Essere felici con poco essere felici con tutti 14.marzo- Eessere felici... · Essere felici con...

16
Essere felici con poco essere felici con tutti bambin* della comunità di S. Paolo e della comunità Isolotto s’incontrano Firenze 14 marzo 2010

Transcript of Essere felici con poco essere felici con tutti 14.marzo- Eessere felici... · Essere felici con...

Essere felici con poco essere felici con tutti

bambin* della comunità di S. Paolo e della comunità Isolotto

s’incontrano

Firenze 14 marzo 2010

2

Lettura corale

Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio.

Chi ama è generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio,

perché Dio è amore. Carissimi, se Dio ci ha amato,

anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Nessuno ha mai visto Dio,

se ci amiamo reciprocamente, Dio rimane in noi

e l'amore di Dio in noi è perfetto. Se uno dicesse: "Io amo Dio",

e odiasse il suo fratello, è un mentitore.

Chi infatti non ama il fratello che vede non può amare Dio che non vede.

dalla prima lettera di Giovanni

3

CLAUDIA Oggi è una domenica un po’ speciale, perché sono venuti a trovarci tanti giovani e il gruppo di bambini, ragazzi e genitori della Comunità di san Paolo di Roma. A tutti loro diamo il nostro benvenuto. Siamo tutti molto contenti che siate venuti e in particolare noi del gruppo dei ragazzi e dei genitori dell’Isolotto siamo anche un po’ emozionati perché è la prima volta che incontriamo dal vivo un’altra Comunità. Trascorreremo insieme tutta la giornata: questo momento dell’assemblea eucaristica, il pranzo e poi un momento di animazione e laboratorio nel pomeriggio. Abbiamo cercato di organizzare questa giornata cercando di mettere insieme tutte le generazioni, tutte le esigenze e le capacità, perché abbiamo sperimentato già in altre occasioni che questo è una cosa bella, pacificante e anche piuttosto rara. Nel corso di questa assemblea che ha per argomento proprio il tema sul quale abbiamo lavorato e lavoreremo con i bambini e ragazzi quest’anno, cioè “Essere felici con poco – essere felici con tutti”, vogliamo raccontarvi qualcosa di noi e ascoltare qualcosa della vostra esperienza. Lo faremo attraverso una breve introduzione (nostra e vostra) che precede appunto le parole dei nostri ragazzi che intrecciamo con le parole del Vangelo.

SANDRA

Vi racconto brevemente come è nata e come si svolge la nostra attività con i bambini. Circa sei anni fa un gruppo di genitori si è trovato a confrontarsi sui temi della religiosità e su come affrontare queste problematiche con i bambini, come rispondere alle loro domande che, crescendo, diventano magari sempre più frequenti e specifiche sui vari temi perché i ragazzi vengono a contatto con tante persone e vedono tante cose (penso all'inferno, al peccato, al perché catechismo si o no, etc.). Abbiamo ricevuto la disponibilità in primo luogo di Enzo e Luciana ma anche di altre persone della Comunità, che hanno cresciuto tanti ragazzi, a sostenerci in un percorso di crescita sui temi della spiritualità/religiosità,

