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UNIVERSITA DEGLI STUDI DI NAPOLI Facoltà di Architettura GUIDA DELLO STUDENTE PARTE SECONDA ANNO ACCADEMICO 1980-81 ORDINAMENTO DEGLI STUDI \

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UNIVERSITA DEGLI STUDI DI NAPOLI

Facoltà di Architettura

GUIDA DELLO STUDENTE PARTE SECONDA ANNO ACCADEMICO 1980-81

ORDINAMENTO DEGLI STUDI

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GUIDA DELLO STUDENTE

PARTE SECONDA

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COMPOSIZIONE DEL CONSIGLIO DI FACOLTÀ

Anno Accademico 1980-81

PROFESSORI DI RUOLO

l. SIOLA UBERTO

2. FADINI ANGELO

3. ALISIO GIANCARLO

4. ALISON FILIPPO

5. ANGRISANI MARCELLO

6. BISOGNI SALVATORE

7. CAPOBIANCO MICHELE

8. CARDARELLI URBANO

9. CARPUTI UGO

lO. CASTELLANO GIOVANNI

11. D'AMBROSIO RAFFAELE

12. D'ANGELO GUIDO

13. DE FUSCO RENATO

]4. DELLA SALA FRANCESCO

15. DE SETA CESARE

16. DI STEFANO ROBERTO

17. FABBROCINO VINCENZO

18. FUSCO GIRARD LUIGI

19. GANGEMI VIRGINIA

20. MANGO ROBERTO

21. MUROLO CLAUDIO

22. NUNZIATA MASSIMILIANO

23. PAGLIARA NICOLA

24. RIGILLO ARTURO

25. ROSSI LORIS ALDO

Prof. ord. di Composizione architettoni. ca - Preside

Prof. f.t. di CompI. di Matematica

Prof. ord. di Storia deIrArchitettura

Prof. ord. di Arredamento

Prof. ord. di Composizione architettonica

Prof. ord. di Composizione architettonica

Praf. ord. di Composizione architettonica

Prof. ord. di Urbanistica

Prof. ord. di Tecnica delle Costruzioni

Praf. ord. di Scienza delle Costruzioni

Prof. md. di Urbanistica

Praf. ord. di Materie giuridiche

Prof. ord. di Storia dell'Architettura

Praf. ord. di Composizione architettonica

Prof. ord. di Storia dell'Architettura

Praf, ord. di Restauro dei monumenti

Praf. ord. di Tecnica delle Costruzioni

Prof. ord. di Estimo ed esercizio profes-sionale

Prof. ord, di Tecnologia dell) Architettura

Prof. ord. di Progettazione artistica per l'industria

Prof. ord, di Unificazione e prefabbrica-zione edilizia

Prof. ord, di Composizione architettonica

Prof. ord, di Composizione architettonica

Prof, ord, di Urbanistica

Prof. ord, di Composizione architettonica

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26. RUSSO ERMOLLI ENNIO

27. SAMONA' ALBERTO

28. VENDITTI ARNALDO

29. VITTORINI MARCELLO

Prof. ord. di MateTiali speciali

Praf. ord. di Composizione architettonica

Frof. orcl. di Storia dell'Architettura Praf. ord. di Urbanistica

PROFESSORI INCARICATI STABILIZZATI

30. AMBROSIO ROSANNA

31. BARATTA ALESSANDRO 32. BELLI ATTILIO

33. BELLI PAOLO

34. BOCCIA SERAFINO

35. BONELLI MARIA ELISA

36. BORRELLI GAETANO

37. CANTONE GAETANA

38. CELLA CARMELA

39. CENNAMO MICHELE

40. COCCHIA FABRIZIO

41. COLETTA MARIO

42. DALISI RICCARDO

43. D'ARISTOTILE ANNA MARIA

44. DE ANGELIS ALMERICO 45. DE FELICE EZIO

46. DEFEZ ALBERTO

47. DE FRANCISCIS GIOVANNI

48. DE ROSA LUCIANA

49. DI SIMONE GIORGIO

50. DIVICCARO M. LUIGIA

51. FIENGO GIUSEPPE

52. FORTE FRANCESCO

53. GAMBARDELLA ALFONSO

54. GIUSTI BACULO ADRIANA 55. GUBITOSI CAMILLO

56. IZZO ALBERTO

57. fOSSA PAOLO

58. LA CRETA ROSA

59. LANINI ROMANO

60. LIUNI AGOSTINO

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di Analisi matematica e geometria analitica

di Scienza delle Costruzioni

di Urbanistica

di Statica

di Geometria descrittiva

di Statica

di Composizione architettonica

di Storia dell'Architettura

di Analisi matematica e geometria analitica

di Illuminazione ed acustica nell'Edilizia

di Arredamento

di Storia dell'Urbanistica

di Composizione architettonica

di Analisi matematica e geometria analiticfl

di Scenografia

di Allestimento e museologia

di Consolidamento e adattamento degli edifici

di Composizione architettonica

di Composizione architettonica

di Arte dei giardini

di Analisi matematica e geometria analitica

di Caratteri stilistici e costruttivi dei mo-numenti

di Urbanistica

di Storia dell'Architettura

di Disegno e Rilievo

di Disegno e Rilievo

di Composizione architettonica

di Tipologia strutturale

di Tecnologia dell'Architettura

di Pianificazione terr.le urbanistica

di Estimo ed Esercizio professionale

61. MAlSANO STEFANIA

62. MARTINI GIULIA

63. MAZZOLENI DONATELLA

64. MORMONE RAFFAELE

65. MORRICA LUCIO

66. NOTO ANTONIO

67. ORLACCHIO DOMENICO

68. PACIELLO STEFANO.

69. PALERMO CALOGERO

70. PAPALE GIANTRISTANO

71. PICA CIAMARRA MASSIMO

72. PIEMONTESE LUIGI 73. RAGUSA LIGUORI FORTUNATA

74. R'lNNA AGOSTiNO

75. RIGILLO TRONCONE MARIA

76. ROSI MASSIMO

77. SANTORO LUCIO

78. SBRIZIOLO ALFREDO

79. SCARANO ROLANDO

80. SCIVITTARO ANTONIO

81. SGROSSO FRANCESE ANNA

di Statica

di Analisi matematica e geometria analitica

di Composizione architettonica

di Letteratura artistica

di Decorazione

di Ponti e grandi strutture

di Tecnologia dell'architettura

di Composizione architettonica

di Geometria descrittiva

di Plastica ornamentale

di Composizione architettonica

di Pianificazione terr.le urbanistica

di Analisi matematica e geometria analitica

di Analisi dei sistemi urbani

di Igiene edilizia

cii Disegno e rilievo

di Storia dell'architettura

di Composizione architettonica

di Composizione architettonica

di Disegno e rilievo

di Disegno e rilievo

82. SPIRITO FABRIZIO

83. STARACE FRANCESCO

di Composizione architett'anica

SAVERIOdi Storia dell'architettura

84. TUCCI FRANCESCO

85. VENTRE ALDO

86. VITALE AUGUSTO

di Analisi matematica e geometria analitica

di Geometria descrittiva

di Tecnologia dell'Architettma

RAPPRESENTANTI DEI PROFESSORI INCARICATI NON STABILIZZATI E DEGLI ASSISTENTI DI RUOLO

87. DAL PIAZ ALESSANDRO

88.

89.

90.

Ass. di ruolo di Urbanistica

RAPPRESENTANTI DEI CONTRATTISTI

91. DE MASI PASQUALE Contrattista presso la Cattedra di Com­posizione architettonica I

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RAPPRESENTANTI DEGLI ASSEGNISTI

92. CAJ,~Tl CLAUDIO Ass:-~nIstica p,ressa la Cattedra di Compo­SIZ10ne arch1tettonica IV

RAPPRESENTANTI DEGLI STUDENTI

93. AVETA DANIELA

94. GAGLIARDO ELVIRA

95. SABATINO GIOVANNI

%. VIDETT A ANDREA

PREMESSA

Gli studenti hanno l'obbligo di conoscere le disposizioni legislative e regolamentari che disciplinano la carriera scola­stica universitaria.

Tali disposizioni sono contenute nel Testo Unico delle leggi sull'istruzione superiore, approvato con R.D. 31-8-1933, n. 1592, e successive modificazioni e nel Regolamento degli Studenti approvato con R.D. 4-6-1938, n. 1269.

L'Università di Napoli, allo scopo di portare a conoscenza degli studenti le più importanti di tali disposizioni, predispone annualmente la stampa della ({ Guida dello studente)).

Tutti gli studenti, in corso e fuori corso, in regola con la iscrizione e con il pagamento delle tasse prescritte per l'anno accademico 1980-81 hanno diritto di ritirare gratuitamente dalla Segreteria di Facoltà la Guida dello studente dietro esi­bizione del libretto universitario sul quale, a cura della Se greteria stessa, verrà posta apposita stampigliatura per atte­stare l'avvenuta consegna.

Eventuali nuove disposizioni di legge e di regolamento, modificatrici delle norme in vigore, nonchè gli avvisi e le .co­municazioni varie, vengono pubblicate di volta in volta unica­mente nell'albo della Segreteria di Facoltà.

Tanto la Guida dello studente che le notizie affisse negli albi della Segreteria hanno tenore di notificazioni ufficiali agli interessati.

Lo studente è il solo responsabile della validità degli atti di carriera scolastica da lui compiuti. Pertanto, gli esami in­debitamente sostenuti e gli atti di carriera scolastica invali­damente posti in essere saranno annullati.

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L'Ufficio di Segreteria non è obbligato a dar corso a pra­tiche per corrispondenza.

Per quanto attiene alla possibilità da parte dello studente di ottenere l'assegno di studio, lo studente interessato è pre­gato di rivolgersi agli uffici dell'Opera Universitaria (Via De Gasperi n. 45).

TITOLI DI AMMISSIONE AL CORSO DI LAUREA DELLA FACOLTÀ

In base alle vigenti disposizioni di legge, possono iscri­versi (Legge 11-12-1969 n. 910, pubblicata sulla Gazzetta Uffi­ciale del 13-12-1969):

a) i diplomati degli Istituti di istruzione secondaria di secondo grado di durata quinquennale, ivi compresi i licei lin­guistici riconosciuti per legge, e coloro che abbiano superato i corsi integrativi previsti dalla legge;

b) indipendentemente dal titolo di istruzione seconda­ria superiore posseduto, chiunque sia munito di altra laurea (ad eccezione dei diplomati dell'ISEF e in Vigilanza scolastica).

I laureati presso altre Facoltà, in base agli studi compiuti per il conseguimento dell'altra laurea, possono, con delibera del Consiglio di Facoltà, essere ammessi ad un anno succes­sivo al primo, con eventuale dispensa da depennare di esami di materie comuni od affini.

lO

TITOLI ACCADEMICI CONFERITI DALLA FACOLTÀ

La Facoltà di Architettura conferisce la laurea in Architettura.

La durata del corso degli studi è di cinque anni.

TITOLI DI STUDI RICHIESTI PER L'ISCRIZIONE

- Maturità Classica

- Maturità Scientifica

- Maturità Tecnica

- Perito agrario - Ragioniere e perito commerciale - Ragioniere e perito commerciale e perito spe-

cializzato - Specializzato per il commercio con l'Estero - Geometra - Aspirante al comando di navi mer~anti1i. . ~. Aspirante alla direzione di macchme dx naVI

mercantili - Aspirante alla professione di costruttore na­

vale - Perito aziendale e corrispondente in lingue

estere - Perito per il turismo - Perito industriale capo tecnico - Maturità tecnica femminile

\ Dà adito a tutte le Facoltà

! Dà adito a tutte le Facoltà

Dà adito a tutte le Facoltà

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- hf-aturità Pl'of~ssionale (conseguita non prima del­l anno scolastlCO 1969-70) (Circolare MinisteriaIe n. 3214 del 24-12-1969) per:

- 'I.'ecnico della cinematografia e della Televi-'Slone

- Odontotecnico - Tecnico delle industrie meccaniche - Tecnico delle industrie elettriche ed elettro-

niche - Tecnico delle industrie chimiche - Segretario di amministrazione - Operatore commerciale - Analista contabile - Tecnico per le attività alberghiere - Operatore turistico - Disegnatrice stilistica di moda - Tec~ico della grafica e della pubblicità - Asslstente per comunità infantili - Agro~ecnjco (dall'anno accademico 1972-73) - TecniCO delle lavorazioni ceramiche - Tecnico di radiologia medica (Circolare Mini-

steriale n. 1220 del 4:2-1977)

- Maturità Lingùistica conseguita presso i Licei ti­con.osciuti (consultare l'elenco a pag. 12) della GU1~a dello Studente parte prima anno acca­demlco 1980-81).

- Maturità Magistrale

- Maturità artistica

- Maturità Arte Applicata (legge 24-9-1970 n 9621 e Circ. Min. n. 5921 del 29-12-1970). , .

Dà alito a tutte le Facoltà

I Dà adito alla Facoltà di Magistero; completata dal corso annuale integrativo dà a'J1to a tutte le Facoltà

\ D' d'

(

a a lto alla Facoltà di

/

Architettura; completata daI corso annuale integrativo dà adito a tutte le Facoltà

l Dà adito a tutte le Facoltà

-- Licenza Lic. Europea conseguita presso la scuola di Varese (Circolare Min. n. 3512 del 27-11-67) f Dà adito a tutte le Facoltà

- Dipfoma di maestra per l'Eamomia domestica (ri­lasclato dalle ex Scuole di Magistero professio­nale per la donna - Nota Min. P.L n. 4125 d l 6-11-1971) e

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Dà adito a tutte le Facoltà

MECCANIZZAZIONE DEI SERVIZI AMMINISTRATIVI

Si porta a conoscenza degli studenti della Facoltà di Ar­chitettura che è stata attuata la meccanizzazione dei servizi amministrativi della segreteria della Facoltà, a mezzo del Cen­tro Elettronico Amministrativo.

Tale innovazione riguarda soltanto gli studenti immatricolati a decorrere dall'anno accademico 1968/69 in poi.

Pertanto gli studenti interessati, per ciascun atto di carriera scolastica, devo­no riempire appositi moduli per uso del servizio mcccanizzato. Tali moduli, da ritirato presso gli sportelli della Segreteria di Facoltà, devono essere riempiti con esattezza e chiarezza, nell'interesse stesso dello studente.

Nei casi di mancata presentazione del modulo o di inesatta compilazione dello stesso, le richieste avanzate dallo studente rimarranno inevase o sospese.

Pertanto, per assicurare la piena riuscita del servizio di meccanizzazione, si raccomanda la completa collaborazione degli studenti.

Per le stesse esigenze del nuovo sistema, si ricorda che le tasse scolastiche devono eosere pagate usufruendo esclusivamente di bollettini di c/c postale predi­sposti dall'Amministrazione universitaria, che si ritirano gratuitamente presso la Segreteria di Facoltà.

MODULI MECCANOGRAFICI

Mod. Sm/1 - per l'immatricolazione

Mod. Sm/2 - per la richiesta dispensa tasse

Mod. Sm/3 - per la richiesta certificati

Mod. Sm/5 - per la richiesta di passaggio

Mod. Sm/6 - per la richiesta di trasferimento

Mod. Sm/7 - per trasferimento in arrivo

Mod. Sm/8 - per la domanda di esame

Mod. Sm/9 - per iscrizione anni successivi al primo

Mod. Sm/10 - per l'immatricolazione dei laureati

Mod. L/l - per la 'presentazione del piano di studio

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ELENCO DEGLI INSEGNAMENTI ATTIVATI NELL'ANNO ACCADEMICO 1980-81

Insegnamenti fondamentali:

Analisi matematica e geometria anali­tica 1" (B)

Analisi matematica e geometria anali­tica 1" (C)

Analisi matematica e geometria anali­tica 1" (D)

Analisi matematica e geometria anali­tica 2" (A)

Analisi matematica e geometria anali­tica 2" (B)

Analisi matematica e geometria anali­tica 2" (C)

Analisi matematica e geometria anali-tica 2"(D)

Arredamento (A) Arredamento (B) Composizione architettonica l° (A) Composizione architettonica 1 <> (B) Composizione architettonica F (C) Composizione architettonica lO (D) Composizione architettonica l° (E) Composizione architettonica 2" (A) Composizione architettonica 2° (B) Composizione architettonica 2° (C) Composizione architettonica 2° (D) Composizione architettonica 3° (A) Composizione architettonica }O (B) Composizione architettonica }" (C) Composizione architettonica }O (D) Composizione arcPÌtettonica 4° (A) ComposizioJ;le architettonica 4° (B) Composizione architettonica 4" (C) Composizione architettonica 4° (D) Composizione architettonica 5° (A) Composizione architettonica 5° (B) Composizione architettonica 5° (C) Disegno e Rilievo (A) Disegno e Rilievo (B) Disegno e Rilievo (C)

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Ragu~a Liguori F.

Martini G.

Tucci F.

Cella C.

D'Aristotile A. M.

Diviccaro M. L.

Ambrosio R. Alison F. Cocchia F. De Franciscis G. Borrelli G. Padella S. Izzo A. Scarano R. Angrisani M. Mazzoleni D. Nunziata M. De Rosa L.

·Bisogni S. Dalisi R. Siola U. Spirito F. Pagliara N. Samonà A. Sbriiiolo A. Cuomo A, Cap~bianco M. Della Sala F. Pica Ciamarra M. Sgrosso A. Scivittaro A. Rosi M.

Stabilizzato

Stabilizzato

Stabilizzato

Stabilizzato

Stabilizzato

Stabilizzato

Stabilizzato Ordinario Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato StabiÌizzato Stab.ilizzato Stabilizzato Ordinario Stabilizzato Ordinario Stabilizzato Ordinario Stabilizzato Ordinario Stabilizzato Ordinario Ordinario Stabilizzato Incaricato Ordinario Ordinario Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato

Disegno e Rilievo (D) Disegno e Rilievo (E) Estimo ed Esercizio Professionale (A) Estimo ed Esercizio Professionale (B). Fisica (A) Fisica (B) Fisica tecnica ed impianti Geometria Descrittiva (A) Ge0l:TIetria Descrittiva (E) Geometria Descrittiva (C) Geometria Descrittiva (D) Igiene Edilizia (A) Igiene Edilizia (B) Scienze delle Costruzioni (A) Scienza delle Costruzioni (E) Restauro dei Monumenti (A) Restauro dei Monumenti (B) Statica (A) Statica (B) Statica (C) Statica (D) Storia dell'Architettura l° (A) Storia dell'Architettura l° (C) Storia dell'Architettura r (B) Storia dell'Architettura l° (D) Storia dell'Architettura r (E) Storia dell'Architettura 2° (A) Storia dell'Architettura 2° (B) Storia dell'Architettura 20 (C) ?toria dell'Architettura 2° (D) Tecnica delle Costruzioni (A) T emica delle Costruzioni (B) Tecnologia dell'Architettura 1" (A) Tecnologia dell'Architettura l° (B) Tecnologia dell'Architettura l° (C) Tecnologià dell'Architettura 2° (A) Tecnologia dell'Architettura 20 (B) Tecnologia dell'Architettura 2° (C) Urbanistica 1° (A) Urbanistica l° (B). Urbanistica l° (C)-Urbanistica 2° (A), Urbanistica 2°· (B) <

Urbanistica 2° (C)

ln~egnamenti Complementari:

AlleStimento e Museologia Analisi dei Sistemi urbani Arte dei Giardini Caratteri stilistici e costruttivi dei Ma·

numenti

Giusti Baculo A. Stabilizzato Gubitosi C. Stabilizzato Liuni A. Stabilizzato Fusco Girard L. Ordinario

,Cutolo M. Incaricato Colantuoni G. Incaricato Russo Spena A. Incaricato Bocda S. Stabilizzato Palermo C. Stabilizzato Ulisse Penta R. Incaricato Ventre A. Stabilizzato Rigillo Troncone M. Stabilizzato Ferraro I. Incaricato Castellano G. Ordinario Baratta A. Stabilizzato Di Stefano R. Ordinario Casiello S. Incaricato Bonelli M. E. Stabilizzato Maisano S. Stabilizzato Boscortecase L. Stabilizzato Belli P. Stabilizzato Gambardella A. Stabilizzato 5antoro L. Stabilizzato Starace F. Stabilizzato Cantone G. Stabilizzato Pane G. Incaricato De Fusco R. Ordinario De Seta C. Ordinario Alisio G. Ordinario Venditti A. Ordinario Carputi U. Ordinario Fabbrodno V Ordinario Orlacchio D. StabilizZato Caterina G. Incaricato Vitale A. Stabilizzato Gangemi V. Ordinario La Creta R. Stabilizzato Capasso A. Stabilizzato Rigillo A. Ordinario Forte F. Stabilizzato Belli A. Stabilizzato D'Ambrosia R. Ordinario Cardarelli u. Ordinario Vittorini M. Ordinario

De Felice E. Stabilizzato Renna A. Stabilizzato Di Simone G. Stabilizzato

Fiengo G. Stabilizzato

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Complementi di matematica Consolidamento e adattamento degli

edifici Decorazione I11uminazione ed Acustica nell'Edilizia Indirizzi dell'Architettura moderna Letteratura artistica Lingua inglese Materiali da costruzione speciali Materie giuridiche Pianificazione Territoriale Urb, (A) Pianificazione Territoriale Drb, (B) Plastica Ponti e Grandi Strutture, Progettazione artistica per 1'Industria Scenografia Storia dell'Urbanistica Tipologia Strutturale Unificazione e Prefabbricazione

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Dcfez A, Morrica L. Cennamo M. De Fusco R. Mormone R. De Vivo F,P, Russo Ermolli E. D'Angelo G. Lanini R. Piemontese L. Papale G. Noto A. Mango R, De Angelis A, Caletta M. Jossa P. Murolo C.

Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Incaricato Stabilizzato Incaricato Ordinario Ordinario Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Ordinario Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Ordinario

CODIFICAZIONE DEGLI INSEGNAMENTI DELLA FACOLTÀ

Analisi matematica e geom. anaL I Analisi matematica e geom. anaI. II Composizione architettonica I Composizione architettonica II Composizione architettonica III Composizione architettonica IV Composizione architettonica V Disegno e rilievo Geometria descrittiva Restauro dei monumenti Scienza delle costruzioni Statica Storia dell'Architettura I Storia dell'Architettura II Tecnica delle costruzioni Tecnologia dell'Architettura I Tecnologia dell'Architettura II Urbanistica I Urbanistica II Allestimento e Museografia Analisi dei sistemi urbani Arredamento Arte dei giardini Caratteri stilistici e costr. dei monumenti Complementi di matematica Consolidamento e adattamento degli edifici DecoraZione Estimo ed esercizio professionale Fisica Fisica tecnica ed impianti Igiene edilizia -. Illuminazione e acustica nell'edilizia Indirizzi dell'Architettura moderna Letteratura artistica Lingua Inglese Materie giuridiche Materiali da costruzione speciali Pianificazione territoriale urbanistica Plastica Ponti e grandi strutture Progettazione artistica per l'industria Scenografia Storia dell'urbanistica Tipologia strutturale Unificazione edilizia e. prefabbricazione

(25/04) (25/10) (25/28) (25/34) (25/67) (25/71) (25/72) (25/61) (25/60) (25/32) (25/25) (25/63) (25/62) (25/65) (25/69) (25/64) (25/66) (25/29) (25/35) (25/73) (25/74) (25/70) (25/50) (25/22) (25/75) (25/52) (25/53) (25/37) (25/13) (25/68) (25/26) (25(76) (25/77) (25/78) (25/41) (25/55) (25/79) (25/56) (25/43) (25/80) (25/57) (25/58) (25/81) (25/82) (25/84)

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LEZIONI E FREQUENZA

A proposito della frequenza alle lezioni, si ricorda che il R.D. 4-6-1938, n. 1269, sempre in vigore, dice testualmente:

« I professori ufficiali e i liberi docenti si accertano della frequenza e del profitto nel modo che credono più oppor· tuno ».

Attualmente, per deliberazione del Consiglio di Facoltà, gli studenti sono esonerati dal presentare in Segreteria la fir­ma di frequenza.

Si fa presente che data la particolare natura degli studi di Architettura è indispensabile che gli studenti seguano con assiduità le lezioni.

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PIANI DI STUDI DELLA FACOLTà

Gli studenti possono conseguire la laurea seguendo l'ordi­namento didattico consigliato dalla Facoltà secondo il nuovo ordinamento (Decr. Preso n. 995 del 31-10-1969) oppure sce­gliendo un piano di studio individuale.

Il piano di studio ufficiale è composto da un numero rigido di determinati insegnamenti (detti fondamentali e ugua­li per tutti gli stessi corsi di laurea delle Università italiana) e da un numero minore di insegnamenti (detti complemen­tari), che vengono scelti in un vasto gruppo per lasciare mag­giore libertà allo studente.

Il piano di studio ufficiale viene automaticamente scelto e seguito da quegli studenti che non presentano alcuna do· manda per variarlo.

Anche per l'iscrizione ai corsi, lo studente viene iscritto d'ufficio a tutti gli insegnamenti fondamentali e a tutti quelli complementari contenuti nell'elenco del corso di laurea.

Inoltre gli studenti, anziché seguire il piano di studio pre­disposto dal Consiglio di Facoltà, secondo il nuovo ordinamen­to didattico (piano di studio ufficiale), possono compilare un piano di studio diverso da esso (piano di studio individuale); in questo secondo caso il piano di studio dev'essere appro­vato dalla Facoltà.

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CONCETTI GENERALI SUI PIANI DI STUDIO INDIVIDUALI

La legge 11-12-1969, n. 910, art. 2 (G.U. del 31-12-1969, n. 314, p. 7621) dice testualmente:

« Per l'anno accademico 1969-70, lo studente può predi­sporre un piano di studi diverso da quello previsto dall'ordi­namento didattico in vigore, purché nell'ambito delle disci­pline effettivamente insegnate e nel numero degli insegnamen­ti stabiliti.

« Il piano è sottoposto, non oltre il mese di gennaio, al­l'approvazione del Consiglio di Facoltà, che decide, tenuto con­to delle esigenze di formazione culturale e di preparazione professionale dello studente».

La legge 30-11-1969, n. 924, art. 4 (G.U. del 9-12-1970, n. 310, p. 8142) dice testualmente:

« Il termine di presentazione da parte degli studenti di piani di studio individuali, è fissato al 31 dicembre di ciascun anno accademico. Quello per le decisioni dei Consigli di Fa­coltà è fissato al 31 gennaio di ciascun anno accademico ».

Il concetto informatore della legge è di lasciare la possi­bilità agli studenti di predisporre piani di studio razionali, logicamente strutturati che tengano conto sia delle loro pos­sibili inclinazioni, sia della necessità di mantenere e possibil­mente migliorare il livello della loro preparazione culturale e professionale.

Lo studente ha la possibilità di formulare un piano di studi complementare a sua scelta. È chiaro che la Facoltà va­luterà questi piani con particolare attenzione, essendo suo dovere tener conto « delle esigenze di formazione culturale

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e di preparazione professionale dello studente». Il Consiglio di Facoltà potrà anche spostare gli insegnamenti da un anno all'altro.

Dopo l'approvazione da parte della Facoltà, tutti gli esa­mi degli insegnamenti indicati nel piano di studio presentato diventano obbligatori e quindi non possono essere né sosti­tuiti né anticipati di anno. Potranno, invece, essere posticipati anche se ciò chiaramente influirà sull'eventuale diritto all'as­segno di studio. È chiaro che il piano di stud'io presentato ha valore dall'anno accademico per cui esso viene presentato (ad esempio, il piano presentato per l'anno accademico 1980-81 inizia ad avere validità dalla sessione estiva 1981, cioè dal maggio 1981); esso non può avere in nessun caso valore retro­attivo, per cui fino alla sessione invernale (appello straordina­rio di febbraio) immediatamente successiva a quella della presentazione (nel caso dell'esempio per gli esami da soste­nere fino a marzo 1981) avrà valore il piano di studio appro­vato per l'anno precedente (anno accademico 1979-80).

Ove mai gli studenti sostenessero e superassero esami non inclusi nei piani di studio presentati ed approvati dalla Facoltà detti esami saranno annullati e non risulteranno in­dicati i~ nessun tipo di certificato. Infatti la presentazione di un piano di studio da parte dello studente, ove approvato dalla Facoltà costituisce un'effettiva sostituzione dell'ordina­mento didattico tradizionale che lo studente è tenuto a rispet­tare. Nel caso che esso venga approvato con modifiche si con­vocherà lo studente affinchè ne prenda visione. Se lo studen­te non si presenta alla convocazione indicata, egli sarà tenuto a seguire il piano' tradizionale o quello approvato l'anno pre­cedente.

È opportuno sottolin"are che per ogni anno accademico lo studente ha la facoltà di presentare un nuovo piano di studio che comunque inizia ad avere validità - ove appro­vato ~ dall'anno accademico della sua presentazione. È da sottolineare, però, come ciò sia' assolutamente sconsigliabile in quanto la scelta del piano dovrebbe essere fatta dopo pro­fonda meditazione.

Il piano di studio deve essere formulato in maniera com-

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pleta, cioè per tutti gli anni accademici di durata del corso di laurea. Per quanto attiene agli esami relativi agli anni prece· denti a quello della presentazione del piano di studi lo stu· dente deve riportare nel modulo, senza alcuna modifica, l'in­dicazione degli esami superati includendoli negli anni di corso in cui ha frequentato (senza riguardo a quanto l'esame è stato effettivamente superato).

Pertanto, si ripete ancora che per l'anno accademico pre· cedente a quello per cui è stato presentato il piano di studio, gli studenti sono tenuti a rispettare il piano di studio appro­vato per detto anno.

Si fa inoltre presente che un anno accademico può essere ritenuto valido solo quando sia comprensivo del numero mi­nimo di insegnamenti, che non può essere inferiore a 3 per ciascun anno. È chiaro che questa disposizione è valida sol­tanto per gli studenti che presentano piani di studio alterna­tivi.

Per quanto riguarda gli studenti che si trasferiscono da altra Università non potrà tenersi conto di piani di studio approvati in altre sedi. Pertanto, lo studente è invitato a pre­sentare un piano di studio secondo le norme indicate in que­sto opuscolo, a partire dall'anno accademico in cui egli risul­terà trasferito a questa sede, sempreché il trasferimento sia avvenuto entro il 31 dicembre. Lo studente comunque, non potrà conseguire la laurea presso questa sede senza che questa Facoltà abbia espresso il suo parere di validità sul piano di studio complessivo seguito dallo studente.

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PIANO DI STUDIO CONSIGLIATO DALLA FACOLTÀ PER GLI STUDENTI CHE SEGUONO IL CORSO DI LAUREA IN ARCHITETTURA IN BASE AL NUOVO ORDINAMENTO (Tab. XXX, Dec~'eto Presidente della Republica 31-10-1969, n. 995)

I Anno

Analisi matematica e geometria analitica (1" anno del corso). Geometria descrittiva. Disegno e rilievo. Composizione architettonica (primo anno del corso). Storia dell'architettura (primo anno del corso). Due insegnamenti complementari a scelta.

II Anno

Analisi matematica e geometria analitica (2" anno del corso). Statica Tecnologia dell'architettura (primo anno del corso). Composizione architettonica (secondo anno del corso). Storia dell'architettura (secondo anno del corso). Un insegnamento complementare a scelta.

III Anno

Fisica. Scienza delle costruzioni. Tecnologia dell'architettura (secondo anno del corso).

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'I I I

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Composizione architettonica (terzo anno del corso). Urbanistica (primo anno del corso). "- insegnamento complementare a scelta.

IV Anno

Fisica tecnica ed impianti. Tecnica delle costruzioni. Arredamento. 'Igiene edilizia. Composizione architettonica (quarto anno del corso). Urbanistica (secondo anno del corso). Un insegnamento complementare a scelta.

V Anno

Estimo ed esercizio professionale. Restauro dei monumenti. Composizione architettonica (quinto anno del corso). Un insegnamento complementare a scelta.

Insegnamenti complementari tra i quali lo studente dovrà sceglierne sei, distribuendoli: 2 al lo anno ed l per ogni anno successivo:

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Allestimento e museografia (annuale). Analisi dei sistemi urbani (annuale). Arte dei giardini (Architettura del paesaggio) (an­nuale). Caratteri stilistici e costruttivi dei monumenti (an­nuale). Complementi di matematica. Consolidamento ed adattamento degli edifici. Decorazione (annuale). Illuminazione e acustica nell'edilizia (annuale). Indirizzi dell'architettura moderna (annuale). Letteratura artistica (annuale). Lingua Inglese (annuale). Materiali da costruzione speciali (annuale). Materie giuridiche (annuale).

Pianificazione territoriale urbanistica (annuale). Plastica ornamentale (annuale). Ponti e grandi strutture (annuale). Progettazione artistica per l'industria (annuale). Scenografia (annuale). Storia dell'urbanistica (annuale). Tipologia strutturale (Morfologia strutturale) an­nuale). Unificazione edilizia e prefabbricazione (annuale).

Gli insegnamenti a corso biennale e pluriennale compor­tano l'esame alla fine di ogni anno di corso.

Gli esami di profitto e quelli di 11Iurea si danno, per cia­scun anno accademico, in due sessioni ordinarie (estiva e autunnale) e nell'appello straordinario di febbraio (discipli­nato quest'ultimo, dalle nprme contenute nelle leggi 5-11-1955, n. 8 e 1·2-1956, n. 34).

Nell'appello straordinario di febbraio, però, gli studenti in corso possono sostenere al massimo 2 esami.

In particolare si ricorda che nell'appello di febbraio non pos­sono essere ripetuti esami già sostenuti con esito negativo per due volte consecutive nelle sessioni ordinarie dell'anno accade­mico (estiva ed autunnale).

DELIMITAZIONI DELLE SESSIONI DI ESAMI

Il senato Accademico nell'adunanza del 3-4-1973 ha deli­berato la ripartizione di sessioni degli appelli di esami come segue:

- sessione estiva: maggio; giugno; luglio; ottobre; - sessione autunnale: novembre; dicembre; gennaio;

sessione invernale: febbraio; marzo.

Circa la data degli appelli, gli studenti prenderanno ac­cordi diretti con i singoli professori ufficiali.

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-~ I

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PRECEDENZA DI ESAMI

Come da delibera del Consiglio di Facoltà del 5-1-1972 lo studente:

Non può essere ammes­so a sostenere l'esame di:

Statica e Fisica tecnica e im­pianti

Scienza delle costruzioni Composiz_ architettonica, Analisi matematica e geome­tria analitica, Storia dell'ar­chitettura , Tecnologia della architettura, Urbanistica

Composizione architettoni­ca V

Restauro

Tecnica delle costruzioni

Se non ha superato l'esa­me di:

Analisi matematica e geome­tria analitica Ii

Statica N ella serie degli esami sta­biliti dalla Facoltà per queste materie non può essere so­stenuto un esame senza che sia stato superato il prece­dente_

Scienza delle costruzioni

Storia dell'architettura II.

Scienza delle costruzioni.

