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I sistemi elettorali in Italia

a cura di Paolo Vidali

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Tipi di elezioni e sistemi elettorali

Attualmente, in Italia, i sistemi elettorali in vigore sono differenziati per quasi ogni tipo di elezione: abbiamo un sistema proporzionale per le elezioni circoscrizionali (dei quartieri), •un sistema maggioritario a turno unico per l'elezione del sindaco e del consiglio comunale nei paesi fino a 15.000 abitanti, •un sistema maggioritario a doppio turno per l'elezione del sindaco nei paesi con più di 15.000 abitanti, con premio di maggioranza al secondo turno nell'elezione del consiglio comunale e possibilità di voto disgiunto (nella stessa scheda si può votare un sindaco ed una lista che non lo appoggia) •sistema maggioritario a doppio turno per la provincia, ma senza voto disgiunto,•sistema proporzionale con premio di maggioranza per le elezioni di Camera e Senato, con qualche differenza fra i due,•sistema proporzionale con voto di preferenza per il Parlamento europeo e per i consigli circoscrizionali,•Sistemi differenziati per le votazioni regionali.

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I sistemi elettorali possono essere definiti come quel complesso di norme giuridiche che disciplinano le modalità attraverso le quali i membri di un corpo collegiale provvedono alla designazione di una o più persone a un determinato ufficio o a una certa carica.

In altri termini, essi sono quel complesso di regole che governano la traduzione delle diverse preferenze individuali in voti e i voti in seggi.

Due sono essenzialmente gli aspetti centrali che caratterizzano e distinguono ogni possibile sistema elettorale:

•le formule elettorali

•i collegi elettorali

Sistemi elettorali

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Le formule elettorali sono i criteri per trasformare i voti in seggi. Queste in concreto possono essere, e infatti nella realtà sono, molteplici. Tuttavia, per esigenze di classificazione, vengono tradizionalmente distinte in maggioritarie e proporzionali.

I collegi o circoscrizioni elettorali sono le suddivisioni territoriali nell'ambito delle quali gli elettori ivi residenti sono chiamati a eleggere i propri rappresentanti. Se questi ultimi sono più di uno, e la competizione avviene dunque tra liste di candidati, il collegio si dirà plurinominale. Se invece gli elettori vengono chiamati a eleggere un solo rappresentante, il collegio si dirà uninominale.

Formule e collegi elettorali

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La formula maggioritaria, quasi sempre abbinata a una ripartizione uninominale, assegna il seggio posto in palio al candidato che ha vinto le elezioni riportando il maggior numero di voti (cioè la maggioranza semplice), oppure la metà più uno dei voti validamente espressi (vale a dire la maggioranza assoluta).

In questo secondo caso (in Francia, ad esempio), se nessun candidato ottiene la maggioranza dei voti richiesta si procede a un secondo turno elettorale nel quale il seggio viene attribuito a chi ottiene la maggioranza semplice delle preferenze.

Tutti i candidati che non vincono, non hanno diritto ad alcun seggio ed i voti da loro ottenuti vanno dispersi: per questa ragione ai diversi concorrenti converrà, per non correre il rischio di sprecare i voti che potrebbero ottenere, accordarsi secondo le rispettive affinità politico ideologiche e presentare candidature comuni.

Il sistema elettorale maggioritario

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• Il primo effetto che i sistemi maggioritari tendono a provocare sul sistema politico è dunque quello della riduzione del numero dei partiti, fino a giungere, in alcuni casi, peraltro piuttosto rari, al bipartitismo.

• Un secondo effetto, strettamente collegato al primo, che le formule maggioritarie producono, è quello di indurre i candidati al moderatismo per conquistare gli elettori indecisi che si trovano al centro dello schieramento politico.

• Un terzo effetto, forse quello più rilevante, che tradizionalmente viene ascritto a queste formule quando riescono a promuovere la formazione di assetti bipartitici, è quello di facilitare l'alternanza al potere nonché la costituzione di governi la cui investitura avviene in sostanza direttamente dal corpo elettorale.

• Un quarto effetto, soprattutto laddove vi sia un sistema dei partiti fortemente frammentato, esse finiscono inevitabilmente per sottorappresentare le minoranze trasformando una maggioranza relativa in maggioranza assoluta.

• Un quinto effetto consiste nel possibile indebolimento di tutti quegli istituti di garanzia che sono presenti nel nostro ordinamento costituzionale e che poggiano in sulla previsione di maggioranze qualificate: modifiche costituzionali (art. 138), all'approvazione dei regolamenti parlamentari (art. 64) l'elezione parlamentare dei cinque giudici della Corte costituzionale oppure del presidente della Repubblica.

