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trimestrale gennaio-marzo 2019 Anno XIX n. 135/19

FAKE NEWS SUL GIOCO PUBBLICO: SMONTIAMOLE!

PROIBIRE NELL’ERA DELLA GLOBALIZZAZIONE

PROIBIZIONISMO: LA STRADA SBAGLIATA

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3Il Ricevitore Italiano Organo Ufficiale STS

Reg. Trib. Roma n. 454/00 del 3171072000 • Prezzo a copia euro 0,15 • Direttore Responsabile Stefano Bartoli • Direzione e Redazione Press&Image 2001, Via L. Serra, 32, 00153 Roma, Tel. 06/585501, Fax 06/58550531, e-mail: [email protected] • Inserzioni informative Edipubblicità Srl, Via Alberico Albricci, 7 - 20122 Milano, Tel. 02/6456661/2, Fax 02/66200318, e-mail: [email protected] • Progetto grafico Monica Cirillo, Dina Dancu • Testi, foto & disegni 123RF, Monica Cirillo, Paola Crapulli, Gianmario Piga • Stampa Mediagraf SpA, Viale della Navigazione Interna, 89 - 35027 Noventa Padovana (PD) - Tel. 049/8991 Numero chiuso in tipografia il 29.03.2019ISSN 2532-6708 www.stsfit.it

L’EDITORIALE

Negli ultimi anni non c’è stato giorno in cui non si sia registrata l’introduzione di un nuovo divieto in materia di gioco pubblico. Ogni volta Regioni e Comuni ci hanno rac-contato che i distanziometri o gli orari avrebbe tutelato la salute dei cittadini, le fasce più deboli della società o i minori, così come ha fatto lo Stato vietando la pubblicità.

Al di là dell’efficacia di queste misure dal punto di vista sanitario o della prevenzione dobbiamo chiederci se sia ancora possibile proibire nell’era della globalizzazione.

La globalizzazione indica un fenomeno di relazioni su scala planetaria che si sono intensificate nel tempo supe-rando ogni confine fisico, culturale e politico, per cui non esiste più un ambito geografico locale che non sia diretta-mente influenzato dalle forze che operano a livello globale.

Esistono diversi tipi di globalizzazione, ma in questo caso ci interessano quelle tecnologica, economica e finanziaria.

La globalizzazione dei capitali finanziari si realizza quando operatori sparsi in tutto il globo operano in tempo reale, attraverso le reti telematiche, sulle principali “piazze affari” mondiali. Ogni giorno vengono scambiati titoli e valute per 1.500 miliardi di dollari; in pratica ogni cinque giorni si scambia l’equivalente del PIL degli USA.

Nessun operatore economico e nessuno Stato sono in grado di controllare un fenomeno di tali dimensioni da cui si comprende come particolari fluttuazioni del mercato finanziario possano produrre effetti globali capaci di far crollare in pochi giorni l’economia di interi Paesi o minare le economie più forti.

La diretta conseguenza della globalizzazione finanzia-ria è la globalizzazione commerciale che spinge per la libera circolazione delle merci, dei servizi e degli investimenti diret-ti, mettendo così in competizione tutti i luoghi della Terra.

Questi fenomeni portano alla globalizzazione econo-mica, grazie anche all’evoluzione su scala mondiale dei trasporti e, soprattutto, delle telecomunicazioni (Internet, cellulari, grandi reti di dati).

In un contesto del genere quali effetti può generare, ad esempio, il divieto di pubblicità introdotto in Italia?

La risposta è piuttosto semplice: le società con sede

in Italia devono rispettare il divieto, quelle con sede al -l’estero no.

Gli orari o i distanziometri possono davvero impedire ai cittadini di giocare?

No, perché le reti telematiche e gli strumenti tecnologici permettono di collegarsi con operatori on line in parte auto-rizzati in Italia, altre volte con sede all’estero ma comunque raggiungibili aggirando i tentativi di blocco dell’ADM.

Che dire infine degli investimenti sul territorio naziona-le da parte dei grandi concessionari di gioco?

Nel mercato globale l’Italia è sicuramente un punto di riferimento per il settore del gioco pubblico, ma rispetto al mondo intero il nostro mercato vale poco o nulla. Se altri Paesi permettono di investire, impongono poche regole certe e non cambiano idea in corsa, è logico pensare che le multinazionali che oggi operano in Italia si sposteranno dove il loro impegno non viene disprezzato per ragioni puramente ideologiche.

