Ferrari Marco

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CONCORSO INTERNAZIONALE DI IDEE “SGF - SPAZIO GIOVANI ALLA FRONTIERA” PER LA RIQUALIFICAZIONE DELL’AREA DELL’EX-OSPEDALE CIVILE DI GORIZIA RELAZIONE TECNICA E ILLUSTRATIVA DEL PROGETTO

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The technical report - International competition for ideas “Youth Area at the Border” for the redevelopment of the former Civil Hospital - Gorizia Urban Project

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CONCORSO INTERNAZIONALE DI IDEE “SGF - SPAZIO GIOVANI ALLA FRONTIERA” PER LA RIQUALIFICAZIONE DELL’AREA DELL’EX-OSPEDALE CIVILE DI GORIZIA

RELAZIONE TECNICA E ILLUSTRATIVA DEL PROGETTO

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RELAZIONE TECNICA E ILLUSTRATIVA DEL PROGETTO

Limiti e confini

Come si ricorda in un passo di un testo grandemente citato da noi architetti, “Il limite non è il punto in cui una cosa finisce, ma, come sapevano i Greci, ciò a partire da cui ogni cosa inizia la sua essenza […]”1. Il concetto di limite è strettamente legato a quelli di spazio e di luogo (“spazio è essenzial-mente ciò che è sgombrato, ciò che è posto entro i suoi limiti [ed esso viene] raccolto da un luogo”2) e quest’ultimo all’idea del costruire (“quel costruire che edifica”3); così, potremmo aggiungere noi, ogni confine fisico, anche un semplice muro che divide un interno da un esterno, un ambito pubblico da uno privato, dovrebbe essere inteso, nel suo senso più profondo, come occasione di indagare la specificità e l’identità di ogni unità, di ogni singola parte del mondo che abitiamo. Ma ancora, dovrebbe essere inteso come occasione per costruire tra quegli ambiti divisi, fratti, delle relazioni nuove e più significative, in grado di ricomporre le differenze, le opposizioni, gli scontri in apparenza irrecuperabili. L’arte e l’architettura sono creazione e non imitazione (o, in senso moderno, semplificata poetica realista) proprio perché hanno la capacità di raccogliere quei conflitti, far parlare quelle contese. Perché la contesa “non è mai uno squarcio – l’aprirsi di una ferita insanabile – ma l’intensa intimità del reciproco appartenersi dei contendenti”4.

Questa consapevolezza della complessità dell’idea di limite, dovrebbe accompagnare co-stantemente il lavoro di ognuno di noi. Da questa consapevolezza muove anche il no-stro progetto per la riqualificazione dell’area dell’ex ospedale civile di Gorizia: lavorare in un’area di confine – di confini – affermandoli e rappresentandoli, rendendoli fisicamente percepibili; capire, di ogni area, ciò che ne costituisce le qualità e le potenzialità, ma anche i problemi e le debolezze; e, soprattutto, pensare ai punti di contatto (ai limiti appunto), non come separazioni, ma come luoghi in cui le relazioni si fanno più ricche e, necessariamen-te, più precise.

Vuoti

Osservando l’area oggetto di concorso nella sua dimensione più ampia è immediato notare come il fascio infrastrutturale costituito da diversi tipi di strade e dalla ferrovia e parallelo al confine tra Italia e Slovenia individua, nel suo insieme, un lungo spazio libero a metà tra natura e artificio dove trova posto anche il corso modificato del torrente Vertoibizza.Tale spazio non appare oggi strutturato e progettato e forse è il risultato solo di semplici logiche di opportunità localizzativa e funzionale. Tuttavia è anche evidente che, da dove esso è percepito – dalle vicine colline slovene, dal colle del Castello, percorrendo le stesse infrastrutture – suggerisce chiaramente l’esistenza di una pausa tra sistemi e ambiti terri-toriali diversi.Rafforzarne l’identità di vuoto, contrapponendogli il ‘pieno’ del nuovo parco dell’ex ospeda-le (concepito essenzialmente come grande bosco), è stata allora la prima scelta del pro-getto: farlo emergere non in quanto ‘resto’, ma come figura riconoscibile, autonomamente costituita.Il fatto che esso si definisca per negativo rispetto alle emergenze territoriali che lo circon-dano non significa che non possa essere dotato di specifiche qualità insediative (e quindi formali); e ancora non significa che debba essere privo di attività e momenti di relazione. In questo senso, anche se tale ambito è esterno alla proprietà dell’Azienda Sanitaria Ison-tina ed è soprattutto collocato in territorio sloveno, se ne suggerisce, nell’ipotesi di una opportuna integrazione previsionale con il comune di Sempeter-Vrtojba, un assetto ricco di funzioni, attrezzature, occasioni e opportunità, attraverso un’insieme di interventi minimali (filari alberati, siepi, sedute) che ne enfatizzino la dimensione longitudinale. Un luogo che raccoglie, riordina, incanala i percorsi pedonali e ciclopedonali che provengono dalle aree limitrofe, organizzandoli e intensificando le relazioni tra i diversi centri urbani. Un luogo che accoglie un insieme variegato di interventi anche a carattere ambientale (vasche di eson-dazione per controllare maggiormente il regime del torrente Vertoibizza) e, soprattutto, impianti sportivi di varia natura in grado di rafforzare il ruolo del centro già progettato dal comune di Sempeter-Vrtojba.

