“Farsi” e “disfarsi” del linguaggio · PERMANERE = Neuroanatomia e neurofisiologia dei...

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R. Jakobson “Linguaggio infantile e afasia” “Farsi” e “disfarsi” del linguaggio

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•  R. Jakobson “Linguaggio infantile e afasia”

“Farsi” e “disfarsi” del linguaggio

“Farsi” e “disfarsi” del linguaggio

¨  Ernst Haeckel (biologo darwinista): “Teoria della ricapitolazione” o “Teoria biogenetica fondamentale” ¤  “l’ontogenesi ricapitola la filogenesi”, lo sviluppo di un singolo organismo biologico

(ontogenesi) possiede parallelismi e riassume lo sviluppo evolutivo della propria specie (filogenesi) "Questo principio biogenetico, sul quale non smetteremo di tornare e la cui conoscenza è necessaria al fine di comprendere al meglio la storia dell'evoluzione organica, può essere formulato brevemente nei termini che seguono: l'ontogenesi non è che una ricapitolazione abbreviata della filogenesi”

¨  Roman Jakobson “Linguaggio infantile e afasia” n  L’evidenza empirica proveniente dagli studi sull’afasia disegna un profilo speculare rispetto al

processo acquisizionale: in altre parole, la dissoluzione dell’elemento fonico fornisce un’immagine rovesciata dello sviluppo fonologico del bambino.

n  Ciò che è primario è più robusto e resistente rispetto a ciò che è secondario nel caso di disturbi di natura patologica che danneggiano il funzionamento delle abilità linguistiche

¤  L’apprendimento e i disturbi del linguaggio entrano a far parte a pieno titolo della linguistica

¤  Per la prima volta la linguistica viene vista come strumento indispensabile per lo studio del cervello

“Farsi” e “disfarsi” del linguaggio

“Farsi” e “disfarsi” del linguaggio

¨  Filo conduttore delle prossime lezioni: “Farsi”, “permanere”, “disfarsi” e “rifarsi” del linguaggio

¤ FARSI = Ontogenesi e filogenesi del linguaggio

¤ PERMANERE = Neuroanatomia e neurofisiologia dei processi di produzione e comprensione del linguaggio

¤ DISFARSI = I disturbi del linguaggio

¤ RIFARSI = Percorsi riabilitativi

•  La comparsa del linguaggio verbale nell’homo sapiens: ipotesi discontinuiste e gradualiste

•  FOXP2 •  lo sviluppo delle aree corticali

Il “Farsi” del linguaggio: filogenesi

Il farsi del linguaggio: filogenesi

¨  La comunicazione costituisce l’essenza dei viventi. Tuttavia nessun organismo ha mai sviluppato un codice di complessità paragonabile a quello delle lingue umane

¨  L’homo sapiens è comparso in Africa 170mila anni fa ¨  Esplosione artistica/tecnologica: 30-40 mila anni fa ¨  Nascita del linguaggio articolato in forme somiglianti a quelle attuali:

30-50 mila anni fa

¨  Comparsa del linguaggio: ¤  Funzionalmente è stata equiparata ad un processo di selezione naturale che

hanno permesso il successo e la sopravvivenza della specie (cfr. collo della giraffa)

¤  Cambiamento importante, alla base della capacità di produrre i suoni complessi del linguaggio (200mila/35mila anni fa): abbassamento della posizione della laringe nel tratto vocale

Filogenesi

¨  Questione controversa: tipo di comunicazione utilizzata dagli ominidi e dagli individui del genere Homo. ¤ 2 IPOTESI:

n Posizione discontinuista n  Le complesse capacità fonologiche/sintattiche e semantiche

caratteristiche delle lingue sono comparse in maniera improvvisa nell’Homo Sapiens

n Posizione gradualista n  Evoluzione graduale e lentissima:

n  rumori > suoni prelinguistici > suoni linguistici n  Ruolo del gesto (MIRROR NEURONS – Rizzolatti & Arbib

1998)

FOXP2

Contributo a questo dibattito: Studio del gene FOXP2 situato sul cromosoma 7 codifica le proteine regolatrici dello sviluppo della corteccia cerebrale nell’uomo, nei primati non umani e in altri mammiferi