E noi? Se il legislatore nazionale e quelli locali continueran-

no ad intervenire sulla base di confini o barriere che non esistono più da tempo la strada si fa davvero dura.

La globalizzazione non perdona. Giorgio Pastorino

PROIBIRE NELL’ERA DELLA GLOBALIZZAZIONEGLOBALIZZAZIONE

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55Il Ricevitore Italiano Organo Ufficiale STS

ATTIVITÀ SINDACALE

Partendo dalla consapevolezza che molto spesso si parla di gioco pur sapendone poco o nulla, il Convegno orga-nizzato da FIT, STS e Federgioco al Casinò di Sanremo a metà febbraio, ha avuto una finalità didattica.

In effetti, la materia del gioco pubblico legale non è di immediata comprensione.

Stiamo parlando di un settore importante dell’econo-mia la cui tecnicità richiede conoscenze specifiche: il com-mentatore che non le possiede rischia perciò di restituire all’opinione pubblica un’immagine distorta, con tutte le con-seguenze negative che ne derivano.

Questa distorsione, calata in un sistema informativo sempre più improntato al “fai da te” dei social network, dei cinguettii e delle frasi spot, finisce per alterare completa-mente la reale identità del comparto.

Svelare la falsità di alcune tra le più comuni opinioni circolanti sul gioco pubblico è quindi, prima che un diritto, un dovere per chi rappresenta i ricevitori.

In questa caccia alle fake news, l’arma consiste nel-lo spiegare obiettivamente tutti gli aspetti della materia del gioco per dimostrare l’importanza di salvaguardare il settore piuttosto che affossarlo con misure via via più restrittive.

Una prima notizia falsa è che gli italiani dilapidano quantitativi ingenti di denaro nel gioco. A sostegno di que-sta asserzione si richiamano i dati periodicamente pubbli-cati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli secondo i quali la raccolta complessiva di gioco si attesta intorno ai 100 miliardi l’anno.

Fermarsi a questo dato fa sembrare che gli italiani spendano tutto il loro denaro in giochi: a fronte di una popo-lazione maggiorenne di circa 50 milioni di italiani, ciascuna di esse spenderebbe 2.000 euro l’anno: una cifra notevole se solo fosse vera!

Per avere il dato reale su quanto quelle persone sbor-sano nel gioco, infatti, non si deve fare riferimento alla rac-colta (100 miliardi) ma alla spesa che, corrispondendo alla raccolta sottratte le vincite, è di gran lunga più contenuta.

Durante il Convegno, la differenza esistente tra raccol-ta e spesa è stata spiegata, in termini pratici, per mezzo di un breve filmato che ritrae un giocatore che spendendo 100 euro alle slot genera, al termine di un ciclo di 13 partite, ben 310 euro di raccolta.

Da cosa è data questa notevole difformità tra soldi gio-

cati e soldi raccolti? Dal ritorno in vincite che viene rigiocato. Alla luce della differenza tra raccolta e spesa, pren-

dendo i dati relativi all’anno 2017 pubblicati del Libro Blu 2018 dei Monopoli, vediamo che i 102 miliardi di raccolta registrata complessivamente dalle reti fisica e a distanza corrispondono a poco meno di 19 miliardi di spesa.

Una spesa che, suddivisa per i 50 milioni di maggio-renni, corrisponde a un importo pro capite di 379 euro all’anno, pari a un euro al giorno.

Applicando il giusto ragionamento e dando alle singo-le voci la loro esatta valenza, si scopre dunque che le som-me investite dal popolo dei giocatori non sono così esage-rate come vengono riportate dai mass media o da una par-te della politica.

Un’altra fake new diramata da più parti è che il settore del gioco non faccia parte dell’economia reale. Un’affermazione che, se detta nel corso di un esame uni-versitario, porterebbe alla bocciatura senza appello.

Che il settore del gioco pubblico appartenga all’econo-mia reale che è quella delle imprese e delle attività produtti-ve che contribuiscono a costituire il PIL nazionale e non già all’economia finanziaria (quella fatta, invece da azioni, obbligazioni, mutui, finanziamenti) è indiscutibile.