Ad una scala minore, all’interno dell’area specifica dell’ex ospedale, la dialettica tra confine e suo superamento si ripresenta lungo tutto il fronte sud-est dove, nella situazione attuale, un quartiere residenziale composto da una sequenza indistinta di piccole abitazioni unifa-miliari, si affianca indifferentemente ai grandi edifici dell’ospedale.In un’ottica di maggiore integrazione urbana il progetto propone di ridisegnare completa-mente questo punto di passaggio nella ricerca di una più ricca articolazione delle relazioni tra le parti. Il limite è allora ridisegnato (rappresentato) a partire dall’introduzione di un altro vuoto, un lungo scavo, una trincea, una leggera depressione che è anche memoria dei fenomeni di erosione tipici del territorio carsico e che individua una nuova figura di grande scala capace di confrontarsi con le altre emergenze territoriali. Una figura caratterizzata da un doppio bordo, uno secco e preciso che definisce il limite della parte di parco densamente alberata, e uno lento e modellato realizzato attraverso una sucessione di gradoni che accolgono parcelle di suolo diversamente caratterizzate da orti, piccole aree piantumate, giardini di essenze e di ‘profumi’. Un bordo, quest’ultimo, che de-finisce un ‘paesaggio domestico’, che si integra progressivamente con quello dell’abitato di Sempeter sia dal punto di vista funzionale/sociale (gli orti urbani possono essere utilizzati dai goriziani, dai giovani, ma anche dagli abitanti del vicino quartiere) che morfologico (per la piccola scala delle parcellizzazioni).Allo scavo, trattato come grande parterre, è poi affidato il compito di organizzare le rela-zioni in senso longitudinale: esso collega tra loro le principali attività insediate (casa della musica, ostello, laboratori permanenti, Punto Giovani, mensa), il nuovo parcheggio interra-to, accoglie le penetrazioni verso la parte di parco organizzata a bosco e verso il quartiere residenziale di Sempeter, infine, nel suo punto più estremo, permette il collegamento al sistema di percorsi pedonali e ciclabili in territorio sloveno.

L’area dell’ex ospedale come palinsesto urbano e paesaggistico

L’attuale area dell’ex ospedale è strutturata a partire da un insieme di padiglioni tra loro fortemente eterogenei per dimensione e qualificazione architettonica, disposti liberamente all’interno di un “parco di notevoli dimensioni ma privo di un disegno di insieme di forte ca-ratterizzazione”5. Un organismo grandemente disgregato reso ancora meno comprensibile dall’attuale stato di abbandono degli edifici e del verde. E se forse non è possibile pensare alle strutture e agli edifici esistenti come a dei moderni reperti archeologici (non hanno né la qualità, né il ruolo simbolico di alcuni famosi esempi di archeologia industriale) non vi e dubbio che, tuttavia, l’area nel suo complesso sia uno spazio antropizzato con una sua specifica storia in cui i tanti interventi che nel tempo si sono succeduti ne hanno fissato peculiarità e caratteri più o meno rappresentativi. Alcune regole e alcuni principi, forse ap-partenenti all’impianto originario, sono così, indubbiamente, ancora riconoscibili e da essi è necessario ripartire per immaginare il futuro dell’area. Come un palinsesto che viene ri-scritto infinite volte, ma conserva ancora impresse, più o meno evidenti, le tracce delle pas-sate scritture, anche quest’area, nel nostro progetto, viene allora ridisegnata acquisendo nuovo significati e un nuovo ruolo, ma, puntualmente, la struttura e i manufatti del passato emergono, guidano la trasformazione, offrono degli elementi significativi di resistenza che devono essere tenuti in attenta considerazione: perché “un luogo vale per quello che è, e per quello che può o desidera essere – cose forse opposte, ma mai senza relazione”6.Innanzitutto è evidente come l’ambito più prossimo a via Vittorio Veneto sia disegnato a partire da un impianto di matrice vagamente monumentale che prosegue, o rispecchia, quello del parco/complesso Basaglia al di là della strada. Lo evidenzia la simmetria del-l’impianto dei due edifici in cui verranno collocati gli uffici dell’ASS e dall’edificio principale dell’ex ospedale. Quest’ultimo non viene corservato nell’assetto proposto dal nostro pro-getto che presenta fin dall’ingresso una maggiore apertura verso il parco, ma in ogni caso l’assilaità dall’impianto originario è suggerita dalla disposizione dei nuovi volumi realizzati in luogo delle due corti della croce originaria (mensa a sinistra, casa della musica-teatro di posa a destra), dall’organizzazione doppia dei percorsi che scendono verso lo scavo, dalle due pensiline che inquadrano la nuova vista verso il parco e dal piccolo padiglione di ingresso che viene conservato e valorizzato come punto principale di accesso pedonale all’intera area. Anche l’intero scavo/parterre centrale è disegnato a partire dalle tracce di al-cune preesistenze. Esso infatti è ricompreso all’interno del perimetro individuato dall’attua-le posizione dei percorsi interrati di servizio ai padiglioni dell’ospedale ed anzi, tali percorsi, se nella maggior parte dei casi vengono riutilizzati semplicemente come traccia, in alcuni punti, adeguatamente trasformati e rialzati, vengono anche utilizzati come reali elementi di collegamento (ad esempio in corrispondenza dei laboratori permanenti).

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Edificio ex sanatorio

L’edificio che tra l’altro presenta un vincolo diretto della Soprintendenza viene conservato e destinato ad ospitare (come tra l’altro suggerito dallo stesso documento preliminare del bando) attività ricettive di qualità. Al di là dell’intervento di adeguamento degli spazi interni si prevede la trasformazione della facciata principale verso sud a partire da più efficienti sistemi di sfruttamento degli apporti solari diretti (ad esempio serre solari continue) e di protezione estiva dall’eccessivo soleggiamento.