Gli effetti del maggioritario

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Completamente diversa è invece la logica che ispira le formule proporzionali e i valori che queste, in linea di massima, intendono privilegiare.

Esse non mirano a premiare il vincitore a scapito dei perdenti, ma a rispecchiare le diverse preferenze degli elettori: in ciascun collegio, necessariamente plurinominale, i seggi vengono assegnati alle diverse liste di candidati in proporzione ai voti che hanno ottenuto.

Il sistema elettorale proporzionale

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Avendo come obiettivo primario quello di soddisfare le esigenze della rappresentatività, le formule proporzionali, al contrario di quelle maggioritarie,

• consentono a tutte le molteplici istanze politiche presenti nella società di partecipare direttamente alla discussione parlamentare

• favoriscono la parcellizzazione del sistema politico, soprattutto se non sono corrette dqa una soglia di sbarramento

• non contribuiscono a formare maggioranze compatte e dunque favoriscono una certa instabilità dei governi, anche se non del quadro politico.

• Da qui la necessità, ormai largamente condivisa, di un premio di maggioranza

Gli effetti del sistema elettorale proporzionale

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Per quasi cinquant'anni i cittadini italiani hanno eletto i propri rappresentanti in parlamento mediante un sistema elettorale proporzionale.

Il quadro internazionale (conflitto ideologico est-ovest) ha spinto verso il blocco dell’alternanza al potere di partiti diversi, contribuendo a generare una democrazia bloccata o un bipartitismo imperfetto, in cui l’opposizione, rappresentata per lo più da PCI, è rimasta estranea al governo politico nazionale

Su questo sistema si è formato un pericoloso sistema che ha portato progressivamente alla crisi del sistema dei partiti, evidenziato dal controllo del voto

La difficile transizione italiana

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Da qui la proposta di modifica:- referendum elettorale del giugno 1991, che con il 95% di favorevoli ha ridotto da 4 a 1 le preferenze possibili- dal referendum del 18 aprile 1993, con il quale si rende maggioritaria la legge elettorale per il Senato, con l'obiettivo di una riforma elettorale complessiva, - le leggi 276 e 277 dell'1 e 2 agosto 1993.

Per ambedue i rami del Parlamento il 75% dei seggi veniva assegnato con il sistema uninominale a un turno.

Il restante 25% veniva attribuito con metodo proporzionale.

La modifica della legge elettorale di Senato e Camera

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L’esito delle ultime elezioni politiche

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Su richiesta dell’UDC il Parlamento ha recentemente modificato la legge elettorale per Camera e Senato.

I punti salienti della nuova legge elettorale (14/12/2005) sono:

Introduzione del proporzionale, con premio di maggioranza.

Abolizione dei collegi uninominali: l'elettore voterà su una sola scheda. Le liste dei candidati saranno chiuse e le graduatorie indicate direttamente dai partiti stessi, senza possibilità di indicare voti di preferenza per uno dei candidati.

• Premio di maggioranza: viene garantito alla coalizione vincente un minimo di 340 seggi alla Camera dei Deputati. Per quanto concerne il Senato, tale premio è invece garantito su base regionale, in modo da assicurare alla coalizione vincente in una determinata regione almeno il 55% dei seggi ad essa assegnati.

I sistemi elettorali vigenti: Camera e Senato

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. Capo della forza politica: tale denominazione è usata per identificare il principale rappresentante o leader di una coalizione. Tutti i partiti che intendano "candidarsi a governare" devono depositare, contestualmente al contrassegno, il proprio programma elettorale ed indicare il capo della forza politica o, nel caso di partiti collegati in coalizione, il capo unico della coalizione.

I sistemi elettorali vigenti: Camera e Senato

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Soglie di sbarramento: per ottenere seggi alla Camera• ogni coalizione dovrà ottenere almeno il 10% dei voti nazionali; • per ogni partito la soglia minima è al 4% se non coalizzati, • al 2% se parte di una coalizione.

Al Senato le soglie da superare a livello regionale, sono rispettivamente: il 20%, l'8% e il 3%.

Il premio di coalizione o di lista regionale è volto a garantire, al Senato, la formazione di una maggioranza regionale, che disponga almeno del 55% dei seggi assegnati alla Regione. Tuttavia, non essendo previsto il raggiungimento di una soglia minima di consenso elettorale per ottenere il premio, il sistema non assicura la maggioranza assoluta dei seggi del Senato alla coalizione che ha conseguito più voti, per l'eventualità che i singoli premi regionali si neutralizzino a vicenda, né assicura che nei due rami del Parlamento si formi la stessa maggioranza.

