Farmacista Diventa Gelataio a Madeira
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7/24/2019 Farmacista Diventa Gelataio a Madeira
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Farmacista diventa gelataio a Madeira. Ora vivo a pieno la mia esistenza
Mario Di Staso, 43 anni, ha deciso di trasferirsi nell'isola portoghese, a due passi
dall'Africa, con tutta la famiglia. "Fare il piccolo imprenditore mi dadrenalina.
Qui c'uno stile di vita pirilassato e salutare"
diDaniele Guido Gessa|27marzo 2014
Da farmacistadi quarta generazionein un paesino pugliese a gelataio e imprenditore della
ristorazione in unisola dal clima quasi tropicale a due passi dallAfrica. La fuga allestero di Mario
Di Staso, 43 anni e originario di Viestein provincia di Foggia, comincia con una vacanza. Sono
venuto qui con mia moglie nel 2008, quasi per caso spiega Di Staso al tavolino di un bar del
lungomare di Madeira, isola portoghese a poche centinaia di chilometri dal Marocco- Dovevamo
andare in ferie a Malta, poi allultimo momento siamo stati obbligati a scegliere unaltra destinazione.
Mi hanno proposto Madeira, ma lunica cosa che sapevo dellisola era solo che la principessa Sissi
veniva qui in vacanza per curarsi dalla tubercolosi. Nientaltro. Il resto, la storia della sua secondavita. Siamo rimasti talmente affascinati da questo posto da volerci investire subito. Dopo tre giorni
avevamo gicomprato un appartamento. Nel suo passato cera la gestione della farmacia di famiglia a
Vieste, dopo gli studi a Modena. Unesperienza finita per motivi personali, abbiamo deciso di
venderla e seguita da alcuni mesi di nuovo a Modena. Lcercai di avviare unattivitma non ebbi
successo, ricorda.
Cos, appunto, le vacanze a Madeirae unilluminazione. Era un giorno caldo, caldissimo. Una volta,
scesi dalla funivia, cercavamo disperatamente un gelato. Ma non cera ancora una gelateria italiana qui
a Funchal, cosho deciso di buttarmi in questo business. Una fuga allestero sicuramente piagevole
di quella di tanti altri italiani costretti a emigrare, come lui stesso ammette. E di fronte alla domanda se
sia meglio fare il farmacistao il gelataio professione imparata con alcuni corsi in Romagna Di
Staso non ha dubbi. Ogni lavoro nobilita luomo e ha una sua valenza. Peruna cosa certa, fare il
piccolo imprenditoreti duna carica di adrenalinae una spinta che nessun altro lavoro ti d. Ero
talmente immerso nel mio lavoroche, per tre anni a partire dal 2009, non siamo nemmeno tornati in
Italia. I miei due figli e mia moglie amano questo posto, dove ci sono tanti problemi ma dove hanno
anche uno stile di vita molto pirilassatoe salutare. Qui nessuno si scandalizza per il ritardoe
nessuno ti fa pesare il tempo libero. Se chiedi a qualcuno un impegno di dieci minuti, sono disponibili a
darti unora. Certo, ripeto, ci sono tanti problemi, pur sempre il sud dellEuropa. E anche sul lavoro
ci sono differenze. Ho dovuto insegnare ai miei otto dipendenti che io non ero un padrone racconta
Di Staso -. Cosmi chiamavano, nel loro linguaggioinsita questa concezionepadronale del lavoro,
quasi feudale. Le persone, poi, tendono a essere pipassive rispetto al lavoro e manca liniziativa.
Qui dice molti sono disoccupatie si accontentano di mangiare cavolie patateinvece di emigrare.
Per, ripeto, anche unisola che ti consente di realizzare il tuo progetto di vita. Se avessi avuto lapossibilitdi lavorare in Italia, in passato, sarei anche forse tornato. Ora sto bene qui e ho tanti altri
progetti in mente.
Cos, al momento, oltre alle tre gelaterie, Di Staso che uno dei 150 italiani attualmente residenti a
Madeira sta pensando di avviare altre attivit. Magari una parafarmaciaper turisti, dove possano
trovare rimedi contro il solee le zanzare. Oppure, ancora, una collaborazione con lUniversitdi
Modenaper studiare le tante piante officinali che crescono spontanee su questisola baciata dalla
natura. Qui crescono decine di arbusti dai quali possibile ricavare principi attivi, mi sto attivando per
avere deifondi europeiper la ricerca e la commercializzazione ed quasi certo che avvieremo una
borsa di studioper un ricercatore delluniversitemiliana che vuole studiare le piante di Madeira. Il
legame con lItalia, quindi, continua, anche perch prosegue del mio Paese mi mancano molte
cose, soprattutto sapori, odorie colori. Ma anche il fatto di poter prendere la macchina e andare a
visitare unacittdarte, una cosa qui impensabile, per ovvi motivi. PerlItalia anche quel Paese da
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rifondare, dove ai giovaninon viene data alcuna possibilitdi realizzare il proprio sogno di vita. Io
sono orgoglioso di essere italianoe meridionale, ma ora, devo essere sincero, non tornerei pi. Qui ho
trovato quello che volevo e che in Italianon avevo: la libertdi sceglierecome vivere a pieno la mia
esistenza.
Il Fatto Quotidiano>Cervelli in fuga
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