Chiesa

Pur non essendo un edificio di particolare pregio architettonico si propone la conservazio-ne e la trasformazione dell’edificio che non appare incompatibile con i più generali principi insediativi proposti. Inoltre la presenza di un’ampia aula centrale consente di immaginar-ne senza troppa difficoltà assetti diversi. Nello specifico si propone di collocare in esso il previsto asilo che potrebbe facilmente godere dell’inserimento in una parte di parco già strutturata e facilmente isolabile al fine di assicurare la sicurezza dei bambini.

Palazzine su via Vittorio Veneto

Come suggerito dal documento preliminare del bando, se ne propone la conservazione al fine di collocare i servizi connessi alle attività istituzionali dell’ASS.

Edificio infettivi, Edificio uffici

Vista la scarsissima qualità architettonica di entrambi e l’incongruenza insediativa se ne propone la completa demolizione.

Blocco servizi

L’edificio non presenta qualità architettoniche tali da imporne una sua conservazione e un suo recupero, inoltre nel momento in cui si pensa a quest’area anche in relazione alle zone limitrofe appare evidente come il suo rapporto (di scala soprattutto, ma anche funzionale) con il vicino quartiere residenziale appaia quantomeno difficile. Tuttavia la copertura a crociera dei singoli padiglioni presenta indubbiamente un certo interesse, inoltre la dispo-nibilità di uno spazio senza eccessive divisione interne ne suggerisce almeno un facile impiego. Si è così previsto di conservare uno dei quattro padiglioni (uno dei due costruiti meno in aderenza alle vicine abitazioni e quello sotto il quale passa il percorso interrato di servizio) che potrà funzionare da integrazione ai nuovi spazi per laboratori permanenti e per l’incubatore di impresa.

Obitorio

Come indicato dal bando se ne prevede il mantenimento e la riprogettazione a partire da una forte integrazione con il sistema del bosco all’interno del quale viene inserito. L’ob-biettivo è quello di creare un ambito di grande quiete e isolamento all’interno della natura in relazione alla serietà e profondità dei sentimenti che il luogo richiede. La ridefinizione architettonica del manufatto architettonico non appare strategica in questa fase concorsua-le vista anche la posizione particolarmente decentrata della struttura e la sua sostanziale autonomia. Essa è quindi rimandata a successivi eventuali approfondimenti. Si propone invece di riorganizzare l’accesso all’obitorio in modo del tutto indipendente dal parco a nord dell’area e parallelamente al corso del torrente Vertoibizza con accesso dal Piazzale della casa Rossa. Nel caso ulteriori verifiche anche relative ai regimi proprietari delle aree rendessero impraticabile questa strada è comunque possibile conservare un tracciato più aderente a quello attuale e sostanzialmente disposto lungo il confine nord-ovest dell’area di proprietà dell’ex ospedale civile.

Infine il parco assume anch’esso un disegno profondamente nuovo, ma anche’esso parte dal riconoscimento dell’assetto del verde esistente che presenta, soprattutto nelle zone più strutturate, alcune aree fittamente alberate (in particolare si veda la parte di parco alle spalle dell’ex sanatorio) tenute assieme da percorsi disegnati secondo tracciati largamente liberi. Il progetto intende enfatizzare tale peculiarità estendendo la parte alberata con un processo diffuso di rimboschimento che investe tutta la parte nord dell’area e che ovvia-mente deve essere supportata da uno specifico progetto del verde con selezione delle specie e delle essenze vegetali esistenti, del loro stato di salute e valutazione degli apporti più opportuni. Nel complesso vi è l’ambizione di realizzare un’ampia parte a parco carat-terizzato da aree boscate alternate a radure utilizzate come spazi liberi e disponibili, per il relax, l’incontro, la socializzazione, il gioco inventivo e non formalizzato.

Accessibilità e viabilità interna

Se i percorsi pedonali e ciclabili interessano tutta l’area del parco e funzionano secondo le modalità gia in parte già descritte ( e meglio precisate del paragrafo dedico agli usi e pratiche degli spazi aperti) l’accessibilità carraia all’area è limitata alla sola zona meridio-nale adiacente all’ ex Scuola Convitto per Infermieri. In quell’ambito infatti sono concentrati l’accesso al parcheggio interrato su due livelli (con 300 posti autio riservati ai dipendenti dell’ASS e ulteriori 50 stalli a disposizione per futuri fruitori del parco), gli accessi di servi-zio per le funzioni di carico-scarico soprattutto del Teatro di posa, ma anche dei laboratori permanenti, dei piccoli spazi espositivi e dei servizi di supporto (bar e negozio); l’accesso alla centrale tecnica e ai parcheggi all’aperto (circa 80 posti auto) riservati agli addetti e utilizzatori delle varie strutture.

La mensa è raggiunta, per le funzioni di carico e scarico, attraverso una rampa che scen-de fino alla quota dello scavo/parterre e funziona anche come accesso di emergenza alla stessa mensa, all’ostello e ai laboratori.Oltre all’ingresso diretto e già presente all’ex sanatorio, l’unica altra penetrazione carraia all’area del parco è collocata in corrispondenza di via Toscolano (che originariamente rag-giungeva il grande piazzale di parcheggio e poi l’obitorio), la quale però, nel progetto, si arresta in prossimità dell’accesso, dove è organizzato un piccolo parcheggio per una ven-tina di auto, e non raggiunge la profondità dell’area, permettendone così la conservazione della sua integrità ambientale e paesaggistica.