Lo hanno ribadito, a Sanremo, il Presidente Nazionale FIT Giovanni Risso e il prof. Dario Peirone, Presidente del Comitato Scientifico dell’Istituto Milton Friedman.

Cosicché, le 54.000 tabaccherie che raccolgono gioco legale per conto dello Stato, i concessionari, i gestori rap-presentano il cuore di un’industria, generatrice di entrate erariali (10 miliardi nel 2017), dove trovano lavoro oltre 150.000 persone senza contare l’indotto.

Insomma, i provvedimenti restrittivi che Stato, Regioni e Sindaci emanano in una sorta di disordinata competizione tra di loro, colpiscono una parte vitale del sistema Paese.

Chi afferma che, una volta circoscritto se non addirittu-ra inibito il gioco pubblico, i soldi circolanti nel settore andrebbero a implementare l’economia reale (artigiani, commercianti, liberi professionisti) cade, quindi, in un’evi-dente quanto catastrofica contraddizione in termini.

Piuttosto che la comunità, ne beneficerebbe la crimi-nalità che da sempre concentra le sue brame sul gioco (vedere articolo a pag. 11) e che approfitta di ogni arretra-mento della linea legale per acquisire terreno e conqui-stare il mercato. n

FAKE NEWS SUL GIOCO PUBBLICO: SMONTIAMOLE!SMONTIAMOLE!

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GIOCHI E SOCIETÀ

A ROMA IL “I CONVEGNO“I CONVEGNO INTERNAZIONALE”INTERNAZIONALE” SUL GIOCO ON LINE

Lo scorso 26 febbraio si è svolto presso l’Istituto

Superiore di Sanità il “I Convegno Internazionale sul gioco

d’azzardo on line”.

Un appuntamento che si colloca in ideale continuità

con il “I Convegno sul gioco d’azzardo in Italia” tenutosi nel

mese di ottobre 2018 nello stesso luogo.

Questa volta si è trattato di presentare i dati dello stu-

dio E-Games Project sul gioco on line, un’indagine tran-

snazionale che ha visto la partecipazione di Italia, Francia,

Germania, Polonia, Canada e Svizzera.

Il confronto dei dati giunti dai Paesi aderenti ha susci-

tato interessanti riflessioni su una modalità di gioco in

costante ascesa. E che, per le sue particolari caratteristi-

che, può essere molto rischiosa dal punto di vista degli

effetti patologici.

A fare gli onori di casa, Silvio Brusaferro e Angelo Del

Favero, rispettivamente Commissario Straordinario e Di -

rettore Generale dell’ISS. I saluti istituzionali sono stati por-

tati anche da Claudio D’Amario, Direttore Generale della

Prevenzione del Ministero della Salute, che ha lodato le ini-ziative dell’Istituto Superiore di Sanità in quanto “sono d’aiuto per il Ministero, a iniziare dalla mappatura dei centri e dei servizi e alla ricerca condotta con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli sulla diffusione delle dipendenze da gioco”.

Tutti hanno sottolineato l’importanza dello studio con-

dotto in ragione dell’attenzione che deve essere riservata

alla questione del gioco patologico concordando sul fatto

che per attuare le politiche più efficaci è necessario cono-

scere a fondo la materia.

Nel campo del gioco on line c’è poi un fattore ulteriore

da considerare e cioè l’impatto – fulmineo e prorompente –

dell’innovazione tecnologica.

Proprio in ragione di ciò gli analisti si sono spinti oltre

lo studio dei giocatori classici – definiti “gamblers” – che

frequentano i siti di gioco on line. Hanno quindi fatto

ingresso per la prima volta i “pay-to-win gamers” vale a

dire coloro che, tramite apposite applicazioni, scaricano

giochi inizialmente gratuiti ma che successivamente com-

portano delle spese per acquistare le utilità necessarie a

progredire di livello. Si tratta, in pratica, di giochi del tipo

“Candy Crush” che, una volta installati sullo smartphone,

consentono partite a ripetizione e innumerevoli livelli di

progressione.

Se il modello tipico di “gambler” è maschio, per lo più

di giovane età e di estrazione socio culturale mediamente

elevata, il “pay-to-win gamer” è generalmente donna, gio-

vane, di classe media.

Questi profili sono risultati pressoché analoghi in tutti i

Paesi che hanno partecipato allo studio, così come le per-

centuali di giocatori, in tendenziale aumento.