4

prendendo spunto dal Vangelo e da altre esperienze dell’umanità. Il percorso ha coinvolto i bambini ma anche gli adulti; questi ultimi non solo nell'organizzazione delle giornate ma anche nelle animazioni e nelle varie attività. Infatti, nei nostri incontri, che hanno una cadenza mensile, i giochi, le animazioni, i canti, incentrati su un tema stabilito e “preparato” dagli adulti, sono svolti e partecipati da tutti, alla stessa maniera, grandi e piccini. Quindi non c'è qualcuno che spiega e altri che ascoltano, ma c'è uno scambio continuo fra le persone e il coinvolgimento di ciascuno nelle varie attività; chiaramente ognuno dà il suo apporto in base all'età alla propria predisposizione o alla propria volontà. In questi ultimi anni i ragazzi più grandi, che adesso hanno 12/13 anni, ma anche quelli un po' più piccoli, sono sempre maggiormente coinvolti, soprattutto nelle animazioni. Per tutti noi il modo in cui abbiamo affrontato, sperimentato e vissuto ad esempio la “nascita dei vangeli” è stato prezioso; vorremmo quindi continuare ad affrontare i “temi religiosi” intrecciandoli con aspetti della vita per crescere tutti con maggiore libertà, consapevolezza e leggerezza, per sostenere i ns bambini e per crescere anche noi insieme a loro. Vorremmo acquisire elementi per poter parlare con i nostri figli di questi temi, con la maggior serenità possibile. Questa condivisione di esperienze e idee e il confronto continuo sui vari temi ha rappresentato per noi anche un modo per evadere dalla quotidianità, spesso pesante perché obbligata dai tanti doveri e dai rapporti interpersonali spesso difficili o comunque pesanti. Il poter trovarsi in un gruppo di persone che condividono insieme queste idee, che si confrontano senza bisogno dei necessari filtri che mettiamo nella nostra vita di tutti i giorni, è stato sicuramente un modo per arricchirci e trovare una maggior forza per affrontare le cose normali di sempre, il rapporto con i nostri figli e con gli altri. I nostri bambini ritengo che siano fortunati, in quanto hanno la possibilità di fare delle esperienze molto belle e non molto comuni, che sicuramente lasciano in loro dei “semi” che speriamo germoglieranno nel loro futuro.

5

Il dono Domenica 13 dicembre ci siamo ritrovati tutti insieme. Abbiamo portato da casa

un dono, non comprato ma una cosa nostra o una cosa fatta da noi con le nostre mani. L’argomento dell’incontro era il significato del dono. Abbiamo messo al centro due ceste di pacchetti, e ci siamo seduti tutti intorno… eravamo curiosi e stupiti.

“Ed ora come ce li doniamo?” C’erano

diverse proposte: - ognuno si alza, ne prende uno e lo dà ad un altro… - ognuno ne porta uno a chi gli è seduto accanto … - ognuno ne sceglie uno a caso…. La discussione è stata animata; alla fine si è scelta la proposta di Matilde: tutti prendiamo un

pacchetto, e seguendo un ritmo ce lo passiamo di mano in mano finché qualcuno (Enzo) dice STOP! e così a ciascuno tocca il regalo che si trova in mano.

Poi c’è stata un’altra discussione: “li apriamo subito o li portiamo a casa per aprirli a Natale?”…tutti preferiscono aprirli subito (perché è più bello, perché possiamo raccontare come li abbiamo fatti, perché qualcuno si sciupa …); solo tre persone preferirebbero aprirli a Natale, e poiché è giusto capire anche chi è in minoranza ascoltiamo anche loro: a loro piace il senso del mistero e dell’attesa…! Comunque prevale la curiosità !!!! E’ stato un momento molto bello!

Ma cosa abbiamo capito? - abbiamo capito che ricevere e fare un dono ci piace molto; - abbiamo visto che regalare una cosa che ci appartiene o che abbiamo fatto con le

nostre mani è molto più bello che non regalare una cosa comprata! - abbiamo visto che siamo stati tutti molto contenti scambiandoci queste cose

semplici cose fatte da noi.

A quel punto ci siamo chiesti: “ma cosa c’entrano i regali con la nascita di Gesù?” Allora Enzo ha spiegato che all’inizio i racconti su Gesù erano storie che circolavano tra le comunità cristiane antiche; storie che passavano di bocca in bocca, da amici ad amici, dai genitori ai figli, perché a quel tempo non c’era la scuola e i grandi per insegnare raccontavano storie. Alcune storie probabilmente erano vere altre erano frutto della fantasia di gente che amava Gesù ma che non l’aveva mai conosciuto di persona; per esempio non sapevano bene come e dove era nato ma pensavano che fosse nato come nascevano i loro bambini.