Interventi sugli edifici esistenti

Edificio principale dell’ex ospedale: Croce di Lorena

Si propone la demolizione completa dell’edificio attuale in virtù di considerazioni relative ad aspetti diversi:

la non opportunità di conservare un edificio con una mole edilizia che igloberebbe in esso tutte le attività previste irrigidendo di fatto i rapporti e impedendo una più alta intergra-zione tra il parco e le principali attività insediate.

la non opportunità di conservare un edificio che dal punto di vista visuale impedisce qualsiasi relazione tra l’ambito di ingresso e il parco retrostante.

elevati costi di ristrutturazione funzionale degli spazi ed elevatissimi costi di adegua-mento sismico delle strutture.

Tuttavia, come già descritto, i nuovi interventi non si pongono in una completa indifferenza rispetto ai principi di disegno sottesi dall’edificio esistente; così viene confermata l’assialità dell’impianto, mensa e sala da musica occupano lo spazio delle corti comprese tra i bracci delle croce, i passaggi sotterranei esistenti costituiscono lo scheletro su cui sono disegnati i nuovi percorsi.

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schema grafico - relazioni urbane

Nuova Gorica

Quartiere diSempeter

Gorizia

Collegamenti ciclo/pedonali proposti con gli insiemi urnbani diGorizia, Nuova Gorica e con il quartiere di Sempeter

Nuclei urbani di Gorizia, Nuova Goriza e quartiere diSempeter

Principali piste ciclabili esistenti e/o in previsione

Perimetro area di progetto

LEGENDA

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La struttura funziona sia per i dipendenti dell’ASS che per i giovani e gli studenti che frui-ranno dell’area senza però che siano previste separazioni rigide tra i diversi tipi di clienti anche al fine di favorire momenti di scambio e socializzazione.Sono invece previste due piccole sale, integrate allo spazio principale dove poter ospitare gruppi più limitati di persone.Nel complesso sono previsti circa 220 posti a sedere in modo tale che la struttura, in due o più turni, sia in grado di servire tra le 400 e le 500 persone per pasto.

Centro di ricerca, Incubatore d’impresa, Punto giovani, bar, negozio

Sono ospitati all’interno dell’unico padiglione del blocco servizi che viene recuperato e dei due nuovi padiglioni posti a sud dello scavo/parterre centrale.In particolare il Punto Giovani vero e proprio con ‘sportello informagiovani’ e ‘centro di aggrgazione giovanile’ trova collocazione all’interno del secondo padiglione e contiene oltre ad un ufficio di relazione con il pubblico e spazi minori per incontri tra piccoli gruppi e associazioni (ospitati in modo flessibile nei due uffici sul fondo), anche uno spazio di di-mensioni maggiori con funzione sia di luogo di incontro informale che di spazio disponibile per incontri tra gruppi più numerosi (fino a circa duecento persone).Un piccolo negozio di musica o sport e un piccolo bar, aperto sia verso l’esterno che verso l’interno, costituiscono un ulteriore servizio di supporto al Punto Giovani e alle altre funzioni presenti nell’area, anche in relazione ad un’utilizzazione dell’intera struttura in fasce orarie diverse (ad esempio la sera).

Il Centro di ricerca e l’Incubatore d’impresa sono accolti all’interno dei due restanti padiglio-ni (uno nuovo e l’altro recuperato) e sono organizzati principalmente come uffici/laboratori contenuti all’interno di una struttura maggiore che fornisce in modo collettivo servizi di gestione e supporto (portineria, centralino…..) alle diverse attività.Lo scopo è evidentemente quello di favorire ed incoraggiare le attività creative e di ricerca e soprattutto lo scambio di informazioni e saperi come momento di crescita individuale e collettiva. Proprio per questo i diversi laboratori sono organizzati come cellule disposte liberamente all’interno di uno spazio non formalizzato che prevede ampi spazi disponibili per la socializzazione, l’incontro, lo scambio.In particolare se il nuovo padiglione è più destinato ad attività lavorative, quello recuperati intercettato dal percorso in trincea che sale all’interno di esso è destinato a funzioni più legate alla pubblicizzazione dei lavori e delle ricerche o a piccole mostre.

Le coperture dei due padiglioni ospitanti il Punto Giovani e il Centro di ricerca sono attrez-zati con piste per lo skate e un piccolo spazio per rappresentazioni.

Il parco e lo spazio aperto: usi, pratiche e progetto del verde

E’ possibile riconoscere almeno tre diversi tipi di spazi aperti:

Il sistema continuo costituito da piazza di ingresso e scavo/parterre che caratterizza l’asse principale di organizzazione delle funzioni insediate e il principale asse di accesso all’area, sia dalla città di Gorizia (in particolare da via Vittorio Veneto), che dal territorio sloveno.Se la piazza di ingresso ha certamente funzioni più rappresentative e, proprio in virtù di questo suo ruolo, è abbastanza libera da funzioni, lo scavo/parterre è immaginato oltre che come spazio di connessione, quasi come una ‘strada urbana pedonale’ (più per la ricchezza delle funzioni che per l’assetto fisico) che funziona come punto di incontro tra realtà culturali e sociali molto diverse. In esso i giovani goriziani possono incontrarsi, non solo con il loro coetanei sloveni, ma anche con gli altri ospiti dell’ostello che possono ave-re le provenienze più diverse moltiplicando così le esperienze e le occasioni di crescita, ma, ancora, si possono creare virtuosi processi di scambio e conoscenza con i normali frequentatori del parco, con gli impiegati dell’ASS o con coloro (più probabilmente anziani) che utilizzano gli orti urbani previsti a fianco del parterre.

