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CLAUDIO SCAJOLA Ministro delle Attività Produttive “Progetto ad hoc per il Sud” pagina 3 Anno XVII - n° 19/20 Ottobre 2008 2008- Spedizione in abbonamento postale Comm. 20 art. 2 -legge 662/96 -Filiale di Salerno - l’informatore l’informatore Autonomie locali Autonomie locali delle Rivista amministrativa, economica, finanziaria, legislativa e politico-culturale Valiante: Polis, il tema è stato “Sicurezza e solidarietà” pagina 33 Villani: la Provincia non teme il Federalismo pagina 36 D’Antonio: la “questione” Nord-Sud si ripropone sulla % Irpef per i Comuni pagina 24 Napoli: il nuovo Stato non può prescindere dalle Autonomie locali pagina 25 pagina 40 Iuliano: via al progetto della Provincia di “Salerno Wireless” pagina 37 Fortunato: Laboratorio Privacy e Sviluppo, avanti con la Civicrazia pagina 16 De Sensi: la Sspal rafforza i rapporti con gli Enti territoriali, anche con il Campus Virtuale pagina 26 A Viareggio Legautonomie ha discusso di Finanza locale, ma anche di sviluppo possibile servizio pagina 4 Piano Territoriale di Coordinamento (PTC) della Provincia di Napoli: un evento che fa ripartire la speranza dello sviluppo! Federazione regionale delle Autonomie locali de Anci-Legautonomie -Aiccre-Uuncem - upi

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CLAUDIO SCAJOLAMinistro delle Attività Produttive

“Progetto ad hoc per il Sud” pagina 3

Anno XVII - n° 19/20 Ottobre 20082008- Spedizione in abbonamento postale Comm. 20 art. 2 -legge 662/96 -Filiale di Salerno -

l’informatorel’informatoreAutonomie localiAutonomie locali

delle

Rivista amministrativa, economica, finanziaria, legislativa e politico-culturale

Valiante: Polis, il tema è stato“Sicurezza e solidarietà”

pagina 33

Villani: la Provincianon teme il Federalismo

pagina 36

D’Antonio: la “questione” Nord-Sud siripropone sulla % Irpef per i Comuni

pagina 24

Napoli: il nuovo Stato non puòprescindere dalle Autonomie locali

pagina 25

pagina 40

Iuliano: via al progettodella Provincia di

“Salerno Wireless”

pagina 37

Fortunato: LaboratorioPrivacy e Sviluppo,

avanti con la Civicrazia

pagina 16

De Sensi: la Sspal rafforza i rapporti con gliEnti territoriali, anche con il Campus Virtuale

pagina 26

A Viareggio Legautonomie ha discusso diFinanza locale, ma anche di sviluppo possibile

servizio pagina 4

Piano Territoriale di Coordinamento (PTC) della Provincia di

Napoli: un evento che fa ripartire la speranza dello sviluppo!

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In copertina: Piano Territoriale di Coordinamento - Provincia di Napoli

inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie locali

l’informatol’informatorereDirettore responsabile

Nicola Nigroe-mail: [email protected]

[email protected] web: www.linformatore.info

Sede operativa: Via S. D’Acquisto, 62

84040 Capaccio S. Paestum (SA)tel. 0828/724579 - fax. 0828/724203Periodico iscritto al registrostampa del Tribunale di Salerno al n° 780 in data 10 ottobre 1990

da Tele Radio Paestum

Organo dellaFederazioneFederazione

RegionaleRegionale

delledelle AssociazioniAssociazioniautonomisticheautonomistichedelladella CampaniaCampaniaAnci Anci

LegaLegautonomie utonomie

Aiccre Aiccre

Uncem Uncem

UpiUpiVia S. Lucia, 76 - Napoli

Hanno collaboratoall'elaborazione ed al desk di questo numero:Tommaso BiamonteFernando IulianoAngela NigroMaria Rosaria Santomauro

STAMPAArti Grafiche BocciaVia Tiberio Claudio Felice, 7Tel.089/303311-telefax 089/77101784131 Fuorni-Salerno

delle Autonomie locali

Editoriale 3Legautonomie: Viareggio, annuale appuntamento su “Finanza e fiscalità locale” 4Il Nuovo Codice delle Autonomiedi Loreto Del Cimmuto 9Bilanci ed Enti localidi Antonio Scippa 13Patto di stabilità: regole in continuo cambiamentodi Pasquale Sollo 15LA SVOLTA 16

La notizia del mese:Comunità Montana di Ufitadi Francesco Lo Conte 18Appalti pubblici: lo scenario europeodi Nicola Assini 19Il Codice di comportamento del pubblico dipendentedi Alfonso De Stefano 23

Anci 24Sspal Nazionale 26Asis 30Formez 31

Bollettini d’informazione:

-Regione Campania 33-Provincia di Salerno 36-Provincia di Napoli 40-Provincia di Caserta 44-Comune di Salerno 46-Comune di Napoli 49-Comune di Bellizzi 51-Comune di Casapesenna 52

Comitati COORDINATORE

Silio Aedo VSilio Aedo ViolanteiolanteDocente di legislazione dei Beni Culturali ed Ambientali

2^Università di Napoli

Comitato ScientificoGiuseppe Abbamonte - Docente di Diritto Amministrativo - UniversitàFederico II Napoli - Andrea Abbamonte - Avvocato Amministrativista- Andrea Amatucci - Scienze delle Finanze - Università Federico IINapoli - Carlo Amirante - Dottrina dello Stato -Università Federico IINapoli - Anna Maria Armenante - Avvocato dello Stato- Nicola Assini - Diritto e Legislazione Urbanistica - Università di Fi-renze - Enrico Bonelli - Diritto regionale ed Enti locali - UniversitàFederico II Napoli - Antonio Brancaccio - Avvocato- Pietro Ciarlo - Diritto costituzionale - Università di Cagliari - PaoloCirillo - Consigliere di Stato -Vincenzo Cocozza - Diritto Costituzio-nale - Università Federico II Napoli - Giovanni Cordini - DirittoPubblico Comparato - Università di Pavia - Nicola Crisci - Diritto delLavoro - Università di Salerno - Federico d’Ippolito - Storia del dirit-to romano - 2° Università di Napoli - Francesco Forte - Docente di Ur-banistica - Università Federico II Napoli - Giuseppe Fortunato - Av-vocato - Componente Garante Privacy e Coordinatore Laboratorio Pri-vacy Sviluppo - Lucio Iannotta - Diritto Amministrativo - 2° Università- Napoli -Liborio Iudicello - Direttore Sspal - Segretario nazionale Un-scp -Antonio Lamberti - Diritto Amministrativo - Università FedericoII - Napoli - Giovanni Leone - Diritto Processuale Amministrativo -

Università Federico II Napoli -Amedeo Lepore - Storia Economi-ca delle relazioni internazionali - Università di Bari- Enzo Maria Marenghi - Diritto Amministrativo - Università di Saler-no - Vincenzo Maggioni - Economia e Gestione delle Imprese - 2° Università diNapoli -Giovanna Marini - Direttore Generale dell’Ages - RiccardoMarone - Avvocato - Deputato al Parlamento - Andrea Migliozzi - Magistrato Tar Toscana - Ruggero Musio - Avvocato in Salerno- Antonio Palma - Diritto Romano - Università Federico II Napoli -Giuseppe Palma - Diritto Amministrativo - Università Federico II Na-poli - Raimondo Pasquino - Rettore Università di Salerno - VincenzoPepe - Diritto dell’Ambiente - 2° Università di Napoli- Andrea Piraino - Diritto pubblico - Università di Palermo- Salvatore Prisco - Diritto pubblico - Università Federico II Napoli-Francesco Pizzetti - Diritto costituzionale all'Università di Torino -Presidente Garante Privacy - Nino Saija - Direttore responsabile di“Prime Note”- Michele Scudiero - Diritto costituzionale - Preside Fa-coltà di Giurisprudenza - Federico II Napoli - Vincenzo SpagnuoloVigorita - Diritto Amministrativo - Università Federico II Napoli -Sandro Staiano - Diritto costituzionale - Università Federico II Napoli- Paolo Tesauro - Diritto costituzionale - Università Federico II Napoli.

Comitato TecnicoCiro Centore - Avvocato in Caserta - Alfredo Contieri - Diritto Ammi-nistrativo - Università di Cassino - Alfonso De Stefano - SegretarioGenerale - Gherardo Marone - Avvocato in Napoli - Riccardo SattaFlores - Avvocato in Napoli - Antonio Scippa - Commercialista - Pre-sidente Ancrel Campania - Giancarlo Violante Ruggi d’Aragona -Avvocato in Napoli - Adriano Vitucci - Avvocato in Napoli.

Indice

OttobrOttobre 2008e 2008

Avvertenza

Tutti coloro che vogliono prendere parte al dibattito, lo possono fare inviando testi dattiloscritti o e-mail attinenti ai temi della rivista, cioè alle problematiche sugli Enti locali. Gli articoli non pubblicati non si restituiscono. Eventuali fonti di acquisizione notizie: Gazzetta Ufficiale, BollettinoUfficiale della Regione, "Il Sole «24 Ore» " Italia Oggi" e cittadinolex, etc.

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inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie locali Bollettino di InforBollettino di Informazionemazione

Bellizzi al pari di tanti altri Comuni subirà un grosso taglio con ilDecreto 154/2008. Con l’applicazione della riforma, in effetti, moltescuole primarie perderanno servizi essenziali e posti di lavoro – unesempio per tutti.In questi anni la nostra comunità scolastica è stata interessata da note-voli investimenti, costati milioni di euro. Un refettorio con circa 500 posti a sedere - attrezzato di cucina per lapreparazione dei pasti – oltre al personale che nel corso degli anni si èulteriormente qualificato, viene messo in discussione. Una delle ragio-ni principali sarà la mancanza del “Tempo Prolungato” questo signifi-cherà il blocco delle forniture, e, quindi, il licenziamento anche del per-sonale destinato all’assistenza. Tale ridimensionamento secondo il dettato del Decreto 154/2008:“Disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e inmateria di regolazioni contabili con le Autonomie locali” prevede chegià con l’anno scolastico 2009/10, secondo l’articolo 3, si dà il via allariduzione delle istituzioni scolastiche autonome sottodimensionate,prima che vengano definiti nuovi criteri per i piani di dimensionamen-

to, previsti dall’art. 64 del decreto-Legge 25/6/2008, n. 112, convertitodalla Legge 133.In pratica con l’articolo 3 del decre-to 154 si anticipano i tempi deldecreto originario, il D.P.R.233/98 esi impone alle Regioni di farli entra-re in vigore già dall’anno scolastico2009/2010.La perentorietà del decreto nonammette ritardi o altre scelte per-chè, come si legge in esso, le Regioniche non si adegueranno, il decretoprevede che ricevano una diffida delPresidente del Consiglio e in caso diulteriore inadempienza, che vi sia lanomina, da parte dello stesso

Presidente del Consiglio, di unCommissario ad acta per attuare il piano delle chiusure. Gli oneri deri-vanti da tale nomina saranno a carico delle Regioni e degli Enti locali. In merito l’Anci, in occasione dell’Assemblea di Trieste, non solo haespresso la propria contrarietà innanzitutto sul metodo di tenuta deirapporti istituzionali, ma ha chiesto anche la posticipazione delladecorrenza del nuovo dimensionamento da effettuarsi per l’anno sco-lastico 2010/2011.Sempre l’Anci ha ribadito tutto ciò sia in occasione dell’audizione conla Commissione Istruzione del Senato, sia con l’elaborazione di unOdG, approvato all’unanimità dal Consiglio nazionale a Trieste il 22ottobre scorso, ove si evince con chiarezza la ristrettezza dei tempi –entro il 30 novembre - per dar seguito ai piani di ridimensionamentodelle istituzioni scolastiche, dal momento che i genitori procedono alleiscrizioni abitualmente nel mese di gennaio e nulla esclude che con

tempi così inadeguati iscrivano i propri figli a scuole che verranno poieliminate. Alla luce di quanto sopra si chiede a nome del mondo delleAutonomie locali una forte mobilitazione e tante deliberazioni di OdG,da parte degli Amministratori tutti, indistintamente, affinchè si possariaprire il confronto con il Governo per evitare il “tracollo” locale.

Mimmo VolpeVice Sindaco - Consigliere provinciale

Qui di seguito pubblichiamo l’OdG, recepito e deliberato dalla Giuntadel Comune di Bellizzi:

Il Sindaco, Bruno Dell’Angelo

Comune di Bellizzia cura dela cura del

Bellizzi è tra i Comuni che subiscono conseguenze gravirelative ai provvedimenti previsti dal decreto 154/2008

OttobrOttobre 2008e 2008 5151

Ordine del Giorno"Dimensionamento scolastico"

Il Consiglio nazionale dell'ANCI riunitosi a Trieste il 22 Ottobre 2008PREMESSOche l'art. 64 del decreto legge n. 112 del 25 giugno 2008, convertito in legge n. 133del 6 agosto 2008, prevede disposizioni in materia di organizzazione scolasticaCONSIDERATOche si condivide la necessità di riorganizzare - efficientemente - le risorse dedi-cate all'istruzione nel nostro Paese, in modo di elevarne la qualità a vantaggio egaranzia del diritto allo studio di ogni cittadinoRISCONTRATOche su un tema di così ampia portata, con così forti ripercussioni sociali ed eco-nomiche, è indispensabile concordare pienamente il piano di riordino con tutti isoggetti interessati nei modi e nei tempi dovuti e che i Comuni e l'ANCI inten-dono contribuire attivamente al riordino previsto al fine di poter valutare leripercussioni che tale razionalizzazione provocherà su tutto il territorio nazio-nale, in particolare nei piccoli Comuni, ivi comprese quelle derivanti dalla pre-vista riorganizzazione della scuola primaria, con specifico riferimento ai servizi,al trasporto scolastico e ai necessari adeguamenti strutturali.CONSIDERATOche, fino ad oggi, né il Piano Programmatico previsto dall'articolo 64 del decre-to legge 112/2008, né i provvedimenti governativi in materia di scuola, tengonoconto della posizione dei soggetti istituzionali coinvolti e che il risparmio deri-vante dall'attuazione delle disposizioni in materia di organizzazione scolasticanon viene totalmente reinvestito nella scuolaPRESO ATTOche con iI DL n. 154 del 7 ottobre 2008, all'art.3 si anticipano al 30 novembre2008 i termini per la definizione dei piani di dimensionamento delle istituzioniscolastiche rientranti nelle competenze delle regioni e degli enti locali diffidan-do tali istituzioni ad adempiere entro i successivi 15 giorni, oltre il quale terminesarà nominato un commissario ad acta, con eventuali oneri costi a carico diregioni ed Enti localiRITENUTOche il ricorso alla decretazione di urgenza su una materia tutelata dallaCostituzione agli artt. 33 e 34, svilisce e svuota di significato il confronto e la con-divisione su una riforma che riguarda la crescita e lo sviluppo delle giovani gene-razioni e, quindi, il futuro della nostra società, ancor prima delle istituzioni com-petenti che hanno, comunque, il diritto ma anche il dovere di intervenire inmateriaFA APPELLOal Presidente del Consiglio, al Governo ed al Parlamento, affinché siano posti-cipati i tempi di attuazione previsti dal DL n. 154 del 7 ottobre 2008 e, conte-stualmente, siano avviati i tavoli di confronto di merito presso ogni sede com-petente per consentire la dovuta concertazione con le Autonomie locali edattuare efficacemente il dimensionamento scolastico.

Volpe

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inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie locali Bollettino di InforBollettino di Informazionemazione

Tra il Comune di Casapesennaed il Comune di S. CiprianoD'Aversa, in collaborazionecon la Provincia di Caserta, èstato sottoscritto un Accordo diprogramma per la realizzazio-ne dell'impianto di pubblicailluminazione e di videosorve-glianza, sulla strada provincialeS.Marcellino/Villa Literno -tratto Casapesenna-S.Cipriano

D'Aversa- denominata “Variante” a salvaguardia dell'am-biente, nel contesto della programmazione comunitaria 2007-2013. In merito il Vice Sindaco di Casapesenna, ing. FortunatoZagaria, ha dichiarato: “Tutti i progetti sin qui realizzati e pro-grammati guardano allo sviluppo delle nostre comunità e delleAmministrazioni comunali, non a caso abbiamo cercato dilavorare su infrastrutture legate all’europrogettazione”. La Giunta comunale con delibera n. 29 del 9/10/2008 ha appro-vato lo schema dell’Accordo di programma ed ha autorizzatoil Sindaco avv. Giovanni Zara, alla sottoscrizione dell’Accordodi programma.

Il Sindaco Giovanni Zara

Comune di Casapesennaa cura dela cura del

La provinciale S.Marcellino/Villa Literno sarà dotata di illuminazionee di videosorveglianza, soprattutto per salvaguardare l’Ambiente

OttobrOttobre 2008e 2008

Corso Europa 13a traversa –Tel: 081/8165611 –Fax: 081/ 8165640 [email protected] 81036 Casapesenna

Comune di Casapesenna - Provincia di CasertaAccordo di programma Per la realizzazione dell'impianto di pubblica illuminazionee di videosorveglianza sulla strada provinciale S.Marcellino/Villa Literno - tratto Casapesenna-S. CiprianoD'Aversa- denominata “variante” a salvaguardia dell'am-biente Tra-Il Comune di Casapesenna con sede in Casapesenna alla13^ traversa di Corso Europa, rappresentato da_______________-Il Comune di S.Cipriano D'Aversa con sede in via Roma,rappresentato da_____________PREMESSO- Che, nei territori contermini del Comune di S.CiprianoD'Aversa e del Comune di Casapesenna, intercorre la stra-da provinciale S.Marcellino/Villa Literno denominata“Variante” su cui si è rilevato, nel tratto corrente in territo-rio del Comune di S.Cipriano D'Aversa adiacente al territo-rio del Comune di Casapesenna, un sito inquinato costituitodallo sversamento abusivo dei rifiuti solidi speciali,perico-losi ed ingombranti perpetrato in loco da vari anni da partedi ignoti, evidenziando una situazione di criticità tale dadeterminare una grave emergenza ambientale; - Che entrambi i Comuni costituiti hanno avuto modo dimanifestare la gravità della situazione, ormai cronica,anche per il continuo sversamento illecito avvenuto neltempo senza alcuna sosta, agli Organi superiori prepostiquali: l'Unità di crisi, la Provincia di Caserta, la Prefetturadi Caserta, l'ARPAC (dipartimento di Caserta), l'ARPAC(Direzione Generale Campania) e il Commissariato diGoverno per le bonifiche e tutela delle acque nella RegioneCampania. - Che dette manifestazioni trovarono la conclusione nell'an-no 2006 con l'impegno del Commissariato di governo perl'emergenza rifiuti, sollecitato dall'Unità di crisi, di dareimmediato avvio delle operazioni di rimozione e bonificadella zona in parola giusto Ordine di servizio n° 292 del 9marzo 2006, prot. 2162 che, dopo varie vicissitudini, ha tro-vato la sua attuazione;ATTESO- Che per le motivazioni su indicate è necessario, allo stato,assicurare la conservazione dell'ambiente, mediante l'ado-zione di iniziative tali per contrastare e prevenire il fenome-no dell'illecito sversamento, avvenuto fino ad ora con la

necessaria sinergia di entrambi gli Enti interessati, nellacertezza che strategie comuni e coordinate concorrano allarealizzazione di interventi efficienti ed efficaci, per assicura-re la pubblica e privata sicurezza sanitaria e, perciò, garan-te della vivibilità sul territorio realizzando, nel contempo,un’economia di gestione per entrambi gli Enti, limitando lespese ulteriori sull'economia di entrambe le cittadinanze;- Che la presenza di una pluralità di componenti che condi-vidono l'obiettivo, rappresenta un elemento di forza per unabuona definizione dell'intera iniziativa, che si concretizzanella realizzazione in loco della pubblica illuminazione e delsistema di videosorveglianza, concorrente all'individuazionedi coloro che si dovessero rendere colpevoli di atteggiamen-ti illegali, come lo sversamento abusivo di rifiuti; - Che è urgente predisporre tutto ciò che è necessario allapredisposizione degli atti introduttivi per la realizzazionedell’iniziativa, che gli Enti territoriali interessati intendonoattuare e,che, in questa occasione, viene esplicitamentemanifestata;TUTTO CIO' PREMESSOSi conviene quanto segue:Art. 1Le premesse costituiscono parte integrante e sostanziale delpresente accordo di programma.Art. 2Scopo essenziale del presente accordo di programma è quel-lo di creare tutte le condizioni necessarie per la realizzazio-ne dell'obiettivo di che trattasi;Art. 3In relazione al suddetto scopo le parti firmatarie garanti-scono: 3.1 Concertazione sull'impianto della pubblica illuminazio-ne e delle fotocellule del sistema di videosorveglianzarispondenti ai requisiti di idoneità allo scopo; 3.2 Collaborazione per la definizione del progetto in parti-colare a: - ripartizione equitativa delle spese per la realizzazione del-l'impianto di pubblica illuminazione e del sistema di video-sorveglianza che vengono fissate nella misura di 50% acarico di ciascun Comune partecipante;3.3 Gli enti costituiti di comune accordo stabiliscono che ilComune _____, previa concertazione con il Comitato tec-nico di cui al successivo art. 4, è incaricato dell'espletamen-to della procedura per l'affidamento dell'incarico di che trat-tasi mediante licitazione privata;

3.4 Il Comune di S.Cipriano D'Aversa è incaricato dellamanutenzione e gestione dell'impianto di pubblica illumina-zione mentre il Comune di Casapesenna dell'impianto divideosorveglianza. Gli Enti costituiti verificheranno annual-mente (a partire dal 13 ottobre 2009) le condizioni dellagestione e potranno modificare di comune accordo i rispet-tivi impegni;Art. 4Le parti convengono, che è costituito un comitato tecnicocomposto da due unità tecniche all'uopo individuate dai dueComuni che avrà il compito della gestione dell'obiettivo nelrispetto della privacy fissato nel presente atto in via operati-va. Ogni disposizione, pertanto, dovrà essere assunta attra-verso la Conferenza di servizio del Comitato nella sua inte-rezza. Di ogni determinazione sarà redatto apposita verba-lizzazione e data tempestiva comunicazione ai rispettivi Entiche mantengono il potere di controllo a garanzia dell'effetti-va attuazione di quanto concordato;Art. 5Compulsare eventuali forme di collaborazione anche atti-vando se possibile sistemi di finanziamenti eventualmentedeterminati dal Commissario di Governo o altri Organianche comunitari per lo scopo;Art. 6Raccordare le azioni strategiche e progettuali dei singoliEnti partecipanti all'iniziativa, finalizzati alla realizzazionedell'obiettivo comune anche interessando i rispettivi ufficitecnici in ragione delle attività a svolgersi;Art.7Al fine del raggiungimento dell'obiettivo e delle suddettesinergie,i sottoscrittori del presente protocollo d'intesa siimpegnano ad attivare una piena forma di collaborazione,nel ruolo concordato coerentemente al raggiungimento del-l'obiettivo evidenziato nel presente accordo di programma; Art. 8Le parti sottoscrittrici si impegnano, inoltre, a fornire tuttala collaborazione necessaria per l’esecuzione delle azionipreviste di rispettiva competenza.

Letto, approvato e sottoscritto in data _____________________

Le parti__________Comune di S.Cipriano D'Aversa__________Comune di Casapesenna

Qui di seguito pubblichiamo lo schema dell’Accordo di programma da sottoscrivere:L’ing. Zagaria

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Dall’Italia degli sprechi all’Italia della recessione: comeuscirne senza che crolli anche il sistema delle Autonomie locali

L’Italia, forse, sta attraversando il periodopiù brutto della sua storia, non solo per la crisi fi-nanziaria, economica ed occupazionale, ma so-prattutto perchè la classe dirigente si parla ad-dosso, in un dialogo tra sordi.

Ogni intervento del Presidente della Repub-blica, Giorgio Napolitano, sin qui è risultato va-no, visto che dall’incomprensione del linguaggiosi è passati addirittura agli insulti. Eppure, sipensava che, dopo le ultime elezioni, qualcosafosse cambiato. Così non è stato: ogni forza poli-tica o personaggio parla delle proprie idee, ov-viamente, senza tener conto minimamente deglialtri, siano essi “amici” o “nemici”.

La gravità dell’attuale situazione italiana nonsta solo nella crisi economica, ma nella totale ca-renza di applicazione delle regole (per certi versivecchie e superate) e nella cultura perversa, se-condo la quale ognuno difende il proprio orticel-lo. Ciò vale non solo per le singole categorie ocaste, ma anche per singole persone, ad inco-minciare dai parlamentari; difatti ognuno di lorocerca di difendere il “posto”.

Insomma, siamo proprio conciati male, se sipensa che si gioca anche con la salute dei cittadi-ni ( truffa dei formaggi avariati e riciclati e di al-tra merce scaduta normalmente in commercio,ecc.) e quando si viene beccati, con un buon av-vocato e qualche “pezza” precedentemente alle-stita, dopo poco si riprende il cammino, come senulla fosse successo. A ciò va aggiunto il fattoche la classe dirigente si sente anche demotivataa rapportarsi col cittadino, visto che è molto, mamolto lontana dalle esigenze popolari.

Una volta, il parlamentare contribuiva a rior-ganizzare la burocrazia, attraverso scelte anche adiretto contatto con il governo, dopo aver parte-cipato a dibattiti o confronti con i cittadini (cir-coli culturali, sezioni di partito, incontri pubblici,etc.), ma soprattutto aveva interesse a mettere afuoco la sua capacità operativa, per poi avere ilconsenso. Oggi, il consenso non serve, perchè adecidere la sua candidatura e, quindi, la sua ele-zione è un gruppo oligarchico, o “l’Oligarca”che, a seconda delle capacità di “servizio”, te-nendo conto di servigi e “simpatie”, lo colloca inlista, in una posizione “utile”.

Abbiamo già evidenziato, a suo tempo, checiò è avvenuto nel 1926, nel 2006 e nel 2008.

Ritornando alla crisi economica e sociale,qualcosa di concreto va fatta, se non si vuole la“babilonia” ed il crollo della convivenza civile.

Prima di tutto, vanno riscritte alcune regolet-te certe, semplici ed applicabili (chi viene trova-

to incappucciato e con bastone, deve essere ar-restato e deve scontare due mesi di carcere, senon ha commesso altri reati), senza troppe inter-pretazioni. Il giudice che dovrà applicare la leg-ge, in questo modo, non si dovrà scervellare piùdi tanto, per stabilire la pena.

Ma il fatto grave è che, se si arresta un “tifo-so” con cappuccio e bastone, in flagranza docu-mentabile con riprese televisive, con tanto dirapporto di identificazione della polizia,oggi,non succede niente. Qualcuno domanda: perchè

non si può incappucciare? Si può facilmente ri-spondere: ma perchè ci si deve incappucciare edotarsi di bastone, per andare a vedere una par-tita?

Questo per quanto riguarda la convivenzasociale e civile, mentre per l’economia, lo svilup-po e l’occupazione la situazione è ancora piùdrammatica. La speranza che l’economia si ri-prenda, senza l’incremento dei consumi, è unfatto utopistico.

La regola di mercato è semplicissima: per in-crementare la produzione, occorre aumentare iconsumi. Quindi, occorre incrementare i consu-mi per avere la vendita di più merce; viceversa, iprodotti vanno ad incrementare le scorte. Ma sele famiglie non hanno soldi, come fanno ad in-crementare i consumi? Ed ecco la necessità dipolitiche economiche che incrementino soprat-tutto il lavoro. L’Italia è un paese ricco di risorseculturali ed ambientali, per cui occorre investire

su servizi ed infrastrutture cercando di far cre-scere ancora di più la voce del Pil che riguarda ilturismo. La stessa agricoltura e zootecnia vaprogrammata non sulla quantità, ma sulla qua-lità, tenendo conto, ovviamente, del turista che,oltre a godersi le bellezze culturali e naturali,vuole godersi anche quelle gastronomiche.

A ciò va aggiunto un altro impegno concretoda parte delle istituzioni. Non è possibile tollera-re che per un Comune, per adottare un Pip, nonbastano trent’anni. Le regole devono esseretempestive e rigide. L’Ente che non rispetta itempi che si è dato, per propria colpa, va trattatocosì come avviene con il bilancio preventivo : senon viene approvato nei termini, si ritorna al vo-to.

In tutto ciò, la questione dell’incremento del-le attività produttive diventa un fatto di primariaimportanza, per cui il ministro dell’Attività pro-duttive, on. Claudio Scajola, potrebbe dar vita a“progetti finalizzati allo sviluppo del territorio”,di concerto con gli altri suoi colleghi (Ambiente,Beni Culturali, Agricoltura, etc.) e seguirne con-cretamente la realizzazione da parte degli Entilocali e territoriali, attraverso l’Ufficio Territo-riale del Governo ( ex prefetture). Si tratterebbedi dieci progetti - al massimo- per Provincia. Unrappresentante del Governo che non riesca a se-guire ed a monitorare ciò significa che è megliochiudere. Davvero è così difficile dar vita ad unprogetto territoriale, valorizzando le risorse lo-cali? Quello che occorre è la certezza delle coseda fare, la certezza dei tempi, la certezza dellecapacità operative degli amministratori e dellaburocrazia, ma soprattutto la certezza della “pe-na” , per chi non rispetta le regole e gli impegniassunti. Non è possibile continuare a valutare,allo stesso modo, l’imbecille, l’imbroglione e lepersone perbene e capaci.