CONVALIDA DEGLI ESAMI SOSTENUTI CON IL VECCHIO ORDINAMENTO PER GLI STUDENTI CHE OPTANO

PER IL NUOVO ORDINAMENTO

Gli studenti che con il vecchio ordinamento hanno ,sostenuto l'esa_ me di:

Elementi di architettura e rilievo dei monumenti I

Elementi di architettura e rilievo dei monumenti II

Geometria descrittiva ed elementi di proiettiva (con i programmi degli anni accademici 1966-1967 e retro)

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Avranno convalidato con il nuo­vo ordinamento l'esame di:

Composizione archttettonica I

Composizione architettonica II

Geometria descrittiva

Geometria descrittiva ed elementi di proiettiva (con i programmi degli anni accademici 1967-1968 e 1968-1969)

Disegno del vero I ed Applicazione di geometria descrittiva

Disegno dal vero I

Disegno dal vero II

Fisica tecnica

Fisica tecnica ed Impianti tecnici

Scienza delle costruzioni II

Composizione architettonica I

Architettura degli interni, arredamen· to e decorazioni I e/o arredamento e decorazioni II

Chimica generale ed applicata - Mine­ralogia e geologia

Elementi costruttivi

Chimica generale ed applicata

Mineralogia e geologia

Caratteri distributivi

Elementi di composizione

Caratteri distributivi ed Elementi di Composizione

Storia dell'arte e Storia e stili della architettura I

Analisi c;atematica e geometria anali­tica I

Geometria descrittiva (svolgendo la parte integtativa di Applicazioni di geometria descrittiva)

Disegno e rilievo

Disegno e rilievo (svolgendo la parte integrativa di Applicazioni di geome­tria descrittiva)

Disegno dal vero (insegnamento com­plementare)

Fisica tecnica ed impianti (svolgendo la parte integrativa di Impianti tec­nici)

Fisica tecnica ed impianti

Tecnica delle costwzioni (svolgimendo la parte integrativa di Tecnologia dei materiali)

Composizione architettonica IV

Arredamento

Tecnologia dell'architettura I

Tecnologia dell'architettura II

Tecnologia dell'architettura I (svolgen­do la parte integrativa di Mineralogia e geologia)

Tec~ologia dell'architettura I (svolgen­do la parte integrativa di Chimica ge­nerale ed applicata)

Composizione architettonica III

Composizione architettonica III

Composizione architettonica III e IV (ma dovranno sostenere l'esame di Composizione architettonica V obbli­gatoriamente)

Storia dell'architettura I

Analisi matematica e geometria ana­litica I

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Storia dell'arte e Storia e stili della architettura II

Analisi matematica e geometria ana­litica II

Fisica (con i programmi degli anni ac­cademici 1965-1966 e 1968-1969)

Fisica (con i programmi degli anni ac­cademici 1964-1965 - retro)

Caratteri stilistici e costruttivi dei mo­numenti

Meccanica razionale e statica grafica (con i programmi degli anni accademici 1965-1966 - 1968-1969)

Meccanica razionale e statica grafica (con i programmi degli anni accade­mici 1964-1965 e retro)

Scienza delle costruzioni I

Igiene edilizia

Urbanistica I

Restauro dei monumenti

Topografia e costruzioni stradali

Urbanistica II

Estimo ed esercizio professionale

Tecnologia dei materiali e tecnica del­le costruzioni

Composizione architettonica II

Leteratura italiana

Lingua inglese

Li:1gua tedesca

Plastica ornamentale

Decorazione

Arte dei giardini

Materie giuridiche

Scenografia

Complementi di matematica

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Storia dell'architettura II

Analisi matematica e geometria ana litica II

Statica

Fisica

Caratteri stilistici e costruttivi dei mo­numenti (insegnamento complementa_c)

Fisica

Statica

Scienza delle costruzioni

Igiene edilizia

Urbanistica I

Restauro dei monumenti

Topografia (insegnamento complemen­tare)

Urbanistica II

Estimo ed e:ercizic profes:iionale

Tecnica delle costruzioni

Composizione architettonica V

Letteratura artistica

Lingua inglese

Lingua tedesca

Plastica ornamentale

Decorazione.

Arte dei giardini

Materie giuridiche

Scenografia

Complementi di matematica

Progettazione artistica per l'industria

Caratteri dell'architettura moderna

Grandi strutture spaziali

Pianificazione territoriale urbanistica stica

Consolidamenti ed adattamento degli edifici

Applicazioni di geometria descrittivd

Progettazione artistica per l'industria

Indirizzi dell'architettura moderna

Ponti e ,grandi strutture

Pianificazione territoriale urbanistica

Consolidamento ed adattamento degli edifici

Applicazioni di geometria descrittiva

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NORIME GENERALI E PER L'ESAME DI LAUREA

Gli insegnamenti sono svolti sotto forma di lezioni teori­che e di esercitazioni pratiche e possono essere integrati da visite a monumenti, edifici e cantieri che presentino particola­re interesse ai fini dell'insegnamento. Gli insegnamenti com­portano l'esame alla fine di ogni anno o semestre di corso.

Per essere ammesso all'esame di laurea, lo studente deve aver superato gli esami di tutti gli insegnamenti fondamen-' tali e dei sei complementari da lui scelti fra quelli indicati dalla Facoltà.

È altresì ammesso all'esame di laurea lo studente che ab­bia superato gli esami di tutti gli insegnamenti del piano di studio da lui predisposto ai sensi dell'art. 2 della legge 11-12-1969, n. 910, prorogata con legge 30-11-1970, n. 924.

Lo studente, almeno sei mesi prima' della sessione di lau­rea, dovrà concordare con il professore relatore l'assegnazione della tesi che dovrà svolgere.

Per essere ammesso all'esame di laurea, lo studente deve aver superato, almeno venti giorni prima della seduta di lau­rea, gli esami di tutti gli insegnamenti fondamentali e com­plementari, previsti dal piano degli studi (sia esso quello ufficiale ovvero individuale cioè prescelto dallo studente ed approvato dal Consiglio di Facoltà).

Nel termine prescritto, lo studente deve presentare alla Segreteria della Facoltà apposita domanda di ammissione, cor­redata dalla quietanza attestante il pagamento della sopratas­sa esame di laurea e dal nulla osta, rilasciato dal Relatore, per l'ammissione all'esame di laurea.

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L'esame di laurea consiste:

a) nella redazione di un progetto di architettura o di urbanistica o nell'elaborazione di una monografia di stona dell'architettura o dell'urbanistica. Il progetto deve essere completo nei riguardi dell'arte e della tecnica, in modo da poter esser considerato esecutivo in ogni sua parte, e svolto dallo studente durante l'ultimo anno di corso;

b) in una discussione sullo svolgimento del progetto o della monografia.

Si ricorda, infine, che l'esame di laurea non dovrà id~nti­ficarsi in alcun modo con il corso e l'esame di Comp~~1ZlOne Architettonica V, come del resto già da tempo stabilito dal Consiglio di Facoltà.

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BIBLIOTECA

La Biblioteca della Facoltà è aperta al pubblico dalle ore 9 alle ore 19 dei giorni feriali, escluso i! sabato, in cui è aperta dalle ore 9 alle ore 13. .

Sono ammessi alla consultazione gli studenti, i docenti uni­versitari, nonchè i laureati e gli studiosi, relativamente ad opere non reperibili presso altre biblioteche, previa autorizza­zione del Direttore.

La consultazione dei periodici termina alle ore 14.

Il prestito è concesso ai professori di ruolo ed ai professori incaricati della Facoltà, nonchè agli assistenti, con malleveria dei Direttori d'Istitut.o.

Le opere rare, quelle di frequente consultazione, i codici, le enciclopedie, i dizionari, i repertori bibliografici, gli atlanti, le raccolte di tavole ed i per-iodici sono tassativamente esclusi dal prestito.

Funziona un servizio di riproduzione fotomeccanica.

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SCUOLA DI PERFEZIONAMENTO IN RESTAURO DEI MONUMENTI

È istituita, presso la Facoltà di Àrchitettura, la Scuola di perfezionamento in Restauro dei monumenti, con lo scopo di incrementare la preparazione storico-artistica e tecnica dei professionisti, impegnati nella attività di restauro e di tutela dei monumenti e nella pianificazione urbanistica dei centri ur­bani.

In particolare, la scuola si propone anche di preparare gli architetti alle funzioni tecniche e scientifiche che vengono svolte presso le Sopraintendenze ai monumenti.

La scuola svolge un corso di insegnamento della durata di due anni e rilascia un diploma di Perfezionamento in Restauro dei monumenti.

Sono ammessi alla scuola i laureati in Architettura ed In­gegneria civi!e (sezione edile). Il numero massimo degli iscfit­ti è di 50 per ogni anno di corso.

Della accettazione delle domande giudica, anno per anno, i! Consiglio direttivo della scuola, su proposta del Direttore.

Gli insegnamenti della scuola sono i seguenti:

a) Fondamentali:

1) Teoria e storia del restauro dei monumenti; 2) Ur­banistica dei centri antichi; 3) Consolidamento ed adattamento degli edifici; 4) Restauro dei dipinti, af­freschi e mosaici; 5) Nozioni giuridiche ed ammini­strative.

b) Complementari:

1) Storia dell'architettura; 2) Storia dell'arte; 3) Can­tieristica; 4) Estimo e contabilità dei lavori.

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Le lezioni relative agli insegnamenti suddetti saranno inte­grate da conferenze svolte da specialisti dei vari settori.

Il Consiglio potrà anche istituire altri corsi non compresi nel suddetto elenco.

Ciascun insegnamento fondamentale comporta un unico esame alla fine del biennio; a tali esami sono ammessi gli allie­vi che abbiano frequentato almeno due terzi delle lezioni di ciascun corso. La frequenza viene attestata da ciascun docente.

Le commissioni giudicatrici sono composte da tre insegnanti della scuola e sono presiedute ciascuna dal docente della materia di esame.

Gli esami hanno luogo in due sessioni) estiva ed autunnale.

L'iscritto che ha superato tutti gli esami degli insegnamenti fondamentali e di almeno due complementari è ammesso all'esame di diploma.

L'allievo che non abbia sostenuto le prove di esame nel termine ptescritto, potrà ottenere !'iscrizione fuori corso soltanto per un anno,

L'esame di diploma si sostiene dinanzi al Consiglio direttivo riunito in com­missione, che in nessun caso dovrà essere costituita da meno di cinque professori.

Il candidato deve presentare una dissertazione scritta, accompagnata da even­tuali altri elaborati, su di un tema scelto dall'allievo, d'accordo con il docente della materia, e deve discuterla davanti alla commissione, nell'ambito di un colla-­quio che dimostri la sua adeguata preparazione nella specializzazione.

I candidati non riconosciuti idonei potranno presentarsi all'esame di diploma dopo un altro anno di frequenza alla scuola. Nel caso che essi anche al secondo esame di diploma non siano riconosciuti idonei, saranno senz'altro esclusi da ogni ulteriore prova.

La scuola è retta da un Consiglio direttivo, comppsto dai professori che inse­gnano nella scuola stessa, i quali eleggono tra loro il Dir€:ttore che lo presiede per un triennio ed è rieleggibile. Il Consiglio stabilisce l'ordinamento e l'indirizzo degli ' studi nonché il numero delle lezioni per ogni singolo insegnamento.

Gli incarichi di isegnamento sono conferiti su proposta del Consiglio della Facoltà di architettura, approvata dal Senato accademico e dal Consiglio di' Am­ministrazione dell'Università di Napoli. Gli insegnanti possono essere scelti tra i professori di ruolo e fuori ruolo, tra i liberi docenti e anche tra specialisti o stra­nieri di chiara e riconosciuta competenza.

Gli iscritti alla scuola di perfezionamento sono tenuti a pagare le tasse, le sopra tasse, la tassa di diploma, nonchè tutti gli altI·! contributi stabiliti per gli studenti iscritti alla Facoltà di Architettura dell'Università di Napoli.

Essi sono tenuti, altresì, a pagare un contributo speciale, nella misura che sarà determinata annualmente dal Consiglio di amministrazione, su proposta del Consiglio direttivo della scuola.

La tassa di diploma è fissata nella misura di L. 6.000, ai sensi della legge 18 dicembre 1951, n. 1551.

La presentazione delle domande di iscrizione scade improrogabilmente il 5 novembre di ogni anno.

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PROGRAMMI

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INSEGNAMENTI FONDAMENTALI

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ANALISI MATEMATICA E GEOMETRIA ANALITICA I

(B) (C) (D)

Prof. Francesco Tucci Prof. A. Maria D'Aristotile

Prof. Carmela Cella

Premessa comune ai quattro corsi

Quale breve premessa teorica e metodo logica al program· ma didattico di Analisi matematica e Geometria analitica I che qui di seguito andiamo ad esporre per gli studenti del primo anno di corso, possiamo dire che è nostro intendimen­to fondamentale partire dal recupero delle conoscenze mate· matiche che i giovani hanno già acquisito nella Scuola secon· daria superiore, cercando di colmare i dislivelli di prepara­zione causati dai diversi programmi svolti nelle diverse scuo­le di provenienza. In secondo luogo, avendo presente che per i primi corsi di Matematica ed in particolare per l'Analisi ma­tematica e Geometria analitica I, generalmente considerata la materia più ostica, è necessario un bagaglio di nozioni mol­to modesto, passiamo ad introdurre i concetti di base cercan­do, per quanto possibile, di sviluppare le capacità critiche degli allievi, l'attenzione a ciò che è fondamentale, l'elabora­zione autonoma e l'equilibrio fra la fantasia e la sistematicità.

Nel nostro insegnamento poi già da tempo facciamo il possibile per abbandonare le metologie tradizionali delle le­zioni ex-cathedra a studenti destinatari passivi di nozioni e teorie già accuratamente confeziop.ate, cercando invece di dare ai giovani con l'insegnamento matematico il mezzo ne­cessario per sviluppare la astrazione e ciò non per significare

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distacco dal concreto bensì perché essa costituisca lo stru­mento più appropriato per dominarlo.

Cosicché in un corretto apprendimento della matematica il giovane studente trovi il mezzo necessario per trattare i problemi concreti.

Per quanto riguarda il contenuto del corso, a differenza di quanto avviene per altre discipline in cui sono possibili delle diversificazioni, per l'Analisi Matematica e Geometria Analitica I tutti i docenti sono generalmente soliti distribuire il programma nel modo che qui appressq viene indicato:

Programma

Simboli logici di uso corrente e nozioni fondamentali sugli insiemi - Insiemi numerici - Spazi euclidei ad n dimensio­ni - Concetto di funzione - Funzioni numeriche di una o più variabili - Elementi di algebra lineare - La nozione di limite di funzioni reali di una variabile reale e teoremi fondamenta­li per la ricerca del limite - La nozione di continuità e proprie­tà notevoli delle funzioni continue - Le funzioni numeriche elementari nel campo reale (funzione potenza, funzioni espo­nenziali e lago ritmiche, funzioni circolari e loro inverse, poli­nomi nel campo reale) - Infinitesimi ed infiniti - Derivate e differenziali delle funzioni reali di una variabile reale - Regole di derivazione - Derivazione delle funzioni elementari - Appli­cazione del calcolo differenziale delle funzioni di una variabi­le reale - Elementi di geometria analitica del piano.

Bibliografia

Fiorenza, Introduzione al corso di Analisi Matematica, Adria­tica Editrice, Bari.

Fiorenza, Lezioni di Analisi Matematica, p. I, Adriatica Ed., Bari.

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ANALISI MATEMATICA E GEOMETRIA ANALITICA II

(A) (Dj

Prof. Rosanna Ambrosio Prof. M. Luigia Diviccaro

Gli argomenti del corso di Analisi Matematica e Geome­tria Analitica II costituiscono il presupposto per la compren­sione delle questioni di carattere tecnico che. si pres~ntano nello studio delle strutture architettoniche e del procedImentI progettuali.

1. Applicazione del calcolo differenziale in una variabile - Formula di Taylor.

2. Integrazione delle funzioni di una variabile.

t· di 3. Lo spazio euclideo reale a R-dimensioni - Elemen l calcolo vettoriale.

4. Funzioni reali di più variabili reali - Funzioni vettoria­li - Limiti e continuità.

5. Calcolo differenziale delle funzioni di più variabili.

6. Elementi di geometria differenziale delle curve.

7. Integrali curvilinei.

8. Integrazione delle funzioni reali di due variabili.

9. Equazioni differenziali.

Testo consigliato

Fiorenza _ Greco, Lezioni di analisi matematica, Voll: I e II.

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ANALISI MATEMATICA E GEOMETRIA ANALITICA II

(B) (C)

Prof. Fortunata Liguori Prof. G. Barbara Martini

Gli argomenti del corso di Analisi Matematica e Geome­tria Analitica II costituiscono il presupposto per la compren­sione delle questioni di carattere tecnico che si presentano nello studio delle strutture architettoniche e dei procedimenti progettuali.

1. Elementi di calcolo matriciale.

2. Applicazione del calcolo differenziale in una variabile - Formula di Taylor.

3. Integrazione delle funzioni di una variabile.

4. Lo spazio euclideo reale a R-dimensioni - Elementi di calcolo vettoriale.

5. Funzioni reali di più variabili reali - Funzioni vettoria­li - Limiti e continuità.

6. Calcolo differenziale delle funzioni di più variabili.

7. Elementi di geometria differenziale delle curve.

8. Integrali curvilinei.

9. Integrazione delle funzioni reali di due variabili.

lO. Equazioni differenziali.

Testo consigliato

Fiorenza' - Greco, Lezioni di Analisi Matematica, voli. I e II.

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ARREDAMENTO (A)

Prof.· Filippo Alison

Articolazione del corso

In un solo anno accademico è possibile coprire, sia pure in forma conoscitiva, l'ampia problematica della disciplina.

L'attuale ordinamentò didattico non cencede occasioni propedeutiche atte ad informare gli studenti sul ruolo e sul significato specifico dell'arredamento. L'arco di tempo di­sponibile, sempre più limitato, riduce le osservazioni analiti­che. e pone limiti anche all'operazione progettuale ritenuta prevalente, sia per la sua collocazione nel corso di studi sia per la sua istanza promotrice di responsabilità.

In forma problematica, col tentativo di coprire le lacune più emergenti il corso affronta i temi delle attrezzature di ~rredo per l'alloggio, per l'ambiente urbano e per i servizi sociali a carattere collettivo.

I comportamenti sociali, la condizione economica attuale, in connessione con la disciplina, pongo problemi quali: l'ade­guamento, la rivalutazione e la trasformazione delle attr~zza­ture di arredo in rapporto con l'evolversI della produz1One industriale e artigianale e con l'uso di esse nelle attività pro­duttive nella casa e nelle organizzazioni comunitarie.

N eì quadro di assestamento e di riconversione delle atti­vità agricole, artigianali e produttive in genere, e nell'ambito delle istanze di rivitalizzazione e di recupero sia funzionale che produttivo di ambienti urbani degradati, usando un me­todo di mediazione tra pragmatismo e materialismo dialetti­co, la nostra ricerca, sia critica che progettuale, estrapola dalle condizioni reali ambienti-campione ove emergono i pro­blemi del settore direttamente correlati alla funzione alloggio.

Tema A - L'ambiente domestico privato o collettivo

Tema B - Servizi per la didattica e sociali con strutture aggre­gative in un insediamento urbano

Tema C - Strutture ambientali per attività collettive urbane

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Tema di progetto

. . Prendendo. spunto da un tema di estrema attualità, lo mlZlO del lavorI per la metropolitana della linea 1 della M.N., Il prog:amma prevede mnanzitutto di analizzare i problemi dI medIaZIOne con l'esterno della stazii'lni; poi l'allestimento e le. attrezza~ure degli spazi destinati al pubblico; gli accessi e glI ~P~ZI cIrcostanti; !'innesto nel tessuto urbano preesisten­te; mfme lo studio del materiale rotabile.

La stazione della Metropolitana di Piazza Dante. Il corridoio mobile tra Piazza Dante e le stazioni di Mon­

tesanto (Cumana, Funicolare, F.S.l. Studio del materiale rotabile: allestimento delle vetture.

Ricerca storica

. In una sincronia con lo svolgimento dei temi esposti si afflda:lO a gruppi di studenti, argomenti di ricerca tesi ~lla storlClzzazIOne della disciplina.

Tale ricerca, intesa come strumento metodologico si arti­cola. programmaticamente tra strutturismo e storicismo e si esplIca con ~perazioni di analisi strutturali mediante la let­tura smcromca .e diacronica di un'opera prescelta _ a volte con la rIcostruzIOne - per un recupero alla storia att l t

.. _ raverso a s onclta del segno. .

Gli obiettivi di questo lavoro possono così sintetizzarsi:

al decifrazione delle regole costitutive dell'opera in esame e rinvenimento della grammatica operativa.

blrisalire all'istanza progettuale di base, dal suo pre­supposto poetico alla sua estrinsecazione tecnico-co­struttiva_

c) analisi dello statuto simbolico - in rapporto sin­cronico e ovviamente dilatabile - degli oggetti in esame.

. Attraverso la verifica sui modelli al vero (oggetti ricostrui­tI) ~ m scala (ambienti), l'analisi assume valore concreto di spenmentazIOne, laddove attraverso la ri-storicizzazione del progetto si intende rinviare ad una ri-progettazione della storia.

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ARREDAMENTO (E)

Prof. Fabrizio Cocchia

Il tema riguarderà l'arredo urbano.

Le lezioni che il corso effettuerà tenderanno ad indivi­duare e connotare culturalmente e tecnicamente gli elementi costituenti l'arredo urbano, nel rapporto funzionale ed am­bientale che questi definiscono, reciprocamente e per il con­fronto dialettIco che si instaura tra tali elementi e il complesso delle preesistenze urbane. Dette comunicazioni di Corso agli studenti prenderanno in esame gli aspetti più vari ed interes­santi di espressioni di arredo urbano, in un escursus che in­teresserà civiltà anche geograficamente e storicamente lon­tane dalla nostra, sempre mettendo in relazione il prodotto analizzato con la matrice culturale che l'ha generato, al fine di meglio comprendere meccanismi e modalità metodologiche di quella dinamica progettuale.

L'esercitazione di progetto si riferirà ad una parte della città di Napoli che dovrà essere investigata ed assunta dagli studenti anche attraverso una accurata indagine sulla cortina degli edifici e delle preesistenze ambientali.

La proposta conclusiva di arredo dovrà tenere nel debito conto connotati, articolazioni, caratteristiche costruttive de­gli elementi che lo costituiscono, tenendo presente i margini di interesse disciplinare del progetto che, se da un lato non dovranno sconfinare nel campo proprio del disegno indu­striale, dall'altro dovranno sempre valutare il rapporto che l'articolazione e la configurazione degli elementi d'arredo contrae con l'ambiente preesistente, e quindi con le regole di vita e le modalità di fruizione degli utenti.

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA I (A)

Prof _ Giovanni De Franciscis

Il programma del corso è a disposizione degli allievi presso l'Istituto di Composizione Architettonica.

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l l

I

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COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA I (E)

Prof. Gaetano Borrelli

Il programma del corso è a disposizione degli allievi presso l'Istituto di Composizione Architettonica.

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA I (C) Prof. Stefano Paciello

1.1. Questo corso biennale si propone d'introdurre lo studio della progettazione architettonica quale disciplina ten­dente ad o,'dinare in forme significative i luoghi in cui viviamo, e di attuarne una prima metodica esperienza.

1.2. Rientra nei nostri specifici interessi e compiti cono­scere lo spazio che abitiamo, tanto ai fini della sua rappresen­tazione che del suo controllo formale. Forma dell'ambiente e organizzazione del progetto per comunicare immagini archi­tettoniche saranno quindi i tempi dello studio teorico e speri­mentale da svolgere nei due anni del nostro corso.

2.1. Quale campo operativo di tali linee di ricerca sarà preso in esame l'ambito di Posillipo, studiandone dapprima il processo formativo, gli aspetti e i significati della sua confi­gurazione. L'indagine consisterà nell'individuare e ordinare le entità rappresentative del contesto, interpretandone sinteti­camente caratteri, relazioni, modi di organizzazione e muta­mento. La selezione critica dei dati acquisiti e la riduzione in immagini delle situazioni esaminate come dello operazioni di analisi misureranno l'efficacia della lettura, finalizzata ad una nuova costruzione dell'immagine ambientale.

2.2. Successivamente gli studenti svilupperanno progetti di massima per la definizione architettonica di specifiche par­ti dell'ambito considerato. Tuttavia, per quanto premesso, in nessun momento di questa esperienza bIennale analisi e pro­getto potranno sépararsi in operazioni autonome, essendo di fatto compresenti in ogni processo conoscitivo. E ciascun momento dello studio potrà ritenersi concluso solo quando un comunicabile grado di conoscenza della situazione consi­derata avrà nel progetto preso forma esauriente.

Le indicazioni bibliografiche saranno fornite durante il corso. La cartografia aggiornata sarà integrata dal rilevamen­to aereo della collina effettuato nell'agosto 1977.

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COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA I (D)

Prof. Alberto Izzo

Premessa teorica e metodo logica

Il Corso si propone come èorso di progettazione le ana­lisi del I anno, svolte nell'ambito di una zona del centro an­tico di Napoli, prendono. le mosse dal rapporto, storicamente stratificato, tra morfologia e tipologia urbana, fornendo le condizioni di contesto che più direttamente influiscono sulla progettazione, come valido presupposto e piattaforma neces­saria ad ogni ipotesi d'intervento.

Il tema di progetto del II anno, come riutilizzazione e ristrutturazione dell'esistente, fa riferimento al lavoro svolto nell'anno precedente sulla problematica dei centri storici.

Come introduzione al tema saranno tenute lezioni sui cri" teri d'intervento nei centri storici in Italia ed all'estero.

Contenuto del corso Il tema è quello di una progettazione e si impernia sul­

l'architettura italiana degli ultimi vent'anni: il rapporto tra nuovi edifici e tessuti edilizi esistenti. Il Corso prevede due ipotesi d'intervento, le cui definizioni e soluzioni, ricoll~gate date la prima, come operazione di recupero e conserva~aon~, ad una nuova struttura capace di realizzare una contmmta alle esperienze acquisite nel primo anno ai Corso, sono affi­di tessuto e di funzioni nell'ambito della zona prescelta e la ~econda ad un'ipotesi di intervento sostitutivo di un parti· colare brano del tessuto urbano.

Articolazione ed organizzazione

Il Corso si articolerà nelle seguenti fasi: l) Ricerche teoriche e sperimentali dei singoli gruppi di stu­

dio sul contributo del Movimento Moderno alla proble-, matica dei centri storici.

2) Individuazione a scelta dell'intervento nell'ambito della zona presa in esame al primo anno.

3) Ipotesi di intervento come recupero di relazioni capaci di realizzare una continuità tra i vari complessi architetto­nici disomogenei o come intervento sostitutivo di un brano del tessuto preso in esame.

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COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA I (E)

Prof. Rolando Scarano

Brevi cenni metodo logici

La linea di pensiero, che più correttamente interpreta la situazione attuale della progettazione, evidenzia una condizio­ne di crisi dell'oggetto dell'architettura. Condizione che, ori­ginatasi in un nuovo e necessario rapporto con il sociale, si esplica come perdita di valore del prodotto e del processo di progettazione rispetto a nuovi parametri. Conseguentemente si assiste alla richiesta di una rifondazione della disciplina ar­chitettonica, non per elaborare una teoria dell'architettura astratta dal suo impegno sociale, ma per la definizione di nuovi strumenti teorici di progettazione.

Si individuano così due momenti di riflessione sull'ogget­to di questa crisi:

A) esigenza di controllo dei singificati dell'azione progettuale per la modificazione dell'ambiente;

B) esigenza di un controllo del processo attraverso un metodo logico, analitico, scientifico, in alternativa a schemi intui­tivi ed incontrollabili.

Tali istanze si riducono in effetti ad una sola: acquisizio­ne e controllo dell'oggetto teorico che definisce il processo di progettazione come entità reale e differenziata rispetto alle altre pratiche umane.

Quindi l'unico modo per recuperare la progettazione nel­la sua unità teorica ed operativa (scientifica) consiste nell'in­dividuare in essa un processo concreto di conoscenza e tra­sformazione del reale.

La progettazione si precisa in tal modo come pratica scientifica all'interno della più vasta pratica sociale. Sono gli obiettivi di questa a definire l'ambito entro cui si sviluppa la pratica scientifica dell'architettura, e le diverse pratiche tec­niche che volta per volta si immettono a definire l'articolazio­ne del processo.

Gli attributi peculiari di questo processo diventano la lo­gica 'e la controllabilità, al fine non solo di avere un quadro di

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riferimento rigoroso, ma soprattutto per poter attuare conti­nuamente sul processo progettuale una verifica da parte della comunità. Si configura così un'organizzazione concettuale lo­gica e controllabile, il metodo, che individua le fasi teoriche ed operative della pratica scientifica di progettazione.

Sinteticamente la metodologia di progettazione si articola in tre fasi operative: 1. analisi dei bisogni umani al fine di precisare un modello

di comportamento spaziale da riferirsi alle particolari atti­vità che debbono esplicarsi in un determinato contesto;

2. definizione teorica e concettuale delle procedure tramite cui manipolare le informazioni per la determinazione di una organizzazione spaziale ottimale che risponda alle ri­chieste della utenza; inoltre precisazione dei processi simu­lativi (modelli e sistemi) per poter, nell'evolversi del pro­cesso progettuale, controllare i prodotti parziali della pro­gettazione per verificarne la congruenza con il sistema de­gli obiettivi sociali e politici;

3. individuazione del sistema tecnologico per trasformare le rappresentazioni organizzative metaprogettuali in rappre­sentazioni tridimensionali che possono determinare la tra­sformazione della realtà fisica.

Contenuto ed organizzazione del corso

L'oggetto specifico di conoscenza e di didattica del corso si articola in due filoni relazionabili fra loro: - il primo si riferisce al riuso di preesistenze urbane, sia

per abitazione sia per strutture di servizio; si cercherà di individuare specifiche tipologie abitative definendo possi­bili organizzazioni ottimali all'interno dei vincoli fisici ed ipotizzando servizi non soltanto direttamente legati alla residenza, ma relazionati all'intera struttura urbana;

- il secondo affronta l'area problematica dell'insediamento universitario a Napoli, come progettazione di nuove strut­

. -ture e come riorganizzazione spaziale e funzionale degli edifici indicati dal Senato Accademico quali sede di facol­tà e di servizi generali. L'articolazione di questi due filoni progettuali si avvarrà

di una base metodologica comune, distribuita negli anni se-

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condo i gradi di complessità delle tecniche e del prodotto pro­gettuale finale.

Si ipotizza una scansione biennale (1"-2"; 3"·4"; 5"-laurea) con approfondimenti successivi.

Eventuali coordinamenti

Per un possibile coordinamento con altri corsi si indivi­duano 4 aree culturali:

- l'ambito sociologico, con particolare riferimento all'anali· si dei comportamenti, alla psicologia sociale ed alle tecni­che statistiche di elaborazione;

l'ambito storico come conoscenza delle trasformazioni spa­ziali operante sul tessuto urbano in diverse sezioni sto­'riche;

- l'ambito matematico per quanto riguarda le teorie di rap­presentazione (grafi, matrici, ecc.), direzionate alla cono­senza successiva del calcolatore elettronico e delle tecni­che di programmazione;

- l'ambito tecnologico come progettazione. dei sistemi di componenti e come individuazione dei processi di assem­

blaggio.

La bibliografia sarà fornita durante lo svolgimento del corso.

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA II (A)

Prof. Marcello Angrisani

Come prosieguo del corso biennale iniziato nell'anno ac­cademico 1979-80 (vedi programma generale) se ne prevede lo svolgimento della sua seconda parte.

Dopo aver accentrato l'attenzione, nel primo anno, su al­cune parti emergenti - dal punto di vista sia architettonico

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che funzionale - in particolare alcune aree conventuali, esami­nate nel loro rapporto di contestualità con il tessuto residen­ziale dell'impianto urbano greco-romano, si tratterà ora di approfondire lo studio dei loro caratteri e le loro consistenze, con !'intento di porre in relazione le ipotesi di intervento pos­sibile su di esse con le attuali carenze di attrezzature sociali collettive allo stato esistenti nelle aree residenziali del centro storico urbano di Napoli.

In altri termini, lo studio del tema del « riuso », in una diversa accezione (rispetto al passato) dei bisogni collettivi nell'ambito dell'esistente.

In tal senso, il lavoro del corso, operando sul repertorio già individuato, verrà orientato su due direttrici: una prima, di carattere più generale di ricerca teorica, sarà rivolta alla individuazione di questi bisogni, alla raccolta dei dati necessa­ri e al loro confronto e riscontro in termini tipologici e morfologici, con una serie di esempi - tra i più quali.ficati - di analoghi progetti e realizzazioni in altre aree urbane, sia italiane che straniere, individuando peraltro le peculia­rità dei relativi diversi contesti culturali, architettonici e so­cio-politici in cui hanno avuto origine.

Una seconda parte, di carattere più direttamente opera­tivo, riguarderà l'elaborazione delle ipotesi d'intervento possi·· bili nelle situazioni napoletane già oggetto di studio.

Si renderà allora necessaria l'individuazione dei vari pre­supposti funzionali e formali su cui si baseranno le elabora­zioni grafiche di progetto.

In tali operazioni verranno immessi i dati derivanti dalle normative tecniche vigenti a dagli strumenti legislativi e nor­mativi nell'ambito dei quali è possibile attualmente operare, individuandone in tal modo sia le relative virtualità positive che le evèntuali possibili carenze.

La bibliografia di base verrà fornita durante lo svolgi­mento del corso, in relazione alle sue successive fasi di svol­gimento.

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COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA II (E)

Prof. Donatella Mazzoleni

Il programma del corso è a disposizione degli allievi presso l'Istituto di Analisi Architettonica.

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA II (C)

Prof. Massimiliano Nunziata

1.1. Questo corso biennale si propone d'introdurre lo stu· dio della progettazione architettonica come disciplina per operare sulla forma del nostro ambiente abitabile, o di at­tuarne una prima esperienza.

1.2. Come ogni aspetto della realtà, anche tutto ciò che per torma possiamo intendere nasce dalla continua interazio­ne tra le cose e noi stessi. Tale rapporto è notevolmente con­dizionato dalla cultura cui apparteniamo, vale a dire dal si­stema sopraindividuale cui si affidano la diffusione e il tra­mandarsi del nostro sapere: per suo effetto talune immagini del mondo si istituiscono come principi intersoggettivi, che possono influenzare giudizi di valore e criteri di scelta in molti dei nostri comportamenti. Ma la validità di tali istituzioni è relativa e interpretabile, poiché esse non sono regole defini­tive; anzi, devono potersi modificare nel tempo adattandosi a nuovi flussi d'informazione, per la sopravvivenza della so­cietà che le ha prodotte. Il procedere dei mutamenti genera quindi inevitabili tensioni tra i modi costituiti del fare e le nostre aspirazioni più o meno consapevoli, tra queste e il nostro intero ambiente di vita. In altre parole, tra la nostra storia 'ed ogni attività progettante si svolge un continuo scam­bio dialettico, al quale jn ogni caso non può sottrarsi l'archi­tettura.

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1.3. Rientra nei nostri specifici interessi e compiti disci­plinari conoscere lo spazio che abitiamo nei modi e significati della sua formazione, allo scopo d'istruire metodi utilizzabili per la rappresentazione di esso e per il suo controllo formale.

Forma dell'ambiente e organizzazione del progetto per comunicare immagini architettoniche saranno i temi generali dello studio teorico e sperimentale da svolgere nei due anni di questo corso.

2.1. Nella sua prima parte ci proponiamo di studiare lo ambiente urbano in cui viviamo, esaminandone il processo formativo gli aspetti e significati dal punto di vista prevalen­te della sua configurazione spaziale. L'indagine consisterà nell'individuare e ordinare le entità rappresentative di un suo contesto ambientale, interpretandone sinteticamente caratteri, relazioni reciproche, modi di organizzazione e mutamento. La selezione critica dei dati acquisiti e la riduzione in immagini delle operazioni di analisi, misureranno l'efficacia della lettu­ra, finalizzata da una nuova costruzione dell'immagine am­bientale.

2.2. Nella seconda parte del corso gli studenti sviluppe­ranno ipotesi per la definizione architettonica di specifiche parti dell'ambito preso in esame, a livello di progetto di mas­sima. Ciò richiede necessariamente una prima conoscenza del linguaggio dell'architettura mOderna e dei suoi principi teorici, e rimanda pertanto ai corsi di questa Facoltà che svol­gono tali insegnamenti; nei limiti delle nostre possibilità tali temi saranno accostati attraverso l'esame di alcune opere rappresentative delle tendenze dell'architettura contempo­ranea.

2.3. Secondo quanto premesso, in nessun momento di questa esperienza biennale e progetto potranno separarsi in operazioni autonome, essendo di fatto continuamente com­presenti come io ogni naturale processo conoscitivo.

Peraltro ciascun momento dello studio potrà considerarsi concluso solo quando un comunicabile grado di conoscenza della situazione considerata avrà preso forma esauriente nel progetto.

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3.1. Campo operativo delle suddette linee di ricerca sarà l'ambito di Posillipo, come area di particolare valore ambien­tale per l'eventuale localizzazione di attrezzature collettive di servizio urbano.

3.2 Le necessarie indicazioni bibliografiche saranno date dopo l'inizio del corso. Ad integrazione della cartografia esi­stente sarà disponibile il rilevamento aereo della zona di stu­dio, effettuato nell'agosto 1977.

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA II (Dj

Prof. Luciana de Rosa

Il programma fa riferimento alla impostazione teorica e metodologica del corso di Composizione Architettonica l tenuto nell'anno accademico 1979-80 e ne propone una verifica operativa attraverso esperienze progettuali di dimensione suf­ficientemente limitata da non indurre in continui ed illimitati ampliamenti di scala e tuttavia sufficientemente ampia da consentire l'introduzione di obiettivi e strumenti progettuali complessi.

I tempi per la sperimentazione progettuale faranno rife­rimento ad ambiti urbani e terranno conto delle esperienze di rilievo ed analisi di opere dell'architettura contemporanea napoletana condotte dagli studenti nel corso del primo anno.

