Felici quanto basta

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  • 7/29/2019 Felici quanto basta

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    LUNED 11 FEBBRAIO 2013

    laRepubblica

    CULTURA

    NEW YORK

    Lord Robert Skidelsky, grandestorico inglese delleconomia,biografo di John Maynard Key-nes, una delle massime auto-rit sul pensiero che salv il

    mondo dalla Grande Depressione deglianni Trenta. Suo figlio Edward un filo-sofo. Hanno unito le loro intelligen ze, e leloro discipline, per trovare una rispostaalla crisi che vada oltre leconomia insenso stretto. Il loro saggio Quanto ab-bastanzache esce oggi in Italia (Monda-dori, 306 pagine, 17 euro e 50) prendespunto proprio da una riflessione di Key-nes sui valori di una societ post-indu-striale. In una conferenza del 1928, poitrasformata in un pamphlet nel 1930(Possibilit economiche per i nostri ni-

    poti pubblicato in Italia da Adelphi),Keynes dipinse un affresco visionario delfuturo. Alcune delle sue profezie si sonoavverate: limmensa moltiplicazione diricchezza. Altre no: non abbiamo usato ilprogresso tecnologico per ridurre drasti-camente il tempo di lavor o e allargare a di-smisura la sfera delle nostre attivit cultu-rali, artistiche, filantropiche. Al contrariodi quanto auspicava Keynes, siamo im-mersi in un sistema iper-materialistico;anche coloro che hanno un tenore di vitabenestante non si accontentano. Linca-pacit di riconoscere quando abbiamoabbastanza una malattia diffusa. an-che un limite della scienza economica,che non sembra avere nulla da dire in pro-posito. In questa intervista Skidelsky pa-dre spiega il senso di una ricerca: laspira-zione a una buona vita, la rifondazionedelleconom ia su basi etiche, per una cre-scita pi sana e sostenibile.

    Nella ricerca della buona vita vi ispi-

    riate ad Aristotele, Kant, Marcuse, Ber-tand Russell. La scienza economica dasola troppo angusta?

    Bisogna chiedere aiuto alla filosofiaperch leconomia non ha molto da dircisu cosa costituisce una buona vita. Leco-nomia diventata una disciplina delprocesso, nel senso che si occupa deimezzi e non dei fini. Si basata sempre dipi su un approccio metodologico che d

    per scontato lindividualismo.La grande crisi iniziata nel 2008, e da

    cui lEuropa ancora non uscita, pu ser-vire almeno a renderci pi saggi? Cam-bier la gerarchia delle priorit che han-no guidato i nostri modelli di sviluppo?

    Qualche segnale positivo c. E undubbio: che il rinsavimento sia solo tem-poraneo? Finiremo per uscire dalla reces-sione. Quando la macchina dellecono-mia si rimetter in moto possiamo facil-mente dimenticare le lezioni imparate

    nei tempi duri. Questo vale sia per gli in-

    dividui sia per la societ nel suo insieme.Le crisi scatenano un processo dintro-spezione, ci costringono a guardare den-tro noi stessi, personalmente e come co-munit. Finch durano, importante checiascuno di noi contribuisca a questa ri-flessione autocritica, e poi che cerchi direnderla duratura.

    Nel mondo anglosassone il vostro sag-gio ha suscitato gi forti reazioni. Tra levoci critiche, alcuni vi accusano di avereuna vizione patrizia, litaria. La vostrasociet ideale che esalta il tempo libero, iconsumi culturali, la creazione artistica,sembra distante dai bisogni di milioni didisoccupati in Occidente; o dalle aspira-zioni di un miliardo di contadini cinesi eindiani.

    Questa una critica superficiale. Noici troviamo per la prima volta nella storiaumana davanti a questa possibilit: di vi-vere in un sistema che crea abbastanzaricchezza per tutti. gi una realt nelle

    nazioni sviluppate dellOccidente. Nelpassato la ricchezza era riservata a mino-ranze; le societ erano statiche; dei grup-

    pi ristretti scremavano il surplus a lorovantaggio e cos svilupparono uno stile divita privilegiato dove cera spazio per leattivit creative del tempo libero. Oggistiamo raggiungendo una situazione incui quello stile di vita alla portata di unaparte crescente della popolazione. Quel-

    lideale di una vita civile un tempo erariservato agli aristocratici e ai ricchi. Glistessi filosofi del passato quando dise-

    gnavano i loro modelli di una buona vita,

    si rivolgevano a delle minoranze. Ora chelideale pu interessare una maggioranzatra noi, il momento di estrarre dalle ri-flessioni del passato i valori di una buonavita.

    Unaltra obiezione attacca il concettodi abbastanza. Come dimostra il com-portamento dei signori della finanza, oaltre oligarchie di straricchi, molti riten-gono di non avere mai abbastanza de-naro.