Allo stato attuale sono molti i discorsi di cor-nice che, spesso, sono vuoti di contenuti. Ma sesi riempiono di contenuti le proposte, davvero ilMezzogiorno può aver paura del Federalismo fi-scale? Non è forse vero che in passato i Comuni,le Province e le Regioni del Nord hanno utilizza-to più di tutti i soldi della Cassa Depositi e Pre-stiti, per realizzare infrastrutture, servizi e tuttociò che era utile per accrescere lo sviluppo? Conil Federalismo fiscale, bisogna pensare anche al-la perequazione. Se lo Stato ha realizzato 10 asi-li- nido a Bologna, mentre a Napoli uno solo, co-me si riequilibra il tutto? E’ questa la verascommessa di una riforma seria e concreta e nondi facciata, così come spesso avviene.

on. Claudio ScajolaMinistro delle Attività Produttive

OttobrOttobre 2008e 2008 33

inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie localiL’editoriale

Occorre passare da parole e propositi alla concretezza, attraverso progetti mirati per il territorio, con la valorizzazione dellerisorse locali per lo sviluppo e l’occupazione reale. La crescita passa per l’incremento dei consumi e della produttività

di Nicola Nigro

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A Viareggio, il 7 e l’8 ottobre scorso, la Lega delleAutonomie Locali ha svolto il tradizionale appun-tamento annuale su “Finanza e fiscalità locale”.Il titolo “Comporre il puzzle – il progetto federali-sta per rilanciare il Paese” esprime bene la com-plessità del tema trattato nella due giorni viareggi-na, in un approfondito e serrato confronto traSindaci, Presidenti di Provincia, Amministratori,esperti, docenti universitari, Direttori generali,consiglieri, all’indomani della presentazione, daparte del Governo (a Viareggio c’erano il MinistroCalderoli e il Sottosegretario all’Interno, Davico),del disegno di legge delega sul Federalismo fiscale.Oriano Giovanelli, Presidente della Lega e depu-tato, ha svolto la relazione introduttiva.Gli abbiamo rivolto domande sull’attuale situazio-ne politica, sulle iniziative del Governo, in partico-lare su quelle che incidono sull’attività degli Entilocali, sul giudizio di Legautonomie sui provvedi-menti dell’esecutivo, sul rapporto con le altreAssociazioni del sistema degli Enti locali e sulleiniziative necessarie per trasformare lo Stato cen-tralista e dar vita, finalmente, alla Repubblica delleAutonomie, secondo i dettami della vigente Cartacostituzionale.Presidente Giovanelli, Lei ha espresso un giudiziopiuttosto pesante sulla politica del Governo intema di federalismo e, più in generale, di politicaeconomica. E ciò proprio quando il governo hapresentato il disegno di legge sul cosiddetto “fede-ralismo fiscale”. Non le sembra una contraddizio-

ne?«E’ un momento molto delicato e difficile pertutto il sistema delle Regioni e delle Autonomielocali. Gli amministratori toccano quotidianamente conmano il malessere che stanno vivendo le persone,le famiglie, le imprese.Avvertono allarmati il degrado anche civile che haportato il Presidente della Repubblica e il Papa alanciare l’allarme intolleranza e lo stessoPresidente della Camera, ad evocare il pericolo diun ritorno del razzismo.Allarme al quale aggiungiamo il nostro, unitamen-te all’impegno al quale chiamiamo tutti i sindaci, iconsigli comunali, i presidenti e i consigli provin-ciali, ad una forte azione di contrasto verso questifenomeni. Gli amministratori sentono le difficoltà delle fami-glie alle prese con salari, stipendi e pensioni deltutto insufficienti e conseguentemente il cresceredi una domanda di protezione, di servizi, di assi-stenza, per quella insicurezza che è diventata com-pagna di vita per tanti, troppi. E fanno i conti con l’amarezza di sapere di nonpoter corrispondere a quella domanda come vor-rebbero e come saprebbero fare.Vedono con i loro occhi gli effetti di una situazionedi stagnazione economica unita ad una ripresa del-l’inflazione; nel numero di lavoratori in cassa inte-grazione o in mobilità, nel numero di piccole azien-de in affanno e che esposte finanziariamente accu-

sano il colpo degli alti tassid’interesse, della crisi finan-ziaria internazionale, delcosto dell’energia, delletariffe. Quante piccole “Alitalia”si verificano nei nostri terri-tori, senza che ciò conquistil’attenzione dei media,senza che vi siano strumen-ti per sostenere l’impresa,tutelare i lavoratori!Per questo, gli amministra-tori locali sono stanchi.Stanchi che si continui, daparte del Governo centralee del Parlamento, a scarica-re su di loro le contraddi-zioni, invece di essere con-siderati una forza fonda-mentale, su cui far leva, peraffrontare le difficoltà del

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Lo sviluppo possibile passa attraverso le Autonomie locali, maciò è possibile solo superando l’incomunicabilità tra istituzioni

Oriano Giovanelli

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Paese.Stanchi che sulla loro pelle sifacciano spot pubblicitari,come il taglio dell’ICI sullaprima casa, con il bel risultatodi dover dire no a chi ha unbisogno da soddisfare e vedere,magari, uno come me, undeputato, o il proprietario di unsuper attico nel centro diRoma, esentato dal dare alproprio Comune l’unico con-tributo economico che erachiamato a dare e per il qualericeveva molto di più di quelloche pagava.O di vedere sbandierata, comeuna grande azione solidale, la “social card”, salvo poi regi-strare che il fondo unico per le politiche sociali viene taglia-to di 300 milioni di euro; e sono soldi che servono per assi-stere portatori di handicap, fare assistenza domiciliare, asilinido ecc.Stanchi di vedersi fatti bersaglio della campagna sui costidella politica, come se per le sole responsabilità personali unsindaco non si guadagnasse l’indennità che percepisce rispet-to ad un consigliere regionale, a un parlamentareStanchi di quel muro sempre più alto di incomunicabilità chec’è fra i diversi livelli istituzionali, per il quale si è creato unmondo fatto di amministratori, dirigenti, dipendenti, esperti,innovatori, ricercatori, che si sforzano di ragionare di politi-che locali, di welfare locale, di sviluppo locale, di distretti, dicompetitività dei territori, di piattaforme territoriali, di rap-porto fra università e sviluppo, di turismo, di casa, di sicu-rezza, di riorganizzazione dei servizi, di innovazione tecno-logica, di unioni fra comuni, di formazione, di creazioned’imprese.Un mondo, cioè, dove assieme a tanti limiti edifetti anche gravi ci sono potenzialità, creatività, impegnoquotidiano. E c’è un altro mondo che s’inventa la campagnasui fannulloni, il blocco delle assunzioni, o la crociata controle Comunità montane o quella, a corrente alternata, controle Province, un Segretario comunale ogni 20000 abitanti ecosì via.Una incomunicabilità sulle priorità, sulle strategie,sulle modalità di portarle avanti.Una incomunicabilità fra classi dirigenti depositarie diresponsabilità istituzionali, primarie per il futuro dell’Italia,che stiamo pagando caro e che il Paese non si può più per-mettere».Come spiega, quindi, questa pesantezza istituzionale, l’incer-tezza sul futuro delle istituzioni locali, questa incomunicabi-lità tra livelli istituzionali. Lei ha usato un’espressione forte:noi (Enti locali, n.d.r.), vogliamo arrivare vivi all’appunta-mento con il federalismo fiscale e le cose così davvero nonvanno, volendo indicare che gli Enti locali sonno allo stremo.«Sono convinto che questa situazione pesi molto anche suquel senso di confusione, di incertezza che la gente avverteperfettamente, proprio mentre avrebbe bisogno di percepi-re un impegno comune, un convergenza di indirizzi e azioni,un giuoco di squadra, insomma. E non è per nulla un casoche la reazione sia quella che chiamiamo troppo sbrigativa-mente antipolitica, ma che sarebbe meglio chiamare “fugada questa politica”.La causa principale di questa situazione sta in un processo diriforma costituzionale e istituzionale interrotto: non siamo

più da anni il Paese formalmente centralista (ministeri emunicipi), che nonostante l’art. 5 della Costituzione erava-mo prima delle riforme degli anni ’90 e della riforma delTitolo V della seconda parte della Costituzione; ma nonsiamo ancora nemmeno il Paese istituzionalmente disegnatodalla Costituzione riformata. Il Paese della equiordinazionefra i diversi livelli istituzionali, dove l’accento dal singoloente dovrebbe passare al sistema, dove, dalle competenzegestite a caduta dall’alto verso il basso, si dovrebbe passareall’integrazione delle funzioni e delle politiche.Il processo si è bloccato e siamo dentro ad una situazionedissociata: un centralismo di fatto cui non corrisponde più,diciamo così, un centralismo di diritto; ovvero un sistema chefa perno sul sistema delle Regioni e delle Autonomie cuiperò manca voce in capitolo sulle risorse e cui mancano sediefficaci di concertazione nazionale.Anche chi si interroga sulla crisi del Parlamento e sullo stra-potere dell’esecutivo dovrebbe riflettere di più su questopunto. E’ sotto gli occhi di tutti: non è bastata la drastica riduzionedel numero dei gruppi parlamentari per ridare centralità alParlamento.La funzione legislativa si è spostata verso l’Europa e verso leRegioni. Il Parlamento, ciò nonostante, è rimasto identiconella sua composizione e nelle sue modalità operative e nonha alcun vero raccordo con il sistema delle Regioni e delleAutonomie. Così ha buon giuoco l’esecutivo nel portareavanti le azioni di governo nazionale con il solo controllo deicordoni della borsa che legittima, con quel simulacro di con-certazione che spesso sono le conferenze Stato/Regioni oUnificata.E’ quella che mi permetto di chiamare, da qualche tempo,“dittatura della Ragioneria Generale dello Stato”. Unasituazione tra il politico e il tecnocratico del tutto anomalache unisce Parlamento nazionale e sistema delle Regioni edelle Autonomie ad un comune destino di marginalità.La prova più emblematica di questa situazione è stata lamanovra di luglio, fatta per decreto, che ha svuotato la ses-sione di bilancio e quindi il potere del Parlamento e, con-temporaneamente, ha annichilito le velleità di incidere sullescelte da parte di Comuni, Province e Regioni. La vicendadella sanità, il sostanziale annullamento del patto che leRegioni avevano costruito con il governo precedente, la pro-spettiva di un ammanco di 7 miliardi di euro per la sanitàpubblica, nel prossimo triennio, è forse l’aspetto più macro-scopico di quello che voglio dire.

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Non la preoccupa che Legautonomie può apparire un movi-mento all’opposizione? Non sarebbe più utile per gli Entilocali, per il Paese mantenere aperto il dialogo ed il confrontoe spingere perché tutte le Associazioni delle Autonomie lavo-rino in questa stessa direzione?«Avevamo salutato positivamente i propositi annunciati adapertura di questa legislatura: una legislatura costituente, sidisse, che non buttasse alle ortiche il lavoro svolto nei due anniprecedenti Questi fatti concreti smentiscono pesantemente lenostre e altrui aspettative.Noi continuiamo a credere che ciò sia necessario, che quellavolontà costituente sia da riprendere, che bisogna fare ognunola sua parte, perché ciò avvenga e che si misurino i fatti e lescelte rispetto ai passi avanti da fare in questo percorso.Anzi, guardando alla crisi economica e sociale che stiamoattraversando e temendone l’acutizzarsi, riteniamo che c’è unmotivo di ulteriore urgenza per puntare su questo spirito costi-tuente.In questo contesto, va da sé che, per noi, il 3 ottobre scorso è

stata una buona giornata e ancor di più lo sarà il giorno in cuiil Parlamento, ci auguriamo con una amplissima maggioranza,licenzierà il disegno di legge per l’attuazione dell’art. 119 dellaCostituzione, messo in pista appunto il 3 ottobre dal Governo,dopo un lungo confronto con le Regioni, i Comuni, leProvince, sfociato in un parere favorevole della ConferenzaUnificata.Nel merito diremo, e le critiche non mancheranno; lo sforzoemendativo sarà notevole e noi daremo il nostro contributo,però il processo riformatore si rimette in moto e con essodovranno riprendere vigore altri aspetti che concorrono allostesso quadro d’insieme: la Carta delle Autonomie che neces-sariamente dovrà essere approvata in parallelo con il federali-smo fiscale; la riforma del bicameralismo, la riduzione delnumero dei parlamentari, la nascita del Senato federale, larevisione parziale dell’art.117 della Costituzione riportandoalcune politiche sotto la legislazione esclusiva dello Stato, lariforma delle Conferenze. Vogliamo che siano date importanti come lo furono quelle chesegnarono il “federalismo a Costituzione invariata” delle cosi-dette “leggi Bassanini”; come bello fu il 7 ottobre del 2001,quando il referendum confermò la riforma del Titolo V dellaseconda parte della Costituzione, o il giorno in cui, nel 2006,un altro referendum boccio la “riforma della riforma”, la cosi-detta “devolution”. Sono anni e anni, decisamente troppi anni, dalla BicameraleD’Alema e ancor prima che, con un atteggiamento autentica-mente riformista, noi di Legautonomie, certo non da soli, cer-chiamo di dare un nostro contributo, passo passo, proprio

come si trattasse di comporre un puzzle, affinché si costruiscauna riforma vera del modo di essere della nostra Repubblica;senza farci condizionare dalla tattica politica, dalle situazionicontingenti, dalla demagogia dei facili entusiasmi e dalle paurecostruite ad arte da chi, a sinistra come a destra, in verità quel-la riforma l’ha solo assecondata per tattica politica, per starea favore di vento ma non ha mai smesso di lavorare per tor-nare al vecchio centralismo, tornare indietro».Qual è, dunque, il giudizio di Legautonomie sul ddl delega perl’attuazione dell’art. 119 della Costituzione, sul cosiddetto“federalismo fiscale”?«Il percorso è appena cominciato e non sarà facile portarloavanti. Come sanno bene le Regioni, i Comuni, le Provinceche il federalismo fiscale non è una scampagnata nel paese delBengodi. Da anni, uso questa espressione: il federalismo fisca-le non è la moltiplicazione dei pani e dei pesci.Passare dalla spesa storica ai costi standard, definire i livelliessenziali delle prestazioni nella sanità, nell’assistenza, nell’i-struzione comporterà per Regioni e Autonomie il passare da

una azione rivendicativa ad una azione che guardadentro alla spesa, alla sua qualità, all’organizzazionedei servizi; definire la capacità fiscale significheràmisurarsi davvero con le differenze profonde che sisono consolidate in questo Paese e che uno Statocentralista non solo non è riuscito a colmare ma,anzi, con le sue politiche, per lo più assistenziali, hafinito per accentuare e toccherà al federalismodell’Autonomia, della responsabilità e della solida-rietà ricucire, cimentandosi con una idea di unitànazionale non meno forte del passato e certamentenelle intenzioni, più efficace.Creiamo le condizioni per una unità dei federalisti

in Parlamento, noi ci stiamo!In questo senso, non bastano le soluzioni individuate nel dise-gno di legge delega che sostanzialmente rimanda tutto all’or-dinario ruolo che le commissioni parlamentari svolgono suidisegni di legge delega, e rimanda il merito ad una sede di con-certazione del Governo con Comuni, Province e Regioni.Secondo noi di Legautonomie, il federalismo fiscale deve esse-re costruito con la partecipazione attiva del Parlamento e que-sto può avvenire, ad esempio, assegnando un ruolo esplicitoalla Commissione Bicamerale per le Questioni Regionali,integrata con i rappresentanti delle regioni e delle autonomielocali, senza nulla togliere alle competenze ordinarie delleCommissioni Bilancio e Finanze di Camera e Senato.Se si vuole portare a casa un buon risultato, il Parlamento deveavere un ruolo centrale, lì si deve maturare il confronto, comedel resto è sempre avvenuto di fronte a grandi riforme anchenel passato. E lo stesso Parlamento deve avere un canale diconcertazione con le rappresentanze delle regioni e delle auto-nomie non delegando questo ruolo al solo Governo. Non sipuò discutere seriamente di federalismo fiscale, se non si chia-riscono i limiti delle funzioni fondamentali assegnate ad ognilivello istituzionale. Insomma, assieme al disegno di legge dele-ga di attuazione dell’art. 119 della Costituzione, il Parlamentoe le rappresentanze di Regioni e Autonomie devono esseremesse in grado di discutere i contenuti della nuova Carta delleAutonomie che deve prendere il posto del Testo Unico degliEnti Locali, approvato prima della riforma del Titolo V dellaCostituzione. Di questo atto, ad oggi, non vi è traccia, ilGoverno latita, mentre nella scorsa legislatura, correttamente,il Governo Prodi aveva presentato contemporaneamente

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i due disegni di legge delega. Il Partito Democratico ha predisposto una sua posizionesu entrambe le questioni. Sulla Carta delle Autonomie sigioca una partita non da poco. Essa ha a che fare con latitolarità ai Comuni di tutte le funzioni amministrative,quindi con l’applicazione di un reale principio di sussidia-rietà, il che comporta, di conseguenza, una migliore defi-nizione del ruolo delle Province nelle politiche di areavasta e deve spingere ad una reale materializzazione delnuovo ruolo delle Regioni che devono abbandonare ognivelleità gestionale, a vantaggio della loro funzione di legi-slazione e di programmazione. Senza un perimetro bendefinito, in relazione alle funzioni, è impossibile allocare le fontidi finanziamento delle stesse cioè fare una buona legge di attua-zione dell’art. 119 della Costituzione. Con la Carta delleAutonomie, oltre al principio di sussidiarietà, dovranno essereanche meglio definiti i contorni dell’attuazione dei principi didifferenziazione e adeguatezza. In sostanza, si dovrà fare inmodo che una funzione si esaurisca nel livello istituzionale in cuiverrà incardinata e che i titolari di quella funzione siano ade-guati a gestirla.Non potremo mai dare il nostro assenso ad un disegno di leggedelega di attuazione dell’art. 119 della Costituzione che noncontenga un chiaro e dettagliato riferimento ai tributi propriassegnati ai Comuni, alle Province e alle Regioni. Il federalismofiscale non può essere risolto semplicemente con una compar-tecipazione dei diversi livelli istituzionali ai grandi tributi nazio-nali, alle imposte di scopo e ai fondi perequativi. Il federalismo deve essere certezza delle fonti di entrata, auto-nomia e responsabilità degli organi di governo locale nell’atti-varle e modularle.La semplice compartecipazione ai grandi tributi nazionali èderesponsabilizzante, innescherà di nuovo un meccanismopuramente rivendicativo delle Autonomie verso lo Stato cen-trale, tutto il contrario di quanto noi chiediamo.Il nostro parere è che ai Comuni va attribuito un tributo proprioafferente agli immobili. Non lo si vuole chiamare ICI, lo si chia-mi paperino, ma un tributo del genere è equo, in un Paese dovesi tassano, e tanto, solo i redditi da lavoro; è coerente con la fun-zione di governo del territorio che sta storicamente in capo aicomuni; è conseguente alla scelta che chiediamo venga confer-mata di attribuire ai Comuni la gestione del catasto.Rivendichiamo che da un decennio Legautonomie chiede chele diverse imposizioni sulla casa vengano semplificate in unaimposta a vantaggio dei comuni, forse è giunto il tempo di attua-re questa nostra intuizione, tanto cara a Enrico Gualandi.Alle Province va attribuito un tributo proprio afferente all’im-posizione su quanto concerne la mobilità.Alle Regioni va riconosciuto il tributo proprio che oggi si chia-ma IRAP e che noi non riteniamo debba essere smantellato.Non abbiamo gran che da obiettare sulle modalità di attivazio-ne e gestione dei fondi perequativi. Quello che ci preme è chevenga eliminata ogni ambiguità residua contenuta nel testo chesi tratta di perequazione verticale, cioè di una funzione eserci-tata dallo Stato. E’ la Costituzione che lo dice.Siamo invece d’accordo che si preveda, ad eccezione che per lecittà metropolitane, una funzione delle Regioni nella gestionedella perequazione verso i comuni. Riteniamo che questo servaa delineare quel nuovo ruolo delle Regioni, in rapporto alleProvince e ai Comuni che noi auspichiamo. E’ un aiuto cioè, dalnostro punto di vista, al definirsi di sistemi istituzionali regiona-li più coesi.

Ovviamente, siamo consapevoli che è proprio sulla perequazio-ne che si giocherà la partita più seria e delicata.Dal federalismo fiscale non ci aspettiamo più risorse. Ci aspet-tiamo un quadro di certezza, grazie al quale classi dirigenti loca-li responsabili e autonome possano, in modo trasparente, coin-volgendo gli attori sociali e i cittadini, tornare a fare program-mazione. Sui comuni, sulle province e sulle regioni si sente dire che hannofallito alla prova dei nuovi sistemi di organizzazione della pub-blica amministrazione e dei servizi, dei nuovi sistemi di control-lo interno, delle nuove forme di pianificazione dello svilupposociale ed economico. Così sono diventati facili bersaglio di ogniaccusa. Perché non si ha l’onesta di riconoscere che, dal 2001 inpoi, l’autonomia finanziaria dei Comuni è calata, invece di cre-scere, che hanno dovuto fare i conti con tutti i provvedimentiestemporanei varati di anno in anno con le leggi finanziarie, chehanno subito il blocco delle assunzioni, gli stop and go sulleaddizionali, fino alla manomissione dell’ICI; hanno dovutoarrangiarsi per stare dentro a cervellotici patti di stabilità inter-ni ogni anno ritoccati.Qual è oggi il rapporto tra Legautonomie e le altre associazionidegli Enti Locali. Di fronte ad un quadro così allarmante e conprospettive così nebulose non sarebbe opportuno un maggioreraccordo e forse opportuno riprendere un tentativo, più voltefallito, di dar vita ad una confederazione per costruire un per-manente rapporto unitario? Pensa che questo tema possa esse-re attuale?«Federalismo fiscale e Carta delle Autonomie: facciamo di que-sti temi una grande occasione di dibattito Ecco allora che l’occa-sione del riavvio delle riforme dovrà essere utile anche per rilan-ciare il sistema, per farlo tornare ad essere motore di cambia-mento, realtà capace di accendere la partecipazione consapevo-le, la cittadinanza attiva, senza della quale questo Paese deperi-sce. Facciamo del lavoro sul federalismo fiscale e sulla Cartadelle Autonomie, che durerà quanto meno dei mesi, una grandeoccasione di dibattito nazionale, riuniamo i Consigli comunali eprovinciali, teniamo aperto il dialogo, anche attraverso l’ausiliodelle nuove tecnologie, con tutti quelli che hanno qualcosa dadire, da suggerire, mobilitiamo le competenze evitando però difarne un mero esercizio di tecnica fiscale, ma un grande momen-to politico e di democrazia capace di toccare le coscienze.E’ una grande prova anche per le associazioni. Sarebbe davve-ro sciocco che ognuno vivesse per proprio conto questo appun-tamento e non fosse invece questa l’occasione per saldare i rap-porti fra Anci, Upi, Uncem, Legautonomie, per vivere insiemequesta sfida e, chissà mai, che non sia proprio questa l’opportu-nità per dare vita concreta ad una Confederazione delleAutonomie che la realtà si premura di sollecitarci come semprepiù necessaria.

Giovanni SquameVice Presidente Legautonmie Campania

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Il sistema delle Regioni e delle Autonomie locali non puòassolutamente permettersi che la sessione di bilancio si ridu-ca in quel nulla che è la legge finanziaria varata dal Governo.• Chiediamo certezza sulla restituzione del mancato gettitoICI, frutto della scelta di esonerare l’abitazione principale dalpagamento. Si tratta di una richiesta che il Governo sa esseregià al ribasso e comunque non equa nei confronti dei Comuni.Infatti, la semplice restituzione del mancato gettito sconta ilfatto che l’ICI, pur nella sua rigidità, aveva una dinamica cheportava il gettito stesso ad aumentare di anno in anno di circail 3%. Risorse che non entreranno più.Inoltre, il Governo sa che la sua scelta di fatto ha favorito i

Comuni che avevano una aliquota alta sulla abitazione prin-cipale, rispetto a quelli che (anche lo scorso anno furonomolti), preferirono agire sulla addizionale IRPEF, ritenendo-la più equa e lasciarono invariata o abbassarono l’aliquotasulla abitazione principale.• Chiediamo il rispetto del patto assunto con i Comuni dalGoverno Prodi, relativamente alla compensazione del minorgettito ICI, effettivamente accertato, relativo al riclassamen-to degli immobili rurali, a fronte del quale il Governo Prodiaveva effettuato un taglio di 690 milioni di euro.• Chiediamo il rispetto dell’impegno assunto dal GovernoProdi con i Comuni, relativamente all’accertamento deglieffettivi risparmi fatti dai Comuni in seguito ai così detti tagliai costi della politica che furono irrealisticamente quantificatiin circa 300 milioni di euro, a fronte di una stima Anci di appe-na 4 milioni di euro.• Chiediamo che sia il Governo centrale a farsi carico delminor gettito per i Comuni dovuto alla esenzione ICI per gliimmobili legati alla produzione da parte delle cooperativeagricole. Scelta fatta con legge nazionale.• Chiediamo lo sblocco dell’addizionale IRPEF• Chiediamo che venga reintegrato il fondo per le politichesociali dei 300 milioni tagliati per finanziare la social card.• Chiediamo che venga ritoccato il patto di stabilità per facili-tare gli investimenti, da parte di quei Comuni e di quelleProvince che, in virtù di virtuose azioni di bilancio, sono ingrado di sostenerli. E’ davvero assurdo che, in un Paese eco-nomicamente fermo, si impedisca di investire a chi si è messoin condizione di farlo.• Chiediamo che il Governo, assieme al rigore nei confrontidi quelle Regioni che hanno i conti della sanità fuori control-

lo, persegua seriamentela ricerca di un accordosul finanziamento dellasanità pubblica, per ilprossimo triennio. Nonaccetteremo mai un pro-gressivo smantellamentodella sanità pubblica,portato avanti con ilmetodo dello strangola-mento. Se il Governo haun’altra idea della sanitànel nostro Paese lo dicachiaramente, si esponga,si prenda le proprieresponsabilità. E questovale anche per la scuola. Per quanto ci riguarda,chiamiamo i Comuni, inparticolare quelli piccoli e quelli montani, ad una forte mobi-litazione contro il taglio di 87 mila insegnanti e 40 mila dipen-denti ATA. Non difendiamo la scuola così com’è, ma non pos-siamo nemmeno pensare che la riforma della scuola si facciacon i tagli, quando il mondo intero spinge ad innovare e ainvestire sulla formazione. I Comuni approvino ordini delgiorno (un odg tipo è pubblicato sul nostro sito), convochinoassemblee, stiano dentro alla mobilitazione in parte già atti-vata.• Chiediamo che venga istituita una unità di monitoraggio edi intervento per quei comuni finiti dentro al vortice della crisifinanziaria. Qui sì - onestamente - ci sarebbe un bel da fareper il ministro Brunetta, se volesse andare a vedere la profes-sionalità con cui si sono gestiti certi rapporti con le banche,altro che ridurre il permesso per il genitore, pubblico dipen-dente, che deve assistere il figlio disabile!Ma, soprattutto, chiediamo un coinvolgimento del sistemadelle Regioni e delle Autonomie alla definizione di un pac-chetto di provvedimenti urgenti per rimettere in moto ilPaese, la sua economia, per dare respiro al potere d’acquistodelle famiglie. Il Paese deve sentire che tutti i livelli istituzio-nali, tutte le classi dirigenti politiche, imprenditoriali, sindaca-li sono unitariamente impegnate nel creare le condizioni perla ripresa, per uscire il prima possibile dalla stagnazione.

88 OttobrOttobre 2008e 2008

L’Assemblea di Viareggio di Legautonomie ha approvato un documento nel quale chiede alGoverno, per la prossima sessione di bilancio, di tener conto delle difficoltà degli Enti locali

Il ministro Brunetta

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La riforma avviata con il nuovo titolo V dellaCostituzione ha ancora diversi traguardi daraggiungere:il federalismo fiscale, cioè l’attuazione del-

l’art.119 della Costituzione;- il riassetto e l’adeguamento dell’ordinamento

degli Enti locali ai nuovi artt. 117 e 118 dellaCostituzione;- una riorganizzazione della funzione amministrativa insenso generale.Aggiungo: la riorganizzazione del sistema delle confe-renze, cioè degli organi attraverso i quali avviene la par-tecipazione delle Autonomie all’elaborazione e all’ap-provazione di importanti indirizzi di riforma e allo svol-gimento di rilevanti funzioni pubbliche.Sul primo punto, il percorso è avviato con il ddl licen-ziato dal Governo, preceduto da diverse versioni e dauna fase anche delicata di confronto, in cui sono statemesse sul piatto anche le difficili situazioni della finanzalocale, determinatesi per effetto sia della leggeFinanziaria del Governo Prodi che della più recentemanovra estiva.Manca la riforma dell’ordinamento, che dovrebbeaccompagnare il tema della allocazione delle risorse edell’autonomia finanziaria e impositiva e di cui abbiamoparlato nell’altra sessione.L’urgenza del provvedimento è evidente, anche al finedi mettere in parallelo i due provvedimenti, di condivi-derne gli assi portanti con il sistema delle Autonomie edi evitare che pezzi disorganici di riforma, come è statofatto spesso nel passato, vengano approvati in manieraimpropria, anche attraverso le leggi finanziarie.La prima considerazione da fare è che non si parte dazero. Nella scorsa legislatura era stato sottoposto alleAutonomie un disegno di legge-delega e su quello si eraavviato un confronto e si erano raggiunti anche deisignificativi punti di convergenza, fino a ottenere il pare-

re favorevole in Conferenza unificata, nel marzo delloscorso anno.Sono nel frattempo intervenuti provvedimenti chehanno inciso sull’ordinamento degli Enti locali, ma inmaniera parziale e del tutto scollegati da un disegnoorganico di riforma; dettati semmai, questi provvedi-menti, dalla necessità di tagliare i cosiddetti costi dellapolitica e sulla spinta di un’onda mediatica che per ovvienecessità, semplifica i messaggi, appiattisce la realtà che,purtroppo o per fortuna, è molto più complessa, e impe-disce di vedere ciò che c’è oltre le apparenze. Così capita, come nel “Piccolo principe”, che un boa chemangia un topo venga scambiato per un cappello e chele buone pratiche si confondano in un giudizio somma-rio. Per fortuna, capita anche che, a forza di insistere, peresempio, un giornalista come Gian Antonio Stella siaportato a riconoscere che persino le Comunità montanesono luoghi in cui può annidarsi qualche eccellenza oesperienza virtuosa di buona amministrazione.Per questo, ci preoccupa l’approvazione di ordini delgiorno in Parlamento che tornano a invocare la sop-pressione delle Comunità montane.Troviamo singolare che, proprio mentre si sollecita l’ag-gregazione tra piccoli Comuni, si metta in discussioneun’esperienza associativa consolidata, investita da ungiusto processo di riforma, sul quale le stesse Comunitàmontane hanno convenuto e sul quale si sono impegna-te con spirito di leale collaborazione.Avvertiamo l’esigenza di un confronto pacato.Stiamo evidentemente parlando dell’urgenza di unamanutenzione straordinaria dell’ordinamento degliEnti locali che sente la sofferenza del tempo trascorso,delle larghe inattuazioni, rispetto alle previsioni inizialidella Legge 142 del 90, nonostante siano nel frattempointervenute le leggi sul decentramento amministrativo,il Testo Unico e, soprattutto, la riforma costituzionaledel Titolo V.Il punto di avvio, per il riassetto del complesso dellefunzioni, è individuare delle funzioni fondamentali, diquelle proprie e di quelle da attribuire.Come funzioni fondamentali, quindi, si possono indica-re quelle inerenti all’esistenza e all’ organizzazionedell’Ente, nonché quelle gestionali che attengono allosvolgimento di compiti essenziali per le collettività terri-toriali amministrate.Come “funzioni proprie”, si possono indicare quellefunzioni ulteriori, anche storicamente svolte, e “per fun-zioni libere”, quelle che gli Enti locali ritengono didover esercitare negli interressi delle proprie colletti-vità. Si tratta, evidentemente, di funzioni non connessea poteri autoritativi ma di funzioni, attività non attribui-te ad altri soggetti dell’ordinamento.

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di Loreto Del Cimmuto*

Il Nuovo Codice delle Autonomie: le funzioni degli Enti localitra competenze dello Stato e ruolo del sistema regionale

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Dico subito che, come Legautonomie, abbiamo sempre difeso,anche nel dibattito sullo schema di ddl del precedente gover-no, la libera determinazione degli Enti nell’assunzione di que-ste funzioni, perché in questo c’è il dispiegarsi dell’Ente locale,come Ente esponenziale per il perseguimento degli interessi edel bene della propria collettività di riferimento.Quindi, niente unità di monitoraggio dello Stato centrale chevagliano e autorizzano l’assunzioni di tali funzioni libere. Qui va tutelata l’autonomia di autoassunzione di obiettivi, fun-zioni e politiche, da parte degli Enti locali, che devono trovareil limite principale nella responsabilità di fronte al corpo elet-torale. Semmai, dovessimo trovare una condizione, forsepotremmo trovarla in una sorta di necessaria sostenibilitàfinanziaria autocertificata e su adeguate valutazioni dei costi edei benefici, essendo abbastanza scontato che vada preclusa aun Comune, in dissesto finanziario, la possibilità di svolgereulteriori compiti e attività.Per funzioni da conferire, invece, si individuano quelle eserci-tate dallo Stato o dalle Regioni funzioni che devono essereconferite alle Autonomie, sulla base dei principi noti di sussi-diarietà, differenziazione e adeguatezza, salvo la necessità, perragioni di efficienza ed efficacia, di un loro esercizio unitario alivello statale o regionale. Ad ogni modo, questa ripartizione delle funzioni deve obbedi-re alla necessità di una sufficiente chiarezza, per costituire unutile criterio guida e, nello stesso tempo, a una sufficiente ela-sticità da poterne consentire un adattamento al naturale evol-vere delle stese esigenze amministrative, in rapporto alla com-plessità delle realtà amministrate.I nodi critici o le situazioni pendenti sono molti. Qui mi limitoa indicarne alcuni, sperando di far cosa utile per il prosieguodel dibattito. Sento però la necessità e l’utilità di un’afferma-zione:Si tratta di valutare concretamente e insieme a Stato,Autonomie, Regioni il migliore assetto, allocazione delle fun-zioni e la migliore riorganizzazione del sistema delleAutonomie, senza procedere unilateralmente, giacché si trattadi una riforma importante per la modernizzazione di tutto ilsistema Paese, soprattutto ora che dovrà avviarsi un percorsolungo ma impegnativo di definizione delle deleghe per l’attua-zione del federalismo fiscale. E il nuovo ordinamento delle Autonomie dovrà ridefinirsi

proprio guardando a quel processo,giacché l’esercizio dell’autonomiafinanziaria e impositiva, con l’ indivi-duazione di solide basi imponibiliper il concorso alle funzioni di spesa,dipenderà anche da un robusto pro-cesso di aggregazione e di accorpa-mento dei Comuni più piccoli. E il processo di accorpamento, attra-verso le unioni, le comunità o leunioni montane, o attraverso veri epropri processi di fusione, sarà lacondizione per mantenere alcunefunzioni, anche quelle legate ai ser-vizi essenziali a un luogo di maggiorprossimità ai cittadini. Infatti, la perdita del governo di ognipolitica di sviluppo del territorio edei servizi sta nella duplicazione e

nella sovrapposizione di funzioni, e,di conseguenza, nella confusione delle responsabilità che sco-raggia proprio gli amministratori dei centri più piccoli, e il piùdelle volte, favorisce soluzioni di accentramento soprattuttoregionali (tendenza a non decentrare).La tutela e la valorizzazione dei piccoli Comuni dovrannoquindi essere accompagnate da un robusto sostegno ai proces-si di aggregazione e collaborazione, con un ruolo centraleanche da parte delle Regioni.Ovviamente, al polo opposto c’è la questione delle Cittàmetropolitane, il cui surplus di funzioni deve essere sostenutoda ulteriori iniezioni di autonomia finanziaria e impositiva(come d’altronde previsto nel ddl sul federalismo fiscale), nel-l’ipotesi in cui si pervenga a soluzioni strutturate (le cittàmetropolitane) e non si opti per modelli funzionali e di gestio-ne associata su scala metropolitana.Non solo funzioni e risorse sono intimamente legate, per ovvimotivi di coerenza, tra l’esercizio delle une e la disponibilitàdelle altre, almeno se vuole realizzare un corollario del fede-ralismo fiscale, che è quello della trasparenza e della respon-sabilità. Esse sono intimamente legate perché il federalismo deve esse-re il sistema attraverso cui si agevola lo sviluppo dei territori,anche immaginando competizioni virtuose tra essi.Un’amministrazione efficiente - è banale dirlo - costituisceuna condizione necessaria per la competitività, e perché ci siaun’amministrazione efficiente occorre anche che si disponga diuna allocazione ottimale delle funzioni amministrative ai varilivelli.Quindi c’è una centralità, anche per il cittadino, delle ammini-strazioni e delle funzioni che sono da esse esercitate.Il Titolo V funziona se funziona il sistema della PubblicaAmministrazione. In questo caso non dobbiamo intenderlacome complesso burocratico ma come azienda, nel senso diorganismo volto a massimizzare i propri risultati in funzionedegli input impiegati.Quindi, c’è una centralità che sta nell’art.118 dellaCostituzione che è il punto di avvio per realizzare dal basso ilsistema policentrico delle Autonomie. Una allocazione otti-male delle funzioni amministrative deve essere funzionale alperseguimento delle politiche pubbliche sulle quali gli organidi governo hanno ricevuto il mandato degli elettori.Altrimenti parliamo di cose astratte.