La formulazione degli obiettivi del progetto farà riferi­mento a:

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1.1. il concetto di continuità ed il rapporto con le preesi­stenz~;

1.2. il concetto di spazio (dimensione, struttura, aggrega­zione, identità) come organizzazione per un uso (fun­zioni, attività, partecipazione);

1.3. il ruolo dei percorsi nella organizzazione dello spa­zio: continuità e struttura gerarchica;

1.4. il ruolo della tecnologia nella definizione della « fi­gura» architettonica;

1.5. il ruolo della « informazione energetica)l.

La messa a punto degli strumenti della progettazione farà riferimento a:

2.1. il rapporto fra le diverse fasi progettuali e la rap­presentazione grafica e tridimensionale: il disegno canonico e l'uso degli organigrammi;

2.2. il rapporto fra l'analisi ed il progetto: l'analisi fi­nalizzata e le diverse fasi di approfondimento; il lavoro interdisciplinare;

2.3. il rapporto con la tecnologia: l'introduzione e la definizione degli aspetti tecnologici e strutturali co­me momento inscindibile da quello della definizio­ne degli aspetti architettonici;

2.4. il rapporto con l'impiantistica: !'introduzione e la definizione degli aspetti impiantistici come momen­to inscindibile da quello della definizione degli aspet­ti architettonici.

Il programma dettagliato del corso, con l'indicazione dei tempi specifici, dei tempi e delle modalità di attuazione, con l'indicazione delle lezioni tenute dai docenti, con la bi­bliografia, sarà fornito agli studenti all'inizio dell'armo ac­cademico.

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA III (A)

Prof. Salvatore Bisogni

Il programma del corso è a disposizione degli allievi presso !'Istituto di Metodologia architettonica.

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COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA III (E)

Prof. Riccardo Dalisi

Tema e' premessa teorica

Tema: la « scuola di quartiere» riimpostazione del pro­blema teorico e metodologico sperimentato dal '69 in poi nel corso di Composizione III B, tutto basato sull'architettura di « Partecipazione attiva» di concentrare quest'anno la di­dattica e la ricerca sulla « scuola vista strettamente legata alla residenza (dall'asilo nido all'obbligo), Essa può essere intesa come il principale « modo partecipativo» di un quar­tiere e il primo modulo partecipativo nella città,

Se alcune ipotesi legate alla possibilità di coinvolgere l'utente nel progettare sono cadute, la vitalità teorico e spe­rimentale dell'urgenza partecipativa rimane in piedi, ha dato luogo ad una serie di ipotesi secondarie per « microsperimen­tazioni di settore » di grande attualità: (çreatività personale e di gruppo, dimensione Iudica e terapeutica della progetta­zione, ampliamento della dimensione logica, funzione forma­tiva dell'immaginazione, dinamica formativa dell'immagina­zione, dinamica formativa dei gruppi.

Articolazione e organizzazione

Il corso esclude lezioni e correzioni per studenti del IV e Vanno. Infatti l'offerta didattica si orienta prevalentemente verso i primi 3 anni. Il corso si articola in tre momenti: a carattere seminariale, (prevalentemente per gli studenti dei primi due anni) ma coll'obiettivo di stabilire un contatto partecipativo di tutto il corso; 2) una seconda parte investe direttamente i problemi progettuali tecnico pratici e meto­dologici; 3) una parte sperimentale semiesterna (con incontri di quartiere).

Le attività didattiche comprendono:

a) conduzione di tipo seminariale con uso sia pure par­ziale della dinamica di gruppo (escursione storica ed uso di discipline affini);

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b) compilazione di « schede didattiche» ad uso interno del corso (esercitazioni);

c) compilazione schede per uso interdisciplinare (sto· ria, arte, tecnica, ecc.) eventualmente rivolti anche all'esterno (altre facoltà, comitati di quartiere ecc.).

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA III (C)

Prof. Uberto Siola

Premessa

Il più recente dibattito sull'architettura, sul suo inse­gnamento e quindi sugli obiettivi e sull'articolazione organiz­zativa della facoltà, sembra aver rafforzato la coscienza della necessità di sviluppare !'insegnamento degli aspetti teorici e tecnici della disciplina.

Sembra esserci una domanda sempre più diffusa di ancorare l'insegnamento agli aspetti più concreti e certi del­l'architettura, sviluppando, in termini più complessivi, l'ipo­tesi di un'architettura intesa come una chiave di lettura spe­cifica della realtà urbana e territoriale, nonchè come una vera e propria « tecnica di intervento» su di essa.

Questo significa sotto intendere due considerazioni:

l) Svinc'olare il problema di un insegnamento « tecni­co» dell'architettura da un rapporto univoco di dipendenza della questione drammatica degli sbocchi professionali, per cui la mancanza di sbocchi potrebbe giustificare una vani­ficazione dei contenuti della didattica; sviluppare invece, la ipotesi di un insegnamento non fondato sulla creatività quan­to sull'uso razionale degli elementi della conoscenza (regole, principi, materiali) significa anda.re al di là dell'obiettivo di minima di fornire una professionalità di base allo studente, per investire il campo di una preparazione politica e cuI tu-

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raleche consenta di partecipare attivamente e coscientemen­te ai processi dialettici che investono nella realtà le questio­ni della città e del territorio_

2) Dall'altra, respingere il catastrofismo emergente di chi sostiene l'impossibilità di mantenere in vita l'istituzione universitaria. Pur nei limiti di una stuazone caratterzzata da una grande drammaticità, va riaffermato l'impegno a mantenere al più alto livello possibile l'insegnamento uni­versitario.

Contenuto del corso

Questa breve premessa dovrebbe rendere più chiare le finalità del corso, impostato appunto sull'obiettivo di pro­porre allo studente una esperienza didattica sul tema della residenza a Napoli.

Sembra inutile sottolineare la drammaticità che assu­me oggi il tema della casa, a Napoli in particolare.

Anche partendo da questa realtà, il corso vuole offrire:

- elementi per una conoscenza della produzione di progetti e proposte inerenti il tema dell'alloggio e della residenza in questi ultimi 50 anni: conoscenza condotta sul filo pre­valente dei caratteri tipologici piuttosto che stilistici;

- elementi per una conoscenza del ruolo svolto dai carat­teri tipologici prevalenti della residenza nella storia di Napoli come città sulla definizione dei suoi caratteri mor­fologici;

- elementi per una conoscenza delle principali pOSIzIOni teoriche oggi ricorrenti nella produzione e nella ricerca architettonica, anche per fornire un quadro di riferimen­to teorico alla linea di lavoro teorico che si propone;

- elementi per una specificazione dei principali punti di ri­ferimento dell'indirizzo teorico seguito dal corso, in pri­mo luogo caratterizzato dall'approfondimento dei temi

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del rapporto fra caratteri dell'architettura e struttura morfologica della città;

una esercitazione progettuale sul tema della casa a N a­poli.

Articolazione del corso

Il corso è articolato in:

lezioni teoriche - dibattiti di corso - dibattiti e riunio­ni con contributi esterni - esercitazioni di progetto.

Le lezioni teoriche riguarderanno i seguenti gruppi di argomenti:

1. Le questioni connesse al ruolo ed al lavoro degli architetti 2. I termini del dibattito attuale e la linea di lavoro 3. I caratteri degli edifici per la residenza 4. Napoli come cit­tà: tipologia e caratteri morfologici 5. I punti teorici della nostra linea di lavoro: - L'architettura come tecnico di intervento - Il progetto architettonico come momento di una tecnica. Gli strumenti del progetto: - il rapporto con la storia - l'analisi urbana - la rappresentazione grafica - tecnica e tecnologia.

Ogni lezione sarà seguita da un dibattito. Ciascun grup­po di argomenti vedrà un momento di confronto con docen­ti della facoltà o di altre facoltà.

Per l'esercitazione di progetto gli studenti potranno sce­gliere fra gruppi che faranno capo ciascuno ad uno degli assistenti del corso che presenteranno delle loro autonome proposte di lavoro: tali gruppi di esercitazione si baseranno sulla discussione e sul confronto collegiale, mentre gli elabo­ratori grafici di progetto saranno individuali.

Il corso è aperto a studenti di tutti gli anni. Eventuali coordinamenti, che restano un obiettivo centrale di questa offerta didattica, verranno stabiliti e concordati con altri corsi dopo il dibattito generale sui programmi.

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COMPOSIZIONE ARCHITETTONICI LII (DJ

Prof. Fabrizio Spirito

Il programma è a disposizione degli allievi presso l'Isti. tuto di Metodolog'ia architettonica.

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA IV (Al

Prof. Aldo Loris Rossi

Premessa

L'adozione delle tecniche di industrializzazione nel setto­re edilizio è attualmente fondata, nella generalità dei casi, su alcuni assiomi a catene logiche giudicate incontroverti­bili.

L'obiettivo primario della ;progettazione e produzione seriale, presupponendo un'immagine urbana determinata da un reticolo geometrico cubizzante si precisa in sostanza come individuazione di:

1. moduli geometrici organizzatori dello spazio;

2. elementi strutturali quali unità minime staticamente de­terminate: generalmente di natura lineare o bidimensio­nale come pilastri, travi, lastre-pareti, piastre-solai, ecc.;

3. « componenting » più elaborati: quali infissi, pareti attrez­zate, blocchi impiantistici, ecc. La combinazione tridimensionale di tali elementi dà luogo:

·4. all'insieme scatolare della cellula abitativa intesa quale mi­nimum tipologico-funzionale;

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5. la moltiplicazione e giustapposizione di tali unità scatola· ri genera l'edificio singolo;

6. quest'ultimo connesso a sua volta con altre unità deter­trlina finalmente l'insediamento urbano ipotizzato.

Ogni elemento sottende gli altri e viceversa.

In tale circuito la qualifica funzionale, tecnologica e for­male del prodotto « città è iperdeterminata sia negli aspetti positivi che negativi del metodo e dal processo adottati. Se da un lato vengono abbassati i costi di produzione, dall'altro il prodotto non sfugge alle aCCuse, generalment~ :-ivolto. ad esso, di uniformità, monotonia, assenza di quahta spazmh, alienazione meccanicistica.

In realtà lo standard non è in grado di tradursi in poli­valenza formale, pluralismo linguistico. « varietas» spaziale, e anche se imposte da ragioni strettamente economiche, sa­rà sempre scarsamente accettato nel settore edilizio. Eviden­temente è da rivedere criticamente l'intero meccanismo con­seguenziale che lega 1) la ricerca dei moduli geometrici alla individuazione degli elementi strutturali, 2) lo studio dei « componentings» alle cellule abitative, 31 i metodi di ag­gregazione seriale di queste in un singolo edificio all'artico­lazione di edifici in un insieme quale frammento di città.

Il quesito al quale bisogna trovare una urgente risposta è il seguente; è possibile, utilizzando le tecnologie dello stan­dard rispettare determinate qualità architettoniche con una ridu;ione dei costi, ovvero, incrementare la qualità a parità

di costo?

Contenuto del corso

L'obiettivo che si propone il corso è lo studio di « Pro­totipi di unità urbana a sviluppo verticale autosufficienti dal punto di vista dei servizi e dell'energia»,

Tali unità urbane possono essere fondate su alcuni prin­cipi quali:

1. l'integrazione delle funizoni nel piano verticale;

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2. la ~ossibilità di una crescita controllata cItta per segmenti verticali. dell'organismo_

In altri termini invece d' d . t pro urre cellule t d d gzustapporre per formare l'edificio'l . s an ar da orizzontale, si progettano edi ici citt. e t quartzere nel piano dezza conforme)) alle . ! - a quah znstemi di « gran­tempo. estgenze, ma flessibili ed ampliabili nel

Lo studio è incentrato d griglie strutturali in cement unque ~ulla progettazione di stici. . o e zn accww o in materiali pia-

Le caratteristiche spazio-strutt· . sono essere definite mediant ' urall del ?ontmuum pos­lografico )} in cui dal punt de. l uso dI un retIColato « cristal-

, o l vIsta geom t . . riconoscere l'interferenza d' f' .e. nco SIa possibile tetraedro, l'ottaedro. l Igure semplICI come il cubo, il

. Dal punto di vista tecnologico è lecit . tmuum)} pur adattand . o parlare dI « con-si introduce nel calcoln

o 'lm realtà u~a struttura discreta se

condo l'ipotesi di Le ~i~O~~~.cetto dI « materiale ideale)) se-

Dal punt d' . studiato sarà o dU~qv~!a urbanistico il reticolo tridimensionale

. . una vera e propria materia . le funzlOm ,del vivere e dell'abitare. pnma per

Esso' f . sate per~~t:nzlOne delle caratteristiche tecnologiche preci-

" una grande flessibilit· d' tT razioni Poich' d' a l u l Izzazioni-configu-taggio 'e smo~tamei;ante operazi~ni semplicissime di mon-gliersi gli eleme;t~ m~~s~o~o tfaCIlmente aggiungersi o to-

u an, aIe retIcolo spaziale ' ~~~el~( ~~avato )}. (basta ripristinare le condizioni al ~~~t~::

ve VI SIano nuove necessit' f l' pat'bT . a orma l-funzionali com l l l OVVIamente con le sue leggi strutturali. ' -

Possono individuarsi inoltre almeno d . . strutturali che interferiscono organiCament~e SIstemI infra-ta struttura portante. con la suddet-

L'insieme della struttu . . secondarie determina d . ra ~nmana e delle infrastrutture

el ven e propri spa' tt . sponibili per . d' . .. ZI a rezzatI, di-I IversI USI tlpologici e funzionali.

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Particolare importanza assumerà lo studio del sistema di automontaggio. Se si tiene conto che oggi una portaerei è in grado di alloggiare anche 5.000 abitanti, una vera e propria città galleggiante prodotta in serie, i prototipi di unità urba­na che si intende studiare, in quanto organiche città-strut­ture, possono essere dimensionati per 1.000, 2.000, 3.000, 5.000 10.000 ... abitanti; ed insieme contenere delle potenzialità di sviluppo controllato, nella misura in cui tale crescita avvie­ne per sezioni verticali integrate,

In conclusione, dal punto di vista teorico, si tratta di superare limiti tradizionali del taylorismo applicato all'ur­banistica.

Significa cioè conciliare l'uniformità isostorica del cam­po con la variabilità delle immagini spaziali, il rigore della maglia ordinatrice ed il pluralismo linguistico, la certezza della regOla (standard) e la imprevedibilità individuale del

caso (unicum).

Spezzando in tal modo il « continuum)} di funzione-for­ma-struttura, considerato da sempre uno dei tabù dell'orto­dossia del M.M, e postulando lo scheletro strutturale come « campo)), aperto ad uso .pluralistico, sia sintattico che fun­zionale si apre una prospettiva di ricerca sicuramente sti­molante.

Solo se articolate all'interno di tale quadro teorico, anti­cipato esplicitamente da quelle ricerche di Le Corbusier che vanno dal progetto dello « chassis Domino)) (1914) al Piano « Obus)) per Algeri (1931), si può dare un senso pregnante, legittimo, alle istanze avanzate dalle correnti « Post-Moder-

niste "~.

Articolazione e organizzazione

Il corso si articola in lezioni teoriche, seminari, esercita­zioni progettuali, visite ai cantieri e ad impianti speciali.

Ciascun gruppo di studenti svolge una ricerca di carat­tere teorico ed un progetto che tende a precisarsi come ese­

cutivo.

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Alla fine di ogni anno accademico tutti i risultati relativi alle ricerche ed ai progetti vengono raccolti in volumi, unita­mente ai testi teorici ed alle comunicazioni ciclostilate elabo­rate durante il corso e distribuite agli stessi studenti.

Il corso è aperto all'iscrizione degli studenti del III, IV e Vanno.

Eventuali raccordi con altri corsi

Si ritengono di più stretta pertinenza al corso le seguen­ti discipline:

a) Settore storico critico 1. Storia dell'architettura 2. Storia dell'urbanistica 3. Indirizzo dell'architettura moderna

b) Settore strutturale-costruttivo: 4. Scienza delle costru­zioni 5. Tecnica delle costruzioni 6. Materiali da costru­zioni speciali 7. Tipologia strutturale

c) Settore scienze ambientali e normativo-gestionale: 8. Ana­lisi dei sistemi urbani 9. Pianificazione territoriale urba­nistica lO. Materie giuridiche.

Il corso poliennale è coordinato verticalmente con Com­posizione Architettonica I e IIb.

Bibliografie ragionate sono distribuite durante il corso.

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA IV (E)

Prof. Alberto Samonà

Premessa

II corso, è un corso di « progettazione architettonica li; si basa, cioè, sullo svolgimento di temi progettuali che co­stituiscono il corpo, in certo senso, principale del lavoro dei docenti e degli studenti.

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È convinzIone del docente che la progettazione architet­tonica debba essere, nella scuola, accompagnata da una se­rie di approfondimenti di studio essenziali ad assicurare la trasmissibilità di una attività pratica - come, appunto, la progettazione architettonica - e l'apprendimento delle tec­niche e dell'uso degli strumenti necessari o esprimere in di­segno le proposte (architettoniche).

Questi due aspetti - quello del disegno di progetti e quello dello studio di fondamenti, idee, teorie sull'architet­tura, sono pertanto compresenti all'interno del Corso, for­mano materia d'esame; l'uno integrandosi nell'altro, come parti di uno stesso insieme disciplinare.

Organizzato a partire da questa impostazione il corso si basa su una serie di lezioni e comunicazioni elaborate a cura del docente che documentano criticamente il,modo della progettazione, oggi, nei suoi rapporti con i contesti en­tro cui è chiamata ad operare.

Contenuto del corso

Il tema generale del corso riguarda: « La residenza, ov­vero: il rapporto tra la casa e i servizi nella città e nel terri­torio))· esso è svolto secondo i seguenti argomenti: ,

a) la questione del rapporto tra casa e servizi in rela­zione alla progettazione architettonica;

b) il ruolo della progettazione architettonica rispetto alla società in cui opera; sue tecniche e suoi strumenti;

c) la « composizione architettonica)) come strumento di progettazione;

d) la funzione della progettazione architettonica, in un quadro professionale rinnovato, rispetto agli interventi sulla città esistente e alla progettazione del nuovo.

Questi argomenti si sviluppano secondo l'atteggiamento del docente che origina dalla convinzione che l'attuale carat­tere deduttivo della disciplina architetonica, basato sulla classificazione aprioristica di dati ricavati da medie dei bi·

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sogni di vita, non risponda più sufficientemente alle esigenze di rinnovamento largamente presenti nella attuale società, le quali richiedono una professionalità specifica in grado di intervenire per ({ differenze» indotte dalle diverse realtà lo­calizzate dalla stanzialità, sulla cui base impostare l'acquisi­zione di dati necessari alla elaborazione progettuale. Gli ar­gomenti sono trattati nelle lezioni del docente, nelle comuni­cazioni di giovani architetti, con le documentazioni di espe­rienze progettuali diverse.

Per quanto riguarda le esercitazioni progettuali, esse riguardano la progettazione di un insieme di case e relativi servizi (anche a scala più estesa), con riferimento particola­re alla composizione degli spazi di vita collettivi e comuni; gli esercizi progettuali sono localizzati secondo le condizio­ni più adatte al loro svolgimento, nel senso che non è forni­ta un'area determinata, in un luogo esistente, ma sono indi­cate una serie di vincoli e di condizioni ({ tipo ».

Articolazione del corso

Il corso si articola con gruppi di studenti (possibilmen­te 2 o 3 elementi al massimo), per quanto concerne le eserci­tazioni progettuali. la cui resa finale è organizzata su tavole standardizzate (mt. 1,00 l' mt. 0.70 o multipli relativi) in nu­mero di cinque per ogni gruppo.

Le revisioni durante l'anno sono affidate al docente re­sponsabile del corso e i gruppi non sono suddivisi tra gli assistenti ma, al contrario, ogni assistente è responsabile di. un determinato argomento relativo alla progettazione e col­labora, pertanto, con tutti i gruppi per quanto gli concerne. Sono organizzate tre revisioni collettive durante l'anno.

L'esame si svolge come confronto tra i diversi risultati progettuali e come approfondimento degli argomenti trat­tati durante l'anno, ciò anche a verifica del livello di prepa­razione culturale specifica di ogni studente.

Il corso si rivolge agli studenti della Facoltà senza diffe­renza di anno di iscrizione, dal I al V.

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COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA IV (C)

Prof. Alfredo Sbriziolo

Oggetto del corso è la progettazione dello spazio abita­bile. Il tema specifico è la ({ residenza », nella dimensione del

J( quartiere» come unità insediativa primaria, comprendente alloggi ed attrezzature collettive complementari, determinan­te un ambito urbano omogeneo di strutture e spazi integrati.

L'ottica nella quale si intende svolgere la ricerca pro­gettuale muove dal presupposto che essa'

- debba svilupparsi in posizione analitica nei confronti dei caratteri specifici dell'area cui si riferisce, e cioè con un aggancio esplicito alla realtà e alle preesisten­ze di un dato ftmbiente.

debba porsi criticamente nei confronti di schematiz­zazioni tipologiche convenzionali e ripetitive, ed orientarsi verso ({ sistemi» abitativi fondati su pro­grammi di relazione e reciproca dipendenza di ele­menti strutturali e di spazi componibili, determinati analiticamente, moltiplicabili in tessuti aggregativi articolati e varianti.

- debba proporsi di introdurre, nella tematica della progettazione dell'alloggio, lo studio dei modi abita­tivi come situazione dinamica, ed il problema del ruolo e del coinvolgimento dell'utente nella configu­razione del proprio spazio abitabile, in funzione di va­lori dipendenti dall'individualità dell'uomo.

L'elaborazione, guidata dai docenti e condotta per pic­coli gruppi, partirà da sintetici elementi di approccio e si svi­lupperà progressivamente attraverso l'analisi sistematica dei problemi posti dal tema, e la precisazione delle tecniche pro· gettllali congruenti con le soluzioni specifiche.

La documentazione conclusiva sarà costituita da:

Planimetrie dei luoghi e di progetto 0/500)

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1

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Profili di insieme 0/500)

modello volumetrico (1/500)

schedature di studio, riferimenti bibliografici, note espli­cative

schemi planimetrici delle infrastrutture (1/500 -1/200)

schemi edilizi della residenza (1/200)

progetto dell'alloggio: piante, prospetti, sezioni O/50)

schemi tecnici (impianti-strutture)

particolari, vedute prospettiche.

Bibliografia di base

A. Aalto, Opera completa.

Le Corbusier, Opera completa.

Diotallevi e Marescotti, Ordine e destino della casa popolare.

Griffi~i, Costruzione razionale della casa, VoI. I, II.

Chenut, Ipotesi per un habitat contemporaneo.

L. Benevolo e altri, I modelli di programmazione della città moderna.

INA-CASA, I quattordici anni del piano INA·CASA.

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA IV (O)

Prof. Alberto Cuomo

Sfuggendo l'ipotesi, falsamente scientifica di una cate­gorizzazione logica dell'architettura, in cui rit~ovare un im­probabile-ideologica- tramite fra definizioni costruttive e « reale », e rifiutando altresì le aspirazioni ad una « fine» de­finitiva dell'architettura che tenti una altrettanto improba-

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bile « partecipazione» all'edificare, il corso attraverserà, me­diante lezioni teoriche ed esercitazioni, le diverse visioni dell'architettura moderna così come si sono manifestate nel­la concretezza della pietra e del progetto, per riscoprire nello studio e nell'esercizio del progettare e del costruire, mate­riali, i luoghi in cui essere ancora architetti.

Probabilmente è proprio nel ripercorrere la distanza rin­venibile, nel corso della storia contemporanea, tra le diverse identità offerte all'architettura ed il « reale», che è possibile offrire un senso alla nuova distanza - se si preferisce la dif­ferenza - che separa il nostro agire attuale, la stessa ricerca di una identità dell'architettura attraverso il suo riesame analitico, dalle cose. È evidente che tale « ritorno» non va inteso né nei termini di uno storicismo - v. le ambiguità di C. Jencks e P. Portoghesi circa il concetto di Post-modern -che auspichi, a partire dallo studio del passato, nuovi « fini », nè in quelli di uno scienticismo che ritrovi tra le diverse esperienze una Legge, così come esso non tenterà di abbre­viare la distanza tra il nostro essere necessariamente - per storica coazione - nell'architettura e ciò che le è fuori, con lo sterile gesto dei cosiddetti « radicals l), che si illude di an­nullare la « differenza» del costruire con l'esorcismo della negazione di ogni definizione dell'architettura.

Sarà invece proprio nel ripercorrere (non nel ricorda­re) con parole « differenti» i modi del costruire e dell'abi­tare trascorsi che sarà resa la nostra attuale « differenza », il nostro essere, (voler essere) come docenti o discenti, co­struttori, architetti.

Testi consigliati

M. Cacciari, Oikos, da Loos a Wittgenstein, Roma, 1978;

M. Heidegger, Essere a tempo, Torino, 1976;

M. Tafuri, La sfera e il labirinto, Torino, 1980;

M. Capobianco, Il metodo del disegno urbano, Padova, 1970;

A. Rossi, L'Architettura della città, Padova, 1969.

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COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA V (A)

Prof. Michele Capobianco

Premessa di metodo

Finalità del corso è quella di definire le condizioni strut­turali ed organizzative di un sistema di habitat, specifican­done le qualità urbane attraverso le soluzioni architettoni­che, spaziali, formali e tecnologiche.

Il corso tende a svolgersi secondo termini di scientifi­cità che, in un processo di metodo progettuale, operanti at­traverso le scelte dj parametri e categorie proprie dello spe­cifico disciplinare, così come si è evoluto storicamente (tipi, forme, strutture, ecc.), pongono l'ipotesi di intervento archi­tettonico. Tali ipotesi, assumendo valori di mediazione e/o alternativi, nella non realtà del territorio, risultano idonee a verificare il ruolo degli organismi progettati in un possibile disegno di città, accertando la funzionalità del metodo stesso.

Si tratta quindi di intervenire attrave,'so ipotesi di si­stemi che ponendosi criticamente nei confronti della fram­mentarietà e della indifferenziazione della città, pervengano alla definizione di spazi urbani, tali da rE)gistrare con mag­giore pienezza la dialettica di sociale e collettivo propria delle aree metropolitane.

Il corso intende, pertanto, recuperare la natura critica dei processi di progettazione, dove l'operazione critica è con­dotta attraverso gli strumenti dello specifico architettonico, nella individuazione del nucleo critico proprio dell'architet­tura relativo alle relazioni che istituisce con le dimensioni della realtà da cui parte ed in cui può indurre modificazioni.

Contenuti del corso

La ricerca è orientata alla organizzazione dei sistemi di habitat:

l. nelle zone all'interno della città;

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2. nelle zone di interdipendenza e che appartengono al continuum urbanizzato;

3. nelle zone marginali o del territorio.

La ricerca progettuale si propone lo studio di quelle forme di intervento che, inerendo ai più generali problemi del « rinnovo urbano ", ne rilevano la capacità di recuperare l'originario significato di appropriazione della città: in que­sto senso l'esigenza di porre una tematica innovatrice (con­seguenza della risposta architettonica alla domanda sociale) trova il suo spazio di verifica all'interno di un terreno stOrI­camente dato, dove l'assunzione di partenza è che l'archItet­tura sia una disciplina storicamente determinata attraverso la evoluzione del proprio corpus storico.

Per gli interventi legati al 3" punto le ipotesi di si~temi di nuovi habitat sono formulati in rapporto con la realta del territorio, valutando anche le idicazioni programmatiche espresse ai vari livelli della pianificazione.

Nei differenti casi il tema operativo si pone come scelta possibile 'di fronte ad una realtà di segno negati~o: la condi­zione di degrado urbano che investe, sia pure ricondUCIbIle a ragioni ed a connotazioni diverse, tanto la banlieu quanto le aree interne, dove l'obsolescenza delle strutture fa nemer­gere il volto della non città in immediata prossimità o allo interno della stessa città.

Articolazione dell'attività didattica

Il corso si articola in tre livelli di generalizzazione:

a) Metodologia: attraverso trattazioni teoriche si defi­nisce una linea di metodo operativo circa i problemi relativi alla progettazione di un sistema globale di spazi, fondato sul principio della integrazione funzionale sulla' scorta dI esempI di interventi sul corpo della città, in cui sia individuabile una tale problematica.

b) Informazioni: il discorso è volto a tracciare un quadro di posizioni relative ai problemi dell'architettura così

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come sono emersi nella storia più recente, attraverso la trat­tazione di argomenti monografici sui momenti e sulle perso­nalità del dibattito architettonico di questi ultimi anni. Que­sto tipo di lettura è orientato a collegare il discorso sulla specificità della disciplina con quello sull'individuazione dei referenti sociali, che si manifestano nella pratica proget­tuale.

c) Sperimentazione: le esercitazioni attraverso lavori di gruppo ed elaborazioni individuali, verificano progressi­vamente gli assunti teorici attraverso la definizione di ipote­si spaziali nelle varie definizioni funzionali, formali, tecnolo­giche, ecc.

L'elaborazione progettuale delle ipotesi fa riferimento a:

a) significati e obiettivi:

- esposti in relazioni scritte ed in elaborati grafici;

b) organizzazione generale:

- che illustri le diverse componenti emergenti nella struttura dell'intervento, e cioè: . percorsi

localizzazione di attività specifiche e definizione ti­pologica delle aree che le accolgono campi funzionali;

c) elementi che compongono il modello di habitat: - definizione delle modalità di associazione di tali ele­

menti in una formalizzazione architettonica.

Le ipotesi progettuali possono essere dirette sia allo studio di un sistema complessivo che a quello di uno o più elementi particolari del sistema complessivo che a quello di uno o più elementi particolari del sistema stesso (unità resi­denziale e/o attrezzature, ecc.) e alla valutazione del loro ruolo nel sistema complessivo cui appartengono.

Raccordi e coordinamento con altri corsi

L'elaborazione dei progetti, sia di quelli svolti durante il corso sia di quelli oggetto di tesi di laurea, dovendo rappre-

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sentare la sintesi degli studi degli allievi, nell'arco dei cinque . anni previsti dalla Facoltà, non può non tener conto delle esperienze svolte negli anni precedenti o in altri Istituti. In particolare il progetto· può anche costituire elemento di ~eri­fica spaziale per eventuali altre ipotesi e ricerche (urbamstl­che, storiche, strumentali, tecnologiche) sulle quali l'allievo più specificamente intende applicarsi.

In altri termini le opportune forme di coordinamento con le altre discipline risultano strettamente legate al tema di studio prescelto: i tempi e i modi di tale coordinamento verranno perciò valutati insieme con gli studenti in fase di· programmazione della ricerca progettuale.

Risultano nella impostazione generale del corso privi­legiati i coodinamenti con le discipline:

- Urbanistica e pianificazioe territoriale

- Storia e Indirizzi dell'architettura e Storia dell'urba-nistica

- Tecnica delle costruzioni e Materiali speciali.

- Tecnologia dell'architettura.

La bibliografia essenziale è a disposizione degli studenti presso l'Istituto di Progettazione.

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA V (B)

Prof. Nicola Pagliara

Le ragioni

I frammenti della scienza della progettazione, cocci mul­ticolori sparsi fra le teorie più apprezzate dell'attuale firma­mento culturale, tendono per loro natura, come un'implosio­ne cosmica, a riconnettere le parti di un sistema un tempo unito e regolato da leggi ferree. Il « big-bang» di intuizione einsteiniana si è prodotto per la nostra scienza in tempi re­centi dando luogo ad un'autentica galassia di « qualità» nella

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quale ogni intuizione personale sembra avere risvolti proba­bili e segni esclusivi. Da qui al vuoto cosmico dei contenuti, il passo è breve: l'interazione svuota, si sa, le parti dei loro significati, ne elabora una rappresentazione asettica, la giu­stfica sul piano socio-economico, insomma svincola e ridu­ce se stessa dalle regole della disciplina. Il risultato è che non un eccletismo, ma più teorie giustificano la libertà di interpretazione dell'attuale briccolage progettuale. Il « non sense» che ne deriva è il nostro panorama urbano, pattu­miera improbabile delle più acute sperimentazioni.

Le ragioni di questa condizione sarà più facile analiz­zarle alla distanza, quando il tempo trascorso consentirà di leggere divise le parti componenti del gioco delle parti, e forse solo allora troveranno giustificazione le tendenze col· lettive al massacro della disciplina. Noi per ora siamo qui solo a considerare, e tenteremo una rapida conversione (con i suoi rischi), per riprendere non « la direzione», ma per raccattare i cocci dispersi. Già molti ricercatori sono al la­voro, anche in territori del sapere lontani dai nostri, ma tutto ciò ci indica un metodo a noi quasi sconosciuto. I rac­conti dei modi di pensare fino ai Maestri sono come fasci· nose storie di alambicchi, simili alle magie di Nostradamus, lontane dalla lucida scienza di Newton. Tuttavia è sempre a quel modo che torna la nostra speranza di conoscere i più intimi segreti del progettare, dissolti intorno agli anni '20, quasi che le esplosioni della grande Berta si fossero portati via, con le farfalle del fronte occidentale anche i draghi del misterioso bosco della Maginot.

Che sia solo questo il compito della nostra generazione, mi pare ben pagato alla via concessa, solo che il tempo strin­ge, e già nuovi slogan appaiono nel firmamento della post­cultura: non si fa in tempo a riflettere, che il secondo canale TV, istituzionalizza con un flash d'agenzia la crisalide tenera della riostra mutazione. E allora, Per restare nel vago, diremo soltanto che cerchiamo il « mistero», come ci insegna Ein· stein, cioè il sentimento fondamentale che ci consenti di porci domande, di vivere accanto alla scienza e soprattutto di sentire in ogni scoperta dell'armonia universale, un riflesso della nostra sorda, infinita meraviglia.

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I mezzi

In questi anni ho cercato di mettere a punto uno sche­ma dei pochi elementi fissi dell'architettura, e negli studi che ho sviluppato mi sembra si possano estrapolare tre pun­ti indispensabili e ricorrenti, le cui caratteristiche se pure ancora poco controllabili, sono però certamente presenti in tutti ·i fenomeni arcbitettonici. Questi elementi sono nell'or­dine: la tettonica, l'inconologia, la simmetria. Di questi tre elementi il secondo ed il terzo sono quasi completamente scomparsi subito dopo le analisi sulle simmetrie neoplasti­cM di Mondrian e le iconologie metafisiche di Magritte.

Si sono ancora inviduati due parametri variabili: la fun­zione e la tecnologia. La prima esaltata dagli anni '20 in poi, ha raggiunto ogni carattere di esclusiva speculazione econo­mica, moneta di scambio o di ricatto per la fattibilità di un progetto, perdendo la sua caratterista storica di ragione es­senziale del p!uriuso dello spazio; la seconda, finita nei la­boratori Montedison o nelle rapide soluzioni di montaggio, associa industria e patronato sperando che con l'ausilio del designer possa divenire appetibile ed essenzi81e, una scatola di montaggio: troppi passaggi a nostro avviso per costruire il mini-cottage, pluriuso, accessoriato, con caratteristiche da ferrodastiro, da potersi adagiare indifferentemente (o da gonfiarsi) su spiagge a piacere o boschi o laghi o città ...

Questi cinque punti saranno gli argomenti delle nostre lezioni, cercando di analizzare quali furono nel tempo le loro caratteristiche, i significati e soprattutto quale fu la loro quantità d'uso all'interno dei diversi tipi di progetto. Anco­ra sarà sviluppato un piccolo tema durante l'intero corso, verificato sistematicamente attraverso cinque punti: prima in modo parziale (funzione, tecnologia), poi con un'ottica più ampia (tettonica; simmetria), ed infine il progetto darà spiegazioni attraverso l'espressione dei suoi significati (ico­nologia). L'elaborato al termine dovrà comprendere i cinque elementi in una assoluta contemporaneità di lettura, avendo sfiorato così il complesso meccanismo della sintesi dei mo­menti formativi l'immagine. L'esercitazione sarà singola e si svolgerà in classe- attraverso correzioni e pubbliche discus-

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sioni; 'l'elaborazione potrà essere sviluppata all'esterno (la mancanza di spazi privati lo impone) ma le verifiche saranno sistematiche e settimanali, un giorno in più rispetto all'ora­rio ufficiale e prodotte dai contrattisti con l'ausilio della pre­senza del docente.

Le considerazioni

Brevi possono essere le considerazioni, se così sperimen­tale si presenta il quadro della ricerva del corso, ed il rischio (controllato) in cui si spinge. É un nostro dovere crediamo ridare scientificità ad una malintesa interpretazione della « Composizione ,), Proprio oggi in cui per tutti tutto è com­posizione sentiamo con urgenza la necessità di restituire i ruoli. Accadde anche tanto tempo fa e si fu alla soglia di un lungo ,-in2scimento, quando fu chiaro che fra i mastri mu­ratori e gli scienziati dell'architettura il passo del piede fio­rentino si era smisuratamente allungato. Non è un male tutto ciò se isolando la competenza tecnica, gli architetti ricercano un nuovo modo umanistico, diventando a mio avviso allora sì indispensabili nello sviluppo del sociale non come mezzo, ma come motore e produttore delle immagini del proprio tempo. Noi vagliamo da auni un ruolo, fin qui resi quasi inutili ed affiancati al divertito e compiacente modo degli ingegneri. Perso il bandolo, si sa, anche Teseo avrebbe avuto grosse difficoltà nella scoperta di se stesso e noi tentiamo di riammagliare la grande tela della meraviglia.