    Questo il cinismo di chi vede lesse-re umano come immutabile, dunqueconsidera lavidit e linsaziabilit cometratti di natura. Ma in passato questi di-fetti furono affrontati attraverso delle li-mitazioni morali. Abbiamo bisogno diuna morale proprio perch la naturaumana non perfetta, e tuttavia pu es-sere trasformata, controllata.

    Una critica differente: un eccesso ditempo libero verrebbe riempito con pas-satempi oziosi, volgari, degradanti, co-

    me la tv spazzatura, lalcolismo e le dro-ghe.

    Questo s un atteggiamento litario,

    che tradisce disprezzo per la maggioran-za della popolazione. Anche le lite di unavolta erano soggette a queste tentazioni,eppure molti di loro impararono con iltempo a fare un uso nobile e creativo deltempo libero.

    Unobiezione pragmatica: larte e lacultura costano. Se fossi povero, potreipermettermi di andare al MetropolitanOpera? Questo darebbe ragione ai fana-tici dello sviluppo: dobbiamo produrresempre di pi, per poterci permetterequei consumi sofisticati che ci appaga-no

    Un biglietto dellOpera costa sempremeno di tanti gadget tecnologici. Questa una veduta diffusa in America: devi la-vorare sempre di pi per poterti permet-tere tutti quei gadget che lindustri a ti vuolvendere. Alla fine lavori cos tanto che

    non ti resta tempo per pensare a te stess o,e vivere una buona vita. Hai una vita riem-pita solo da oggetti. Quel che resta del tuotempo libero ad alta intensit di consu-mo. Ma non obbligatorio subire questomodello. Bisogna ripensare il tempo libe-ro, reimparare a godersi la vita. E non celho con tutti i gadget. Mi piace il Kindle,che serve a leggere.

    Due grandi nazioni occidentali sonogi governate da leader di sinistra: lA-merica e la Francia. Barack Obama eFranois Hollande sono pi keynesia-ni rispetto ai conservatori al potere inaltri paesi. Le sembrano allaltezza dellasfida che descrivete in questo libro? Nel-le loro agende di governo c spazio peruna nuova gerarchia di valori?

    Per quanto riguarda Hollande inFrancia, presto per dare un giudizio.Non ha ancora mostrato molto, spero chelo faccia. Obama capisce bene questi te-mi. Ha avuto una priorit: tirare fuori gli

    Stati Uniti dalla recessione, ridurre la di-soccupazione, perseguire una distribu-zione del reddito pi equa. Era giusto chepensasse prima a quello. In quanto ai de-mocratici americani nel loro insieme, sa-ranno capaci di sviluppare una visionemeno materialistica per il futuro del loropaese? Questo ci riconduce a un dibattitoche avvenne gi negli anni Cinquanta eSessanta. Fu quello il primo periodo in cui

    lAmerica intu che avrebbe potuto avereabbastanza. Una grande riflessione, unclassico, fu il saggio di John Kenneth Gal-braithLa societ opulenta. Si pose proprioquesto problema: cosa c oltre lopulen-za? Dopo di allora quel filone di pensieronon diventato maggioritario. La discus-sione si fermata, con leccezione degliambientalisti e dei teorici della decresci-ta, che comunque rimasero ai margini.Ora venuto il momento di riprendere.

    Per la prima voltanella storia viviamoin un sistemache crea ricchezzasufficiente per tutti

    Bisogna combattereil cinismo di chi consideraavidit e insaziabilitcaratteristiche immutabilidella natura umana

    QUANTOBASTA

    In un libro leconomista criticala cultura materialista del consumo

    Cosa porta anche i benestantia non accontentarsi di ci che hanno

    FEDERICO RAMPINI

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    Linedito

    LIRONIA DI COCTEAU

    CONTRO GLI INGLESI

    PARIGI - Torna alla luce un raccontoinedito di Jean Cocteau (1889-1963),dal titolo La crociera degli smeraldi,scritto agli inizi degli anni Cinquanta, incui si fa dellironia sugli inglesi, sulla lo-ro particolare abilit di andare per ma-re. Come ha scrittoLe Figaro, che ha let-to il testo in anteprima, si tratta di unasorpresa nell'anno in cui la Francia ce-lebra - con mostre, spettacoli e pubbli-cazioni - il mezzo secolo della scompar-sa dello scrittore e drammaturgo. Il rac-conto di una trentina di pagine, scrittocon inchiostro blu e matita e illustratoda molti disegni, stato scoperto da Ca-role Weisweiller, figlia della miliardariaFrancine, tra le carte della madre, ami-ca intima di Cocteau, suo ospite fisso inCosta Azzurra nella villa detta di SantoSospir, a Saint-Jean-Cap-Ferrat.

    LAUTORE E IL LIBRO

    Sir Robert Skidelsky ha scrittocon il figlio Edward Quanto abbastanza (Mondadoripagg. 306, euro 17,50)

    Skidelsky: Il denaro ci nascondeil segreto della buona vita

    FELICI