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1111OttobrOttobre 2008e 2008

E, nell’ordinamento che scaturisce dal Titolo V l’ammi-nistrazione generale è il Comune; i livelli superiori sonodestinatari di funzioni solo quando il primo non è ingrado di soddisfare adeguati livelli di buona amministra-zione. Da qui l’importanza di chiarire le funzioni, a parti-re da quelle fondamentali, costruendo coordinate di rife-rimento precise e inequivocabili.Quando parliamo di governo locale intendiamo sostan-zialmente due livelli di governo: II comune, che è chiamato al governo di prossimità e peril quale non si tratta di inventare nulla, se non di ribadirequali siano gli ambiti materiali di riferimento, i settoriorganici a cui riferire le funzioni fondamentali, e già indi-viduati dalla Legge 142 del 1990 nel territorio, nello svi-luppo economico e nei servizi sociali. La Provincia (ovvero la Città metropolitana laddove essasostituirà la Provincia) di cui va riaffermato il ruolo nelquadro di governo di area vasta, un ‘istituzione che ha unsuo proprio radicamento nel paese, soprattutto nelle

realtà medie e ovviamente nei territori non metropolita-ni, e in cui far confluire tutte quelle funzioni amministra-tive attualmente gestite dalle Regioni e da Enti dipen-denti o strumentali delle Regioni.Sia le funzioni di base sia quelle di area vasta sono per lopiù funzioni da riconoscere, piuttosto che da conferire.Una sorta di presa d’atto, in quanto funzioni storicamen-te svolte e che vanno considerate come lo “zoccolo duro”da cui partire, e alle quali si aggiungono le funzioni daattribuire in più, in base ai principi di sussidiarietà, ade-guatezza e differenziazione, che scaturiscono dall’art. 118e quelle libere, autoassunte, di cui parlavo prima.In ogni caso, quando parliamo di funzioni di Comuni,bisogna individuare quelle che spettano a tutti i Comunidella Repubblica e quelle condizionate da precise moda-lità di esercizio; su questo, lo schema di ddl del preceden-te Governo era chiaro. Ciò vuol dire che, nel caso dei pic-coli Comuni, essi sono destinatari di funzioni solo in basealla loro capacità e adeguatezza. Funzioni di base a carat-tere anche sovracomunale possono essere esercitate soloin forma associata, attraverso le Unioni o le Comunitàmontane riformate.

Vi sono ovviamente delle criticità che la riforma dell’or-dinamento deve affrontare e superare Il primo punto critico sta nella chiara imputazione di fun-zioni e competenze. Ci sono troppi soggetti che fanno oaspirano a fare le stesse cose creando sovrapposizioni eopacità nell’imputazione delle responsabilità. Quindi occorre definire chi fa che cosa.Un secondo punto critico sta nella confusione sul pianoistituzionale, generata dalla proliferazione di apparati,enti strumentali, agenzie e organismi vari dipendenti daRegioni o Enti locali che svolgono spesso funzioni mono-settoriali che possono essere ricondotte alle funzioni tipi-che, istituzionali, dell’ente di riferimento. Anche qui occorre procedere a una attenta valutazione edistinzione tra esternalizzazioni che hanno consentito ilperseguimento efficace di politiche pubbliche, da quelleche si sono tradotte in proliferazione di Enti che hannogenerato aumento di costi e inefficienze. In ogni caso, un processo di razionalizzazione di questi

apparati e la riallocazione delle loro funzioni in capo agliEnti locali possono essere il modo di dare nuova linfa elegittimità ad esempio alle Province. Un terzo punto critico sta nel superamento della fram-mentazione amministrativa che ostacola forme di gover-nance territoriale efficaci dal punto di vista del cittadinoe delle imprese.C’è qui da cogliere l’opportunità della proroga al 31marzo che riguarda la scelta dell’unica forma associativaper realizzare anche questo importante aspetto dellariforma, che riguarda la costruzione di sistemi integratidelle Autonomie, con una forte spinta anche verso l’ob-bligatorietà delle gestioni associate, con una valutazioneche parta dalle esperienze esistenti e quindi anche daquelle realizzate dalle Comunità montane.Per quanto riguarda il sistema delle relazioni tra organi,va considerato il ruolo dei Consigli, che soffrono di un’ef-fettiva capacità di indirizzo e controllo e di cui vannoripensati funzionalità e organizzazione anche in rapportoalle dimensioni degli Enti. Qui ribadisco una posizione che abbiamo già assunto nelpassato, proprio a Viareggio. Come Legautonomie, non

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riteniamo i Consigli comunali e provinciali un costo dellapolitica, ma semmai luoghi di partecipazione e di esalta-zione della democrazia.Per cui, anche in un intervento di razionalizzazione e diriduzione dei costi della politica, abbiamo ritenuto che sidebba operare più in direzione delle giunte, che degliorgani consiliari. C’è una questione che riguarda la riaf-fermazione degli incomprimibili spazi d’autonomia statu-taria e regolamentare, costituzionalmente garantita nellagestione interna e nell’organizzazione dell’Ente locale,con la riaffermazione della distinzione tra amministrazio-ne e politica e della conferma dell’esperienza positiva deidirettori generali, pertanto di figure manageriali che svol-gono funzioni di direzione amministrativa dell’Ente, lequali vanno tenute distinte e separate dalle funzioni digaranzia della legittimità dell’azione amministrativa, chevanno previste infatti in capo alla figura del Segretariocomunale. Questa è una premessa per implementare i processi diautoriforma, con un proprio ordinamento, una propriaorganizzazione, propri strumenti di controllo e valutazio-ne; e ciò ben oltre e al di qua della riserva di legge statalesulle funzioni fondamentali.La definizione delle funzioni fondamentali è infine utileanche per porre le Regioni di fronte alle proprie respon-sabilità di governo nei riguardi delle Autonomie. LeRegioni verranno così messe in condizione di precisare,nelle materie di loro competenza legislativa, le modalità diesercizio di tali funzioni, anche per integrare le previsionidel Legislatore statale.Noi non immaginiamo le Regioni come una controparterispetto al sistema delle Autonomie; anzi, il loro ruolo èdeterminante perché hanno evidenti poteri legislativi sumaterie che attengono ai diritti sociali essenziali per i cit-tadini e che sono strettamente connessi con le funzionifondamentali delle Autonomie. Sono determinanti ancheperché coinvolte in un ruolo centrale nel coordinamentotra i vari livelli di governo. Questi non sono entità separa-te tra loro, ma vengono chiamati nell’esercizio di funzio-ni che hanno molti punti di contatto tra loro.Infatti, se è importante definire, ai fini di una chiara indi-viduazione delle responsabilità, “chi fa che cosa”, è anchevero che, nella realtà, le cose sono più complesse e le fun-zioni interagiscono fra loro, fino a confondersi a volte in

una indistinta zona grigia. Quindi, il “chi fa che cosa” va accompagnato dalla previ-sione di modalità e da luoghi in cui possa avvenire questocoordinamento e in cui possa esplicarsi il principio di lealecooperazione “repubblicana”. Luoghi probabilmente daindividuare nei Consigli regionali delle autonomie.Va ribadito, con forza, che il ruolo della Regione devesostanziarsi nell’abbandono di ogni residuo di ammini-strazione attiva. Infatti, l’esperienza avviata dalla 142 inpoi e dai decreti attuativi delle leggi Bassanini insegna chele tentazioni di neo-centralismo regionale sono semprepiuttosto forti. Pertanto, andranno previsti poteri sostitutivi, in caso diinerzia, molto convincenti, che siano magari accompagna-ti da meccanismi sanzionatori a ulteriore tutela delle pre-rogative degli Enti locali. E questo lo dico perché, come è noto a tutti, gli Enti loca-li non hanno accesso diretto, almeno nell’attuale quadrocostituzionale, alla Corte Costituzionale.Forse si può immaginare un punto di incontro con leRegioni, una sorta di accordo, in base al quale queste siimpegnino a dismettere tutte le funzioni di amministra-zione attiva e a riconoscere in toto l’autonomia normativadegli Enti locali; questi ultimi, a loro volta, si impegnino ariconoscere alle Regioni qualcosa di più di un ruolo diinterlocutore distante e distinto; cioè accettino che laRegione svolga un ruolo anche innovativo rispetto al pas-sato nella distribuzione delle funzioni e nella promozionedelle forme associative, fino anche alla finanza locale.Infine, alcune considerazioni sul tema centrale, quellodelle funzioni. Un tema che va svolto, a mio avviso guar-dando soprattutto alla finalità di costruire sistemi digoverno integrati, efficienti, sostenibili e soprattutto flessi-bili; in grado, cioè, di rispondere prontamente alle mute-voli e spesso imprevedibili condizioni dei contesti territo-riali in cui si opera.In fondo la logica, e la scelta per un sistema federale, cidice che lo Stato, che cede sovranità verso l’alto ( l’UE ) everso il basso, risponde alle sfide della competizione glo-bale, by-passando le proprie rigidità, attraverso la flessibi-lità dei sistemi territoriali, che sono poi quelli che le sfidedella globalizzazione devono effettivamente sostenerla.

*Direttore di Legautonomie

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In questi giorni, le Autonomielocali dovrebbero iniziare il per-corso per la costruzione dei bilan-

ci preventivi per il 2009 e triennali2009-2011.

Si trovano ad agire con difficoltà maggiori del passato e difronte ad un quadro legislativo che, invece di favorire un ocu-lato utilizzo delle risorse per lo sviluppo degli investimenticon la massimizzazione delle entrate e la qualificazione dellespese, tende a deprimere ulteriormente la fase successiva, chegià attanaglia l’economia del Paese. Infatti, per l’anno prossimo, la conversione del DL 112/2008ha regolato con un maxiemendamento una nuova versionedel Patto di stabilità, fondata su prescrizioni micidiali permolti Enti locali. Il valore di base dell’obiettivo programmatico è divenuto ilsolo anno 2007 e non più il triennio 2003-2005. L’aggregato da considerare è il saldo fra entrate finali e spesefinali, stralciando alcune voci, voci che si indicheranno inseguito. Trattasi di un saldo di competenza mista che com-prende la gestione di competenza (accertamenti e impegni)fra le entrate e le spese correnti e la gestione di cassa (riscos-sioni e pagamenti) per la parte in conto capitale.Quindi, il confronto è influenzato da variabili disparate e,nella parte in conto/capitale, da riscossioni anche dei residuiattivi o da pagamenti di residui passivi spesso legati a fatti

contingenti ed episodici non ricorrenti e, perciò, soggetti acontinui cambiamenti. D’altro canto, la definizione in questo scorcio di anno di lavo-ri pubblici di grande rilievo si tradurrà nell’anno 2009 in defi-nizione di stati di avanzamento; di conseguenza, i pagamentisaranno di entità tale da dover essere bloccati, pur disponen-do delle risorse necessarie, per non compromettere il rispet-to del Patto.Di conseguenza, anche comportamenti “virtuosi” con ladefinizione rapida dei lavori pubblici vengono penalizzatiinvece di essere incentivati, contribuendo, già da quest’anno,a deprimere ulteriormente l’economia del Paese. Tant’è che, come è noto, in questi giorni la Confindustria starichiedendo in generale al Governo di accelerare i tempi dipagamento per quelle imprese fornitrici delle PubblicheAmministrazioni, che già oggi sono costrette a pagare perdiverse motivazioni con tempi lunghi o lunghissimi. D’altrocanto, in questi giorni, anche l’ANCI e la Lega delleAutonomie Locali hanno richiesto al Governo di modificareil Patto proprio su questo versante.E’ anche da rilevare che, sul versante delle entrate tributarie,si sono introdotte nuove rigidità con il blocco delle addizio-nali e con l’abolizione dell’ICI sulla prima casa. In pratica, suquesto versante, resta ai Comuni la sola manovra dellaTARSU. Questo blocco sulle entrate premia solo chi ha aumentato itributi in passato. In breve sintesi, si può esporre in questomodo la modalità di calcolo della competenza mista:a) + accertamenti in conto competenza, nell’anno 2007, sultitolo I;b) + accertamenti in conto competenza, nell’anno 2007, sultitolo II;c) + accertamenti in conto competenza, nell’anno 2007, sultitolo III;d) - impegni di competenza, assunti nell’anno 2007, sul titolo I;e) = saldo finanziario 2007, di competenza di parte corrente;f) + riscossioni nell’anno 2007, sulle categorie da 1 a 5 deltitolo IV;g) - pagamenti nell’anno 2007, sugli interventi da 01 a 09 deltitolo II;h) = saldo finanziario 2007, di cassa in conto capitale;i) (e+h) saldo finanziario 2007, di competenza mista.Da quanto sopra e da quanto previsto dal comma 8 dell’art.77 bis, si evince che sono escluse dal conteggio del saldo utile,ai fini del Patto, le risorse derivanti dalla cessione di azioni oquote di società operanti nel settore dei servizi pubblici loca-li e le risorse derivanti dalla vendita del patrimonio immobi-liare destinate alla realizzazione di investimenti infrastruttu-rali o alla riduzione del debito. Questa norma è un premio per chi ha alienato nell’anno2007, mentre rappresenterà una penalizzazione per chi vorràalienare queste azioni e/o quote o immobili nei prossimi anni,

OttobrOttobre 2008e 2008 1313

Bilanci ed Enti locali, un percorso sempre più pericolosocon tanti ostacoli per lo sviluppo possibile del territorio

Il ministro dell’Interno, on. Maroni

Antonio Scippa*

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in quanto la spesa non sarà compensata dalla corrispon-dente entrata. Occorrerà, inoltre, fornire precise indica-zioni sulla tipologia degli investimenti da considerare.Per definire se, nel 2009, si potrà rispettare il Patto di sta-bilità, occorre verificare il confronto con il saldo 2007. Sequest’ultimo è positivo, il saldo 2009 deve essere almenopari al saldo 2007, peggiorato del 10 %. Se, invece, il saldo2007 è negativo, il saldo 2009 deve essere almeno pari alsaldo 2007 migliorato del 48 %.SanzioniIn caso di sforamento del Patto, per l’anno 2009, le san-zioni previste sono le seguenti:• esclusione dalla ripartizione dell’incremento del gettitocompartecipato irpef dinamica, comma 702, Legge296/06;• divieto di assunzione di personale a qualsiasi titolo, conqualsivoglia tipologia contrattuale compresi co.co.co. esomministrazioni, anche con riferimento ai processi distabilizzazione in atto (art. 76, comma 4 D.l. 112/08); pro-cessi di stabilizzazione avviati e non compiuti al 25/6/2008;• divieto di stipulare contratti di servizio con soggetti pri-vati che si configurino come elusivi delle predette disposi-zioni sul personale (art. 76, comma 4 D.l. 112/08);• divieto di impegnare, nell’anno successivo a quello dimancato rispetto, spese correnti in misura superioreall’importo annuale minimo dell’ultimo triennio;• divieto di ricorrere a indebitamento per investimenti;• riduzione del 5 % dei contributi ordinari per l’anno suc-cessivo;• rideterminazione indennità di funzione e gettoni di pre-senza agli amministratori con applicazione di una riduzio-ne del 30% rispetto all’ammontare risultante alla data del30/6/2008 (art. 61, comma 10 D.l. 112/08);

• impossibilità di incrementare il fondo per le risorsedestinate ai contratti decentrati (art. , comma 1 del CCNL11/4/2008).Come si può rilevare, trattasi di sanzioni rilevanti di diffi-cile gestione, soprattutto per quanto concerne il rispettodel livello minimo di impegni nel triennio precedente,tenendo conto dei tassi di inflazione e dei rinnovi contrat-tuali.In pratica, anche su questo versante il rispetto di que-st’obbligo si tradurrà in un taglio netto dei servizi erogati.Limiti all’indebitamentoIl vincolo previsto dal comma 10 dell’art. 77 bis riguarda ilpossibile incremento dello stock di indebitamento da unesercizio all’altro. Questa variazione può avvenire in misura non superiorealla percentuale annualmente determinata con decretoministeriale. Tale misura si traduce in una ulteriore compressione del-l’autonomia degli Enti locali, in relazione alle scelte difinanziamento. Ciò anche se si collegano queste indica-zioni al disposto del 1° comma dell’art. 62, che prevede ladurata massima dell’ammortamento dei prestiti da ricon-durre al periodo di vita utile del bene finanziato.Difficoltà per chiudere i bilanci in pareggioLa normativa del Patto di stabilità determina, perciò,nuove difficoltà e nuovi problemi per Comuni e Province. Se a ciò si aggiungono le problematiche scaturite da altrirecenti provvedimenti, il quadro risulta fosco. Si pensi cheè risultato dalla previsione dei trasferimenti erariali, perl’anno 2009, la sottrazione di circa 1,5 miliardi di mancatitrasferimenti. D’altro canto, risulta scoperta la differenza tra mancatogettito per abolizione ICI prima abitazione e compensa-zioni erariali, che è pari alla differenza tra stima ANCI per3,1 miliardi di euro e le previsioni nel bilancio dello Statoper 2,6 miliardi.Tutte queste partite concorrono a rendere sempre più dif-ficile la quadratura dei conti per il 2009, nel pieno rispet-to dei principi contabili e della corretta stima delle entra-te e delle spese. Si tratta allora di mobilitare in questi gior-ni tutte le energie tecniche, politiche e amministrative, perrappresentare la realtà e per chiedere provvedimentiurgenti, indispensabili per evitare tagli ai servizi sociali eriduzioni degli investimenti, proprio quando è più urgen-te la ripresa delle opere pubbliche.*Presidente regionale Ancrel - Club dei revisori responsabile

Commissione Enti locali Ordine Dottori

1414 OttobrOttobre 2008e 2008

L’ex ministro TommasoPadoa Schioppa

L’attuale Ministro Giulio Tremonti

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Anche questo anno, gli Enti locali, nella stesura delbilancio previsionale e nella gestione dello stesso,dovranno fare i conti con il Patto di stabilità e non sol-tanto (come se non bastasse ed avanzasse) con le man-cate compensazioni ai tagli di entrata (ad esempiol’ICI).Il Patto di stabilità viene appesantito, di anno in anno,e costringe le amministrazioni locali a ricercare solu-zioni “innovative” per la spesa corrente, soprattuttoper realizzare le opere pubbliche necessarie alle esi-genze dei loro territori.Molti Enti sono “costretti” a ricorrere a strade alter-native, talvolta anche di particolare “pericolosità”, perfare quadrare i propri conti.Anche per il prossimo anno è stato previsto l’ennesi-mo cambiamento delle regole, dettato dal Decreto-legge numero 112/2008, con la conferma di alcunedisposizioni già in vigore e l’introduzione di significa-tive novità, in particolare, per la definizione degliobiettivi di miglioramento dei propri conti, per ilsistema di monitoraggio (si devono trasmettere allaragioneria generale dello Stato le informazioni relati-ve alle risultanze, in termini di competenza mista edalla situazione debitoria entro trenta giorni dalla finedi ogni trimestre, utilizzando il sito realizzato apposi-tamente dal Ministero – www.pattostabilita.rgs.teso-ro.it ), per il sistema sanzionatorio e per quello pre-miante.Le regole del Patto di stabilità che, come detto, cam-biano ormai ogni anno e non danno certezze agliamministratori, l’abolizione dell’ICI sulla prima casanon ancora del tutto rimborsata come “promesso”dallo Stato, l’impossibilità di poter agire sull’ICI sulleseconde case, quasi sempre già a livello massimo diimposizione nei Comuni, il blocco delle addizionali,voluto dal Ministro Tremonti a partire dal prossimo2009, fanno il resto.Fondamentalmente, gli effetti che discendono dall’im-postazione del Patto di stabilità dell’anno 2009 sono:- gli incassi ed i pagamenti di parte corrente (sia dicompetenza che a residuo) non rilevano ai fini delPatto:- gli accertamenti e gli impegni di parte capitale (tito-lo 4° entrata e titolo 2° spesa) non sono rilevanti ai finidel Patto (i riflessi si hanno, però, - e come -quandotali movimenti contabili si traducono in effettivi incas-si e pagamenti, di fatto determinando, come è facilecomprendere, gravissimi problemi ai fini dei paga-menti dei fondi per le opere pubbliche);

- le entrate da accensione di presti-ti non sono entrate valide ai fini delPatto, così come le spese per il rim-borso dei prestiti (titolo 3°);- l’avanzo di amministrazione non è entrata valida aifini del Patto e , pertanto, è opportuno destinarloall’estinzione anticipata dei prestiti.Voglio sottolineare che, a mio parere, l’aspetto piùpenalizzante della manovra estiva del Governo“Berlusconi” è rappresentato dalla conferma, nono-stante le forti proteste levatesi da parte degli Entilocali e delle associazioni che li rappresentano, per leenormi difficoltà che essi hanno dovuto affrontare inmateria di investimenti, del criterio della competenzamista dettata dal Patto di stabilità, che, come precisa-to, considera gli accertamenti e gli impegni per laparte corrente e gli incassi ed i pagamenti della partein conto capitale, escludendo le riscossioni e le con-cessioni di credito (trattandosi queste ultime di opera-zioni finanziarie che non rilevano ai fini del calcolodell’indebitamento netto delle PubblicheAmministrazioni utilizzato a livello europeo).Ultima problematica che voglio evidenziare (che, perl’Ente che rappresento ha una incidenza fortissima,avendo esso avviato il procedimento per la vendita diottantasette alloggi di sua proprietà, che dovrebbeconcretizzarsi nel corso dell’anno 2009) è rappresen-tata dalla vendita del patrimonio immobiliare, previ-sta dall’articolo 77 bis del citato Decreto 112/2008.Secondo quanto previsto dalla disposizione normativain esame, per gli Enti che hanno operato alienazioninel corso dell’anno 2007, il provvedimento alleggeri-sce molto la manovra, mentre per gli Enti che hannoin programma di effettuare alienazioni (anche in rife-rimento al piano delle alienazioni e valorizzazioniimmobiliari previsto dal D.L. 112/08 e che gli Entihanno l’obbligo di allegare al proprio bilancio preven-tivo del prossimo anno) la norma peggiora molto lasituazione, in quanto non consente di utilizzare talientrate per migliorare il saldo finanziario.Come è evidente, almeno voglio sperare che sia fatto,è necessario approntare modifiche determinanti, daparte del Governo, modifiche che vadano soprattutto a“rendere giustizia”, premiando realmente quegli Enti,come quello che rappresento, che hanno sempre, nelcorso degli anni, impostato la loro azione, pur conenormi sforzi e grandissime difficoltà, per il rispetto ditutte le disposizioni normative dettate dal Legislatore.

*Sindaco di Casavatore (Na)

OttobrOttobre 2008e 2008 1515

Gli Enti locali e gli endemici problemi delle “certezze”: anchele regole del “Patto di stabilità”, per il 2009, cambiano ancora

Pasquale Sollo*

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OttobrOttobre 2008e 20081616

Da luglio 2008, in seno al Laboratorio PrivacySviluppo, nasce il servizio “Avanti per laCivicrazia”.Scopo del servizio è quello di seguire i Responsabilidella Rete Civicratica e gli altri Incaricati, passodopo passo, nei progressi ottenuti per il raggiungi-mento degli obiettivi prefissati, tramite compilazio-ne di apposite schede strutturate sotto forma diquestionario, al fine di avere una chiara visioned’insieme.La compilazione avviene generalmente attraversocolloquio telefonico o inviando la suddetta schedavia mail, così che l’interessato possa avere il temponecessario per rispondere alle domande. L’Organizzazione, di cui il Laboratorio si avvale, hafatto sì che ogni Componente possa perseguire ilproprio obiettivo sia in modo indipendente siainterdipendente, potendosi avvalere sia di proprierisorse sia di contatti forniti dallo stessoLaboratorio.Ecco le tre consuete domande caratteristiche delservizio: la prima “A che punto è l’obiettivo a Leiaffidato?”, la seconda “Perché è importante taleobiettivo?” e la terza “Quale sarà il prossimo

passo?”.Per poter ottenere unbuon risultato, invitosempre il mio interlocu-tore a rispondere inmodo dettagliato, aiu-tandolo attraverso altresubdomande quali: “chetipo?” per ogni sostanti-vo, “in che modo?” perogni verbo e “quanti?”per ogni eventualequantificatore.Seguendo le sostanzialipriorità del Laboratorio,il Servizio intervista, in

particolare, i Referenti e

i Coordinatori della ReteCivicratica e di Comitati,riguardo il proprio perso-nale obiettivo e il loro ruolodi Referente/Coordinatore,aiutando così a guidare itanti Incaricati di specificheattività. Quest’azione è svoltaseguendo un form didomande più specifichesui relativi Gruppi e/oComitati.In questo modo le infor-mazioni ottenute sonoanch’esse più specifiche,utili e mirate a fornire unquadro sempre più nitidodella situazione e dellavoro sino ad ora svolto.Dall’analisi dettagliatadelle schede ho evinto che il lavoro quotidiana-mente svolto dai membri interniall’Organizzazione, può essere identificato comeuna vera e propria “catena” e il lavoro di ognuno,visto come un singolo anello, concorre al lavorodell’intera Organizzazione nel suo impegno peruna società più giusta e per il cittadino protagoni-sta.Il riscontro dei soggetti sino ad oggi intervistati èstato puntuale, preciso e dettagliato, così da sotto-lineare un forte spirito di appartenenza e di condi-visione dell’ideale Civicratico.In particolare nella Rete Civicratica si è così garan-tita la possibilità di una sempre fluida e sinergicacollaborazione, interna ed esterna, volta al sicuro esereno raggiungimento del comune obiettivo: l’isti-tuzione del Difensore Civico Nazionale.

Fabiana Faliti Responsabile del servizio

“Avanti per la Civicrazia”

informatorinformatore e l’l’delle Autonomie localiollettino di informazioneollettino di informazioneLaboratorio Privacy SviluppoBB

presso il Garante per la protezione dei dati personali

Laboratorio Privacy Sviluppo: avanti per la Civicrazia

L’avv. Giuseppe Fortunato,Coordinatore del “Laboratorio

Privacy Sviluppo” e compo-nente del Garante per la

Protezione dei Dati Personali

Piazza Monte Citorio, 121 - 00186 Roma -06/69677424/3/7- fax 06/69677425 - e mail: [email protected] - www. laboratorioprivacysviluppo.it

Fabiana Faliti

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Il Dipartimento Telematico nascenel settembre 2008 dall’esperienzadel precedente comitato telematicoraccogliendone l’eredità in terminidi funzioni e know-how, con l’obiet-tivo di migliorare ed incrementare leiniziative portate avanti dalLaboratorio Privacy Sviluppo attra-verso l’utilizzo di tecnologie infor-matiche e nuovi canali di comunica-zione.Il suo organigramma è stato struttu-rato per essere flessibile ma altempo stesso valorizzare le capacitàdei componenti scelti in base alleloro attitudini e specifiche esperien-ze professionali. Quindi non unstruttura gerarchizzata, militare,rigida ma un’organizzazione divisain comitati e gruppi di lavoro con-centrati su precise iniziative.Scopo dei gruppi e dei comitati èquello di far conoscere le numeroseattività del Laboratorio utilizzandometodologie e canali di comunica-zione moderni e il più possibile inte-ragenti tra loro, creando, così, dellecontinue sinergie comunicative alfine di far conoscere il nostro mes-saggio: CITTADINO PROTAGO-NISTA (sul piano personale LASVOLTA, sul piano sociale la CIVI-CRAZIA, sul piano istituzionale ilDIFENSORE CIVICO NAZIO-NALE).Grazie all’aiuto di un nutrito gruppodi collaboratori il Dipartimento hapromosso la nascita di molteplicidiscussioni sul tema del DifensoreCivico Nazionale che ha portato, in

alcuni casi, ad avere, in soli duemesi, oltre 2500 visite sui forumdedicati all’argomento.Grande risalto viene dato alle nuovetendenze in campo telematico con lapresenza del Laboratorio all’internodei progetti internazionaliWikipedia e Second Life.Gli utenti wikipediani hanno infattiintrodotto la voce “LaboratorioPrivacy Sviluppo” praticamentepoco dopo la sua nascita e sul cre-scente interesse che sta mostrandol’opinione pubblica. È stata poianche inclusa la voce “Civicrazia”nella categoria delle forme di gover-no.Il mondo virtuale di Second Life chetanto affascina tutti gli internauti èun’opportunità unica e irripetibileper far conoscere e diffondere l’ideadi una democrazia nuova, maggior-mente compiuta, una vera civicraziae per far ciò il Laboratorio ha decisodi promuovere il proprio messaggioattraverso il CIVIS DAY, il giorno28 marzo 2009. Infatti, gli avatar(alter ego in Second Life) di comunicittadini e di civicratici si riunirannoper discutere su come poter, tuttiinsieme, nella prima (quella reale,first life) come nella seconda vita(quella virtuale, second life), contri-buire a creare una società migliorecon una partecipazione più attiva epropositiva.Anche il social networking è entratoa far parte dei progetti delLaboratorio grazie all’utilizzo di unapiattaforma come Facebook che,con milioni di utenti iscritti, permet-te di rimanere in contatto con amicie colleghi e dando la possibilità atutti di conoscere le numerose atti-vità in programma attraverso lepagine dedicate al LaboratorioPrivacy Sviluppo.Per chi volesse conoscere la comu-nità di Civicrazia, quali sono i prin-cipi ispiratori, le associazioni ade-renti può visionare gli interventi delsuo coordinatore, l’avv. GiuseppeFortunato, anche sul sito Youtube.itall’interno del quale sono presentiinterviste tratte da trasmissioni tele-visive su Rai Parlamento e Rai Uno. L’azione del Dipartimento Telema-

tico, stimolata dai notevoli risultatiraggiunti, continua oggi con sempremaggiore entusiasmo. Tante, infatti,sono le iniziative in progetto comela realizzazione dei siti internet part-ner dell’Associazione Civicrazia edell’Associazione NazionaleDifensori Civici Italiani che saran-no presto on-line per diventareanch’essi punto di riferimento ditutto il mondo civicratico.

*Coordinatore del Dipartimento Telematico

1717OttobrOttobre 2008e 2008

informatorinformatore e l’l’delle Autonomie localiollettino di informazioneollettino di informazioneLaboratorio Privacy SviluppoBB

presso il Garante per la protezione dei dati personali

La Civicrazia, comesviluppo di un’idea didemocrazia compiuta,è il sistema istituziona-lizzato che garantiscela tutela e il rispettodei diritti del cittadinonei rapporti con lapubblica amministra-zione e che permettedi trasformare ognunodi noi da spettatore aprotagonista della vitapubblica. Le organizzazioni e le associazioni checon le loro esperienze e professionalità aderisco-no ai principi civicratici hanno costituito la ReteCivicratica. Tra tutti i soggetti aderenti al mes-saggio della Civicrazia e partecipi alle attività etra le 4000 Associazioni che condividono questiprincipi è stato scelto e formato un ristretto erigorosamente selezionato Corpo volontario for-mato da 24 Responsabili vigorosamente impe-gnati nella battaglia per l’istituzione delDifensore Civico Nazionale. I Responsabili,come Corpo scelto a numero chiuso, devonorispondere a precisi requisiti di prontezza e pre-cisione nell’eseguire i propri incarichi, soprattut-to quelli più delicati, come instaurare con i par-lamentari assegnati le giuste relazioni. Sonoinoltre impegnati in numerose attività esterne.Sono articolati in 6 Gruppi che rispecchiano igruppi presenti in Parlamento. I Responsabilisono altresì articolati in 6 Comitati secondo iloro ruoli.Gli sforzi di tutti coloro che credono nei principicivicratici ci ha permesso di raggiungere oltre il98% del nostro obiettivo. La strada da percorre-re non è lunga ma occorre un ulteriore impegnofinale per far sì che vi sia anche in Italia un veroGarante del cittadino, così come già è avvenutonegli altri paesi europei.

*Supporto Rete Civicratica

Crescono le iniziative del Laboratoriocon il Dipartimento Telematico

di Raffaele Rota*

Rete Civicratica: i magnifici 24di Ornella Parascandolo*

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inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie locali

La Comunità montana dell’Ufita, presieduta daGiuseppe Solimine, che ha sede ad Ariano Irpino, inprovincia di Avellino, ha sottoscritto il protocollo diintesa, allegato all’accordo di reciprocità “Valledell’Ufita” per la realizzazione di un grande program-ma di sviluppo che coinvolge 33 Comuni della provin-cia di Avellino. L’idea forza si articola intorno a tre progetti: il Parcomobilità, da realizzarsi nel Comune di Ariano Irpinonell’ambito del progetto integrato “Regio tratturo-iti-nerario culturale”; il Polo sportivo della Valle Ufita edil Parco delle fonti e delle sorgenti della Baronia e dellaFalconeria. Ciascun Comune indicherà i progetti “minori” chedovranno essere realizzati a completamento delle gros-se infrastrutture e strutture facenti parte delProgramma di sviluppo. L’accordo di reciprocità è stato sottoscritto dall’Entemontano, dalla Provincia di Avellino, dalla Regione

Campania e dai sog-getti attuatori deglistrumenti di pro-grammazione nego-ziata, cioè il PattoBaronia, il PattoAgrirpinia e il PitRegio Tratturo. L’individuazione e larealizzazione di pro-getti che avesserocome obiettivo ilrilancio economico,sociale e culturaledella Valle Ufitasono state le prioritàper l’Ente montano,guidato daGiuseppe Solimine,che ha avviato unvero e proprio pro-

cesso di trasformazione di una parte dell’Irpinia tradi-zionalmente svantaggiata rispetto alle aree metropoli-tane e costiere della Campania e che oggi si è rafforza-to attraverso l’iniziativa del Programma di sviluppo pre-sentata da Solimine e Francesco Lo Conte, assessorealla programmazione negoziata della ComunitàMontana dell’Ufita. L’Ente ha provveduto a finanziare gli studi di fattibilitàrelativi ai progetti della mobilità, dello sport e del parcodella Baronia. Attualmente si è in attesa che la Regione Campania

avvii la proceduraper la concessionedel finanziamento,che ammonta acirca cento milionidi euro. Il Programma nonsarà isolato, perchéinteragirà con glistrumenti indivi-duati con l’Accordodi programma qua-dro, riferito alla rea-lizzazione di alcuneimportanti struttureed infrastruttureipotizzate lungo ladirettrice Napoli-Bari, tra le quali lalinea ferroviaria ad Alta Capacità, che prevede la sta-zione “Irpinia” proprio in Valle Ufita, la Piattaformalogistica della Valle Ufita ed il Centro fieristico, in corsodi completamento. Questo ultimo progetto è stato realizzato dallaComunità Montana, che ha deciso di utilizzare almeglio una propria struttura. Sul fronte posto a nord-est di Ariano Irpino, cioè nella zona a confine tra le pro-vince di Avellino e Foggia, la Comunità Montana stasviluppando una serie di attività che rientrano nel PitRegio Tratturo e che saranno parte integrante delProgramma. Di particolare interesse il recupero di una vecchia distil-leria, che sarà sede di attività di natura culturale e turi-stica. L’accordo di reciprocità è stato sottoscritto dai seguentiComuni: Ariano Irpino; Bonito; Carife; Casalbore; CastelBaronia; Flumeri; Frigento; Gesualdo; Greci;Grottaminarda; Melito Irpino; Montaguto; MontecalvoIrpino; San Nicola Baronia; San Sossio Baronia;Savignano Irpino; Scampitella; Sturno; Trevico; Vallata;Vallesaccarda; Villanova del Battista e Zungoli. Poiché i progetti interessano alcuni comuni posti a con-fine con l’Ufita, il documento è stato recepito anche daicomuni di: Fontanarosa; Guardia dei Lombardi;Lapio; Luogosano; Mirabella Eclano; Paternopoli;Rocca San Felice; Sant’Angelo all’Esca; Taurasi eVillamaina. Ha sottoscritto l’Accordo anche la Soprintendenza peri Beni archeologici, storici e culturali delle Province diAvellino, Benevento e Salerno.