¤  PUNTO DI VISTA EVOLUZIONISTICO: n  Le proteine codificate nell’uomo e nel topo differiscono per soli 3 amminoacidi: negli

ultimi 70 milioni di anni (epoca della divergenza uomo-topo) il gene è cambiato pochissimo

n  Due di questi 3 amminoacidi sono presenti nell’uomo ma non negli scimpanzè, nei gorilla e negli orango: negli ultimi 4-6 milioni di anni (epoca della divergenza uomo-scimpenzé) il gene è rimasto identico

n  I due amminoacidi sono comparsi probabilmente 100-200 mila anni fa. n  Le diverse popolazioni umane contemporanee non mostrano alcuna variazione nella

sequenza amminoacidica codificata da questo gene

¤  Ipotesi: è legato al linguaggio articolato, perché la mutazione comporta gravi problemi di aprassia bucco-facciale n  Studi sulla famiglia KE di Londra: da 3 generazioni circa metà dei membri ha vari

deficit di tipo linguistico. Mutazione di FOXP2 n  Ha davvero un ruolo nello sviluppo del linguaggio e dell’area di Broca? E’ coinvolto nel

controllo dei movimenti oro-facciali necessari al linguaggio? NON ESISTE PROVA: uno studio condotto su 270 bambini di 4 anni con deficit di linguaggio non ha rilevato in nessuno dei casi studiati la mutazione di FoxP2

Sviluppo aree corticali

¨  Tra i fattori che hanno portato alla nascita del linguaggio articolato: sviluppo delle aree corticali che risultano attive nei compiti linguistici o la cui lesione produce deficit drammatici nella capacità di comprendere e produrre il linguaggio.

¤  Area di Broca e Area di Wernicke sembrano aver raggiunto l’attuale sviluppo nell’homo habilis, 2 milioni di anni fa, molto prima della comparsa di un linguaggio simile a quello attuale.

¤  Comunanza del substrato neurale del linguaggio dei segni e del linguaggio

parlato > il linguaggio parlato può rappresentare l’evoluzione di sistemi per la coordinazione motoria. n  Il legame gesto/linguaggio può aver avuto inizio circa due milioni di anni fa, in

corrispondenza della manipolazione di oggetti da parte dell’homo habilis n  La piena autonomia del linguaggio dal gesto sembra molto più recente (200mila anni

fa? In coincidenza con la stabilizzazione del gene Foxp2? In coincidenza con la discesa della laringe?)

n  MIRROR NEURONS

•  Il linguaggio è un istinto? Critiche all’ipotesi innatista •  Lo sviluppo della percezione e del riconoscimento dei

suoni linguistici; la discriminazione dei contrasti fonemici

•  Lo sviluppo della produzione vocale

•  Tappe maturative e acquisizione della prima lingua •  Meccanismi alla base dell’apprendimento del

linguaggio: fenomeno del contagio, comportamento ecolalico, accomodazione vocale e sensibilità al ritmo

Il “Farsi” del linguaggio: ontogenesi

Il farsi del linguaggio: ontogenesi

¨  Il linguaggio è un istinto? 1.  Posizione comportamentista

n  apprendimento per via imitativa, rinforzo dell’associazione tra stimolo e risposta

2.  Chomsky n  il linguaggio è una facoltà autonoma del pensiero, geneticamente

determinata e innata n  Argomento della povertà dello stimolo n  Ipercorrettismi (applicazione a forme irregolari regole grammaticali tipiche di

quelle regolari) non possono derivare dall’imitazione n  Il linguaggio è una facoltà dotata di strutture specifiche, che maturano

secondo un ordine fisso, non necessariamente dipendente dallo sviluppo cognitivo, indipendentemente dall’ambiente esterno, dal quale riceve solo gli input di attivazione necessari.

n  LAD – Language Acquisition Device n  L’acquisizione avviene attraverso la fissazione di parametri (aspetto universale

del linguaggio che assume un valore specifico in una data lingua all’interno di un insieme finito di possibilità)

Critiche all’ipotesi innatista

3.  Critiche all’ipotesi innatista n  I bambini all’inizio gestiscono espressioni semplici prese direttamente dallo stimolo, e poi

le estendono in varietà e lunghezza per analogia, senza ricorrere a pattern grammaticali. Le generalizzazioni grammaticali appaiono in un momento successivo. [Tomasello]

n  Gli universali linguistici possono essere spiegati senza ricorrere alla Grammatica Universale, obbediscono a pressioni che si esercitano sul funzionamento del linguaggio: limiti delle parti del corpo che partecipano alla comunicazione, capacità di elaborazione e memoria del cervello o di sue parti, schemi sociali delle interazioni umane, tratti semiotici richiesti per l’efficienza di qualsiasi codice simbolico.