Su questo particolare aspetto, Jean Michel Costes

dell’Observatoire des jeux istituito presso il Ministero

dell’Economia francese, ha spiegato che in Francia, a par-

tire dal 2010, è stato registrato un aumento costante del

gioco on line.

Il Direttore Gestione Tributi e Monopolio dei Giochi

dell’ADM, Roberto Fanelli, ha illustrato gli aspetti normativi

e regolamentari del gioco on line con riferimento al nostro

ordinamento giuridico sottolineando i progressi fatti nell’atti-

vità di controllo grazie al prezioso contributo di Sogei, il par-

tner tecnologico dell’Agenzia.

Ed è proprio la questione dei controlli la più scottante:

a differenza di quanto accade nella ricevitoria fisica, infatti,

la modalità telematica comporta alcune criticità quali l’ac-

cesso da parte dei minori e dei soggetti problematici, l’effi-

cacia dei sistemi di autoesclusione, la possibilità di giocare

senza limiti né temporali né di fondi.

C’è poi la piaga dei siti di gioco non autorizzati,

gestiti da soggetti privi di concessione statale italiana.

Su questo fronte, il monitoraggio dei Monopoli di Stato

ruota intorno alla “black list” dei siti illegali, periodica-

mente aggiornata con gli indirizzi web oscurati in ottem-

peranza alla Legge n. 296/2006 e relativi decreti diretto-

riali attuativi.

Per la cronaca l’elenco dei siti inibiti conta attualmente

ben 7.948 indirizzi.

Un numero importante ma che, tuttavia, è poco più di

una goccia nell’infinito oceano del web.

La dott. Roberta Pacifici, Responsabile del Centro

Nazionale Dipendenze e Doping dell’ISS nonché curatrice

scientifica del Convegno, ha spiegato che che il gioco pro-

blematico on line riguarda soprattutto i giocatori nella fascia

di età 25-39 anni.

Il giocatore telematico è quindi relativamente giovane,

in Italia come negli altri Paesi analizzati, a riprova della pre-

sa, ormai salda, della modalità telematica sul mercato del

gioco. n

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Il Ricevitore Italiano Organo Ufficiale STS 7

GIOCHI E SOCIETÀ

Il tema del gioco è sempre più dibattuto in convegni, meeting, seminari in cui esperti di diverse discipline analiz-zano la materia sotto svariati aspetti: sociali, economici, fiscali, sanitari. Il convegno sui giochi di Sanremo e quello sul gioco d’azzardo on line di Roma di cui abbiamo parlato nelle pagine precedenti sono solo gli ultimi esempi in ordi-ne di tempo.

Anche la tavola rotonda organizzata da I-Com – Istituto

per la competitività – svoltasi a Roma alla fine di gennaio ha abbracciato il medesimo approccio multidisciplinare.

Il meeting, dal titolo “Nuovo proibizionismo, quale im -patto?” è stato incentrato sulla presentazione dello studio curato da I-Com sugli effetti delle politiche restrittive sui settori legali dell’alcool, dei giochi e del tabacco e sugli interventi di esperti, politici e rappresentanti di categoria.

Tra i relatori, il Presidente Nazionale STS Giorgio

PROIBIZIONISMO: PROIBIZIONISMO: LA STRADA SBAGLIATA

Il Vicecommissario di Polizia di New York John A. Leach osserva gli agenti che versano il liquore nella fogna a seguito di un’incursione durante il proibizionismo, 1921

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Il Ricevitore Italiano Organo Ufficiale STS 9

Pastorino, il Direttore della Direzione Centrale Gestione Tributi e Monopolio Giochi Roberto Fanelli ed Ernesto Celli, Professore di Economia politica presso l’Università degli Studi Roma Tre.

Lo studio ha offerto diversi spunti interessanti che hanno poi animato la parte dibattimentale cui hanno parte-cipato politici di diverse correnti.

Uno dei dati che ha stimolato riflessioni è stato quello della sostanziale stabilità nel tempo della spesa netta dei giocatori. Nel decennio 2006-2016 la raccolta derivante dai giochi è aumentata passando dai 35 miliardi del 2006 ai 96 del 2016.

L’incremento della spesa netta registrato nello stesso periodo è tuttavia meno che proporzionale rispetto al trend della raccolta e questo indica due cose.

