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Bimestrale - Anno XV - n. 3 - Spedizione Romana Recapiti Mensile dell’Accademia Filarmonica Romana n. 3 febbraio-marzo 2007 Direttore artistico Marcello Panni I l G i o r n a l e d e l l a Filarmonica giovedì 1° febbraio Concerto Italiano Rinaldo Alessandrini direttore giovedì 8 febbraio Alexander Lonquich e Cristina Barbuti duo pianistico giovedì 15 febbraio London Sinfonietta Diego Masson direttore giovedì 22 febbraio “L’Orfeo” opera di Claudio Monteverdi in forma di concerto Sara Mingardo, Antonio Abete, Furio Zanasi solisti Concerto Italiano Rinaldo Alessandrini direttore giovedì 1° marzo Gerhard Oppitz pianista giovedì 8 marzo Viktoria Mullova violinista Ottavio Dantone clavicembalista da martedì 13 a domenica 18 marzo Les Ballets Trockadero de Monte Carlo giovedì 22 marzo Quartetto Vermeer giovedì 29 marzo Evgenij Koroliov Liupka Hadzigeorgieva duo pianistico

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Mensile dell’Accademia Filarmonica Romana n. 3 febbraio-marzo 2007

Direttore artistico Marcello Panni

I l G i o r n a l e d e l l a

Filarmonica

giovedì 1° febbraio

Concerto ItalianoRinaldo Alessandrini

direttore

giovedì 8 febbraio

Alexander Lonquich e Cristina Barbuti duo pianistico

giovedì 15 febbraio

London SinfoniettaDiego Masson direttore

giovedì 22 febbraio

“L’Orfeo”opera di Claudio Monteverdi

in forma di concertoSara Mingardo, Antonio Abete,

Furio Zanasi solistiConcerto Italiano

Rinaldo Alessandrini direttore

giovedì 1° marzo

Gerhard Oppitz pianista

giovedì 8 marzo

Viktoria Mullova violinistaOttavio Dantone clavicembalista

da martedì 13 a domenica 18marzo

Les Ballets Trockadero de Monte Carlo

giovedì 22 marzo

Quartetto Vermeer

giovedì 29 marzo

Evgenij Koroliov Liupka Hadzigeorgieva duo pianistico

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Con Domenico Scarlatti e Johann SebastianBach, Händel condivide non soltanto l’anno di na-scita, il 1685, ma anche la fama presso i contem-poranei di essere un eccellente esecutore alla ta-stiera, sia dell’organo che del clavicembalo. Oggi,nell’immagine che noi abbiamo di lui, questa par-te della sua attività è in verità alquanto oscuratada quella del compositore teatrale e da quello dimusiche per solenni cerimonie pubbliche (la Wa-ter Music o la Fireworks Music, per intenderci). Hän-del ci sembra così piut-tosto rivolto alla ricer-ca dei grandi effettispettacolari che non a

una musica più in-teriorizzata (qualeè quella bachiana)o alle indagini sul-le possibilità dellatastiera che Scar-latti esperì nellesue Sonate. Le dueSuite che ci pro-pone RinaldoAlessandrini, que-sta sera nella vestedi solista al cem-balo, saranno dun-que una felice sor-presa per molti.

Il mondo deiduetti e terzetti ri-manda invece alperiodo italiano diHändel, quando ilmusicista era ap-pena giunto dal suo soggiorno ad Amburgo. An-cora all’inizio della carriera, si lasciò incantare, so-prattutto nei grandi Palazzi cardinalizi romani,dall’arte dei castrati e delle cantatrici. Oltre che neiteatri, sovente chiusi per divieti papali, essi esibi-vano la loro arte di virtuosi nei salotti e nelle gran-di feste: per quelle voci Händel avrebbe scritto, du-rante il triennio italiano e poi nei successivi annilondinesi, pagine che non si discostavano dallo sti-le di quelle operistiche e che, al pari di quelle, apa-rivano scritte su misura per mettere in luce le straor-dinarie capacità vocali dei suoi interpreti. Parteci-

pano al concerto i solistiMonica Piccinini e AnnaSimboli, soprani, e FurioZanasi, basso.

Händel per voci e clavicembalo Nel suo primo concerto di febbraio Rinaldo Alessandrini si presenta al cembalo,

sia come solista che come accompagnatore di pagine vocali

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Filarmonica

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giovedì 1° febbraioore 21,15 turni A e D

Concerto ItalianoRinaldo Alessandrini

direttore

programma

HändelDuetti e Terzetti per voci

e basso continuo

Due Suite per cembaloin mi minore HWV 438

in sol maggiore HWV 450

Prezzo dei biglietti € 25,00; € 20,00; € 15,00Per gli iscritti alla Sezione Giovanile € 6,00

Go Card € 9,00Fino a due ore prima del concerto, diritto di prevendita

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Tra le attività didattiche dell’Accademia Fi-larmonica Romana, e in particolare tra quelledestinate alle scuole superiori, torna per la se-conda edizione il seminario “Settimane all’A-vanguardia” che tanto interesse e successo ha ot-tenuto nel febbraio 2006. Gli incontri avrannoil sostegno dell’Assessorato alle Politiche dellaScuola della Provincia di Roma e si svolgeran-no in collaborazione con il MACRO – Museod’Arte Contemporanea Roma – la società Zète-ma, il Conservatorio di Musica di Santa Ceci-lia, il CEMAT e l’associazione “L’Offerta Mu-sicale”.