6

Queste persone, come noi, consideravano ogni bambino che nasce come un grande dono. Per questo gli amici e i parenti andavano a visitare il neonato portando doni come per ricambiare il dono fatto dalla mamma. E siccome erano povere, portavano doni semplici, fatti con le loro mani, cose utili per far crescere il nuovo nato. Doni semplici che erano accolti con piacere. E così nel Vangelo di Luca si può leggere:

Miriam diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo. C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l’angelo disse loro: “Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia”. E subito apparve con l’angelo una moltitudine celeste che lodava Dio e diceva: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà”.

Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro:

“Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere”. Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Miriam, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.

7

Essere felici con poco

Domenica 31 gennaio ci siamo ritrovati tutti insieme. Volevamo capire se hanno ragione quelli che pensano che per essere felici si deve avere tutto l’oro o tutto il denaro del mondo. Nel passato ed anche oggi c’è chi pensa così! Ma sia nel passato che oggi c’è chi pensa diversamente. E noi? Cosa ne pensiamo noi?

Ci siamo divisi in due gruppi per fare due scenette. La prima raccontava la

“Storia di Re Mida” e la secondo la “Storia di Tre briganti”.

“Storia di Re Mida” : Re Mida era un re molto avido. Tutti i giorni pensava a come diventare sempre più ricco e non trovava una soluzione. Un giorno durante una festa di Dioniso le guardie di Re Mida trovarono il vecchio Sileno, che era ubriaco fradicio e si era perso. Dioniso fu felice di rivedere il suo maestro Sileno e per ringraziare Re Mida gli disse che avrebbe esaudito qualunque suo desiderio. Re Mida chiese che ogni cosa che avesse toccato diventasse oro. La mattina dopo si accorse che davvero tutto quello che toccava diventava oro. Ma poi si accorse anche che non poteva più mangiare e che toccando per sbaglio sua figlia l’aveva trasformata in una statua d’oro. Allora Re Mida disperato chiese di poter tornare come prima.

“Cosa abbiamo capito dalla storia di Re Mida? Matilde: Io ho capito che non importa avere tutto l’oro del mondo per soddisfare la felicità. Virginia: Io ho capito che bisogna prima pensarci alle cose che uno davvero desidera. Margherita: ho capito che Re Mida era proprio uno scemo e che non occorre essere ricchi per divertirsi.

********

“ Storia dei briganti” : La storia dei tre briganti narra di tre loschi individui intenti solo ad accumulare ricchezze fino a quando non gli viene posta una singolare domanda: che farsene di tutto l’oro e di tutto il denaroaccumulati nel corso degli anni?In effetti nessuno dei tre ci aveva pensato e neanche si erano posti il problema….

“Cosa abbiamo capito dalla storia dei tre Briganti?

8

Ivan: Da questa semplice storia ho capito che il rischio di avere tanti soldi è quello di non avere dei veri amici e di essere amati solo per quello che possediamo … Fabio: ho però compreso che senza i soldi non possiamo comprare le cose che ci piacciono. Jonathan: con questa storia ho pensato come i gioielli e altri ori non sono proprio delle vere ricchezze perché quella più importante e bella non si “possiede” ed è l’amicizia.