1818 OttobrOttobre 2008e 2008

Municipi campani - La notizia del mese

Francesco Lo Conte

Giuseppe Solimine

Insieme per fare sviluppo ed uscire dalla precarietà!La Comunità montana dell’Ufita stimola la sottoscrizione di un protocollo d’intesa con Comuni, Province e Soprintendenza

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a direttiva, tenuto conto della rapida diffusione dei siste-mi di acquisto elettronici, ha voluto fornire una definizionecomune di tale sistema e ne ha regolamentato il relativo fun-zionamento, garantendo che si svolga nel rispetto dei princi-pi comunitari. Questa regolamentazione consentirà alleamministrazioni aggiudicatrici di trarre pieno profitto dallepossibilità offerte dagli acquisti elettronici, garantendo l'e-quo trattamento degli operatori economici che desidereran-no far parte di tale sistema(30).Questa disciplina non discende da esperienze comuni e dif-fuse, ma da alcuni singoli Stati membri che hanno spinto inquesta direzione. Rappresenta, per certi versi, un'evoluzio-ne del mercato elettronico(31).Il sistema dinamico di acquisto è definito nella direttiva(32)come “un processo di acquisizione interamente elettronico,per acquisti di uso corrente, le cui caratteristiche general-mente disponibili sul mercato soddisfano le esigenze del-l'amministrazione aggiudicatrice, limitato nel tempo edaperto per tutta la sua durata a qualsivoglia operatore eco-nomico che soddisfi i criteri di selezione e che abbia presen-tato un'offerta indicativa conforme al capitolato d'oneri”.Da questa definizione discendono le condizioni di applicabi-lità di tale istituto: le amministrazioni possono ricorrere alsistema dinamico di acquisto solo per gli acquisti di beni eservizi di uso corrente; le amministrazioni ricorrono a talesistema e aggiudicano i relativi appalti utilizzando esclusiva-mente mezzi elettronici. La caratteristica fondamentale del sistema dinamico è diconfigurarsi come un sistema aperto al quale può accederel'amministrazione, basato sulla creazione di un elenco diofferenti già accettati, al quale nuovi offerenti possono ade-rirvi.

La norma comunitaria(33) stabilisce che, per tale sistema, leamministrazioni aggiudicatrici debbano seguire le normedella procedura aperta in tutte le sue fasi fino all'aggiudica-zione degli appalti.In conformità dell'articolo 33 della direttiva, per istituire unsistema dinamico le amministrazioni aggiudicatrici devono:a. pubblicare un bando di gara specificando che si tratta diun sistema dinamico d'acquisto;b. precisare nel capitolato d'oneri la natura degli acquistiprevisti, oggetto di tale sistema, e tutte le altre informazioninecessarie;c. offrire per via elettronica, dalla pubblicazione del bandofino alla conclusione del sistema, l'accesso libero, diretto ecompleto al capitolato d'oneri e a tutti gli altri documenti.Queste tre fasi sono finalizzate alla prequalificazione deglioperatori che partecipano al sistema dinamico d'acquisto.Per tutta la durata prevista del sistema (massimo quattroanni, tranne in casi eccezionali debitamente giustificati),sono ammessi al sistema gli operatori economici che soddi-sfano criteri di selezione e presentano un'offerta indicativaconforme al capitolato d'oneri.“Ogni appalto specifico deve essere oggetto di un confrontoconcorrenziale” (art. 33 par. 5). Una volta realizzato il sistema dinamico, quando le ammini-strazioni aggiudicatrici intendono aggiudicare un singoloappalto pubblicano un ulteriore “bando di gara semplifica-to”, con cui invitano tutti gli operatori economici interessatia presentare un'offerta indicativa per essere ammessi alsistema dinamico (per questo definito aperto). Dopo aver valutato tutte le offerte, le amministrazioniaggiudicatrici invitano tutti gli operatori ammessi al sistemaa presentare una specifica offerta per l'appalto.

1919OttobrOttobre 2008e 2008

La nuova disciplina comunitaria degli appalti pubblici.Lo scenario europeo e le finalità della Direttiva 2004/18/CE.

L’Europa ed il sistema dinamico di acquistodi NICOLA ASSINI*

L

Seconda parte

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inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie locali

L'appalto verrà aggiudicato all'offerente cheha presentato la migliore offerta in base aicriteri di aggiudicazione indicati per l'istitu-zione del sistema dinamico di acquisizione.Tale sistema consente alle amministrazioni,grazie alla creazione di un elenco aperto eflessibile di offerenti, di disporre attraverso imezzi elettronici di un ampio ventaglio diofferte a cui attingere per aggiudicare i singo-li appalti. Questo dovrebbe assicurare unamaggiore efficienza della commessa pubblicae stimolare un continuo confronto competiti-vo.1.2.2 Il mercato elettronico e il sistema dinamico di acquistoNegli ultimi anni l'ordinamento italiano hagià sviluppato, sia sul piano normativo chenella prassi, un sistema di acquisti elettronici,simile al sistema dinamico di acquisto, antici-pando per alcuni versi la disciplina comunita-ria.Si fa esplicito riferimento al. d.P.R. n. 101/2002, contenente “criterie modalità per l'espletamento da parte delle amministrazioni pub-bliche di procedure telematiche di acquisto per l'approvvigiona-mento di beni e servizi”. Il regolamento disciplina lo svolgimentoda parte delle Pubbliche Amministrazioni delle procedure di e-procurement e, in particolare di due distinti procedimenti: la garatelematica (asta on-line) sopra e sotto soglia comunitaria; il merca-to elettronico (market place) solo sotto soglia comunitaria(34).Entrambe le procedure telematiche sono precedute da specifichefasi di abilitazione aperte al pubblico e regolate con bandi confor-mi alla normativa comunitaria e nazionale; i bandi di abilitazione,gli avvisi di gara e di aggiudicazione, nonché ogni altra comunica-zione esterna, sono pubblicati sui sito dell'amministrazione proce-dente.Ai sensi del d.P.R. n. 101/2002, la CONSIP S.p.A.(35), per contodel Ministero dell'Economia e delle Finanze, ha attivato un mer-cato elettronico, accessibile esclusivamente alle PubblicheAmministrazioni registrate e ai fornitori abilitati(36).I potenziali fornitori, che sono interessati a presentarsi allePubbliche Amministrazioni tramite questo nuovo strumento infor-matico, possono rispondere ai bandi di abilitazione già pubblica-ti(37), scegliendo l'area geografica in cui offrire i propri beni e ser-vizi (partendo dalla singola provincia sino all'intero territorio ita-liano).Si crea così un catalogo on-line dei prodotti offerti dalle singoleimprese abilitate. La Pubblica Amministrazione, una volta identi-ficato il prodotto di interesse, può decidere se acquistarlo effet-tuando una scelta tra le offerte indicate nei cataloghi dei diversi for-nitori, accettandone prezzi e condizioni di fornitura, oppure proce-dere a chiedere un'offerta, con condizioni di fornitura specifiche, apiù fornitori del bene richiesto, selezionandoli tra quelli presentinel mercato elettronico. La decisione sul tipo di processo di acquisto da seguire, se “ordinediretto” o “richiesta di offerta”, si basa sugli stessi criteri di oppor-tunità e di legittimità adottati dalle amministrazioni nel mercatoreale. In entrambi i casi il sistema informatico supporta l'interatransazione di acquisto.In caso di una richiesta di offerta, terminato il tempo disponibileper presentare le offerte, il sistema consente all'acquirente di pren-derne visione ordinandole in base al prezzo globale. Sarà poi com-pito dell'acquirente decidere se e a chi aggiudicare il contratto difornitura (sulla base dei criteri indicati nella richiesta di offerta o di

quelli ritenuti più idonei).Il mercato elettronico della Pubblica Amministrazione costituisceuno strumento di forte innovazione e snellimento nel processo diacquisto di beni e servizi, pur non modificando le regole giuridichee commerciali che caratterizzano il processo stesso.Offre alle Pubbliche Amministrazioni una gamma di prodottiampia (nel senso di numerosità delle categorie merceologiche ospi-tate) e profonda (nel senso della varietà di prodotti/fornitori nel-l'ambito di ciascuna categoria); le amministrazioni possono cosìindividuare le soluzioni più adeguate alle proprie esigenze.In definitiva si riscontrano forti analogie tra il marketplace discipli-nato e realizzato in Italia, e il sistema dinamico di acquisizione pre-visto dalla nuova direttiva.In primo luogo, entrambi consentono alle amministrazioni aggiu-dicatrici di disporre di un'ampia gamma “aperta” di offerte tra cuiscegliere, con evidenti effetti positivi in termini di economicità deitempi e dei costi di gestione della procedura. Inoltre i sistemi si con-figurano come processi di acquisizione di beni o servizi interamen-te elettronici, riuscendo così a snellire e velocizzare gli acquisti diuso corrente.Un elemento di differenziazione, invece, caratterizza le modalità diapprovvigionamento. Il mercato elettronico prevede, come si èvisto, due differenti modalità: l'ordine diretto e la richiesta di offer-ta, che si sostanzia in un confronto competitivo tra i fornitori delmercato elettronico. Diversamente il sistema dinamico di acquisi-zione prevede come unica modalità quella del confronto competi-tivo, da effettuare in occasione dell'affidamento di ogni singoloappalto.Questo nuovo istituto introdotto dalla direttiva non limita quantoè già disciplinato nell'ordinamento italiano per gli acquisti al disotto della soglia comunitaria, ma lascia intravedere possibili spazidi estensione del marketplace al di sopra di tale soglia(38).1.2.3 Le aste elettronicheLa direttiva comunitaria prevede una disciplina specifica delle asteelettroniche, volta a fornire una loro definizione e regolamentazio-ne univoca. Il legislatore comunitario ha raccolto, secondo un processo bot-tom-up, le esperienze e le discipline affermatesi di recente neidiversi Stati membri, creando così una regolamentazione uniformeche assicuri il rispetto delle norme e dei principi comunitari.Nella nuova direttiva l'asta elettronica è definita come “un proces-so per fasi successive basato su un dispositivo elettronico di pre-sentazione di nuovi prezzi, modificati al ribasso, e/o di nuovi

2020 OttobrOttobre 2008e 2008

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inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie locali

valori riguardanti taluni ele-menti delle offerte, cheinterviene dopo una primavalutazione completa delleofferte permettendo che laloro classificazione possaessere effettuata sulla basedi un trattamento automati-co. Di conseguenza appaltidi servizi e di lavori chehanno per oggetto presta-zioni intellettuali, come laprogettazione di lavori, nonpossono essere oggetto di aste elettroniche”(39).Le aste elettroniche sono inserite nella sezione sui criteri di aggiu-dicazione e non nella parte relativa alle procedure di gara, da que-sto si evince che l'asta elettronica si configura non come una pro-cedura a sé, ma come una tecnica che può essere adoperata dalleamministrazioni aggiudicatrici in tutte le procedure ordinariedisciplinate dalla direttiva (aperte, ristrette e negoziate). Leamministrazioni possono ricorrere a tale tecnica anche in occasio-ne del rilancio del confronto competitivo fra le parti di un accor-do quadro(40) e dell'indizione di gare per appalti da aggiudicarenell'ambito del sistema dinamico di acquisto(41).L'asta elettronica può essere utilizzata per l'aggiudicazione diappalti non solo di forniture e servizi ma anche di lavori, a condi-zione che le caratteristiche oggetto di valutazione possano esserestabilite in modo preciso. Nel considerando n. 14 viene esplicita-mente richiamato il caso di appalti di forniture, lavori e serviziricorrenti.Per garantire il rispetto del principio di trasparenza possono esse-re oggetto di asta elettronica solo gli elementi che possono esseresoggetti ad una valutazione automatica a mezzo elettronico, senzaintervento e/o valutazione da parte dell'amministrazione aggiudi-catrice, ossia solo gli elementi quantificabili in modo tale da poteressere espressi in cifre o percentuali. Al contrario, gli aspetti delleofferte che implicano una valutazione di elementi non quantifica-bili non possano rientrare nelle aste elettroniche, ad esempio alcu-ni appalti di servizi e di lavori che hanno per oggetto prestazioniintellettuali, come la progettazione di lavori.Il ricorso a tale tecnica consente di richiedere agli offerenti (dopouna prima valutazione delle offerte) di effettuare successivi ribas-si sui prezzi offerti e, eventualmente, di migliorare altri elementidell'offerta, purché questi siano suscettibili di valutazione auto-matica. Le offerte sono presentate e valutate esclusivamente susupporto elettronico, a condizione che gli elementi da valutaresiano rappresentati dal.prezzo o, in caso di aggiudicazione con ilcriterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, da altri fat-tori quantificabili.L'articolo 54 della direttiva stabilisce le condizioni e le modalità disvolgimento dell'asta elettronica. Le amministrazioni che decida-no di ricorrere a tale tecnica devono indicarlo nel bando di gara eil capitolato d'oneri deve esplicitare le informazioni relative all'og-getto e allo svolgimento dell'asta.Lo svolgimento della procedura può essere suddiviso in quattrofasi:a). Le amministrazioni effettuano una prima valutazione comple-ta delle offerte conformemente ai criteri di aggiudicazione stabili-ti e alla relativa ponderazione fissata nel capitolato d'oneri.b). Tutti gli offerenti, che abbiano presentato offerte ammissibili,sono invitati simultaneamente per via elettronica a presentarenuovi prezzi e/o nuovi valori nel caso dell'offerta economicamen-te più vantaggiosa. L'invito deve contenere la formula matemati-

ca che determinerà, durantel'asta elettronica, le riclassi-ficazioni automatiche infunzione dei nuovi prezzie/o dei nuovi valori presen-tati(42).c). Si svolge on-line la garavera e propria. L'asta elet-tronica può svolgersi in unao più fasi successive secon-do una procedura formaliz-zata. Nel corso di ogni fase

dell'asta, le amministrazioniaggiudicatrici comunicano, in tempo reale a tutti gli offerenti,almeno le informazioni che consentono loro di conoscere in ognimomento la rispettiva classificazione(43).d). Le amministrazioni aggiudicatrici dichiarano conclusa l'astaelettronica secondo una o più delle seguenti modalità:• indicano nell'invito a partecipare all'asta la data e l'ora preven-tivamente fissate;• quando non ricevono più nuovi prezzi o nuovi valori che rispon-dono alle esigenze degli scarti minimi. In questo caso le ammini-strazioni indicano nell'invito il termine che rispetteranno a parti-re dalla ricezione dell'ultima presentazione prima di dichiarareconclusa l'asta elettronica;• quando il numero di fasi dell'asta fissato nell'invito è stato rag-giunto.Dopo averla dichiarata conclusa, le amministrazioni aggiudicanol'appalto, in funzione dei risultati dell'asta elettronica.L'articolo 85 del Codice De Lise recepisce nell'ordinamento ita-liano l'asta elettronica. La differenza rilevante tra la normativanazionale e quella comunitaria riguarda le modalità di conclusio-ne dell'asta stessa. Il testo italiano prevede un'unica modalità: “lestazioni appaltanti dichiarano conclusa l'asta elettronica alla datae ora di chiusura preventivamente fissate”.1.2.4 La gara telematica e l'asta elettronicaLa normativa italiana, nel capo II del d.P.R. n. 101/2002, ha intro-dotto nel sistema di e-procurement la gara telematica, uno stru-mento alternativo ai tradizionali sistemi di scelta del contraente(pubblico incanto, licitazione privata, trattativa privata).Questa innovativa procedura può essere svolta per l'appalto dibeni e servizi, sia inferiore che superiore alla soglia comunitaria. Il processo di gara telematica può essere diviso in quattro macro-fasi:1. l'emissione del bando di abilitazione dei fornitori per una o piùspecifiche categorie merceologiche;2. l'emissione di singoli avvisi di gara, relativi alle specifiche gareda effettuare nell'ambito delle categorie merceologiche oggettodel bando di abilitazione;3. l'espletamento delle singole gare, oggetto degli avvisi, attraver-so l'utilizzo di una piattaforma telematica per la ricezione delleofferte dei fornitori e la. loro valutazione;4. l'aggiudicazione della fornitura, dopo aver effettuato le verifi-che necessarie per la conferma della graduatoria (valutazionedelle offerte anomale, verifiche tecniche).Il d.P.R. 101/2002 regolamenta la fase di abilitazione, indicandouna serie di requisiti minimi che il bando deve contenere: il volu-me totale degli appalti da aggiudicare per ciascuna delle categoriedi servizi e di beni nel periodo considerato; la specificazione dellediverse classi per le quali gli utenti sono abilitatati in relazione alleloro capacità tecniche, finanziarie ed economiche; i criteri e lemodalità per la presentazione e la valutazione delle domande diabilitazione.

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inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie locali

L'avviso di gara si riferisce ad una specifica fornitura, nell'ambitodelle categorie merceologiche previste dal bando di abilitazione,ed indica: l'oggetto della specifica gara telematica; le modalità concui verrà espletata la gara ed i criteri di aggiudicazione; i requisitiminimi di partecipazione alla gara; i termini per la presentazionedelle richieste di partecipazione alla gara (manifestazioni di inte-resse), per le imprese già abilitate al bando; i termini per la pre-sentazione delle richieste di abilitazione e partecipazione alla garaper le imprese non abilitate al bando e per i RaggruppamentiTemporanei di Impresa.I soggetti prescelti possono partecipare alla gara telematica. Sonoprevisti modelli di negoziazione diversificati in base ai criteri diaggiudicazione (prezzo più basso o offerta economicamente piùvantaggiosa) e alle modalità di presentazione delle offerte (a bustaaperta o a busta chiusa). Si possono avere gare ad unica sessione dinegoziazione (ovvero con lo svolgimento di un round “secco”),oppure gare multi-sessione di negoziazione (ovvero con lo svolgi-mento di più round). E' più opportuno utilizzare una gara ad ununico round per categorie merceologiche relative ai mercati matu-ri, caratterizzati da poca incertezza circa il valore/costo del con-tratto(44) o per gare in cui vi siano particolari rischi di collusionetra i partecipanti(45). Potrebbero essere svolte con questo model-lo le gare su beni altamente standardizzati e merceologie sullequali sono state eseguite diverse edizioni. Invece una gara multi-round, è più adatta nei casi in cui c'è incertezza sul valore del con-tratto(46) o per quelle gare in cui non vi siano particolari rischi dicollusione tra i partecipanti(47). Potrebbero essere svolte con que-sto modello le gare su servizi, o su beni con alta componente di ser-vizi, nonché le nuove iniziative. La gara avviene in forma anonima:sono visualizzati esclusivamente gli importi delle offerte ma non ilproponente. E' il sistema informatico a valutare automaticamentele offerte, tramite il meccanismo dell'asta al ribasso o quello del-l'offerta economicamente più vantaggiosa. Se il criterio di aggiudi-cazione è quello del prezzo più basso, l'offerta vincente è quella divalore economico più basso pervenuta entro i termini della nego-ziazione. Diversamente, se il criterio è l'offerta economicamente

più vantaggiosa, le offerte sono classificate in base al valore pon-derato del punteggio economico (basato sul prezzo offerto) con ilpunteggio tecnico (basato sulla qualità dell'offerta).I vantaggi di tale modello di acquisto digitale sono rappresentatidalla trasparenza e dalla rapidità operativa delle procedure, non-ché dallo stimolo concorrenziale dovuto all'abbattimento dei costidi transazione (i fornitori devono solo possedere la firma digitale ela connessione internet). Comporta anche una maggiore flessibilitàe reattività rispetto ai mutamenti del mercato e all'obsolescenzatecnologica del bene, grazie alla riduzione dei tempi minimi di sti-pulazione di un contratto. Un altro vantaggio è la riduzione deicosti del personale necessario per l'espletamento della gara: i con-trolli vengono effettuati automaticamente e una prima graduatoriaè stilata sulla base di parametri predefiniti. Inoltre la procedurarelega la verifica del possesso dei, requisiti di abilitazione e di quel-li di partecipazione alla gara ad una fase successiva alla aggiudica-zione e solo per il fornitore primo classificato.Confrontando la gara telematica (ex d.P.R. n. 101/2002) e l'astaelettronica (ex articolo 54 Direttiva 2004/18/CE), le analogie risul-tano essere sostanziali. Ma è essenziale ricordare che la prima èuna procedura telematica di acquisto, mentre la seconda è unostrumento di negoziazione da adoperare in tutte le procedure ordi-narie disciplinate dalla direttiva. Una differenza tra i due istitutirisulta nella fase preliminare della gara, che non è presente nellagara telematica, ma viene effettuata prima dell'asta elettronica, perun'iniziale valutazione delle offerte, valutazione che riguardaanche eventuali parametri discrezionali.Sulla base dell'istituto innovativo dell'asta elettronica, introdottodalla nuova direttiva appalti, si potrebbe prevedere un nuovo pro-cesso di gara interamente gestito con sistemi telematici(48).Questa nuova procedura, rispetto alla gara telematica, potrebbeportare ad un guadagno di efficienza in termini di tempi, in parti-colare grazie all'eliminazione del bando di abilitazione, previstodal d.P.R. 101/2002.

*Docente di Urbanistica - Università di Firenze

2222 OttobrOttobre 2008e 2008

Note(29)- Non viene previsto un periodo transitorio per l'adozione di tali tec-niche, in quanto per periodo transitorio si intende il periodo intercor-rente tra l'adozione e il recepimento della direttiva.(30)- Si veda il considerando n. 13.(31)- Si veda in seguito il paragrafo 1.2.2 “Il mercato elettronico e ilsistema dinamico di acquisto”. (32)- Si veda l'articolo 1, par. 6.(33)- Si veda l'articolo 33.(34)- Si rinvia a L. Fiorentino, Gli acquisti onoline, La disciplina nor-mativa, in Giornale di Diritto Amministrativo, 2002, n. 6, p. 585.(35)- Si veda in seguito il paragrafo “Le centrali di committenza”.(36)- Si veda a proposito il portale: www.acquistinretepa.it.(37)- I bandi di abilitazione pubblicati sono: materiale elettrico, prodot-ti ed accessori di informatica, prodotti e materiali di consumo per l'uffi-cio, piccole apparecchiature da laboratorio, ausili informatici per disa-bili, dispositivi di protezione individuale, dispositivi per cateterismo veno-so ed arterioso.(38)- Si veda a proposito E-procurement e normativa comunitaria, inStrategie di utilizzo del marketplace nelle amministrazioni pubbliche,Formez Area Progetto Editoriali, 2005, p. 101.(39)- Si veda articolo 1, par. 7.(40)- Si veda l'articolo 32, par. 4. (41)- Si veda l'articolo 33.(42)- “Questa formula integra la ponderazione di tutti i criteri stabilitiper determinare l'offerta economicamente più vantaggiosa, quale indi-cata nel bando di gara o nel capitolato d'oneri; a tal fine le eventuali for-celle devono essere precedentemente espresse con un valore determina-

to. Qualora siano autorizzate le varianti, per ciascuna variante deve esse-re fornita una formula separata” (articolo 54, par. 5).(43)- Le amministrazioni eggiudicatrici possono anche comunicare altreinformazioni riguardanti altri prezzi o valori presentati, purché sia pre-visto nel capitolato d'oneri. Esse possono inoltre, in qualsiasi momento,annunciare il numero di partecipanti alla fase dell'asta; tuttavia in nes-sun caso esse possono rendere nota l'identità degli offerenti durante losvolgimento delle fasi dell'asta elettronica (cfr. articolo 54, par. 6).(44)- Ad esempio i costi attesi di fornitura, il numero e la domanda effet-tiva delle pubbliche amministrazioni, la frammentazione degli ordini,ecc..(45)- Il modello ad un round secco, a differenza di una gara multi-round, rende meno stabili gli accordi collusivi.(46)- Un'asta multi-round è necessaria quando la diffusione dell’infor-mazione nel corso dei vari round dell'asta e la possibilità di effettuareulteriori rilanci sono utili ai fini di una migliore “taratura” dell'offerta.Questo modello può essere utile anche quando in una gara per il rinno-vo di una convenzione si prevede la partecipazione del/degli aggiudica-tario/i della/e precedente/i. Avendo informazioni su ordinativi, costi,distribuzione della domanda, ecc. le offerte degli incumbents potrebberoessere utili per orientare le offerte degli altri partecipanti.(47)- Il rischio di accordo tra i fornitori potrebbe essere aggravato dallapossibilità di verificare (round per round) se il comportamento dei for-nitori “collusi” è in linea con gli accordi stabiliti, e quindi di reagire incaso contrario.(48)- Un processo di gara interamente gestito con strumenti telematicipotrebbe rappresentare un’importante opportunità in vista di una futu-ra abrogazione del d.P.R. 101/2002 che disciplina le gare telmatiche.

Segue nel prossimo numero

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inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie locali

Il codice ha inoltre carattere suppletivo, rispetto ad altre disci-pline: "trovano applicazione in tutti i casi in cui non siananoapplicabili norme di legge o di regolamento o comunque perprofili non diversamente disciplinati da leggi o regolamenti".Esso, infine, ha il carattere di fissazione di regole-base, che pos-sono essere integrate e specificate dai codici adottati dalle sin-gole Amministrazioni. Fra i pochi esempi di codici adottati dasingole Amministrazioni locali, si segnala il caso del “codiceetico degli appalti” del Comune di Torino. In attuazione del comma 5 dell'art. 54 cit., infatti, la Giuntacomunale di Torino, il 28 gennaio 2003, ha adottato un proprioprovvedimento, denominato “codice etico degli appalti comu-nali” che, come esso stesso dichiara, “fa riferimento al Codiceemanato dal Ministro della Funzione Pubblica con Decreto 28novembre 2000, del quale costituisce integrazione specifica-mente mirata all'attività contrattuale”.

L’art. 2 si sofferma sui principi cardine che debbono guidare lacondotta del pubblico dipendente. Vanno sottolineate, a tal proposito, le regole consistenti neiseguenti punti: rispettare la legge e perseguire esclusivamentel'interesse pubblico; mantenere una posizione di indipendenzanelle decisioni in linea con gli interessi pubblici da perseguire;dedicare il tempo e le energie necessarie all'adempimento deicompiti di ufficio, assumendo le connesse responsabilità; utiliz-zare i beni strumentali a disposizione soltanto in funzione delleattività che si devono svolgere per l'Ente pubblico; instaurarecon i cittadini un rapporto di fiducia, limitando gli adempimen-ti a loro carico ed a carico delle imprese a ciò che è indispensa-bile, semplificando l'attività amministrativa; osservare il rispet-to della ripartizione delle competenze fra Stato ed Enti territo-riali. In estrema sintesi, si avverte l'esigenza di portare al massi-mo dell'espressione il principio della legalità nello svolgimentodella quotidiana attività amministrativa, fornendo ai cittadiniutenti, in forma singola o associata, servizi che per qualità equantità siano corrispondenti, alla domanda.

Il tutto nel quadro di rapporti che debbono essere caratterizza-ti da disponibilità e correttezza, nel rispetto dell'esercizio deidiritti di ciascuno.Particolare attenzione è dedicata dagli artt. 3 e seguenti agliaspetti negativi della prestazione lavorativa riguardanti, tra l'al-tro, il divieto di accettare doni o altre utilità, la mancanza di tra-sparenza negli interessi finanziari e nella stipulazione dei con-tratti, il divieto di partecipare ad attività o decisioni ammini-strative, in cui siano coinvolti interessi propri, o di svolgere atti-vità, rientranti nei compiti d'ufficio, dietro compenso o altra uti-lità da parte di soggetti diversi dall'Amministrazione. In parti-colare, l'art. 3, rubricato “Regali e altre utilità”, prevede che ildipendente non possa chiedere, per sé o per altri, né accettare,neanche in occasione di festività, regali o altre utilità salvo"quelli d'uso di modico valore", da soggetti che abbiano trattoo comunque possano trarre benefici da decisioni o attività ine-

renti all'ufficio. Il problema che si pone èquello di stabilire cosa si debba intendereper “regali d'uso e di modico valore”. Ad esempio, il valore è relativo al ruolo chesi riveste (es. usciere o ministro) o va consi-derato in sé? Si ritiene che solo regali divalore infimo siano accettabili, di entità taleda non ingenerare né in chi li offre né in chili riceve una sensazione di obbligo o grati-tudine. E', nel dubbio, preferibile nonaccettare però alcun tipo di dono. Al secon-do comma, l'art. 3 prevede, inoltre, che ildipendente non deve chiedere, per sé o peraltri, né accettare, regali o altre utilità da unsubordinato o da suoi parenti entro il quar-to grado. Di converso, il dipendente nondeve offre regali o altre utilità ad un

sovraordinato o a suoi parenti, entro il quar-to grado, o conviventi, salvo quelli d'uso di modico valore. Laragione del divieto è evidente. Il rapporto di autorità può implicare l'esercizio di favori o sfa-vori, che non devono essere né propiziati né evitati in virtù diforme larvate di corruzione.L'art. 4 è rubricato “Partecipazione ad associazioni e altre orga-nizzazioni”. In base ad esso, nel rispetto della disciplina vigentedel diritto di associazione, il dipendente comunica al dirigentedell'ufficio la propria adesione ad associazioni ed organizzazio-ni, anche a carattere non riservato, i cui interessi siano coinvol-ti dallo svolgimento dell'attività dell'ufficio, salvo che si tratti dipartiti politici o sindacati. Tale disposizione, in vero, appare lesi-va della liberà di associazione, del diritto alla riservatezza edella autodeterminazione di ciascuno nella sfera dell'indiffe-rente giuridico. In ogni caso, si ritiene che il dirigente dell'uffi-cio debba conservare il massimo riserbo sulle notizie apprese,in ottemperanza alla norma in commento.