La prima, che il mercato dei giochi ha ormai raggiunto un livello di maturità tale da determinare la tendenziale stabilizzazione della domanda. La quale, peraltro, negli ultimi anni si è sempre più indirizzata verso i giochi a ele-vato pay out che garantiscono vincite più frequenti senza richiedere necessariamente impegni di spesa maggiori.

La seconda, che gli eclatanti numeri della raccolta complessiva sono andati a favore dell’Erario piuttosto che a vantaggio della filiera sulla quale grava una pressione fiscale, sottilmente analizzata dallo studio, in progressivo aumento.

Insomma, il trend del mercato, sebbene in tendenzia-le crescita, non va nella direzione di ulteriori exploit futuri. Questo, secondo gli analisti, “dovrebbe disinnescare le preoccupazioni circa la possibilità che il fenomeno del gio-co segua una dinamica esplosiva d’ora in avanti, preoccu-pazione che, invece, sta incoraggiando misure restrittive del mercato”.

Misure, peraltro, sulle quali lo studio getta più di un dubbio circa la loro efficacia nella lotta alla ludopatia. Si ritiene infatti che introdurre norme di carattere proibizioni-stico nel campo del gioco d’azzardo ma anche, in genera-le, di tutti quei beni che rischiano di creare dipendenza nei consumi (come il tabacco, le bevande alcoliche, le droghe leggere) sia una “soluzione semplicistica” dagli “esiti con-traddittori e non esaltanti”.

Vediamo perché. Il proibizionismo – si legge nell’analisi – è una “limita-

zione alle scelte di consumo che l’individuo assume sulla base delle proprie preferenze”. Generalmente, l’obiettivo delle misure proibizionistiche è quello di “diminuire i con-sumi di particolari tipologie di beni” utilizzando in partico-lare la leva della tassazione. Ma può accadere che, in presenza di una domanda elastica come quella dei gio-chi, quei consumi che si intende limitare, restino invece costanti nel livello raggiunto rendendo di fatto inefficaci, o meglio, controproducenti le misure stesse.

L’introduzione di norme restrittive, infatti, genera dina-miche sostitutive, prima fra tutte lo spostamento significati-vo dei consumi oggetto di restrizione/divieto a favore del-l’economia illegale, come insegna chiaramente l’esperien-za storica dei Paesi occidentali del XX secolo.

Questa sostituzione tra mercato legale e illegale,

peraltro, è in genere accompagnato da un avvicendamen-to dei beni/prodotti vietati a favore di analoghi beni/prodotti più pericolosi; restando così nell’ambito che ci interessa, i prodotti di gioco legale oggetti di divieto saranno via via sostituiti, nelle preferenze dei giocatori, da giochi a mag-gior tasso d’azzardo quali quelli offerti nel mercato nero. “Anche in questo caso – riflette lo studio – se lo scopo di politiche proibizioniste fosse quello di salvaguardare i con-sumatori da beni dannosi per la salute, esse non risulte-rebbero efficaci”.

Ma c’è un’altra dinamica immediatamente scaturente dall’impianto proibizionistico: esso richiede un sistema di controlli il cui costo si traduce in un aggravio non trascura-bile a carico delle casse pubbliche.

Vanno poi valutati eventuali costi sociali derivanti dagli effetti sul sistema sanitario.

Partendo da questi assunti, lo studio riflette sul fatto che la domanda di gioco è di tipo elastico: significa che all’aumentare del prezzo – inteso come peggioramento delle aspettative di vincita, derivanti anche da ridotte possi-bilità di gioco – corrisponde una diminuzione della doman-da che si traduce in calo della raccolta con ripercussioni negative per le entrate erariali e i compensi della filiera.

Ma la diminuzione della raccolta non equivale auto-maticamente alla diminuzione dei consumi! Nel caso del settore del gioco, infatti, non va ignorato che quell’effetto di sostituzione tra mercato legale e illegale detto sopra si presenta in misura più elevata rispetto ad altri campi come quelli dell’alcool e del tabacco.

“Oltre alle alternative tradizionali fornite dal mercato clandestino i flussi di giocate ormai hanno ampia possibili-tà di sfociare nel web” finendo direttamente nel cosiddetto mercato grigio. Ecco perché “l’introduzione di misure che incentivino lo spostamento dei consumi verso i mercati ille-gali, nel caso del gioco d’azzardo, va attentamente ponde-rata”.