I sistemi elettorali vigenti: Camera e Senato

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Minoranze linguistiche: Le liste delle minoranze linguistiche riconosciute coalizzate o non, potranno comunque accedere al riparto dei seggi per la Camera dei Deputati ottenendo almeno il 20% dei voti nella circoscrizione in cui concorrono. Per il Senato della Repubblica è stato previsto che 6 dei 7 seggi spettanti al Trentino Alto Adige/Sud Tirolo siano assegnati tramite collegi uninominali.

• Circoscrizione Estero: per eleggere i 6 senatori e i 12 deputati il sistema è proporzionale con liste concorrenti "non bloccate" (si possono infatti esprimere due voti di preferenza nelle ripartizioni della circoscrizione alle quali sono assegnati due o più deputati o senatori e un voto di preferenza nelle altre) si procede sulla base dei quozienti naturali e dei più alti resti.

I sistemi elettorali vigenti: Camera e Senato

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Sulla scia della stessa esigenza e della richiesta che proveniva dal Paese in merito ad una riforma del sistema politico e che portò all’introduzione del maggioritario nel 1993 (ora nuovamente sostituito dal proporzionale) la legge di elezione per i comuni viene modificata:

La legge 81 del 1993 ha introdotto nel nostro ordinamento l'elezione diretta del sindaco e del presidente della provincia.

La riforma posta in essere allora ha prodotto un profondo mutamento nel rapporto tra amministratori locali e cittadini-elettori, nella organizzazione stessa dell'ente locale e nel nuovo ruolo attribuito ai primi cittadini di comune e provincia sotto il profilo della responsabilità politica e nell'ottica di una più compiuta democrazia.

La riforma dell’elezione di Comuni e Province

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L’Italia partecipa al parlamento europeo con 87 membri.

La loro scelta avviene secondo una legge elettorale assolutamente proporzionale. In base ad essa i membri italiani del parlamento europeo sono così distribuiti

PPE-DE PSE ELDR GUE-NGL VERDI-ALE UEN EDD NI

35 16 8 6 2 10 10

I sistemi elettorali vigenti: il Parlamento europeo

Membri italiani al Parlamento europeo

PPE-DE

PSEELDR

GUE-NGL

VERDI-ALE

UEN

EDD

NI PPE-DE

PSE

ELDR

GUE-NGL

VERDI-ALE

UEN

EDD

NI

Lo schema della distribuzione dei parlamentari europei

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Nel febbraio del 1995 si è modificata la legge elettorale per le Regioni a statuto ordinario, introducendo il Tatarellum.Anche qui il sistema è misto, ma con una inversione: l’80% dei consiglieri è eletto con formula proporzionale, sulla base di liste provinciali concorrenti, il 20% con formula maggioritaria, sulla base di liste regionali concorrenti.Ad ogni candidato Presidente della Regione sono associate delle liste di partiti, ma l’elettore può esprimere un voto disgiunto, cioè votare:- solo il Presidente, - o una delle liste che lo appoggiano, il che comporta votare anche il Presidente, - o un Presidente e una lista diversa da quelle che lo appoggiano

I sistemi elettorali vigenti: la Regione

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Il quadro generale della elezione in Veneto: http://www.consiglioveneto.it/index.jsp

Il facsimile della scheda: http://www.consiglioveneto.it/testi_homepage/fac_simile_scheda.pdf

Il sistema elettorale: http://www.consiglioveneto.it/testi_homepage/guida_elez.pdf

I risultati: http://elezioni.consiglioveneto.it/elezio/progs/veneto05.sto

I sistemi elettorali vigenti: la Regione Veneto

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Il Presidente della Giunta e la Giunta stessa sono eletti dal Consiglio e nel suo seno.Fino al 1990, i seggi in palio (da 30 a 80, a seconda del numero di abitanti dellaRegione) sono ripartiti in collegi o circoscrizioni corrispondenti all'ambito territorialeprovinciale, in proporzione alla popolazione residente. In ciascuna circoscrizione ipartiti presentano una lista di candidati. L'elettore può dare sia il voto di lista che lapropria preferenza ad uno o più candidati della lista. La ripartizione dei seggi avvienesecondo il metodo proporzionale. Le modifiche di natura maggioritaria sono:- l'introduzione di liste regionali capeggiate dal candidato designato alla Presidenzadella Giunta;- la previsione di un premio di maggioranza alla lista (o coalizione di liste) che ottienepiù voti a livello regionale;- una clausola di sbarramento in ragione della quale non sono ammesse alla ripartizionedei seggi le liste provinciali il cui gruppo abbia ottenuto, nell'intera regione, meno del 3per cento dei voti validi, a meno che sia collegato a una lista regionale che ha superatola percentuale del 5 per cento;- la possibilità di esprimere una sola preferenza.