A quel punto due bambine hanno raccontata una storia presente nei Vangeli: Dal Vangelo di Luca Una volta Gesù, parlando con i suoi amici e amiche, disse loro: "Se volete essere felici guardatevi dal desiderio di avere tante cose e tenetevi lontano dalla bramosia di avere questo e quello, perché anche se uno è nell’abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni". E poi, per farsi capire meglio, raccontò una storia. Un uomo ricco possedeva tanti campi e quell’anno la campagna gli aveva dato un buon raccolto. Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti?. E disse: Farò così, demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia. Ma un pensiero lo assalì: Sciocco, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà? E diventò triste. Così è la sorte di chi accumula tesori per sé e non trova mai la felicità. Poi disse ai suoi amici e alle sue amiche: Per questo io vi dico, non datevi pensiero per la vostra vita, di quello che mangerete; né per il vostro corpo, come lo vestirete. La vita vale più del cibo e il corpo più del vestito. Guardate i corvi: non seminano e non mietono, non hanno ripostiglio né granaio, e Dio li nutre. Quanto più degli uccelli voi valete! Guardate i gigli, come crescono, non filano, non tessono, eppure io vi dico che neanche il re Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Voi dovete costruire un mondo nuovo in cui tutti possano essere felici con poco. Questo mondo nuovo lo possiamo chiamare "il regno di Dio", perché non vogliamo più che sia regno di questo o di quel re.

9

Essere felici con tutti

Ognuno è importante!

Domenica 28 febbraio ci siamo ritrovati ancora una volta felici di rivedersi e di stare insieme. L’argomento sul quale volevamo parlare e giocare era “essere

felici con tutti”: a casa, con la famiglia, a scuola, nel nostro mondo piccolo e grande. Volevamo capire se questo è possibile e come mai c’e’ chi pensa in maniera diversa. All’inizio abbiamo fatto un gioco e un racconto mimato con Tatiana e Giorgio, che ci hanno coinvolti e “mescolati” allegramente.

Poi abbiamo rappresentato due racconti. Il primo è “la storia di Coniglio e di Elefante”. Coniglio e’ un musicista che suona ogni giorno il suo violino disturbando, con la sua musica, il suo vicino Elefante. Elefante e’ esasperato, perché non può dormire per il “rumore”, fino a che anche lui non comincia a suonare la chitarra e, piano piano, scopre il piacere della musica. Così cambia abbigliamento e atteggiamento, si esercita continuamente e a sua volta comincia a disturbare Coniglio che comincia a lamentarsi. Questa specie di duello continua per giorni, fino a quando in un momento di rabbia il muro che divide le due case non viene abbattuto e i due sono costretti ad incontrarsi. Una tazza di the è l’occasione per conoscersi, condividere la passione per la musica e tante altre cose. In breve nasce uno strepitoso duo musicale ed una bella amicizia.

Da questo racconto abbiamo capito che conoscere ed apprezzare gli altri, anche quelli che non ci “piacciono tanto” o che ci sembrano diversi, può portare a delle scoperte inaspettate e piacevoli.

Il secondo racconto, “la cosa più importante”, si svolge nella foresta; gli animali discutono su quale sia la caratteristica più importante. Per esempio, il castoro dice: “la cosa più importante è avere denti lunghi”, la giraffa “no è il collo lungo ad essere fondamentale”, il riccio parla dei suoi aculei, l’oca dei suoi piedi palmati, l’elefante della proboscide, la rana del colore verde, l’uccellino delle ali e cosi’ via… Ma il gufo saggio dice che tutte queste caratteristiche sono importanti. “Tutte insieme, contemporaneamente?” si chiedono gli animali. No, dice il gufo e diciamo anche noi, non tutte insieme.

Da questo racconto abbiamo imparato che ognuno ha le proprie caratteristiche, che tutte sono belle e importanti e che, insieme con gli altri, si può cercare e trovare un bellissimo equilibrio ed una grande e magica armonia.

Una armonia da cercare e riscoprire anche nella natura, come ci hanno insegnato le parole antiche e quelle moderne di Francesco d’Assisi che dopo vi leggiamo.