Si tratterà di lezioni-concerto, tutte impostatea tre voci, ossia con la presenza di storici dell’arte,della musica e della letteratura, e arricchite da esem-pi musicali dal vivo e da uno stimolante corredoiconografico, per consentire una ricca panoramicadella produzione artistica delle Avanguardie d’ini-zio Novecento.

Un primo gruppo diincontri – tutti curati daMaria Cristina Paciello e

Marco Boido, con la partecipazione del pianistaMichele Reali – avrà luogo di mattina al MACROdi via Reggio Emilia, in due riprese nei giorni dal6 al 17 febbraio e avrà come tema le Avanguardiedel Primo Novecento.

Nei prossimi mesi altri quattro incontri si svol-geranno di pomeriggio – sempre al MACRO – esaranno dedicati alle Arti negli anni Cinquanta (28febbraio), negli anni Sessanta-Settanta (16 marzo),negli anni Ottanta (11 aprile) e negli anni Novanta(23 maggio).

A coronare l’intero seminario sono stati inol-tre programmati due concerti che avranno luogoalla Sala Accademica del Conservatorio di SantaCecilia, in via dei Greci. Nel primo, mercoledì 14febbraio alle 19,30, l’Orchestra Regionale del La-zio suonerà musiche di Bartók, Stravinskij e Pro-kofiev sotto la direzione di Marco Boido. Il secondoconcerto, martedì 20 febbraio alla stessa ora, avràper protagonista l’ensemble strumentale SIXE –Suono Italiano per l’Europa – diretto da Marco An-gius con musiche di Boulez, Donatoni e Sto-ckhausen.

Quest’anno poi l’offerta è stata ampliata: in-fatti l’Accademia Filarmonica, in collaborazione conla Biennale Musica di Venezia, propone di prose-guire il viaggio nelle arti del XX secolo con ulte-riori appuntamenti, propedeutici agli eventi dellaBiennale Musica e della Biennale Arti Visive cheavranno luogo appunto a Venezia dal 4 al 13 ot-tobre. Qui gli studenti avranno la possibilità di se-guire il percorso didattico delle Arti Visive, ascol-tare i concerti proposti dalla sezione musicale, in-contrare compositori ed esecutori in una quanto

mai stimolante full im-mersion nel mondo dellaproduzione artistica con-temporanea.

Settimane all’AvanguardiaCon la Filarmonica collabora anche quest’anno “L’Offerta Musicale” per un’iniziativa

destinata a diffondere fra il pubblico più giovane la musica del Novecento

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Filarmonica

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Per informazioni rivolgersi allasegreteria dell’Accademia Filarmonica Romana

06 3201752

Vasilij Kandinskij “S. Giorgio IV”

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Com’è noto Brahms ebbe, all’inizio della suacarriera, un aiuto decisivo da Robert Schumann,che lo presentò al mondo musicale con un elogia-tivo articolo sulla sua rivista: così non stupisce cheuna dela prime composizioni brahmsiane sia unciclo di sedici variazioni ispirate a un tema del ce-lebre collega e dedicate alla moglie di lui, Clara,ottima musicista e in seguito fedele amica diBrahms.

Il duo formato da Alexander Lonquich e Cri-stina Barbuti presenta poi due pezzi di Schumann:i Bilder aus Osten (“Immagini d’Oriente”) op. 66furono ispirati per ammissione dell’autore a un ci-clo di poesie di Friedrich Rückert ambientate inArabia. Si tratta di sei Impromptus che narrano inmusica le vicende di Abu Seid, un burlone dallemille imprese. I Dodici pezzi per bambini grandi epiccoli sono un omaggioschumanniano al mon-do dell’infanzia, ri-echeggiato nei titoli del-

le dodici minia-ture della raccol-ta (da “Giroton-do” alla “Marciaper il complean-no”).

La Sonata infa maggiore ven-ne composta daMozart a Vienna,poco dopo il de-butto delle Nozze di Figaro. L’esito, poco soddi-sfacente, aveva spinto l’autore a dedicarsi con nuo-vo entusiasmo alla musica da camera. La Sonata èconsiderata il capolavoro della letteratura pianisti-ca nel genere a quattro mani, per il dialogo pari-tetico che si realizza fra i due esecutori e che tra-

duce sulla tastiera tutta laricchezza dei contrasti mo-zartiani, evocando a trattil’orchestra o il coro.