Arida ci sembra fin qui l'immagine di quanto ci circon­da, e se pure logici marxisti ci consigliano di stemperare le nostre fantasie nel mare profondo della socialità, noi chie­diamo un ruolo di produttori, come il teatro e la TV, di tutto quell'indispensabile inutile che forma, rallegra, arricchisce ma soprattutto tiene sveglie le buone come le cattive co­scienze.

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COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA V (C)

Prof. Massimo Pica Ciamarra

Il corso si articola su tre livelli che riguardano gli obiet­tivi, il metodo e gli strumenti della progettazione architetto­nica; e ne riscopre le relazioni all'interno di esercitazioni progettuali: la ricerca si incentra sul rapporto fra « architet­tura e dimensione urbana », ed esamina il problema della riorganizzazione dello spazio urbano e della sua riconquista ai fini collettivi.

I principali argomenti sono: - progettazione architettonica e progettazione integrale;

intersezioni e contrapposizioni nella realtà dei pro­cessi progettuali;

- l'organizzazione funzionale: dall'idea di funzione a quella di attività; lo spazio come sistema di luoghi; criteri tipologici e caratteri topologici; le barriere architettoniche;

- architettura e logica delle tecnologie: la riunificazio­ne della ingengeria strutturale con l'architettura; evo­luzione dell'idea di progetto nell'edilizia industrializ­zata per componenti; il controllo del microclima nei sistemi edilizi; l'informazione energetica; gli impian­ti tecnologici nell'architettura;

- l'uso delle geometrie nella definizione dello spazio: reticoli ordinatori e struttura organizzativa e forma­le; la progettazione architettonica fra topologia e geometria;

- il « principio insediativo », ovvero l'armatura della forma ,>: la storia come metodologia del fare archi­tettonico; ruolo degli utenti nel processo progettuale; il rapporto con le preesistenze: l'intervento architet­tonico come frammento e come elemento di legame.

Gli argomenti trattati hanno come riferimento le eser­citazioni d'anno, a carattere monografico.

La bibliografia di base è disponibile presso !'Istituto di Progettazione Architettonica.

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COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA V (D)

Prof. Francesco Della Sala

Tema: "Progettto di residenza integrata da servizi com­plementari e sociali, potenziato da tecniche informatiche alla luce dei problemi energetici e nella prospettiva dell~ industrializzazione» .

Il corso intende orientarsi al nuovo, come richiedono la crisi energetica, la trasformazione della società l'indu-strializzazione, ecc. "

A partire da una precedente esperienza ancora in corso ci si propone di sperimentare nell'iter progettuale logiCh~ dIVerse, capaci di tenere conto delle complessità del proces­so e di evidenziarle.

Durante l'anno si terranno comunicazioni sull'influsso dell'industrializzazione edilizia e dell'informatica sul pro­getto.

Tali comunicazioni, ciclostilate e distribuite costituire materiale di rifless.ione nelle varie fasi po del lavoro.

potranno di svilup·

I! corso, aperto anche a studenti del 4" n . l a no, SI cone u· derà con un Seminario e Mostra dei lavori.

DISEGNO E RILIEVO (A)

Prof. Anna Francese Sgrosso

Premesse metodo logiche

I! corso A di Disegno e rilievo si propone, mediante un consapevole uso del mezzo grafico-espressivo, il consegui­mento della conoscenza fenomenologica dell'architettura.

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Il disegno inteso come mezzo espressivo, o pm propria­mente secondo una terminologia tratta dalla li(lguistica, co­me "veicolo segnico », è un linguaggio visivo, e dunque come tutti i linguaggi deve esprimere dei contenuti, stabilen­do con essi un rapporto reciproco di " significante» e " signi· ficato ». Se tuttavia attribuiamo un ruolo preminente al di­venire del progetto piuttosto che alla forma conclusa, il mezzo grafico assume un preciso significato di ordine non formale ma ideologico. Al disegno allora viene attribuito un ruolo altretanto complesso ma assai più pregnante, precisa­mente quello di "pianificare il procedere », stabilire o pro­porre in anticipo regole e comportamenti futuri, in una pa· rola "progettare)l.

Noi assumiamo il termine in entrambe le accezioni, essendo evidente come il disegno architettonico rivesta la duplice funzione di strumento per la ricerca espressiva e di mezzo tecnico per la realizzazione dell'opera, stabilendosi inoltre un legame concettuale tra il segno-architettura e il segno-immagine in quanto ad en­trambi spetta il ruolo di esprimere simbolicamente la funzione e di suggerire de­terminate ipotesi interpretative.

Il soddisfacimento di tali esigenze richiede la conoscenza 'della problematica relativa alla percezione e alla comunicazione visiva: poichè infatti l'ambito opera­tivo è lo spazio fisico tridimensionale, all'interno del quale si instanra un rapporto di fruizione tra lo spazio costruito e l'elemento umano, ne consegue !'intimo legame di natura geometrica e di natura psicologica tra la struttura oggettiva e l'immagine percepita, vale a dire tra spazio fisico e spazio percettivo.

La costruzione dell'immagine rappresentativa, come la formazione sulla retina dell'immagine visiva viene mediata da procedimenti geometrico-proiettivi atti a tra­durre su una superficie bidimensionale la realtà oggettiva tridimensionale. Ma il processo percettivo-visivo non si limita alla pura registrazione dell'immagine redni­ca, così l'operazione grafica non può ridnrsi alla fredda e neutrale riproduzione della realtà: al segno-immagine compete infatti il ruolo di esprimere con immedia­tezza e preenanza j contenuti e i significati dell'apeta.

Ancora una funzione del disegno, che potremmo definire autonoma rispetto al progetto ma non estranea, precisamente la funzione di documento dell'esistente, è quella che spetta al disegno di rilievo. Ma anche il termine «rilievo)) ha un si­gnificato polivalente, quello di ossel'vazione, risalto, tipo di cultura, in architettura, « ... determinazione degli elementi necessari a tapptesentate graficamente un'opera gia costruita)} (Devoto-Oli, Dizionario della lingua italiana, voce Rilievo). Assu­mendo dunque il termine in un'accezione globale- è necessario cogliere per uso tra­mite tutte le componenti dell'architettura: da quelle metriche e dimensionali a· quelle relazionali, da quelle figurative a quelle geometrico-strutturali, per finire con le proprietà topologiche dello spazio vissuto.

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Programma operativo

Sulla base di una sperimentazione didattica coordinata con il corso D di Composizione I e II e parzialmente con­clusa, proponiamo ancora il frazionamento del corso di Di­segno e rilievo in due semestri: rispetto agli impegni pro­grammati risulta infatti inadeguata l'attuale concentrazione del corso in un solo anno accademico, richiedendosi un più graduale approccio e tempi più lunghi di acquisizione; in tal modo risulta inoltre possibile soddisfare l'esigenza di un co­stante scambio interdisciplinare, che dovrà coagularsi nel momento conclusivo della sintesi progettuale.

Ritenendo fondamentale un reciproco scambio anche con altre discipline proponiamo un coordinamento verticale con il corso B di Tecnologia dell'architettura I sul tema (( Gli insediamenti civili e rurali della Penisola Sorrentina», per una ricerca finalizzata alla salvaguardia dei valori ambienta­li e al recupero dei modi costruttivi e delle risorse locali.

Analisi mortologica dello spazio-ambiente: i temi delle lezioni saranno:

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a) l'evoluzione del concetto di spazio con particolare riferimento alle nuove teorie geometriche; b) i pro­cessi geometrici della rappresentazione grafica e del­la restituzione prospettica; c) alla conoscenza meto­dologica e strumentale del processo conformativo dello spazio-ambiente mediante schizzi rilievo sia tra­dizionale che fotogrammetrico; d) all'individuazione e rappresentazione assonometrica della matrice strutturale degli spazi in esame.

Sintesi rappresentativa e inventiva i temi delle lezioni:

il problema della rappresentaziòne; sintesi storica e metodi moderni; la teoria delle ombre come mezzo di ricerca figurativa e come studio del soleggia­mento. Le esercitazioni:

- rappresentazione prospettica della struttura indivi­duata in rapporto a nuove destinazioni d'uso; riela­borazione della struttura e determinazione delle om­bre proprie e portate.

Bibliografia

Per le componenti percettive e psicologiche: Arneim R., Arte e percezione visiva, Feltrinelli, Milano; Piaget J. - Inhelder B., La rappresentazione dello spazio nel bambino, Giunti Bar­bera, Firenze.

Pm l'analisi storico-critica: Jammer M., Storia del con­cetto di spazio da Democrito alla relatività, Feltrinelli, Milano; Panofsky S., La prospettiva come torma simbolica, Feltrinelli, Milano; Sgrosso A., Il problema della rappresentazione dello spazio, IEM, Napoli.

Per lo studio geometrico: AA.VV., Architettura: disegno e geometria, Massimo, Napoli; March L. - Steadman P., La geometria dell'ambiente, Mazzotta, Milano.

Per la documentazione ambientale: Imperatore G., Amalti nella natura, nella storia, nell'arte, Amalfi, 1956.

Esistono, inoltre, appunti delle lezioni a cura dell'Istitu­to di Analisi Architettonica.

DISEGNO E RILIEVO (B)

Prof. Antonio Scivittaro

Significato del corso

Il crescente interesse che lega la Didattica alla Ricerca ci pone l'obiettivo di caratterizzare operazioni diverse. Queste, partendo dalla lettura ed elaborazione stimolano altri inter~ssi che fecondano la capacità di rappresentarli. Il momento della rappresentazione dei fenomeni plastico-spaziali dell'Architettura parte cosi dal

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recupero di significati e valoti della città come del territorio aprendoci nuove pro­spettive metodologiche relative alle possibilità linguistiche e strutturali tra la città antica e .la città moderna. '

Naturalmente, è proprio in questa Disciplina, fondamentale alla formazione dell'architetto, che l'area di ricerva estendendosi oltre le scienze e le tecniche legate alla percezione sensoriale, tocca motivazioni più profonde, ideali e formali al tempo stesso. Fondamenti e strumenti relativi alla rappresentazione virtuale dello spazio­tempo. Le modalità della rappresentazione (dal bozzetto al progetto e dal Rilievo al Modello) altro non è se non la materializzazione in Forma visiva e fruibile della immagine contestuale.

. Immagine e configurazione del rapporto mutevole tra città e territorio. Per­tanto, le divisioni ideologiche tra architettura e Arte sono puramente riduttive e stlUmentali ma non sostanziali, Natura e artefatto (città-territorio) diventano inse­parabili come la Cultura del Lavoro.

Specificità della disciplina

Il passaggio dall'informazione sensoriale alla riflessione logica e semantica sul contesto sottende una serie di opera­zioni che vanno dall'analisi alla sintesi dell'immagine rap­presentata (operazioni linguistiche-strutturali).

Il segno architettonico (l'opera-messaggio) diventa così oggetto di scomposizione e reinvenzione linguistica, ponendo in evidenza i caratteri legati al continuum spazio-tempo.

Particolare attenzione sarà posta al Processo di COSTI­TuzIoNE DELL'IMMAGINE circostanziata all'ambiente sto­rico, naturale e ai mutamenti che coinvolgono struttura e forma contestuali (es. Castelnuovo di Napoli).

L'obiettivo specifico consiste, a livello della Didattica, nel continuo sforzo di liberare consapevolmente il potenzia­le fantastico-inventivo negli allievi, affinché le analisi con­dotte non precludano, riduttivamente impoverendole, possi­bili aperture metodologiche (Analisi storico-critica delle espe­rienze visive e sui modelli spaziali).

Programma del corso

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Analisi del segno architettonico nel contesto urbano:

a) La scala umana e i rapporti proporzionali.

b) Relazione tra oggetto architettonico e ambien­te storico e socio-economico (Analisi storica e critica della forma).

c La forma come effetto fruibile del processo di confi­gurazione dell'immagine (della Gestaltheoria alle attuali ri­cerche storiografiche e critiche dell'Architettura).

d) Implicazioni geometriche, psicologiche, fisiche e storiche nell'Analisi della rappresentazione di Rilievo .

e) Processo interno esplicativo della rappresentazio­ne bidimensionale e tridimensionale (Rilievo a vista e geo­metrico in scala come sintesi della forma).

f) Forma e contesto - con particolare riferimento allo studio del mutamenti delle forze operanti nel contesto (sca­la umana e scala tecnologica).

g) Metodologia della forma e tecniche di rappresenta­zione (Elaborati di sintesi - il contesto esaminato e rappre­sentato nelle sue singolarità, anomalie ed emergenze).

h) Poetiche dell'Architettura antica e moderna. Mu­tamento delle indicazioni e del segno. Esemplificazioni se­gniche tratte da tests antichi e contemporanei.

i) N elle prove individuali come nelle esperienze di gruppo (elaborazioni di gruppo) la metodologia seguita dovrà porre in evidenza i contenuti delle lezioni teoriche e delle esercitazioni alla lavagna (indicazioni storiografiche, crjtiche e geometriche dello spazio architettonico).

l) Lezioni circostanziate alla verifica del modello di­dattico individuato. Esercitazioni in aula intervallate da so­pralluoghi nel centro storico di Napoli pilotate dai rispettivi .àssistenti alle esercitazioni e coordi.nate con il corso di Com­posizione Architettonica I B diretto dal Prof. Gaetano Bor­relli.

Opere consigliate

B. Zevi, Architettura in nuce, Venezia.

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B. Zevi, Il linguaggio Moderno dell'Architettura, Torino. R. De Fusco, L'idea di Architettura, Napoli.

A. Scivittaro - F. Tintoretto - P. De Masi, Struttura del segno architettonico, C.N.R., Napoli.

A. Scivittaro - F. Tintoretto - C. Di Crosta, Il Centro storico, C.N.R., Napoli.

A. Scivittaro - F. Tintoretto - M. R. Imbrioscia - P. Virgilio - M. Monti, Struttura e forma dell'Architettura, C.N.R., Napoli.

F. Tintoretto, Contributo alla linguistica architettonica _ Par­lare e fare architettura, Riv. L'Architettura, n. 236, Roma.

G. De Carlo, Urbino - S.toria - Evoluzione e ristrutturazione urbanistica, Padova.

F. Tintoretto, La Crisi e l'Arte, Riv. Trivella, 16-17, Avellino.

DISEGNO E RILIEVO (C)

Prof. Massimo Rosi

L'obiettivo didattico del Corso C di Disegno e Rilievo, è quello di individuare nel contesto urbano e sociale, le emer­genze architettoniche - che possono diventare temi comuni con i Corsi di Storia dell'Architettura e di Composizione Ar­chitettonica - per portare su di esse l'attenzione analitica della lettura diretta e cioè del rilievo, in uno con le possibili indagini storiche e tecnologiche.

- Lezioni teoriche, nelle quali saranno trattati, dal pun­to di vista storico e da quello metodologico, i seguenti argo­menti:

l. La rappresentazione grafica dell'architettura. Con­nessione con la realtà, rappresentazione bidimensionale di una realtà tridimensionale sia reale che di fantasia. Rappre­sentazione antica e relazione con scoperte (Prospettiva). Evo­luzione della rappresentazione. Il disegno dell'architettura nell'opera dei Maestri.

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2. Teoria e storia del rilievo. Analisi delle rilevazioni effettuate da grandi architetti e studiosi d'architettura. sulle grandi emergenze dell'antichità. Approccio metodologlCo e operativo. .

3. Sintesi storico-scientifica dell'evoluzione nei. metodi di rappresentazione geometrica. Proiezioni ortogonalI per la identificazione delle caratteristiche metriche dell'oggetto da rappresentare. Il rilievo con l'ausilio della moder~a tecnolo­gia. Gli strumenti, la fotogrammetria, la fotografIa aerea.

Attività sperimentale

a)

b)

c)

d)

Ricerca storica, come collocazione dell'architettura stu­diata e come documentazione delle vicende della s.tratl­ficazione storica. Bibliografia, regesto, confronto dI pia­nimetrie.

Rilievo: Elaborati fondamentali: piante, prospetti, sezioni parti­colari: Disegno e sue caratteristiche in funzione della scala adottata:

1. Sintetico, scala 1/200, 1/100 rapporti generali, quote.

2. Descrittivo, scala 1/50 definizione architettonica, quote.

3. Analitico, scala 1/25, 1/10 particolari decorativi, strutturali, costruttivi.

Spaccati asso metrici come mezzo indvid~ale di lettura e comprensione dello spazio architettomco,. della .com­plessa fenomenologia della percezione architettomca e come mezzo di indagine strutturale.

Lettura fotografica intesa come fattore int~grativo, quindi connesso alle singole fasi di lavoro .. AUSI110 della fotografia nel rilievo. Mezzo di interpretaz10ne e lettura percettiva dell'architettura.

T asto indicato

M. Rosi, Il Disegno dell' Architettura, ed. della Libreria, 1977.

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DISEGNO E RILIEVO (DJ

Prof. Adriana Giusti Baculo

Il corso si propone l'analisi ed il rilevamento del patri­monio edilizio esistente.

Il riordino delle discipline e l'aggiornamento dei loro contenuti - che si auspicano nel quadro dell'assetto della Università - può proporsi anche utilizzando il rapporto con la trasformazione concreta della realtà territoriale urbana ed edilizia, come esperienza formativa dell'architetto.

Il corso si propone la definizione di quel rapporto, il che serve non solo a capire i problemi ed i motivi determi­nanti l'attuale assetto di un territorio o di un ambito urbano preso in esame e le sue trasformazioni più antiche e più re. centi, ma specificamente a penetrare una più ampia proble­matica dell'architettura e particolarmente il rapporto tra manufatto edilizio e suo uso, tra casa, servizi ed attrezzature, tra aggregato urbano ed attività produttive; queste ultime determinanti nell'attuale situazione economica nella quale lo sviluppo produttivo e Occupazionale diviene problema prioritario anche per la valutazione delle diverse situazioni urbane ed edilizie.

A questa problematica che è il filo conduttore del Corso si affianca l'obiettivo della sperimentazione degli strumenti, della rappresentazione.

Il Corso infatti è finalizzato al suo compito prioritario che è quello di assolvere al suo specifico disciplinare appro­fondendo la conoscenza dimensionale e quantitativa della realtà costruita.

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In particolare a questo riguardo il Corso analizza:

- i sistemi di rilievo da realizzarsi senza l'ausilio di strumenti ad alto livello tecnologico - fondati cioè sul diretto rilevamento metrico - particolarmente utili per una conoscenza puntuale, immediata, ravvi­cinàta della realtà costruita;

_ le attuali tecniche di rilevamento basate sulle foto­grafie aeree, sui metodi di prospezione elettnca e ,ma­gnetica, sulla fotogrammetria anche connessa all uso del calcolatore elettronico.

d l C saranno illustrati, di Nel panorama didattico e orso volta in volta, i criteri di elaborazione grafica più diffusi:

sia quelli contenuti entro programmi ca~tografici a larga scala cioè colti a documentare aspetti della real­tà urbana e territoriale in una cartografia connessa alla produzione industriale OGM, FF.SS, Touring, ecc.).

_ sia quelli contenuti nella documentazione g:-afica, del territorio nazionale, regionale, comunale, rmv~mblle comunemente alla scala 1:10.000, 1:5.000, 1.2.000,

l: 1.000;

sia quelli contenuti entro la cartografia catastale più antica e più recente, nonchè in tutta la cartografia {{ storica}};

_ sia quelli sanciti dalla consuetudine grafica adottata da urbanisti ed architetti, e solo in piccola parte con­venzionata e generalizzata nei diverSI manual! (Ma­nuale dell'Architetto, Neufert etc.);

Il Corso, inoltre, sottolinea - attraverso lezioni teoriche ed applicazioni grafiche - il ruolo fondame~tale che. assume

t · - articolarmente la geometria descnttlva -' la geome na p d' ']' o dello come strumento scientifico sia di lettura e I l'! lev spazio sia della sua_rappresentazione.

Saranno quindi sperimentati con gli allievi - nell~ eser­citazioni e nei frequenti sovralluoghi - gli strumentI. della rappresentazione geometrica, utilizzando pera.ltro :1 dlseg~o convenzionale integrato dalla simbologia graf:ca. dI ~olta dl~ volta sperimentata, coerente alle varie scale dI nduzlOne e disegno e finalizzata ai diversi scopi di lettura dI queste.

In conformità agli obiettivi innanzi esposti, l'articolazio­ne didattica del Corso è costituita da

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1) Lezioni:

- sull'uso della geometria descrittiva; proiezioni orto­gonali, assonometriche. e prospettiche;

- sul disegno convenzionato e sui risultati grafici;

- sui sistemi di rilievo e di analisi del territorio, delle strutture urbane ed edilizie;

- sul significato attuale di centro storico e sul dibattito centrato sull'analisi del patrimonio edilizio esistente nelle diverse città italiane.

2) Esercitazioni: nelle quali saranno stati compiuti e gra­ficizzati rilievi alla scala territoriale, urbana ed edilizia. In dettaglio saranno approfonditi i seguenti· aspetti delle aree urbane prese in esame a differenti livelli di appro­fondimento

A - Primo livello

Al - Analisi delle trasformazioni urbane attraverso la cartografia storica ed i programmi di intervento in atto; A2 - Analisi della proprietà e delle variazioni catastali; A3 - Analisi della consistenza edilizia, del sistema viario, della rete di distribuzione dei ser­vizi e della localizzazione delle attrezzature.

B - Secondo livello

BI - Rilievo planimetrico ed altimetrico di un compar­to urbano; B2 - Analisi dei moduli strutturali e de­gli elementi costituenti l'aggregato edilizio; B3 - Ana­lisi funzionale del comparto.

c - Terzo livello

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Cl - Rilievo di un edificio: piante a tutti i livelli sezioni , , prospetti; C2 - Rilievo delle reti di distribuzione dei servizi ed analisi della condizione igienico-sanitaria dell'edificio; C3 - Analisi delle unità abitative: super­fici, distribuzione delle funzioni, dotazione di ser­vizi.

L'area di lavoro sarà prescelta e discussa nel Corso: su di essa verrà fornita tutta la cartografia ed i dati disponibili. ed utilizzabili.

Indicazioni bibliografiche

Adriana Baculo (a cura di), Centri storici e progettazione,

Napoli 1975.;

Adriana Baculo, Quattro lezioni di Disegno e Rilievo, Napoli, 1980;

Adriana Baculo, La casa contadina, la casa nobile, la casa ar­tigiana e mercantile - Analisi e recupero del patrimonio edilizio in Campania, Napoli, 1980.

Dai sopraindicati testi è derivabile una bibliografia spe­cifica relativa ai diversi temi trattati nel Corso.

Sono inoltre disponibili per la consultazione:

Quaderno del Corso di Disegno e Rilievo - prof. Adriana Ba­culo.

N° 1 -Napoli: Quartieri Porto, Pendino, Mercato;

N0 2 _ La Regione Campania: La valle caudina, L'agro Noce­rino, La fascia dei Comuni Vesuviani.

DISEGNO E RILIEVO (E) Prof. Camillo Gubitosi

Contenuti ed obiettivi

Il programma si propone di impostare una ricerca meto­àDlogica riguardante l'analisi, la lettura e rappresentazione bi/tridimensionale dello spazio urbano ed architettonico.

Tale ricerca potrà anche essere coordinata con un Corso di Composizione al fine di identificare una stessa area urbana di sperimentazione. Il tema d'anno, infatti, considera una zona urbana - il centro antico - capace di offrire caratteri urba­nistici ed architettonici -di elavato interesse ambientale e formale.

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Organizzazione del programma

- Lavoro in gruppi di due, tre allievi.

Identificazione di limitate aree di studio nell'ambito del centro antico.

Analisi dell'ambiente urbano attraverso disegni d'insieme, fotografie, elaborazioni grafiche di planimetrie.

- Analisi grafica di un complesso architettonico. Piante, spac­cati, assonometrie, sezi.oni, prospetti e prospettive.

Il Corso darà alcune fondamentali nozioni sulla prospet­tiva e l'assonometria.

Il metodo di rappresentazione grafica, di cui è parte inte· grante il rilievo, inteso c:J]ne strumento d'indagine conoSci­tiva, dovrà definire la possi.bilità di visualizzare le connota­zioni spaziali, le ernergenze visive, ecc.

All'analisi della realtà urbana e degli organismi architet­tonici in essa cbntenùta, si affianca nel corso un'analisi cri­tica e storica dello sviluppo della realtà urbana attraverso il tempo, al fine di capire l'evoluzione urbanistica della città.

L'obiettivo di fondo è quello di rendere il mezzo grafico familiare agli allievi, fornendo loro il fondamentale strumento espressivo di lavoro dell'allievo-architetto.

ESTIMO ED ESERCIZIO PROFESSIONALE (Al

Prof. Agostino Luini

L'Estimo, che notoriamente costituisce un momento della Economia, ha bisogno per essere studiato e compreso, della acquisizione di alcuni principi generali di Economia e di Ma-tematica finaziaria. .

La prima parte del corso è dedicata a queste due discipli­ne propedeutiche dell'Estimo per mettere in condizione il fu­turo Architetto di risolvere agevolmente e razionalmente i

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tanti problemi che dovrà affrontare nell'esercizio della sua professione: dalle scelte ottimali nell'intervento sul territorio alla quantificazione di danni prodotti da eventi straordinari, dalla convenienza alla ristrutturazione di un manufatto alla quantificazione della indennità alla luce di norma legislativa, dalla stima dell'avviamento di una azienda alla quantificazio­ne dell'utilizzo ottimale di un determinato capitale fisso so­ciale dalla determinazione del valore di un lastrico solare alla determinazione del costo di idoneizzazione di un comparto edilizio interessato dalla ediiizia di tipo popolare, ecc.

Per mettere in condizione gli allievi di essere direttamen· te interessati allo svolgimento del corso, si svolgeranno semi· nari su argomenti preferibilmente suggeriti dagli stessi allievi e si cercherà, all'occorrenza, di seguire e verificare alcuni fe· nomeni economici facendo riferimento diretto alla realtà di mercato accedendo sui luoghi da tanto interessati.

Si svolgeranno, inoltre, d'intesa con docenti di altre di­scipline oggetto d'insegnamento presso la stessa facoltà di Architettura, seminari su argomenti comuni alle stesse per far rendere conto agli allievi del nesso di complementarietà esistente tra le varie discipline nella soluzione dei tanti pro­blemi del futuro professionista.

Le esercitazioni, infine, saranno svolte con riferimento ad episodi reali anche per mettere in condizione il laureando di poter agevolmente impostare e risolvere, non solo con parole, i futuri problemi che sarà chiamato a risolvere nell'interesse di privati o della Collettività, adempiendo in tal maniera alla sua funzione sociale alla quale sarà chiamato in conseguenza del possesso del titolo al quale egli aspira.

Principi di Economia: Bisogni - Beni· Utilità - La produ­zione ed i suoi fattori - La produttività - I costi di produzione - Le rendite - Le quasi rendite - Il mercato e le diverse sue forme· L'investimento· La scelta degli investimenti.

Cenni di matematica finanziaria: Saggio d'interesse e tas· so di capitalizzazione - In,teresse - Interesse semplice e compo­sto - Annualità anticipate e posticipate iniziali e finali - Sconto - Cenni sulle periodicità ' Tavole di sopravvivenza· Usufrutto - Vitalizio - Nuda proprietà - Riparto.

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La teoria estimativa: Evoluzione dell'Estimo nel tempo. I principi generali dell'Estimo· Il principio della dipendenza del valore dell'aspetto economico· La previsione nel giudizio di estimo - I possibili aspetti economici - La teoria dell'ordi­narietà.

M etodologia estimativa: Metodologie sintetiche _ Metodo­logie analitiche - Metodologie semianalitiche _ Metodi diretti ed indiretti.

Stima dei danni: Concetto di danno - Determinazione del­l'ammontare del danno relativo ad un manufatto.

Stima di miglioramenti: Giudizio di convenienza nella realizzazione di miglioramento o di trasformazioni _ Determi­nazione dell'ammontare della convenienza in trasformazione urbana.

Estimo Civile: Stime inerenti a fabbricati civili - Stime di aree edificabili - Stima del costo di idondzzazione _ Stima di fabbricato suscettibile di sopraedificazione - Stima di manu­fatto urbano senza mercato - Stima di danni per inquinamen­to - Convenienza all'intervento su immobile ricadente in un centro storico. Verifica di mercato ad intervento nel centro storico da parte di privato o di Ente pubblico.

Estimo industriale (cenni): Stima relativa a fabbricati industriali - Stima delle aziende industriali - Stima dell'avvia­mento di una azienda.

Estimo convenzionale: Generalità - Legge fondamentale 25-6-1865 n. 2359 - Legge 15-1-l895 n. 2892 per il risanamento della città di Napoli - Legge 18-4-1962 n. 162 per l'edilizia eco­nomico-popolare - Legge 22-10-1971 n. 865 (legge per la casa) _ Legge 28-1-1976 n. 10 (legge Bucalossi) - Legge sull'equo ca­none.

L'architetto come progettista e direttore dei lavoro: La progettazione e la direzione dei lavori nell'esercizio della li­bera professione - Gli elaborati tecnici relativi alla progetta­zione - Il collaudo delle opere private e pubbliche _ Cenni sulle tariffe professionali e sul Catasto edilizio urbano.

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Testi consigliati

C. Forte e B. De Rosi, Principi di Economia ed Estimo, Etas Kompass, Milano 1974.

Nino Famularo, Teoria e pratica delle stime, UTET, Torino, 1969.

Luigi Fusco Girard, L'evoluzione della logica estimativa, Fa­coltà di Architettura, Napoli 1974.

1. Micheli, Estimo, Edagricole, Bologna 1975.

Agostino Luini, Esercizi elementari rema, Firenze.

di Estimo, Edizioni Teo-

ESTIMO ED ESERCIZIO PROFESSIONALE (B)

Prof. Luigi Fusco Girard

Il corso intende illustrare gli aspetti economici della pro­gettazione architettonica, urbanistica e della conservaZIOne dei beni culturali.

Gli argomenti sono i seguenti:

A) Elementi di micrç economia:

La scienza economica, bisogni, utilità, beni econom~ci; I~ produzione, il mercato e le sue forme; l'investimento pnvato, !'investimento pubblico; la programmazIOne.

B) Teoria e metodologia estimativa: l'evoluzione. della {( mo­derna» disciplina estimativa da Arrigo Serpzen a Carlo

Forte.

L'evoluzione della teoria del valore e della lo~ica e~tim~­tiva; i principi dell'estimo; il metodo ed i procedImentI estI­mativi.

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C) Estimo Urbano e Territoriale:

La produzione edilizia; caratteristiche del mercato abita­tivo; la 1. 392/78; la stima del valore di mercato del prodotto edilizio; il saggio di rendimento dell'investimento immobilia­re urbano; la stima del valore di mercato dei fattori della pro­duzione edilizia; la rendita ed il recupero alla collettività delle plusvalenze fondiarie con la 1. 10/77.

- Il costo della nuova produzione edilizia: la stima dei costi di costruzione; la cost analysis e la cast planning; la cost in use; il metodo A.R.C.; l'anali­si di valore.

- Il costo del recupero e della conservazione: il costo per l'eliminazione dell'obsolescenza tecnologi­ca, funzionale, posizionale, ambientale ed economica; procedimenti di stima del costo del recupero; aspetti economici della conservazione dei beni culturali ed ambientali.

- La stima dei costi insediativi: i costi delle opere urbanizzative primarie e secondarie; il costo degli standard urbanistici; il costo di produ­zione di alcuni servizi pubblici urbani.

- Il valore di surrogazione

- Il valore complementare e di trasformazione.

D) Le diverse tecniche di valutazione nella pianificazione e nella conservazione dell'ambiente:

L'analisi costi-benefici; la P.B.S.; la matrice degli obietti­vi; le analisi multicriterio.

E) Estimo Generale ed esercizio professionale: L'indennità di espropriazione nella normativa vigente; il

Nuovo Catasto Edilizio Urbano; la direzione dei lavori.

Bibliografia

Si rimanda alla bibliografia disponibile presso l'Istituto di Metodologia Architettonica.

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FISICA (A)

Prof. Mario Cutolo

Il programma del corso è a disposizione degli allievi pres­so !'Istituto di Costruzioni.

FISICA (B)

Prof. Gelsomina Colantuoni

Programma

I principi variazionali della meccanica - spazio delle con­figurazioni e sua rappresentazione geometrica - geometria di Riemann - energia cinetica-funzione lavoro - sistema sclerono­mi e reonomi - calcolo delle variazioni speciali - le equazioni differenziali di Eulero-Lagrange per n gradi di libertà - il prin­cipio dei lavori virtuali - la diseguaglianza di Fourier - il prin­cipio di D'Alembert e la legge di conservazione dell'energia -il principio di Hamilton - le equazioni del moto di Lagrange e la loro invarianza rispetto alle trasformazioni di punto - il teorema dell'energia come conseguenza del prinCipio di Ha­milton - variabili ignorabili e principio di Jacobi - piccole vi­brazioni - stabilità dell'equilibrio elastico.

FISICA TECNICA E IMPIANTI

Prof. Andrea Russo Spena

Scopo del corso

Attraverso una trattazione teorica che si avvale dei prin­cipi fondamentali della.meccanica e della fisica ed è sviluppa­ta attraverso procedimenti analitici rigorosi, vengono dedotte le leggi fondamentali che presiedono al moto dei fluidi ed alla trasmissione del calore.

I risultati e le formole desunti dalla indagine teorica, via via verificati alla luce di interpretazione fisica correttamente

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sviluppata, vengono applicati per la risoluzione di problemi concreti che strettamente si connettono alle applicazioni te­cniche.

Lo studio degli impianti a servizio di edifici per civili abi­tazioni, così come di quelli relativi ad edifici ad uso collettivo o a fini industriali, è condotto in relazione alle condizioni am­bientali, tenendo conto delle più recenti leggi di difesa del suolo e di lotta contro l'inquinamento dell'ambiente (atmo­sfera, acqua, suolo) e nel rispetto di una oculata gestione delle risorse energetiche locali.

Programma

Caratteristiche dei liquidi e loro proprietà. Statica dei li­quidi pesanti, legge di Stevin, pressione, spinta, centro di spinta.

Dinamica del fluido perfetto: Teorema di Bernoulli: in­terpretazione, applicazione.

Moto uniforme di liquidi: resistenze al moto uniforme formole e grafici ausiliari per il calcolo delle resistenze ai moto uniforme.

Rete di distribuzione cittadina, rete di distribuzione inter­na. Impianti elevatori, autoclavi. Norme di proporzionamento.

Impianti di trattamento per acque di rifiuto, per edifici isolati, per collettività fino a 500 abitanti. N orme di propor­zionamento per le condotte di scarico di acque di rifiuto e di acque pluviali., formule o tabelle ausiliari per il calcolo.

Apparecchi per la regolazione della pressione, apparec­chi di misura della portata e dei volumi erogati: diversi tipi di contatori.

Impianti per la produzione in circolazione continua di acqua calda in edifici per uso civile, in edifici per uso collet­tivo: alberghi, ospedali.

Impianti a servizio di complessi sportivi di particolare importanza, piscine, campi di gioco, palestre.

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Riscaldamento - Trasmissione del calore - Riscaldamento con acqua calda. Calcolo delle superfici radianti; della caldaia; della potenza del gruppo di azionamento della circolazione in circuito chiuso. Calcolo delle condotte. Impianti di riscalda­mento con aerotermi.

Ventilazione di locali a uso collettivo o a fini industriali -Norme di proporzionamento.

Condizionamento - Effetti fisiologici del condizionamento, diagramma dell'aria umida, zona di benessere. Trattamento dell'aria. Dimensionamento delle condotte di convogliamento dell'aria, del propulsore delle bocchette.

Rete interna di distribuzione di gas di città o di metano. Impianti telefonici, impianti di collogamento tra antenna e apparecchi radiotelevisi.vi.

lib,'; consigliati

Gallizio: Impianti sanitari, Milano.

Rumor: Riscaldamento, ventilazione, condizionamento, Mi­lano.

