Favola vincitrice - edizione 2005 "La voce del gigante"

Classe V BScuola el. GiottoDolo Venezia

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Premio Concorso Internazionaledi illustrazione per l infanziaScarpetta d oro

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La Voce del Gigante

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La Voce del Gigante


SCARPETTA

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2005

Classe V sez. BScuola elementare “Giotto”Dolo Venezia

Vincitrice della edizione

del Premio Internazionale d illustrazione per l infanzia

Scarpetta d oro Riviera del Brenta

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a

illustrazioni diAlexander Daniloff

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QQuando era venuto alla luce la sua

voce si era sentita per tutta la

vallata.

A Sud, la costellazione del cacciatore

Orione si vedeva benissimo e il suo cane

Sirio era luminosissimo; a Nord, le sette

stelle dell'Orsa luccicavano tantissimo

che pareva quasi giorno.

Di solito, in quel paesetto di montagna

c'era tanto silenzio e vivevano in pace

perché c'erano poche casette e buoni

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abitanti che si conoscevano e si

aiutavano sempre tra di loro.

Ma quella notte un "UEEEEEE"

fortissimo aveva svegliato proprio tutti,

anche le galline e i maiali, i cani e i gatti,

le pecore e gli uccelli e gli animali del

bosco.

I bambini si erano spaventati e avevano

dato la mano ai genitori o ai nonni per

uscire a vedere cosa era successo.

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Era nato il primo figlio del guardaboschi Celeste e della moglie Fiorina,

ma il bambino era così grande che non ci stava nella culla che loro gli

avevano preparato.

Lo avevano chiamato Luigino, ma poi tutti lo chiamarono Giga perché

in pochi anni era diventato proprio un gigante.

Ormai non riusciva più a entrare in casa e dove camminava rovinava

tutto e dove passava faceva malanni.

Era diverso dagli altri e, anche se gli volevano bene, Giga decise di

andarsene per non combinare altri guai perché non voleva che avessero

colpa i suoi genitori.

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Un giorno di Primavera, all'alba, quando c'era

ancora una falce di luna in cielo, si mise in viaggio.

Con pochi passi arrivò alla spiaggia e là poteva

sedersi e poteva fare rumore e poteva non vedere

che gli altri non erano come lui.

Intanto l'acqua andava su e giù e pareva che gli

cantasse una musica lenta per fargli compagnia e

per togliergli la tristezza.

Continuò a vivere in quel luogo, dove si sentiva

libero, ma voleva fare qualcosa per gli altri, voleva

essere utile per farsi amare e per farsi ricordare.

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Allora, andava a raccogliere materiali da lavorare

per fare scarpe in tanti posti, che vedeva dall'alto

della sua statura.

Camminava molto e viaggiava per mare e per

terra e con le sue dita gli pareva di toccare il cielo.

Viaggiando aveva conosciuto tante cose e aveva

avuto tante esperienze e sapeva che non tutti

vivevano bene.

Passò un anno e un altro e un altro e poi tanto

tempo.

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Adesso è là, vicino al fiume, seduto sulla sabbia dorata, è solo e

pensa alle sue montagne.

Prova nostalgia e si domanda cosa ha fatto per essere nato gigante.

Il suo viso è tanto triste che quasi sprofonda dentro le sue braccia

incrociate, che sono appoggiate alle ginocchia.

Vorrebbe dormire perché è stanco, allora tiene un occhio chiuso e

uno aperto e poi fa il cambio, così può sorvegliare intorno se arriva

qualcuno.

La bocca è chiusa e piccola come un accento perché non parla mai

con nessuno.

Il suo naso è lungo e grosso e gli serve per annusare l'aria e per

sentire quale direzione prendere per fare il suo nuovo viaggio.

Somiglia a un bambino in pancione che sta raggomitolato, infatti il

suo corpo è come una palla, solo i piedi escono in fuori per non

scivolare nell'acqua.

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Indossa una camicia leggera, un gilet e un paio di pantaloni che gli

sono diventati corti e tutto è dello stesso colore dorato del cielo, dei

monti lontani, della sabbia, dell'acqua, della sua pelle.

Soltanto la pianta dei suoi piedi è marrone scuro come la terra,

perché non usa scarpe per camminare, infatti nessun paio di scarpe

è tanto grande da andargli bene.

Ascolta gli alberi che gli fanno il solletico e lo accarezzano e lui sente

che gli vogliono bene.

Cerca un albero basso e sottile che gli faccia da canna da pesca, da

tenere col tallone appena appoggiato per non romperlo se lo tenesse

con le sue mani grosse e grandi.

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Pesca e mangia pesciolini piccolissimi perché non

ha denti e li inghiotte uno alla volta, finché fa il suo

lavoro.

Intreccia foglie e cannucce e costruisce ciabatte e

sandali.

Oppure modella pezzi di pelle di pecora, di

capriolo e di biscia, che trova nei boschi delle

montagne e fa scarpe, scarponi, stivali.

Per lui questo lavoro è un gioco e anche un

passatempo.

Giga inventa nuove forme di scarpe e nuovi modi

di mettere i lacci e tacchi strani alti e bassi.