Omaggio a SchumannPagine di Schumann e a lui dedicate, nel concerto del duo Lonquich-Barbuti,

che già si è presentato con successo due anni fa all’Accademia

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Filarmonica

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giovedì 8 febbraioore 21,15

turno A

Alexander LonquichCristina Barbuti

duo pianistico

programma

BrahmsVariazioni su un tema

di Schumann op. 4

SchumannDodici pezzi per bambini

grandi e piccoli op. 85

Bilder aus Osten op. 66

MozartSonata in fa maggiore

K. 497

Prezzo dei biglietti € 25,00; € 20,00; € 15,00Per gli iscritti alla Sezione Giovanile € 6,00

Go Card € 9,00Fino a due ore prima del concerto, diritto di prevendita

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Nel 1802 i due poeti tedeschi Achim von Ar-nim e Clemens Brentano compirono un viaggio sulReno all’appassionata ricerca di fonti mitologiche eleggende, unite fra loro dal corso imponente del fiu-me. Prodotto di quel viaggio fu la pubblicazione,fra il 1806 e il 1808, di una raccolta di testi popo-lari intitolata Des Knaben Wunderhorn (“Il corno ma-gico del fanciullo”), dedicata a Goethe. Fin dalla pri-ma edizione il libro costituì una ricchissima fontedi ispirazione per la produzione liederistica, dagliautori romantici come Schumann e Mendelssohn,fino a Brahms, Wolf e Webern. Probabilmente l’e-sito musicale più celebre di quella antologia è l’o-monima raccolta di Gustav Mahler (il quale peral-tro adoperò anche singoli canti in diverse sue com-posizioni). Pubblicata nel 1900 in due volumi de-stinati alla voce e al pianoforte, l’autore fornì di que-sti suoi Lieder anche una versione orchestrale, cheli comprende quasi tutti.

Nelle poesie del Wun-derhorn Mahler – ha scrit-to Enzo Restagno – “scor-

se la sua anima ri-flessa come in unospecchio e in que-sti canti intrisi dimalinconia, didolcezze terestri,di lutti paesani e dimiracoli raffigura-ti dalla fantasia po-polare trovò la de-finizione del suomondo poetico”.

Fondata nel1968 da DavidAtherton e Ni-cholas Snowman,la London Sinfo-nietta ha perse-guito da allora l’in-tenzione di essereun complesso diriferimento per lamusica contemporanea. Dalle prime esecuzioni dilavori di Berio, Xenakis, Ligeti e Birtwistle, il com-plesso ha continuato a percorrere con molta coerenzala propria strada, attirandosi anche, per la qualità del-le sue esecuzioni, il favore di un pubblico molto va-sto. La London Sinfonietta si è anche aperta con en-tusiasmo a collaborare con artisti di differenti lin-guaggi e a generi musicali alternativi; a tale scopo haarricchito dal 1998 la propria formazione “classica”,di sedici strumentisti, con due ingegneri del suono.

Il gruppo è inoltre attento alla diffusione del-la musica contemporanea, sia con un’attività

aperta alla didattica, siacollaborando con musi-cisti vicini al mondo gio-vanile.

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Prezzo dei biglietti € 25,00; € 20,00; € 15,00Per gli iscritti alla Sezione Giovanile € 6,00

Go Card € 9,00Fino a due ore prima del concerto, diritto di prevendita

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FilarmonicaIl corno incantato

La London Sinfonietta, un complesso da sempre attento alle molteplici realtà della musica contemporanea, propone un capolavoro del primo Novecento

giovedì 15 febbraioore 21,15

turno A, B ed E

Karen Cargillmezzosoprano

Jonathan Lemalubaritono

London SinfoniettaDiego Masson

direttore

programma

MahlerDes KnabenWunderhorn

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Quattrocento, ma non li dimostra. L’Orfeo,“favola in musica” di Claudio Monteverdi su unlibretto di Alessandro Striggio, andò in scena il 24febbraio del 1607 al Palazzo Ducale di Mantova.Seguendo quanto stava accadendo da alcuni annia Firenze e a Roma, Monteverdi riunì generi mu-sicali diversi, reinterpretandoli in funzione sceni-ca e narrativa. La scelta del soggetto tratto dal mi-to greco, non fu casuale: la vicenda del cantore trà-cio che con la sua arte convince il feroce dio degliInferi a rendergli la sposa, precocemente morta, ren-deva verosimile anche il più spiegato virtuosismo.

A Mantova Monteverdi era stato assunto, agliinizi degli anni Novanta del Cinquecento, comeviolista delle corte dei Gonzaga: in quella città sisarebbe fermato fino al 1612, anno in cui morì ilduca Vincenzo che era stato suo mecenate. La suaattività di dipendente di quella corte era stata il-lustrata da Monteverdi con la pubblicazione di quat-tro libri di Madrigali e uno di Scherzi. Ma l’in-

tensa vita musica-le e teatrale diMantova aveva ob-bligato Montever-di a cimentarsi, ol-tre che in balletti etornei, anche nelgenere allora nuo-vissimo della “favola in musica”. Si arrivò così all’Orfeo, che venne composto in occasione dei fe-steggiamenti per le nozze di Francesco Gonzaga edi Margherita di Savoia.

In quegli anni la musica viveva un cambiamentodavvero epocale: dalla scrittura a più linee melo-diche che aveva caratterizzato il grande contrap-punto del Quattro e del Cinquecento (e che Mon-teverdi aveva esemplificato magistralmente nei suoiprimi libri di madrigali) si passò negli ultimi de-cenni del Cinquecento all’idea di una musica cen-trata su una sola linea melodica, accompagnata dal

L’Orfeo di MonteverdiRinaldo Alessandrini propone la sua versione di questo capolavoro

che inaugura la stagione del grande melodramma italiano

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Filarmonica

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giovedì 22 febbraio ore 21,15 turni A e D

L’Orfeoopera

di Claudio Monteverdi

in forma di concerto

Sara Mingardo Antonio Abete Furio Zanasi

solisti

Concerto ItalianoRinaldo Alessandrini

direttore

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basso continuo. Allabase di questo rinno-vamento c’era l’idea direndere comprensibileil testo poetico messo inmusica: “recitarlo can-tando” secondo la feli-ce e celebre espressio-ne dell’epoca, e nonspezzettarne le parole ele sillabe, dividendolefra le varie voci e ren-dendo così incompren-sibile il testo.