n  Non è vero che lo stimolo è povero! La linguistica generativa concepisce l’acquisizione come guidata dalla sola sintassi, ignorando il contesto e la semantica.

n  La posizione innatista si fonda sull’idea che se il bambino non riceve informazione negativa esplicita su una struttura, non può escludere che questa appartenga alla lingua (Wexler e Culicover, 1980): “If the learner hears a sentence, he can assume that it is in his language. But if he does not hear a sentence, it does not imply that the sentence is ungrammatical. Possibly he has simply not yet heard the sentence.” C’è moltissima informazione implicita nello stimolo! Il fatto che qualcosa succeda sempre e qualcosa mai, consente generalizzazioni. Anche da parte dei bambini.

n  Il linguaggio non si sviluppa in maniera indipendente da altre funzioni cognitive, ma unitamente ad esse in un quadro generale di collaborazione cognitiva

Approcci socio-pragmatici

¤  L’elaborazione del linguaggio consiste in un fatto interindividuale ampiamente determinato dal contesto linguistico, extralinguistico e sociale > Studi condotti nell’ambito della pragmatica

¤  L’interesse non è più rivolto soltanto alla competenza linguistica (ed in particolare alla correttezza sintattica) ma si sposta su ciò che il parlante fa con il linguaggio, su come lo usa e per quali scopi, cioè sulla competenza comunicativa.

¤  Si rifiuta la componente acontestuale del modello innatista per abbracciare una visione funzionalista dello sviluppo linguistico in cui si riconosca sia il contributo dato dal bambino, col suo patrimonio genetico, sia quello fornito dall’ambiente (Taeschner e Volterra, 1986; Bruner, 1987).

¤  Gli adulti svolgono un ruolo importante in questo processo in quanto aiutano il bambino a rendersi conto di come una parola, un suono o un gesto, ‘sta per’ qualcosa nell’ambiente extralinguistico, e gli insegnano a riferirsi efficacemente agli oggetti, dapprima nell’ambito di situazioni relativamente fisse, e in seguito all’interno di contesti sempre diversi.

¤  Gli adulti che si prendono cura dei bambini, svolgono un ruolo di gran lunga più attivo del semplice fornire l’input al L.A.D.: utilizzando il “Child directed speech” supportano il bambino nell’estendere il linguaggio che possiede in contesti nuovi, a soddisfare le condizioni degli atti linguistici, a sostenere gli argomenti di conversazione a turno.

Sviluppo della percezione e del riconoscimento dei suoni del linguaggio ¨  I suoni del linguaggio vengono

riconosciuti e appresi nella vita intrauterina: la voce umana, specie quella materna, viene percepita, riconosciuta e memorizzata dal feto già all’interno dell’utero ¤  Misura del battito cardiaco fetale

durante la presentazione di stimoli verbali: alla presentazione di stimoli “nuovi” il battito accelera

¨  Poche ore o giorni dopo la nascita I bambini sono in grado di percepire piccole ma importanti differenze fonologiche e sulla base di esse categorizzare i suoni del linguaggio. ¤  Cambiamenti di frequenza di suzione: i

neonati reagiscono diversamente a sillabe diverse (“pa” “da” “ba”)

Discriminazione dei contrasti fonemici

¨  I neonati sono capaci di discriminare contrasti fonemici di moltissime lingue (tutte le lingue naturali?). Questa capacità è mantenuta per i primi 6 mesi di vita, poi decresce fino a 1 anno, quando scompare. A un anno sembrano discriminabili solo i contrasti fonemici della lingua a cui il bambino è esposto. ¤  L’esposizione precoce (tra i 9-10 mesi) ad una lingua straniera, specie in un contesto di

normale interazione, mantiene la capacità di riconoscere le caratteristiche distintive dei fonemi di quella lingua

¨  La capacità di discriminare e categorizzare i suoni complessi di una lingua dipende dalla conservazione delle capacità di attivare particolare strutture del cervello che vengono stimolate con l’esposizione ai suoni di una lingua durante l’infanzia: una mancata esposizione a certi suoni complessi (non presenti nella lingua madre) determina un decadimento di alcune strutture nervose atte a discriminare tali suoni.

¨  POTER EFFETTUARE DISCRIMINAZIONI LINGUISTICHE ASSAI PRECOCEMENTE NON IMPLICA CHE IL SISTEMA SIA MATURO ALLA NASCITA: L’ABILITA’ DI RICONOSCERE (E PRODURRE) SUONI COMPLESSI MATURA NEL CORSO DELLA VITA.