*Segretario ComunalePresidente Commissione Studi e Ricerche UNSCP

2323OttobrOttobre 2008e 2008

Il Codice di comportamento del pubblico dipendente

LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE CHE CAMBIA!Note e commenti suiNote e commenti suiprocessi di innovazioneprocessi di innovazioneamministrativaamministrativa

a cura di ALFONSO DE STEFANO*

Segue nel prossimonumero

Il sindaco di TorinoChiamparino

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Dall’Assemblea nazionale dell’Anci, a Trieste, sono emersi interes-santi spunti per un’analisi concreta della realtà italiana ed in partico-lare della debolezza del Mezzogiorno.Non a caso ciò che dice il Governo, attraverso i suoi provvedimenti,può essere accettabile per un ragionamento ed un confronto di comeil Federelismo può svilupparsi nell’intero territorio nazionale utliz-zando il parametro della perequazione e della solidarietà. Viceversadai ragionamenti dei Sindaci dell’Italia settentrionale (per fortunaqualcuno fa qualche distinguo) emerge che sono finiti i tempi delle“vacche grasse” e per questo le risorse restano principalmente dovenascono; ed ecco la proposta del 20% dell’Irpef da destinare agliEnti locali. Ciò è anche quanto viene sostenuto nella proposta di legge in mate-ria di Finanza pubblica avanzata dal “Movimento dei Sindaci delVeneto” e sostenuta anche dall’Anci Lombardia ed altri. In partico-lare si legge testualmente nel disegno di legge: “... è istituita, in favoredei comuni delle regioni a statuto ordinario, una compartecipazione delventi per cento al gettito dell’imposta sul reddito delle persone fisiche. Lacompartecipazione sull’imposta è efficace a decorrere dal 1° gennaio20010, con correlato azzeramento, a decorrere dalla stessa data, del com-plesso dei trasferimenti a favore degli stessi comuni, operati a valere suifondi: ordinari, consolidato e perquativo - di cui all’articolo 34 comma 1e sul fondo per lo sviluppo degli investimenti di cui all’articolo 32, deldecreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504. L’aliquota di compartecipa-zione è applicata al gettito del penultimo anno precedente l’esercizio diriferimento. ...”Per meglio capirci su ciò, voglio portare un esempio semplice, sem-plice: se nella regione Veneto l’Irpef ammontasse ad un miliardo, iComuni veneti riceverebbero 200 milioni di euro, all’incirca 400miliardi delle vecchie lire; se in Campania l’Irpef ammontasse ad unmilione, i Comuni campani riceverebbero risorse pari a 200 mila euroe cioè circa 400 milioni delle vecchie lire. Come si può osservare, dauna parte parliamo di miliardi di euro e dall’altra di milioni. E’ chiaro che di fronte ad una tale situazione economica come sipensa di realizzare il federalismo fiscale perequativo in tutta Italia,vista la tanta disparità socio-economica?La logica del Gorveno è diversa dalla realtà, anche perchè la propo-sta di legge sul Federalismo fiscale nasce dalla penna di un ministroproprio del Nord ed il ministro Calderoli non ha fatto mai misterisulla bontà di scelte che vanno in favore all’altra Italia e cioè la cosid-detta Padania. Ormai tutti siamo coscienti che il Mezzogiorno, a fronte di una popo-lazione del 33%, contribuisce al Pil con il suo 25% per cui il dislivel-lo con l’attuale crisi economica non può che aggravarsi, ed ecco per-ché occorre ragionare su cosa fare davvero.Come accennavo prima, la perequazione diventerà solo uno sloganperchè il gap attuale tra Nord e Sud è incolmabile, mi sembra davve-

ro utopistico che si riescano a colmare in termini perequativi il nume-ro degli asili nido di Bologna a quelli di Napoli, quando il rapporto èuno dieci.Nel passato e nel presente molti analisti continuano ad attribuire aquesto o a quel taglio la causa di tutti i mali, dimenticando che conl’introduzione del cosiddetto “Patto di stabilità” si è messo in motoun meccanismo diabolico, che strozza ogni iniziativa di sviluppo edaccresce la crisi socio-economica proprio in quelle regione in cui ladebolezza è endemica, anche per colpe proprie. Dove manca il lavoro, o meglio dove un tempo si produceva ed ogginon si produce niente, la crisi non può che accentuarsi con lo spopo-lamento, perchè dove non c’è lavoro il cittadino è costretto ad anda-re via, portando con sé la ricchezza principale di una società e cioè lamanodopera. A conferma di un futuro ancora più in crisi è la scelta di questi gior-ni del Governo e cioè quella di dar vita ad un federalismo senza nem-meno il Parlamento, attraverso le leggi-deleghe, per cui di fronte atanta emergenza il tutto avverrà in perfetta solitudine, salvo poidiscutere su ciò che è stato già realizzato e definito. Occorre costrui-re ed elaborare una “Piattaforma del Mezzogiorno” che tenga contodella valorizzazione delle risorse locali. E’ necessario creare un fronte reale e non fittizio con il coinvolgi-mento non solo delle Regioni (dalla Campania alla Sicilia), ma diComuni, Province ed altri Enti territoriali che con la loro professio-nalità ed esperienza, possano contribuire alla costruzione della piat-taforma.Insomma ci vogliono amministratori e non più solo tecnici a proget-tare il governo del territorio. Bisogna dar vita ad un “ Cooordinamento meridionale” con il pienocoinvolgimento soprattutto dei Consiglieri regionali, provinciali,comunali, etc. Occorre partire da cose certe, con una maggiore con-vergenza soprattutto con le Associazioni autonomistiche, così comeavviata in Campania alla fine degli anni Novanta, cioè con la nascitadella Federazione regionale delle Autonomie locali che portò allaprima legge regionale riguardante la Conferenza delleAutonomie locali - Legge 26 del 1996. Per creare davveroqualcosa di concreto è necessario dar vita ad un’iniziativache parta da Napoli, in qualità di capitale del Mezzogiorno,per definire la piattaforma che analizzi il progetto di rifor-ma del Paese Italia, parlando di Federalismo solidale eperequativo, ovviamente spiegando agli amici del Nord cheil Sud ha tanto dato al settentrione in termini di manodope-ra e di ricchezza, attraverso la Cassa Depositi e Prestiti,soprattutto negli anni sessanta e settanta (chi non ricorda gliemigranti che inviavano i loro risparmi per depositarli negliuffici postali).

*Presidente Anci Campania

2424 OttobrOttobre 2008e 2008

Anci CampaniaAnci CampaniaAA ss ss oo cc ii aa zz ii oo nn ee NN aa zz ii oo nn aa ll ee CC oo mm uu nn ii II tt aa ll ii aa nn iiAA ss ss oo cc ii aa zz ii oo nn ee NN aa zz ii oo nn aa ll ee CC oo mm uu nn ii II tt aa ll ii aa nn iiIl Presidente, Bartolo D’Antonio

Occorre che le Associazioni autonomistiche della Campania si faccianocarico di una grande manifestazione con il coinvolgimento di tutto il Sud

inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie locali

di Bartolo D’Antonio*

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Qui di seguito, riportiamo alcuni interventi alla XXV Assembleanazionale dell’ANCI, che rafforzano la preoccupazione del presi-dente D’Antonio in merito al Federalismo e alle problematiche delMezzogiorno.SINDACO IERVOLINO: SUL FEDERALISMO, RIPRENDIAMO

IL DISCORSO INTERROTTO DOPO LE RIFORME DEL 2001 Il Federalismo non sia lotta poveri contro ricchi, Nord contro Sud. Il sindaco di Napoli, “da amministratore del sud” si è detta “posi-tivamente impressionata” dal discorso del Ministro dell’Interno,anche alla luce della volontà dello stesso Ministro di portare il pro-

getto di riforma della Carta delleAutonomie in parlamento, insieme alFederalismo fiscale.“Sui Comuni c’era una centralità diattenzione culturale e politica moltoforte negli anni della Legge 265 del1999, del Testo unico 266 e della rifor-ma del 2001”- ha ricordato la Iervolino,sottolineando come una ripresa di quelpercorso di riforme sia “un segno dellavolontà del Governo di andare versouna democrazia con forte accentuazio-ne di autogoverno e di sussidiarietà,

norme dal valore culturale molto alto”.La Jervolino ha poi auspicato che il Federalismo fiscale e le rifor-me di interesse dei Comuni non si trasformino in “una lotta dipoveri contro i ricchi o di Nord contro Sud” e, concludendo hafatto un appello all’Anci: “Non facciamoci tagliar fuori dal proces-so di riforma”. (ef) In merito il Sindaco Iervolino ha detto: “La centralità delleAutonomie negli ultimi anni si è un pò perduta, sia perché nonsono state approvate nuove leggi in materia, ma anche perché leristrettezze economiche hanno lasciato alle Regioni uno spaziomolto ampio, anche verso la gestione, invadendo in questo modoambiti di competenza comunale”. Queste le parole del sindaco diNapoli, Rosa Russo Iervolino, intervenuta al dibattito sulla Cartadelle Autonomie, svoltosi durante l’Assemblea. “Riprendere que-sto discorso come nel 2001 – per la Iervolino – è un fatto di estre-ma importanza che rivitalizza la nostra democrazia”. VINCENZO CUOMO: NELLA STAGIONE DI RIFORME, OCCORRE UN NUOVO PATTO SOCIALEVincenzo Cuomo, sindaco di Portici, è intervenuto al dibattito sullasussidiarietà e welfare, nel corso della terza giornata della XXVAssemblea nazionale ANCI di Trieste.“La possibilità di poter riscrivere, in questa stagione di riforme, unnuovo patto sociale – ha detto – credo sia un’occasione che non

vada dispersa. Occorre però poter defi-nire preliminarmente quali possonoessere i livelli essenziali delle prestazio-ni sociali ed è questo che ogni ammini-stratore auspica”. Riferendosi poi alladifficile situazione economica attuale,Cuomo ha sottolineato come “alladomanda di assistenza e spesa sociale,drammaticamente in aumento, corri-sponde un’offerta di fondi sempredecrescente. “A fronte di questa anali-si – ha continuato – ci preoccupa non

poco la contrazione di circa 274 milioni di euro che registra ilFondo nazionale per le politiche sociali. Questo si rifletterà su unaflessione enorme delle prestazioni che i comuni potranno erogareai cittadini. Quindi – ha concluso – nel riscrivere il Patto socialevanno create una serie di soluzioni finanziarie e legislative per per-mettere agli enti locali di poter dare delle risposte programmandouna serie di iniziative sul territorio”. (ef)PRESIDENTE DELL’ANCITEL OSVALDO NAPOLI: LA

COSTRUZIONE DEL NUOVO STATO NON PUÒ PRESCINDE-RE DAL PRINCIPIO DI AUTONOMIA E RESPONSABILITÀ

DEI COMUNI“Storia, identità e futuro: da qui bisogna partire quando si parla diriforme istituzionali”. Così il Vice Presidente ANCI, OsvaldoNapoli nel suo intervento di apertura della sessione pomeridianadella XXV Assemblea ANCI a Trieste. “Nel nuovo modello organizzativo dello Stato – ha spiegato – nonsi può prescindere dalla storia millenaria dei Comuni italiani, sonoloro che incarnano il senso della vicinanza ai cittadini, ai loro biso-gni. Sono domande – ha aggiunto Napoli – cui spesso i Comuninon hanno neppure i mezzi finanziariper dare risposte. Siamo il primobaluardo, il luogo in cui la convivenzacivile e sociale prende forma. Ma iComuni sono anche la base dellaRepubblica. L’articolo 114 dellaCostituzione eguaglia i Comuni aglialtri livelli di Governo, il futuro deiComuni nel nuovo assetto ordina-mentale della Repubblica non puòprescindere da questo”. E in tema difederalismo fiscale, Napoli ha eviden-ziato che non può esserci Federalismofiscale che non tenga conto della defi-nizione di chi fa che cosa, dei compiti e delle funzioni di ciascunlivello di governo. “La costruzione del nuovo stato – ha chiarito -non può prescindere dal potenziamento del principio di autonomiae responsabilità dei Comuni. La semplificazione istituzionale non può essere fatta a svantaggiodei Comuni. E’ necessario trasformare la diversità degli 8102Comuni in un vantaggio e in una forza”. E Napoli ha quindi intro-dotto il tema dell’associazionismo: “possiamo contribuire allarazionalizzazione degli ambiti di erogazione dei servizi – ha detto –sul principio di differenziazione di funzioni, poteri e risorse, madobbiamo sgombrare il campo da pregiudizi ideologici nei con-fronti del sistema delle Autonomie locali considerato come unicocentro di spesa da dover tagliare. Abbiamo il senso di responsabi-lità istituzionale e il coraggio per affrontare con serietà questi argo-menti, siamo pronti a farlo, ma dobbiamo farlo insieme a Stato,Regioni e Province per portare a compimento un processo rifor-matore che da troppo tempo rimane incompiuto”. E al temine delsuo intervento, Napoli ha detto di apprezzare “il metodo seguitodal Governo, cioé di considerare le Autonomie locali non antago-nisti, ma compartecipi delle riforme. Siamo sicuri – ha detto - cheesiste una via italiana al Federalismo, ed è quella che parte dallabase, dai poteri dei Comuni italiani, dall’eredità della nostra tradi-zione e della nostra storia. Su questo – ha concluso il VicePresidente - l’ANCI è pronta a fare la sua parte con il senso diresponsabilità istituzionale che l’ha sempre contraddistinta”. (fr)

2525OttobrOttobre 2008e 2008

inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie localincinci

CampaniaAA

Napoli

Iervolino

Cuomo

Occorre evitare che il Federalismo diventi una lotta tra poveri e ricchi, oppure Nord contro Sud

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inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie locali

Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione locale“La SSPAL al servizio delle Amministrazioni locali: innova-zione, comunicazione e strategia internet della Scuola delleAutonomie” - Resoconto dell’incontro organizzato dallaSSPAL di Lucia AntonelliL’imminente lancio del nuovo sito web della ScuolaSuperiore della Pubblica Amministrazione Locale è statoil tema dell’incontro “La SSPAL al servizio delle ammini-strazioni locali: innovazione, comunicazione e strategia inter-net della scuola delle autonomie”, svoltosi a Roma nellaSala conferenze di Piazza Montecitorio. L’evento ha focalizzato l’attenzione sul nuovo ruolo chela Scuola sta assumendo in seguito al riordinamentodovuto al DPR 27/2008. Sono intervenuti i direttori della SSPAL e dell’AgenziaAutonoma per la Gestione dell’Albo dei SegretariComunali e Provinciali (AGES) e rappresentanti politicilegati al mondo delle Autonomie locali come l’On. MarioValducci, Responsabile Nazionale di Forza Italia per gliEnti Locali e Presidente della CommissioneParlamentare Trasporti, Poste e Telecomunicazioni dellaCamera dei Deputati e l’On. Linda Lanzillotta, Ministroombra della Funzione Pubblica e dell’Innovazione.Nell’introdurre i lavori il Direttore f.f. della SSPAL,Baldovino de Sensi, ha evidenziato quanto il camminodel rinnovamento della Scuola si stia già concretizzando,soprattutto grazie alle numerose attività formative capil-

larmente distribuite sul territorio che sono state avviate apartire dallo scorso settembre, rivolte tanto ai segretaricomunali provinciali, quanto a dirigenti e amministratorilocali. Il Direttore ha evidenziato i dati numerici relativi allapartecipazione, che fanno riferimento a 34 eventi in unmese e mezzo e a 2376 partecipanti. Ulteriore dato significativo è che la partecipazione è statadiversificata tra segretari, dirigenti, amministratori,attuando concretamente la missione prevista dalla recen-te riforma. Il Direttore dell’AGES, Giovanna Marini, ha espresso ilproprio apprezzamento nei confronti del nuovo corsodella SSPAL e ha fatto riferimento alla proficua collabo-razione tra Agenzia e Scuola in un momento importantecome quello attuale. Ha sottolineato, infine, l’impegnodell’Agenzia a rendere sempre più stretto il rapporto traattività svolte e informazione, con l’obiettivo primario dimigliorare le modalità di comunicazione nei confronti deisegretari.Il Vice Direttore della SSPAL, Paolo Zocchi, ha quindipresentato il nuovo sito web della SSPAL, realizzato inte-ramente da personale interno, sottolineando quanto l’at-tenzione ad un efficace utilizzo di tecnologie informativeinnovative ai fini formativi rappresenti un valore aggiun-to degli obiettivi istituzionali della Scuola.Inoltre, è stata data particolare

2626 OttobrOttobre 2008e 2008

La Scuola delle Autonomie rafforza le sinergie con gli Enti territorialicon più innovazioni, anche attraverso la realizzazione del Campus virtuale

Segue a pagina 27

Sede centrale - Piazza Cavour, 25 - 00193 Roma .:. www.sspal.itTel. 06 32884209 - 32884210 - 32884201 .:. Fax 06 32884778 e-mail: [email protected]

A cura dell’Ufficio comunicazione Sspal

Le pagine della Scuola Superiore dellaPubblica Amministrazione Locale

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La formazione dei dirigenti degli Enti locali. Il nuovo ruolo dellaSSPAL e l’attuazione del dpr.27/2008.“La formazione dei dirigenti degli Enti locali. Il nuovo ruolodella SSPAL e l’attuazione del dpr. 27/2008”, questo è il conve-gno che la Scuola Superiore della Pubblica AmministrazioneLocale ha organizzato nell’ambito dell’assemblea nazionaledell’ANCI svoltasi a Trieste. Il convegno, è stato aperto dagli interventi di Paolo Zocchi,Vice Direttore della SSPAL, e di Adriana Vigneri, VicePresidente dell’Agenzia per la gestione dell’Albo nazionale deisegretari comunali e provinciali (AGES), si è, poi, articolatosulle relazioni di Fiorella Farinelli, Presidente del Comitato diindirizzo Tecnico Scientifico della SSPAL, e Ida Nicotra, docen-te dell’Università di Catania e Componente del Consiglio diAmministrazione dell’AGES, dedicate rispettivamente a Lanuova Dirigenza pubblica locale: progetti, programmi, fabbiso-gni, offerta formativa e La nuova SSPAL: un ponte tra le rifor-me istituzionali e la loro attuazione nelle autonomie locali. Tragli interventi successivi quello di Antonio Meola, Segretariogenerale della provincia di Frosinone che è intervenuto a sotto-

lineare l’importanza dell’attività diformazione nell’attuale fase diriforma e di crisi economica.L’obiettivo del convegno è statoquello di illustrare le linee di atti-vità della Scuola delineate, in par-ticolare, dal Dpr 27/2008 che, oltreall’accesso, alla progressione incarriera e all’aggiornamento deiSegretari comunali e provinciali,ha attribuito alla SSPAL anche laformazione della dirigenza locale edei politici eletti alle Istituzionilocali. Le relazioni e il successivodibattito hanno fornito l’occasionedi un primo confronto tra segretari, Scuola e Ages relativamen-te alla nuova missione delineata nel Dpr 27/2008 nell’ambitodelle norme previste dalla legge finanziaria 2007 (legge n.296/2006), in vista dell’attuazione delle riforme che hanno inte-ressato e stanno interessando le Autonomie locali.

2727OttobrOttobre 2008e 2008

inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie localiagine della Sspal agine della Sspal Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione LocalePP

Un Campus virtuale, oltre l’attuale web della SSPAL

rilevanza a risorse web già inessere della SSPAL – quali il Campus virtuale per idiscenti e l’Archivio documentale istituzionaleSSPAL.doc - che grazie al nuovo sito troverannomaggiore visibilità e utilizzo.L’On. Linda Lanzillotta, Ministro ombra dellaFunzione Pubblica e dell’Innovazione, coinvolta inprima persona nei lavori preparatori del D.P.R.27/2008 in quanto all’epoca Ministro per gli Affariregionali e le Autonomie locali, ha confermato labontà della riforma e la giusta valutazione del possi-bile ruolo della SSPAL come Scuola delle Autonomielocali. L’On. Lanzillotta ha quindi accennato alla que-stione del ruolo dei Segretari comunali e provinciali,testimoniando una particolare attenzione verso la

categoria. L’On. Mario Valducci ha a sua volta sotto-lineato come la nuova dirigenza della SSPAL stialavorando con grande impegno nella formazione sulterritorio, su tematiche sulle quali il Governo staattualmente operando, come i provvedimenti finan-ziari e i provvedimenti in materia di sicurezza urbana.Il Responsabile Nazionale di Forza Italia per gli EntiLocali ha quindi ricordato che sono in corso di elabo-razione, attualmente, nuovi importantissimi provve-dimenti, quali la normativa sul federalismo fiscale edil Codice delle Autonomie, dei quali ha sottolineatola rilevanza strategica. In questo contesto la SSPAL,ha concluso l’On. Valducci, sta dimostrando di esserein piena armonia con la prospettiva federalista postain essere nel paese dall’attuale Governo.

Segue da pagina 26

Più formazione per i dirigenti degli Enti locali

Vigneri

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Il nuovo ruolo della SSPAL e l’attuazione del dpr. 27/2008Se ne discusso in un convegno a Trieste, in occasionedell’Assemblea nazionale dell’Anci.Il convegno è stato presieduto da Baldovino De Sensi,Direttore f.f. della SSPAL;Ha introdotto i lavori, Fabio Melilli, Presidentedell’AGES e Presidente dell’UPI, ed Adriana Vigneri,Vice Presidente dell’AGES.Relazioni:Fiorella Farinelli, Presidente del comitato di indirizzo tec-nico scientifico della SSPAL “La nuova Dirigenza pubbli-ca locale: progetti, programmi, fabbisogni, offerta forma-tiva”;Ida Nicotra, Università di Catania – Componente del Cdadell’AGES: “La nuova SSPAL: un ponte tra le riformeistituzionali e la loro attuazione nelle autonomie locali”con gli interventi di:Osvaldo Napoli, Vice Presidente dell’ANCIMaria Teresa Bassaporopat, Presidente della Provincia diTrieste.Inoltre si è svolta una “Tavola rotonda” che ha visto lapartecipazione di:Rita Amabile, Vice Direttore Generale del Comune diMilano (in attesa di conferma);Stefania Dota, Vice Segretario Generale dell’ANCI;Antonio Meola, Segretario della provincia di Frosinone;Carlo Paolini, Segretario Direttore Generale del comunedi Firenze;Intervento conclusivo:Paolo Zocchi, Vice Direttore della SSPAL

OBIETTIVI DEL CONVEGNOLa legge n. 296/2006 (legge finanziaria 2007) ha delineato,ai commi 580 e seguenti, un nuovo scenario per la forma-zione pubblica. L’ ottica della norma e i suoi obbiettivi indicavano l’ambi-to della riorganizzazione e razionalizzazione della forma-zione dei dirigenti e dipendenti della PubblicaAmministrazione come una priorità nazionale. Il comma 582 riconosce alla SSPAL la specifica competen-za per la formazione dei dirigenti degli enti locali, mentrela formazione “centrale” veniva demandata ad una appo-sita Agenzia. Il successivo dpr 27/2008 ha poi delineato perla SSPAL una missione ampliata e rinnovata e una diver-sa governance, che ne valorizza la peculiarità di “Scuoladelle Autonomie”. Accanto al tradizionale ed essenzialeruolo di formazione, specializzazione e aggiornamento peri Segretari comunali e provinciali si rafforza il ruolo di for-mazione ed accompagnamento della dirigenza complessi-va delleIstituzioni locali, si dà mandato alla scuola per la forma-zione degli eletti locali, si valorizza la Scuola come luogodi attività non solo corsuali ma anche di servizio per ilsistema delle Autonomie e per il Dipartimento per gliaffari regionali. Le relazioni e la tavola rotonda intendono

avviare un confronto, conl’intervento di diretti pro-tagonisti, sui nuovi profiliprofessionali dei Segretarie della Dirigenza pubblicalocale. Queste riflessionidovranno focalizzare le“connessioni” fra la nuovamissione delineata nel dpr27 e gli strumenti che laSSPAL può mettere incampo per contribuire atti-vamente alla formazionedella dirigenza locale: con-venzioni con gli enti, masterdi alta formazione, offertaformativa mirata.L’obbiettivo finale è quello di favorire l’attuazione delleriforme istituzionali “in itinere” e percorsi di autoriformadei Comuni e delle Province.

Misure urgenti in materia di sicurezza urbanaLa SSPAL ha svolto a Milano, presso il“Nuovo SpazioGuicciardini” della Provincia di Milano una giornata for-mativa sulle misure urgenti in materia di sicurezza urbana,nell’ambito del ciclo dei seminari dell’autunno 2008, incollaborazione con le Istituzioni presenti sul territorio inrelazione agli adempimenti previsti dal provvedimentoapprovato dal Governo con D.L. n. 92 del 23.5.2008. Ilavori sono stati aperti dal Direttore f.f. SSPAL BaldovinoDe Sensi, che ha sottolineato come la nuova normativaamplia e modifica i poteri degli Organi di vertice egli EntiTerritoriali (Sindaci, Prefetti) e prevede una forte presen-za e vigilanza da parte delle Forze dell’Ordine. Questi seminari vogliono essere un valido supporto aglioperatori pubblici che dovranno adottare le idonee proce-dure ed applicare le nuove regole.Il Direttore ha ricordato che quello di Milano è stato il 35°evento dal 5 settembre svolto dalla Scuola sui due temi diattualità, sicurezza urbana e finanza territoriale. L’Assessore alla Sicurezza del Comune di Milano, RiccardoDe Corato ha portato l’esperienza concreta del Comune,soffermandosi sui positivi risultati ottenuti su quattrosituazioni: i giovani, con una particolare attenzione socia-le per la lotta alla tossicodipendenza, e ai writers, imbrat-tatori di muri, per i quali si sta studiando come sanzionel’obbligo a svolgere lavori socialmente utili; il salvataggiodi un elevato numero di donne indotte alla prostituzione edi bambini dediti all’accattonaggio, in entrambi i casi con-trastando una vera e propria tratta di esseri umani;il con-trasto alla mafia cinese. Obbiettivi trattati con praticità edequilibrio e non con posizioni ideologiche. Sono intervenuti successivamente il Prefetto di Milano,Gian Valerio Lombardi, ed il vice Prefetto Maria LuisaInversini. Il Prefetto Lombardi ha ricordato come il tema

2828 OttobrOttobre 2008e 2008

inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie localiagine della Sspal agine della Sspal Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione LocalePP

Il prof. Paolo Zocchi

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della sicurezza rappresenti più segmenti di attività, che pre-vedono anche una gestione preventiva delle situazioni dirischio. Proprio per questo motivo il Governo ha investito leAutonomie locali come prima Istituzione sul territorio. Ipoteri di ordinanza, peraltro, vanno svolti con il necessarioequilibrio. Il Prefetto esprime il parere che a volte può essere meglio,per i Sindaci, non fare le ordinanze piuttosto che farle maleo disciplinando casi già contemplati dalle leggi vigenti. Aquesto proposito, il Prefetto consiglia, pur comprendendo ledifficoltà degli Amministratori di passare per il ConsiglioComunale e pertanto di diluire i tempi, di affrontare il temasotto il profilo regolamentare. Infine esprime la disponibilitàdella Prefettura alla piena collaborazione con i Comuni. La dottoressa Inversini riprende gli argomenti del PrefettoLombardi approfondendo gli aspetti più tecnici del rappor-to fra Sindaci e Prefetto e i possibili elementi di criticità delleordinanze. Hanno portato il saluto, entrando nel merito dei problemi esottolineando il valore della formazione sull’argomento,Alberto Grancini Assessore alla Sicurezza della Provincia diMilano, Lorenzo Guerini Presidente ANCI Lombardia, eGabriele Pellegrini del cda dell’ AGES Lombardia.

Nella seconda parte dellamattinata, presieduta dalDirigente della strutturaterritoriale LombardiaPiemonte e Liguria dellaSSPAL, GiuseppeMarzullo, e nel pomerig-gio sono state svolte lerelazioni scientifiche:Maurizio Fiasco –Sociologo Esperto di pub-blica sicurezza ha trattatoil tema “Politiche locali disicurezza urbana allaprova: modelli operatividelle autonomie locali egestione delle nuovenorme”; Fabrizio Cristalli

Direttore GeneraleVicario Protezione Civile,

Prevenzione e Polizia Locale della Regione Lombardia“Sicurezza urbana e qualità della vita. Il contributo diRegione Lombardia”; Massimo Pavarini – ProfessoreOrdinario di diritto penale e diritto penitenziario presso laFacoltà di Giurisprudenza Università di Bologna“Governare la paura o governare attraverso la paura? Lepolitiche di sicurezza alla prova”; Ambrogio Moccia –Magistrato Ispettore Generale Ministero Grazia e Giustizia“Il contrasto della criminalità urbana: una funzione priorita-ria per il Sindaco del futuro”. Il Sindaco Gianfranco Massetti ha portato infine l’esperien-za del Comune di Paderno Dugnano (MI) con una illustra-zione del “patto locale di sicurezza urbana: un esempio dibuone pratiche a livello locale”. Si ricorda che è possibiletrovare alcuni materiali del seminario sull’Archivio docu-

mentale istituzionale SSPAL.doc.

La Finanziaria 2009 e i problemi degli Enti locali, se n’è discusso a Perugia“FINANZIARIA 2009. La struttura territoriale Emilia-Romagna, Toscana, Marche edUmbria della SSPAL ha promos-so a Perugia una giornata forma-tiva. Il confornto si è svolto sul“Documento diProgrammazione Economica-Finanziaria 2009-2013 ed ilDecreto-Legge 112 del 25 giugno2008 (L. Conv. 133/08)”. In parti-colare gli argomenti trattati sonostati: gli interventi sulla finanzapubblica, il Patto di stabilità inter-no; i cambiamenti nel lavoro pub-blico; la riduzione delle spese dipersonale e l’incidenza sull’organizzazione. Alla giornata distudio sono intervenuti: Pres. Luca Sborzacchi, Dott.Gianluigi Bovini, Dott. Giuseppe Canossi, ed essa è stataun’occasione di approfondimento dei contenuti dei provve-dimenti ed una riflessione delle problematiche applicativeconseguenti alla loro entrata in vigore.

UN CONVEGNO ANCI/SSPAL PER DISCUTERE:“LA DISTRIBUZIONE DEL GAS NATURALE”L’ANCI Abruzzo in collaborazione con la SSPAL ha orga-nizzato a Pescara un convegno sul tema: “La distribuzionedel gas naturale”. Il D.lgs. n. 164/2000 (c.d. Decreto Letta) ele successive integrazioni di recepimento della normativacomunitaria ha introdotto una disciplina volta alla liberaliz-zazione del servizio pubblico di distribuzione del gas preve-dendo i termini di scadenza delle concessioni in essere eimponendo agli Enti locali di esternalizzare la gestione delservizio con procedure ad evidenza pubblica. Alla Lucedella suddetta disciplina, molti Comuni saranno presto chia-mati ad avviare procedure selettive, ad evidenza pubblica,per la scelta del nuovo gestore. L’impatto della normativa èmolto importante per i Comuni in quanto dalla nuova garaessi potranno migliorare la qualità dei servizi. Gli obiettividel convegno sono stati: - Fare il punto sulla situazione legi-slativa del settore. - Come affrontare il riscatto dei beni. -Come prepararsi alle gare. - Quali prospettive di gestionealla luce delle ipotesi di Autorità per l’Energia Elettrica e ilGas sui bacini ottimali d’utenza. Le relazioni sono state svi-luppate da: Dott. Domenico Molinari (Dirigente RegioneAbruzzo) Lo Sviluppo della metanizzazione nella RegioneAbruzzo – Stato di fatto Antonio Dandolo (DirettoreGenerale Comune di Pescara) Tullio Tonelli(Amministratore Di Pescara Gas s.p.a.) L’esperienza di garae riscatto impianti gas del Comune di Pescara Antonio DiBari (ANCI Nazionale) Le problematiche della distribuzio-ne del gas naturale: obblighi ed opportunità per i Comuni.Marco Mariani Pasquale Cristiano: “Il D.Lgs. 164/00 e lenovità introdotte dall’art. 23 bis della L. 133/2008”; EligioFracasso Massimo Del Bianco: “Le gare per l’affidamentodelle attività di distribuzione del gas naturale”.

2929OttobrOttobre 2008e 2008

inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie localiagine della Sspal agine della Sspal Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione LocalePP

Il prof. Giuseppe Marzullo

Davide Ferrari

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inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie locali

Come abbiamo avuto modo di evidenziare nel numeroprecedente della rivista, l’acqua non è un bene infinito : senon si corre ai ripari, si rischia il suo esaurimento. E’ inuti-le sottolineare che nel momento in cui l’acqua si dovesseesaurire, non ci sarebbe più vita per tutti.Di qui la necessità di mettere in moto meccanismi che por-tano non solo a non sprecarla, ma anche a programmareil suo oculato utilizzo.Alcuni consigli per risparmiare questo bene prezioso perla vita di tutti noi. • Ridurre gli sprechi mantenendo in buona efficienza irubinetti e chiudendoli accuratamente: lo stillicidio può farsprecare più di 3.000 litri di acqua l’anno.• Usare, di preferenza, la doccia, invece del bagno. E’ piùsbrigativa, ci consente lo stesso di lavarci accuratamente e

ci fa risparmiare, perché si consuma meno della metà,rispetto al bagno in vasca.• Comprare elettrodomestici che utilizzano minori quan-tità di acqua e ad alto rendimento energetico.• Non lasciate correre l’acqua inutilmente, mentre ci sirade o ci si lava i denti.• Far funzionare lavatrice e lavastoviglie a pieno carico: sipuò risparmiare oltre 1000 litri di acqua l’anno.• Non gettare l’acqua di cottura della pasta ma riutilizzar-la (tra l’altro è ben calda) per lavare i piatti sporchi.• Raccogliere l’acqua piovana ed usarla per innaffiare,come anche l’acqua di lavaggio di frutta e verdura. Com’è la situazione italiana? Non ha ancora raggiuntolivelli di particolare gravità ma, in molte zone del Sud, par-ticolarmente durante l’estate, assistiamo a delle vere e pro-prie emergenze, con razionamenti del vitale liquido. Conle ultime calure eccezionali, anche il Nord è in affanno. Di fatto, in Italia, precipitano, ogni anno, circa 290 miliar-

di di metri cubi di acqua che, dopo la dispersione e l’as-sorbimento, diventano 110, oltre ai 13 che s’infiltrano nelsuolo. L’acqua estratta dal suolo corrisponde al 32% diquella disponibile (la media europea è del 20%).Malgrado ciò, al Sud, il 70% della popolazione soffre perla difficoltà a reperire acqua potabile a sufficienza. È statoriscontrato che lo spreco dell’acqua immessa nelle reti didistribuzione, causa perdite e malfunzionamenti, è impres-sionante: assomma mediamente al 27% del totale, conpunte del 60-70% in Puglia. La distribuzione delle risorse idriche non è omogenea eavvantaggia pochi paesi, mentre praticamente, in tuttal’Asia ed in Medio Oriente, si assiste al progressivo esau-rimento delle falde. Gli sprechi delle acque irrigue e degliimpianti di distribuzione rendono inutilizzabili enormiquantità del prezioso liquido. Sicuramente, l’acqua è unelemento indispensabile ed istintivamente la sua presenzaci tranquillizza. Non a caso, le più antiche civiltà sono nate nei pressi diimportanti corsi d’acqua e molta attenzione è stata postanell’utilizzo di questa preziosa risorsa naturale. Con il termine “globalizzazione” si indica un complessofenomeno economico, per cui tutto il mondo dovrebbeessere un unico mercato, entro il quale commerciare benifinanziari, beni reali e servizi, secondo il meccanismo delladomanda e dell'offerta. Al giorno d'oggi, il bisogno effet-tivo di acqua è valutato, nella media mondiale, di 500metri cubi di acqua all'anno, per abitante. Tale dato può addirittura superare i 1000 metri cubi diacqua, all'anno per abitante, nei paesi più sviluppati.Il consumo dell'acqua si suddivide in: consumo civile edomestico e consumo alimentare dell'uomo. Si prevedeche, tra meno di un secolo, tali cifre raddoppieranno. Èsignificativo il fatto che, nei paesi a basso reddito, il 91 %dell'acqua presente viene utilizzata in agricoltura, mentrenei paesi ad alto reddito, definiti “paesi sviluppati”, laquantità di acqua impiegata in ambito agricolo è pari al 39% del totale.Il consumo industriale dell'acqua è rilevante, soprattuttonei paesi industrializzati. In questo caso, il problema non èrelativo alla scarsità dell'acqua ma al suo inquinamento: lamaggior parte dell'acqua prelevata viene riciclata all'inter-no del sistema idrologico, ma più dell'85% di questa ritor-na alla natura. Inoltre, non va dimenticato che l’acqua nonviene usata solo dall'uomo o dagli animali, ma anche dallepiante, attraverso la fotosintesi clorofilliana.