A Rinaldo Alessan-drini, che propone al-la Filarmonica l’Orfeocon il suo Concerto Ita-liano, abbiamo chiestodi illustrarci in parti-colare le scelte stru-mentali di Montever-di: «Volendo parlare qui solo delle tre grandi ope-re vale la pena di individuare subito le due diver-se forme di comporre che animano da una parteOrfeo e dall’altra le opere veneziane (L’Incorona-zione di Poppea e Il ritorno di Ulisse in patria). Or-feo è figlia delle animose riunioni fiorentine dellaCamerata, opera nobilitata da un libretto mitolo-gico, ma resa lucidamente colorata da Montever-di grazie ad un apparato strumentale che era sco-nosciuto alle opere dei suoi predecessori e a unagià sviluppata coscienza delle possibilità del cantoa voce sola.

L’orchestra, di stampo rinascimentale, è im-pressionante. “Duoi Cravicembani, duoi contrab-bassi de Viola, dieci viole da brazzo, un’arpa dop-pia, duoi violini piccoli alla francese, duoi (tre inrealtà) chitarroni, duoi organi di legno, tre bassida gamba, quattro (cinque) tromboni, un regale,duoi cornetti, un flautino alla vigesimaseconda, unclarino con tre trombe sordine” al quale si aggiungeun basso di viola da braccio e ancora cetere ed al-tri possibili strumenti da pizzico destinati al con-tinuo. Gli archi, gli strumenti a pizzico sono de-stinati ai primi due atti. Per i seguenti, ambienta-ti nell’Ade, Monteverdiprescrive cornetti e trom-boni, rispettando un co-dice retorico che già in

quegli anni aveva elaborato un sistema di simbo-logie e significati di una certa complessita. Un si-mile sforzo di orchestrazione la dice lunga sul-l’impegno musicale di Monteverdi. Madrigali, am-pie zone di recitativo, arie, duetti, terzetti: una strut-tura multiforme che asseconda gli eleganti versi diStriggio, costruita con un recitar cantando, mobi-le, dalla scrittura ritmica a volte eccessivamente pre-cisa, ma sempre aderente a un ideale declamazio-ne drammaticamente efficace».

Accanto a queste quali sono le altre novità in-trodotte da Monteverdi? «La ricerca armonica è in-grediente essenziale, e così come la sofisticatezzadelle invenzioni musicali (l’estesissima aria “Pos-sente spirto” con la quale Orfeo convince Caron-te a farsi traghettare attraverso il Lete, capolavorodi melodia e di gusto ornamentale). Ma anche neimomenti di maggiore tensione e drammaticità sia-mo lontanissimi dagli eccessi violenti delle opereveneziane. I cambiamenti stilistici dell’opera sonostati, nei primi cinquanta anni del secolo XVII, im-mensi. E molto importante fu la destinazione pub-blica e non più privata delle esecuzioni. Non a ca-so due delle opere destinate ai teatri veneziani so-

no composte su librettidove le passioni umanesono le protagoniste as-solute.»

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Prezzo dei biglietti € 25,00; € 20,00; € 15,00Per gli iscritti alla Sezione Giovanile € 6,00

Go Card € 9,00Fino a due ore prima del concerto, diritto di prevendita

F. Perrier “Orfeo dinanzi ad Ade e Persefone”

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A cinquant’anni Beethoven, or-mai completamente sordo, si ac-cingeva ad elaborare i suoi ultimi ca-polavori: la Missa solemnis, le Va-riazioni Diabelli, la Nona Sinfoniae le tre ultime Sonate. Anzi fra il1820 e il ’22 mise varie volte da par-te il lavoro alla Messa per dedicar-si al pianoforte.

Il frutto dell’attività di quegli an-ni, una volta ultimato e reso noto, avrebbe postofine alle indiscrezioni che lo volevano un autoreormai giunto alla fine del proprio iter creativo, vi-sti i pochi brani pubblicati negli anni immediata-mente precedenti.

Al pari degli ultimi Quartetti per archi (1822-26), protagonisti di un’ancor più avanzata stagio-ne beethoveniana (l’op. 132 è nel programma delQuartetto Vermeer il prossimo 22 marzo), le So-nate op. 109, 110 e 111 costituiscono un bloccodi opere che rivelano uno sguardo volto al futuro,ben lontano dalle aspet-tative del pubblico di al-lora e dal linguaggio cuiesso era abituato. Alla dif-

ficoltà del pensiero musicale in es-se contenuto (Beethoven riprende ar-caiche modalità contrappuntistichee una tecnica della variazione che sca-va nel profondo) si uniscono pro-blemi esecutivi all’epoca inaffronta-bili: bisognerà attendere il virtuosi-smo di Liszt perchè l’ultima Sona-ta, quella in do minore, risuoni nel-le sale da concerto.