Discriminazione dei contrasti fonemici

¨  L’UOMO POSSIEDE UN APPARATO UDITIVO PREPROGRAMMATO GENETICAMENTE ALLA DISCRIMINAZIONE DI CARATTERISTICHE DISTINTIVE DEI SUONI DEL LINGUAGGIO, MA L’ESPERIENZA E’ DECISIVA PER LO SVILUPPO E LA MESSA IN ATTO DELLE POTENZIALITA’ LINGUISTICHE

¨  LA CAPACITA’ DI SENTIRE DISTINZIONI CATEGORIALI E’ PROBABILMENTE INNATA, MA CIO’ NON SIGNIFICA CHE TALE CAPACITA’ E’ BASATA SU UN PROCESSORE INNATO CHE SI E’ SVILUPPATO ESCLUSIVAMENTE PER IL LINGUAGGIO. IL LINGUAGGIO UMANO SI E’ SVILUPPATO PER TRARRE VANTAGGIO DA DISTINZIONI GIA’ PRESENTI NEL SISTEMA UDITIVO DEI MAMMIFERI.

¨  INNATISMO VS. SPECIFICITA’ DI DOMINIO

Sviluppo della produzione vocale nel bambino

¨  11-18 mesi: abbassamento della laringe ¤  Prima di questo periodo nessun neonato, per quanto

intelligente, potrà articolare e modulare suoni complessi.

¨  L’emissione di suoni da parte del sistema fonatorio precede di molto l’organizzazione della fonazione in linguaggio articolato. ¤  Prima manifestazione fonatoria: PIANTO

n  Il pianto non ha implicazioni linguistiche: presente anche in individui che non svilupperanno mai il linguaggio (es. Sordi, con gravi lesioni cerebrali).

n  Legato a strutture neurali sotto-corticali, largamente indipendenti da quelle per il linguaggio.

Periodo prelinguistico

¨  Periodo prelinguistico: elementi fonologici linguistici che precedono la produzione delle prime parole

¤  1-2 mesi: suoni vegetativi, legati a specifici stati interiori ¤  3 mesi: produzioni di suoni in cui gli adulti riconoscono associazioni consonante-

vocale (consonante: /g/ vocali: /a/ /u/) ¤  4-5 mesi: accrescimento del repertorio di suoni grazie alla maturazione strutture

nervose che consentono una maggiore coordinazione orofaringea. Fasi rudimentali di LALLAZIONE: combinazione aritmica di sillabe prodotta spontaneamente e ripetuta. Caratteristiche ludiche e non finalistiche.

¤  6-8 mesi: inizio vera a propria LALLAZIONE, combinazione consonante-vocale e ripetizioni di sillabe uguali, con ritmo respiratorio uguale a quello del linguaggio articolato, senza contenuto designativo specifico

¤  11-13 mesi: produzione di fonemi affettivi (associati sempre alla stessa gestualità e legati all’associazione tra gesto, suono e oggetto) e quelli indicativi di oggetti specifici

Discriminazione/produzione

¨  Così come in discriminazione, tra 6 e 9 mesi il bambino può produrre un repertorio di suoni che comprende tutta la gamma posseduto dall’uomo.

¨  Da 9 mesi a 1 anno la gamma dei suoni si restringe, limitandosi alle intonazioni del proprio ambiente sociolinguistico.

¨  La capacità di comprendere suoni linguistici precede sempre la capacità di produrli. DISCRIMINAZIONE E PRODUZIONE SONO CAPACITA’ INTERDIPENDENTI.

Percezione e produzione del linguaggio ¨  8-10 mesi: momento nello sviluppo fonetico/fonologico che può essere considerato

uno spartiacque > attunement alla fonologia della L1 ¤  Percezione: inibizione suoni linguistici che non appartengono alla lingua madre ¤  Produzione: inizio della lallazione, che progressivamente si sposta sui pattern sonori tipici

della lingua materna

¨  SVILUPPO CEREBRALE: tappe importanti ¤  Sinaptogenesi (esplosione nella crescita sinaptica, che inizia intorno all’8 mese e

raggiunge l’apice tra i 2 e 3 anni di età) ¤  Cambiamenti nell’attività metabolica dei lobi frontali

¨  CAMBIAMENTI IN MOLTE AREE COGNITIVE E SOCIALI ¤  Uso di strumenti ¤  Categorizzazione e memorizzazione di oggetti ¤  Imitazione ¤  Comunicazione intenzionale per mezzo di gesti