GEOMETRIA DESCRITTIVA (Al

Prof. Serafino Boccia

Analitica

La geometria analitica del piano e dello spazio: Equa­zione della retta - Coseni direttori - Fascio di rette - Paralle­lismo e perpendicolarità tra rette - Equazione del piano - Fa­scio di piani - Distanze ed angoli - Parallelismo e perpendico­larità tra piani; tra una retta ed un piano - Piani appartenenti ad una stella - Equazione del cerchio. Coniche - Ellisse - Iper­bole - Parabola - Propri.età metriche relative - Polarità piana -Polarità e coniche degeneri - Diametri, assi, centro di una conica - Fuochi - Asintoti dell'ip3rbole - Polarità determinata

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da una quadrica - Sfera - Classificazione delle quadri che _ Equazioni canoniche delle quadriche - Coni. Cilindri - Equa­zioni dei sistemi di rette esistenti su di una quadri ca.

Proiettiva

Concetti fondamentali: elementi impropri, proiezione e sezione; forme fondamentali; legge di dualità nel piano e nello spazio - Rapporti semplici - Birapporti - Gruppi armo.· nici - Proiettività - Prospettività - Omografia - Omologia - Tra­sformazioni omologiche.

Descrittiva

Metodo delle proiezioni centrali e di Monge. Rappresen­tazione degli enti fondamentali della geometria - Condizioni di appartenenza - Problemi grafici: intersezioni. Parallelismo, complanarietà e perpendicolarità - Problemi grafici fondamen­tali relativi - Ribaltamento di un piano proiettante - Distanza di due punti, di due piani paralleli, di un punto da un piano _ Minima distanza di due rette sghembe - Ribaltamento di un piano generico - Angolo e'i due rette, di due piani, di una retta con un piano - Rappresentazione di un poligono regolare e del cerchio. .

Argomenti oggetto di tavole

Trasformazioni omologiche del cerchio in ellisse, iper­bole, parabole - Retta per un punto e incidente due rette sghembe - Piano per una retta e parallelo ad un'altra retta -~etta per un punto e perp8ndicolare a un piano - Piano per una retta e perpendicolare a un piano - Distanza di due rette sghembe - Rappresentazione di un poligono regolare, del cer­chio e del quadrato.

N.B. - Tutti gli esercizi si intendono svolti nei due metodi: Monge e proiezione centrale.

Bibliografia

M. Miglio, Geometria analitica. M: Miglio, Geometria descrittiva. A. Sgrosso, A. Ventre, Elementi di Geometria proiettiva e di

Geometria descrittiva, ed. Massimo, Napoli.

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GEOMETRIA DESCRITTIVA (E)

Prof. Calogero Palermo

Premessa

Per {( geometria descrittiva» va oggi inteso tutto quel complesso di strumenti metodologico-culturali, scientifici, te­cnici, applicativi atti alla impostazione-esecuzione della {( de­scrizione) della {( geometria» di un {( oggetto »: in particolare, nel caso di un corso di {( geometria descrittiva» per la Facoltà di Architettura, di {( oggetti» propri e delle scienze urbane e di pianificazione, e delle scienze compositive e d\llle scienze storiche.

Nell'ambito delle {( descrizioni geometriche» oggi in uso, facendo, come è naturale, riferimento all'ambito del patrimo­nio scientifico e di ricerca della disciplina {( geometria», tro­viamo oggi una {( molteplicità» di metodi di {( rappresentazio­ne geometrica di descrizione». Questa {( molteplicità» è ri­conducibile, tanto sul piano della metodologia e della {( fonda­zione» matematica, quanto sul piano del modo applicativo di intendere (e {( vedere») l'{( oggetto» da rappresentare, a una specifica unità: così il corso tenderà, innanzitutto, ad una visione unitaria delle tecniche-teorie poi esposte.

Il corso ha come suo obiettivo primario quello di con­durre gli studenti alla acquisizione non solo della capacità di uso concreto, esecutivo, di tipi di {( rappresentazione delle geometrie» degli {( oggetti» di pertinenza professionale, ma anche ad una capacità di {( impostare» comunque letture de­scrittive: così lo studente sarà messo in grado anche nel fu­turo di cogliere e comprendere le nuove tecniche di {( rappre-. sentazione» che del resto si vanno già oggi prefigurando .(si pensi a tutte le probabili prossime applicazioni in campo di rappresentazione di procedure automatiche mediante calco­latore elettronico).

Punto tematico centrale del corso diventa allora, in rife­rimento ai modi di lettura stessi propri anche delle procedure {( professionali» dell'architettojurbanistajpianificatorejston-

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co, oltre che in riferimento alle più moderne impostazioni della scienza mat,ematica, è costituito dal concetto di « siste­ma» (cioè di oggetto, di qualsiasi natura, letto come « orga­nizzato » al suo interno da legami e leggi)_ Il concetto centra­le di sistema, esposto nel corso con i suoi concreti riferimenti alle applicazioni in altri corsi disciplinari, finisce col condur­re poi al tema « modelli matematici, loro applicazioni, loro metodi di rappresentazione geometrica come lettura della sua forma globale ».

Argomenti

Tenuto conto di tutto ciò e sulla base di un'esposizione da un lato unitaria e dall'altro proposta sempre in riferimento ad espressioni applicative, gli argomenti (dunque le specifiche « tecniche di rappresentazione») possono pensarsi divisi in due gruppi fondamentali:

a) rappresentazioni nel continuo

1. « geometria delle proiezioni»: prospettività e proietti­vità; assonometria ed omologia; metodi di Monge e della « proiezione. centrale »; invarianti;

2. « geometria delle superfici <c concetti di «ciJ.rvatu­ra .... ; trasformazioni « continue »; topologia ed omeo­morfismi;

b) rappresentazioni nel « discreto »;

1. « teoria dei grafi»: « geometrie finite»,

Organizzazione didattica

Il corso, articolato in lezioni ed esercitazioni, cercherà, nei limiti del praticabile, di arricchirsi di attività seminariali-

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applicative a base interdisciplinare (conoscenza delle procedu­re automatiche, mostre di « modelli» elaborati della scienza architettonico-urbanistica,.,.) ,

È prevista la possibilità (per gli studenti) di impostare il corso in termini di « ricerca». Eventualmente, se possibile, anche come momento di collegamento disciplinare e fiscale con altri corsi i cui docenti si dichiarino a ciò disponibili,

GEOMETRIA DESCRITTIVA (C)

Prof, Rosa Ulisse Penta

Il corso C di Geometria Descrittiva si propone lo scopo di significare il ruolo ed il contributo della Geometria nei confronti del pensiero architettonico, attraverso una metodo­logia che, evidenziando il complesso ed articolato ambito in cui il pensiero geometrico si muove, consenta di verificare l'esistenza di una partecipazione attiva della Geometria.!J.lla promozione di sintesi spaziali (architettoniche o non) e d'altra parte renda consapevoli di poter cogliere da essa Geometria non le determinazioni specifiche ma piuttosto il metodo di indagine e di definizione delle qualità intrinseche dello spazio configurato.

Recepita essa partecipazione come stimolo alla creatività, la Geometria assume, in relazione al suo valore formativo, oltre al ruolo di contributo alla rappresentazione grafica at­traverso l'uso di metodi specifici (Metodo delle Proiezioni cen­trali, metodo di Monge, nonchè di argomenti di Geometri!J. Proiettiva), anche quello di forza preminente nella chiarezza dei concetti spaziali e nella consapevolezza di quelle relazioni che un processo di configurazione spaziale sottende,

Il corso, quindi, si propone il duplice scopo di agire sia a livello formativo, stimolando sintesi che qualificano una strut­tura di pensiero, sia 1), livello operativo promuovendo un pro-

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cesso critico nella scelta di essenzialità geometriche che defi­, niscono una struttura spaziale farchitettonica o non) nel sen­so più ampio del termine.

Nell'analisi specifica da condurre su spazi o strutture reali saranno evidenziati caratteri geometrico-proiettivi, de­scrittivi nonché geometrico-analitici di figure o forme fonda­mentali che qualificano la struttura in esame (con particolare riferimento alle coniche ed alle quadriche).

GEOMETRIA DESCRITTIVA (Dj

Prof. Aldo F. Saverio Ventre

1. Elementi di teoria degli insiemi - Gli spazi vettoriali dei vettori ordinari liberi e dei vettori applicati - Criterio di complanarità di quattro punti - Dipendenza lineare di un vettore libero o più vettori liberi - Criterio di allineamento di tre punti - Dimensione.

\ 102

Coordinate cartesiane del piano - Coordinate cartesiane dello spazio - Equazioni parametriche della retta - Equa­zioni parametriche del piano - La rappresentazione della retta in un riferimento cartesiano del piano mediante un'equazione lineare nelle due incognite coordinate - La rappresentazione del piano in un riferimento cartesiano dello spazio mediante un'equazione lineare nelle tre in­cognite coordinate - Rappresentazione della retta comune a due piani non paralleli - Fascio di rette - Fascio di piano. Questioni in riferimenti ortogonali monometrici.

Equazione della circonferenza - Equazione della sfera - I punti complessi - Rete immaginarie - Punti impropri -Coordinate cartesiane omogenee - Coniche - Generalità - Interserzione di una retta e una conica - Classificazione affine - Polarità rispetto a una conica.

BIBLIOGRAFIA: Appunti dalle lezioni.

2. Nozioni di topologia: insiemi di punti, applicazioni, omeo­morfismi - Teoria dei grafi: definizioni - Matrice d'inci­denza - Cicli - Alberi - Grafi planari e grafi piani - Grafi duali - La formula di Eulero - Problemi di adiacenze e applicazioni a problemi di progettazione.

BIBLIOGRAFIA: Appunti dalle lezioni.

3. Prospettività tra piani - Nozioni di spazio proiettivo - Cen­ni sulle omografie tra piani proiettivi reali - L'omologia -Il metodo delle proiezioni centrali . Il metodo di Monge (o delle proiezioni ortogonali).

Testo consigliato

A. Sgrosso - A. Ventre, Eelementi di geometria proiettiva e di geometria descrittiva.

IGIENE EDILIZIA (A)

,Prof. Maria Rigillo Troncone

Contenuto del corso

La struttura del corso è basata essenzialmente su quei criteri ai quali va improntata l'azione di prevenzione e di controllo dell'ambiente. Le nozioni fondamentali di ecologia dalle quali il corso prende l'avvio, consentono di stabilire una identità di linguaggio ad una base di conoscenze comuni con l'ecologo che, da specialista, studia le diverse matrici dell'am­biente nella loro dinamica e nelle alterazioni degli ecosiste· mi. Una volta dall'ecologo quantizzato il degrado ambientale, ed indicate le misure necessarie ad eliminare, o quanto meno

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ridurre, tali alterazioni, l'architetto deve essere posto in grado di suggerire soluzioni progettuali in equilibrio funzionale con l'ambiente stesso. In questo contesto si inquadra lo studio della gestione delle risorse rinnovabili e non rinnovabili (de­positi di carbone o di ferro, di rame, di petrolio). Lo studio considera da una parte i problemi delle risorse idriche, sia sotto il profilo dell'approvvigionamento, che dalla processi­stica delle tecnologie di potabilizzazione e di depurazione del­le acque usate, nonchè del recupero e riutilizzo di queste stes­se, e, dall'altra parte, i problemi relativi ai fenomeni di inqui­namento del suolo, dell'acqua, dell'aria, e le corrispondenti tecnologie di disinquinamento.

Organizzazione del corso

L'organizzazione didattica è articolata in lezioni che spe­cificano gli argomenti teorici costituenti il supporto della disciplina, in esercitazioni svolte mediante illustrazione e di­scussione di intervenuti di risanamento ambientale, in visite tecniche agli impianti e strutture di rilievo, ed in seminari sugli aspetti specifici della disciplina. Il prodotto del corso consiste in un intervento progettuale di risanamento ambien­tale che prende l'avvio da indagini ed analisi dell'ambiente considerandone le componenti territoriali o la loro dinamica trasformativa, seguite da proposte progettuali di riequilibrio e di risanamento complessivo.

Per la bibliografia, si rimanda al programma completo distribuito presso !'Istituto di Metodologia Architettonica.

IGIENE EDILIZIA (Bl

Prof. Italo Ferraro

Il Corso si propone di affrontare lo studio della città o dell'architettura superando la distinzione tra un momento esclusivamente conoscitivo ed uno esclusivamente progettuale

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pur riconoscendo e praticando, sul piano del metodo, la par­ticolarità tecnica dei due momenti. Il rapporto analisi pro· getto viene così inteso come fondamento contraddittorio dI ogni conoscenza ed esperienza nel campo deil'architettura. La città viene intesa in modo estensivo; sinteticamente; Il terri.torio come città. Questa definizione e riconoscibili ana­logamente alla città storica.

In questo senso vengono studiate le modificazioni del concetto di parte urbana nel p'lssaggio dalla citt", storica alla città contemporanea. A partire dalla critica alla degradazione progressiva, fin dall'inizio dell'800, dell'aspetto a~chitetton~co della normativa, sostituito da una regola.mentazlOne dI tIpO igienico-sanitario, il corso si propone di chiarire, nel senso dell'esperienza della città costruita e all'interno delle con­traddizioni della città contemporanea in cosa possa consI­stere il tentativo di. costruzione di un sistema normativo che si ponga come fondamento collettivo: assumendo le contrad­dizioni della città contemporanea, non eludendole.

Ci si propone programmaticamente di uscire dai limiti angusti della ricerca del movimento moderno-zoning, existen~­minimum, nuovo linguaggio, .. .): questo almeno per le POSI­zioni prevalenti nel M.M.

I! Corso affronterà la questione del significato dei fatti urbani e della nozione di luogo. Anche di questa verranno studiati i fondamenti contraddittori: esperienza ed immagi­nazione, artificio e natura.. individualità e universalità ...

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l'rC/flessa

RESTAURO DEI MONUMENTI

Prof. Roberto Di Stefano

Il «Restauro dei monumenti» è la disciplio'\ che indi id l l .. . e le modalità dell'intervento di conservazione su',, bo,' IV t . uI~ a h~gltt1m~Z!One

b' li .. e cu li! a 1 are ltettOll1Cl ed am .lent~ , cr[~lCamente riconosciuti, nell'intento di assicurarne note t't' . testimOnianze Irrinunciabili, risorse. collettive e patrimonio della cO!l~n~t~~ quanto

. Per t:alizzare il suo fine, il <i Restauro)} dei monumenti}) si avvale di p:la~e . tecOiche di consen~azio~e., che fanno capo, tra l'aItto, agli apporti dt~~~f~ ~l~clphne, da. ~uelle stor~c~-cnt1che, innanzi tutto, alle' altre discipline dei ca . fISiCo-matematici, costruttiVI e sperimentali nonchè Il I . m~l m . t .. . h' - cl ' a a conoscenza (el procedI alflltl eC~1Cl,. anttc. l e mo erni. Inoltre, esso, inteso in senso ambientale e rivolt~

~, conselv~zlon~ l~~egr~ta, affronta --'- collaborando con ulteriori cam i disci li-nali (ecolog1a, plamùcazlone, urbanistica ecc) _ i pr bI " . ,P}', P t1'a antico e nuovo nei centri storici, " o emi inelentI Incontro

Pertanto, il corso si articola in du 'U ' h' generali della moderna tutela ' d' d e partI. na prIma c e, Illustra i criteri

dell ' '" e, qutn 1, opo un breve esame storICO del comporta-~:~~t: del ~e:~::r sOf~leta ~ISp~ttO ai monumenti del passato, passa allo studio delle

d ~ ,no a . a rontare la trattazione della attuali problematiche La seco~ a p~rte, pOI, e d,edlcata all'esame dei problemi tecnici nei div ' '. :~~~~tet~omco, a~'Che~OglCO ed urb.a11~stico, per ciascuno dei quali si in~~a ;:tt~;~~ t t' ~glda ?peratlva. ~~gono studiatI, quindi, i criteri per la diagnosi dei dissesti

s a ICI e 1 conseguentl lflterventi di consolidamento,

" Tenendo ~res:nte l',esig~nza di pervenire alla preparazione neces ' !~%ereted P" e

prr

tub

tltl ~lid,ar~hl~tett~, ?tante il limitato tempo disponibile, si S~~~lg~n~ufi

o emi JSClp marI In modo p 'f 'l' . possibilit' d' f d' " , s eCl {CO, ma non speCla lSUco, L'ulteriore f ' dalI l a}Jpro ~n Ire ~ vcnftcare operativamente i contenuti del corso è O1'mta a a scuola dI PerfeZIonamento in Restauro dei Monumenti.

allievi~~~~~~~:~:~b~~r~~n~s~:~;;a:~:~~it~resu;fr~:e~do, co;~ ~ià atuis~te dagli costruzioni, Composizione e Urbanistic . , c e 1~ cI~nza e ecmca delle artistica e Sto' d Il' b . . a --: ili StorIa delI architettura, Letteratura

, : l'la e ,ur ,a,m~t~ca, Inoltre, Il programma è strettamente coordina con quellI d! Caratten StillSUCl e costruttivi dei monumenti e di C l'd to adattamento degli edifici, anso l amento e

Programma delle lezioni

Introduzi~ne al Restauro dei monumenti)) come ({ con­servazlO~e del beni architettonici ed ambientali)>. Esigenze culturalI e realta operative, I beni culturali e la loro tutela ?el contesto della vita associata. Tutela attiva e conservazione mtegrata. Evoluzione del concetto di conservazione.

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Parte prima

1. La tutela dei beni culturali: 1.1. La cooperazione interna­zionale per la tutela del patrimonio culturale.' Le linee di­rettrici della tutela: la Carta di Atene (1931), la Carta di Venezia (1964). Convenzione sulla protezione del patrimo­nio culturale e naturale mondiale (1972). Principi della conservazione integrata: la Carta europea del patrimonio architettonico, la Dichiarazione di Amsterdam (1975). 1.2. La tutela dei beni culturali nei vari Paesi del mondo: con­siderazioni generali in rapporto ai sistemi socio-politici, alle aree geografico-culturali, ecc.; notizie relative all'or­ganizzazione esistente in alcune nazioni dell'Europa occi­dentale, dei Paesi socialisti, dell' America del nord e del sud, dell'Asia etc. 1.3. La tutela dei beni culturali nelle leggi vigenti.

2. Breve storia del restauro: 2.1. Il restauro nell'antichità: Pompei ed Ercolano. - Adattamenti e distribuzioni in età paleocristiana e medievale. - Il rinascimento e i monu­menti dell'antichità. La lettera di Raffaello a Leone X. -Modificazioni del tessuto urbano e trasformazioni degli edifici religiosi in conseguenza della Controriforma (S, Marcellino, S. Gregorio Armeno in Napoli). - Restauri e trasformazione nell'età barocca (Interventi di architetti romani. Trasformazioni in S. Chiara e S. Restituta in Na­poli).

2.2. Le origini del restauro moderno. I pareri per il restauro della cupola di S. Pietro in Vaticano e l'opera di Giovan­ni Poleni e di Luigi Vanvitelli. Gli interventi di Stern e di Valadier per l'Arco di Tito e per il Colosseo. - Le origi­ni del concetto di tutela. Avvenimenti durante la Rivolu­zione francese; Quatremère de Quincy, Merimèe, Vitet e la nascita del Servizio per i monumenti storici in Fran­cia. - Il sorgere della società industriale in Inghilterra, dura1).te l'eta vittoriana,

3. Teorie del restauro: - Il pensiero e l'opera di Eugene E. Viollet le Duc, - Il pensiero e l'opera di John Ruskin. -William Morris e la S.P.A.B. - Il restauro italiano nello

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Ottocento. - Problematica italiana del restauro: C. Boito, L. Beltrami, Annoni, Giovannoni.

4. Problematica attuale della conservazione e del restauro: - Sviluppo del concetto di conservazione dei beni cultu­rali: definizioni dei termini; evoluzione dei caratteri della conservazione; legittimità della conservazione. -- Istanza storica e istanza estetica. - La valutazione critica come guida e determinazione del restauro. - Restauro come recupero dei valori. Individuazione dei beni culturali. Pro­blemi di inventario di protezione e di catalogazione. - Il rinnovamento dei siti urbani: la ricostruzione urbana; la ristrutturazione urbanistica. Tendenze attuali del rin­novamento. - Criteri di intervento nei centri antichi: centro storico e nucleo antico; restauro urbanistico e re­stauro monumentale. Funzioni per il centro antico. Rap­porto tra restauro e urbanistica. Incontro tra antico e nuovo.

Parte seconda

5. Progettazione del restauro: - Metodologia della proget­tazione del restauro architettonico. Problemi tecnici. _ Metodologia della progettazione del restauro archeologi­co. Rapporto tra restauro archeologico e pianificazione urbanistica. L'intervento tecnico; problemi di consolida­mento dei reperti immobili; l'anastilosi; il restauro degli edifici allo stato di rudere. - Metodologia della progetta­zione del restauro urbanistico: analisi, schema progettua­le, verifiche e progetto.

6. Tecnica del restauro: - Gli schemi statici. Confronto fra le strutture della Cupola di S. Maria del Fiore e di S. Pie­tro in Vaticano. - I dissesti statici: studio delle lesioni; la diagnosi dei dissesti (traslazioni e rotazioni); l'analisi tensionale. - Cedimenti delle fondazioni e dei terreni di fondazione. - Cedimenti delle strutture fuori terra. -Opere provvisionali (puntellature, barbacani, ecc,) e te­cnica del cantiere. - Consolidamento: dei terreni, delle

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strutture murarie verticali (entro e fuori terra), delle co­perture (solai, volte, cupole, tetti) Tecniche operative: il metodo dei cantieri alternati; le iniziezioni di cemento; ancoraggi e cuciture; impiego dell'acciaio, dei calcestruz­zi, ecc., la gunite, processi elettrolitici.

Esercitazioni

I temi trattati nelle lezioni verranno approfonditi - oltre che attraverso le visite tecniche sopra dette - con la lettura ed il commento dei documenti di particolare rilievo (le leggi di tutela, la Carta di Venezia, la Dichiarazione di Amsterdam, ecc), nonchè attraverso l'esame di specifici esempi di interven­ti realizzati, illustrati con diapositive. Tra gli altri verranno studiati i seguenti casi:

A) Restauri del secondo dopoguerra:

Il palazzo dei Trecento a Treviso; la chiesta di S. Stefano a Vienna; la chiesta di S. Anna a Varsavia, il chiostro dei SS. Apostili a Roma; la chiesta trecentesca di Donnaregi­na in Napoli; il Ponte Vecchio a Firenze; il campanile della chiesta di S. Martino a Burano; il portale maggiore della cittadella monastica di S. Chiara a Napoli; la Catte­drale di Napoli; l'ex convento di S. Pietro Martire in Na­poli.

B) Rilievo di zone archeologiche: il caso di Pompei; restau­ro di edifici allo stato di rudere.

C) Esperienze di restauro urbanistico in Gran Bretagna e in Germania:

- Esperienze di restauro urbanistico in Francia; i setto­ri di salvaguardia del Marais (Parigi), Chartres, Sarlat, Senlis.

Esperienze di restauro urbanistico nei paesi dell'Est europeo: il caso di Budapest.

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- Metodologia della progettazione del restauro urbani­stico: il caso del centro antico di Napoli.

- Esperienze di restauro urbanistico compiute in Italia: il caso di Bologna.

Inoltre, prima di dare inizio allo studio della tecnica del resta~ro, verr~nno richiamate le conoscenze - già note agli alilevi - relatIve alle strutture murarie verticali (entro e fuo­ri terra), agli archi, volte, cupole, solai, coperture a tetto.

Infine, per fornire chiarimenti e sviluppare la discussIOne sugli argomenti in programma, gli assistenti ed i collaborato­ri al corso. incontreranno gli allievi in orari prestabiliti in aggiunta a quelli delle lezioni. '

Bibliografia

Indicazioni bibliografiche utili per facilitare lo studio ge­nerale e l'approfondimento degli argomenti trattati saranno fornite, durante lo svolgimento del corso ad integrazione e chiarimento del seguente elenco di testi: ' Parte prima

1. La tutela dei beni culturali: 1.1. La cooperazione cultura­le internazionale e la partecipazione italiana, di R. Di Ste­fano, in « Restauro », n. 3, 1972; Norme ed orientamenti per la tutela dei beni culturali in Italia, I, di R. Di Stefa­no - G. Fiengo, in « Restauro », n. 40, 1978; 1.2. R. Di Ste­fano - G. Fiengo, La moderna tutela dei monumenti nel mondo, Napoli 1972; 1.3. Norme ed orientamenti per la tutela dei beni culturali in Italia I-Il, di R. Di Stefano - G. Fiengo, in « Restauro », n. 40/1978, n. 41/1979; R. Di Ste­fano, Il recupero dei valori, Napoli 1979.

2.

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Bre~e st~ria del restauro: 2.1. A. Maiuri, L'ultima fase edzlzzz~ dz Pompei, Napoli 1942; Tutti gli scritti di Raffael­lo (EdIZ. B.U.R.); S. Valtieri, Sanzio Sovrintendente, in « Architettura », n. 193, nov. 1971; R. Di Stefano, La cat­tedrale di Napoli, ivi 1975; R. Di Stefano, La cupola di S. Pietro, Napoli 1969; S. Casiello - G. Fiengo, La tutela dei

monumenti nella prima metà dell'800, in « Restauro », n. 5, 1972; M. Di Macco, Il Colosseo, Roma 1971, pp. 98-102 «Restauri e proposte nell'Ottocento).

3. Teorie del Restauro: R. Di Stefano, J. Ruskin, Napoli, 1969; J. Ruskin e W. Morris, di G. Rocchi e F. La Regina, in « Restauro », nn. 13/14, 1974; C. Perogalli, Monumenti e metodi di valorizzazione, Milano 1954; C. 'Ceschi, Teoria e storia del restauro, Roma 1970; C. Brandi, Teoria del restauro, PBE, Torino 1977; R. Pane, Attualità dell'am­biente antico, Firenze 1967; R. Di Stefano, Il recupero dei

valori, Napoli 1979.

Parte seconda

5. Progettazione del restauro: R. Di Stefano, Il recupero dei valori, Napoli 1979; AA. VV., Il centro antico di Napoli, ivi 1971; Tutela e conservazione di edifici allo stato di ru­dere di L. Santoro - S. Casiello, in « Restauro », n. 12,

1974.

6. Tecnica del restauro (ed esempi di intervento): Diagnosi dei dissesti e consolidamento degli edifici, a cura di G. Fiengo, Napoli 1978; Esperienze di restauro urbanistico in Gran Bretagna, di R. Worskett, in « Restauro », n. 9, 1973; l settori di salvaguardia in Francia: restauro-urbanistico e piani di intervento, di R. Di Stefano - G. Fiengo - S. Ca­siello, in « Restauro l), n. 11, 1974; Aspetti metodologici del restauro urbanistico: i casi di Bologna e di Napoli, di A. Aveta, in « Restauro », n. 30, 1977; Vari altri contributi nella rivista « Restauro».

RESTAURO DEI MONUMENTI (B)

Prof. Stella Casiello

Il programma è a disposizione degli allievi presso l'Isti­tuto di Storia dell'Architettura.

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SCIENZA DELLE COSTRUZIONI (A)

Prof. Giovanni Castellano

La prima parte del corso ha come oggetto la trattazione della Meccanica dei Solidi con particOlare riferimento al mo­to ed all'equilibrio di un corpo deformabile.

Utilizzando il calcolo differenziale assoluto (calcolo ten­soriale) si sviluppano le analisi degli stati di deformazione e di tensione relativi ad un {( continuo)l tridimensionale; defi­niti i legami tensione-deformazione nell'ipotesi di materiale « stabile)l, si discute il problema analitico dell'equilibrio ela­stico. In particolare si analizza la soluzione del problema nel caso del solido di De Saint-Venat.

Nella seconda parte del corso si svolge la trattazione del­la Meccanica delle Strutture: teoria tecnica della trave, teoria dei sistemi formati da travi (telai); l'analisi dei telai viene condotta utilizzando il calcolo matriciale, particolarmente adatto a predisporre algoritmi orientati alla elaborazione au­tomatica dei dati.

Il corso si conclude con la trattazione dei problemi ri­guardanti i criteri di resistenza e la stabilità dell'equilibrio elastico.

Bibliografia

Appunti sul corso.

R. Baldacci, Scienza delle costruzioni.

A. E. H. Love, A treatise on the mathematical theory oj ela­sticity.

Y. C. Fung, Fundations oj solid mechanics.

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SCIENZA DELLE COSTRUZIONI (E)

Proi. Alessandro Baratta

Obiettivo della Scienza delle Costruzioni nel campo delle costruzioni civili è istituire i presupposti scientifici fondamen­tali per lo studio di una qualsiasi realizzazione strutturale, in­tesa come insieme di elementi materiali atto a resistere alla azione, prolungata nel tempo, dell'ambiente nel quale esso esplica la sua funzione.

Il corso, che va inteso come un preliminare al vero e proprio tema della progettazione strutturale, si propone per­ciò di trattare i fondamenti della Statica e della Cinematica dei corpi deformabili, in particolare dei solidi elastici, come necessaria premessa, da un lato, allo studio (Problema del De Saint Venat) di un elemento di larga diffusione nella pra­tica tecnica, e cioé la trave, e dall'altro lato alla comprensione di più complesse tipologie strutturali (quali piastre, volte, ecc.) che l'allievo affronterà nei corsi strutturali degli anni successivi.

Utilizzando i risultati acquisiti per le travi, che saranno in parte anticipati sotto forma di teoria tecnica delle travi, si tratterà la teoria delle strutture monodimensionali, intenden­do per tali quelle che risultano costituite dall'assemblaggio di più travi. Acquisite tali cognizioni, si mostrerà poi come eseguire la verifica di resistenza del materiale costituente la struttura, in base ai risultati dell'analisi ed al criterio della Normativa tecnica vigente.

Si introdurrà infine il problema della stabilità dell'equi­librio elastico, illustrandolo con esempi relativi, ad aste snelle caricate di punta ed a sistemi elasto-rigidi, ed evidenziandone i riflessi nella tecnica costruttiva.

Testi consigliati

V. Franciosi, Scienza delle COSii'uzioni, ed. Lig., Napoli, voll. I, n e III.

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V. Franciosi, Problema di Scienza ,delle Costruzioni, ed. Li­guori, VolI. I - II.

M. Capurso, Lezioni di Scienza delle Costruzioni, ed., Pitagora, Bologna.

O. Belluzzi, Scienza delle Costruzioni, ed., Zanichelli, Bolo­gna, VoI. I.

E. Giangreco, Esercizi di Scienza delle Costruzioni, ed. Liguo­ri, Napoli, Voll. I II III.

A. Baratta, Appunti dalle Lezioni.

STATICA (A) (B)

Prof. Maria Elisa Bonelli Prof. Stefania Maisano

1. Calcolo vettoriale: Definizione di vettore - Operazioni sui vettori - Sistemi di vettori equivalenti.

2. Statica: Principi fondamentali della meccanica - Equi­librio di un punto materiale libero o vincolato - Equilibrio di un corpo rigido libero o vincolato - Equilibrio di un sistema meccanico - Principio di sovrapposizione degli effetti per le forze - Caratteristiche di sollecitazione interna.

3. Cinematica: Traiettorie di un punto materiale e di un corpo rigido liberi o vincolati - Sistemi meccanici - Spazio delle configurazioni - Spostamenti finiti ed infinitesimi - Prin­cipio di sovrapposizione degli effetti per gli spostamenti infi­nitesimi - Catene cinematiche - Distorsioni.

4. Principio dei lavori virtuali: Lavoro - Spostamenti vir­tuali - Principio dei lavori virtuali - Applicazioni del principio dei lavori virtuali a sistemi meccanici lablli, isostàtici e iper·· statici - Linee di influenza.

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5. Stabilità (Zell'equilibrio: Analisi della qualità dell'equi­librio tramite il principio dei lavori virtuali o la funzione ener­gia potenziale.

Bibliografia essenziale

Bonelli, Fino, Maisano, Statica.

Bonelli, Maisano, Il calcolo matridale applicato all'analisi dei sistemi rigidi.

A.A. V.V., Esercizi di staUca.

A.A. V.V., Sulla stabilità dell'equilibrio nei sistemi rigidi.

STATICA (C)

Prof. Luciano Boscotrecase

Premessa

La « Statica » viene intesa come una disciplina che dalla Meccanica Razionale prende e sviluppa gli argomenti che co­stituiscono la necessaria premessa allo studio dei problemi statici della « Scienza e Tecnica delle Costruzioni».

Gli argomenti del corso, integrati con una prima parte di premesse matematiche, sono tuttavia presentati in modo tale da poter essere eseguiti da allievi che non abbiano una preparazione specifica di Meccanica Razionale. Seguendo que­sta visione, che vede la Statica come disciplina autonoma e non come caso particolare della Dinamica, sarebbe opportuno dare a questo corso il titolo di « Statica applicata alle costru­zioni », per ribadire che esso è finalizzato a fornire i primi ele­menti della « Teoria delle strutture »,

Accanto alla usuale formulazione dei problemi, sia stati­ci che cinematici, sarà presentata anche una formulazione con

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notazione matriciale. L'adozione di tale algoritmo. è sembrata utile per abituare l'allievo fin dai primi approcci con i proble­mi di teoria delle strutture ad un linguaggio che va oggi sem­pre più diffondendosi per l'utilità che ne deriva nei casi più complessi da risolvere mediante gli elaborati elettronici.

Altro indubbio vantaggio della formulazione matriciale è che, trattandosi di un linguaggio estremamente sintetico, met­te in evidenza la struttura matematica dei problemi fisici e ne consente pertanto una visione unitaria. In altri termini si dà risalto così non tanto al singolo « esercizio}) quanto a tutta una classe di problemi.

Sebbene sia dato un certo spazio alla trattazione grafica, essa viene tuttavia utilizzata soprattutto quando consente una « rappresentazione}) visiva di un problema fisico e non quando si riduce a « calcolo}) grafico.

La parte di «cinematica dei piccoli spostamenti}) svilup­pata durante il corso, acquista rilievo sia per la dualità con la Statica, che per l'utilità che ne deriva nell'applicazione del Principio dei Lavori Virtuali.

Inoltre !'interesse per l'analisi cinematica appare oggi giustificato per l'applicazione che si ritrovano nel «calcolo o rottura}) delle strutture.

Programma

l. Teoria dei vettori liberi: Grandezze scalari e vettoriali' Rappresentazione delle grandezze vettoriali; Le compo: nenti di un vettore; Operazioni sui vettori liberi; Rappre­sentazione cartesiana dei vettori; Operazioni sui vettori in componenti cartesiane; Questioni varie relative ai vet­.tori.

2.

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Algebra delle matrici: Operazioni algebriche; La matrice inversa di una matrice quadra; Matrici colonna e vettori algebrici in uno spazio ad n dimensioni; Richiami di al­gebra lineare.

3. Teoria dei vettori applicati: Operazioni sui vettori appli· cati; Momento di un vettore e di un sistema di vettori; Si­stemi di vettori a risultante nullo; Sistemi di vettori a ri­sultante non nullo; Sistemi equivalenti di vettori; Siste­mi di vettori equilibranti di un sistema dato; Sistemi pia­ni di vettori; Studio grafico dei sistemi di vettori.

Parte seconda - Meccanica del corpo rigido: Cinematica del corpo rigido; Il principio dei lavori virtuali; Statica del corpo rigido; Analisi statico-cinematica del corpo rigido vincolato.

Parte terza - Le strutture: Il problema strutturale; Lo schema strutturale; Le azioni esterne.

Parte quarta - Analisi strutturale: Analisi cinematica delle tra­vi e dei sistemi di travi; Analisi statica delle travi e dei sistemi di travi; Analisi statico-cinematica delle strutture reticolari; Le linee d'influenza.

Articolazione ed organizzazione

Il corso è articolato in lezioni ed esercitazioni secondo un orario che verrà comunicato in un secondo tempo. Nel cor­so delle lezioni si tratta l'impostazione teorica dei problemi e si presentano pochi esempi semplici. Nel corso delle eserci­tazioni vengono presentati esempi ed applicazioni gradual­mente più complessi.

In tal modo l'allievo ha la possibilità di seguire, durante le lezioni, un filo logico di ragionamenti, senza disperdersi in problemi particolari. Durante le esercitazioni, ha la possibili­tà di acquisire una progressiva maturità nella risoluzione dei problemi applicativi.

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STATICA (DJ

Prof. Paolo Belli

Gli argomenti del corso, più sotto elencati, sòno scelti con l'intento di svolgere, in vista dei programmi dei corsi col­laterali e successivi, una prima precisa indagine sul compor­tamente statico delle strutture.

A questo scopo, senza tralasciare gli aspetti meccanici del calcolo, il corso si propone di stimolare il sensi critico-ra­zionalistico degli allievi, evidenziando l'aspetto fisico dei pro­blemi.

In questa luce sono stati introdotti, a conclusione del corso, i due argomenti, tanto fondamentali quanto attuali, sulla Analisi limite )), sia pure limitatamente al « Limit desi­gn)), e sulla « Stabilità dell'equilibrio )).