Proprio la parte ad orti e giardini costituisce il secondo tipo di spazio aperto proposto dal progetto. Esso è contemporaneamente uno spazio produttivo e uno spazio di godimento estetico e sensoriale con la sequenza dei giardini strutturati delle essenze e dei profumi.

Nuovi edifici

Casa da musica, teatro di Posa

Il complesso è costruito approssimativamente nel vuoto lasciato da una delle corti della Croce ed è composto da un doppio volume dalle geometrie estremamente semplici.La Casa della Musica con la sala da 200 posti è collocata immediatamente a ridosso della ‘piazza’ di ingresso e, assieme alla grande pensilina ne qualifica uno dei fronti. Un ulteriore ingresso è previsto ad una quota intermedia tra parterre e piazza ed è relativo soprattutto alle sale di prova e per l’apprendimento musicale. La sala principale è pensata, più che come una tradizionale sala per concerti, come un grande spazio disponibile e differente-mente attrezzabile attraverso un sistema di pedane mobili che possono creare assetti va-riabili in relazione a diversi tipi di manifestazioni (sala completamente piana, con un unico spalto, con due spalti e scena centrale). Il Teatro di Posa è posto immediatamente alle spalle della Casa della Musica ed è co-munque strettamente legato ad essa anche attraverso il sistema anulare del percorsi di servizio interni. Oltre al sequenza dei camerini e delle sale minori di servizio il teatro è caratterizzato da un unico spazio di circa …mq con un’altezza di circa…..m che può esse-re attrezzato diversamente per rispondere alle esigenze flessibili di riprese fotografiche o cinematografiche.Tutte le operazioni di carico/scarico del teatro e della Casa della Musica sono concentrate a sud in corrispondenza dell’accessibilità di servizio.

Ostello

E’ pensato come un edificio in gran parte ipogeo con copertura verde che presenta un unico fronte aperto verso sud e verso il parterre dello scavo di cui ne costituisce uno dei bordi.Diviso sostanzialmente in tre parti (una dedicata ai servizi comuni al piano terra e due alle stanze degli ospiti al piano terra e al primo piano) esso presenta un principio di distribuzio-ne lineare che facilità l’affaccio verso sud delle singole stanze e degli spazi comuni princi-pali (hall di ingresso e punto di incontro). I restanti spazi di supporto (sala giochi, colazione, relax…), tutta la circolazione orrizzontale e verticale e i servizi igienici comuni sono invece collocati verso l’interno e sono illuminati in modo zenitale.Nel complesso sono previste 31 stanze di cui 7 a due-tre posti letto con servizi in camera e 24 a tre o quattro posti letto con servizi comuni, per un totale di circa 100 ospiti. Una tale organizzazione consente di sfruttare in modo diffuso gli apporti solari diretti in molti degli spazi frequentemente abitati dell’ostello e allo stesso tempo di sfruttare la gran-de inerzia termica del terreno di copertura.Sempre nell’ottica di un’adeguato funzionamento passivo dell’edifcio la facciata verso sud, prevalenetmente vetrata è protetta da un sistema mobile di brise soleil in legno che con-sentono anche di modulare liberamente la luce all’interno degli ambienti.

Servizi sanitari dedicati ai giovani

Trovano posto all’interno dello stesso edificio che ospita l’ostello a sinistra degli spazi co-muni di ingresso. Una collocazione che permette anche di pensare ad un eventuale colle-gamento diretto interno tra le due funzioni.Sono organizzati attraverso una grande sala comune di attesa e socializzazione e in una serie di tre sportelli/uffici destinati ad infermeria, consultorio e servizi di assistenza sociale e alle problematiche giovanili.

Mensa

Anche la mensa, che pur appare libera su tre dei quattro lati del suo perimetro, si presenta come un edifcio principalmente ipogeo per la presenza di un’ampia copertura a verde. La struttura si sviluppa su di unico piano accessibile al livello del parterre principale a parti-re da un semplice principio di divisione tra gli spazi aperti al pubblico disposti a sud e quelli di servizio (depositi, celle frigo, servizi personale, cucine, carico/scarico merci) disposti a nord.

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Gli orti potranno essere gestiti (affittati) da giovani o da anziani (preferibilmente da entram-bi, sempre per favorire il passaggio di conoscenze ed esperienze) indistintamente italiani o del vicino quartiere residenziale di Sempeter.

Il bosco rappresenta il completamento del parco e la parte più disponibile per usi e pratiche liberi. In particolare le radure scavate al suo interno devono intendersi come ampi spazi a disposizione per la sosta, il relax, ma anche per poter svolgere in modo spontaneo attività sportive in ambiti non strutturati (calcio, pallavolo, ginnastica….). In questo senso, dunque, esso costituisce l’alternativa alle strutture sportive presenti o previste in territorio sloveno lungo il confine e anche il loro sinergico completamento.La radura maggiore è anche occupata da un nuovo rilievo artificiale che per la sua confi-gurazione, più dolce verso sud e più ripida verso nord, può essere utilizzato come grande spalto naturale per il relax o per organizzare manifestazioni e concerti aperti ad un pub-blico più vasto.