Per quanto riguarda le novitàlinguistiche impiegate da Beethoven,basterebbe considerare l’ispirazionerarefatta e le improvvise pause checaratterizzano le prime due Sonate,lo spirito tragico dell’Adagio della109, la drammaticità che pervade ilprimo tempo dell’op.111, o il sub-lime Tema con variazioni che ne for-ma il tempo lento, conclusione nondi quella soltanto, ma della Sonatain generale, secondo l’interpreta-zione che ne fornisce Thomas Mann

nel Doktor Faustus: “Un terzo tempo? una nuovaripresa... dopo questo addio? Un ritorno... dopoquesto commiato? – Impossibile. Tutto era fatto:nel secondo tempo, in questo tempo enorme la so-nata aveva raggiunto la fine, la fine senza ritorno.E se diceva “la sonata” non alludeva soltanto a que-sta, alla Sonata in do minore, ma intendeva la so-nata in genere come forma artistica tradizionale:qui terminava la sonata, qui essa aveva compiutola sua missione, toccata la meta oltre la quale nonera possibile andare, qui annullava se stessa e pren-

deva commiato... un ad-dio grande come l’interacomposizione, il com-miato dalla sonata”.

L’ultimo BeethovenIl pianista Gerhard Oppitz dedica il suo recital alle ultime tre Sonate,

straordinari e ardui messaggi poetici lasciati dall’autore alle generazioni future

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Prezzo dei biglietti € 25,00; € 20,00; € 15,00Per gli iscritti alla Sezione Giovanile € 6,00

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giovedì 1° marzoore 21,15

turno A

Gerhard Oppitzpianista

programma

BeethovenSonata in mi maggiore

op. 109

Sonata in la bemolle maggiore op. 110

Sonata in do minore op. 111

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Non lasciateviingannare dall’a-spetto sbarazzinodi Viktoria Mullo-va nella foto quiaccanto: la violini-sta russa, ma au-striaca di adozione,è un’artista appas-sionata e rigorosa,di grandissimatempra, come sidimostrerà facil-mente nelle musi-che in programma.

Composte tut-te fra gli anni 1718e 1722, dunque aKöthen, ma ini-ziate probabilmen-te già nel soggior-no precedente aWeimar, le sei So-nate e Partite perviolino solo e le seicomposizioni conil cembalo, costi-tuiscono due fra lepiù importantiraccolte bachiane.Le Sonate per

cembalo e violino sono indicate nei manoscritti co-evi o come “Sei Trii per cembalo e violino” oppu-re, con ancora maggiore precisione, come “SeiSuonate (sic!) à Cembalo certato è Violino solo,col Basso per Viola da Gamba accompagnata se pia-ce” indicando così una parte di assoluta prepon-deranza della tastiera. Ben lungi dall’avere una sem-

plice funzione di accompagnamento, essa guida ildiscorso musicale, lasciando sovente allo strumen-to ad arco un compito di ornamento e di intensi-ficazione espressiva.

Tutt’altro discorso va invece fatto a propositodelle opere per violino solo, vertiginose costruzio-ni contrappuntistiche, nelle quali il suono dello stru-mento pare riflettersi in più specchi, fino al cul-mine della Ciaccona, “capolavoro della polifoniamonostrumentale” nelle parole di Massimo Mila.

Violino, e non soloViktoria Mullova in un programma tutto dedicato a Bach presenta, accanto alla celeberrima “Ciaccona” e a una Sonata per violino solo,

anche due pagine per violino e cembalo, con la collaborazione di Ottavio Dantone

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Prezzo dei biglietti 25,00; € 20,00; € 15,00Per gli iscritti alla Sezione Giovanile € 6,00

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giovedì 8 marzoore 21,15 turni A e D

Viktoria Mullovaviolinista

Ottavio Dantoneclavicembalista

programma

BachPartita n. 3 in mi

maggiore BWV 1006 per violino solo

Partita n. 2 in la maggiore BWV 1015 per cembalo e violino

Sonata n. 5 in fa minore BWV 1018

per cembalo e violino

Ciaccona dalla Partita n. 2in re minore BWV 1004

per violino solo

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Lunghe ciglia finte e finti chignon, brillanti co-roncine, soffici tutù e corpetti riccamente ricama-ti, taglia 50, “scarpine” da punta, numero 43! Sea questi singolari dati aggiungiamo la giusta dosedi parodia, travestimento, tecnica e auto-ironia, l’im-pasto esplosivo da gustare ha il sapore de “Les Bal-lets Trockadero de Monte Carlo”. Nato nella me-tà degli anni Settanta, questo gruppo di stravagantiappassionati della danza decisero di iniziare uno“scherzo” che è valso loro un successo planetario.Partiti dalle chiassose scene di Broadway, il mon-do dei danzatori en travesti fa letteralmente e piùvolte il giro del mondo: Europa, Stati Uniti, Au-stralia, Nuova Zelanda, Giappone, America Lati-na, Sud Africa.