*Presidente Asis

3030 OttobrOttobre 2008e 2008

Avv. Aniello Fiore *

Nei Paesi a basso reddito, l’acqua viene utilizzata peril 90% in agricoltura, negli altri solo per il 39%

AASISSIS SSaa ll ee rrnn ii ttaannaa RRee tt ii eedd IImmppiiaanntt ii SSppAASSaa ll ee rrnn ii ttaannaa RRee tt ii eedd IImmppiiaanntt ii SSppAA

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3131OttobrOttobre 2008e 2008

Si è concluso il progetto PISTE - Politiche perl’Inclusione Sociale: Tirocini ed Esperienze

FFoorrmmeezzFFoorrmmeezz Viale Marx,Viale Marx, 15 - 00137 Roma - www15 - 00137 Roma - www.formez.it.formez.it

CARLO FLAMMENTPresidente FormezPresidente Formez

di Tiziana Sforza – Ufficio Stampa ed Editoria.Si è appena concluso il progetto del Formez “PISTE-Politiche per l’Inclusione Sociale: Tirocini ed Esperienze”.Lanciato nel marzo 2007, il progetto è stato promosso dalMinistero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali -Direzione Generale per il Volontariato, l’Associazionismo ele Formazioni Sociali e finanziato dal Dipartimento dellaFunzione Pubblica sul PON Azioni di Sistema 2000 - 2006Ob. 3. Il progetto ha supportato le Amministrazioni regio-nali e locali Ob. 3 nell’implementazione delle nuove politi-che per l’inclusione sociale, mettendo a sistema esperienze,innovazioni e pratiche di successo, già in atto pressoAmministrazioni italiane ed europee e rafforzando, in talmodo, le competenze del personale coinvolto. Hanno parte-

cipato alle attività di PISTEdirigenti, funzionari e ope-ratori pubblici coinvolti inattività di programmazio-ne, gestione, monitoraggio,valutazione e controllodelle politiche per l’inclu-sione sociale di Regioni,Province e Comuni delCentro-Nord (RegioniPiemonte, Liguria, Valled’Aosta, Toscana,Lombardia, Veneto, FriuliVenezia Giulia, EmiliaRomagna, Umbria,Marche, Lazio, Abruzzo;Province Autonome diTrento e Bolzano;

Province e Comuni varidelle Regioni indicate).

Il progetto nasce in un contesto fertile e sensibile a questitemi: da tempo il nostro Paese supporta le politiche per l’in-clusione sociale, sia a livello centrale che regionale. A livello europeo, la strategia di Lisbona considera fra i suoipilastri fondanti “una politica sociale di investimento sullepersone in grado di combattere l’esclusione sociale, in stret-to coordinamento e integrazione con le politiche macroeco-nomiche e strutturali e le politiche dell’occupazione”. Il vertice di Lisbona ha, infatti, attribuito alle politiche socia-li pari importanza rispetto allo sviluppo economico e allacrescita dell’occupazione. Le politiche di inclusione sociale costituiscono un elementodi continuità, nel passaggio tra la scorsa fase di programma-

zione dei fondi comunitari e la programmazione 2007-2013.Parallelamente, a livello europeo, l’impegno assunto dagliStati membri dimostra la chiara volontà di intensificare lalotta alla povertà e all’esclusione sociale. In particolare, ilNational Action Plan contro la povertà e l’esclusione socia-le è il documento programmatico, attraverso cui i singoliStati indicano lo stato di attuazione delle proprie politiche,gli obiettivi da realizzare, le risorse necessarie e le fonti difinanziamento. Il NAP Inclusione Sociale si inserisce nelquadro degli obiettivi adottati dal Consiglio Europeo diLisbona e da quello di Nizza, quali l’eliminazione dellapovertà e la promozione della coesione sociale.“L’intervento del progetto PISTE - spiega AnnaGammaldi, responsabile del Centro di CompetenzaSistemi formativi per il cambiamento organizzativo delFormez - si pone in linea di continuità con il Progetto“Tirocini&Stage” del Formez, di cui mutua metodologiecome la comunità professionale, lo stage e la visita di stu-dio in Italia e all’Estero. Sono metodologie che il Formez ha più volte sperimentatocon successo testandone l’efficacia e verificandone l’eleva-to livello di gradimento presso le Amministrazioni benefi-ciarie. Il progetto PISTE è nato con l’obiettivo di accresce-re le conoscenze e le competenze tecniche degli operatoripubblici coinvolti in attività di programmazione, gestione,monitoraggio, valutazione e controllo delle politiche perl’inclusione sociale, ma anche in attività di concertazio-ne/negoziazione, migliorando nelle Amministrazioni com-petenti la capacità di affrontarne le problematiche assu-mendo comportamenti innovativi. Per uno scambio profi-cuo di esperienze e per favorire i processi di socializzazio-ne, sono state sviluppate reti di amministrazioni, in unalogica di comunità di pratiche allargate. Sono state inoltre avviate relazioni e partenariati, attivandoun trasferimento informale di approcci e strumenti e intro-ducendo logiche di “confronto fra pari” per incentivare pro-cessi di cambiamento culturale e di adeguamento professio-nale”.Il progetto ha interessato principalmente due aree temati-che: • La programmazione, la valutazione e l’integrazione dellepolitiche di inclusione sociale;• I percorsi individualizzati per l’inclusione socio-lavorativadei soggetti svantaggiati.Sul primo versante è stata promossa la creazione di reti, traamministrazioni omologhe, tra amministrazioni della stessafiliera istituzionale e tra settori diversi dello stesso Ente, al

Anna Gammaldi, responsabile del progetto

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3232 OttobrOttobre 2008e 2008

fine di favorire l’integrazione delle politiche degli stru-menti e dei fondi. E’ stato, inoltre, favorito il confronto ela conoscenza di strumenti di programmazione e valuta-zione delle politiche, già sperimentati o consolidati, alloscopo di promuoverne la diffusione e il trasferimento. Sul secondo versante, sono state avviate azioni di suppor-to alle amministrazioni pubbliche per favorire l’inserimen-to socio-lavorativo di categorie svantaggiate, di soggettiappartenenti a vecchie e nuove fasce di povertà (lavorato-ri precari, soggetti diversamente abili, soggetti affetti dadipendenze, detenuti ed ex detenuti ecc.), massimizzando,a tal fine, l’integrazione tra politiche attive del lavoro epolitiche sociali.Le attività del progetto PISTEI partecipanti alle attività di PISTE hanno avuto modo diindividuare casi di studio su esperienze significative realiz-zate nell’ambito delle politiche per l’inclusione sociale. E’stata effettuata una capillare ricognizione delle esperienzepiù significative realizzate nell’ambito di programmi e/oprogetti finanziati con fondi comunitari e/o nazionali. Ilpasso successivo è stato promuovere e sviluppare comu-nità di apprendimento, stage in Italia e visite di studioall’estero basandosi sull’approccio metodologico notocome “CAE - Cognitive Approach Exchange”. Già sperimentato dal Formez nell’ambito del Progetto“Tirocini & Stage ”, il CAE prevede l’analisi del fabbiso-gno delle pubbliche amministrazioni, la ricognizione delleesperienze significative e la predisposizione dei casi di stu-dio, la messa in rete delle esperienze e lo sviluppo dicomunità di apprendimento, la progettazione di materialedi supporto specifico per ogni visita di studio e la proget-tazione di dettaglio della stessa, la valorizzazione dellecaratteristiche dei diversi attori locali oggetto di incontro,il supporto in loco per la gestione cognitiva e l’animazionedegli incontri, la gestione della “memoria dello scambio”attraverso la registrazione del lavoro svolto. I risultati delprogetto sono stati illustrati il 16 settembre scorso, nelcorso del seminario “Le politiche per l’Inclusione Sociale:sentieri battuti e nuove piste di lavoro”, che si è tenuto a

Roma, presso l’Empire Palace Hotel. Sono, inoltre, sinte-tizzati in una pubblicazione dal titolo “Piste di lavoro perl’inclusione sociale”, edita nella collana “Materiali” delFormez, contenente, da un lato, gli esiti della mappaturadelle esperienze in tema di inclusione sociale, dall’altro leprincipali considerazioni emerse a valle delle esperienze distage.

I NUMERI DEL PROGETTO PISTEGli stage in Italia sono stati 10 e le visite all'estero 2.

Le esperienze censite nella fase di ricerca sono state 55, dicui:

• 26 sulla filiera occupazione • 29 su quella accessibilità

Al progetto hanno partecipato:

• circa 30 persone alla Comunità in pre-senza;

• circa 130 alla comunità on line • circa 200 persone agli stage e alle visite

di studio;

Le amministrazioni ospitanti sono state:

• il 46 % Regioni • il 36 % Province • il 18 % Comuni

Le amministrazioni partecipanti sono così ripartite:

• 25 % Comuni • 11 % Province • 28 % Regioni • 4 % Amministrazioni Centrali • 32 % Stakeholder provenienti per lo più

dal mondo del Volontariato, dell'As-sociazionismo, del Privato sociale.

Visita di Studio in Gran Bretagna

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Presso l’Unione Industriali di Napoli, si è svolta la giornataconclusiva della seconda edizione di POL.I.S., Conferenzaregionale per la promozione delle politiche integrate di sicu-rezza delle città e del territorio, voluta dalla RegioneCampania. Quest’anno, al centro del dibattito il tema “Sicurezza e soli-darietà” che è stato affrontato, tra gli altri, da rappresentantidel governo centrale e locale intervenuti alla conferenza. La sicurezza delle città è divenuto infatti un tema centrale peri cittadini. Non si tratta più solo di problemi di legalità chedevono essere demandati alle forze dell’ordine, ma di perse-guimento di una migliore qualità urbana, di fruibilità sociale

della città, di contrasto del degrado e della percezione di insi-curezza. I lavori della seconda edizione avevano preso il via lo scorsonovembre in un contesto altamente simbolico: l’ex Parco Readi Giugliano, bene confiscato alla criminalità organizzata econvertito a sede del Tribunale di Giugliano in Campania. “Sitratta di uno dei tanti immobili che, grazie ai finanziamentierogati dalla Regione negli ultimi anni, sulla scorta dellaLegge regionale 23/03, è stato confiscato alla delinquenza erestituito alla collettività per fini civili e sociali. Grazie ai“Nuovi percorsi Pol.i.s.”, solo tra il 2007 e il 2008, la Regioneha finanziato progetti di riuso dei beni confiscati alla crimina-lità per un totale di Euro 9.200.000,00” sottolinea AntonioValiante, assessore regionale alla Sicurezza delle città.La seconda edizione di POL.I.S. ha inteso perseguire unduplice obiettivo: confrontare i dati della criminalità con quel-

li della sicurezza percepita dai cittadini, rilevati dall’osserva-torio regionale sulla sicurezza urbana, e incrociare domandae offerta di sicurezza per una sempre più efficace program-mazione di interventi.I risultati sono stati elaborati da un rapporto di analisi delleesigenze di sicurezza al fine di prevenzione dal crimine e peril risanamento delle aree urbane a Napoli e nella provincia. Ilprogetto, finanziato dalla Regione Campania, ha visto un pro-tagonista nel Prefetto di Napoli e si è avvalso della collabora-zione del Comune e della Provincia di Napoli ha attivato unarete istituzionale che ha brillato per efficacia ed efficienza. Iltitolo breve “la svolta napoletana” indica la possibilità di atti-vare percorsi di sicurezza con metodologie nuove che coin-volgono i cittadini ed i loro rappresentanti. La sperimentazione – spiega il Prof. Ernesto Savona,Direttore del Centro Trascrime che ha supportato scientifica-mente il progetto - ha coinvolto il quartiere San Lorenzo diNapoli e il Comune di Marano. La partecipazione attiva deicittadini e dei rappresentanti della Municipalità e delComune coinvolti, preceduta da un percorso di formazionespecifica nel settore della sicurezza, ha permesso di sensibiliz-zare i cittadini del quartiere San Lorenzo e del Comune diMarano alla complessità dei fili che legano la criminalità conil disordine urbano e sociale. Lo sviluppo di questa sensibilitàha permesso di sollecitare la responsabilità degli stessi cittadi-ni a diventare protagonisti della rilevazione dei fenomeni didisordine e ad individuare i rimedi possibili. E tra questi rimedi c’è quella che i ricercatori chiamano effi-cacia collettiva cioè la capacità di mobilitarsi per mettere asegno interventi partecipativi nel territorio che permettano difare arretrare i fenomeni di criminalità e di disordine. “La consapevolezza deve investire i cittadini ma anche gliorgani di rappresentanza che devono essere capaci di attuarenon solo interventi volti alla repressione della criminalità, masoprattutto interventi volti alla riduzione delle opportunitàcriminali facendo quindi prevenzione e superando la logicaemergenziale” commenta l’On.le Valiante. Per organizzare lafunzione di prevenzione e controllo occorre dunque partiredai bisogni locali, ascoltando le richieste di sicurezza dei citta-dini e delle categorie produttive. L’impegno – concludeValiante - è quello di attivare “una rete della sicurezza” attra-verso la partecipazione delle Istituzioni e delle loro articola-zioni sul territorio, in modo da migliorare l’integrazione deidiversi interventi in materia di sicurezza, assicurando unamaggiore efficienza”.

3333OttobrOttobre 2008e 2008

“Sicurezza e solidarietà”: un tema che la Regione potenziacon i nuovi percorsi di Polis, per accrescere la fiducia dei cittadini

Antonio Valiante- Vice Presidente -

Regione CampaniaRegione CampaniaDELLDELL’A’A SSESSORASSESSORATOTO CONCON DELEGADELEGA AGLIAGLI EE NTINTI LOCALILOCALI

Bollettino diBollettino diInforInformazionemazione a curaa cura

Servizio elaborato con il contributo di Marianna Ferridell’Assessorato regionale con delega agli Enti locali

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inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie localiollettino di inforollettino di informazionemazionedell’Assessorato regionale agli Enti localiBB

3434 OttobrOttobre 2008e 2008

Il Consiglio Regionale dellaCampania ha approvato il disegnodi legge “Nuovo ordinamento edisciplina delle ComunitàMontane”, evitando, così, l’applica-zione delle norme sostitutive, parti-colarmente restrittive, della LeggeFinanziaria nazionale 2008.Per effetto del provvedimento, siriduce da ventisette a venti il nume-ro delle Comunità Montane dellaCampania, composte dai Comuniclassificati montani e parzialmentemontani, di norma appartenenti allastessa provincia. Sono esclusi, indipendentementedalla classificazione, i Comunicostieri e i Comuni con popolazionesuperiore ai ventimila abitanti. Il disegno di legge definisce le fun-zioni delle Comunità Montane: ladifesa del suolo e dell’ambiente, l’e-sercizio delle funzioni amministrati-ve ad esse delegate dai Comuni, lagestione degli interventi speciali perla montagna stabiliti dall’UnioneEuropea e dalle leggi nazionali eregionali, l’esercizio delle funzioni edei servizi comunali ad esse delega-te.Il disegno di legge stabilisce che leComunità Montane hanno autono-mia statutaria, regolamentare eamministrativa. Esso disciplina l’a-dozione dei relativi statuti e regola-menti e prevede, quali organi del-

l'ente montano il Consiglio genera-le, la Giunta, il Presidente dellaComunità Montana.Definisce, inoltre, le attività di pro-grammazione delle ComunitàMontane, il piano pluriennale di svi-luppo socio economico, il program-ma annuale operativo di attuazione,nonché la dotazione organica delleComunità Montane, le quali acqui-siscono automaticamente il perso-nale amministrativo di ruolo atempo indeterminato incardinatopresso le Comunità Montane pree-sistenti.“Abbiamo approvato una riformafortemente innovativa, che, con ilcoinvolgimento diretto dei Comuni

che sono parte integrante delleComunità Montane, potrà coniuga-re, se ben gestita a livello locale, leeconomie di spesa con l’ efficacia ela rapidità degli interventi”. Il vicepresidente della RegioneCampania ed assessore ai Rapporticon il sistema delle Autonomie,Antonio Valiante, commenta così lanuova disciplina sulle ComunitàMontane approvata dal Consiglioregionale. La legge regionale rinnova completa-mente la disciplina delle ComunitàMontane abrogando la precedentenormativa (Legge regionale 15 aprile1998, n. 6). “La legge – aggiungeValiante – realizza le condizioni ditenuta dell’intervento sui territorimontani, pur avendo dovuto sacrifica-re altre aree precedentemente com-prese in questi enti. Va sottolineato, inogni caso, che per le aree escluse restail prosieguo dell’intervento che veni-va già svolto nelle materie di compe-tenza delle Comunità Montane. Lestesse possono altresì realizzare, insie-me alle comunità, la gestione dei ser-vizi associati. “Il Consiglio ha svoltodavvero un buon lavoro, trovando ilgiusto ed opportuno equilibrio tra leesigenze dei territori e le norme parti-colarmente restrittive della leggefinanziaria nazionale del 2008”, con-clude il vicepresidente Valiante.

Il Consiglio regionale approva la nuova disciplinasulle Comunità Montane che passano da 27 a 20

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inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie localiollettino di inforollettino di informazionemazionedell’Assessorato regionale agli Enti localiBB

3535OttobrOttobre 2008e 2008

La Giunta regionale della Campania,su proposta del vicepresidente edassessore ai Rapporti con il sistemadelle Autonomie Antonio Valiante, haapprovato le linee di indirizzo per laconcessione dei contributi 2008 asostegno dell’associazionismo comu-nale.Le somme complessivamente stanziateper quest’anno sono pari a 2 milioni e830 mila euro, di cui 1 milione e 330mila euro di risorse statali attribuitealla Regione ai sensi dell’intesa tra ilgoverno e le Autonomie locali delprimo marzo 2006.I bandi approvati da parte delle strut-ture regionali, in base ai quali sarà pos-sibile procedere all’erogazione deicontributi entro il 31 dicembre prossi-mo, prevedono tre tipologie di soste-gno:1. alle nuove gestioni associate, per ilfinanziamento di quota parte delle spesecorrenti di primo impianto, nell’ottica di unapiù efficiente gestione di funzioni e servizicomunali. In questo caso, il contributo massimo pro-capite è di 200 mila euro per comunità monta-ne ed unioni di Comuni, e 150 mila euro per leassociazioni di comuni in convenzione; 2. alle unioni di Comuni che derivano dallatrasformazione di una associazione in conven-zione già attiva e funzionante al 31 dicembre2007, per incentivare la costituzione di formeassociative stabili e strutturate. Il contributostraordinario una tantum è di 25 mila euro perogni trasformazione; 3. alle Comunità Montane e alle unioni diComuni per le gestioni associate già attive alladata del 31/12/2007, relativamente alle spesenecessarie per l’organizzazione e lo svolgi-mento delle funzioni gestite in forma associa-ta. Il contributo pro-capite è fissato in massi-mo 200 mila euro;

“Le linee di indirizzo per la concessione deicontributi 2008 a sostegno dell’associazioni-smo comunale – sottolinea il vicepresidenteValiante – contengono due importanti novità. Da un lato, viene recuperato il ruolo delleunioni dei Comuni cosiddette ‘endocomunita-rie’, il cui territorio cioè corrisponde in tutto oin parte a quello di una Comunità Montana,che in passato erano escluse dall’accesso aicontributi. Dall’altro, abbiamo deciso di potenziare lafase del monitoraggio dei progetti finanziaticon il contributo regionale, al fine di una veri-fica puntuale dell’efficacia dell’azione regio-nale”.“I finanziamenti stanziati seguono l’approva-zione della nuova legge sulle ComunitàMontane, e completano il quadro dell’iniziati-va regionale a sostegno degli Enti locali in ter-ritorio montano e dei piccoli comuni che simettono assieme per gestire i servizi associa-ti”, conclude Valiante.

La Giunta regionale stanzia 2 milioni e 830 milaeuro in favore dell’Associazionismo comunale

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inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie locali Bollettino di InforBollettino di Informazionemazione

Nel nostro Paese è in atto un processo di riforma federa-lista che vede il cittadino sempre più protagonista della“Res publica”. È per questo motivo che ancora più importante e strate-gico diventa il ruolo di istituzioni come la Provincia. Un organo capace di essere punto di riferimento fonda-mentale per il dialogo con la gente e interlocutore neces-sario per la tutela stessa del territorio e per lo sviluppodelle proprie risorse. La polemica corrente sull’abolizione delle Province èfiglia di un qualunquismo pericoloso, che non rammentai capisaldi della storia di questo Paese che, ancor primadella sua unità, aveva stabilito nelle Province l’organizza-

zione del territorio. Chipensa di cancellare leprovince dalle geografieistituzionali non cono-sce i problemi attuali.Pensiamo alle differen-ze morfologiche cheattraversano il Paese:5000 degli 8000 Comunipresenti contano menodi cinque mila abitanti,mentre un assessoreregionale, per esempioin Lombardia, ha unacompetenza su circa 10milioni di persone. Mi chiedo: come possia-mo pensare di riforma-re davvero la macchinadello Stato se rimuovia-

mo quell’organo intermedio che garantisce una democra-zia radicata nel proprio territorio e che assicura un rac-cordo continuo tra tutte le istituzioni presenti? Può unComune offrire un coordinamento di servizi per i propriabitanti tra territori limitrofi? E allo stesso modo, posso-no le Regioni, che puntano gioco forza a essere diverse leune dalle altre, assicurare omogeneità di soluzioni? La bozza della Riforma Calderoli per il federalismo fisca-le prevede sì la trasformazione in aree metropolitane disette, al massimo dieci province, ma ne mantiene in vitacento. Oggi in Italia ci sono 110 province, trentasette delle qualioperano su aree che variano da 500 mila e un milione diabitanti. Le amministrazioni provinciali devono rappresentare l’i-

dentità del territorio e la capacità di assicurare e coordi-nare i servizi su vasta area. Abolirle significherebbetogliere alla gente il diritto di essere governata sul territo-rio. Ovvero aumentare la distanza tra il cittadino e lo Stato.Abbiamo bisogno, invece, di un Organo capace di ascol-tare e di mettere a frutto le singole peculiarità attraversouna visione più ampia. Abbiamo bisogno di amministra-zioni territoriali che, con competenze ben definite, siprendano in carico alcuni settori chiave: rifiuti, trasportoed energia. Penso al nostro Sud. Alle difficoltà che giorno dopo giorno vengono vissutedalle città, dai paesi, dalla gente. Penso al gap economicoche è ancora dominante e che troppo spesso si traduce inun gap di democrazia: ciò che serve al cittadino è lo stru-mento in grado di garantire la democrazia, attraversoun’azione di coordinamento sul territorio. Allora ecco perché diventa fondamentale ragionareintorno ai problemi reali, smarcandoci da una demagogiapretestuosa e pericolosa. Riunificare le competenze, avere un unico punto di riferi-mento che sia di equilibrio e di utilità a più Comuni, cheassicuri e ottimizzi i servizi, che vigili sugli sprechi, e chepromuova l’intero territorio, in modo da esaltarne ognipeculiarità. Abbiamo bisogno di una struttura che sappia sfruttare inmaniera intelligente e mirata le risorse presenti su tutta lapropria area di competenza: penso all’energia derivatadallo sfruttamento dei corsi d’acqua, per esempio, o aiservizi idrici, o ancora all’ottimizzazione del sistema deitrasporti. Dobbiamo iniziare a parlarci per affrontare iproblemi interprovinciali, per condividere i fattori dieccellenza, e per risolvere insieme le difficoltà che si riper-cuotono sulle singole persone. In questo quadro, diventa fondamentale abolire gli egoi-smi istituzionali che troppo spesso ci hanno condotto adun isolamento improduttivo. E lo dobbiamo fare partendo dalla concretezza che il cit-tadino pretende in una visione di democrazia che lometta al centro del sistema. Ecco perchè la Provincia deve essere vista come un’istitu-zione sempre più vicina e strategica per il cittadino.Perché per la sua natura territoriale, garantisce quel rac-cordo necessario a tutte le possibili soluzioni dei problemireali della gente.

Angelo VillaniPresidente della Provincia

Vicepresidente vicario di Legautonomie

Il Presidente Angelo Villani

Provincia di Salernoa cura dellaa cura della

La Provincia sempre di più punto di riferimento e di dialogocon la gente soprattutto in una Italia federalista

3636 OttobrOttobre 2008e 2008

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Si chiama “SalernoWireless” la nuova iniziativadella Provincia di Salerno. Il nuovo servizio di con-nessione Internet senza fili che offrirà la possibilitàdi navigare, gratuitamente, da una piazza o da unparco pubblico dei principali Comuni dellaProvincia di Salerno. L'introduzione del nuovoservizio apre una nuova generazione di note-book che consente di risolvere molti pro-blemi, con notevoli risparmi in termini dicosti e di tempo. I nuovi miglioramentirelativi a gestione remota e a sicurezzaproattivi sono integrati direttamente nel-l’hardware e consentono, pertanto, diimpiegare meno tempo per la protezionedei computer e per la risoluzione dei pro-blemi degli utenti finali. L’organizzazione, predisposta dall’Amministra-zione provinciale di Salerno, consente di entrare neipunti di accesso, all'interno di un’ infrastruttura onetWLan (rete senza fili) fungono da ricevitori/tra-smettitori fissi con i dispositivi mobili che comuni-cano. Possono essere usati semplicemente comeripetitori di segnale, o come elementi di interfacciatra mondo senza fili (wireless) e mondo cablatosvolgendo funzioni analoghe ad un bridge o router.Ciascun AP definisce intorno a sé una microcella dilavoro.L’Ampiezza della Banda ha la capacità di trasmet-tere informazioni lungo un canale di comunicazionein un determinato tempo, rappresenta la differenza,

espressa in Hz (hertz), tra la frequenza più alta equella più bassa di un canale di trasmissione ed indi-ca la quantità di dati che possono passare, nell'unitàdi tempo, bit per secondo (bit rate). Quindi, occor-rerà soltanto registrarsi, presso un punto stabilito,per ricevere la password di accesso.“SalernoWireless” servirà a promuovere sul terri-torio zone wi-fi ad accesso gratuito.

“Il trend rilevato dalle statistiche di accesso adInternet - evidenzia il Vice Presidente dellaProvincia ed Assessore all’Innovazione TecnologicaGianni Iuliano - una sempre maggiore richiesta diconnettività da parte di lavoratori, turisti. studenti esingoli cittadini, enfatizzata dalla diffusione didispositivi mobili evoluti. Sulla base di questi dati laProvincia di Salerno vuole facilitare l’accesso adInternet in tutto il suo territorio.Obiettivo principa-le del progetto “SalernoWireless” è quello di crearenel maggior numero possibile di Comuni coperti daADSL degli hot-spot aree aperte al pubblico dove icittadini recandosi con un notebook, un Tablet PC,un PDA o un qualsiasi altro dispositivo con unascheda Wi-fi o un apparato Wi-fi integrato potrannoconnettersi, previa registrazione, ad Internet. Le credenziali di accesso saranno valide in tutti glihot-spot di “SalernoWireless”, che interesserà aregime una bacino di circa 800.000 abitanti. La Provincia fornisce gratuitamente ai Comuniaderenti al progetto l’hardware necessario alla rea-lizzazione. Informazioni più dettagliate sarannopresto visibili sul sito www.salernowireless.net. I primi due Hot-Spot pilota sono in corso di instal-lazione a Cava dei Tirreni e a Giffoni Valle Piana.Entro la fine dell’anno i comuni serviti da“SalernoWirelss” saranno già 20. Tale tecnologia, per la prima volta disponi-bile nei notebook, fornisce ai vostri note-book nuovi livelli di sicurezza con una com-binazione avanzata di tecnologia software edi funzionalità basate su hardware.

*Vice Presidente Programmazione Finanziaria

Bilancio - Innovazione TecnologicaRicerca Scientifica - Risorsa Mare

Politiche del Mediterraneo

3737OttobrOttobre 2008e 2008

inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie localiollettino di inforollettino di informazionemazionedella Provincia di SalernoBB

Gianni Iuliano*

“SalernoWireless”: la Provincia alpasso con i tempi, per favorire lo sviluppo

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Sotto l’alto patrocinio del Presidente della Repubblica, on.Giorgio Napolitano, in occasione delle Giornate Europeedel Patrimonio 2008, la Provincia di Salerno ha formalizzatouna proposta operativa per l’istituzione di un OsservatorioEuropeo del Paesaggio presso la Certosa di San Lorenzo inPadula (SA), per l’attuazione dei principi della ConvenzioneEuropea del Paesaggio (CEP) ed, in particolare, di quantoprevisto all’art.6 della CEP, relativo alle azioni di sensibiliz-zazione, formazione ed informazione promuovendo ilMaster Europeo del Paesaggio, nell’ambito delle attivitàdella Commissione Spazi Naturali di Arco Latino.A ciò va aggiunta la proficua azione della Commissione stes-sa, definita nella prospettiva europea di sviluppo sostenibiledel territorio, che è stata rafforzata nell’incontro diBarcellona, con l’auspicio di un consolidamento delle inizia-tive in un apposito Accordo di Collaborazione (AdC) chesostenga l’azione proposta. La Provincia di Salerno punta all’attuazione ed all’organiz-zazione dell’iniziativa in modo da creare una sinergia ed unacooperazione europea attraverso l’azione di un partenariatoampio e qualificato.E’ chiaro che un progetto così ambizioso passa non soloattraverso la concretizzazione, ma anche all’attuazione dell’i-niziativa con il coinvolgimento dei soggetti che hanno colla-borato all’azione di crescita e di sostegno all’attuazione deiprincipi della CEP, ratificata dallo Stato Italiano con Legge 9gennaio 2006, n. 14.La proposta della Provincia di Salerno, con il pieno coinvol-gimento della Regione Campania e dell’Ente ParcoNazionale del Cilento e Vallo di Diano, prevedeva il coofi-nanziamento del Master Europeo del Paesaggio per l’an-nualità 2006/2007 alla Scuola di Alta Formazione HISPA,presso il Centro Interdipartimentale Scienze Ambientali -Università di Salerno.L’Osservatorio ha sempre auspicato contributi di competen-ze e professionalità, soprattutto da parte dei sottoscrittori.Ovviamente la partecipazione al Master è stata aperta aglistudenti europei che intendono sviluppare, nei paesi aderen-ti, iniziative di scambio e promozione della cultura delPaesaggio nel rispetto dei principi della CEP.A tal proposito è stato parametrato di:• aderire all’Osservatorio Europeo del Paesaggio finalizzatoa promuovere la cultura del Paesaggio nel rispetto dei prin-cipi della Convenzione Europea del Paesaggio (CEP) esostenere il Master Europeo del Paesaggio pressol’Università degli Studi di Salerno e la Scuola di AltaFormazione HISPA; • apportare ogni utile contributo tecnico, scientifico oltre che

di conoscenze e svilup-po informativo, forma-tivo e divulgativo perrafforzare e diffonderel’iniziativa nell’ambitodelle rispettive compe-tenze;• promuovere idoneeborse di studio per lapartecipazione alMaster od eventualicontributi operativitecnici e finanziari perottimizzare le attivitàpromozione, di stage escambi sulle buonepratiche in materia dipaesaggio;• impegnarsi a svilup-pare iniziative di scam-bio, stage e incontritematici presso i paesidi appartenenza, al fine di ottenere il massimo di sinergie edesperienze europee. • impegnarsi a formalizzare eventuali reti di collaborazioneper la presentazione di progetti regionali, nazionali e comu-nitari.E’ chiaro che l’attuazione dell’accordo è stato assicurato daun apposito Comitato esecutivo e di indirizzo, costituito daisottoscrittori dell’atto di costituzione dell’OsservatorioEuropeo del Paesaggio e dai rappresentanti del Ministerodei Beni e delle Attività Culturali e del Ministerodell’Ambiente del Territorio e del Mare.

* Assessore provinciale all’Ambiente

3838 OttobrOttobre 2008e 2008

inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie localiollettino di inforollettino di informazionemazionedella Provincia di SalernoBB

Angelo Paladino*

Osservatorio Europeo del Paesaggio: via all’accordo dicollaborazione per accrescere la vivibilità e lo sviluppo

Diputació de Barcelona –SP, Diputación Provincial de Málaga –SP,Conseil Général de Gard –FR, Conseil Général de L’Hérault –FR,Ecole Nationale Supérieure d'Architecture de Lyon –FR,Provincia di Alessandria –IT, Provincia della Spezia –IT, Provinciadi Matera –IT, Provincia di Viterbo –IT-, FEDERPARCHI –IT,LEGAMBIENTE –IT, SITI Istituto Superiore sui SistemiTerritoriali per l’Innovazione –IT, Coordinamento Nazionale delleAgende 21 locali-IT, Centro Interdipartimentale ScienzeAmbientali Univ. Salerno –IT, Parco Nazionale del Cilento e Vallodi Diano –IT, HISPA –IT-IPOGEA –IT, Regione Campania –IT, Provincia di Salerno –IT;sotto il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali– IT, Ministero dell’Ambiente del Territorio e del Mare – IT.