10

Storia di Francesco d’Assisi Un giovane di nome Francesco figlio di un ricco mercante viveva nella città di Assisi in Umbria in mezzo alle ricchezze. Ma non era felice. Francesco aveva tutto quello che voleva ma per le strade di Assisi vedeva tanta gente povera, vestita di stracci, magra allampanata, bambini che chiedevano l’elemosina per comprare un pezzo di pane. E lui ci stava male. Leggeva spesso il Vangelo e trovò scritto che si può essere felici con poco come i gigli del campo e gli uccelli del cielo. Nel Vangelo trovò scritto anche che Gesù e i suoi amici e amiche vivevano di quello che gli donava la gente e stavano bene con tutti anche con i poveri e i malati, stavano bene con quelle persone che tutti scacciavano. E un giorno decise di fare come Gesù. Chiamò suo padre e gli disse: padre, tu mi hai dato tutto e ti sono grato, ma non ho trovato la felicità. Io non posso stare solo con i ricchi, voglio stare anche con i poveri e vivere come loro. Spero così di essere più felice. Davanti a suo padre si spogliò delle ricche vesti che aveva e si coprì di una tunica come i poveri e cominciò a vivere come loro. Altri giovani si unirono a lui e si chiamarono fratelli o frati. E sembra proprio che abbiano trovato la felicità. Andavano per le strade e per la campagna e cantavano canzoni e poesie di gioia. Un bel giorno di primavera in mezzo a un campo fiorito cominciò a recitare una bella poesia che aveva pensato la notte guardando il cielo stellato. Quella poesia è arrivata fino a noi e si chiama “Cantico delle creature”. Francesco era tanto felice di vivere in mezzo ai poveri e alla natura che si sentiva amico di tutti e chiamava sorelle e fratelli tutte le persone e le cose: il sole, la luna, le stelle, l’acqua, il fuoco le piante, gli animali. E attraverso di loro era come se parlasse con Dio. Le parole che usava erano molto antiche e noi le comprendiamo assai male. Uno di noi leggerà il cantico delle creature come fosse Francesco al suo tempo. Un altro lo leggerà con parole e idee di oggi.

11

Cantico delle creature

Laudato sie, mi' Signore cum tucte le Tue creature, spetialmente messor lo frate Sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore: de Te, Altissimo, porta significatione. Laudato si', mi Signore, per sora Luna e le stelle: in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle. Laudato si', mi' Signore, per frate Vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento. Laudato si', mi Signore, per sor'Acqua. la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta. Laudato si', mi Signore, per frate Focu, per lo quale ennallumini la nocte: ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte. Laudato si', mi Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti fior et herba.

Provo una grande gioia a vivere in mezzo alla natura. Il sole che illumina il giorno è mio fratello bello e splendente e mi fa pensare a un Dio vicino a tutte le cose. Sono felice perché la Luna è mia sorella e amiche mi sono le stelle preziose per illuminare la notte. Sono felice perché anche il vento è mio fratello e l’aria e il cielo sereno e quello nuvoloso che aiuta a vivere tutte le cose. Sono felice per sorella acqua umile e preziosa e limpida. Mi fa pensare a un Dio vicino e lo ringrazio. Sono felice per fratello fuoco che serve a illuminare la notte ed è bello e giocondo e robusto. e forte Sono felice per la Terra sorella e madre che tutto sostiene e fa vivere e produce diversi frutti con fiori coloriti ed erba. Per tutte queste cose che mi sono amiche, provo una grande gioia.

12

Preghiera della eucarestia Celebriamo la vita che perennemente rinasce,

animata da una forza intima che oltrepassa ogni nostra possibilità di comprensione e misura. Celebriamo la speranza che si rinnova per la presenza partecipe e libera di generazioni ed esperienze diverse. Celebriamo la gioia di un cammino comune testimoniato da tante mani che si uniscono e da tanti piedi che si affaticano verso un mondo nuovo possibile di pace nella giustizia.