Una storia fortunatissima quella dei Trocks, co-me vengono affettuosamente chiamati, che attra-versa varie tappe, tra il consenso del pubblico e del-la critica. Grazie alle loro innegabili doti tecnichee alla loro spumeggiante energia, dopo le foto diRichard Avedon, pubblicate su Vogue America, e lapartecipazione a programmi televisivi campioni diascolti, tra i quali lo Shirley MacLaine Special e ilMuppet Show, i Trockadero diventano un fenome-no internazionale conosciuto e imitato in ogni do-ve. Scardinando la concezione tradizionale del bal-lerino e della ballerina, i Trocks sfidano le mitichescarpette rosa con il gesso e mettono in scena, trabeffe e sarcasmo, il balletto classico della grandetradizione con un approccio semi-serio, diverten-

Una danza “coi baffi”Les Ballets Trockadero de Monte Carlo, la compagnia fenomeno

dei danzatori en travesti, sfida il regno delle virtuose in scarpe da punta

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da martedì 13 a domenica 18 marzo

tutti i giorni alle21,15

domenica solo alle 19 mercoledì 14 turno Cgiovedì 15 turni A e B

Les Ballets Trockadero

de Monte Carlo

programma

Burlesque comiquesul “Lago dei cigni”

di Ciaikovskye altri balletti

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te e originale. Obiettivo privilegiato del burlesqueè la prima ballerina cristallizzata per secoli nel boz-zolo delle sue manie e dei suoi capricci, intocca-bile opera d’arte, diva e musa imprigionata nellaliturgia degli inchini, mito del sublime e del sub-limato, meglio se di forte temperamento e deca-dentemente tragédienne.

Nei loro pseudonimi curiose assonanze foneti-che ricordano le grandi stelle che hanno attraver-sato la storia dell’arte di Tersicore in punta di pie-di: dalle prime dive del balletto romantico e tar-do-romantico, Anna Pavlova e Maria Taglioni, aMaija Plisetskaja, Margot Fonteyn, Maria e Mar-jorie Tallchieff, Alicia Alonso e poi ancora Ul'janaLopatkina e Svetlana Zakharova. Questi “danzato-ri in tutù” si fanno dunque custodi di una prezio-sa tradizione che, mentre indossa i panni della bur-la, merita di essere gelosamente conservata da undoppio punto di vista. La cura dei Trocks si rivol-ge in primo luogo alla ricostruzione del repertorioromantico francese e tardo-romantico russo, pre-diligendo estratti di grand pas o di passi a due datitoli celeberrimi quali Giselle, Don Chisciotte, LaBayadère, Il lago dei cigni, Loschiaccianoci, ma anche i me-no rappresentati Pas de qua-tre, La Vivandière, Paquita,

Raymonda o autentiche rarità quali Il cavallino gob-bo e Harlequinade a cui, negli ultimi anni, sonostate aggiunte nel repertorio coreografie di MerceCunningham, Robert La Fosse e Agnes de Mille,oltre a Flower festival pas de deux di Bournonvillee a un revival di Stars & Stripes di Balanchine.

In secondo luogo, nei Trocks, si concentra uninteresse e un approfondimento insolito verso l’an-tica usanza dell’en travesti. Storicamente si dovràattendere il 1681 per scorgere sulle scene del pro-fessionismo una donna in carne e ossa e quella pri-ma ballerina, frutto dell’Académie Royale de la Dan-se nella Francia del Re Sole, che comparirà ne LeTriomphe de l’Amour all’Opéra di Parigi, porterà ilnome di Mademoiselle Lafontaine. Fino ad allora,infatti, l’interpretazione di ruoli femminili era sta-ta prerogativa maschile, visto che nobildonne e cor-tigiane dell'epoca potevano al massimo cimentar-si nei ballets de cour.

Il Romanticismo consegna, invece, alla storiadel balletto un en travesti dal sapore grottesco e ca-ricaturale. I Trockadero arrivano con un lavoroesemplare del loro repertorio come Il lago dei ci-

gni, burlesque comicoper un corpo di ballo“con i baffi”!

Azzurra Di Meco

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Prezzo dei biglietti € 25,00; € 20,00; € 15,00Per gli iscritti alla Sezione Giovanile € 6,00

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Il programma del concerto di stasera si colle-ga idealmente a quello del Quartetto Casals del 25gennaio scorso. Si comincia infatti con il Quar-tetto K. 589 di Mozart, penultimo dei tre dedica-ti a Federico Guglielmo di Prussia (nel concerto digenaio venne eseguito l’ultimo). Nel tempo lento(Larghetto) del K. 589 i numerosi “assolo” del vio-loncello sono appunto da collegarsi con la perso-na del sovrano, dilettante dello strumento.

Con il suo Quartetto il cèco Leos Janacek inau-gura a settant’anni (nel 1924) l’attività di compo-sitore di musica da camera: l’opera è ispirata nonalla celebre Sonata beethoveniana per violino e pia-noforte, ma all’altrettanto famoso racconto di Tol-stoj che a quella pagina si riferiva, rendendola “pro-tagonista” di un’appassionata storia di amore e digelosia, la cui vicenda èraccontata in musica neiquattro tempi del lavoro.