Ovviamente il corso inizia con qualche richiamo di alge­bra, anche vettoriale, come indispensabile strumento per la trattazione degli argomenti successivi e va completato con numerose e svariate applicazioni.

Indice degli argomenti

Teoria dei Vettori: Scalari e vettori. Algebra dei vettori. Versori. Versori fondamentali. Rappresentazione cartesiana dei vettori. Campi vettoriali. Prodotto scalare e Prodotto vet­toriale. Prodotti tripli. Momento di un vettore applicato ri­spetto ad un punto. Momento di un vettore applicato rispetto ad un asse. Momento risultante di un sistema di vettori appli­cati. Modo di variare del momento al variare del centro di riduzione. Sistemi equivalenti e sistemi equilibrati. Coppie. Equivalenza di ogni sistema di vettori applicati ad un vettore e ad una coppia e ad un unico vettore o ad una unica coppia. Poligoni funicolari piani. Teorema fondamentale sili poligoni funicolari. Riduzione di un sistema piano di vettori ad un unico vettore ad un'unica coppia. Poligono dei successivi ri-

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sultanti. Calcolo grafico del momento risultante di un sistema piano di vettori.

Elementi di Cinematica dei Sistemi Rigidi: Gradi di li­bertà di un sistema. Moti di rotazione e di traslazione. Vincoli. Moti piani dei sistemi rigidi. I vincoli negli elementi monodi­mensionali piani. Condizioni di isostaticità, labilità e ipersta­ticità delle strutture. Determinazione delle labilità di una struttura (le catene cinematicheJ. Le distorsioni e gli sposta­menti da distorsioni nelle strutture isostatiche.

Statica delle Strutture: Condizioni di equilibrio di un punto materiale. Postulati fondamentali della statica dei si­stemi rigidi. Condizioni di equilibrio dei sistemi rigidi. L'equa­zioni cardinali della stati ca. Il principio statico di azione e reazione. I vincoli e le reazioni vincolari. La ricerca delle rea­zioni vincolari attraverso le equazioni cardinali della statica. Le caratteristiche della sollecitazione interna. Il principio dei Lavori Virtuali nei sistemi olonomi. II principio di Lagrange. Le applicazioni del principio dei lavori virtuali (ricerca di reazioni vincolari, ricerca delle caratteristiche della sollecita­zione interna, le linee di influenza l. La ricerca grafica delle reazioni vincolari. Le relazioni tra le caratteristiche della sol­lecitazione e le forze applicate. I diagrammi delle sollecitazio­ni. I diagrammi delle sollecitazioni nelle travi isostatiche a più campate (le travi GerberJ. Determinazione analitica delle ca­ratteristiche della sollecitazione nelle travi ad una campata. La determinazione degli sforzi nelle aste delle travature re­ticolari isostatiche. I sistemi simmetrici ed antisimmetrici. I sistemi spaziali.

Elementi di Analisi limite delle Strutture: Analisi del comportamento dei materiali oltre il limite elastico. La ridi­stribuzione degli sforzi interni in fase eIesto-plastica. Le tra­vature reticolari. Le strutture inflesse. I teorami di Prager­Grenberg e B1eich.

Considerazioni sull'Equilibrio: Qualità dell'equilibrio. Energia potenziale delle forze. L'energia potenziale totale. Le condizioni di equilibrio nei sistemi rigido-elastici. Le condi­zioni di stabilità dell'equilibrio.

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Testi consigliati

Teoria dei Vettori:

Levi-Civita e Amaldi, Meccanica razionale, ed., Zanichelli, Bo­logna.

Boscotrecase e Di Tommaso, Statica Applicata alle Costruzio­ni, ed., Pitagora, Bologna.

Cinematica e Statica delle Strutture:

V. Franciosi, Fondamenti di Scienza delle Costruzioni, voI. 3, Liguori, Napoli. Boscotrecase e Di Tommaso, op. cito

Analisi Limite:

V. Franciosi, Scienza delle Costruzioni, voI. 4, Liguori, Napoli.

Massonet-Save, Calcolo a rottura delle strutture, Zanichelli, Bologna.

Stabilità dell'Equilibrio:

V. Franciosi, Scienza delle Costruzioni, voI. 5, ed., Liguori, Na­poli.

A. Raithel, L'Equilibrio Elastico, ed., Liguori, Napoli.

Per tutti gli argomenti sono a disposizione gli appunti delle lezioni svolte.

STORIA DELL'ARCHITETTURA I (A)

Prof. Alfonso Gambardella

Il corso si articola in due momenti: il primo di carattere istituzionale, il secondo seminariale.

Nel corso istituzionale vengono analizzate alcune fonda­mentali tematiche di storia dell'architettura facendo costante riferimento al rapporto classicismo-anticlassicismo.

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In partico'are vengono trattati i seguenti temi:

a) Vita culturale e realtà socio-economica dell'Italia del 400 e 500 (con pP.rticolare riferimento a Brunelleschi, Alberti, Bramante, Michelangelo);

b) l'ambiente culturale romano e l'architettura barocca;

c) l'archit3ttura a Roma tra Seicento e Settecento.

Tema del corso seminariale: Il centro storico di Napoli.

Bibliografia essenziale

R. Wittkover, Principi architettonici nell'età dell'umanesimo, Torino, 1964;

M. Tafuri, L'architettura dell'Umanesimo, Bari, 1972.

P. Pmtoghesi, Roma Barocca, Bari, 1975.

A. Gambardella, Architettura e committenza nello Stato Pon­tificio tra bal'Occo e rococò, Napoli, 1979.

Note di Architettura ed ambiente nel centro storico di Napoli, Napoli, 1979, a cura di A. Gambardella con contributi di G. Amirante, E. Di Domenico, F. Divenuto, M.R. Doria, A. Litta.

STORIA DELL'ARCHITETTURA I (B)

Pro!. Lucio Santoro

Lo studio storico-critico dell'architettura premette l'ana­lisi dei problemi metodologici: concetto di storia, definizione di architettura, rapporto tra monumento e ambiente, proble­mi di estitica, tipologia. La metodologia è fondata sull'analisi spaziale intesa quale elemento determinante per la compren­sione del valore formale degli organismi architettonici, consi-

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derati non come singoli monumenti a sé stanti, bensì in stret­ta relazione con l'ambiente. L'analisi viene integrata, per una visione globale del giudizio critico, dallo studio dei fattori sociali, politico-economici, filosofici e tecnici che hanno con­dizionato lo sviluppo dell'architettura e dell'urbanistica.

L'impostazione metodologica viene verificata attraverso l'analisi di tre nuclei urbani antichi: Napoli, Pompei, Spalato. Per l'analisi del centro antico di Napoli viene analizzata l'area culturale ellena sviluppatasi nel Mediterraneo, considerando gli aspetti emblematici della cultura greca nel campo dell'ur­banistica (polis) e dell'architettura (templi, teatri), ed il mu­tamento della struttura socio-politica di quella civiltà nella cultura ellenistiea che affermò una diversa concezione di vita associata condizionante un nuovo spazio urbanistico. Per Pom­pei, invece, si analizzano le attrezzature urbane romane: foro, terme, teatri e anfiteatri, al fine di comprenderne il significa­to in rapporto alla struttura urbana. L'analisi di tali attrezza­ture evidenzia la tecnica e l'evoluzione spaziale dell'architettu­ra romana che raggiunge la fase conclusiva nel palazzo di Dio­cleziano a Spalato, esaminato questo nei suoi aspetti pecu­liari e nell'impostazione urbanistica romana.

Il corso prevede una serie di visite per permettere la frui­zione diretta degli spazi analizzati facilitando così la verifica dell'analisi teorica.

Bibliografia essenziale

Per la metodologia:

B. Zevi, Architettura in nuce, Venezia Roma 1960.

E. H. Carr, Sei lezioni sulla storia, Torino 1966.

Voci, Estetica e Storiografia in Dizionario enciclopedico di ar­chitettura e di urbanistica, Roma 1968, voli. II e VI.

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Per Napoli, Pompei e Spalato

H. Berve - G. Gruben - M. Hirmer, l templi greci, Firenze 1962.

I. Mumford, La città nella storia, Vicenza 1964.

A. Giuliano, Urbanistica delle città greche, Milano 1966.

A. J. Toynbee, Il mondo ellenico, Torino 1967.

S. Bettini, Lo spazio architettonico da Roma a Bisanzio, Bari 1978.

P. Grimal, La civiltà romana, Firenze 1961.

Voce, Romana architettura ed urbanistica, in Dizionario ... so­pra cit., voI. V.

Una bibliografia più dettagliata (sia per la parte metodo­logica sia per le parti applicative riferite alle tre città suddet­te) è a disposizione degli allievi presso l'Istituto.

STORIA DELL'ARCHITETTURA I (C)

Prof. Francesco Starace

Fra le premesse all'insegnamento di Storia dell'architet­tura I C)) ne indico due: a) la storia dell'architettura può definirsi come storia del conflitto permanente fra le dottrine teoriche generali e la prassi dei casi concreti, degli edifici da costruire; b) non può esistere architettura senza una filosofia dell'architettura, senza una teoria che rende intenzionale l'at­tività del costruire. Come si esprime J. Summerson (1970): « l'uso del linguaggio classico dell'architettura non è mai an­dato disgiunto da una certa filosofia, ogni volta che ha rag­giunto un'eloquenza elevata )). Ma l'osservazione è valida anche per il linguaggio anticlassico del medioevo.

Nel volume Gothic architecture and scholasticism (Cleve­land and New York, 1957), E. Panofsky, riprendendo alcune tesi di Semper, Worringe,', Maritain, stabilisce una equazione tra modo di costruire ed il contemporaneo modo di pensare, tra l'ardo della cattedrate. e l'ordo del sistema teocratico;

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identifica così un ~enerale codice di riferimento che consente dI comprendere pm a fondo i complessi significati della cat­tedrale gotiCa, legatI anche alla progettazione. L'edificio, in quanto forma totale, rappresenta e comunica il creato secon­do una formula complessa ed esprime il mondo delle Summae con tutt.e le g~ra:chie ordinate e collocate al giusto posto; DlO e gll angell, l annunciazione ed il Giudizio i mestieri I natura, il mistero della vita, la morte, il diavolo 'stesso. AP~un~ to per U. Eco (1970). Scolastica significa « dottrina di uno stato uni~ersale di cui le Summae sono la costituzione, le cat­tedr~ll, I encIClopedIa, e l'Università di Parigi la capitale. In particolare la Summa può considerarsi come un sistema for­mallzzato e razionalizzante che, con i mezzi di cui dispone, attra~erso un processo deduttivo, soliecitato con opportune questlO111, ottIene un esito logico. E come la Summa Scolasti­ca la cattedrale :acchiude l'insieme delle conoscenze, rappre­senta una totallta. In analogia ai procedimenti Scolastici fon­d~tI su tre attributi del bello (manifestatio o claritas, propor­Uo stve conso~antia, integritas sive perfeetio) dopo oscilla­ZlO111 fra soluzlOni ed ideali contrapposti - il Sie ed il Non degli Scolastici - anche la cattedrale (ed in particolare tre sum problemi: il rosone della facciata ovest, il muro sotto al clanstono, la conformazione dei pilastri della navata) tende « ad approssimare una perfetta ed ideale soluzione» secon­do lo schema di ragionamento: videtur quod - sed e;ntra _ resPo~deo dieendum. Essa raggiunge così « un equilibrio ine­guagllabile fra il tipo basilicale e la pianta centrale, soppri­m~ndo Og111 elemento che potesse disturbf\re questo equili­bno ».

. La « ric?ndliaZione definitiva di possibilità contradditto­rie », nonche riguardare il singolo elemento della cattedrale si verifica anche in occasione di un progetto complessivo' ii coro (chevetl ideale progettato in collaborazione ed illustr~to n~1 celebre Taccuino di Villard de Honnecourt, sintetizza opi-1l~0111 ed aspirazioni diverse in un risultato per così dire com­bm.atono. « Uno chevet che combina, come avviene, ogni pos­SIbIle Szc con ogni possibile Non. Esso ha un doppio ambula­cro comb.inato con un emiciclo continuo di cappelle piena­~ente sVIluppate, tutte all'incirca eguali in profondità. La pianta di queste cappelle è alternativamente semicircolare e _

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alla maniera cistercense - quadrata. E mentre le cappelle quadrate sono voltate separatamente, secondo l'uso, quelle se­micircolari sono vOltate con la chiave di volta comune agli adia­centi settori deìl'ambulacro esterno come a Soisson e suoi de­rivati. La dialettica scolastica ha condotto qui il pensiero archi­tettonico ad un punto in cui esso cessa quasi di essere archi­tettonico ». L'iscrizione, posta a commento del disegno da un allievo di Villani conosciuto come « Maestro 2 », dice: « Istud presbiterium inuenerunt Ulardus de Hunecort et Petrus de Corbeia inter se disputando ». La forma definitiva risulta quin­di da interpretazioni non esclusive ed unilaterali, ma comple­mentari, mediante una sintesi tesa ad armonizzare ed equili­brare le verità parziali. In questo caso si tratta di conciliare l'ascetismo cistercense rappresentato da S. Bernardo con lo interesse per una architettura « nobile, chiara, ultrarisplen­dente)} teorizzata da Suger. La disputa fede-ragione appare in questo caso risolta da un procedimento che, fondato sull'at­teggiamento sincretico della mentalità Scolastica e quindi sulla ricerca, assume un accento sperimentale. Appunto i' due architetti gotici invenerunt, ossia trovarono la forma dello chevet ideale disputando fra loro come due filosofi Scolastici. Il saggio di Panofsky pone quindi il tema del nesso tra archi­tettura, scienza e filosofia in età gotica o meglio dello stretto rapporto tra l'architettura ed il pensiero scientifico dell'epo­ca; ed è proprio la scienza, quella teorica dei filosofi e dei ma­tematici, ma anche quella emprica, meccanica, degli addetti alla pratica costruttiva, ad assumere il ruolo di ponte tra la filosofia e l'architettura.

Bibliografia

R. Assunto, Introduzione alla storia della filosofia come sto­ria dell'architettura, in « Arte» n. 9. 1970.

F. Starace, L'esempio di Zeusi: la forma del progetto come invenzione di sintesi di strutture geometrice, in: AA. VV., lnvenzione e linguaggio deduttivo, a cura di C. Palermo, Napoli 1980, Bl5, pp. 1-6.

J. Summerson, Il linguaggio classico dell'architettura, Torino, 1970.

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STORIA DELL'ARCHITETTURA I (D)

Prof. Gaetana Cantone

Problemi di storiografia architettonica

teoria e storia dell'architettura; storia dell'architettura e restauro.

gli indirizzi interpretativi: la linea storico filologica e la linea storico-sociale.

il ling~~ggio classico nell'architettura; il recupero delle antlChlta; Il classicismo in architettura.

architettura e storiografia: teorie dell'architettura, revi­vals, tendenze.

Il rinascimento in architettura ed il recupero delle antichità

il codice e la « maniera».

i modelli di riferimento.

La trasformazione delle città e l'architettura nel rinascimen­to Italiano

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Aspetti, temi e problemi.

il concetto di Rinascimento' il Rinascimento in architet-tura. '

l'influenza di Vitruvio nella letteratura architettonica.

F. Brunelleschi e L. B. Alberti.

l'opera di F. Brunelleschi e gli esiti brunelleschiani.

L. B. Alberti: storia dell'architettura, teoria dell'architet­tura, restauro urbano.

L. B. Alberti: le opere.

Picenza, Urbino, Ferrara, Firenze, Roma, Napoli, Milano: la trasformazione della città medioevale.

Filarete, Leonardo e Bramante a Milano.

D. Bramante a Roma e la vicenda di S. Pietro.

i Sangallo: le opere e le ricerche; il rapporto con le opere di Brunelleschi.

Leonardo da Vinci: i! risanamento delle grandi città.

Raffaello: i! rapporto su Roma antica; le opere architet­toniche.

la ricerca architettonica di B. Peruzzi.

Michelangelo architetto.

S. Serlio: l'obbligo del restauro.

i! rinnovamento urbano come forma sociale: gli utopisti.

Bibliografia di base

F. Bologna, I modelli di studio dell'arte italiana ed il proble­ma metodologico oggi, in « Storia dell'Arte Italiana» (Ei­uaudil Torino 1979, pp. 165-282.

B. Zevi, Architettura e storiografia, Torino, 1974.

G. Cantone, La città di marmo, Roma 1978.

M. Tafuri, L'architettura dell'Umanesimo, Roma - Bari 1976.

P. Murrey, L'architettura del Rinascimento italiano, Bari, 1977.

G. Cantone, Voci dell'Enciclopedia Europea Garzanti.

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STORIA DELL'ARCHITETTURA I (E)

Prof. Giulio Pane

L'orientamento del corso risponde ad alcune premesse considerate fondamentali: che lo studio e la conoscenza della architettura non possono essere affrontati che secondo il me­todo storico-critico; che l'architettura va considerata sempre in relazione al suo ambiente; che la stratificazione è.fenomeno specifico dell'architettura, ancorché non esclusivo; che il giu­dizio storico-critico deve orientare l'attività dell'architetto.

Tali concetti vengono illustrati ed esemplificati nella loro interrelazione nel corso delle lezioni, sia come definizione di principio, sia attraverso lo studio di monumenti ed ambienti urbani, con particolare riferimento al patrimonio culturale campano.

La problematica storico-critica

Architettura: significato e storia del termine. Definizione dell'architettura secondo i suoi fini, le sue tecniche, le sue poetiche. Architettura, edilizia, ambiente. Architettura ed ur­banistica.

Storia e storia dell'architettura. Problemi e metodi della storiografia generale, della storiografia artistica, della storio­grafia architettonica.

La storiografia architettonica: le sue fonti e le sue pro­blematiche. Il rapporto committente·architetto·costruttore nella storia dell'architettura. Pregiudizi tipologici, stilistici e tecnologici.

La storiografia architettonica nella sua influenza operati­va. L'attività architettonica come oggetto e come soggetto storico-critico. Contenuti critici dell'opera architettonica. La critica come atto espressivo. Il restauro come « laboratorio» della storiografia architettonica.

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La conoscenza dell'ambiente architettonico ed urbanistico

Architettura ed ambiente antico. Cenni sulla cultura ar­chitettonica preromana: Egitto e Grecia; principali testimo· nianze architettoniche ed ambientali.

La casa a Pompei ed Ercolano, il suo sviluppo architetto­nico, dall'atrio italico al peristilio ellenistico, negli esempi più significativi.

Architettura ed urbanistica in età romana. I grandi im­pianti pubblici e l'investimento del tèrritorio geografico. Si­stemi costruttivi: dal sistema trilitico alle volte concrezionali.

Napoli greco-romana; cenni sulla antica struttura urbana e sua stratificazione morfologica. Centro antico e centro sto­rico.

Rinascenza e Rinascimento; storia dei termini e concetti generali. Il risveglio dell'antichità e Firenze. L'architettura na­poletana tra tardogotico e Rinascimento.

Cenni sullo sviluppo urbanistico di Napoli dalle origini all'età contemporanea.

Nota. - Le indicazioni bibliografiche verranno fornite agli stu­denti, insieme ad un programma più dettagliato, durante lo svolgimento del corso stesso.

STORIA DELL'ARCHITETTURA II (A)

Prof. Renato De Fusco

Il corso si basa su quattro premesse. La prima considera l'architettura come linguaggio. La seconda privilegia il mo­mento metodologico, semiotico-strutturale, rispetto a quello operativo e puramente storicistico. La terza muove dall'assun­to che si vuole più insegnare un metodo per la conoscenza della storia dell'architettura che non la storia come evoluzione di monumenti. La quarta, tenendo conto dei limiti di tempo e

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del numero scarso di lezioni, riduce la parte applicativa del corso all'analisi di poche e paradigmatiche opere, tentando di riportare ad esse la più ampia storicità del tempo loro.

In particolare, il corso, basato su due testi, si compone di due parti. La prima illustra il metodo semiotico-strutturale relazionato alla storiografia architettonica e analizza le se­guenti op,,!'e paradigmatiche: il tempio greco, la basilica ro· mana, la chiesa S. Michele a Pavia, la cattedrale di Chartres, la cappella Pazzi, la villa Capra, il tempietto di S. Pietro in Montorio, S. Ivo alla Sapienza, la Maison du Peuple, l'Unità di abitazione di Marsiglia. La seconda parte applica le meto­diche suddette alle vicende dell'architettura contemporanea e analizza le opere paradigmatiche appartenenti ai seguenti codici-stili: l'eclettismo storico, l'Art Nouveau, il protorazio­nalismo, il razionalismo, il movimento organico, il « codice virtuale » (edizione usata per comprendere i fenomeni più at­tuali e le ricerche in atto più vicine ai temi della progettazione architettonica) .

Bibliografia

R. De Fusco, Segni storia e progetto dell'architettura, Laterza, Bari, 1973.

R. De Fusco, Storia dell'architettura contemporanea, Laterza, Bari, 1974.

STORIA DELL'ARCHITETTURA II (E)

Prof. Cesare de Seta

Dal modernismo al postmodernismo

Il corso vuole indagare le ragioni della nascita del lin­guaggio del Movimento moderno, della sua crisi e allo stesso tempo della sua vitalità. Data l'ampiezza dell'argomento che abbraccia un arco di tempo che va dagli esordi del secolo ai

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nostri giorni si privilegeranno alcuni momenti di particolare rilievo.

Gropius ed il Bauhaus dalla Germania all'America. Le Corbusier dal Purismo a Ronchamp. Continuità e discontinuità nella cultura italiana. La generazione del dopoguerra: Stirling, R. Venturi &

Rauch, I Five.

Per tale corso si considera indispensabile una lettura di un manuale si consiglia: L. Benevolo, Storia dell'architettura moderna.

Libri consigliati

C. De Seta, La cultura architettonica in Italia tra le due guer· re, Laterza, Roma - Bari, 1977;

G. Pagano, Architettura e città durante il fascismo, a cura di

C. De Seta, Laterza, Roma - Bari, 1976;

C. De Seta, Origini ed ecclisse del movimento moderno, Later­za, Roma - Bari, 1979.

Per l'opera di Gropius, Le Curbusier, e la generazione del dopoguerra verranno fornite bibliografie particolareggiate nello svolgimento del corso.

STORIA DELL'ARCHITETTURA II (C)

Prof. Giancarlo Alisio

Tema del corso: Napoli e la cultura Europea dall'Illuminismo al Liberty.

Premessa

Il tema del corso trae origine sia del desiderio di fare verificare agli allievi con immediata evidenza il rapporto tra

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il contenuto delie lezioni e la realtà che li circonda sia dalla necessità di fornire una più approfondita conoscenza del nu­cleo urbano napoletano su cui si sviluppa la didattica della maggior parte dei corsi di architettura.

Si è preferenziato il periodo compreso tra gl inizi del '700 e i primi anni del '900 dato che in quest'arco di tempo si de­finiscono quella serie di fattori urbanistici, architettonici, po­litici e sociali che hanno poi determinato l'attuale rea.ltà na­poletana. Ovviamente durante lo svolgimento delle lezioni sa­ranno costanti i riferimenti a tutti gli analoghi e contempora­nei aspetti della cultura architettonica ed urbanistica europea.

Numerosi sopralluoghi integrano le lezioni.

Argomenti

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La cultura illuminista in Europa. I problemi socio-politici ed economici all'inizio del nuovo regno. L'anticlericalismo ed i rapporti fra Stato e Chiesa.

La trasformazione della struttura urbana nel '700. Il rap­porto fra città e territorio. Le residenze per la corte (pa­lazzi reali di Napoli, Portici, Capodimonte).

L'attività napoletana di Luigi Vanvitelli e di Ferdinando Fuga. Gli architetti operanti nella 2" metà del '700: C. VanviteIli, F. Collecini, F. Sicuro.

Il significato della pianta del duca di Noja e la nuova idea di città nel saggio di V. Ruffo.

Origini e fonti della cultura neoclassica in Europa. Il contesto politico ed i problemi socio-economici a Napoli all'inizio del XIX secolo.

Urbanistica a Napoli durante il decennio francese. L'ope­ra di A. Niccolini. Gli interventi nella città fra il 1816 ed il 1860.

L'opera di E. Alvino ed i revivals.

Aspetti e problemi dopo l'Unità d'Italia. Gli interventi sulla struttura della città dopo il 1860: il quartiere del

Museo e la galleria Principe di Napoli; via Duomo; il quar­tiere orientale e l'offerta Gabrielli; il quartiere occiden­tale' la sistemazione del lungomare. ,

La bonifica dei fondaci; il piano regolato re del 1872;. il colera del 1884 ed i lavori per il risanamento e l'amplla­mento di Napoli. La città borghese.

Lamont Young. Il progetto di metropolitana e la ristrut­turazione della città. L'attività edilizia.

Gli sviluppi urbanistici in Inghilterra, in Francia e in Au­stria nel corso dell'Ottocento. Gli esempi di Londra, Pa­rigi e Vienna.

Le trasformazioni urbanistiche di Roma capitale.

L'architettura in ferro in Francia ed Inghilterra: le espo­sizioni internazionali; il risanamento del quartiere S. Bri­gida e la galleria Umberto I.

L'edilizia liberty ed il piano de Simone (1914).

Bibliografia di base

R. Pane, F. Fuga, Napoli 1956.

A. Venditti, Architettura neoclassica a Napoli, ivi 1961.

G. Bruno - R. De Fusco, Errico Alvino architetto e urbanista napoletano dell'800, Napoli 1961.

F. Venturi, Settecento riformatore, Torino 1969, voI. I.

G. C. Alisio, Sviluppo urbano e struttura della città in « Storia di Napoli », voI. VIII, Napoli, 1971.

P. Sica, Storia dell'urbanistica: L'Ottocento, Bari 1977, voI. I

G. C. Alisio, Lamont Young, Utopia e Realtà nell'Urbanistica napoletana dell'BOa, Roma 1978.

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STORIA DELL'ARCHITETTURA II (D)

Prof. Arnaldo Venditti

Programma

Urbanistica e architettura a Napoli dal Medioevo al Settecento

Premessa

Sul fondamento della contemporaneità della storia, il coro so affronta sinteticamente l'esame dei principali nodi critici della storiografia architettonica, attraverso una rassegna del. l'architettura napoletana dal medioevo all'età moderna, al fio ne di cogliere la processualità dello svolgimento storico e di verificare le tesi critiche mediante la lettura diretta delle fab. briche nel loro ambiente urbano, riferendo costantemente i fenomeni al quadro italiano ed europeo.

Argomenti

Storia dell'architettura. Storia e storiografia. Problemi della storiografia architettonica. Storia urbanistica di Napoli. Le fonti storiche e iconografiche. La struttura della città at. traverso i secoli. La cartografia di Napoli. Le superstisi strut. ture medioevali napoletane. Il gotico francese e la cultura al" chitettonica napoletana in età angioina e durazzesca. Il con. cetto di Rinascimento e le sue fasi storiche. Incontro tra mae. stri catalani e toscani a Napoli. Il Cinquecento napoletano tra classicismo e manierismo: da Malvito e Mormando a Dosio e Valeriano. L'opera napoletana di Domenico Fontana. Il concetto di barocco. La produzione del Seicento napoletano in rapporto al barocco romano. La figura di Cosimo Fanzago ed i temi architettonici della Napoli barocca. Il rococò napo. letano e roperà di Sanfelice e Vaccaro. L'edilizia civile ed il nuovo volto della metropoli settecentesca. Prospettive della cultura illuministica nell'ambiente della Capitale.

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Bibliografia

R. Pane, Napoli imprevista, 1949;

Id., Il Rinascimento nell'Italia meridionale, 1975;

Id., Architettura dell'età barocca a Napoli, 1939;

G. Russo, Napoli come città, 1966;

A. Venditti, Architettura dell'alto medioevo e Urbanistica e architettura angioina, in « Storia di Napoli », voll. II·III;

Id., Presenze e influenze catalane, in « Nap. nob. >l, 1973;

Id., Fra' Nuvolo e l'architettura napoletana fra il '500 e il '600, in « Atti Congr. Barocco », 1969.

Nota: Il corso sarà articolato secondo lezioni in aula, visite guidate a monumenti ed ambienti urbani Oezioni·sopralluo· go l ed incontri seminariali.

La bibliografia verrà integrata durante lo svolgimento del corso.

Premessa

TECNICA DELLE COSTRUZIONI (Al

Prof. Ugo Carputi

Nel corso di Tecnica delle Costruzioni di proponiamo di portare alla conoscenza dei giovani lo studio della progetta· zione delle opere architett.oniche, in particolare lo studio del· l'organismo strutturale, che è anch'esso opera architettonica.

Intendiamo in questo corso studiare sistematicamente le forme strutturali dal punto di vista del loro concetto statico, al fine di favorire la formazione di quella « sensibilità stati· ca » - se così si può dire - segnalata ed auspicata anche dal riordinamento delle Facoltà di Architettura, sensibilità stati·

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ca che deve essere rivolta a stimolare, ad ideare forme archi­tettoniche di valida e chiara possibilità costruttiva.

Approfondiremo la conoscenza di due materiali da co­struzione, maggiori protagonisti del fatto costruttivo, cioè dell'o.cciaio e del calcestruzzo armato, e della loro tecnologia, sulla base delle nozioni di elasticità già acquisite nel corso di Scienza delle Costruzioni.

Ci proponiamo infine di dare una visione ampia ed aggior­nata dei particolari procedimenti costruttivi e delle nuove forme, strutturali, mostrandone le attuali tendenze verso ul­teriori sviluppi e verso nuove possibilità costruttive.

I materiali strutturali - Proprietà essenziali dei materiali strutturali - Costanti fisiche e coefficienti di sicurezza dei materiali.

I carichi delle strutture - Carichi permanenti - Carichi ac­cidentali.

Strutture a molte iperstatiche - I telai piani e metodi di calcolo (Gehler - Cross). Analisi matriciale.

Piastre: Le ipotesi fondamentali - L'equazione differen­ziale della superficie elastica - L'integrazione dell'equa­zione - Il calcolo mediante le differenze finite - Metodi ap­prossimati.

Nuovi orientamenti nel calcolo delle strutture in relazio­ne agli stati limite.

Testi consigliati

A. Arcangeli, La struttura nell'architettura moderna, Sansoni.

O. Belluzzi, Scienza delle Costruzioni, I, II, III, Zanichelli.

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Costruzioni metalliche - Proprietà generali e tecnologiche degli acciai - Prove regolamentari sui materiali metallici - Comportamento dei materiali metallici da costruzione -Elementi strutturali in acciaio - Collegamenti - Travature reticolari - Capriate - Travi a parete piena - Solai - Coper­ture in genere - Intelaiature semplici e multiple - Archi.

Testi consigliati

A. Arcangeli, La struttura nell'architettura moderna, Sansoni.

O. Belluzzi, Scienza delle Costruzioni, 1. II. III, Zanichelli

L. F. Donato, Lezioni di Costruzioni, II, Costruzioni Metalli­che, Colombo, Cursi.

U. Carputi - M. Locatelli, Collegamenti chiodati e bulloni.

Pubblicazioni della Società Italsider.

Norme tecniche (D. M. 30-5-1972),

Costruzioni in cemento armato - Proprietà generali e te­cnologiche del calcestruzzo cementizio .- Elementi costi­tuenti e loro influenza - Comportamenti meccanico dei calcestruzzi - Prove regolamentari - Teoria statica del cal­cestruz'lO armato e precompresso - Elementi strutturali in c.a. - Solai - Piastre - Solai a Fungo - Cassettonati - Tra­vi Vierendeel - Strutture ad arco - Volte travi.

Testi consigliati

O. Belluzzi, Scienza delle Costruzioni, I, II, III, Zanichelli.

E. Giangreco, Teoria e Tecnica delle Costruzioni, Ed., Liguori.

L. Santarella, Il Cemento AI-mato, I, II, Hoepli.

M. Pagano, Progetti di strutture in cemento armato, Liguori, Napoli.

Norme tecniche (D. M. 30-5-1972).

Cenni di statica delle fondazioni - Comportamento dei terreni e classifica di essi - Eelementi della meccanica dei terreni - Tecnica delle fondazioni - Fondazioni dirette -Plinti e travi rovesce - Fondazioni indirette - Pali di fonda­zione.

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Testi consigliati

A. Arcangeli, La struttura nell'architettura moderna, Sansoni.

O. Eelluzzi, Scienza delle Costruzioni, I, II, III, Zanichelli.

L. Santarella, Il Cemento Armato, I, II, Hoepli, Milano.

Nello svolgimento del corso saranno proiettati, a cura della CISIA e dell'AlTEC, film documentari.

TECNICA DELLE COSTRUZIONI (E)

Prof.Vincenzo Fabbrocino

1. I materiali strutturali e loro caratteristiche meccaniche. Forze esterne e relativa regolamentazione . I coefficienti di sicurezza.

2. Calcestruzzo armato e precompresso. (Teoria Statica . Regolamenti)

3. Teoria dei telai piani e metodi di calcolo. (Gehler, Cross, Grinter, Pozzati)

4. Piastre (Trattazione generale· Il calcolo mediante le dif. ferenze finite· Metodi approssimativi).

5. Strutture in acciaio (Tipologie strutturali e criteri gene. rali di progettazione· Generalità sul calcolo e sull'esecu. zione dei cOllegamenti).

6 Teoria degli archi.

7. Nozione sulle volte.travi.

8. Ponti (Tecnica delle fondazioni e metodi di calcolo).

O. Fondazioni (Tecnica delle fondazioni e metodi di calcolo).

IO. Fondamenti delle teorie della plasticità . Applicazioni alle strutture: calcolo a rottura.

Il. Tensostrutture e sistemi reticolari spaziali (classificazio. ne e caratteristiche strutturali).

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Testi consigliati

O. Eelluzzi, Scienza delle Costruzioni.

C. Cestelli Guidi, Meccanica dei terreni e stabilità delle fonda· zioni.

E. Giang-reco, Teoria e Tecnica delle Costruzioni, I, II.

Volumi della Collana Tecnico scientifica Italsider.

Appunti di Costruzioni in acciaio a cura dell'ing. Alberto BaI· samo.

TECNOLOGIA DELL' ARCHITETTURA

CORSI COORDINATI

Premessa

Un'ipotesi tecnologica finalizzata all'architettura, che ri: fiuta l'idea di una « tecnica» risolutrice dei singoli problemI a distinti livelli di intervento, per tendere a configurarsi come pr~cesso unitario e globale volto ai fini non solo quantitativi: ma anche qualitativi dell'intervento archltettomco, comporta.

l'approfondimento dei modi di costruire intesi,. oltre che come interpretazione di tradizioni tecniche e dI real!zza· zione di manufatti, come organizzazione di tutte le opere naturali e artificiali qualificanti l'ambiente nel suo in· sieme;

la conoscenza di esperienze costruttive recuperate dalle diverse culture nell'edifi~azi.one dell'habitat;

l'individuazione dei parametri di cambiamento delle con .. dizioni tecniche acquisite.

In tal senso ed in relazione alle precedenti esperienze di coordinamento attuate dal 1972, i corsi facenti capo all'lsti·

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tuto di Tecnologia dell'Architettura hanno incentrato pro­pri programmi intorno a due tematiche preminenti:

a) le relazioni che passano tra i modi di costruire e la tra­sformazione dell'ambiente, tenendo conto di un uso della tec­nica rivolto al recupero delle risorse locali e della conseguen­te unitarietà dei processi febbrili con i processi innovativi di costruzione, connessi all'uso di fonti energetiche rinnovabili;

b) le relazioni che passano tra produzione industriale e formazione delio spazio costruito, tenendo conto delle attuali dimensioni operative e della conseguente necessità di qualifi­care i processi quantitativi di produzione e della società indu­striale.

Queste tematiche saranno svolte nei corsi da gruppi di lavoro, secondo la seguente articolazione.

Per le relazioni tra i modi di costruire e la trasformazione dell'ambiente:

Il clima e la tradizione costruttiva del Mezzogiorno (prof. G. Caterina, corso di Tecnologia dell'Architettura I El

Innovazioni tecnologiche e rivitalizzazione dei processi artigianali (prof. V. Gangemi, corso di Tecnologia della Architettura II A)

Componenti bioclimatici nella costruzione dell'habitat (prof. M. Cennamo, corso di Illuminazione ed acustica nell'edilizia).

