file RAW rappresenta quello che 'vede' il sensore, che come abbiamo detto, è un'immagine in scala di grigi che rappresenta la quantità di luce che colpisce ogni fotodiodo sensibile. Mantiene memorizzate tutte le informazioni che il hanno costruito la fotografia

Esistono diversi formati (ed estensioni) di raw, a seconda del produttore della macchina, che fornirà anche un software adatto per interpretarli e poterli, eventualmente, convertire in immagini jpg, tiff ecc... (possiamo pensare.. a questo processo.. come allo "sviluppo" del dato grezzo..)

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- Nikon: .NEF (Nikon Electronic Format) - Canon: .CRW (Canon RaW) - Olympus: .ORF (Olympus Raw Format) - Kodak: .DCR (Digital Camera Raw) - Fuji: .RAF - Minolta: .MRW (Minolta RaW) - Epson: .ERW (Epson RaW) L'utilizzo del file grezzo premette di avere a disposizione il massimo delle informazioni raccolte dal sensore e quindi da la possibilità di poter intervenire al meglio in postproduzione applicando le correzioni secondo le nostre esigenze, senza lasciar fare all'automatismo della macchina. Il raw contiene, per ogni pixel, tutti i bit che il sensore ha catturato (di solito 12 per canale) e quindi offre maggiore flessibilità per gli interventi riguardanti la luminosità e la compensazione dei colori (4096 livelli di tonalità contro i 256 livelli di un JPEG a 8 bits per canale) Il file RAW è un file di sola lettura, una volta scritto dalla fotocamera non può essere modificato, rimane in archivio. Lo si può interpretare in molti modi, con impostazioni diverse e in tempi diversi e software diversi, ma partendo sempre dalla stessa immagine originale. Per questa sua ultima caratteristica, si tende a considerare il file RAW come una sorta di "negativo" digitale. Naturalmente ci sono anche degli svantaggi di tipo "fisico": lo scatto RAW richiede più spazio in memoria di un JPEG Peso delle fotografie I fattori che condizionano il peso finale del file (in termini di megabyte) sono:

- dimensione geometrica: (pixel x pixel) a parità degli altri fattori, una fotografia con una risoluzione più alta occuperà più spazio di una foto con poca risoluzione. è importante conoscere lo scopo finale per cui si fotografa. Se il nostro prodotto sarà destinato ad una publicazione su un sito web basterà, di solito, una bassa risoluzione, se invece dobbiamo stamparle la risoluzione dovrà essere più alta.

- compressione: stesso discorso fatto per la dimensione, la compressione del file dipenderà da come si vorrà utlizzare la fotografia in seguito formato

- profondità del colore: numero di byte utlilizzati x descrivere il colore di ciascun pixel (Bianco/nero, scala di grigi, 8bits, 12bits, 16bits, ture color)

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- Compressione jpg Molti programmi danno la possibilità di comprimere le fotografia secondo le nostre esigenze. Ecco riportato un esempio. La fotografia originale è quella in alto a sinistra, occupa 1,9 MB, circa 1900 KB È possibile notare (nella foto in alto a destra) che, a fronte di una piccola compressione (Qualità 73 su 100), c’è una sensibile diminuzione di peso, arriviamo a 88 KB! Possiamo notare che aumentando la compressione, la dimensione del file diminuisce, ma si verifica la comparsa di artefatti, blocchi quadrati di colore piuttosto omogeneo

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RAW: “Salvataggio Alte luci” e “Bilanciamento del bianco” File Originale Sistemazione da JPG Sistemazione da JPG

� Sistemazione da file RAW Le maggiori informazioni del RAW rispetto al JPG, in alcune occasione limite sono decisamente importanti!! Notate come, utilizzando il formato jpg è stato praticamente impossibile salvare il vestito della sposa! Il bilanciamento del bianco è importante e, come abbiamo detto, la maggior parte delle volte gli automatismi della fotocamera lo pesano in maniera corretta, in base alla temperatura della luce. Proviamo a vedere come risulterebbe una fotografia con il bilanciamento del bianco errato: In alto a sinistra: lo scatto con bilanciamento AUTO

in alto a destra: bilanciamento del bianco settato in macchina : Luce a incandescenza in basso a sinistra: bilanciamento su: Sole diretto in basso a destra: bilanciamento su: fluorescenza

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Istogrammi Sullo schermo delle nostre fotocamere, sempre più spesso, oltre alla possibilità di vedere quello che abbiamo inquadrato, c’è l’opportunità di poter visualizzare l’istogramma. L’istogramma è quel grafico che ci permette di giudicare la corretta esposizione dello scatto, ci mostra la luminosità della foto