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Poi, quando ha finito un paio di calzature, le lascia

andare sulla superficie dell'acqua.

Così si forma un mare di scarpe che viaggiano sulla

lunga strada di acqua, dove si specchia il cielo.

E' una strada tutta a curve, azzurra e dorata, che

arriva fino alla montagna.

Quando qualcuno vede le scarpe che gli vanno

bene se le prende e se le mette ai piedi.

A Giga piace tanto il suo lavoro perché regala

scarpe a chi non può averle e così gli vogliono bene.

Giga si sente importante per gli altri e allora si

sente meno solo e soffre meno per la sua solitudine.

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Quando arriva la Primavera e quando arriva

l'Autunno Giga si ferma per un giorno intero sulla

riva del mare perché sa che chi ha avuto le scarpe

lo viene a salutare e a ringraziare.

In quel periodo, Giga è molto, molto emozionato,

sente i brividi per la schiena, sente il cuore battere

più forte, sente il sangue scorrere più veloce, sente

qualcosa che gli esplode dentro, sente che gli viene

voglia di sorridere spontaneamente.

E' bello stare con gli altri, anche se è solo per un

giorno!

Giga, per tutto l'anno, vive con il ricordo di questo

giorno speciale e aspetta che passi il tempo per

rivedere i suoi amici.

Con i genitori e i nonni arrivano da lui anche i

bambini e trovano scarpine piccole fatte giuste per

loro.

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Ogni persona, grande o piccola,

gli porta in dono un pesciolino o

un pasticcino dorato che si

scioglie in bocca e fanno festa

insieme.

Giga per una giornata è in

compagnia ed è felice. Il gigante

viaggiatore e buono non si

ricorda più di essere diverso

dagli altri, anzi si sente bene

perché i bambini gli corrono

per tutto il corpo e gli

fanno il solletico,

camminando e

saltando sulle

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sue gambe e sulle sue braccia che

non finiscono mai e così ci stanno

in tanti perché sono molto lunghe

e grosse.

Gli arrivano fino alle spalle, fino ai

capelli e Giga si sente come una

grande montagna con tanti

bambini-alberi diversi, ma tutti

belli: abeti, faggi, noccioli,

betulle, larici, querce, castagni...

Non manda via nessuno, come

una montagna vera accoglie

quelli che cercano una

giornata di pace in

mezzo alla natura.

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I suoi occhi sorridono e con la bocca manda baci a

tutti e pare che suoni una musica dolce per

chiamare gli uccelli a cantare e i pesci a fare

capriole.

I grandi vedono che i bambini si divertono e

cominciano a fare una danza intorno a Giga e

intanto cantano e lui canta con loro.

La sua voce è tanto alta che la canzone arriva fino

alla casetta dei suoi genitori, che ormai sono

anziani e non possono più andare a trovarlo.

Sentendo quella voce, Celeste e Fiorina si

commuovono e ricordano quando Luigino è nato e

si dicono che sono fortunati ad avere un figlio come

lui.

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CON IL ATROCINIO DELLA EGIONE ENETO

SSOCIAZIONE ALZATURIFICI IVIERA DEL RENTA

EGIONE ENETO

ROVINCIA DI ENEZIA

ROVINCIA DI ADOVA,

AMERA DI OMMERCIO DI ENEZIA

AMERA DI OMMERCIO DI ADOVA,

ZIENDA DI ROMOZIONE URISTICA DI ENEZIA.

- ZIENDA ONSORZIO DEL IRESE SpA,

SSOCIAZIONE RTIGIANI E ICCOLE MPRESE ITTÀ DELLA IVIERA DEL RENTA

OMUNI DI AMPAGNA UPIA, AMPOLONGO AGGIORE, AMPONOGARA, OLO, IESSO D' RTICO, OSSÒ, IRA,

OVENTA ADOVANA, IANIGA, IOVE DI ACCO, ANT' NGELO DI IOVE, TRA, IGONOVO, IGONZA.

IREZIONI IDATTICHE DEI OMUNI ADERENTI

P R V

A.C.RI.B. A C R BR V

P VP P

C C I.A.A. VC C I.A.A. P

A P T VACM A C M

A A P I C R B

C C L C M C D F A F MN P P P S S A P S V V

D D C

FIABA VINCITRICE DEL CONCORSO

PER GLI ALUNNI DELLE SCUOLE ELEMENTARI ISPIRATA ALLA TAVOLA VINCITRICE DEL° CONCORSO INTERNAZIONALE DI ILLUSTRAZIONE PER L'INFANZIA

RIVIERA DEL BRENTA

© 2006 A.C.Ri.B SERVIZI S.R.L.via Mazzini, 2 - 30039 Stra (Ve) - Tel. 049.9801422 Fax 049.9800503

[email protected]

Finito di stampare nel mese di Settembre 2006 dalle

GRAFICHE EDITORIALI LA PRESS srlQuartiere dell’industria, seconda strada n. 3 - 30032 Fiesso d’Artico (Venezia)

“UN FIUME DI SCARPE”

“SCARPETTA D'ORO”

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SI RINGRAZIA IL POLITECNICO CALZATURIERO PER LA COLLABORAZIONE E L'IMPEGNO

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