Ci scambiamo un segno di amicizia e di pace Alimentiamo questi segni di una religiosità profetica e mistica,

rinnovando la memoria evangelica di Gesù: la sera prima di essere ucciso, mentre mangiavano, prese del pane lo spezzò e lo diede loro dicendo: prendete questo è il mio corpo. poi prese un bicchiere rese grazie, lo diede loro e tutti ne bevvero e disse loro: questo è il sangue mio dell’alleanza che si sparge per molti. Per lo Spirito di Gesù,

questo pane che condividiamo, intrecciando liberamente i sentimenti, le ansie, le esperienze e le fedi più diverse siano un segno e un principio di speranza, di solidarietà e di pace universale.

Padre nostro dei bambini

Padre nostro che sei ovunque sia santificato il tuo nome e benedetto il nostro nome venga il tuo mondo di pace e di amore aiutaci ad essere sempre noi stessi dappertutto e con tutti e a contribuire perché a nessuno manchi quello che serve per vivere perdonaci per i nostri sbagli come noi perdoniamo gli sbagli degli altri aiutaci a prendere le decisioni più giuste e rendici liberi di scegliere e di decidere.

13

14

Hey ma è vero che La la la la..... Hey ma è vero che tutti gli altri sono uguali a me? E no non è proprio così Hey ma è vero che Chi è più bianco è più forte di me Eh sì sarà sempre così Hey ma è vero che chi è più forte ha più ragione di me Eh sì sarà sempre così Ma è vero Che il colore è solo luce E la luce è la speranza E che siamo noi Hey ma tu dici che Cristo ha l'anima uguale a me Eh sì nera come te Cristo ha l'anima di un arlecchino tutti i colori dell'arcobaleno Eh sì forse e proprio così Hey ma un giorno verrà Che Caino non ammazzerà Eh no suo fratello mai più Sem Cam Yafet non avran colore Saran figli di un professore Eh si può esser proprio così Sarà vero Che il colore è solo luce E la luce è la speranza E che siamo noi la speranza Camminando noi Verso il sole Dentro il sole che salirà

E' una gioia semplice...

E' una gioia semplice quella che provo fatta di moltissime piccole cose: un giorno coi suoi colori un prato con i suoi fiori Guardo ansiosamente nei miei pensieri guardo fiducioso al mio domani e vedo tanti ideali: un mondo fatto di onestà. Sono felice di vivere, sono felice di esistere e perciò canterò a tutti la mia gioia.

la - la - la - la - la

Odo il triste suono di un organino e vorrei sentire teneramente il suono di una goccia d’acqua, il riso fresco di un bambino Guardo ansiosamente nei miei pensieri guardo fiducioso al mio domani e vedo tanti ideali un mondo fatto di onestà. "Sono felice di vivere...

15

Bianco e nero insieme

Noi ce la faremo noi ce la faremo un dì

oh, oh. oh! dal profondo del cuor nasce la mia certezza che noi ce la faremo un dì.

Bianco e nero insieme bianco e nero insieme un dì.

oh, oh, oh! dal profondo del cuor...

Non aver paura non aver paura mai.

oh, oh, oh! dal profondo del cuor...,

Per un mondo più giusto per un mondo più giusto un dì.

oh, oh, oh! dal profondo del cuor...

Noi ce la faremo noi ce la faremo un di.,

oh, oh, oh! dal profondo del cuor nasce la mia certezza che noi ce la faremo un di.

16

Ci vuole un fiore Le cose d’ogni giorno raccontano segreti a chi le sa guardare ed ascoltare per fare un tavolo ci vuole il legno per fare il legno ci vuole l’albero per fare l’albero ci vuole il seme per fare il seme ci vuole il frutto per fare il frutto ci vuole un fiore ci vuole un fiore ci vuole un fiore per fare un tavolo ci vuole un fiore per fare un fiore ci vuole un ramo per fare il ramo ci vuole l’albero per fare l’albero ci vuole il bosco per fare il bosco ci vuole il monte per fare il monte ci vuole la terra per fare la terra ci vuole un fiore per fare tutto ci vuole un fiore