I sistemi elettorali vigenti: la Regione Veneto

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SISTEMI ELETTORALI Il 3-4 aprile 2005 gli elettori chiamati alle urne non hanno votato allo stesso modo nelle diverse Regioni, in forza dei diversi Statuti che le regioni si sono dati in questi ultimi anni.In 6 Regioni (Toscana, Emilia Romagna, Marche, Lazio, Puglia e Calabria) si è applicata la legge elettorale del '95, il Tatarellum, in tutto o in parte cambiata. Ecco un quadro sintetico delle novità che rendono il meccanismo di voto ormai diverso da Regione a Regione.PIEMONTE: Legge elettorale immutata: quindi elezione diretta del presidente, sistema proporzionale con premio di maggioranza e sbarramento del 3%. Immutato anche il numero dei consiglieri regionali, 60 anche nel nuovo Statuto.LOMBARDIA:LIMITE A CHI STRAVINCE L’80% dei consiglieri eletto con il sistema proporzionale su base provinciale, e il 20% con il maggioritario, cioè con una lista di 16 nomi legata al candidato presidente, lista che viene assegnata come premio di maggioranza. Se la coalizione vincente ottiene più del 58% dei voti, il premio di maggioranza si dimezza: solo i primi otto nomi del listino vengono eletti. Viceversa, se la coalizione vincente non supera il 50% nemmeno con il premio di maggioranza, le vengono assegnati seggi fino ad arrivare almeno al 55%. In questo caso i consiglieri eletti non sono 80, ma possono arrivare a un massimo di 90.

I sistemi elettorali vigenti: le Regioni

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LIGURIA: STATUTO NUOVO MA LEGGE ELETTORALE VECCHIA - I liguri tornano alle urne con il Tatarellum: dovranno eleggere 32 dei 40 consiglieri regionali con il sistema proporzionale; gli altri 8 consiglieri (cioè il 20%), con il sistema maggioritario, cioè il premio assegnato al candidato presidente vincente. EMILIA ROMAGNA: ERRANI “PREOCCUPATO” DI STRAVINCERE - L’attuale maggioranza dell’Unione, ora con 33 consiglieri (23 dal proporzionale e 10 dal “listino”) ha la singolare preoccupazione di non prendere troppi voti: infatti, se una coalizione elegge nel proporzionale il 50% o più dei 50 consiglieri previsti in aula, il listino viene ridotto a 5 eletti o meno. Per loro potrebbe tradursi in una differenza di 3 o più consiglieri in meno. TOSCANA: VIA LE PREFERENZE E SBARRAMENTO 2/3 PER OGNI SESSO - Nuova legge elettorale per i toscani: via il voto di preferenza ma arrivano le primarie (facoltative) per la scelta dei candidati. Si tratta di un sistema proporzionale con premio di maggioranza. Sulla scheda gli elettori troveranno l'elenco dei candidati alla presidenza della Regione, ognuno dei quali collegato ai partiti che lo sostengono. Questi ultimi presenteranno liste provinciali di candidati al Consiglio regionale (dove ogni sesso non può essere rappresentato da più dei 2/3 dei candidati).

I sistemi elettorali vigenti: le Regioni

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MARCHE: LEGGE ELETTORALE IN PARTE CAMBIATA - Si voterà con un mix tra vecchia legge nazionale e nuova legge regionale per il rinnovo del consiglio regionale. La novità più importante riguarda la presenza femminile, non quantificata ma obbligatoria, nel “listino” e nelle liste proporzionali, e la suddivisione in cinque circoscrizioni elettorali conseguente all'istituzione della nuova Provincia di Fermo. UMBRIA: AL VOTO CON LA LEGGE DEL '95 - Umbri alle urne con la legge del '95. La normativa prevede un listino con sei posti (compreso il candidato presidente della giunta): gli eletti del listino scattano in base alla percentuale di consensi ottenuta dalla coalizione. Oltre il 60%, vengono eletti solo 3 dei 6 componenti del listino. LAZIO: IL LISTINO SI COLORA DI ROSA - Legge elettorale in parte nuova nel Lazio. Aumenta il numero dei consiglieri (passano da 60 a 70); nel listino, di 14 candidati, dovranno essere obbligatoriamente presenti 7 donne e sarà assicurata la rappresentanza delle 5 province. Più donne - nel proporzionale in ogni lista non potrà esserci meno di un terzo di donne - e più soldi per la campagna elettorale visto che il budget per ogni candidato è stato aumentato da 30.000 a 50.000 euro, cui si aggiunge una somma di 0,03 centesimi (prima erano 0,01) per ogni elettore del collegio: i candidati nella provincia di Roma, ad esempio, potranno spendere fino a 120 mila euro.