Quindicesimo della

serie dei Quartettibee thoven i an i ,l’op. 132 fu com-posto nel l’agosto1825 ed eseguitoin settembre alPrater di Vienna.Si tratta di un la-voro molto ampio, in cinque tempi, con al centroun Molto Adagio di eccezionale estensione: ad es-so l’autore antepose l’epigrafe “Canto di ringra-ziamento offerto alla Divinità da un convalescen-te, in modo lidio”. Quest’inaspettata apertura au-tobiografica (Beethoven aveva sofferto nei mesi pre-cedenti di una serie di problemi di salute) ha con-tribuito alla notorietà di questo Quartetto, che con-

divide con i suoi compa-gni il linguaggio radical-mente nuovo degli ultimilavori del suo autore.

Da Mozart a JanacekUn percorso dal classicismo al Novecento presentato dal Quartetto Vermeer

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Filarmonica

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giovedì 22 marzoore 21,15 turni A ed F

Quartetto Vermeer

programma

MozartQuartetto in si bemolle

maggiore K. 589

JanacekQuartetto n. 1

“Sonata a Kreutzer”

BeethovenQuartetto in la minore

op. 132

Prezzo dei biglietti € 25,00; € 20,00; € 15,00Per gli iscritti alla Sezione Giovanile € 6,00

Go Card € 9,00Fino a due ore prima del concerto, diritto di prevendita

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Due “estremi”nell’impiego delpianoforte si suc-cedono nel con-certo di questa se-ra, dallo Scarlattiancora clavicem-balistico all’usopercussivo dellatastiera stravin-skiana.

Dopo le cin-que Sonate delmusicista napole-tano, il pianofor-te beethovenianorappresenta l’in-termezzo classico.Composta nel1802, la Sonata inre minore deve ilsuo sottotitolo“La tempesta” aun’ammissionefatta dallo stessoautore al suo fe-

dele segretario Schindler, che gliene chiedeva il si-gnificato: “non dovete far altro che leggere La Tem-pesta di Shakespeare”. L’insolita ammissione bee-thoveniana, che si aggiungeva alle atmosfere dram-matiche della tonalità di re minore, oltre a dare lastura a innumerevoli commenti, rese questa Sona-ta particolarmente amata dai Romantici.

Realizzata dallo stesso Stravinsky, e pubblicata

nel 1913, la versione per due pianoforti del Sacredu printemps, ebbe il non piccolo merito di rende-re possibile la conoscenza del capolavoro ad un va-sto pubblico. Le vicende della guerra prima, e la tar-da edizione della partitura orchestrale (1921), ave-vano infatti reso impossibili altre repliche della ver-sione originale. Ovviamente nella riduzione piani-stica si perdono gliaspetti legati al tim-bro degli strumen-ti, così affascinan-ti, ma rimangonointatti (e forse an-che più facilmentepercepibili) quellimelodici, armonicie soprattutto rit-mici. Si potrebbedire anzi che, spo-gliato dei colori, ilSacre risuona, inquesta versione “inbianco e nero”, an-cor più brutale ematerico che nel-l’originale.

Per l’esecuzio-ne di questo capo-lavoro stravinskia-no il pianista Ev-genji Koroliov (cheil pubblico dellaFilarmonica ha giàconosciuto neglianni scorsi) suo-nerà con la moglie,Ljupka Hadzi-georgieva.

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Prezzo dei biglietti € 25,00; € 20,00; € 15,00Per gli iscritti alla Sezione Giovanile € 6,00

Go Card € 9,00Fino a due ore prima del concerto, diritto di prevendita

Il “Sacre” per pianoforteLa versione “in bianco e nero” del capolavoro coreografico di Stravinsky

riunisce in duo il pianista Eugenij Koroliov e la moglie, Ljupka Hadzigeorgieva

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Filarmonica

giovedì 29 marzo ore 21,15 turni A ed F

Evgenij KoroliovLjupka Hadzigeorgieva

duo pianistico

programma

D. ScarlattiCinque Sonate

BeethovenSonata in re minore

op. 31 n. 2 “La tempesta”

StravinskyLe Sacre du Printemps

per pianoforte a quattro mani

I Musicanti di Brema

Ritorna quest’anno alla Sa-la Casella uno dei progetti di-dattici della Filarmonica dimaggiore successo nella passa-ta stagione. I Musicanti di Bre-ma, opera per bambini, dallafavola dei Fratelli Grimm, sutesto di Roberto Piumini, conle musiche di Andrea Basevi,della quale i bambini di alcu-ne scuole elementari romanesaranno interpreti e spettatori,sotto la direzione musicale diErasmo Gaudiomonte e la re-gia di Marco Carniti. Gli spet-tacoli si svolgeranno alle ore11,30 dal 24 al 27 marzo al-la Sala Casella.

Per informazioni telefonareallo 06 3201752

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Ricucci, Biscardi, Lotito, Cofferati, Do Na-scimiento, Malgioglio, Mastella e tanti altri ospi-ti prenderanno parte allo spettacolo che per dueore Max Giusti condurrà chiedendo loro opinionisu temi di stretta attualità.