L'asse orizzontale rappresenta il livello di luminosità, da 0 (nero) a 255 (bianco). L'asse verticale rappresenta il numero di pixel che hanno una determinata luminosità. Se scattiamo una fotografia ad un soggetto chiaro, l’istogramma sarà sbilanciato verso destra, in quanto il maggior numero di pixel è chiaro. Allo stesso modo, se fotografiamo un soggetto scuro sarà il grafico sarà sbilanciato verso sinistra. Se il grafico tocca pesantemente le estremità (0 nero puro o 255 bianco puro) probabilmente l’immagine sarà sottoesposta o sovraesposta con la conseguente perdita di dettagli nelle zone scure o chiare.

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Ecco un esempio per chiarire come si comportano l’istogramma a fronte di una foto sovraesposta, sottoesposta o esposta in modo corretto … Sovraesposta : notiamo come l’istogramma è spostato a destra, evidenziando un’alta percentuale di pixel chiari, e addirittura bianchi puri.

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Sottoesposta : l’istogramma è spostato a sinistra, evidenziando un’alta percentuale di pixel scuri e molto scuri

In questa foto possiamo notare invece come, sì ci sia una predominanza di toni scuri, ma la disposizione dei pixel sia più estesa, coprendo un range di valori più ampio: dal nero fino ai toni più chiari.

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Introduzione a Photoshop

Possiamo dire Adobe Photoshop è IL programma di elaborazione digitale più famoso e utilizzato (soprattutto

dai professionisti per via del costo non certo alla portata di tutti). Esistono versioni dimostrative di photoshop

gratuite o software simili a costi inferiori (possiamo ricordare Gimp http://www.gimp.org/ programma gratuito

ma molto performante) Photoshop è arrivato alla versione 9.0.1 (denominata Photoshop CS2), la versione che utilizzaremo sarà la 7, ma sostanzialmente cambia poco.

A pannello strumenti:

in questa sezione vengono mostrati tutti gli strumenti utili per l'elaborazione digitale, quelli per seleizonare, il

pennello, la gomma, il testo, la lente d'ingrandimento ecc...

B L'area di lavoro, contiene l'immagine che stiamo elaborando

C Photoshop ha la possibilità di visualizzare varie finestre (o Palette) che aiutano l'elaborazione. Tra le più

utili possiamo ricordare:

- il Navigatore che mostra una miniatura dell'immagine in elaborazione permettendo di spostarsi facilmente

all'interno di essa;

- la storia che memorizza tutti nostri interventi e consente di annullare eventuali nostri errori

- i livelli utile per avere sott'occhio i vari «strati» dell'immagine (come vedremo più avanti)

D : Barra dei Menu per accedere alle varie funzionalità del programma, dal salvataggio, alla modifica

dell'immagine, alla gestione di effetti speciali.

Sotto la barra dei menù, troviamo all'occorrenza la barra delle opzioni che mostra le opzioni disponibili a

seconda dello strumento che abbiamo selezionato dal pannello A.

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Ridimensionare e comprimere

Per ridimensionare un’immagine, sarà sufficiente cliccare sul menu Immagine > Ridimensiona immagine e variare i parametri a seconda di quanto vogliamo diminuirne o aumentarne la dimensione. Sarà possibile intervenire sul numero di pixel o su valori percentuali, stando ben attenti ad aver selezionato l’opzione “mantieni proporzioni”

Abbiamo visto che il formato JPG è molto utilizzato grazie alle sue caratteristiche di compressione. In Photoshop è possibile intervenire sul livello di compressione utilizzando il comando Salva con nome, dal menu File e impostare la qualità che desideriamo. Oppure, se la fotografia è destinata ad internet il comando più adeguato è Salva per web che permette una più precisa gestione della compressione.

Pennello e la Gomma

Il pennello è lo strumento che serve a “scarabocchiare” i nostri lavori, è possibile modificarne il colore, la dimensione,la durezza, la trasparenza, simularne la pressione. La gomma, naturalmente, serve a cancellare! Selezioni

Quando vogliamo operare solamente su una zona specifica della fotografia, è utile, e certe volte necessario, selezionare ciò che ci interessa. Photoshop mette a disposizione vari strumenti di

selezione. Selezione rettangolare , elittica , bacchetta magica che seleziona solo certe zone di

colore , quella manuale e quella "calamitata" che aiuta la selezione manuale correggendone il percorso cercando di seguire i contorni dell'immagine. Quando abbiamo selezionato un’immagine possiamo anche trasformarla, ruotarla, allungarla a piacimento grazie al comando Modifica > Trasformazione libera (CTRL+T)

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Testo

È anche possibile scrivere del testo , utilizzando tutte le varie scritture installate sul proprio computer, al quale sono applicabili vari filtri ed effetti.