Il Presidente Giorgio Napolitano

I sottoscrittori dell’Osservatorio Europeo del Paesaggio

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Qui di seguito, pubblichiamo una lettera aperta agli studenti saler-nitani dell’Assessore alla Scuola, Pasquale Stanzione.L’Assessore scrive:“Studiate, studiate, studiate!!!Cari studenti,il tempo che stiamo attraversando è uno dei più bui della storiadell’uomo … Quando, gli uomini non riescono a rendere evi-dente per le nuove generazioni la prospettiva, vi è, sempre, ilrischio che si rompa la coesione sociale, e che il conflitto gene-razionale, per certi versi naturale, perda il valore del confrontodegenerando nella polemica inutile e deleteria. I GIOVANI HANNO RAGIONI DA VENDERE!!!La grave questione ambientale che è in atto, i fallimenti di unaglobalizzazione che ha soltanto esteso i problemi senza renderei diritti umani la base da cui partire per miglio-rare la condizione del pianeta e dell’uma-nità nel suo insieme, le frustrazioni di unaeconomia in cui i ricchi continuano aessere sempre più ricchi e i poveri semprepiù poveri, la negazione per le nuovegenerazioni di un futuro vissuto, pur-troppo, sempre maggiormente comeangoscia, sono elementi innegabili in cuirisultano evidenti gli errori di noi adultiche abbiamo anche la colpa di aver sopi-to la volontà di impegno dei giovani. NON E’ TUTTO NERO … Molto si muove grazie al mondodella scuola e ai giovaniSono oramai molti anni che nel nostro Paese e in Europa rifor-me e controriforme più che attraversare il mondo della scuola eDARE RISPOSTE, disturbano, rallentano e vilipendono lavoglia di fare scuola. Queste riforme più che tendere a miglio-rare l’offerta formativa guardano all’esigenza di ridurre la spesaper l’istruzione senza neanche provare a porre la questione inmaniera più razionale sino a sentire la formazione come un benefondamentale per ognuno oltre a essere un diritto inviolabilesancito dalla costituzione … Un diritto che vale tanto per chivive al centro del mondo … Quanto per i bambini e i ragazzidella periferia e delle aree interne e marginali … Pure per lascuola, nel nostro Paese, il rischio che abbiamo di fronte a noi èquello di svuotarne il significato e la valenza in un momento incui, peraltro, le nazioni una volta afferenti al cosiddetto terzomondo stanno facendo sforzi incredibili perché la formazionedelle nuove generazioni possa diventare il fulcro per il riscatto,lo sviluppo, la qualificazione, la ripresa … La Provincia di Salerno e le altre istituzioni promotrici diExposcuola, proprio in considerazione di questi aspetti già noveanni or sono, con l’intento di dare sostanza alle proprie finalitàistituzionali misero in campo questo straordinario progetto cheè Exposcuola e che ha quale unica finalità quella di dare ai nostri

giovani risposte sostanziali sul DIRITTO allo STUDIO!!!Diritto che non è soltanto banchi, termosifoni, palestre, struttu-re, anzi, tenuto conto del quadro generale con cui si confronte-ranno i nostri giovani, è SOPRATTUTTO innovazione, qualifi-cazione dell’offerta formativa, ottimizzazione del rapporto conla conoscenza, i saperi, le competenze, capacità di sentire la cit-tadinanza europea come obiettivo imprescindibile e di avvertirela forza e lo spessore dell’irrinunciabile unione che vi deve con-tinuamente essere tra SCIENZA e COSCIENZA!!!Siamo in un momento difficile, lo supereremo INSIEME!!! In questi giorni gli studenti delle scuole secondarie superiori e

gli universitari stanno dimostrando il loro dissenso rispetto allescelte riformatrici del Governo Centrale … In democraziaanche il diritto di farsi sentire è legittimato dalla nostra

Costituzione che, peraltro, quest’anno giungeal sessantennale. Ma … Cari studenti,intanto vi è, attorno a Voi, un contestoistituzionale che ben conosce il vostrovalore, vi è l’insieme degli Enti locali chea diretto contatto con Voi ogni giornoopera perché possiate avvertire il grandelavoro che stiamo mettendo in campoperché Voi possiate avere le risposte cheil territorio deve darvi sia per quel cheattiene alla qualità dell’offerta formativa

sia, pure, per le vostre aspettative di lavoro e di vita che ambi-remmo possano tenervi nel nostro Mezzogiorno che ha bisognodella vostra linfa, delle vostre capacità, del vostro impegno, dellavostra passione e della vostra legittima voglia … di cambiare ilmondo. Allora, fate sentire il vostro dissenso ma Studiate, stu-diate, studiate!!! Cercate di fare vostre le proposte che il territo-rio, nonostante le difficoltà di relazione con i governi nazionalie lo stesso Governo Comunitario, pone in essere per i nostri gio-vani PER I NOSTRI STUDENTI!!! Exposcuola anche in que-sta nona edizione sarà il luogo momento in cui il mondo dellascuola del nostro Paese e del quadro euro-mediterraneo siincontrerà e avrà modo di confrontarsi, migliorarsi, misurarsi …Misurarsi, appunto. Noi sappiamo che la misura della nostrascuola e dei nostri studenti sarà in grado di dimostrare che ilMezzogiorno cammina, va avanti, si muove e muove il proprioprogresso nonostante tutto … L’accorato appello che Vi rivolgoè quello di sentire e stare accanto al territorio, ai Vostri docenti,ai vostri dirigenti scolastici, ai vostri genitori e a noi che come voistiamo attraversando momenti difficili che supereremo standoinsieme. Supereremo questo difficile momento stando insieme, intanto,per noi, per voi, Studiate, studiate, studiate.”

L’Assessore alla scuolaPasquale Stanzione

3939OttobrOttobre 2008e 2008

inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie localiollettino di inforollettino di informazionemazionedella Provincia di SalernoBB

Pasquale Stanzione

Stanzione: il futuro è nei giovani e nel loro pienocoinvolgimento per la valorizzazione del territorio

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inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie locali Bollettino di InforBollettino di Informazionemazione

Il Piano territoriale di coordinamentoprovinciale (PTCP) avvia il lavoro diun grande restauro paesaggistico, eco-logico, urbanistico volto al recuperodell'identità e bellezza del nostro terri-torio. Traccia un programma di sviluppocondiviso all'altezza di un'area metro-politana che si propone come cernieratra l'Europa ed il Mediterraneo. Il Piano mette in rete i parchi esistenti,prevedendone un ampliamento dicirca 5143 ettari; vi aggiunge altri 4parchi provinciali dell'estensione com-plessiva di circa 8615 ettari, portando

le aree protette al 28,88 % dell'interoterritorio provinciale. La pianificazione ambientale si completa con una serie di misure chevanno dalla protezione delle aree agricole e delle aree naturali (com-plessivamente 78.683 ettari, pari a circa il 67,1 % dell'intero territorioprovinciale) alle norme sulla permeabilità dei suoli, alle indicazioni subioarchitettura, risparmio energetico, sostegno alle energie da fonti rin-novabili, alla lotta i cambiamenti climatici, alle norme per l'impiantisti-ca per i rifiuti, alla mobilità sostenibile. Il sistema produttivo disegnato dal piano ha i punti di forza nei parchiscientifici e tecnologici, (Portici-Ercolano, Pozzuoli, Nola) punte avan-zate di stimolo all'innovazione manifatturiera; nelle ridisegnate citta-delle della produzione come il polo nautico di Torre Annunziata, l'a-

groalimentare di Caivano e Sant'Antonio Abate, il distretto del tessile-abbigliamento di San Giuseppe Vesuviano e di Grumo Nevano; nellariconversione dei poli specialistici terziari in parti urbane complessecome a Casoria-Volla; nelle aree di sviluppo manifatturiero con la zonaindustriale di Giugliano, Acerra, Nola e nel polo florovivaistico diMarigliano. I nodi di accessibilità delle stazioni dell'Alta Velocità di Afragola eStriano dovranno assolvere alle funzioni di vetrina delle risorse metro-politane e di quaternario avanzato. Ad una più elevata qualità della vita contribuiranno, tra l'altro, il centrodelle arti di Villaricca o la casa del cinema di Ponticelli. Sono localizzati gli Ospedali di Afragola e Pomigliano d'Arco, il CentroPediatrico di Acerra. Un grande complesso sportivo internazionale èprevisto sulle sponde di Lago Patria, ad integrazione degli sport d'ac-qua, per l'esercizio delle più diverse specialità sportive. Nel presentare il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, ilpresidente della Provincia di Napoli, Dino Di Palma, ha posto l'accen-to sul forte valore innovativo del documento elaborato dall'assessoratoall'urbanistica. “Con il PTCP, la Provincia - ha sottolineato Di Palma - si dota di un for-midabile strumento per il governo del territorio: formidabile perché ingrado di analizzare i punti di debolezza e quelli di forza delle diversearee di un territorio complesso come il nostro; e anche perché in gradodi fornire un quadro di insieme che permetta all'amministrazione dicompiere scelte funzionali a uno sviluppo globale dei nostri luoghi”. “Di fronte ai rischi e ai problemi del territorio provinciale - ha prose-guito Di Palma - è sempre più chiaro che occorre un mutamento di rottanel governo del territorio, per restituire priorità all'opzione del recupe-

ro e della conservazione ambientale, realizzando allo stes-so tempo politiche 'attive' che, come la ConvenzioneEuropea del Paesaggio raccomanda, richiedono capacitàdi ampia concertazione e cooperazione interistituziona-le, condivisione delle strategie e della responsabilità,apertura al dialogo e al confronto”. “La fondamentale responsabilità del documento pro-posto - ha aggiunto l'assessore provinciale all'urbanisti-ca Francesco Domenico Moccia - è rivolta alla popola-zione, della quale vengono messi in evidenza problemie domande ai quali il PTCP può dare una risposta con-creta. E penso a questioni di grande importanza come,per esempio, l'emergenza abitativa. Questo strumento permetterà al territorio provincialedi Napoli di nutrire ambizioni di livello europeo ancheda questo punto di vista, valorizzando sempre meglio esempre di più il ruolo peculiare della provincia diNapoli di porta dell'Europa sul Mediterraneo”.

Il Presidente Dino Di Palma

Provincia di Napolia cura dellaa cura della

La Provincia disegna il Piano Territoriale di Coordinamento.Urbanizzazione, ambiente, mobilità, sviluppo: le direttricidella crescita dell'area metropolitana di Napoli

4040 OttobrOttobre 2008e 2008

Moccia

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CON IL MEGAIMPIANTO FOTOVOLTAICO IN UNA SCUO-LA DI AFRAGOLA PARTE IL PIANO VOLTO AL RISPARMIO

ENERGETICO CHE RIGUARDERÀ GLI ISTITUTI DELLA

PROVINCIA DI NAPOLIE’ stato inaugurato il nuovo impianto fotovoltaico installato nella

scuola ITGC “Dalla Chiesa” diAfragola (Via Sicilia 60) che rientra inun piano volto al risparmio energeticoche riguarderà gli istituti della provinciadi Napoli. L'iniziativa consentirà nonsolo di risparmiare ma anche di incassa-re l'incentivazione annua del contoenergia per i kWh prodotti. Gli impian-ti vedono anche la collaborazionedell'Università Federico II per unimpianto sperimentale che aumenta lacapacità delle celle di produrre energia.Erano presenti, tra gli altri, all'iniziativail presidente della Provincia di Napoli,

Dino Di Palma, gli assessori all'istruzione Angela Cortese e all'e-nergia Aniello Lauri, il sindaco di Afragola, Vincenzo Nespoli.L’ABOLIZIONE DEL MINISTERO, NON HA MOSTRATO LA

GIUSTA EFFICACIA E PRODUTTIVITÀ PER IL TERRITO-RIO, QUINDI, PER L’ASSESSORE MARTANO VA RIPRISIT-NATo

“Sposo senza riserve la richiesta che da piùparti si è levata nelle ultime ore di ripri-stinare il Ministero per il Turismo”. E'quanto sostiene Giovanna Martano,Assessore al Turismo della Provincia diNapoli che aggiunge: “le politiche sulturismo, in questi anni, dopo l'abolizio-ne del Ministero, non hanno mostrato lagiusta efficacia e produttività e hannolasciato ai nostri competitor campo libe-ro per guadagnare posizioni. Ne è con-seguito un arretramento dell'Italia nellaclassifica delle mete più visitate e unacrisi generale del settore, che necessita

di interventi mirati e strutturati”.“Sul tavolo delle politiche sul turismo - conclude l'assessore provin-ciale - l'Italia gioca una delle sue partite più importanti per la cresci-ta economica, fortemente legata alla valorizzazione delle tante bel-lezze e delle tante eccellenze che rendono la nostra Penisola uno deiluoghi più ambiti al mondo”.ALLODI: LA PROVINCIA DI NAPOLI È TRA GLI ENTI

CONSIDERATI VIRTUOSI, MA NON PUÒ SPENDERE LE SUE

RISORSE PER IL PATTO DI STABILITÀ“L'appello dei deputati Pd in Commissione Bilancio sull'urgenza dirivedere il patto di stabilità è del tutto in sintonia con l'allarme chestiamo lanciando da settimane”. Lo afferma Guglielmo Allodi,assessore alle risorse strategiche della Provincia di Napoli.“La Provincia di Napoli è tra quegli Enti considerati virtuosi poiché

ha risorse proprie da spendere per investimenti senza ricorrere all'in-debitamento” spiega Allodi. “205 milioni di avanzo di amministra-zione pronti per essere destinati a scuole, strade, ambiente, inter-venti destinati allo sviluppo del territorio. Il patto di stabilità previ-sto dal governo - continua Allodi - in particolare con la cosiddettaFinanziaria estiva, ci impone di utilizzarne solo 70. E' un dannopesantissimo specie per il Mezzogiorno, dove limitare la capacità dispesa degli enti locali vuol dire strozzare le opportunità di crescitadel territorio”. Allodi sottolinea che “già oggi non possiamo pagarele imprese per i lavori o le forniture già in corso, con un danno evi-dente allo stesso sistema imprenditoriale”.

4141OttobrOttobre 2008e 2008

inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie localiollettino di inforollettino di informazionemazionedella Provincia di NapoliBB

Cortese

Martano

Pagine elaborate con il contributo dell’AGENZIA STAMPA: “La Provincia di Napoli”

Direzione e Redazione: PiazzaMatteotti, 1 - Napoli - Tel. 0815512010

e-mail: [email protected]

Dopo il Documento preliminare del luglio2006, con un lungo lavoro di consultazione ed indagine, coinvol-gendo enti locali e di settore e le comunità locali in svariati riunio-ni e convegni, l'amministrazione provinciale di Napoli è giunta allaproposta di Piano Territoriale di Coordinamento approvata ingiunta il 17 dicembre 2007. Successivamente, con legge regionaleapprovata lo scorso 16 settembre – relativa all’approvazione delPiano Territoriale Regionale – la Regione, ha tra l’altro, discipli-nato il procedimento della pianificazione paesaggistica riservan-dosi la relativa competenza in via esclusiva. Questo mutato orien-tamento ha comportato la necessità di riorientare la proposta delPTCP, approvata lo scorso mese di dicembre, sulle competenzeterritoriali ed urbanistiche indicate dalla legge regionale 16/2004,senza trascurare le indicazioni della Convenzione europea delpaesaggio e del PTR dirette alla valorizzazione del patrimonio cul-turale e naturale, come fondamentale guida alla redazione deiPUC. Gruppo di progettazione - Coordinatore scientificoProf. R.GambinoDirezione PTCP : Dirigente Arch. F. RussoArch. M.Albano, Arch. C.Martone, Arch. M.Russo, Arch. V.Vanella, CollaboratoriDott.ssa M.Liguori, Dott. F. MaielloConsulentiPaesaggioProf. P.CastelnoviAnalisi dati statistici Dott.ssa A. M. Di GrandiAdeguamento al D.Lgs 334/99 Prof. G. RussoDirezione SitDott.ssa P. Napolitano, Dott.F.SgarigliaRete infrastrutturale Arch. V. RussoAssistenza tecnica CIRAM - CoordinatoreProf. A. Dal PiazArch. I. Apreda, Arch. S. Caiazzo, Prof. G. Anzani, Prof.ssa L.Baculo, Prof. M. Fagnano,Prof.ssa M. Mautone, Prof. F. TerribileAssistenza tecnica SITDirigente : Ing. V.CorteseDott. R.Mari, Dott.ssa P.Napolitano, Arch. M.Soravia, Dott.F.Sgariglia, Ing. G.Palma - WEB Ingenering Ing. Giuseppe Palma(PeppePalma) = PER ULTERIORI INFORMAZIONI

Area Assetto del TerritorioDirezione Sistema Informativo Territorialevia don Bosco, 4/f 80141 Napoli - tel.: 0817946791 fax:0817949702 = e-mail : [email protected] : http://sit.provincia.napoli.it

La proposta del PTCP della Provincia di NapoliSegue da pagina 40

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“Occorre porre immediatamente unfreno a questo meccanismo - aggiungel'assessore - prevedendo una correzionedelle norme, specie per quegli enti chegodono di una situazione finanziariasolide e comprovate. Perciò siamo alfianco degli onorevoli Rubinato eVannucci, promotori della risoluzionepresentata alla Camera, affinchè ilgoverno comprenda l'urgenza dei prov-vedimenti correttivi - conclude Allodi -per permettere agli Enti locali di pagaregli impegni già assunti e non appesanti-re irrimediabilmente anche i bilanci

futuri”.LAURI: “ARCO LATINO” UNA RIUNIONE CHE HA INDICA-TO ANCHE I CAMBIAMENTI DELL'UE PER UNA NUOVA

CONCEZIONE E GESTIONE DEL TERRITORIOSi è conclusa a Napoli la riunione congiunta dei Gruppi tematici Riva

Est e Riva Sud dell'Associazione ArcoLatino. Arco Latino è un progetto checoinvolge 70 amministrazioni locali delMediterraneo occidentale: 41 italiane,17 spagnole e 12 francesi.L'obiettivo è di favorire la realizzazionedi un progetto comune di sviluppo e dipianificazione delle aree, in linea con lepolitiche dell'Unione Europea, coinvol-gendo e mobilitando gli attori socioeco-nomici e favorendo la cooperazione trale PMI nei paesi dell'Arco Latino. La riunione si è articolata in due parti.La prima è consistita in un dibattito su:

“L'Unione per il Mediterraneo e lo stru-mento della Politica europea di Vicinato: ruolo e opportunitè per ArcoLatino”. La seconda, svoltasi presso la sala “Mariella Cirillo” della Provincia diNapoli, ha trattato i temi specifici dei vari gruppi di lavoro: il bilanciodelle attività, i risultati del Forum delle Autorità Locali e Regionali delMediterraneo, i progetti futuri in relazione ai bandi in uscita. Inoltre, haintrodotto un dibattito sull'apertura di un dialogo con i governi localidel Sud e dell'Est del Mediterraneo per favorire azioni di internaziona-lizzazione e di coesione economica e sociale.“Nell'ultimo decennio si è assistito infatti - ha detto l'assessore all'indu-stria e allo sviluppo della Provincia di Napoli, Aniello Lauri - ad impor-tanti cambiamenti nell'U E che evidenziano una nuova concezioneall'interno del processo di integrazione europea, ad importanti cambia-menti nell'U E che evidenziano una nuova concezione e gestione delterritorio, della reciproca influenza dello sviluppo locale e dell'identitàterritoriale, della promozione di rapporti di buon vicinato e partenaria-to e della graduale definizione di un modello europeo di organizzazio-ne sociale che possa “tenere insieme efficienza economica, coesionesociale e libertà politica”.Inoltre, La Provincia di Napoli, che attualmente ha la presidenza delGruppo tematico Riva Est, ha presentato la prima bozza dello “Studiosulla cooperazione territoriale e sistemi locali nell'area del mediterra-neo allargato” che ha l'obiettivo di evidenziare l'efficacia dell'introdu-zione di strumenti di sviluppo e di coesione nella politica europea degliultimi anni, attraverso la condivisione delle migliori pratiche di coope-razione territoriale maturate fra vari attori locali, e nonostante i molte-

plici problemi che caratterizzano l'area del mediterraneo.Nello studio sono stati approfonditi, inoltre, le problematiche di carat-tere geopolitico, economico e giuridico che sca-turiscono dal futuro allargamento dell'UnioneEuropea in un'area ritenuta “strategica” ai finidella stabilità politica dell'intero sistema inter-nazionale quale quella del mediterraneo.VIA AI LAVORI DI MIGLIORAMENTO

DELLA STRADA “CAPRI-ANACAPRI”Presso la sede del Comune di Capri, il presi-dente della Provincia di Napoli, Dino DiPalma, l'Assessore provinciale ai lavori pub-blici, Mario Casillo, e i sindaci di Capri, CiroLembo, e Anacapri, Mario Staiano, hanno illu-streranno alla stampa i lavori di miglioramento della sicurezza stradalesulla S.P. “Capri - Anacapri”.

CANOA: LA PROVINCIA PREMIA LE

SQUADRE COMPIONE D’ITALIA

2007/2008L'Assessore allo Sport della Provincia diNapoli, Maria Falbo, ha premiato le squadredel Circolo Nautico Posillipo, campionid'Italia della canoa polo femminile e maschile.Oltre agli atleti sono intervenuti: il presidentedel Circolo Nautico Posillipo, AntonioMazzone, il vice presidente, Bruno Chiazzo, il dirigente Canoa, SergioAvallone, l'allenatore della Nazionale Under 21, Gabriele Fabris.

IL TERRITORIO CRESCE SI PUNTA SULLA

FORMAZIONE CULTURALE DELLE NUOVE GENARAZIONI“Puntare alla formazione culturale delle nuove generazioni è la strate-gia più opportuna per contribuire a migliorare ilnostro territorio” ha dichiarato l'assessore allapace e all'immigrazione della Provincia diNapoli Isadora D'Aimmo, in occasione dellagiornata inaugurale, presso Città dellaScienza, della mostra “Il Violinista” progettopromosso in collaborazione con la Provincia diNapoli. "Con questa iniziativa intendiamo nonsolo avvicinare i nostri giovani alla musica, inparticolare all'arte liutaria, ma anche creareun ponte con giovani studenti di nazionalitàpalestinese. Il progetto infatti prevede il coin-volgimento attivo di scuole in Palestina, creando un sistema di dialogointerculturale costruttivo e costante con la nostra provincia”. A propo-sito della mozione presentata dalla Lega ed approvata dalla Camera perla realizzazione di classi separate per gli stranieri, l'assessore D'Aimmoha così commentato: “Sono atterrita. Inserire gli studenti stranieri inqueste classi speciali ritengo possa solo portare ad un pericoloso casodi ghettizzazione, con conseguente ostacolo all'integrazione e all'egua-glianza sociale. Con una tale proposta - ha aggiunto la D'Aimmo - sirischia soltanto di aumentare pericolosamente gli episodi di razzismodivenuti i tristi protagonisti della cronaca recente”.

LA PROVINCIA DISPONE IL TRASPORTO DI DUE RAGAZZI

VIDEOLESI PRESSO GLI ISTITUTI SPECIALISTICIIl desiderio di due ragazzi non vedenti di Massa di Somma ed Acerra èstato esaudito e grazie all'intervento dell'assessore alle politiche sociali

4242 OttobrOttobre 2008e 2008

inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie localiollettino di inforollettino di informazionemazionedella Provincia di NapoliBB

Allodi Casillo

Falbo

D'Aimmo

Lauri

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della Provincia di Napoli, PietroSagristani, i due giovani Mariano eDalila potranno proseguire i loro studi.La Provincia di Napoli gestisce un servi-zio di trasporto a chiamata dedicato aicittadini diversamente abili per il trami-te di una sua società in house, la SocialInnovation Services; pertanto si è indivi-duata la soluzione e la segnalazione deigenitori dei due ragazzi è stata pronta-mente esaminata ed accolta.Dal 6 ottobre i due videolesi usufrui-

scono del servizio di trasporto presso gliistituti specialistici Colosimo e

Martuscelli. A regime il servizio consentirà a 70 ragazzi di poter eserci-tare il loro diritto allo studio e recarsi presso le stesse strutture.Provincia di Napoli

5 BORSE DI STUDIO DA 2.000,00 CIASCUNA

RISERVATE AI LAUREATI E LAUREANDI, A DOTTO-RATI E DOTTORANDI PRESSO LE UNIVERSITÀ

DELLA CAMPANIAL'UPI Regionale della Campania, allo scopo di favorire gli studi e leidee innovative finalizzate alla razionalizzazione e all'efficienza dellaorganizzazione istituzionale degli Enti locali e dei servizi pubblici localinell'interesse dei cittadini, istituisce anche per l'anno 2008, 5 Borse distudio da 2.000,00 ciascuna riservate ai laureati e laureandi, a dotto-rati e dottorandi presso le Università della Campania dell'AnnoAccademico 2008 per tesi aventi contenuto teorico pratico attinenti allefunzioni degli Enti locali con particolare riferimento alle possibili pro-spettive per la "governance" delle Province e delle Città metropolitanenei rapporti con il territorio, le Regioni e le altre AmministrazioniLocali offerte dalle norme del Titolo V della Costituzione.Le borse di studio saranno assegnate agli elaborati che avranno espres-so i contenuti più significativi rispetto alle finalità ed il tema posto dalpresente bando sulla base del giudizio espresso da una commissioneparitetica di docenti universitari e di rappresentanti dell'Ufficio diPresidenza dell'UPI Regionale.Alla tesi che, fra le vincitrici, sarà giudicata meritevole potrà essere assi-curata la pubblicazione.Gli elaborati dovranno pervenire, pena l'esclusione, entro le ore 14,00del 27 febbraio 2009 alla Sede dell'UPI regionale con plico chiuso indi-rizzato all'Unione Regionale delle Province della Campania, presso laProvincia di Napoli, Piazza Matteotti, 1 - 80133 Napoli. Il plico recheràsul frontespizio la seguente indicazione: OGGETTO:Elaborato perconcorso borse di studio – anno 2008.Il plico dovrà contenere al suo interno due buste chiuse contraddistin-te, rispettivamente, una con la lettera A "Documenti" e l'altra con lalettera B “Elaborato”.Nella busta contrassegnata con la lettera A Documenti dovrà essereinserita l'attestazione delle generalità del concorrente compreso e reca-pito telefonico ed eventuale e-mail con l'accettazione incondizionatadelle clausole contenute nel presente bando, il titolo della tesi, presen-tata il nominativo del docente di riferimento e la data, anche presunta,di discussione della tesi. Dovrà essere inserita nel plico stesso ancheun' attestazione della Segreteria di Facoltà attestante la qualifica di lau-reato , laureando o dottorando nel corso dell'Anno 2008.Nella busta contraddistinta con la lettera B Elaborato dovrà essere con-tenuto il dischetto informatico relativo al testo dell'elaborato presenta-to. Dovrà inoltre essere evidenziato in forma cartacea all'interno delplico il titolo nonché una sintesi dell'elaborato di non più di 6 (sei) car-

telle dattiloscritteLa Commissione esaminatrice, dopoaver formulato i criteri di massima digiudizio e verificata, sulla base del tim-bro di arrivo del Protocollo dellaProvincia di Napoli la regolarità delladata di presentazione, aprirà i plichicontrassegnati con la lettera ADocumenti. Dopo aver esaminato ladocumentazione presentata dai pre-sentatori delle tesi, la Commissioneprocederà all'apertura dei plichi con-trassegnati con la lettera B Elaborati eprocederà alla valutazione degli elabo-rati ed alla formazione della graduato-ria degli elaborati meritevoli.L'assegnazione dei premi sarà delibera-ta dall'Ufficio di Presidenza dell'Unione delle Province dellaCampania.Le borse di studio verranno consegnate ai vincitori nel corso di una pub-blica cerimonia presso la Sala del Consiglio Provinciale di Napoli.L'UPI Regionale si riserva il diritto di non assegnare, in tutto od inparte, le borse di studio oggetto del presente bando nel caso che laCommissione giudicatrice e l'Ufficio di presidenza dell'UnioneRegionale delle Province della Campania non ritenesse meritevoli ilavori presentati. .Piazza G. Matteotti 1 80133 Napoli Tel. 081.7949 449 - fax 081.552 4105Napoli, 11 settembre 2008

IL PRESIDENTEProf. Gennaro De Mare

“SALONE DELLE BUONE PRASSI

AMMINISTRATIVE PER LA SCUOLA” Il Salone, dedicato al tema dell'orientamento, si terrà a Napoli presso laCittà della Scienza nei giorni 3-4-5 Dicembre 2008 Quest'anno la Provincia di Napoli promuove il Secondo "Salone delleBuone Prassi Amministrative per la scuola" per la diffusione e la socia-lizzazione delle "buone prassi" attivate in ambito educativo dalleProvince e dalle Scuole italiane. Il Salone si propone quale vetrina isti-tuzionale per:1. offrire maggiore risonanza e visibilità alle iniziative sviluppate incampo educativo2. accrescere l'interesse verso nuove pratiche e azioni che affrontano lequestioni della formazione e dell'educazione in uno scenario di forticambiamenti.Caro collega,ho il piacere di comunicarti che la Provincia di Napoli promuoverà neigiorni 3, 4 e 5 dicembre 2008, presso Città della Scienza a Napoli, ilSecondo Salone delle Buone Prassi Amministrative per la scuola.La manifestazione, patrocinata anche dall'Unione Province d'Italia,sarà quest'anno espressamente dedicata al tema dell'orientamento.Dal sito della Provincia di Napoli (www.provincia.napoli.it) potrai sca-ricare una nota informativa sull'evento e sulle procedure di adesione ela scheda per la partecipazione. I miei Uffici, comunque, si stanno atti-vando nel contattare telefonicamente te o la tua Segreteria per ulterio-ri dettagli e per definire i percorsi di azione. Sono certa che l'iniziativanon mancherà di suscitare il tuo interesse, e potrà costituire un'occasio-ne di visibilità per tutte le straordinarie esperienze che le ProvinceItaliane stanno mettendo in campo. Cordiali saluti

L'Assessore alle Politiche Scolastiche e Formative della Provincia di Napoli

Angela Cortese

4343OttobrOttobre 2008e 2008

inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie localiollettino di inforollettino di informazionemazionedella Provincia di NapoliBB

Sagristani

De Mare

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inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie locali Bollettino di InforBollettino di Informazionemazione

Da Caserta le Province del Mezzogiorno si candidano aessere attori protagonisti del Programma OperativoInterregionale “Energie rinnovabili e risparmio energetico2007-2013”, per attivare progetti in grado di centrare gli

obiettivi fissati dall'Unione Europea in temadi sviluppo energetico sostenibile: 20 percento di produzione di energia da fonti rin-novabili; 20 per cento di risparmio energeti-co e 20 per cento di tagli alle emissioni inatmosfera.Presso l'aula consiliare della Provincia diCaserta, si è tenuta la prima riunione dellaConferenza delle Province del Sud, istituitanell'ambito del Patto dei Presidenti firmatoa Bari nel giugno scorso. Numerosi rappresentanti degli Enti delMezzogiorno hanno partecipato all'appun-tamento, ospitato da Terra di Lavoro, chefigura tra gli Enti promotori delle iniziative. A introdurre i lavori l'assessore provincialeallo Sviluppo economico, Franco

Capobianco: “Siamo riusciti a organizzare unevento importante - ha sottolineato - mettendo insiemetante realtà del sud del Paese e intercettando la domandadi sviluppo che arriva dai territori.Siamo convinti che non c'è crescita senza sviluppo energe-tico. Così intendiamo fornire risposte ai processi di coesio-ne e attrarre finanziamenti”. Qualità dei progetti e velocitàdei processi di approvazione sono le condizioni prioritarieribadite da Capobianco “per vincere una sfida davveroambiziosa”. Dal vertice è arrivata un'accelerazione anchesul piano organizzativo con l'approvazione delRegolamento del Patto e la costituzione delle sottocom-missioni tematiche e del Comitato tecnico. Il presidente della Provincia di Potenza, nonché presiden-te della Conferenza, Sabino Altobello, ha rilanciato ilruolo delle Province, “che svolgono una funzione essen-ziale nell'azione di coordinamento tra gli Enti locali perl'attuazione di politiche pubbliche: pertanto siamo convin-ti di essere adatti ad un ruolo fondamentale anche nel set-tore energetico”.Tra i relatori anche Luca Celi dell'Autorità di GestionePoin-Regione Puglia: “Stiamo oggi compiendo - ha dichia-rato - passi in avanti significativi nel rapporto tra leProvince e il Piano Operativo interregionale, attraverso ilquale intendiamo recuperare il gap del Mezzogiorno nelgrado di avanzamento sui temi dell'energia sostenibile,rilevato dal Quadro di sviluppo nazionale”. Sono inoltre

intervenuti Mario Battello, direttore dell'associazioneTecla, insieme con Mario Caputo; Anna De Lillo di Enearicerche e Franco Gizzi, responsabile relazioni esterne(macroarea centro-sud) dell'Enel. La conferenza dei quaranta presidenti delle Province delsud punta con determinazione allo sviluppo energeticosostenibile dei territori delle Province italiane. L'appuntamento, promosso dall'Unione delle Provinced'Italia e che stato ospitato a Caserta, segue la sigla delPatto dei presidenti delle Province del Sud in tema di ener-gia, firmato a Bari. Nell'ambito dei lavori è stato approva-to il Regolamento del Patto e sono state costituite le sot-tocommissioni tematiche e del Comitato tecnico. La Provincia di Terra di Lavoro è tra i promotori dell'ini-ziativa, attraverso proprio il lavoro dell'assessore provin-ciale alle Attività economiche e produttive FrancoCapobianco. A tal proposito va ricordato che sono coinvolte le ottoregioni beneficiarie dei fondi del Programma OperativoInterregionale “Energie rinnovabili e risparmio energetico2007-2013”, con l'obiettivo di analizzarne le opportunitàprogrammatiche e progettuali.

E’ PARTITA LA CAMPAGNA

CONTRO IL VANDALISMO

NEGLI ISTITUTI SCOLASTICILa Provincia di Caserta ha promosso la campagna di sen-

sibilizzazione contro gli atti vandalici nelle scuole, chehanno provocato danni per 800mila euro solo nel 2007. Glistudenti saranno protagonisti di eventi nel corso del nuovoanno di studi.