¤  I MOMENTI PIU’ SENSAZIONALI DELLO SVILUPPO LINGUSITICO SEMBRANO ESSERE LEGATI A CAMBIAMENTI ESTERNI AI CONFINI DEL LINGUAGGIO

Sviluppo della produzione vocale nel bambino ¨  9-18 mesi: prime parole (Costituite spesso da sillabe uguali ripetute) ¨  Fase del GIBBERISH (12°-14° mese )

ultima fase prima dell'inizio della vera e propria produzione lessicale. Ritmo e melodia sembrano gli elementi predominanti: il bambino, pur non essendo in possesso di una capacità matura di articolazione fonetica, realizza lunghe sequenze sillabiche chiaramente finalizzate alla comunicazione, che includono una ricca varietà di accenti ed una articolata modulazione di toni all'interno dei quali sono occasionalmente inserite le prime parole.

¨  18 mesi-4 anni: sviluppo articolatorio ¤  Il bambino perfeziona ed espande la pronuncia dei suoni.

n  Le bambine acquisiscono prima dei maschi la capacità di produrre in maniera corretta I suoni della lingua.

n  La produzione verbale di un bambino di 20 mesi è comprensibile ai genitori solo per un 25%. 30 mesi, 50% circa. 4 anni, 100% circa.

Tappe maturative e acquisizione della prima lingua ¨  Nel 1° anno di vita il bambino presenta una progressiva maturazione

dell’abilità di comunicare. ¤  1 mese:

n  Stabilisce il contatto visivo con altri individui n  Sembra in grado di riconoscere il volto, la voce e l’odore della madre

¤  3 mesi: n  Sorride ai genitori e ai caregiver

¤  4 mesi: n  Orienta occhi e testa in direzione dei suoni n  Può modificare l’espressione facciale o vocalizzare in risposta a parole e/o suoni

¤  6 mesi n  È in grado di selezionare i suoni in ascolto, prestando attenzione a quelli che gli

interessano e ignorando gli altri ¤  11 mesi: PRIMA PAROLA

n  Prima di essere in grado di produrre la prima parola il bambino è capace di indicare gli oggetti desiderati e simultaneamente produrre vocalizzazioni.

n  Si esprime contemporaneamente con semplici gesti n  Alcuni bambini precoci producono la prima parola a 8 mesi, i più “lenti” a 18

Tappe maturative e acquisizione della prima lingua ¨  12-18 mesi: OLOFRASI

I bambini tendono a produrre enunciati formati da una sola parola che sintetizza il valore di una frase

¨  Quando il numero di parole prodotte raggiunge circa le 50 parole (di solito intorno a 20 mesi), i bambini cominciano a produrre le prime frasi formate da 2 o più parole > sviluppo GRAMMATICALE.

¨  ESPLOSIONE DEL VOCABOLARIO!

¨  24-36 mesi: produzione di frasi più lunghe, ma telegrafiche (vengono omesse le parole funzione)

¨  Dopo il 3° anno: SVILUPPO RAPIDO DEL LINGUAGGIO ¤  3-5 anni:

n  le frasi si allungano n  le parole funzione vengono utilizzate con appropriatezza n  vengono coniugati i verbi e realizzato correttamente l’accordo n  vocabolario: 1000 parole

Tappe maturative e acquisizione della prima lingua

¤  5 anni: n  Pochi errori grammaticali n  Varianti stilistiche

¤  6 anni: n  Linguaggio simile a quello dell’adulto n  E’ in grado di raccontare storie n  Partecipa attivamente alla conversazione n  Solo ad una analisi sistematica emerge che non è in grado ancora di

comprendere alcune strutture grammaticali complesse (es. Passivo)

¤  8 anni: n  Competenza grammaticale matura, simile a quella di un adulto

¤  10 anni: n  Comprensione piena degli aspetti pragmatici del linguaggio, significati non

letterali e battute umoristiche

Acquisizione della pragmatica

¨  Non esistono momenti individuabili tipici che definiscano l’acquisizione della pragmatica.

¨  Gli usi sociali del linguaggio (condividere informazioni, chiedere aiuto) compaiono durante il 1° anno di vita, nella gestualità (offrire, mostrare, indicare) e nei suoni (grida, grugniti, suoni di interesse o sorpresa) molto prima che dell’apparizione di di parole e frasi che svolgano la stessa funzione.