Eliminare le macchie indesiderate (lo strumento Cerotto e il Timbro Clone )

Come abbiamo già visto, può succedere che della polvere si depositi sul sensore, causando, a diaframma chiuso, macchioline nere sulla fotografia. Può anche succedere che, nella foto che abbiamo scattato, compaiano elementi che ci disturbano. È possibile eliminarli utilizzando gli strumenti Cerotto (o pennello correttivo) e il Timbro Clone. In questa foto abbiamo Ciuchino (avete presente il cartone animato Shrek?), vediamo che sulla plastica ci sono delle sbavature.. Eliminiamole. Lo strumento Timbro Clone (e il cerotto in maniera più dettagliata) ci vengono in aiuto. Clicchiamo, tenendo premuto il tasto ALT nel punto A, (ALT+CLICK) che sarà la zona da dove questi strumenti copieranno per coprire il difetto. Andando poi a lavorare (punto B) cliccando con il mouse, vedremo che in corrispondenza ai nostri movimenti verranno “clonati” gli stessi colori che sono presenti in A, che andranno a ricoprire il fastidioso pelo…

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Modificare il contrasto – utilizzando i livelli –

Possiamo trovarci nella situazione di una fotografia poco contrastata, dove le ombre sono troppo chiare e le luci sono grigie invece che bianche.

Notiamo nella finestra dei livelli che l’area dell’immagine più scura è distante dal nero (0), così come le alte luci sono distanti dal bianco. Se muoviamo i cursori (vedi frecce rosse) riusciremo a modificare l’immagine in modo che i colori scuri si avvicinino al nero e i chiari al bianco, praticamente l’istogramma risulterà più allargato (vedi sotto) Elimineremo in questo modo le cosiddette “aree piatte” (quelle comprese tra 0 e i primi pixel scuri e quelle tra gli ultimi pixel chiari e 255) che non contengono dati. Quest’operazione non si deve fare quando l’istogramma della foto raggiunge già 0 e 255, perché si taglierebbero dei dati significativi.

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Ruotare una fotografia

L’orizzonte non è orizzontale!! Quante volte, guardando le foto sul monitor del pc, ci accorgiamo che, per un motivo o per l’altro la foto è storta?! Esistono vari modi per raddrizzarla, eccone uno:

Utilizzando lo strumento “misura”, indichiamo l’inclinazione dell’orizzonte (A)

Selezionando : Immagine> Ruota quadro > altro Avremo automaticamente i gradi necessari per rendere orizzontale la linea A che abbiamo tracciato, e conseguentemente anche il nostro orizzonte.

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Togliere occhi rossi

Un problema frequente è quello degli occhi rossi. Perché succede?

La luce del flash entra attraverso la pupilla e viene riflessa dalla retina. Quest’ultima è percorsa da una fitta rete di capillari. Per questo riflesso è di colore rosso sangue! Come rimediare?

L’effetto si ha quando la luce del flash è in asse con l’obiettivo, e la pupilla è ben dilatata (buio). Per ovviare a questo problema si adottano due soluzioni:

- si utilizza un flash esterno più lontano dall’obiettivo; - si usa il flash in modalità “anti-occhi rossi”. In questo modo il flash lampeggerà qualche

volta prima del lampo di scatto, provocando così la veloce chiusura della pupilla e riducendo la possibilità che essa venga riflessa.

Ma se ormai lo scatto è stato fatto… ed è irripetibile, possiamo facilmente sistemare la fotografia con qualsiasi programma di grafica. Oggi quasi tutti i programmi hanno automatismi che permettono, solamente selezionando l’occhio, di risolvere il problema senza la necessità di intervenire ulteriormente. Nell’esempio qui riportato, invece, utilizziamo un sistema più ‘manuale’

1. selezionare la pupilla rossa 2. Menu Immagine > Regolazioni > Tonalità/Saturazione (Ctrl+U) 3. Intervenire sulla Luminosità, abbassandone il cursore, fino a far diventare nera la pupilla!

Facile no?!

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Lenti a contatto colorate!

In maniera molto simile è possibile intervenire anche sul colore dell’iride. Variandone la tonalità potremo avere occhi di un profondo azzurro!

Tonalità di grigio

In “Tonalità/saturazione” l’unico valore che non abbiamo variato è la saturazione… beh.. è ora di provare a farlo.. tiriamolo a sinistra! e voilà… ecco la foto in scala di grigi.