L’area del Piazzale della Casa Rossa

Il destino di quest’area ci sembra che possa essere anche in larga parte autonomo rispetto a quello dell’area dell’ex ospedale e probabilmente una sua precisa definizione richiede-rebbe una riflessione ancora più ampia sulle attrezzature e i servizi necessari alla città (riflessione che forse esula dalle possibilità di un concorso come questo). Si è tuttavia previsto che questo ambito possa essere organizzato come spazio per manifestazioni e concerti (oltre che come luogo di incontro informale) attraverso la creazione di un leggero invaso e di una lunga gradinata. Soprattutto si è previsto che i bordi verso le strade che lo circondano possano essere maggiormente definiti attraverso un fitta piantumazione di al-beri ad alto fusto da un lato, e attraverso una lunga pensilina dal carattere decisamente più urbano (e che può anche essere utilizzata come punto di fermata per i mezzi di trasporto pubblico).

Principi di sostenibilità ambientale

La consapevolezza della necessità di un rapporto con le risorse fisiche non più esclusi-vamente rivolto al loro consumo ma anche alla preservazione e al controllo, informa le diverse scelte del progetto sotto molteplici punti di vista ed, anzi, ne costituisce uno dei principali elementi di riflessione.Innanzitutto il progetto mira alla realizzazione del nuovo assetto del parco attraverso una politica di ciclo chiuso e di massimo riutilizzo in loco dei materiali e delle risorse, evitando quindi che le trasformazioni adottate coinvolgano e pesino sull’equilibrio ambientale di altre aree.In questo senso si prevede che tutti i materiali derivanti dalle demolizioni degli edifici esi-stenti vengano attentamente vagliati e selezionati, cosicché tutti quelli che non presentano elementi inquinanti e pericolosi o che non vengono vantaggiosamente recuperati in altri cicli produttivi (ad esempio il vetro) possano essere direttamente trasformati e riutilizzati (o smaltiti) all’interno dell’area. Laterizi e calcestruzzi potranno allora essere frantumati e impiegati nella formazione di sottofondi e riempimenti (ad esempio della trincea di servizio conservata), oppure per la formazione del manto di finitura del parterre centrale (previsto in materiale stabilizzato e ricomposto con una base fornita dai laterizi provenienti dalle demolizioni).Il materiale in eccesso costituirà invece la base per la formazione della nuova collina artifi-ciale prevista al posto dell’attuale piazzale asfaltato di parcheggio.

Identica politica sarà adottata in relazione al terreno di risulta proveniente dagli scavi del parcheggio e del parterre centrale che sarà riutilizzato nella formazione del rilevato che definisce il bordo dello stesso parterre e copre il volume interrato dell’ostello, oltre che nel completamento della collina artificiale.

Ovviamente anche alla scelta del rimboschimento dell’area a parco si lega ad un principio di conservazione delle risorse naturali. In particolare esso si collega all’idea che si possa arrivare ad un equilibrio tra la CO2 prodotta dai mezzi degli utilizzatori della struttura nel suo complesso e la CO2 assorbita dal processo di fotosintesi dell’insieme delle piante del nuovo parco.

Si è così calcolato che, nel complesso, i 10,5 ettaro a bosco (con una media di 300 piante ad ettaro) arriveranno ad assorbire un quantitativo di CO2 di circa 550 tonnelate/anno equivalente a quello prodotto annualmente da circa a 450 automobili (pari ai posti auto previsti) realizzate secondo i nuovi standard ecologici (ipotizzando una media di 10.000 km/annui).Bisogna poi tener conto che le aree a bosco hanno un ruolo fondamentale nel controllo del benessere termoidgrometrico delle aree urbane e nel controllo della qualità/salubrità dell’area soprattutto nei periodi di assenza di ventilazione e bassa pressione atmosferica (i 10,5 ettari a bosco sono in grado di produrre circa 80 tonnellate di ossigeno all’anno, cor-rispondente alla quantità consumata annualmente da circa 400 persone - una persona, in condizioni di temperatura ambientale e pressione atmosferica media, consuma circa 0,18 tonnellate all’anno di Ossigeno).

Dal punto di vista energetico la progettazione dei nuovi edifici tiene già in considerazione una serie di attenzioni legate allo sfruttamento degli apporti solari diretti (orientamento del-l’ostello, della mensa, e degli uffici/laboratori stabili del centro ricerca), alle protezioni solari estive (sbalzi della copertura a protezione delle grandi vetrate della mensa, brise-soleil nelle vetrate dell’ostello) e all’inerzia termica delle strutture (coperture verdi nella maggior parte volumi).A questi requisiti passivi si aggiunge, dal punto di vista impiantistico, una politica rivolta al massimo rendimento degli impianti di produzione dell’energia che, proprio a questo scopo, sono pensati come comuni a tutte le strutture del parco. Pertanto un’unica centrale di pro-duzione, collocata alle spalle dell’ex scuola-convitto per infermieri, fornirà l’energia termica per il riscaldamento invernale ed il raffrescamento estivo attraverso una mini rete locale di teleriscaldamento dotata ovviamente di sistemi di regolazione che permettano la flessibilità di gestione delle diverse strutture.Ovviamente la produzione dell’energia avverrà completamente a partire dall’utilizzo di fonti rinnovabili come la geotermia (da pozzo o da sonde a seconda delle risposte fornite da più attente analisi geologiche) e da impianti di riciclo di materiali organici non inquinanti sempre con l’obbiettivo di innescare un virtuoso ciclo chiuso nella gestione delle risorse (si pensa ad un piccolo impianto a bio-masse in grado di utilizzare il cippato derivante dalle operazioni di manutenzione del bosco o di altre aree pubbliche a verde limitrofe – vedi parco Basaglia –).

Un impianto fotovoltaico collocato sulle coperture della casa da musica e del Teatro di posa e della centrale termica comune (uniche strutture, tra quelle di nuova costruzione, senza tetto verde) ed integrato alle pensiline collocate nella piazza di ingresso (per com-plessivi 1700 mq) fornirà nel suo insieme una potenza di 220 kw/h di energia elettrica al fine di contribuire per una buona parte a rendere la struttura autonoma anche da questo punto di vista.