I sistemi elettorali vigenti: le Regioni

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ABRUZZO, CAMPANIA E BASILICATA: ALLE URNE CON IL TATARELLUM - In Abruzzo il sistema di voto prevede una sola novità: tra i candidati, sia nelle liste provinciali che nel listino, alle donne spetta una quota del 30%. Tutto immutato nelle altre due Regioni. PUGLIA: VIA IL LISTINO, ARRIVA PREMIO E SBARRAMENTO A 5% - La nuova legge elettorale ha abolito il “listino”, sostituito con il “premio di maggioranza” che consente al presidente eletto di ottenere per la sua coalizione 13 consiglieri eletti tra i gruppi di liste a lui collegate. Inoltre è previsto lo sbarramento del 5% dei voti validi per l’assegnazione dei seggi alle coalizioni. In ogni lista nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore ai 2/3 dei candidati. CALABRIA: SBARRAMENTO AL 4% PER LISTE - Lo prevede la legge elettorale approvata lo scorso primo febbraio. È stata inoltre introdotta una soglia di sbarramento del 5% per le coalizioni. Il sistema elettorale regionale è proporzionale per i suoi 4/5 (40 seggi sul totale dei 50 indicati nello Statuto) e si basa su liste di candidati in circoscrizioni provinciali.

I sistemi elettorali vigenti: le Regioni

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La legge che disciplina le elezioni comunali (legge 81 del 25 marzo 1993) ha riformato anche l’elezione del consiglio provinciale e del Presidente della Provincia.E’ un sistema elettorale a doppio turno con premio di maggioranza

• Ciascuna lista dichiara il proprio appoggio a un candidato Presidente, e costituendo il raggruppamento del candidato Presidente

• Al primo turno risulta eletto il candidato che ha ottenuto la maggioranza assoluta (50% dei voti + 1)

• Ad ogni partito è associato il nome di un candidato consigliere (collegio uninominale)

• Non è possibile esprimere un voto disgiunto tra Presidente e partito che non lo sostiene

• Qualora nessun candidato Presidente ottenga la maggioranza assoluta, si procede al ballottaggio (15 giorni dopo) tra i due candidati più votati al primo turno

• Al raggruppamento del candidato vincitore vengono attribuiti il 60% dei seggi• Il restante 40% viene distribuito con la formula proporzionale• In ogni lista risultano eletti i candiati che hanno ottenuto la migliore percentuale

di voti nella propria lista

I sistemi elettorali vigenti: la Provincia

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I sistemi elettorali vigenti: la Provincia

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La legge che disciplina le elezioni comunali (legge 81 del 25 marzo 1993) differenzia tra comuni a seconda della popolazione : se la popolazione è inferiore ai 15.000 abitanti il sistema è maggioritario (vince chi ha preso più voti e il suo raggruppamento ottiene i 2/3 dei seggi), se superiore a doppio turno con premio di maggioranza. E’ il caso di Vicenza, il cui consiglio è di 40 consiglieri •Ciascuna lista dichiara il proprio appoggio a un candidato Sindaco, e costituendo il raggruppamento del candidato Sindaco•Ad ogni lista è possibile esprimere la preferenza per un candidato consigliere tra quelli presenti nella lista votata •E’ possibile esprimere un voto disgiunto tra Presidente e partito che non lo sostiene•Al primo turno risulta eletto il candidato che ha ottenuto la maggioranza assoluta (50% dei voti + 1): egli ottiene così il 60% di seggi in Consiglio comunale •Qualora nessun candidato Sindaco ottenga la maggioranza assoluta, si procede al ballottaggio (15 giorni dopo) tra i due candidati più votati al primo turno: in questo caso possono apparentarsi al raggruppamento dei due candidati altre liste•Al raggruppamento del candidato vincitore vengono attribuiti il 60% dei seggi•Il restante 40% viene distribuito con la formula proporzionale•In ogni lista risultano eletti i candidati che hanno ottenuto la migliore percentuale di voti nella propria lista

I sistemi elettorali vigenti: il Comune

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Come si vota al Comune

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Secondo la legge 142 del 1990 in tutti i comuni capoluogo di provincia e comunque nei comuni con più di 100.000 abitanti vengono istituiti i Consigli circoscrizionali.