Per le relazioni tra produzione industriale e formazione dello spazio costruito:

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Le tecnologie dell'architettura industrializzata (prof. D. Orlacchio, corso di Tecnologia dell'Architettura I A)

Il lessico costruttivo dei sistemi di architettura (prof. A. Vitale, corso di Tecnologia dell'Architettura I C)

. . dattabilità degli spazi abitati Tecnologw appropnate e a . l'a' dell' A.rchitettu-(prof. R. La Cret9., corso dI Tec!1o agI . l'a II El

Tecnologie leggere e preesistenze ambientali (prof. A. Ca-d · Tecnologia dell' ArchItettura II C) passo, corso I

t" I rof C Muro­Produzione architettonica per componen. ~ ,p . . lo, corso di Unificazione e prefabbncazIOne).

. h no gli approfon-Integrativi di entrambe le temat:c e, so. . dimenti delle metodologie progettual! relatIVI a.

. ( f R Mango corso di Cultura materiale e produzwne pro._.. , Progettazione per !'industria). .

. h d' depurazw-T t l dell'ambiente: controlli e tecnzc e ~. '. n~ ~P~Of. A. Russo Spena, corso di Fisica tecmca ed Im-

pianti).

Finalità

TECNOLOGIA DELL'ARCHITETTURA I (A)

Prof. Domenico Orlacchio

l . dell'architettura industrializzata Le tecno ogle

propone lo studio delle tecnologie che ca-I! progra:nm~ d o della revisione critica dei

ratterizzano l habItat, ~el qua r . t cnòlogie con partico-ra orti esistenti tra SCIenza, tecmca e e : la~: riferimento all'industrializzazione dell'archItettura.

.. .. tesi come nuovi I termini « costruttivi-tecnologIcI », .111 • . ". . no trattati in stretta conneSSIOne con

mezzI espreSSIvI, vengo. do un'ottica di superamen. l'organizzazione dello spazIO, secon l' diante lo stu­to del dualismo tra architettura e te?no O;JaÌvr~~erno rivolte dio sistematico di opere del Movlmen o , all'uso dell'edilizia industrializzata.

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P~rticolare attenzione sarà dedicata alla promozione del c~mdmamento con i corsi affini, riconoscendo sperimentazio­m m parallelo e seguendo gli indirizzi che si daranno le aree omogenee di ricerca presenti nella Facoltà.

Contenuti

. Il corpo disciplinare prevede l'esame dell'industrializza­ZIOne delle tecnologie negli interventi a livello territoriale ur­bano, di habitat e nelle funzioni organizzative, ed è indiriz;ato alla conoscenza specifica delle seguenti fasi:

1. Tipologie strutturali nell'evoluzione storica e tecnica' , 2. Sistemi costruttivi in riferimento ai riflessi proget­

tuali ed economici;

. 3. Materiali da costruzione semplici, composti e tecni­che mdustriali; progetto, produzione ed uso.

Le tecnologie così distinte, contribuiranno alla formazio­ne degli allievi che si accingono a conoscere i principi della progettazione del blocco elementare o complesso (edificio), per la costruzIOne e per il controllo dello spazio progettato secondo I concetti delle tre componenti vitruviane, in funzio­ne dell~ strutture. del tipo tradizionale, continue, anelastiche ed elastiche come Il cemento armato e l'acciaio, per le quali sa­ranno formte ampie documentazioni conoscitive (Tecnologie per parti).

Con un gruppo di lezioni saranno affrontate le tema ti che pertl~enti all'importanza delle conoscenze tecnologiche, al slgmflC~to f ed a.l ruolo che esse assumono nell'epoca contempo­ranea, m . unZIOne dell'evoluzione alle quali vanno soggette. (Tecnologie moderne).

. Durante le lezioni saranno date le notizie bibliografiche e le mformazIOni circa l'articolazione del corso e lo svolgimento del piano delle esercitazioni.

~a ~arte applicativa del corso sarà seguita anche dagli architetti Vmcenzo Manocchio e Saturnino Massarelli.

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TECNOLOGIA DELL'ARCHITETTURA I (B)

Prof. Gabriella Caterina

Il clima e la tradizione costruttiva del Mezzogiorno

La valutazione del possibile uso in edilizia di tecnologie « diverse ", come per esempio quelle volte all'utilizzazione di fonti energetiche alternative, comporta l'esigenza di leggere l'edificio come sistema di controllo ambientale piuttosto che come rigida e astratta nomenclatum di elementi costruttivi-ar­chitettonici. Una attenta analisi, secondo questa ottica, della tradizione costruttiva del Mezzogiorno, rivela !'invenzione di processi costruttivi che, sfruttando le risorse locali per proget­tare uno spazio abitabile, garantiscono un notevole grado di comfort ambientale e recuperano quel bagaglio di conoscenze dei fattoti climatici, delle condizioni geografiche e dei principi fisici che costituisce il parametro rispetto a cui vengono di­mensionate, quantificate e verificate le configurazioni geome­triche e i sistemi costruttivi. In particolare nella fase applica­tiva si approfondirà lo studio di tipologie edilizie ricorrenti nel patrimonio edilizio della regione Campania, mettendo in relazione strutture, tipi e conformazioni edilizie sia con l'orien­tamento, l'orografia e l'utilizzazione dello spazio, sia con i sistemi costruttivi e i materiali impiegati.

All'interno del corso l'arch. M. Isabella Amirante svolgerà un seminario che analizza i rapporti che si instaurano tra esi­genze di comfort termico e corrispondenti soluzioni adottate dall'architettura del Mezzogiorno. Il bilancio termico dell'edi­ficio, il controllo degli scambi tra ambiente esterno e costru­zio.ne, in relazione ai parametri previsti dalla legge 373, speci­ficano un particolare approccio nelle possibilità di riuso del patrimonio edilizio esistente.

La tematica affrontata si sviluppa in stretta collaborazio· ne con i corsi di Disegno e Rilievo (prof. arch. Anna Sgrosso) e con il corso di Tecnologia dell'architettura II (prof. arch. Virginia Gangemi) che individuano, in fase di analisi, i collega­menti tra costruzione e configurazione geometrica dello spa-

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zio e, in fase di progetto, la possibilità di recuperare questo patrimonio alla scala della piccola industria del settore edile.

Le indicazioni bibliografiche saranno fornite durante lo svolgimento del corso.

TECNOLOGIA DELL'ARCHITETTURA I (C)

Prof. Augusto Vitale

Il lessico costruttivo dei sistemi di architettura

Secondo una corrente interpretazione, la tecnologia co­stituisce, come « scienza dei processi o delle trasformazioni », la mediazione tra ambiente naturale e contesto sociale. La cre­scente complessità dei processi industriali, le loro delicate implicazioni con gli equilibri del mondo fisico e le relazioni che intessono con la crescita civile ed economica della società, oltre ad attestare la nostra irreversibile dipendenza da essi, stimolano un processo di attenta valutazione del ruolo che la tecnologia svolge nel contesto umano . .In particolare essa in­vesta un ambito di studio e di applicazione costituito dall'in­tero ambiente costruito, che è la « crosta tecnica)l, come la defnisce Pierre George, cioè il prodotto delle trasformazioni operate dall'uomo nel corso del suo lungo processo di annes­sione della natura, estendendo così all'architettura il suo do­minio problematico.

Il corso si propone perciò di esaminare i problemi solle­vati dai rapporti tra tecnologia e ambiente fisico, tra società e processi di costruzione e tra risorse e trasformazione dello ambiente, nell'intento di sollecitare un approccio corretto alla dimensione tecnologica dei fenomeni secondo cui si artico­lano le relazioni tra l'uomo e lo spazio costruito, tenendo pre­sente che la rivoluzione industriale,. che è stata caratterizzata dalla rapida crescita dell'innovazione tecnologica, è un proces­so irreversibile ancora in corso, dotato al suo interno di fatto­ri potenzialmente distruttivi, ma anche di quella carica civile

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che le ha permesso di riscattare gran parte del mondo dell'ar­retratezza e dal Rottosviluppo economico.

Il corso si articola in due cicli paralleli di comunicazioni e seminari. Il primo verte sull'esame dei termini più correnti e di uso più comune nell'ambito progettuale e costituitivo dell'architettura industrializzata, confrontati con i temi prima delineati, mentre il secondo, che viene svolto parallelamente dall'm·ch. Franco Cassese, è suddiviso in tre parti, costituite rispettivamente dall'esame dei materiali costruttivi naturali e artificiali, dell'analisi dei processi costruttivi ed aggregativi e dallo studio delle parti della costruzione, con particolare riguardo alle loro relazioni reciproche ed alla loro sistemati­cità organizzativa.

Per la bibliografia si rimanda alla documentazione che verrà distribuita durante il corso.

TECNOLOGIA DELL'ARCHITETTURA II (A)

Premessa

Prof. Virginia Gangemi

Innovazioni tecnologiche e rivalutazione dei processi artigianali

Alla base del programma proposto si individuano:

L'esigenza di contrastare la tendenza che si manifesta nei processi di trasformazione contemporanei, al disuso, al­l'abbandono o allo sperpero delle risorse ambientali lo­cali.

La necessità di riproporre stretti legami fra caratteristi­stiche primarie del luogo (clima, morfologia, materiali disponibili, forza-lavoro, tradizioni costruttive) e proces­si di costruzione.

La opportunità di valutare appieno la vasta gamma delle risorse ambientali disponibili per la trasformazione tecno·

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logica dell'ambiente (risorse ambientali, tessuti edilizi preesistenti , clima, morfologia, materiali, mano d'opera, esperienze e tradizioni costruttive ecc.).

La necessità di ricercare nuovi modi di configurazione tecnologica, fondati anche sulla revisione delle tecnologie tradizionali, che corrispondano a sistemi di produzione alternativi alle attuali proposte di industria1i.zzazione edi· lizia, per una riconversione dell'artigianato locale in pico cola industria.

Contenuti del corso

Il corso si propone di :

l. fornire un bagaglio di conoscenze tecniche per la proget­tazione di un repertorio di componenti edilizi producibili dalla piccola industria locale.

2. analizzare la attuale produzione artigianale di componen­ti edilizi di uso comune in Campania per proporne la re­visione e la reinterpretazione.

3. stimolare alla ricerca di sistemi innovativi che proponga­no l'uso delle risorse ambientali locali e al1a individua­zione di sistemi tecnologici facilmente reglizz8"bili dalla mano d'opera locale.

4. sensibilizzare alla conoscenza dei problemi di produzione dei componenti edilizi progettati, valutando il grado ed il livello degli apparati produttivi industriali, e la possibilità di riconvecsione dell'artigianato locale (ore lavorative, processi industriali, ecc.).

.M etodologia

Il corso si propone di stimolare alla analisi critica' delle soluzioni tecnologiche di comune impiego, attraverso la ricerca di nuove soluzioni, rifiutando l'apprendimento noziollistico, passivo, acritico e decontestualizzato.

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Articolazione e organizzazione

n corso sarà costituito da una serie di lezioni che si rife­riscono ai punti l, 2, 3, 4, indicati quali contenuti del corso, e da una serie di esercitazioni collegiali di gruppo in cui verran­nno ripresi gli argomenti affrontati nelle lezioni teoriche, per svilupparli in relazione alle specifiche tematiche progettuali che i singoli gruppi di lavoro affrontano.

I gruppi di lavoro seguiti dagli architetti Paolo Erec':'i e Alfredo Gravagnuolo, periodicamente illustreranno lo stato di avanzamento delle proposte progettuali, in incontri la cui periodicità andrà definita con gli stessi allievi.

Le indicazioni bibliografiche verranno fornite agli allievi durante lo svolgimento del corso.

TECNOLOGIA DELL'ARCHITETTURA II (E)

Prof. Rosalba La -Creta

Tecnologie appropriate e adattabilità degli spazi costruiti

Intendendo il processo di costruzione come attuazione pratica dell'idea progettuale che, rivolta ad una conformazio­ne dinamica degli spazi abitabili, comporta la riappropriazio­ne della creatività, del controllo e della partecipazione da parte della collettività, il corso tende a:

1. chiarire il rapporto tra sistema abitativo e tessuto edificato secondo una logica in cui la costruzione dell'ambien­te esprime le preferenze e le attituduni sociali e culturali di­stintive della civiltà che la realizza;

2. individuare sistemi di architettura in cui l'assem­blaggio organico di elementi seriali e la potenzialità aggregati. va di unità modulari prefigurano possibilità di crescita e di modificabilità degli spazi;

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3. verificare la compatibilità degli elementi del siste­ma con una produzione da parte di piccole e medie industrie operanti nel Mezzogiorno, anche se non nello specifico camp dell'edilizia. o

In tale ottica saranno approfonditi

. per il punto 1 : le connessioni tra uomo, organizzazione sOCIale, uso delle risorse disponbili, tecniche costruttive e conformazione degli spazi costruiti' ,

. per il pu~to 2: gli elementi base del costruire, i legami tra glI elementI e le parti della costruzione, le logiche aggre­gative delle unità di spazio, i requisiti per la climatizzazion degli ambienti; e

per il punto 3. le esigenze della produzione di serie le pr~s.tazion! degli .elen:enti s~riali, i processi produttivi com'pa­t~bIII con l orgamzzazione dI pIccole e medie industrie presen­tI m C&mpama, prestazioni e tecniche di lavorazione di mate­riali economicamente disponibili.

Le tematiche generali, trattate in lezioni, dibattiti e semi­nari, saranno approfondite e verificate in ricerche specifiche svolte da gruppi di lavoro, 'secondo la seguente articolazione:

a) Strutture resistenti per forma e adattabilità degli spazi costruttivi - arch. Francesco Abbate

b) Produzione industriale e costruzione per componenti - arch. Claudio Claudi.

I sngoli gruppi di lavoro svolgeranno le ricerche specifi­che - secondo un processo di acquisizione conoscitiva ten­dente alla comprensione dei valori tecnologici presenti nella costruzione e dei nessi logici esistenti tra le parti - passando alternatIvamente dall'analisi di dati sistemi di architettura e di potenzialità produttive locali di elementi seriali allo stu­dio propositivo di utilizzazione di materiali e proces~i costrut­tivi per unità di spazio flessibili e modificabili.

Le indicazioni bibliografiche verranno fornite agI allievi durante lo svolgimento del corso.

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TECNOLOGIA DELL'ARCHITETTURA II (C)

Prof. Aldo Capasso

Tecnologie leggere e preesistenze ambientali

La tecnologia dell'architettura è intesa come processo edificatorio in cui l'intervento tecnico è successione di elabo­razioni critiche e sperimentali, quindi non come vincolo da superare o aggirare.

I sistemi architettonici e i relativi processi costruttivi, de­finiti da queste premesse, e inoltre disponibili ad un proces­so di trasformazione partecipativo tendono a conformare più luoghi che oggetti, spazi aperti e adattabili, più che forme de­finite e immutabili.

L'uso delle tecnologie leggere ricopre un ruolo determi­nante in questi sistemi: elementi componenti elaborati da esperienze locali, processi industriali e nuove sperimentazioni. Processi. costruttivi che di conseguenza impiegano materiali correnti, geometrie controllabili, connessioni, legami e sequen­ze operative controllabili e verificabili.

Il corso, pertanto, si propone di offrire a livello didattico la conoscenza di sistemi flessibili, adattabili e aggregabili tali da intervenire nel contesto abitato in un modo quanto più di­sponibile possibile in relazione alle mutevoli esigenze sociali.

La fase di sperim8ntazione didattica, che si avvarrà della collaborazione dell'arch. Enzo Russo, procederà con l'analisi e la progettazione di organismi che impegnando strutture reti­colari, a membrana e in generale per unità spaziali e compo­nenti aggregabili, rispondono agli obiettivi posti. La lettura del sistema sarà in relazione sia al contesto ambientale, sia alle parti del sistema stesso, in processo iterativo dal generale al particolare, dal piccolo al grande.

Il tema specifico della progettazione scaturisce dall'attua­le necessità di attrezzare le aree urbane e periferiche degra­date e carenti di servizi. L'uso delle tecnologie leggere può sod-

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disfare queste urgenti esigenze proprio per la disponibilità alla reversibilità.

In questa fase progettuale l'allievo, nello studiare il suo progetto all'interno del preesistente, avrà l'opportunità di ana­lizzare anche i processi costruttivi usati nel tessuto edificato tradizionale, cogliendo i nessi e le logiche di tali « tecniche ».

La bibliografia sarà fornita agli allievi nel corso dell'anno.

URBANISTICA I (Al

Prof. Arturo Rigillo

Programma del corso biennale

Premessa teorica e metodologica

Il corso è fondato su di un'idea di Urbanistica maturata in una sostanziale evoluzione, compiutasi in circa un secolo, nella quale si è depurata dalle impro­prie vesti di arte urbana o dalla ancor più dannosa identificazione con la norma­tiva edilizia e l'ingegneria stradale. L'Urbanistica si configura oggi con campi di ricerca ed attività applicative sostanzialmente autonomi e con un proprio specifico oggetto culturale e scientifico ben individuato. Non più, quindi, come poteva in­tendersi negli anni cinquanta o sessanta, un'attività applicativa alquanto estempo­ranea facente capo ad una sommatoria di conoscenze e di tecniche, ma moderna scienza proprio con il valore epistemologico che oggi diamo a tale termine ed autonoma dalle altre discipline, nei limi ti in cui una singola scienza può esserlo nel nostro mondo che deve ricercare sempre più l'equilibrio fra trasformazione e con. servazione dei valori ed i mezzi per difendere e diffondere la qualità della vita al più vasto ambito della comunità. Essa è la scienza che studia i fenomeni urbani e territoriali che si verificano in co~nessione con una reale struttura economica e sociale, in un _ determinato ambito territoriale ed urbano e che ha come obiettivi la promozione, a mezzo di piani, della migliore organizzazione dello spazio inse. diativo e produttivo ed il concorso allo sviluppo equilibrato delle strutture econo. miche e sodali.

Argomenti

Il corso si propone di fornire gli elementi indispensabili alla comprensione, valutazione ed interpretazione della con­dizione presente della cultura urbanistica, dell'attuale assetto

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territoriale e delle possibilità di razionalizzarlo o di trasfor­marlo.

Gli argomenti sono raggruppabili nei seguenti punti:

l. La cultura urbanistica nel momento attuale. I nuovi obiet­tivi dell'Urbanistica. La socializzazione della disciplina. La città della comunità.

2. L'Urbanistica come disciplina autonoma ed il suo oggetto interdisciplinare. Caratteri dell'attività urbanistica.

3. Il rapporto tra l'Urbanistica e l'Architettura. I rapporti con altre discipline. Definizione a grande scala di parame­tri di civiltà.

4. Urbanistica razionalizzatrice e Urbanistica trasformatri­ce. Caratteri dell'organizzazione sociale; presupposti e ne­cessità dell'evoluzione comunitaria. Una filosofia per la costruzione o la trasformazione dell'ambiente di vita del­l'uomo nello spazio urbano e territoriale. Rapporto tra comunità, città e territorio.

5. Le origini dell'urbanistica moderna. L'approccio illumini· stico ai problemi urbani. Il pensiero urbanistico dell'Otto­cento come reazione alle conseguenze dell'abnorme pro­cesso di concentrazione.

6. Storia recente della Pianificazione urbanistica. Il rappor­to tra Urbanistica ed Economia. Istituti politici e istituiti amministrativi in rapporto alla pianificazone.

7. L'dea di piano e la sua evoluzione. La volontà e le esigen­ze della comunità come presupposti fondamentali del pia­no. Valenze democratiche dell'urbanistica. Teoria dei pia­ni. Dimensioni spaziali, comunitarie ed economiche dei piani urbanistici.

8. Gli apporti interdisciplinari coordinabili in una concezio­ne sociale delle scienze applicate. L'interdisciplinarietà come carattere della cultura moderna. Necessità di ri­strutturazione degli organismi consultivi e gestionali. Il riordino delle autonomie locali.

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9. La città e il territorio. I sistemi urbani gerarchici. Gli stu­di sull'armatura urbana. Il rapporto storico tra città e campagna e sua involuzione. Implosione, esplosione, dif­fusione urbana. Il territorio pianificato. Il territorio im­pedito.

lO. Il rapporto tra le dimensioni del piano e le dimensioni operative e gestionali. Piani globali e piani di settore. In­terventi legislativi generali. Interventi operativi di settore.

11. Nascita ed immanenza dell'idea di comprensorio. Le uni­tà territoriali intermedie. Omogeneità, integrazione, dipen­denza da un centro funzionale. Esempi recenti nella legi­slazione delle regioni italiane.

12. L'analisi strutturale di un'area comprensoriale: la strut­tura geofisicE··geografica, la struttura insediativa, la strut­tura demo-sociale, la struttura economica, la struttura istituzionale-amministrativa.

13. La realtà urbana. Significato e limiti della coesione ur­bana. Valori della città in rapporto al mondo esterno. L'accumulazione dei processi produttivi nella città. Lo sviluppo dell'attività terziaria e delle sue specializzazioni. Le attività quaternarie.

Articolazione del corso

A conclusione dello studio analitico ciascun gruppo di la­voro perviene all'individuazione di un quadro di disponibilità e riproducibilità delle risorse, distribuite in tre settori:

l. L'ambiente naturale, nel quale vanno comprese, oltre lo spazio coltivabile, le risorse di energia, di materie prime, il quadro del patrimonio idrico e delle nuove fonti di energia e soprattutto i sottili limiti dell'equilibrio ecolo­gico intaccato dalla crescita indifferenziata.

2. Il pau-imonio dei manufatti, residenze, infrastrutture, fab­briche, reti di comunicazione, servizi a rete, servizi sociali esistenti o realizzabili a breve termine.

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3. Le tecnologie disponbili ed i loro prevedibili sviluppi in relazione a caratteristiche ambientali precipue. I punti l e 2 dell'analisi costituiscono il quadro dei vincoli posti alla comunità locale della necessità di tutelare le risorse esistenti.

Al compimento di tali analisi viene graficizzata una sintesi. dei vincoli posti dalla geografia umana e sociale dell'area al raggiungimento c'_egli obiettivi de'lotti dalla domanda sociale.

I risultati dell'analisi al punto 3 evidenziano il quadro so·· ciale ed il modello di produzione, consumo, lavoro e di ripar­tizione del reddito complessivo, il modello di uso del territo­rio, nonché il modello di risposte sociali.

L'organizzazione del corso ·oltre ad una serie-di lezioni ex-cathedra comporta numerose esercitazioni nonché lo svol­gimento di seminari. Questi ultimi si distinguono in seminari sulle letture fondamentali consigliate (per il primo anno di corso), in seminari dibattito su specifici temi di studio ed in­fine in seminari generali didattici sulle esercitazioni.

Raccordi e coordinamenti con altri cOTsi

Per tale punto si rimanda alle pagg. da 23 a 31 del fasci· colo a stampa contenente il programma dettagliato del corso. Sono lì riportati i documenti scaturiti dalle riunioni di lavoro per il coordinamento svolti con i professori Mario Coletta per la Storia dell'Urbanistica, Guido D'Angelo per il Diritto Urba­nistico, Luigi Fusco Girard per Estimo ed esercizio professio­nale, Romano Lanini per la Pianificazione territoriale urbani­stica e Maria Rigillo Troncone per l'Igiene edilizia.

Bibliografia essenziale

F. Choay, La città, utopi'e e realtà, Torino 1973

L. Dodi, Città e teTritorio, Milano 1972.

A. Rigillo, L'idea di urbanistica (in preparazione).

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A. Rigillo, Società e piani, Napoli, 1967.

A. Rigillo (a cura di), Verso l'urbanistica, Napoli 1970.

U. Toschi, La città, Torino 1966.

D. Harvey, Giustizia sociale e città, Milano, 1978.

AA.VV., Ambiente e sviluppo nel Mezzogiorno, Napoli, 1974.

Il già citato fascicolo a stampa contiene una bibliografia particolareggiata oltre a bibliografie specifiche da utilizzarsi per i seminari previsti nello svolgimento del corso.

URBANISTICA I (E)

Prof. Francesco Forte

Programma del corso biennale

La disciplina urbanistica esprime una intenzionalità pro­gettuale, avente quale oggetti la organizzazione delle attività e dei manufatti sul territorio, elaborata sulla base di principi di valore concernenti la organizzazione sociale. Ne consegue che il corso biennale è volto all'approfondimento di concetti; quali progetto e razionalità; dei principi cui è possibile rap­portare la distribuzione e relazione delle attività sul territorio con rilevanza attribuita alle teorie urbane, alle tecniche di de­codificazione delle potenzialità, ai modelli di struttura insedia­tiva proposti nella storia della disciplina; infine agli aspetti normativi che sovrintendono la organizzazione spaziale.

L'approfondimento suddetto si attua attraverso elabora­zioni di carattere metodologico ed elaborazioni progettuali, ri­ferite alla pianificazione regionale, ed alla progettazione urba­nistica comprensoriale e . locale; le elaborazioni progettuali configurano quindi due sezioni operative attraverso le quali il corso si struttura.

Nella prima sezione, concernente la programmazione e la pianificazione regionale, l'ambito di riferimento è costituito

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da regioni del Mezzogiorno continentale. Si procederà secon­do le seguenti ipotesi: al lettura dei documenti di piano e di programma, in rapporto alle politiche nazionali (straordina­rie e ordinarie); b) lettura delle tendenze nello sviluppo socio­economico avvalendosi di indicatori demografici ed occupazio­nali; c) lettura delle risorse fisiche (suolo, capitale fisso so­ciale); d) lettura dei livelli e settori di governo; e) formulazio­ne di modelli funzionali.

Si procederà quindi (II anno) all'approfondimento di ipo­tesi progettuali operando o per regioni o per ambiti territoria­li significativi. Sarà possibile nell'ambito della sezione svol­gere lavori monografici su aspetti significativi della politica regionale attuata per il Mezzogiorno nel trentennio trascorso.

Tesi base da leggere prima della configurazione operativa della sezione: F. Forte, Stato e regioni nella politica regionale per l'Italia Meridionale v.b.; P. Caputi, F. Forte (a cura), La Pianificazione territoriale nelle regioni del Mezzogiorno v.b; F. Forte (a cura), Dalla regione al comprensorio, introduzione, cap. I, cap. II.

Nella seconda sezione, concernente la pianificazione ur­banistica comprensoriale e locale, l'ambito di riferimento è costituito prioritariamente dall'area napoletana. Si procederà anche in tale elaborazione: a) alla lettura delle risorse fisiche e dei loro usi (lettura dei fattori staticO; b) alla lettura dei processi secondo indici dinamici; c) alla lettura dei documenti di piano; d) alla costruzione di modelli di struttura.

Particolare rilevanza verrà data alla metodologia di soglia e alla relativa cartografia tematica. Nell'ambito della sezione sarà possibile approfondire le problematiche poste dall'attua­zione di strumenti urbanistici (p.r.g. e programmi poliennali, piani particolareggiati, piani di zona, piani per settori produt­tivi, piani di recupero, ecc.) ..

Testi base da leggere prima della configurazione operati­va della sezione: F. Forte (a cura), Progettazione urbanistica e territoriale attraverso l'analisi della soglia, v.b.; F. Forte, Il contribuito della metodologia di soglia al perseguimento di obiettivi generali e di settore, v.b.

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Ciascun anno di corso si articola in fasi di svolgimento. Nell'ambito del primo corso, la prima fase si articola in le. zioni sull'insegnamento dell'urbanistica nell'attuale condizio. ne storica, e seminari sul ruolo del territorio nelle politiche di sviluppo; la seconda fase in lezioni concernenti le teorie per il piano (rapporto spazio-attività), e seminari concernenti il dibattito sulle scelte territoriali nel Mezzogiorno e nella re­gione Campania; la terza fase si articola in lezioni sulla teoria del piano e sulla metodologia di progettazione.

Nell'ambito del secondo corso la elaborazione metodolo­gica attuale nella prima fase ha per oggetto i soggetti e gli strumenti per la progettazione e gestione urbanistica; quella attuata nella seconda fase le politiche regionali, con particola­re ma non esclusivo riferimento all'Italia meridionale.

L'ulteriore approfondimento delle elaborazioni progettua­li attuate nel primo corso costituisce verifica di quanto acqui­sito con la elaborazione metodologica.

Bibliografia

:l0. Forte, Una ipotesi di definizione dell'urbanistica, in F. For­te (a cura), Metodologia urbanistica, ricerca operativa, modellistica urbana, Guida, Napoli.

P. Caputi, F. Forte (a cura), La pianificazione territoriale nelle regioni del Mezzogiorno, Angeli, Milano 1977.

C. Forte, Analisi storica della rendita urbana, ESI, Napoli, 1970.

W. Cristaller, Il sistema delle località centrali, in G. Martinotti (a cura), Città e analisi sociologica, Marsilio, Padova, 1968.

F. Forte, Sviluppo urbano: teorie ed esperienze, Marsilio Pa­dova 1969.

F. Forte (a cura), Progettazione urbanistica e territoriale attra­verso l'analisi della soglia, Angeli, 1976·78.

F. Forte, Stato e regioni nella politica regionale per l'Italia meridionale, Guida, 1979.

F. Forte (a cura), Dalla regione al comprensorio, Angeli, 1978.

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URBANISTICA I (C)

Prof. Attilio Belli

I! corso assume come riferimenti per l'org'anizzazione della propria esperienza due processi: uno, di ordine stretta­mente disciplinare, riguarda il dibattito in corso nelle Facoltà di Architettura sull'insegnamento dell'urbanistica .e sulle pro­spettive di riforma e di sperimentazione didattica; un secon­do, di ordine metadisciplinare, ma direttamente connesso al primo, concerne la modificazione di orientamento nello stu­dio della disciplina che deriva dall'assumere la conoscenza, il sapere come pratica di potere.

Un orizzonte di questo genere porta a studiare l'urbani­stica come formazione discorsiva che definisce nel tempo i diversi oggetti di cui parlare, le modalità da adottare per par­larne, nonché i concetti stessi mediante cui procedere nella sua strutturazione. Ciò avendo come punto di fuga la ricerca delle forme di potere che hanno costituito la formazione di­scorsiva, mediante l'introduzione di un'adeguata funzione critica.

In questa direzione ci si propone di rintracciare nell'espe· rienza italiana i paradigmi che caratterizzano nel tempo i di­versi modi di riproduzione del controllo sulla e/o nella città.

A tal fine il corso discuterà introduttivamente, rispetto alla formulazione dell'insieme di ipotesi di partenza, l'oriz­zonte temporale cui riferire l'attività didattica di esercitazio­ne per gli studenti.

l;'arallelamente il corso si avvarrà di due momenti semi­nariali: il primo, su questioni di morfologia dello spazio so· ciale e il secondo, sulla elaborazione di diverse strategie spa­ziali, rispettivamente con il contributo di V. Andriello e di B. Cillo.

I! primo seminario affronta la discussione critica del rapo porto tra esperienza individuale dello spazio sociale e strut­ture collettive di produzione e circolazione dei valori nello spazio. I temi principali saranno: rappresentazione dello spa­zio e identificazione individuale (la pratica, la critica, la me-

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moria); spazio del bisogno, spazio del desiderio, spazio del conflitto.

Il secondo seminario affronta lo studio delle pratiche di controllo e di dominazione sul territorio e l'elaborazione di strategie spaziali.

Il proposito è di approfondire l'analisi del rapporto fra lo sviluppo di concetti spaziali legati alla strategia militare e la messa in atto di strategie spaziali.

Belli, P'. Angeli, Milano, 1979.

Programma

URBANISTICA II (A)

Prof. Raffaele D'Ambrosio

Il corso inizia con una disanima degli attuali problemi concernenti la disciplina urbanistica, presentando la necessi­tà di introdurre metodologie più aderenti alla natura poliva­lente della materia.

Si parte dalla costatazione che la complessità dei feno­meni inerenti i processi di formazione degli aspetti territoria­li, le situazioni di squilibrio territoriale e di sviluppo (in uno con situazioni di congestione nelle regioni più fortemente urba­nizzate dovute soprattutto alla concentrazione spaziale delle attività produttive e di servizio), nonché la divisione geogra­fIca del lavoro e un non controllato gioco di mercato, hanno generato una insoddisfazione per gli insufficienti effetti degli strumenti urbanistici tradizionali se non una vera e propria crisi di credibilità da un lato, circa la possibilità di pianificare l~ sviluppo del territorio, e da un altro lato, circa la possibilità dI recupero o adattamento dello spazio urbano.

Riscontrati, dunque, i limiti e le insufficienze di un ap­proccio di tipo tradizionale alla pianificazione urbanistica, si pone l'esigenza di superare questa posizione in favore di un

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approccio più razionale, quale può essere quello della scienza territoriale, nel caso del territorio, o di una politica socio-eco­nomica partecipativa per l'assetto urbano restando ambedue gli aspetti, considerati mediante la teoria dei sistemi.

Questo approccio consisterà. in analisi di tipo interdisci­plinare, all'interno delle scienze sociali che vi collaborano (geografia, economia, sociologia, ecc.) e tecniche proprie della progettazione urbanistica.

Esso, pertanto, trae profitto dalle teorie e dai risultati di queste materie e tecniche ed ha per oggetto di studio i feno­meni che portano alla distribuzione spaziale degli insediamen­ti produttivi e residenziali ed alla formazione degli assetti ter­ritoriali.

Verranno, quindi, identificati ed analizzati i seguenti prin­cipali sistemi: a) sistema economico; b) sistema sociale; c) si­stema istituzionale e normativo; d) sistema fisico e, succes­sivamente, verranno indicati i principali momenti attraverso cui si esplica il processo di formazione dei piani: a) momento conoscitivo; b) momento della formulazione degli obiettivi; c) momento della simulazione mediante modello previsionale; d) momento delle scelte fra ipotesi alternative; e) momento del controllo dell'attuazione e della verifica delle ipotesi.

Quadro sintetico degli argomenti successivi:

a) Teoria della pianificazione

1. Concetto di fenomeno e di campo fenomenico - 2. pro­blema della misurazione nelle scienze sociali - 3. concetti di relazioni, struttura, modello, sistema, teoria generale dei si­stemi ed analisi dei sistemi - teoria dei modelli - 4. individua­zione, analisi e descrizione di un sistema urbano o territoriale _ individuazione degli elementi fondamentali per la descrizio­ne del sistema - individuazione dei rapporti fra il sistema e gli ambienti in cui è incluso - omogeneizzazione degli elementi in­dividuati, misurazione, ricerche delle relazioni( analisi input­autput) - ricorso alla costruzione di modelli - 5. metodi di analisi urbana e regionale.

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b) Teoria della simulazione

1. Il sistema reale e l'individuazione delle sue variabili -2. variabili endogene ed esogene - 3. variabili controllabili - 4. situazi.one dei modelli di simulazione statici e dinamici - 5. operazione di programmazione - 6. scelta degli obiettivi e va­lutazione delle alternative come supporto alle decisioni poli­tiche - 7. il piano come politica di sviluppo - 8. relazione tra politica, economia, urbanistica.

c) Legislazione

l. L'azione politica e il quadro normativo - 2. poteri de­centrati: Regioni, Comprensori (comunità montane), Comuni e compiti istituzionali di pianificazione, legislazione urbani­stica e formazione dei piani - 3. evoluzione negli ultimi dieci anni e prospettive future - 4. comparazione con gli orientamen­ti legislativi europei - 5. competenze delle Regioni, dei Comu­ni, degli Enti Comprensoriali (comunità montane), livelli ope­rativi - 6. istituiti regionali - uffici di piano.

Gli aspetti operativi del corso

Nel primo anno, l'esame consisterà in una prova orale sugli argomenti svolti durante il corso e richiederà la presen­tazione di un programma di ricerca da svolgersi individuaI .. mente o i ngruppo per il secondo anno del corso biennale.

Nel secondo anno, organizzato seminarialmente, verran­no attuate le ricerche e presentate nel primo corso mediante proposte di intervento nelle aree prescelte.

Libri e letture consigliati

Quaderni e comunicazioni di Istituto

1. B. McLoghlin, La pianificazione regionale, Padova 1973.

B. Secchi, Analisi delle st;'utture territoriali, Milano 1965.

R. D'Ambrosio - A. Piemontese - L. Piemontese - R. Scarano, Sistemi e modelli nell'analisi territoriale, Bologna 1974.

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L. Piemontese, Pianificazione teritoriale - Sistemi e modelli, ed., Liguori, Napoli 1979.

R. Lanini, Note tra analisi e Pianificazione territol"iale, ed., Libreria, Napoli 1979.

S. Luongo, SSI, un simulatore di Sistema economico, ed. Col­lana Ricerche e Studi FOR.MEZ - n. 21.

Boleslaw Malisz, Economia dello sviluppo urbano, ed., Mar­silio.

Colin Les, I modelli nella pianificazione, ed., Marsilio.

URBANISTICA II (B)

ProI. Urbano Cardarelli

Programma

Al La cultura: l'insegnamento dell'urbanistica per i pro­gettisti; le definizioni; il campo di studio; le interpretazioni e le concezioni organizzative; la problematica dell'urbanistica contemporanea; uso e significato di alcuni termini ricorrenti.