1Martin Heidegger, Costruire abitare pensare, [1952] tr. it. in: Saggi e discorsi, a cura di Gianni Vattimo, Mursia, Milano, 1976, p. 103.2Ibidem.3Ibidem.4Martin Heidegger, L’origine dell’opera d’arte, ed. it. a cura di Gino Zaccaria e Ivo De Gen-naro, Cristian Marinotti, Milano 2000, p. 103.5SGF.Documento preliminare alla progettazione, pag. c-3.6A. Siza, Otto punti [1983] tr. it. in: Scritti di architettura, a cura di Antonio Angelillo, Skira, Milano 1997, p. 203.

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scavi e reinterri e riuso materiali demolizioni

Riporti di terrenoRiporti di materiale da demolizione

Riporti di terrenoRiporti di terrenoScavi

demolizioni

scavi

modellazione del paesaggio

centrale biomassa

scarti lavorazioni

manutenzione bosco e verde pubblico

geotermia

energia

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ENGLISH ABSTRACT

The concept of boundary and border is rich and articulated; not simply referable to the ideas of separation and difference. From this awareness also moves our project: to make physically perceptible boundaries; to understand the quality and potential of each area, but also the problems and weaknesses of them; above all, to think of the points of contact (the limits precisely), non as fractures, but as places in which relationships become richer. And necessarily more accurate.

The plan of the project is based on a few clear choices:

At the large scale, to reinforce the identity of the empty space that characterizes the infrastructure area along the est border, by opposing to it the “full”, of the new park. A void that is not a “rest”, but a recognizable figure, independently defined and rich of connec-tions.

Within the former hospital area, to redraw the boundary line in the search of a richer articulation of relations. A second empty, a long “excavation “, a trench that identified a new large-scale figure, able to compete with other local territorial emergencies. It is accompa-nied by a “domestic landscape” (orchards, small planted areas, essences and perfumes gardens) that gradually integrates with that of the district of Sempeter.An excavation that also organize other relations inside the park: it connect the main acti-vities and the new underground car park, organizes the footpaths toward the park’s forest and the residential area of Sempeter. Finally, in its most extreme point, it allows the con-nection to the footpaths and cycling routes system in Slovenia.The area of the former hospital is characterized by some very heterogeneous pavillions, liberally placed inside a park without a clear plan. However, some principles, probably be-longing to the original plan, are still reconoscible so that, as well as in a palinsesto, the area can be redrawn, acquiring a completely new role. In this way, structures and artifacts of the past, emerge, guide the architectural and paesaggistic transformation. So it is with the symmetrical and vaguely monumental entrance to the area from Vittorio Veneto street, and so it is for the excavation/parterre, placed among the layouts of the old service trenches and so it is for the plan of the new park, that originates from the nearly romantic existing one.

Further elements of the project are:

the separation between the different types of traffic so that the service one is as reduced as possible and that the park will acquire a full environmental and functional unity;

integration into the landscape of both new buildings and old artifacts;a precise definition of different types of open space (the parterre, the orchards and

gardens, woods and meadows) to create areas with different uses, in a way that promotes more contact and exchange as an element of social and cultural growth.

an aware use of natural resources through the recovery, within the area, of demolition and excavation materials, through the monitoring of the quality and safety of air by the planting of tall trees, through a careful design of passive exploitation of resources buildings, through a virtuous optimization of energy facilities and the exploitation of renewable sour-ces (geothermal, biomass).

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schema grafico - fasi realizzative

Calcolo sommario della spesa per delle opere edili e paesaggistiche e Sostenibilità economico-finanziaria dell’intervento

Demolizione degli edifici e delle sistemazioni a terra esistenti

Edificio principale – mc 96.550 1.355.000 €Edificio infettivi – mc 4.950 75.000 €Edificio uffici – mc 6.750 90.000 €Blocco servizi (demolizione parziale di tre dei quattro padiglioni) – mc 10.800 140.000 €Piazzale di parcheggio in via Toscolano – mq 10500 45.000 €Altri edifici minori - mc 5600 75.000 €

Totale demolizioni 1.780.000 €

Trasformazione e recupero degli edifici esistenti

Edificio ex sanatorio (in albergo) – mq 12.900 24.000.000 €Chiesa (in asilo) – mq 984 1.970.000 €Palazzine su via Vittorio Veneto (in uffici ASS) - in corso di manutenzione 0 €Obitorio ( conserva la sua funzione attuale) – mq 1.750 1.450.000 €Blocco servizi (parz. trasf. di un padiglione in Centro ricerca) mq 805 1.350.000 €

Totale trasformazioni 28.770.000 €

Nuove costruzioni

Parcheggio interrato per 350 auto - 8.035 mq 5.950.000 €Casa della Musica e Teatro di posa - 1.585 mq 3.200.000 €Mensa - 1.170 mq 2.150.000 €Ostello/ servizi ASS giovani – 2.705 mq 4.900.000 €Centro di ricerca - laboratori permanenti – 790 mq 1.780.000 €Punto Giovani – 830 mq 1.850.000 €Centrale tecnica, reti e fotovoltaioco 2.900.000 €

Totale nuove costruzioni 22.730.000 €

Sistemazioni spazi aperti

Scavo /Parterre - 7.580 mq 1.550.000 €Piazza di ingresso - 5.050 mq 1.150.000 €Bosco -10.500 mq 180.000 €Collina artificiale (recupero delle demolizioni e degli scavi di cantiere) 580.000 €Orti, giardini – 10.100 mq 800.000 €Viabilità di servizio 1.500.000 €Parcheggi all’aperto 2.500 mq 1.250.000 €Altre sistemazioni esterne minori 500.000 €