•A Vicenza sono eletti con sistema maggioritario, a turno unico, con premio di maggioranza,•Ogni elettore, oltre al presidente, può indicare un voto di preferenza per un consigliere. E’ possibile il voto disgiunto.•E' proclamato presidente il candidato che ottiene il maggior numero di voti.•Alle liste collegate al presidente eletto sono assegnati 12 seggi, alle altre liste 8 seggi. I seggi sono ripartiti proporzionalmente ai voti ottenuti dalle singole liste.

A Vicenza •I Consigli circoscrizionali sono 7•ogni Consiglio è composto da 20 membri•dura quanto il Consiglio comunale•ha competenze, per lo più consultive, su schemi di bilancio comunale, urbanistica, piani commerciali.

I sistemi elettorali vigenti: la Circoscrizione

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Come si votaCome si fa lo spoglioCome si calcola il risultato

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Cosa serve per votare

tessera elettorale (con ubicazione e numero di sezione)

documento di identità valido

… idee chiare sul voto

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Come si vota

Ci si presenta al seggio e ci si registra consegnando documento e tessera elettorale

Di ottiene dal Presidente scheda e matita

Si va in cabina, si apre la scheda ( o le schede) , si vota, e le si richiude nello stesso modo

Si consegnano matita e scheda/e

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Come si vota al Comune

LA TESSERA ELETTORALE (lucido)

LA SCHEDA ELETTORALE

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Come si vota al Comune

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Come si fa il riscontroIl Seggio è composto da 6 persone: un presidente, un segretario, 4 scrutatori

Ogni votante viene riportato in un apposito registro

A chiusura delle votazioni:

si contano le schede residue e si calcolano le schede utilizzate

si controlla la corrispondenza tra schede e votanti

Si spediscono all’ufficio elettorale i registri di corrispondenza e le schede residue

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Come si fa lo scrutinio

Uno scrutatore, estratto a sorte, avrà il compito di estrarre le schede dall’urna

Gli altri membri del seggio costituiscono 2 gruppi che eseguono parallelamente le stesse

Il Presidente agita l’urna e poi la apre

Lo scrutatore designato estrae una scheda alla volta e la consegna al Presidente, che legge il nominativo del Sindaco indicato, della lista eventualmente indicata e dell’eventuale preferenza attribuita

Passa la scheda allo scrutatore che annota questi elementi nel registro dello scrutinio

Il Segretario proclama ad alta voce i voti riportati

Un terzo scrutatore pone la scheda in una scatola apposita.

E’ nulla la scheda che non contiene alcun voto o che non ha il bollo o la firma di uno scrutatore del seggio

La nullità del livello inferiore non pregiudica quella del livello superiore, mentre avviene il contrario

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Come si calcola il risultatoA Vicenza il consiglio comunale è composto da 40 consiglieri •Ciascuna lista dichiara il proprio appoggio a un candidato Sindaco, costituendo il raggruppamento del candidato Sindaco•Ad ogni lista è possibile esprimere la preferenza per un candidato consigliere tra quelli presenti nella lista votata •E’ possibile esprimere un voto disgiunto tra Presidente e partito che non lo sostiene•Al primo turno risulta eletto il candidato che ha ottenuto la maggioranza assoluta (50% dei voti + 1): egli ottiene così il 60% di seggi in Consiglio comunale •Qualora nessun candidato Sindaco ottenga la maggioranza assoluta, si procede al ballottaggio (15 giorni dopo) tra i due candidati più votati al primo turno: in questo caso possono apparentarsi al raggruppamento dei due candidati altre liste•Al raggruppamento del candidato vincitore vengono attribuiti il 60% dei seggi•Il restante 40% viene distribuito con la formula proporzionale•In ogni lista risultano eletti i candidati che hanno ottenuto la migliore percentuale di voti nella propria lista

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Come si calcola il risultato

Gli ultimi risultati elettorali nelle votazioni per il Comune

Una simulazione di voto

Un esempio di votazione

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I sistemi elettorali in Italia

a cura di Paolo Vidali