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Livelli - layer

Alcuni programmi di gestione delle immagini, mettono a disposizione uno strumento molto interessante, la possibilità di utilizzare i “layer” o “livelli”, offrendo maggiore flessibilità nelle elaborazioni. Un livello si può intendere come un foglio di pellicola trasparente messo davanti all’immagine. Se scriviamo con il pennarello sulla pellicola trasparente, non andremo a rovinare la foto originale ma solamente il foglio trasparente anche se sembrerà di aver scritto sulla foto…

=

Allo stesso modo i “layer” permettono di intervenire sulla fotografia con più livelli. Ad ogni livello, poi, è possibile variarne la trasparenza, applicarci varie “opzioni di fusione” con il livello successivo ed inserirci effetti speciali… Per creare nuovi livelli trasparenti sarà sufficiente cliccare il sul menu Livelli > Nuovo. Nella finestra dei livelli, vedremo che si è creato un nuovo “Livello 1” trasparente. Se, invece clicchiamo Livelli > Duplica Livello andremo a creare un livello superiore identico a quello di partenza (vedremo poi a cosa serve)

Nuovo livello vuoto Due livelli identici

L’utilizzo dei livelli apre molte porte all’elaborazione digitale, possiamo riportare qualche piccolo esempio..

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Bianco e nero con particolari colorati

Un effetto semplice ma di sicuro impatto è quello l’immagine in bianco e nero con qualche particolare a colori, e realizzarlo è più semplice di quanto si creda! Basterà utilizzare i livelli! Bisognerà duplicare la foto originale su di un livello superiore. Creando quindi due livelli identici. Il livello superiore lo renderemo grigio diminuendone la saturazione. Ora, semplicemente, cancelleremo dal livello 1 (quello in bianco e nero) le zone che vogliamo colorate. (indicate in verde qui sotto a destra) Attraverso le zone che abbiamo cancellato ‘vedremo’ il livello sottostante (livello 0) che è colorato Ottenendo così il risultato desiderato.

Livello 0 Livello 1

Immagine finale con i due livelli sovrapposti.

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Esposizione combinate, aumentare la ‘gamma dinamica’

Esistono situazioni con un un’estensione di luci molto ampia, pensiamo ad un tramonto o ad un alba, dove compaiono contemporaneamente i colori chiarissimi del sole e il nero più cupo della valle... In questi casi, è molto difficile riuscire a trovare la giusta esposizione, o meglio una esposizione che mostri tutti i dettagli che ci interessano. Se esponiamo sul cielo, avremo un bel tramonto ma le montagne completamente nere, viceversa se preferiamo esporre sulle montagne avremo la corretta esposizione lì, ma il cielo decisamente bruciato! come risolvere questo problemino?.... Photoshoppiamo! Il concetto è quello di fare due foto (identiche come composizione), una esposta sul cielo, e una sulla valle, al fine di creare una terza foto composta dalle zone migliori di entrambe le foto. Ecco come operare: (emm..non avevo sottomano fotografie di tramonti…utilizziamo due foto di Sover…)

La prima è esposta correttamente sul cielo, la seconda sulle case ma presenta un cielo bruciato Livello 0 Livello 1

Cancellando il cielo dal livello 1 , ci vedremo “attraverso” scoprendo il cielo del livello 0 che è correttamente esposto.

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Ritocco fotografico, effetto Fluo

Ecco l’esempio di un ritocco veloce ma efficace per creare una fotografia particolare, utile per eliminare le imperfezioni della pelle e creare un atmosfera particolare

1. Prendere la fotografia -livello 0- (qui abbiamo utilizzato la cara amica Angelina Jolie); 2. creare un livello superiore (livello 1), identico alla foto; 3. applicare un effetto Sfocatura al livello 1-

A questo punto avremo due fotografie sovrapposte, la prima normale e quella superiore molto sfocata. Naturalmente quello che vedremo è solo la foto sfocata perché ‘copre’ quella sottostante.

4. Con lo strumento ‘Gomma’ cancelliamo dal Livello1 gli occhi e la bocca della cara Angelina.

Vedremo quindi una fotografia sfocata che però avrà gli occhi e la bocca a fuoco, perché cancellando quelle zone dal Livello1 vedremo il livello sottostante, appunto gli occhi e la bocca.

5. rendendo il livello1 semitrasparente, o variandone le opzioni di fusione otterremo l’effetto desiderato

Ed ora photoshoppate!!

Questa dispensa sarà scaricabile in .pdf da http://kumit3y.splinder.com