A dimostrazione di tale affermazione, I-Com cita una serie di studi di letteratura secondo i quali, in presenza del-la possibilità di gioco on line, il proibizionismo sia un approccio inefficace.

Da tali studi emerge inoltre che “i mercati illegali non beneficiano solo di un effetto spostamento a partire dai mercati legali su cui insistono le misure del divieto ma che, in qualche modo, entrano in concorrenza con le filiere legali della produzione, distribuzione e vendita” del bene vietato.

Se ne deduce quindi che l’eventuale flessione della raccolta legale di gioco non va considerata necessaria-mente in termini positivi, come prova, cioè, dell’efficacia delle misure restrittive tese a limitare le occasioni di gioco e prevenire la ludopatia.

Che dire, quindi, in conclusione? Che tra tutti i possibili meccanismi, il proibizionismo

è, nel settore del gioco in particolare, una misura ineffica-ce e addirittura controproducente rispetto agli scopi che si prefigge.

Proprio la strada su cui si sono convintamente incam-minati Governo e Amministratori locali. n

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PIANETA GIOCHI

“Io cerco i nuovi adepti nelle migliori università mon-diali e tu vai ancora alla ricerca di quattro scemi in mezzo alla strada che vanno a fare così: ‘bam bam! Io invece cer-co quelli che fanno così: ‘pin pin!’, che cliccano, quelli che cliccano e movimentano. È tutta una questione di indice, capito?”.

È lo stralcio di una delle intercettazioni che hanno costituito il materiale probatorio delle inchieste di tre Procure (Reggio Calabria, Bari e Catania) che, nel novem-bre scorso, hanno portato all’arresto di 68 persone e alla scoperta di un giro d’affari superiore ai 4 miliardi e mezzo di euro.

La ‘Ndrangheta in Calabria e la mafia in Sicilia e Puglia avevano messo in piedi un mercato parallelo di scommesse on line i cui proventi miliardari venivano rici-clati all’estero o autoriciclati in beni di lusso.

Pur nella sua vastità, questa importante operazione non ha sradicato il fenomeno che, anzi, è in una fase di sviluppo.

Ad attestare questa preoccupante circostanza è stato il Procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, nel corso di un’audizione dinanzi alla Commissione bicamerale d’in-chiesta sul fenomeno delle mafie, tenutasi lo scorso 13 marzo.

Lo Voi ha detto: “Un nuovo settore di particolare inte-resse per la mafia è quello dei giochi on line, attraverso punti gioco e piattaforme di varia natura. È un settore enormemente remunerativo e in grande espansione, al punto tale che qualche mafioso di grande calibro sta pen-sando di investire maggiormente su questo, lasciando per-dere le estorsioni”.

Si tratta di un campo molto facile da coltivare per via del fatto che non ha bisogno di ricorrere alla violenza: “il giocatore – ha spiegato il Procuratore – non è una vittima, non è un antagonista, come lo è invece colui che subisce un’estorsione. Vuole semplicemente giocare e non sporge denuncia. Anche perché non sa se la piattaforma è in regola con le autorizzazioni nazionali o se il punto gioco è in possesso di licenza".

Insomma, il mercato illegale del gioco on line si nutre di soldi spontaneamente elargiti dai giocatori i quali, pur non essendo vittime nel senso letterale della parola, non godono delle garanzie offerte dai siti di gioco autorizzati e rischiano comunque di cadere in frodi o truffe.

In altri termini, gli allibratori infedeli possono gestire le operazioni di gioco come meglio credono riservando agli ignari utenti condizioni particolarmente aleatorie che aumentano enormemente il rischio di perdere i soldi puntati.

Quello del gioco clandestino on line è quindi un terre-no minato, reso ancor più pericoloso proprio dal fatto che spesso il giocatore non è in grado di distinguere esatta-mente tra offerta telematica legale e illegale.

Uno strumento utile a tale riconoscimento è rappre-sentato dall’informazione, dalla pubblicità che indirizza con sicurezza i giocatori verso i soli operatori legali che offrono gioco in modalità telematica.