Il Presidente Sandro De Franciscis

Provincia di Casertaa cura dellaa cura della

Capobianco: “Insieme per uno sviluppo sostenibile”, parteda Caserta il piano energetico delle Province del Sud

4444 OttobrOttobre 2008e 2008

Capobianco

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Conclusa la due giorni di “Ognuno èbenvenuto”. Don Mazzi: “Tante positi-vità in questo territorio”“Con la due giorni di 'Ognuno è benvenuto' abbiamo semi-nato bene e i giovani della provincia di Caserta hanno rac-colto questo seme. Dobbiamo impegnarci tutti insiemeaffinché l'attenzione dell'opinione pubblica non venga cata-lizzata solo dai fatti negativi di questa terra, fatti che, sebbe-ne con sfumature diverse, accadono dappertutto in Italia:Milano non è migliore di Casal di Principe”. È il messaggiodi speranza lanciato da don Antonio Mazzi, presidente della

Fondazione Exodus, a margine del dibattito sugli avampostieducativi che ha concluso, allo stadio comunale di Casal diPrincipe, l'iniziativa promossa dalla Provincia di Caserta edal Comune, in collaborazione con l'Ufficio scolastico pro-vinciale. Oltre duemila studenti hanno affollato stamane lostadio e nella due giorni sono stati coinvolti 50 istituti scola-stici dell'intero territorio provinciale. Don Mazzi ha invitato gli stessi giovani “a fare di più, per-ché i figli devono essere sempre migliori dei padri.Smettiamo di fare harakiri, non comportiamoci come taluniortopedici, che pur di battere il male tagliano spesso l'artosbagliato”. Don Mazzi ha rivelato di essere rimasto com-mosso dall'affetto e dall'attenzione mostrata dai ragazzi,“ora - ha detto al termine della manifestazione - vado a casacon una speranza in più e una disperazione in meno e vorreiche fosse così anche per tutti i cittadini di Casal di Principe”. Sul palco al convegno con il sacerdote hanno partecipato ilpresidente della Provincia, Sandro De Franciscis, con l'as-sessore alla Pubblica istruzione, Nicola Ucciero, il sindaco diCasal di Principe, Cipriano Cristiano, e il questore diCaserta, Carmelo Casabona. “Sono grato - ha aggiunto donMazzi - al presidente De Franciscis per il lavoro che fa per igiovani di questa provincia e ho notato che con loro intrat-tiene un rapporto davvero privilegiato”. Spettacoli musicalie teatrali hanno poi chiuso la manifestazione. In scena anche“Scugnizzi”, rappresentazione realizzata dagli studentidell'Itc “Stefanelli” di Mondragone. De Franciscis ha trac-ciato infine il bilancio della manifestazione: “Siamo riusciti apromuovere - ha evidenziato - un'occasione di incontro e diconfronto tra i ragazzi, raccogliendo il desiderio di riscattodella comunità casalese e casertana: qui c'è gente capace,laboriosa, onesta e abbiamo voluto darne una testimonian-za. Don Mazzi - ha concluso il presidente della Provincia -porterà via la convinzione che il patrimonio di eccellenze, le

attività delle scuole, i talenti dei nostri giovani fanno dellaprovincia di caserta una terra migliore rispetto a come vienedipinta”.CIRCONVALLAZIONE DI CASCANO, SODDISFATTO

DE FRANCISCIS: “OPERA DI RILEVANZA STRATE-GICA, PRESTO ALTRI INTERVENTI”“L'entrata in funzione della circonvallazione di Cascano, interritorio del Comune di Sessa Aurunca, è di rilevanza stra-tegica per il sistema di comunicazione provinciale sulladirettrice Capua - litorale dell'alto Tirreno campano. ComeProvincia, di concerto con la Regione Campania e con glialtri enti deputati, saremo impegnati ancora nei prossimimesi in una serie di altri interventi per il miglioramento el'ammodernamento del sistema stradale del nostro territorioal fine di garantire spostamenti sempre più efficaci e sicuri”.Lo ha dichiarato questa mattina a Casal di Principe, dov'eraper altri impegni istituzionali, il presidente della Provincia diCaserta, Sandro De Franciscis. Alla ceri-monia d'inaugurazione della infrastrut-tura, che consente di bypassare il centroabitato di Cascano con innumerevolibenefici per la viabilità, era presenteinvece il vice presidente dell'Ente dicorso Trieste, Mimmo Dell'Aquila. “Ilsistema infrastrutturale provinciale - hadichiarato quest'ultimo - si arricchisceoggi di un'opera attesa e importante. Ilcompito della Provincia è come semprequello di sostenere e rafforzare le inteseistituzionali che mirano al raggiungimento di una dotazionesempre più diffusa e completa di servizi al cittadino”.IL MINISTRO BRUNETTA PREMIA L'AGENZIA

GIOVANI. IL PROGETTO “INFORMABUS” ESEMPIO

DI EFFICIENZA

Il ministero della Pubblica Amministrazione e Innovazioneha premiato il progetto “Informabus”, realizzatodall'Agenzia Giovani della Provincia di Caserta, comeesempio di buona prassi amministrativa e di efficacia delleazioni poste in essere al servizio dei cittadini. Il riconosci-mento è arrivato nell'ambito dell'iniziativa “Non solo fan-nulloni!”, volta a segnalare i casi di effi-cienza nella Pubblica Amministrazioneitaliana. Il progetto promossodall'Agenzia Giovani, presieduta dalconsigliere provinciale Luigi Ziello ediretta da Maria Giovanna Sparago, haconsentito di “portare a domicilio” iservizi dell'Informagiovani, grazie a unbus fornito di collegamenti telematici edi materiale informativo, che ha rag-giunto i Comuni periferici del territo-rio provinciale, con l'obiettivo di avvici-nare i giovani penalizzati anche da gap infrastrutturali e ren-derli partecipi di opportunità formative e lavorative.L'esperienza premiata dal ministro Brunetta si è conclusacon l'apertura di un centro di ascolto, diventato punto diriferimento anche per i fenomeni di disagio giovanile.Il riconoscimento si aggiunge a quello ottenuto dal progetto“Comunicare Europa” e sottolinea il particolare impegnodella Provincia in tema di politiche giovanili e integrazioneeuropea.

4545OttobrOttobre 2008e 2008

inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie localiollettino di inforollettino di informazionemazionedella Provincia di CasertaBB

Dell'Aquila

Brunetta

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Le problematiche relative allo stresslavorativo e alla gestione delle risorseumane hanno acquisito negli ultimianni una particolare rilevanza. E’ riconosciuto l’importanza del fatto-re psicologico lavorativo e dell’impattoche può avere sul benessere dell’indivi-duo prendendo atto di una letteraturascientifica ampiamente consolidata. Il Piano Sanitario Nazionale 2006-2008riconosce, infatti, come accanto allepatologie da rischi noti stiano acqui-sendo sempre maggiore rilievo lePatologie da rischi emergenti come le“Patologie da fattori psico-sociali asso-ciate a stress” (burn-out, mobbing…)identificate più correttamente come le“Malattie psichiche e psicosomatiche

da disfunzioni dell’organizzazione del lavoro”; tali patolo-gie, cosiddette da “costrittività organizzativa” sono ricono-sciute come malattie professionali e prevedono l’obbliga-torietà della denuncia all’INAIL (G.U. 70 del 22.3.2008,Supp 68).Lo stress è uno stato di malessere "che si manifesta con sin-tomi fisici, psichici o sociali legati all´incapacità delle per-sone di colmare uno scarto tra i loro bisogni e le loro aspet-tative, e la loro attività lavorativa", ma "non è una malat-tia", anche se "una esposizione prolungata allo stress puòdiminuire l´efficienza lavorativa e causare problemi di salu-te". L’accordo quadro europeo sullo stress lavoro-correlato èespressamente richiamato nella più recente normativa ita-liana in materia di salute e sicurezza sul lavoro, emanatacon il decreto legislativo n. 81 del 9 aprile 2008, operativodal 29 luglio, insieme alle altre disposizioni del provvedi-mento concernenti le novità in materia di valutazione deirischi. Secondo queste disposizioni, il datore di lavoro è tenuto avalutare, in applicazione dei contenuti dell’accordo quadroeuropeo, i rischi collegati allo “stress lavoro-correlato”, aiquali possono essere esposti lavoratrici e lavoratori, e aindicare, nel documento redatto a conclusione della valu-tazione, le misure di prevenzione e protezione individuatee le procedure per l’attuazione delle stesse misure.

Se il problema di stress da lavoro è identificato, bisognaagire per prevenirlo, eliminarlo o ridurlo. La responsabilitàdi stabilire le misure adeguate da adottare spetta al datoredi lavoro. Queste misure saranno attuate con la partecipa-zione e la collaborazione dei lavoratori e dei loro rappre-sentanti.È consigliabile, nel caso in cui l’azienda non disponga alsuo interno di sufficienti, di ricorrere a competenze ester-ne in conformità alle leggi europee e nazionali, ai contratticollettivi e alle prassi.I problemi individuati possono essere affrontati nell’ambi-to del processo di valutazione di tutti i rischi, program-mando una politica aziendale specifica in materia di stresse/o attraverso misure specifiche mirate per ogni fattore distress individuato.Si possono introdurre misure di gestione e di comunicazio-ne in grado di chiarire gli obiettivi aziendali e il ruolo di cia-scun lavoratore, di assicurare un sostegno adeguato daparte della direzione ai singoli individui e ai team di lavo-ro, di portare a coerenza responsabilità e controllo sullavoro, di migliorare l’organizzazione, i processi, le condi-zioni e l’ambiente di lavoro. A tali interventi devono affiancarsi iniziative formative einformative che introducano una maggiore conoscenzadello stress, delle sue possibili cause e dei rimedi. Lo stress legato all'attività lavorativa può essere prevenu-to o neutralizzato riorganizzando l'attività professionale,migliorando il sostegno sociale e prevedendo una ricom-pensa adeguata agli sforzi compiuti dai lavoratori.Occorre, inoltre, adeguare le condizioni di lavoro allecapacità, alle esigenze e alle ragionevoli attese dei lavora-tori. lavoro-correlato, secondo i contenuti dell'accordoeuropeo dell'8 ottobre 2004 .Dal 29 luglio 2008, ogni valutazione dei rischi dovrà tenerconto di questo “rischio particolare” e dovrà contenere lemisure di prevenzione e protezione individuate e le proce-dure per attuarle. Obiettivo dell’accordo interconfederale,anche in previsione e ottemperanza a quanto indicato dalD.Lgs. 81/2008, è dunque quello di “accrescere la consape-volezza e la comprensione dello stress lavoro-correlato daparte dei datori di lavoro, dei lavoratori e dei loro rappre-sentanti, e attirare la loro attenzione sui segnali che potreb-bero denotare problemi di stress lavoro-correlato”.

*Assessore al Lavoro

Il Sindaco Vincenzo De Luca

Comune di Salernoa cura dela cura del

La valutazione del rischio “Stress lavorativo correlato” è unadelle novità sostanziali introdotte dal Decreto legislativo n. 81/2008

4646 OttobrOttobre 2008e 2008

Luciano Conforti

di Luciano Conforti*

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Qui di seguito, pubblichiamo il Report Commissione Cultura2006/2008, presieduta dell’avv. Mario De Gennaro.All’inizio del prossimo anno l’arcivescovo Ravasi intende celebra-re a Roma, con un convegno internazionale, il bicentenario dellanascita di C. Darwin. Molti auspicano che la Chiesa cattolica, intale occasione, possa iniziare un percorso di conciliazione tra evo-luzione e teologia, così come ha fatto già la Chiesa anglicana. In tale significativa circostanza, evoluzionisti e creazionisti, laici ereligiosi, credenti e non, potrebbero rafforzare la condivisione deivalori etici dell’uomo, della sua coscienza e identità, al di là dellafede veterotestamentaria sulla creazione. Non ultimo il dibattito sullo stesso tema da parte di D’Alema,Tremonti ed il cardinale Bertone. La presa di coscienza di sé e lasua individuale identificazione rispetto all’”altro” rappresenta ilmomento iniziale della natura umana. Rappresenta anche il momento della consapevolezza dell’uomo diinteragire in un determinato territorio con altri uomini con cui con-dividere valori, principi, idee ed interessi. Così nasce una comunità. Quindi una comunità che voglia avere un forte senso di identità eorgoglio di appartenenza deve ritrovare e coltivare i valori, le ideee gli interessi che la rendono organica forza comune. Deve coltiva-re la cultura e la storia di sé. MetodoVincenzo De Luca indirizza le proprie energie, ormai da oltre 15anni, al progresso e alla trasformazione di Salerno, tenendo sem-

pre la prora verso ilcostante obiettivo diinfondere un fortesenso di identità ad unacittà che è cresciuta neldopoguerra in manieradisaggregata e confusa.De Luca vuole trasfor-mare un aggregatourbano in una veracomunità che ritrovi,nel proprio territorio, lacoscienza di appartene-re ad una storia e cultu-ra comune. E’ su questa linea idea-le e programmatica diDe Luca che si è carat-terizzato il lavoro dellaCommissione Culturain questo primo bien-nio. Pertanto la prima-ria finalità della

Commissione, in sintonia

con l’impegno politico dell’Amministrazione comunale, è stataquella di individuare delle idee-forza da tramutare in progetti e poiin atti amministrativi, tali da aggregare ed esaltare il senso identi-tario della comunità salernitana. Non certo idee “metafisiche”, ma idee,valori e tradizioni che come“esperienza vissuta”, come “erlebnis”, potessero parlare al cuore ealla mente di tutti i salernitani.E’ un percorso aspro e difficile sol considerando la struttura stori-co-morfologica della città divisa in due dall’Irno, sulle cui rive siespandono due città diverse per aggregato sociale e per tradizionestorica: da una parte la storia antica di Salerno, dall’altra l’urbane-simo e l’immigrazione dell’ultimo mezzo secolo. Alla ricerca di queste “idee-identità” o “idee-coscienza comunita-ria” hanno dato vitale contributo alcuni “paletti” amministrativiforniti dalla Giunta Comunale, nonché la sorprendente, viva pre-senza di tante Associazioni culturali che con alta professionalitàoperano, spesso nel silenzio, nella città.a)- Il Comune di Salerno va operando, ormai da tempo, adeguan-dosi alle linee della programmazione europea dei fondi strutturali,nell’ambito di un’”area vasta” che si sviluppa lungo l’asseBattipaglia-Pontecagnano-Salerno-Fisciano, per la presenza diinfrastrutture metaurbane come Interporto, Aeroporto, Porto edUniversità, anche sulla base delle linee strategiche di sviluppo indi-cate dal Comitato Scientifico presieduto dal Rettore Pasquino. A tal proposito la Commissione ha ritenuto preliminarmente diincontrare il Rettore dell’Università di Salerno, il Provveditore agliStudi, nonché i responsabili del Parco Scientifico e Tecnologico edell’Ufficio delle Risorse Comunitarie.b)- Viva e coinvolgente è stata la presenza di tante Associazioniculturali che in Commissione, con incontri settimanali per oltre unanno, hanno fatto scoprire la generosità di giovani, professori, arti-sti, storici, filosofi e musicisti che profondono le proprie energiegratuitamente, in nome dell’arte e della cultura, per amore allacittà di Salerno.Attività ed incontriLa Commissione ha proceduto nel primo biennio di attività ad unavasta ricognizione di enti,associazioni operanti sul territorio saler-nitano; ha incontrato peraltro gli amministratori e funzionari delComune, alfine di rendersi conto della multiforme realtà presentee raccogliere istanze e proposte ed anche legittime critiche osser-vazioni.a)- Lungo tale percorso si sono incontrate molte associazioni chededicano la propria attività anche alla valorizzazione del CentroStorico, collaborando spesso con iniziative comunali come“Salerno Porte Aperte”.Di particolare rilevanza operativa e culturale sono le Associazioni“Gruppo Archeologico Salernitano”, “Erchemperto”, “CentroStorico”, “Centro Artisti Salernitani”, “Amicus”,”Slowfood”,“Musica Atenea”,”Giustino Fortunato”, “Koinè”, “Hortusmagnus”, “Filosofi Salernitani”.

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inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie localiollettino di inforollettino di informazionemazionedella Provincia di SalernoBB

Avv. Mario De Gennaro*

Lo sviluppo possibile passa attraverso la capacità di interagire con il territorio ed un forte senso di identità ed appartenenza

Il Sindaco Vincenzo De Luca

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inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie localiollettino di inforollettino di informazionemazionedel Comune di SalernoBB

b)- Altra rilevante attenzione è stata profusa ai beni e contenito-ri culturali della città che dovrebbero essere devoluti a “location”permanente di eventi e manifestazioni tali da costituire autentici“attrattori” di un target culturale e sovra regionale, possibilmen-te inseriti in un virtuoso circuito nazionale. Grande rilievo è statodato ai siti archeologici del centro storico come “S.Pietro aCorte”, “S.Andrea de Lama”, “S.Salvatore de Fundaco “ e“Palazzo Fruscione” i quali, nel loro complesso, costituiscono lapiù interessante area meridionale di storia longobarda che hasegnato per oltre trecento anni la nostra città.Forte è stato inoltre il dibattito sulla funzione e destinazionedell’Augusteo, Villa Carrara, Centro Sociale, Conservatorio,Convento S.Michele e, primo tra gli altri, sul contributo primarioe centrale, da programmare, del Complesso di S. Sofia.c)- Profonda ed accurata disamina è stata svolta nella ricognizio-ne dei Teatri cittadini che manifestano un fervido interesse di gio-vani, registi e scenografi intorno a repertori clessici, umoristici edialettali. A Salerno, oltre alla programmazione lirico-sinfonicadel “Verdi” che ha ormai valicato i confini nazionali, operano datempo il Teatro delle Arti, e il Consorzio del “la Città Teatrale”che riunisce il Teatro Nuovo, S.Genesio,Teatro del Giullare,Teatro Ridotto, Teatro La Mennola, Teatro Arbostella.Tradizione religiosa Una comunità trova le proprie radici nel territorio e storia comu-ne, nella lingua e nelle tradizioni religiose. Il sindaco De Luca,sebbene laico come formazione e quale uomo delle Istituzioni, hacontribuito notevolmente alla riscoperta e alla valorizzazione dieventi religiosi profondamente sentiti dai cittadini salernitani. La cerimonia della Madonna del Mare e ancor più la processio-ne di S.Matteo vedono la partecipazione di migliaia di fedeli cheaccorrono da tutta la regione. In sintonia con la “reconquista” divalori religiosi, la Commissione va programmando incontri conmembri del corpo ecclesiale sui problemi del restaurodell’Annunziata, sul portale della chiesa di S.Lucia, nonché pervivificare anche a Salerno il dibattito nazionale in corso su scien-za e fede, sul relativismo e sul laicismo.ProposteGli incontri hanno messo in campo innumerevoli proposte lequali, se supportate da una più adeguata sinergia tra Esecutivo eCommissioni, possono senza dubbio contribuire a trasformareSalerno in un faro della cultura meridionale.Per brevità si può dire che le proposte scaturite muovono versodue obiettivi tra loro complementari alfine di un risultato di eccel-lenza.a)- Un obiettivo è programmare una limitata e ben definita seriedi “Grandi Eventi” che devono avere la caratteristica della “con-tinua e stabile permanenza”, sulla scia del programma lirico-

sinfonico del Verdi e della manifestazione annuale, ancora trop-po circoscritta, di “Salerno Porte Aperte”.L’Amministrazione Comunale deve compiere due sforzi impor-tanti. Deve innanzitutto concentrare le proprie energie affinchè ilTeatro Comunale assurga a “ Teatro di Tradizione”, dotandosi diun’Orchestra stabile. Non è possibile conseguire risultati eccezio-nali se non si ha l’accesso ai fondi statali del FUS destinati ai tea-tri di tradizione. Non è possibile lanciare il Teatro “Verdi” in un circuito di mag-giore rilevanza con la sola gestione del PEG comunale e con con-tributi discontinui. Altre energie da profondere vanno destinateper inserire l’area archeologica di S.Pietro a Corte e PalazzoFruscione nel progetto “ Longobardia minor” come patrimonioUnesco. La Commissione è già impegnata su tale complesso itere, con l’espresso consenso del Sindaco, sono avvenuti incontri condirigenti della Sovraintendenza ai Beni Culturali, di concerto conl’Università di Salerno e il Gruppo Archeologico Salernitano.La qualifica, attraverso apposito decreto ministeriale, del “Verdi”come “teatro di tradizione” e la declaratoria dell’area “S.Pietro aCorte” come patrimonio Unesco darebbero alla nostra città rilie-vo internazionale. Sono risultati raggiungibili; occorre solo lavolontà amministrativa e politica. Non meno importante è il per-manente e stabile insediamento di due o tre “grandi eventi” nelcomplesso di S.Sofia, tali da richiamare con forza e continuitàflussi di turisti della cultura.b)- L’altro importante obiettivo è la permanente stratificazionenel territorio di eventi che movimentino l’interesse della comu-nità. Tra le proposte degne di rilievo maggiore vanno evidenziateil Museo “Città Creativa” a Ogliara, la Enciclopedia virtuale aVilla Carrara, la Pinacoteca comunale,a seguito della cataloga-zione dei beni mobili del Comune. Ed ancora il festivaldella”Creatività, “Letture nei Parchi”, “lectura Dantis” nellaCappella palatina da parte del prof. Vittorio Sermonti.Rilevante è il progetto di una Biblioteca Comunale con presta-zioni multimediali nel palazzo Fruscione che può considerarsi ilpalazzo più importante di proprietà comunale.ConclusioniGli incontri ed i dibattiti della Commissione portano ad un’esi-genza conclusiva. Le Associazioni ed i teatri nella città sononumerosi e pieni di volontà a contribuire allo sviluppo culturale.Occorre uno sguardo sinottico sulle loro attività e sulle loro spes-so legittime esigenze di aiuti economici.Per ottenere da loro una maggiore sinergia con il Programmadell’Amministrazione, sarebbe opportuno istituire la Consultadel Teatro e la Consulta delle Associazioni Culturali.

*Consigliere comunalePresidente Commissione Cultura

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“Il nuovo Codice delle Autonomie: le funzioni degli Entilocali tra competenze dello Stato e ruolo del sistemaregionale”.Già il titolo della sessione, alla quale partecipiamo, mettein evidenza il nodo problematico di un discorso sul ruolodegli Enti locali quando lo si articola con l’introduzionedel Federalismo fiscale e con la modifica dell’architettu-ra istituzionale del Paese, che consegue all’attuazione delTitolo V della Costituzione.

Il nodo problematico è:come fare perché gli Entilocali non siano schiacciatitra lo Stato Centrale e ilsistema regionale? Con l’attuazione delFederalismo fiscale, c’è ilrischio per i Comuni, giàfortemente penalizzati per ilmodo in cui il loro sistemafinanziario è stato via viairrigidito e prosciugato negliultimi anni, di vedersi ulte-riormente schiacciati tradue centralismi, l’uno infase di apparente remissio-ne, quello statale, l’altro infase di crescita, quello delleRegioni.

E’, quindi, importantissimo ilrichiamo alla riforma costituzionale da attuare. Uno deifondamenti di quella riforma è il principio della sussidia-rietà. Se sussidiarietà significa anche affidare all’istituzio-ne più vicina ai cittadini lo svolgimento di funzioni ecompiti necessari alla vita delle comunità, allora per iComuni bisogna costruire la rete delle garanzie che con-sentano a questi Enti di esercitare le proprie funzioni e,anzi, di vederle sviluppare, senza che le compatibilitàfinanziarie e le difficoltà dei bilanci, da un lato, la crea-zione di un nuovo sistema fiscale legato al fattore territo-rio, dall’altro, finiscano per soffocarli.Nel Mezzogiorno, questi interrogativi e queste preoccu-pazioni sono molto vivi.

Soprattutto nel Sud e per le grandi aree urbane, che siconfrontano quotidianamente con la dimensione sovra-comunale dei problemi da risolvere, è essenziale che siaripreso il percorso interrotto dell’istituzione della Cittàmetropolitana.I principali problemi posti dall’attuazione del Federalismofiscale sono nel rapporto tra Stato, Regioni ed Enti loca-li, nella potestà tributaria, nei meccanismi della perequa-zione e nel coordinamento della Finanza pubblica. Laprincipale critica venuta dal mondo delle Autonomielocali al progetto del Governo di Federalismo fiscale,accanto all’insostenibilità finanziaria, è riassumibileintorno al richiamo del principio di equità: il sistemaattuale di trasferimenti può essere rivisto, ma bisognaassicurare una costante e integrale copertura dei costistandard dei livelli essenziali delle prestazioni concer-nenti i diritti civili e sociali. Il Sud deve, cioè, poter disporre delle stesse risorse dialtre aree del Paese sapendo che, a parità di risorse, devecorrispondere una qualità omogenea delle prestazioni.L’affermazione di questo principio di equità, però, deveessere necessariamente tale da rispondere all’altro pro-blema di fondo, quello dell’efficienza della politica e del-l’amministrazione.E questo è un problema che non si risolve con un approc-cio di tipo fiscale, incentrato cioè sulle modalità del pre-lievo fiscale e del riparto delle risorse.Ed infatti, nella convocazione di questo appuntamentoannuale di Lega delle Autonomie, il PresidenteGiovanelli scrive opportunamente dell’urgenza, sentitada tutto il sistema delle Autonomie locali e regionali, direalizzare le riforme che servono per attuare il Titolo Vdella Costituzione.E’ questo il nodo. Alcuni studiosi, critici rispetto allebozze Calderoli che si sono succedute finora, hanno rile-vato che al Federalismo fiscale manca un orizzonte costi-tuzionale (Enrico De Mita Sole 24 ore, 25.9.08). L’attuazione dell’articolo 119 della Costituzione e ilFederalismo fiscale rischiano di restare un’iniziativa dalforte sapore propagandistico se, contemporaneamente,non si attua l’articolo 117 della Costituzione, cioè senzache si attui il quadro delle competenze e delle funzionidello Stato e delle Autonomie locali e, con questa pre-messa, anche l’articolo 118 che attribuisce tutte le funzio-ni amministrative alle Autonomie locali, in primo luogo aiComuni, sulla base dei principi di

Il Sindaco Rosa Iervolino Russo

Comune di Napolia cura dela cura del

Il Progetto federalista ed il rilancio dell’economiaitaliana, partendo dalle risorse locali anche nel Sud

4949OttobrOttobre 2008 e 2008

Impegno

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Intervento di Leonardo Impegno, Presidente del ConsiglioComunale di Napoli, al VII appuntamento annuale di “Finanzae Fiscalità locale”di Legautonomie, a Viareggio.

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Il Comune si apre all’ “open source”: presen-tato il passaggio al software libero“Aspettando il Linux Day”: è stato presentato nell’affollata antisala deiBaroni del Maschio Angioino il piano che prevede il passaggio del

Comune di Napoli alsoftware libero. Oltre ai relatori,Francesco Nicodemo,consigliere comunale diNapoli e tra i maggiorifautori del passaggio all’o-pen source, GennaroMola, Assessore comuna-le ai Servizi Telematici eGiuseppe Aceto,dell’Associazione NaLug

(Napoli Gnu/Linux Users Group), presenti alla conferenza anche ilPresidente del Consiglio comunale Leonardo Impegno, diversi consiglie-ri comunali e alcuni esponenti dell’associazione Palinsesto. “Si celebra il lavoro iniziato in Consiglio comunale con un ordine del gior-no del 13 febbraio 2007 – ha spiegato il Consigliere Nicodemo -, che haricevuto il sostegno di tutti i gruppi consiliari. Siamo fieri che Napoli sia la prima città in Italia, e forse in Europa, a spe-rimentare l’open source. L’open source e le risorse che libererà, favoriranno la formazione, l’ab-battimento del digital divide e l’innovazione, garantendo quei principi dieconomicità, trasparenza e sicurezza alla base di ogni moderna pubblicaamministrazione. La nostra – continua Nicodemo - è una battaglia dilegalità e libertà: meglio gratis che pezzotto. Auspico per il prossimoLinux Day del 2009, la presentazione dei nuovi computer acquistati dalComune e l’attuazione del processo”.Secondo Mola in questo modo “si sviluppano le capacità della pubblicaamministrazione e l’esperienza dell’open source”. L’Assessore ha illustrato il piano del Comune, che prevede un corso diformazione per 60 dipendenti, in modo da metterli in condizione di pre-stare assistenza ai colleghi, e l’acquisto di hardware adeguati. Oltre alla maggior libertà dai soggetti esterni, secondo alcune stime in treanni il risparmio sarà di circa4 milioni di euro. GiuseppeAceto, membrodell’Associazione NaLug, cheintende favorire l’utilizzodel sistema operativoGNU/Linux sul territorio eapprofondire la sua cono-scenza, ha illustrato i van-taggi dell’open source: ese-guire programmi per qualsia-si motivo, studiare il programma, ridistribuire liberamente copie e rende-re pubblici i miglioramenti.Nel corso della conferenza è pervenuta una nota dell’Assessore alloSviluppo, Raffa, che, dichiarandosi a favore del passaggio, ha ricordato ivantaggi in termini di costi e competenze del personale.IL SINDACO DI NAPOLI HA SOTTOSCRITTO

IL PROTOCOLLO D’INTESA: NAPOLI CITTÀ SICURAIl Sindaco Rosa Jervolino Russo, raccogliendo l’invito dellaCommissione Sviluppo ed innovazione presieduta da Salvatore Galiero,che ha invitato all’incontro i rappresentanti di tutte le forze imprendito-riali, sociali, produttive e sindacali della città, che sono state chiamateanche esse alla firma del documento, oltre agli assessori provinciali eregionali Domenico Tuccillo e Corrado Gabriele.Il protocollo prevede l’istituire un Osservatorio Permanente sulla sicu-rezza sul lavoro tra i soggetti istituzionali e sociali firmatari del protocol-lo; sviluppare una strategia di collaborazione più ampia e costante tra le

istituzioni, la scuola, le parti sociali e il mondo associativo; organizzare erealizzare progetti formativi e campagne sociali di comunicazione ed edu-cazione alla sicurezza nelle scuole e sui luoghi di lavoro : questi alcuni deipunti del protocollo che sarà presentato nel Palazzo del Consiglio comu-nale che, tra l’altro, s’impegna a promuovere formalmente la “Giornatacittadina per la Sicurezza sul Lavoro” da tenersi ogni 5marzo.“L’incontro - ha detto Galiero- è frutto di un lavoro intenso eproduttivo dell’intera Commissione consiliare e lo dimostrano le pre-senze alla sigla del protocollo del mondo dell’impresa, in primisdell’Unione Industriali, dei Sindacati, delle categorie produttive (Camera di commercio Ascom, Confesercenti,Coldiretti e tante altre ),delle istituzioni come l’ASL, l’INAIL, l’Ispettorato del lavoro, l’INPS eil mondo della scuola con le Università e la Direzione scolastica regio-nale.” Nel corso dell’incontro è stato inoltre proiettato lo spot sullasicurezza sul lavoro che ha recentemente ottenuto un prestigioso rico-noscimento al Salone del COMPA a Milano.

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inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie localiollettino di inforollettino di informazionemazionedel Comune di NapoliBB

Pagine elaborate con il contributo del Dipartimento ComunicazioneIstituzionale ed Immagine del Comune di Napoli

sussidiarietà ed adeguatezza.Questo nodo va tenuto assolutamente presente, quando si dovràdiscutere in Parlamento dei provvedimenti veri, delle leggi chescaturiranno dal disegno di legge-delega: l’attuazione delFederalismo fiscale è connesso al processo di riforma del sistemaistituzionale locale che deve eliminare sovrapposizioni inutili,ridurre i costi della politica, istituire le Città metropolitane.Deve quindi essere ripreso il discorso del nuovo Codice delleAutonomie che il Governo ha di fatto subordinato, almeno nellosvolgimento temporale, alla legge-delega sul Federalismo fiscalesalvo poi, su questioni spinose, come quella dell’abolizione delleProvince, rimandare a quella sede ogni decisione concreta.Va ripreso il dibattito sull’attuale assetto e sugli ordinari rappor-ti tra le Autonomie locali per dare vita al nuovo strumento digoverno del territorio che è la Città Metropolitana, uno stru-mento necessario per le Città, soprattutto per quelle, comeNapoli, che si confrontano con contesti socio-economici difficiliche generano insicurezza sociale, con la piaga della criminalitàorganizzata, con la difficoltà, nell’epoca della globalizzazione, digestire la competizione tra i sistemi territoriali che sono ora cen-trali nei processi di sviluppo. Nell'area metropolitana di Napoli ci sono profonde differenze adistanza di pochi chilometri. E’ per eccellenza un’area comples-sa nella quale una molteplicità di fattori - materiali e immateria-li – devono essere governati in modo unitario ed autonomo percontrastare efficacemente le condizioni di esclusione, di margi-nalità, di subalternità che sono ancora molto forti. E anche per competere nella rete urbana regionale ed europea,sapendo che siamo nell’epoca della differenziazione delle eco-nomie e dell’apertura ai mercati mondiali, in particolare a quellidell’Oriente.Su questi temi penso che sia indispensabile aprire una fase didiscussione ampia, di reciproco ascolto e di confronto tra leAutonomie locali, per coniugare le esigenze generali della rifor-ma del sistema istituzionale locale, della razionalizzazione dellerisorse e dell’eliminazione delle sovrapposizioni di funzioni, conl’esperienza concreta e con le competenze presenti nelle istitu-zioni locali, nei Consigli dei Comuni, grandi e piccoli, perché l’in-tervento legislativo non sia astratta ingegneria istituzionale o,peggio, invenzione di meccanismi infernali che soffochino ilgrande patrimonio che, per il Paese, sono le Autonomie locali.

Il Progetto federalistaSegueda pagina 49