¨  Le conoscenze sociali sono operative per tutto il periodo in cui si verifica l’acquisizione delle parole

¨  La conoscenza pragmatica “lavora” per l’acquisizione della grammatica (definendo ad esempio l’insieme dei possibili referenti per i pronomi personali)

¨  RUOLO CENTRALE DELL’EMISFERO DESTRO: ¤  Percezione/espressione del contenuto emotivo del linguaggio ¤  Capacità di comprendere le battute, l’ironia, la metafora ¤  Capacità di comprendere un discorso coerente

Meccanismi alla base dell’apprendimento del linguaggio

4 meccanismi alla base dell’acquisizione rapida ed efficiente del linguaggio articolato:

¤ Fenomeno del contagio ¤ Comportamento ecolalico ¤ Accomodazione vocale ¤ Sensibilità al ritmo del linguaggio

Fenomeno del contagio

¨  [Meltzoff & Moore, 1977] IMITAZIONE INCONSAPEVOLE: mezz’ora dopo la nascita i neonati sono in grado di imitare complessi comportamenti mimici facciali degli adulti. E’ una capacità innata! Gli stessi movimenti possono essere eseguiti volontariamente solo intorno al primo anno di vita.

¨  Il fenomeno del contagio è un vero e proprio istinto “sociale”, basato su uno schema imitativo complesso codificato nella specie umana a livello genetico

¨  MIRROR NEURONS!

Comportamento ecolalico

¨  ECOLALIA: ripetizione di parole o frasi, senza che queste siano necessariamente comprese.

¨  È un comportamento verbale comune nei bambini durante lo sviluppo, inizia insieme alla lallazione o immediatamente dopo: tentativo di imitare i modelli sonori appena uditi.

¨  Si ritiene che la riduzione delle ecolalie sia dovuta alla maturazione del lobo frontale, sede delle funzioni cognitive più complesse (come la consapevolezza e il giudizio): grazie alla maturazione di queste strutture l’uomo diventa in grado di inibire comportamenti inappropriati alle circostanze o non più necessari.

¨  NB: Sia il fenomeno del contagio, sia il comportamento ecolalico (pur rivestendo un’importanza fondamentale nell’acquisizione di L1) possono risultare inutili e/o inappropriati.

Accomodazione vocale

¨  Tendenza a rendere la propria espressione verbale sempre più simile alle caratteristiche vocali dell’interlocutore. ¤ Motivazione psicologica (?): desiderio, spesso inconscio, di

indentificarsi e integrarsi con l’interlocutore. ¤ Aumentando gli aspetti simili del comportamento

comunicativo e verbale, aumenta il livello di intellegibilità, di comprensione reciproca.

¨  I bambini continuano a perfezionare la produzione dei suoni del linguaggio sul modello degli adulti

Sensibilità al ritmo

¨  La sensibilità al ritmo del linguaggio sembra innata e si manifesta ancora prima che il neonato inizi a parlare.

¨  Percezione categoriale dei suoni linguistici vs. effettiva manifestazione fisica e spettro-acustica, continua ¤  PROBLEMA: nell'arco di pochi mesi, essendo inizialmente sprovvisto di un lessico, il

bambino riesce a superare il problema della mancanza di invarianti nel segnale acustico e a convertire l'onda sonora che varia lungo un continuum temporale in unità discrete utilizzabili per estrarre il messaggio linguistico, ovvero a identificare il repertorio sillabico della sua lingua nativa e a fare il suo ingresso nella comunità dei parlanti.

¤  Ipotesi: nelle fasi iniziali dell'acquisizione la lingua è trattata in modo essenzialmente acustico, e che sono proprio gli aspetti ritmico- prosodici a fornire una griglia per la segmentazione del parlato [Morgan & Demuth, 1996]. La musicalità [Trevarthen, 1999] prima, e la prosodia in senso proprio poi, sembrano essere le caratteristiche peculiari del linguaggio nella sua ontogenesi.

¤  L’informazione di carattere ritmico presente nel segnale è un aspetto preminente nell'input: n  Livello segmentale: percentuale di spazio vocalico e dispersione della durata degli intervalli

consonantici [Nespor et al., 2003] n  Livello soprasegmentale: prominenza

n  Può costituire un ponte di accesso al linguaggio n  Il processo cognitivo che permette il riconoscimento delle unità linguistiche è un meccanismo

operante dal globale all'analitico [Gerken, 2004; Gerken & Bollt, 2008; Brandi, 2009].