Nel momento stesso in cui questa informazione, que-sta pubblicità viene tarpata – come è stato fatto in Italia con il divieto assoluto introdotto dal Decreto Dignità – la difformità tra siti legali e non si assottiglia fino a dissolversi favorendo lo spostamento dei giocatori verso il mercato illegale.

Mettendo dunque insieme le dichiarazioni del Procuratore di Palermo – “non c’è più nessuna indagine nei confronti di Cosa Nostra in cui non siano coinvolti sog-getti interessati al gioco on line” – e le considerazioni circa i danni derivanti dall’oscuramento dei giochi pubblici, risul-ta palese che il nemico più pericoloso non solo della salute pubblica ma anche dell’economia stessa dei Paesi è incarnato dal gioco on line.

In quest’ottica, a meno che non si voglia far prolife-rare la criminalità telematica, diventa vitale salvaguarda-re la rete terrestre di raccolta, con tutte le garanzie di tra-sparenza e regolarità delle operazioni che la contraddi-stinguono. n

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LA MAFIA MODERNALA MAFIA MODERNA GUADAGNA A COLPI DI CLICK

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Il Ricevitore Italiano Organo Ufficiale STS12

PIANETA APPARECCHI

Se per le comunicazioni e le notizie contingenti da dif-fondere agli associati il nostro Sindacato si serve di stru-menti quali comunicati stampa, newsletter, sms, sito In ter -net e, da ultimo ma non meno importante, la voce diretta dei rappresentanti sul territorio, per gli approfondimenti di notizie e fatti già accaduti il mezzo ideale è questo giornale.

La cadenza trimestrale del nostro organo di stampa ufficiale, infatti, fa sì che esso funga da strumento di anali-si e riflessione su tante questioni che, una volta passata la novità, finiscono un po’ ai margini.

Ma ve ne sono alcune sulle quali è bene non far cadere l’attenzione come quella riguardante l’aumento del Preu e la contestuale diminuzione del pay out.

Si tratta di misure introdotte dalla Legge di Bilancio 2019 che vanno esaminate alla luce di precedenti inter-venti normativi.

Negli ultimi sei mesi del 2018 il Preu (Prelievo Era ri -ale Unico) sugli apparecchi da intrattenimento è stato infatti ritoccato per ben tre volte.

La prima, ad agosto, con il Decreto Dignità in cui si è stabilito un piano di aumenti progressivi del prelievo fisca-le su VLT e AWP che arriva sino al 2023.

Con riferimento alle sole newslot installabili in tabac-cheria, il primo di questi aumenti (dal 19% al 19,25%) scatta il successivo 1 settembre con la prospettiva di salire al 19,6% a maggio, di altri 0,8 punti a gennaio 2020, per poi passare al 19,75% a gennaio 2021 e scendere al 19,6% a partire da gennaio 2023.

Il programma a scaglioni successivi è stato subito rimaneggiato in occasione della Legge di Bilancio che aggiunge, alle aliquote fissate dal Decreto Dignità, un ulte-riore 1,35%.

Infine, c’è il decreto introduttivo del Reddito di Citta -dinanza – il cosidetto Decretone – entrato in vigore il 28 gennaio scorso che, necessitando di coperture finanziarie, attinge nuovamente al settore delle slot stabilendo un aumento dello 0,65% delle aliquote fissate con la Legge di Bilancio.

In sostanza, dai primi rialzi estivi del Decreto Dignità a quelli invernali del “Decretone”, l’aggravio fiscale comples-sivo è stato del 2% per ogni scaglione temporale, il più alto dei quali (21,75%) entrerà in vigore il 1 gennaio 2021.

Il fisco, insomma, non dà tregua al settore degli apparecchi già tartassato dai distanziometri e dagli orari

di spegnimento imposti da Regioni e Comuni. La diminu-zione del pay out (dal 70 al 68% della raccolta) fatta con-testualmente all’aumento del Preu per annullare gli effetti sui compensi della filiera non appare idonea a limitare i danni.

La percentuale di ritorno in vincite, infatti, non è obbli-gatoria ma rappresenta la soglia minima al di sotto della quale non si può scendere. In poche parole, dobbiamo sperare che la filiera sia in grado di operare gli investimenti necessari a sostituire le schede di gioco, altrimenti i para-metri di vincita rimarrebbero quelli precedenti.