Totale spazi aperti 7.510.000 €

TOTALE GENERALE 60.790.000 €

E’ evidente che tale valutazione sommaria dei costi costituisce un dato importante, ma non sufficiente, per la costruzione di un credile piano di sostenibilità finanziaria dell’intervento. Il quale risulta di difficile costruzione all’interno della presente fase concorsuale, soprattutto in mancanza di dati certi sul reale soggetto gestore dell’operazione (l’amministrazione co-munale di Gorizia? L’ASS Isontina che è attualmente proprietaria delle aree? Una società mista?) sulle sue disponibilità economiche e condizioni di accesso al credito.Tuttavia è forse possibile effettuare una simulazione a partire dall’ipotesi che l’ASS si im-pegni nella realizzazione degli interventi che più direttamente la riguardano ( recupero delle palazzine destinate ad uffici, realizzazione del parcheggio interrato, trasformazione dell’obitorio) e che possa invece alienare le restante proprietà a soggetti esterni.

Soggetti che potrebbero essere dei privati per quanto riguarda l’edificio dell’ ex sanatorio (che dovendo essere trasformato in attività alberghiera necessita di operatori specifici) e che dovrebbe invece necessariamente essere l’Amministrazione Comunale attraverso una sua specifica società di sviluppo per quanto riguarda i restanti interventi. In quest’ottica il quadro cambia considerevolmente. In particolare l’ASS attraverso la ven-dita dell’ex sanatorio (per un valore immobiliare stimabile tra i 15 e i 20 milioni di euro) è assolutamente in grado di coprire la spesa derivante dai suoi interventi diretti di nuova costruzione (circa 13.000.000 di euro di quadro economico per parcheggio, mensa e ri-qualificazione dell’obitorio - esclusi gli interventi in corso sulle palazzine ad uffici) e dalle demolizioni necessarie per rendere l’area trasformabile (quadro economico 2.500.000 a fronte di 1.780.000 € di costo). L’Amministrazione comunale chiamata ad intervenire sul resto dell’area dovrà tenere in-vece conto così oltre che delle somme ulteriori dovute a progettazione e sicurezza, ana-lisi geologiche, rilievi, Iva, imprevisti, etc., anche del costo dell’area resa disponibile dalle demolizioni effettuate dall’ASS (che probabilmente diventa una variabile assolutamente significativa).Ipotizzando una cessione del terreno ad un prezzo convenzionato di circa 7.800.000 €, parametrato alla nuova (residua) possibilità edificatoria (circa 6000 mc) e alle spese di de-molizione sostenute, il quadro economico dei restanti interventi, che tra l’altro sono quelli realmente necessari per la definizione del nuovo assetto dell’area, è così delineato:

Acquisizione dell’area 7.800.000 €Interventi edili e paesaggistici 24.660.000 €Somme a disposizione (progettazione, indagini, iva…..) 5.500.000 € Totale quadro economico Amm. Comunale 37.960.000 €

Un quadro che dovrà necessariamente essere adeguato anche in relazione ad una neces-saria realizzazione per fasi dell’intervento che in prima approssimazione può essere così ipotizzata dal punto di vista dei soli costi delle opere:

FASE 1. Demolizioni. ASS o Amministrazione Comunale 1.780.000 €

FASE 2. Realizzazione parcheggio interrato, piazza di ingresso, Casa da Musica, Teatro di Posa, mensa, parz. viabilità di servizio, centrale tecnologica ( intervento comune di ASS e Amministrazione comunale). ASS 8.100.000 € Amm. Comunale 8.000.000 €

FASE 3. Realizzazione Ostello, Centro ricerca, Punto giovani, recupero padiglione ex bloc-co servizi, parz. scavo e parterre, parz. viabilità di servizio e park esterno di servizio.

Amm. Comunale 12.480.000 €

FASE 4. Trasformazione ex chiesa in asilo, completamento scavo/parterre, orti e giardini, bosco, completamento collina artificiale, completamento viabilità di servizio.

Amm. Comunale 4.080.000 €

Anche la fase gestionale è ovviamente aperta a moltissime variabili. Su questo fronte va rilevato che la concezione degli edifici e del sistema impiantistico improntato ad ottenere una grande autonomia energetica del complesso potrà contribuire ad abbassare in modo considerevole i costi di gestione.In considerazione di questo è possibile ipotizzare che gli introiti che contribuiranno all’au-tonomia economica del complesso siano: affitto della gestione della struttura dell’ostello, affitto della gestione dei locali bar e negozio, affitto delle strutture del teatro di posa, affitto degli spazi ad orti urbani. Tali proventi dovrebbero permettere di coprire le spese relative a: manutenzione del parco, manutenzione ordinaria delle strutture, spese del personale di gestione, asilo.Per quanto riguarda il Centro Ricerche/Incubatore di impresa esso dovrebbe arrivare ad un’autonomia economica e finanziaria derivante dato che i costi di gestione saranno coper-ti dalla quota pagata dai fruitori degli spazi e dei servizi relativi (segreteria comune, spazio mostre, assistenza amministrativa) .

FASE 3

FASE 2

FASE 0 FASE 4

FASE 3

ORGANIZZAZIONE DELL’INTERVENTO PER FASI

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vista a volo d’uccello sull’ingresso del parco

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vista a volo d’uccello dai colli sloveni

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