In questo nuovo show Max non mostrerà so-lo il volto delle sue parodie ma anche il proprio:quello di un uomo di 38 anni, un artista, ma so-prattutto una persona semplice, che come tutti nel-la vita di ogni giorno si gioca la faccia per raccontarsinell’amore, nella scelta politica, nei rapporti con

Tutto il calendario

Due spettacoli di successo

www.teatroolimpico.it

[email protected]

Sul sito si possono acquistare i biglietti degli spettacoli del Teatro Olimpico

e dell’Accademia Filarmonica Romana

da martedì 20 febbraio 2007Andrea Bianco presenta

Mettici la faccia

di e con Max Giusti

da martedì 20 marzo 2007AGR associati presenta

Parsons Dance

coreografie di David Parsons

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gli altri e nei rappor-ti con il divino.... Enel metterci la “sua”faccia racconta storiedi vita quotidiana chedal particolare arriva-no all’universale at-traverso l’ironia e lacomicità.

“Tutti siamo co-stretti a mettere la no-stra faccia su ogni pic-cola decisione o even-to della nostra vita.”

Sacro, profano,politica, costume esocietà, indecisionipiccole e grandi checaratterizzano le vi-te di ognuno di noi.L’importante è avere il coraggio di metterci sem-pre la propria faccia…o quella degli altri se haila fortuna di essere Max Giusti

Torna poi a Roma a marzo uno dei più crea-tivi ed eclettici coreografi di danza moderna deinostri tempi. Dopo una lunga tournée in Ame-rica ed Europa, David Parsons presenta in Ita-lia un programma che unisce a tre nuove crea-zioni Shining Star, Wolfgang e Hush, alcune frale sue più famose coreografie come la celeberri-ma Caught. La caratteristica dell’arte di DavidParsons è che non solo è altamente originale mavuole anche essere accessibile. È danza che di-verte e conquista lasciando nello spettatore unascossa positiva.

La Parsons Dance Company, fondata nel1987, è tra le poche compagnie che oltre ad es-sersi affermata sulla scena internazionale con suc-cesso sempre rinnovato, sia riuscita a lasciare unsegno nell’immaginario teatrale collettivo e a crea-

re coreografie divenute veri e propri “cult” delladanza mondiale. Oggi David Parsons, può essereconsiderato uno dei massimi esponenti della post-modern dance americana. Le musiche sono variequanto le coreografie e vanno da Mozart a Ro-bert Fripp, passando per la Dave Matthews Banded i successi degli Earth Wind & Fire, uno deipiù grandi gruppi funk di tutti i tempi.

Il primo pezzo in programma, Wolfgang, è un’e-sibizione coreografica all’insegna di un ritmo con-tinuo e quasi implacabile, che giustappone la mu-sica classica di Mozart alle coreografie di DavidParsons. Hush sorprende il pubblico con sedici emo-zionanti minuti di danza visuale, energetica e dalritmo serrato che lascia il pubblico (e gli stessi bal-lerini) senza fiato. Shining Star è il nuovo strepi-toso pezzo di Parsons, all’insegna dell’ ottimismo,una sorta di gioco chiassoso che miscela figure da“sala da ballo”con uno stile fluido e jazzy che ce-lebra il clima dei party anni 70.

o da febbraio a marzo al Teatro Olimpico

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Filarmonica

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I luoghi dei concerti

Teatro OlimpicoP.zza Gentile da Fabriano 17 tel. 06-32.65.991Botteghino aperto tutti i giorni dalle 11 alle 19

Per ogni concerto in abbonamento della Filarmonica è a disposizione del pubblico

un servizio di prenotazione taxi.Gli interessati possono rivolgersi all’apposito box,

allestito presso l’ingresso del Teatro Olimpico

Parcheggio consigliato: in piazza Mancini, a pochi passi dal Teatro.

Autobus utili:dalla Stazione Termini - 910; da piazzale Flaminio - 2;

da Piramide - 280; dai Parioli - 910; da Prati - 280; da Vigna Clara - 200 e 201; da San Lorenzo - 19

Sala Casellavia Flaminia 118 (piazzale della Marina)

tel. 06 - 3201752. I biglietti si acquistano allaFilarmonica fino a un’ora prima del concerto

Accesso facilitato per i portatori di handicap

I biglietti

I biglietti si acquistano al botteghino del Teatro Olimpico (tel. 06-3265991) anche con carta di credito, tutti i giorni, orario non-stop 11-19 (anche dalle 20 alle 21 per lo spettacolo del giorno), e presso i puntivendita aderenti al circuito CHARTAnet, presso Messaggerie Musicali(via del Corso 473, Roma, tel. 06-68192349),Centro Commerciale “I Granai” (via Rigamonti 100, 06-51957610), Centro Commerciale Arca(via Tiberina, Capena).

Prevendita telefonica con carta di credito soloal numero di Hellò Ticket 800907080 e 06-48078400, dal lunedì al venerdì ore 10-17.

Prevendita su Internet con carta di credito, www.chartanet.it.

Convenzioni per gruppi

Per informazioni su convenzioni e riduzioni sul prezzo dei biglietti riservate ad associazioni,Cral e gruppi rivolgersi al numero 06.3201752(fax 06.3210410)[email protected]

Il Giornale della Filarmonica

Direttore responsabile: Stefano CatucciTesti di Renato Bossa e Azzurra Di Meco

Mensile di informazione musicale dell’Accademia Filarmonica Romana.Redazione e amministrazione: via Flaminia, 118, 00196 Roma. Tel. 06-32.01.752; fax 06-32.10.410

Anno XV - n. 3 Abbonamento gratuito

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