In mancanza dell’intervento tecnico per modificare il pay out, gli incassi sulla raccolta, oltre a essere decurtati per via del maggior prelievo, saranno ulteriormente assot-tigliati dal minor rigioco.

Gli effetti contraddittori di queste disposizioni di legge hanno spinto alcuni operatori a modificare gli accordi eco-nomici presenti nei contratti per l’installazione delle slot nei punti vendita.

In più di un caso gli accordi sono stati modificati attra-verso il passaggio da un sistema di calcolo dei compensi al netto delle ritenute di legge a un sistema di calcolo al lordo, vale a dire sul residuo del cassetto.

Sebbene si tratti di una pratica lecita messa in atto per ammortizzare i danni di una normativa che non guarda agli effetti sulle imprese, i danni agli esercenti, anello ter-minale della filiera, potrebbero essere molto pesanti. n

DI RIALZO IN RIALZO IL FISCO AFFOSSA IL FISCO AFFOSSA IL SETTOREIL SETTORE

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PIANETA GIOCHI

La proclamazione del vincitore della gara del SuperEnalotto è ormai imminente.

Lo scorso 5 marzo sono state presentate le domande di partecipazione da parte di tre aziende: Sisal, Lottomatica e Italian Gaming Holding.

A seguito dell’apertura delle buste contenenti le offer-te il 27 marzo, si stanno svolgendo le procedure di analisi delle offerte finalizzate al calcolo del punteggio conseguito da ciascun partecipante.

Infine, verrà assegnata la nuova concessione per la gestione ed esercizio dei giochi numerici a totalizzatore nazionale che avrà la durata di nove anni.

Tutti gli approfondimenti e le informazioni su cosa accadrà nelle prossime settimane saranno diffusi agli associati attraverso i nostri canali informativi più diretti: i comunicati stampa, il sito Internet, i rappresentanti sinda-cali attivi sull’intero territorio nazionale.

In questa sede, ripercorriamo l’iter di quella che è sta-ta la gara dell’anno.

Il bando è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 15 dicembre 2018 con la conces-sione in regime di proroga in capo a Sisal.

La proroga è uno strumento indispensabile per garantire la continuità nelle attività di gioco e raccolta sia prima dell’avvio che durante la procedura di selezione, in

quanto le concessioni in materia di giochi non sono di nor-ma rinnovabili.

E cioè, allo scadere del periodo di validità (nove anni decorrenti dalla sottoscrizione del relativo atto di conven-zione tra aggiudicatario e Agenzia dei Monopoli) la con-cessione non si rinnova automaticamente in capo al con-cessionario e solo la deroga alla linea temporale consente la prosecuzione dell’attività.

I contratti di commercializzazione dei giochi sono generalmente soggetti al medesimo regime. Essi vengono sostituiti solamente all’indomani della proclamazione del nuovo concessionario.

E così sarà anche per la gara del SuperEnalotto. Sia che si aggiudichi nuovamente la concessione la

Sisal sia che emerga un nuovo soggetto, la rete di raccolta fisica dovrà essere contrattualizzata attraverso la proposta di un contratto di commercializzazione afferente alla nuo-va concessione.

Sotto questo aspetto, il lavoro svolto negli anni dal nostro Sindacato, tendente a scongiurare la presenza di canoni di affiliazione nei predetti contratti, sembra aver colto nel segno.

Nella copiosa documentazione di gara, infatti, si cita espressamente l’art.2 del Decreto Legge n. 40/2010 che bolla come lesivi dei principi comunitari i rapporti negoziali

di natura commerciale non previsti negli atti di gara.

Nel rispetto di questo principio, il capitolato d’oneri prevede che il sog-getto che si aggiudicherà la gara potrà stringere con i titolari dei punti vendita dei rapporti negoziali esattamente determinati di natura chiaramente aggiuntiva rispetto al contratto per l’at-tività di raccolta dei giochi numerici.

Significa, in altri termini, che nel contratto del SuperEnalotto, diversa-mente da come è ora, non sarà possi-bile inserire alcuna clausola onerosa riferita a canoni a carico dei ricevitori.

È sicuramente un buon inizio che prelude a un novennio promet-tente per la raccolta dei giochi nume-rici. n

Il Ricevitore Italiano Organo Ufficiale STS

SUPERENALOTTO“LES JEUX SONT FAITS”“LES JEUX SONT FAITS”

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