Bl Elementi di teoria: concetto di sistema in urbanistica; le principali componenti del sistema territoriale; leggi di va­riazione del fenomeno urbano e dei suoi derivati; concetto di segno in urbanistica.

C) Le tecniche di ana!isi: analisi storiche, geo-morfologi­che, semiologiche, antropologiche, psicologiche, sociologiche, economiche, tecnologiche ed ecologiche; riflessi sulla proget­tazione; problemi di lettura interdisciplinare.

D Il progetto e la gestione: livelli di pianificazione in Ita­lia; le procedure; limiti minimi inderogabili di attrezzatura; limiti di densità; contenuto del piano regolatore generale e del piano particolareggiato; dimensionamento e disegno di

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piano; la normativa di attuazione; la gestione politica, ammi­nistrativa e finanziaria del piano.

E) Esperienze applicative su campioni di territorio scelti nel contesto del Mezzogiorno d'Italia.

Testi consigliati

U. Cardarelli, Urbanistica tra Storia e Teoria, Napoli 1973 (in corso di ristampa); U. Cardarelli (a cura di), Studi di Ur­banistica voll. 1, 2, 3, 4, edizioni Dedalo, Bari 1978-80; U. Cardarelli, Lezioni di Urbanistica, (in preparazione); An­tologia di scritti di Urbanistica.

Più ampia bibliografia su problemi specifici e locali viene fornita durante lo svolgimento del c:>rso.

Premessa

URBANISTICA II (C)

Prof. Marcello Vittorini

Gli effetti della crisi economica in atto si manifestano essenzialmente sul territorio, inteso non come fatto fisico ma come sede delle collettività insediate, della loro storia, della loro capacità associativa, e partecipativa, delle loro tensioni sociali. Governo del territorio e governo dell'economia non co­stituiscono, pertanto, campi d'iniziativa diversi, bensì due di­stinti aspetti di un'unica azione politico-amministrativa tesa alla corretta gestione pubblica delle risorse disponibili, la cui coerenza è, quindi, più che mai urgente garantire per ridurre ed eliminare gli sprechi ed i privilegi che hanno caratterizzato il distorto sviluppo capitalistico dell'ultimo trentennio.

Gli strumenti di pianificazione urbanistica, considerati tanto nei loro aspetti analitici che in quelli progettuali, non

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possono perciò considerarsi come fine a se stessi o come astratta manifestazione di elucubrazione intellettuale; essi vanno compiutamente considerati come mezzi tecnico-politici di efficace gestione della città e del territorio da parte degli organismi elettivi delle autonomie locali.

L'insegnamento dell'Urbanistica, quindi, dovrà necessa­riamente basarsi su un approccio p;uridisciplinare, che consi­deri in particolare il quadro istituzionale, il quadro legislativo, gli strumenti di governo dell'economia ed i loro limiti con ri­ferimento alle esperienze degli ultimi anni.

L'ipotesi di lavoro

Sono ormai noti i limiti della struttura amministrativa italiana, soprattutto in relazione all'esistenza di miriadi di co­muni piccoli e piccolissimi, assolutamente non in grado di ge­stire efficacemente il territorio e di garantire ai cittadini la soddisfazione della domanda sociale di base.

Lo stesso dibattito sull'ente territoriale intermedio, tut­tora aperto, testimonia le difficoltà del problema, che non può tuttavia comportare la paralisi e la rassegnata rinuncia ad esercitare le competenze comunali e regionali in materia di pianificazione e gestione del territorio, in particolare per quanto concerne la formazione e l'attuazione di piani terri­toriali e piani regolatori generali. Ciò significa, in primo luogo, promuovere l'aggregazione dei Comuni minori in forme asso­ciative relative ad « aree sovracomunali di gestione », di di­mensione adeguata alla realizzazione di tutti i servizi sociali, nelle quali siano ricondotte ad unità le delimitazioni già defi­nite o in corso di definizione (distretti scolastici, unità socio­sanitarie locali, comprensori per lo smaltimento dei rifiuti, comprensori per l'edilizia sovvenzionata etc.). La legge 833 del 1978 ha pienamente recepito tale esigenza fissando i termini entro i quali le Regioni devono delimitare tali aree sovraco­munali. Si tratta, in sostanza, di giungere alla formazione di Unità Locali dei Servizi nelle quali si articoli il territorio re­gionale: una prima proposta, che verrà assunta come ipotesi di lavoro del corso, è rappresentata dalla delimitazione delle

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unità socio-sanitarie locali nel quadro del Piano socio-sanita­rio regionale all'esame del Consiglio Regionale della Campania.

Articolazione del corso

Il corso si articolerà in lezioni teoriche e ricerche speci­fiche, sviluppandosi sull'arco di un biennio.

Le lezioni saranno svolte per gruppi di argomenti, alcuni dei quali potranno trovare un approfondimento di tipo semi­nariale. I temi trattati (tutti con particolare specificazione in riferimento al Mezzogiorno e alla Campania) possono sinteti­camente elencarsi nel modo seguente (per il secondo anno di corso) :

Riferimenti sintetici al programma del l" anno: legisla­zione nazionale e regionale. - Pianificazione urbanistica e politica di bilancio degli Enti locali. - Il Piano Terri­toriale e la finanza regionale. - Il Piano Regolatore Gene­rale e la finanza comunale; il programma pluriennale di attuazione. - Contenuti del P.R.G. - Efficacia del P.R.G. -Operatività del P.R.G. - Piano Regolatore e forma e qua­lità urbana. - I pia.ni esecutivi. - Il recupero del patrimonio edilizio esistente. - Pianificazione urbanistica e politica della casa. - Metodologie e tecniche di progettazione urba­nistica.

Le ricerche specifiche, condotte da gruppi di studenti, sa' l'anno finalizzate alla adeguata definizione operativa dei piani territoriali ed urbanistici relativamente ad alcune Unità Lo­cali dei Servizi (U.L.S.l scelte nella Campania in rapporto alla accentuata dinamica delle trasformazioni territoriali in atto.

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Tali Unità sono:

n. 17 e 18: Area Capuana, arch. Livio Talamona. - n. 22: Area Flegrea, arch. Fabrizio Mangoni di S. Stefano. - n. 23 : Area del Giuglianese, arch. Fabrizia Cusani. - n. 27 e 28: Area Pomiglianese e Nolana, arch. Franco Lista. - n. 50, 51, 52: Area Sarnese-Nocerina, arch. Alessandro Dal Piaz.

Bibliografia essenziale

AA. VV., Dallo spreco edilizio alla politica di recupero dell'esi­stente, Guida, Napoli 1979.

M. Vittorini, Il Mezzogiorno ancora all'apposizione, Guida, Na­poli 1979.

V. Erba, L'attuazione dei piani urbanistici, Edizioni delle au­tonomie, 1978.

P. Ramundo, Edilizia e Mezzogiorno, Giuffré Editore, 1979.

G. Campos Venutti e F. Oliva (a cura), Urbanistica alternativa Padova, Marsilio Editori, 1978.

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INSEGNAMENTI COMPLEMENTARI

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ALLESTIMENTO E MUSEOGRAFIA (MUSEOLOGIA)

Prof. Ezio Bruno De Felice

Premessa

Il corso propone di studiare una nuova visione progetti­stica delle strutture museali in una organizzazione strettamen­te correlata al contesto sociale ed urbano del territorio; po­stula pertanto un coordinamento interdisciplinare allo scopo di ovviare ai pericoli tipici della specializzazione che potrebbe limitare l'evolversi delle stesse attività tecnico-artistiche.

Contenuti del corso

Partendo dall'analisi delle manifestazioni del passato, nel corso si perverrà allo studio della più moderna evoluzione del concetto museale: museo-contenitore, museo-attività artistica, museo-ambiente, museo-città, museo-natura, ove lo stesso ter­mine museo» perde il suo aspetto esposìtivo tradizionale fine a se stesso per assumere un nuovo significato che possa coin­volgere nuovi strati sociali in un rapporto più spontaneo e genuino.

Verrà svolta, in. questa ottica, una storia dell'organizza­zione museale e dell'architettura relativa quali espressioni della cultura rinascimentale, barocca, ottocentesca in tutta la loro involuzione fino alle manifestazioni borghesi attuali.

Verrà proposta una analisi delle architetture tecniche mu­seali non adatte a modificare in meglio il vivere attuale, de­rivanti da concezioni superate che ancora considerano il mu­seo quale « Tempio dell'Arte» in un'organizzazione che, per

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sua natura, emargina ampi strati sociali dai fatti di cultura ed arte.

Verrà parallelamente svolta una critica dei concetti espo· sitivi legati al binomio quadro·parete, sala·scultura, sala-ve· trina, ecc. dal passato fino alle realizzazioni contemporanee in cui il ruolo dominante è assunto dall'allestimento che, spes­so, relega le stesse opere d'arte esposte in una funzione se· condaria di contorno decorativo.

Verrà anche studiato il fenomeno del mercato dell'Arte in relazione al presente diffuso consumismo ed al consumo linguistico sia in architettura che in arte in genere.

Saranno oggetto di analisi le cause che nella progettazio· ne espositiva in edifici preesistentti o nuovi (gallerie d'arte contemporanea, Gallerie d'arte sperimentale, ecc). portano ad ignorare quelle esigenze di ambienti, di spazi, di luce, confor­mabili flessibilmente alla espressione degli operatori d'arte contemporanea.

Si approfondirà la problematica dell'ordinamento e dello allestimento dal passato ad oggi, derivanti dal rapporto didat­tico esistente tra il critico d'arte, quale allestitore, con l'ana­lisi dei relativi convincimenti disciplinari, oggi in crisi.

Articolazione e coordinamento con altri corsi

Il corso si articolerà in lezioni in aula, ed in frequenti sopralluoghi a musei o ambienti museali campani e, se pos­sibile, anche nazionali.

Le lezioni saranno aperte al cbntributo degli studenti che riterranno di voler apprOfondire argomenti di loro interesse, in modo tale da poterle trasformare in seminari di studio.

I sopralluoghi sono importantissimi per i fini che il corso intende raggiungere e saranno eseguiti, oltre che nei musei, anche nei cantieri·museali, in modo da ampliare le conoscenze degli studenti con continue verifiche di carattere tecnico.

Il corso di allestimento e museografia deve essere inteso come un corso di perfezionamento specialistico, pertanto esso

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richiede già una buona conoscenza di base di alcune discipline insegnate in Facoltà, quali Composizione, Storia dell'architet· tura, Storia dell'arte, Restauro, Arredamento, Tecnica delle co· struzioni, Illuminotecnica, e quindi propone frequenti raccor· di e coordinamenti con esse.

ANALISI DEI SISTEMI URBANI

Prof. Agostino Renna

Le complesse trasformazioni che investono le realtà ur· bane e territoriali nella società moderna sono l'oggetto del corso.

Ad ognuno è presente, sia pure in modo intuitivo, quanti aspetti e ripercussioni, diversi e contraddittori, devono essere affrontati per giungere ad una conoscenza, non completa ma neppure superficiale, dei fenomeni urbani. In questo il corso di Analisi dei Sistemi Urbani è un avvicinamento, quanto più possibile ricco e problematico, ad aspetti fondamentali di tali questioni. L'oggetto del nostro studio e indagare e chiarire i motivi e i modi per cui la realtà fisica della città, le case, le strade ecc. vengono edificate e trasformate, considerando la la città come condizionata dalle più generali trasformazioni strutturali, e tuttavia con una sua definita specificità e con­traddittorietà.

Oltre a ciò il corso approfondisce il rapporto dialettico che esiste tra tali trasformazioni che interessano la società­civile nel suo complesso e i temi e le battaglie che la cultura architettonica, a partire dagli inizi del secolo, ha affrontato in riferimento, spesso in contraddizione, a tali mutamenti.

Trasformazioni fisiche della città e cultura architettoni­ca: in questa dialettica sono anche i temi dell'impegno politi· co che caratterizza, come una lunga battaglia, a volte mistifi· cata, più spesso autentica, un aspetto secondario ma impor­tante della necessità più generale di una società rinnovata.

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Il corso vuole essere dunque un momento di approfondi­mento dei temi più vivi e attuali della complessa problema­tica relativa alla città moderna: ai processi reali di trasforma­zione, agli interessi e alle lotte che la investono, alle ricerche culturali che la studiano e ne discutono.

Il corso vuole essere anche un'occasione per una discus­sione approfondita sui libri e contributi più significativi che su queste questioni sono stati dati in particolare negli anni più recenti, invitando a partecipare, dove possibile, gli stessi autori di tali studi e ricerche; l'biettivo è di costruire, a mano a mano che il corso si sviluppa, lo schema ragionato di una bibliografia essenziale sull'argomento, che ne sia parte e non appendice, in genere disattenta.

Le lezioni e le comunicazioni svilupperanno tre tematiche tra loro interrelate che saranno sviluppate in modo alternato.

1. La città moderna - i modi di formazione e sviluppo - i temi del Movimento Moderno.

2. Il rapporto architettura-città - normativa architettonica e regolamenti edilizi.

3. I temi del dibattito attuale sui problemi urbani: la critica ideologica, l'analisi urbana, i movimenti e le lotte per la trasformazione delle strutture civili.

Il corso consiste nella sua gran parte in comunicazioni e dibattiti su questi temi. Il riferimento per ogni comunicazio­ne è un testo di particolare rilievo, teorico e analitico, tale da permettere agli studenti un riferimento verificabile nello svol­gimento delle discussioni collettive. Sono escluse pertanto in linea generale esercitazioni analitiche perché, condotte molto spesso al di fuori di un interesse metodico consolidato, si lo­gorano in risultati modesti e disordinati. Non si esclude tut­tavia, per quegli studenti o gruppi che più manifestano un interesse analitico rispetto ai temi del corso, che possano es­sere impostate alcune semplici ricerche su realtà urbane de­terminate, sia italiane che europee.

Il corso si concluderà con un Seminario della durata di alcuni giorni sui rapporti tra analisi e progetto e architettura e città.

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La bibliografia di riferimento viene costruita a mano a mano che il corso si sviluppa, tuttavia si ritiene utile indicare quei testi che si considerano indispensabili per intendere e partecipare alle tematiche che il corso intende discutere.

A) La formazione della città moderna: C. Aymonino, Origini e sviluppo della città moderna, Padova, - G. Piccinato, La costruzione dell'urbanistica, Roma.

B) Il problema della città nel Movimento Moderno: G. Gras­si, Das neue Frankfurt, 1926-31, Bari - A. Kopp, Città e ri­voluzione, Milano - AA. VV., La costruzione della città so­vietica 1929-31, Padova.

C) L'utopia della metropoli: L. Hilberseimer, Un'idea di Pia­no, Padova - Le Corbusier, Ma1Jiera di pensare l'urbani­stica, Bari.

D) L'ideologia nella cultura architettonica: M. Fabbri, Le ideologie degli urbanisti dal dopoguerra ad oggi, Bari -M. Tafuri, Progetto ed utopia, Bari.

E) L'analisi della città come architettura: A. Rossi, L'archi­tettura della città, Padova - AA. VV., La città di Padova, Roma.

F) L'analisi politica delle trasformazioni urbane: AA. VV., La città fabbrica, Milano - M. Castells, Lotte urbane, Padova, - M. Folin, La città del capitale, Bari.

ARTE DEI GIARDINI (ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO)

Prof. Giorgio Di Simone

Problematica dell'architettura del paesaggio

Come tutti gli impegni di ricerca che hanno anche un pre­valente carattere didattico, e quindi specifiche esigenze me­todologiche, quelli riferiti all'Architettura del Paesaggio de-

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vono prima di tutto rifarsi alla precisa problematica dell'og­getto in discussione, con accenni ai vari tagli visuali, propri della cultura contemporanea che lo riguarda.

Ora, per quanto concerne il nostro tema, esso è stato qua­si {( dimenticato» dalla cultura del nostro paese, ed anche non volendo operare astratte linee di demarcazione tra cultura e cultura, bisogna riconoscere che in alcuni altri paesi non vi è tale lacuna, ma vi è invece un costante interesse culturale e quindi operativo per questo fondamentale aspetto della no­stra realtà umana e sociale.

Attualmente dobbiamo dire che finalmente qualcosa si muove anche in Italia, nei confronti di una presa di coscienza critica del grosso probl'lma del paesaggio e della sua più o meno articolata integrazione nell'opera dell'uomo e del grup­po sociale, nel raggio delle loro pH.l elevate fruizioni.

Ma i punti di vista, in tal senso, sono molteplici e rispec­chiano almeno in parte, ovviamente, gli interessi culturali (o addirittura professionali, in senso lato) degli studiosi, archi­tetti e non.

Esistono quindi varie ottiche, tramite le quali si tenta di inquadrare il problema: da quella riferibile ad una visione allargata, ma unilaterale, del paesaggio come pianificazione delle risorse naturali (e, più generalmente, {( ambienti »), frui­bili in termini che non rientrano nella normale pianificazione territoriale, 'a quella che, prescindendo da alcuni importanti fattori, si rifà ad un concetto puramente estitico-filosofico del paesaggio stesso.

Una diversa interpretazione è quella che considera di mag­gior peso (quasi esclusivamente) il valore socio-politico dello ambiente, rimandandol1e ad un futuro più o meno lontano lo approfondimento formale e psico·percettivo. Per converso, al­cuni studiosi (soprattutto stranieri) preferiscono fermarsi sol­tanto a tale componente psico-sensoriale, lasciando ad altri il compito di allargare la definizione del tema, ad altre sfere di interesse.

Un ultimo tipo di approccio (ultimo in senso generale) è quello che fa perno su di esso tema, interpretandolo come

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estensione logica e culturalmente valida della disciplina archi­tettonica, assunta come un insieme strutturale che sia in gra­do di applicare i suoi parametri anche alla strutturazione o ri­strutturazione dell'ambiente (naturale ed antropizzato, cioè « totale »), quando esso rischia di non reggere in modo equili­'brato in rapporto all'uomo ed al gruppo sociale (nella estra­niazione progressiva, nell'inquinamento, ect ... ).

Oltre le esigenze didattiche che ci impegnano in uno stu­dio parallelo delle suddette componenti dell'indagine generale sul paesaggio come elemento da correlare costantemente alla attività umana (pragmatica, ideologica, fruitival, riteniamo di poter fare nostra - come taglio di fondo del Corso - l'ultima interpretazione data, ritenendola la più coerente agli interessi culturali ed operativi dell'architetto ( e dell'uomo in genere), e giustamente inquadrabile nell'ambito di una disciplina della architettura che comprenda tutto ciò che ricade in una orga­nizzazione dello spazio finalizzata all'uomo, nella sua accezio­ne più dinamica, soprattutto in senso sociale, collettivo, oltre che fruitivo-funzionale a livello del singolo individuo.

Ed è proprio perchè l'asse dell'architettura si è nettamen­te spostato in avanti, avocando alla propria strutturazione ideale anche le componenti spazio-funzionali riferibili alla pro­hlematica socio-politica e socio-economica, che riteniamo in un certo modo coerente e completa la scelta fatta (includendo naturalmente in essa anche quella dello studio degli aspetti minori, ma non superflui, dell'intera problematica ambien­tale).

Si è detto che riconoscere l'autonomia dell'architettura del paesaggio rispetto a discipline come la statistica, la socio­logia, la psicologia, ecc .. , è un tentativo di rifondare il corpo disciplinare specifico della stessa architettura del paesaggio. Perchè pensiamo si debba parlare solo di una disciplina, cioè l'architettura, e quindi caricare di nuovi {( contenuti " il termi­ne {( paesaggio », ed allargarlo in senso lato, sino ad abbrac­ciare le diverse {( scale" di lettura della città, e di progettazio­ne di essa o di parti di essa. Siamo sostanzialmente d'accordo su queste riflessioni, purchè tale {( autonomia» funzionale non rinunci al coordinamento culturale ed operativo con le disci-

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pline anzidette e con tutte quelle che siano in grado di compIe, tare il quadro conoscitivo ed operativo dell'architettura del paesaggio stesso,

Il criterio di oggettività

Malgrado l'estrema difficoltà del compito di tentare di giungere -- nella ristrutturazione o progettazione del paesag­gio - a formulare leggi generali che siano in grado di defini­re in modo sufficientemente oggettivo la « lettura» dell'am­biente e lo stesso criterio di progettazione o di ristrutturazio­ne, la ricerca afferente al corso di Architettura del Paesaggio, tende proprio verso tale finalità. Di qui la necessità di stru­mentalizzare rispetto ad essa altre discipline quali la Psicolo­gia Umana e le sue specializzazioni: la psicolagia della per­cezione (come approccio ad una psicologia dell'arte) e le ulti­me derivazioni della psicologia della forma (Gesta!), come pri­ma sistematizzazìone di una ricerca delle leggi suddette, ap­plicate genericamente all'idea di « forma ambientale»; appli­cate cioè in prima approssimazione, ovviamente incompleta, al paesaggio visto soltanto come fatto da percepire e fruire in senso visuale e psichico.

Per quanto riguarda questo aspetto teorico del problema, si sono assunti come base (anche se provvisoria e in attesa di più avanzate e sicure definizioni della prassi da seguire) gli studi di Rudolph Arnheim e di altri studiosi della psicologia della forma, oltre ai « pragmatisti » dell'ambiente (Lynch),

L'importanza di giungere ad una qualche definizione di una chiave che sia in grado di interpretare con una accetabile percentuale di oggettività, il codice che probabilmente sotten­de i valori strumentali, formali e percettivi costituenti il pae­saggio (e l'ambiente in genere, nella sua più ampia'eccezione), tale importanza - dicevamo - non risiede soltanto nel fatto di poter rendere certamente più agevole l'ambito operativo (nel senso di « lettura» - prima - e quindi di strutturazione adeguata di un ambiente naturale a grande scala, o di ristrut­turazione dr'~mbienti urbani degradati: centri storici, perife­rie, etc.; o di correlazioni tra l'uno e gli altri), ma soprattutto

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nella possibilità che si avrebbe di dare a tali interventi sullo ambiente quel carattere oggettivo indispensabile per costrin­gere i poteri decisionali a tenerne conto, uscendo dal vago e dal relativo, attuali comodi alibi per ogni inerzia legislativa ed operativa a grande scala. E ciò senza parlare della decisiva importanza che tali chiarimenti avrebbero sul piano della cul­tura pura,

Articolazio1<e del co'rso

Il corso di Architettura del Paesaggio si svolge secondo due fasi fondamentali che possono essere indicate come segue:

l" Fase di studio teorico:

a) introduzione globale, con indicazione dei fini da per­seguire secondo una certa metodologia;

b) rapida illustrazione critica della idea di paesaggio presso .i principali sistemi culturali (e socio·politici), secondo le successive tappe storiche, e nell'attualità;

c) alcune lezioni teoriche sull'approccio percettivo (Arn-heim);

d) analisi critica di esempi di progettazioni dell'am­biente (incluse quelle di corso degli anni precedenti).

2" Fase di approccio progettuale: che si articola in grup­pi di lavoro formati da studenti che operano su temi-pilota proposti dal corso e che sviluppano prevalentemente una pro­blematica progettuale centrata sull'ambiente della periferia urbana, con particolare riferimento al recupero della « qualità ambientale» esaminata ad ogni livello (incluso quindi quello socio-eéonomico, oltre che formale).

3" Fase di coordinamento: fase che può essere intermedia e che può prendere in considerazione (a livello di dibattito se­minariale) varie ipotesi di coordinamento e di integrazione con tutte quelle discipline (sia dell'Istituto, che dell'intera Fa­coltà) che abbiano per tema centrale quello riferito ad uno dei

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diversi aspetti problematici dell'architettura-città, considera­ta come un tutto articolato e funzionante, anche e soprattutto a livello di valori ambientali e socio-figurativi. In tale sede, l'architettura del paesaggio è così in grado di dimostrare « materialmente» l'importanza dei suoi studi e del suo con­tributo per una più completa definizione dello « spazio antro­pizzato », oggetto proprio dell'architettura, vista però secondo un'accezione restrittiva e riduttiva rispetto alla globalità dei valori in gioco di cui 1'« ambiente» è comunque e sempre il luogo di manifestazione e di sollecitazione dinamica.

Per ulteriori notizie e chiarimenti sugli aspetti teorico­operativi del Corso, si rimanda al Programma del Corso com­pleto, incluse le citazioni da vari autori e la bibliografia spe­cifica.

CARATTERI STILISTICI E COSTRUTTIVI DEI MONUMENTI

Prof. Giuseppe Fiengo

Architettura, edilizia e urbanistica a Napoli nel Settecento

Programma delle lezioni

Dopo un'indispensabile tesi di inquad;ramento della sto· ria architettonica e urbanistica della città dalle origini all'età barocca, il programma contiene esclusivamente temi inerenti alla civiltà artistica napoletana del Settecento, considerata in riferimento alla realtà europea. L'articolazione prevista è la seguente:

1. Sviluppo e struttura della città

La città greco-romana: problemi di topografia e archeolo­fia. Le vicende urbanistiche dell'età tardo-romana a quella du­razzesca: fabbriche religiose angioine e superstiti strutture

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medioevali. Gli ampliamenti di età aragonese: maestri cata­lani e toscani. Edilizia e urbanistica del '500 a '700: D. Pedro di Toledo viceré urbanista; prammatiche sanzioni e loro in­fluenza sull'assetto della città; trasformazioni degli edifici religiosi in conformità dei dettami del Concilio di Trento. Le prime vedute urbane.

2. L'ambiente urbano del primo Settecento

Dal viceregno spagnolo a quello austriaco (1707-1734). Lo anticlericalismo e i rapporti tra Stato e Chiesa. Il pensiero di Pietro Giannone. Lo sblocco dell'edilizia civile (1718).

Le maioliche, i giardini, le scale aperte e l'edilizia civile urbana e suburbana. L'opera di Ferdinando Sanfelice e Dome­nico Antonio Vaccaro.

3. La città capitale

I problemi economici, politici e sociali all'inizio del regno di Carlo di Borbone. Il blocco dell'edilizia ecclesiastica (1740) e il Trattato di Accomodamento tra la Santa Sede e il Regno borbonico. La Napoli di Antonio Genovesi e le idee dei rifor­matori illuministi.

Le scoperte archeologiche di Ercolano e Pompei e l'inte­resse per l'architettura antica. Le opere pUbbliche nei primi anni di Carlo III e la trasformazione del vecchio patrimonio edilizio. Le residenze per la corte (Napoli, Portici, Capodimon­te) e l'attività di G. A. Medrano. Le ville patrizie lungo la costa vesuviana (Orsini-Gravina, Campolieto, ect.).

4. Crescita e trasformazione urbana

L'assolutismo illuminato e gli sviluppi dell'urbanistica nei paesi europei (Francia, Inghilterra, Russia, Germania, Italia, etc.>. La polemica razionalista e l'opera degli architetti illumi­nisti.

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La nuova dimensione della città nella pianta topografica del duca di Noja e i problemi dell'{( abbellimento» urbano nel saggio di V. Ruffo. L'attività napoletana di Luigi Vanvitelli, Ferdinando Fuga, Mario Gioffredo, Carlo Vanvitelli, France­sco Collecini, Francesco Sicuro, etc.

5. Organizzazione dell'edilizia

L'amministrazione e le opere pubbliche. Le Deputazioni della Fortificazione, dell'Acqua e Mattonata, della Portolania. Le corporazioni. Gli ingegneri camerali e i tavolari.

La disciplina edilizia nell'editto di Ferdinando IV (3 otto­bre 1781) e neWiniziativa della Gran Corte della Vicaria di in­trodurre nel Regno la Costituzione di Zenone (791).

L'impresa edile. Gare di appalto. Materiali da costruzione. Tecniche costruttive e tipologie edilizie. Metodi di organizza­zione del lavoro. I cantieri edili.

I problemi del sottosuolo e delle case puntellate. Distri­buzione delle cavità rispetto al territorio urbano. La costitu­zione geologica del sottosuolo.

6. Formazione ed esercizio professionale

La formazione dei tecnici: l'Accademia del disegno (1752), degli ingegneri (1754), di architettura (1762), militare (1769), la Facoltà di matematica (1777) e le cattedre di meccanica, ar­chitettura e geometria pratica.

La diffusione della letteratura tecnica e la fortuna dei trattati di B. F. de Belidor su {( La science des ingenieurs» (729) e {( Dell'Architettura» di Mario Gioffredo (768).

Le figure del progettista e del direttore dei lavori. Le par­celle professionali. La disputa: Gioffredo-Vanvitelli e {( l'offi­cio» dell'architetto nella testimonianza di tavolari e regi inge­gneri napoletani del secondo Settecento.

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Bibliografia

R. Pane, Napoli imprevista, Napoli 1949.

R. Pane, Il monastero napoletano di S. Giorgio Armeno, Na­poli, 1957.

A. Venditti, Urbanistica e architettura angioina, in {( Soria di Napoli », voI. III, 1969.

R. Di Stefano, Lineamenti di storia urbanistica, in {( Il centro antico di Napoli» di AA. VV., voI. I, Napoli 19'11.

C. De Seta, Storia della città di Napoli dalle origini al Sette­cennto, Roma 1973.

R. Pane, Il Rinascimento nelz:Italia meridionale, voI. I (1975), voI. II (1977).

R. Pane, Architettura dell'età barocca a Napoli, ivi 1939.

AA. VV., Ville vesuviane del Settecento, Napoli 1959.

R. Mormone, Architettura a Napoli 1650-1734, in {( Storia di Napoli, voI. VI, tomo II, 1970.

F. Venturi, Settecento riformatore, Milano 1969.

R. De Fusco. L'architettura della seconda metà del Settecento, in ({ Storia di Napoli », voI. VIII, 1971.

G. Fiengo, Vanvitelli e Gioftredo nella villa Campolieto di Er­colano, Napoli 1973.

G. Fiengo, Contributo alla storia dell'architettura e dell'urba­nistica napoletana del Settecento, Napoli 1977.

G. Fiengo, L'architetto Ignazio Cuomo e la villa di Giuseppe Maria di Lecce a Portici, in {( Storia dell'Arte» n. 35, 1979.

R. Pane, Ferdinando Fuga, Napoli 1956.

A. Venditti, Architettura neoclassica a Napoli, ivi 1961.

E. Kaufmann, L'architettura dell'Illuminismo, Torino 1966.

G. C. Alisio, Urbanistica napoletana del Settecento, Napoli, 1979.

R. Di Stefano, Luigi Vanvitelli ingegnere e restauratore, in {( Luigi Vanvitelli » di AA. VV., Napoli 1973.

A. Venditti, L'opera napoletana di Luigi Vanvitelli, in « Luigi Vanvitelli» di AA. VV., Napoli 1973.

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A. Rigillo, Nuova società e nuove capitali del '700, Napoli 1974. P. Sica, Storia dell'urbanistica: il Settecento, Bari 1976. G. C. Alisio, Siti reali dei Borboni, Roma 1976.

R. Di Stefano, Organizzazione e tradizione dell'edilizia napole­tana, in « Storia dopo un secolo» di AA. VV., Napoli 1967.

R. Di Stefano, Distribuzione delle cavità rispetto al territorio urbano, in « II sottosuolo di Napoli» di AA. VV., Napoli 1967.

P. Nicotera - P. Lucini, La costituzione geologica, in « II sotto­suolo di Napoli» di AA. VV., Napoli 1967.

F. Strazzullo, Edilizia e urbanistica a Napoli dal '500 al '700, Napoli, 1968.

G. Fiengo, Gioffredo e Vanvitelli nei palazzi dei Casacalenda, Napoli 1976.

COMPLEMENTI DI MATEMATICA

II programma è a disposizione degli studenti presso l'Isti­tuto di Matematica.

CONSOLIDAMENTO E ADATTAMENTO DEGLI EDIFICI Prof. Alberto Defez

Criteri generali: Definizione della materia - Filosofia della sicurezza - Prove di lavoratorio sui materiali - Criteri di resi­stenza - Prelievo di campioni - Determinazione della resistén­za caratteristica - Vibrazioni.

Analisi delle costruzioni in mura tura : Caratteristiche fisi­che e meccaniche delle murature - Regolamento inglese - Ve­rifica delle murature - Verifiche di stabilità di archi, volte e architravi - Cupole - Fondazioni - Muri di sostegno - Legno: generalità e caratteristiche fisico - meccaniche - Calcolo delle travi in legno - Opere provvisionali - Solai in legno - Calcolo di copertura a tetto.

Edifici in muratura: Determinazione dello schema strut­turale - Metodi di calcolo degli edifici nel loro insieme - Com­portamento di strutture snelle: campanili e torri.

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Analisi dei dissesti e criteri di interventi: Diagnosi dei dissesti - Controllo delle lesioni - Consolidamenti sostitutivi, passivi, attivi, restitutivi. Opere di consolidamento delle fon· dazioni - II problema dell'umidità.

Principali esempi di interventi: I templi di Abu Simbel -Campanile di Burano - Il Duomo di Napoli - La Farnesina a Roma - Il Monastero di York - La torre di Pisa - Il palazzo di Giustizia a Roma .. Il Duomo di Milano.

Bibliografia essenziale

A. Defez, Appunti dalle lezioni.

Manuale dell'architetto.

C. Cestelli Guidi, Meccanica del terreno, fondazioni e opere in terra, Milano 1957.

C. Siegel, Forme e strutture nella moderna architettura, Bolo­gna 1968.

G. Massari, Risanamento igienico dei locali umidi, Milano.

Ricerche e studi sulla Torre pendente di Pisa, Atti della Com­missione del Ministero dei LL.PP. (voli. I-II-IIO, Firenze 1971.

Interventi di consolidamento e restauro dei monumenti dalla rivista « Restauro».

DECORAZIONE (ELEMENTI QUALITATIVI DELL'ESECUTIVO ARCHITETTONICO)

Prof. Lucio Morrica

Premessa

Durante lo sviluppo del pensiero critico sull'architettura, il significato ed il ruolo della decorazione hanno assunto va­rie e disparate identificazioni, in quanto si sono venuti adot-

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tando a temi ed esigenze diverse derivanti dal tipo di cultura che rappresentavano.

Unica costante, la decorazione non è mai stata considera· ta, in particolare nel Movimento Moderno, distinta dall'espe· rienza spaziale, nel.senso che il suo intervento e le sue speci­fiche indicazioni figurative sono parte intrinseca del linguag­gio architettonico.

Ciò che è cambiato, nell'architettura moderna è, il diver­so atteggiamento verso l'oggetto architettonico: l'elemento decorativo, anzichè sovrapporsi, spesso si identifica con l'aro chitettura stessa, con l'oggetto funzionale nella sua interezza. Molte volte, anzi, è la stessa tipizzazione strutturale a costrui­re un fattor decorativo, come nell'architettura di Mies, ove l'elemento qualificante dell'immagine è lo stesso carattere geometrico e tecnologico derivante dalla scansione strutturale degli elementi di acciaio e vetro.

Né d'altra parte, è possibile discernere, nell'architettura, un, tempo preciso d'intervento della D.: infatti non sempre è possibile distinguere un momento « decorativo» e « confm'­mativo» degli spazi, da uno più prettamente « costruttivo » e « tecnologico », laddove il concorso sinergico di tutti gli ele­menti architettonici determina, spesso, la caratterizzazione decorativa,

Una forma estremamente funzionale perde qualità per il solo fattore di rappresentare sé stessa, Allora le viene sovrap­posta un'immagine spuria, non pertinente, che ne modifica, ne altera ed a volte ne complica forma e funzionamento,

Assai spesso col termine « decorazione » vi si intende ri­ferire, ad una disciplina autonoma rispetto al processo archi­tettonico,

Per l'architettura, il principio basilare con cui la questio­ne va affrontata, è quello della « scala» di intervento proget­tuale, Naturalmente, al di là della scala del design, in cui si determinano le dimensioni, la disposizione del prodotto di un definito contesto fisico e la struttura generale degli spazi, esi· ste un campo della ricerca, cioè una scala, ancora architetto-

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nica, ma comunque « figurativa» e quindi decorativa (vedi Diz, Arch, Urb,),

Gli ambiti di ricerca, quindi, vanno dalla esplorazione sulla « grana » dei materiali usati, ai loro valori cromatici, alle loro intrinsesche possibilità tecnologiche e insieme espressive,

Per quanto riguarda il rapporto esistente tra il portato tecnologico e la tettonica dell'immagine, da una parte si può dire che il primo fa da supporto tecnico strumentale per l'at­tuazione della seconda; dove quest'ultima è individuata dal concorso di alcuni elementi puri, quali il moto, lo spazio, il colore, i piani: vere e proprie categorie, che, mediante la loro conflittualità, determinano qualitativamente e quantitativa­mente il prodotto ultimo dell'immagine, la percezione sensi­bile del fruitore.

All'interno di questa logica, le relazioni che stanno alla base del processo formativo qualificante degli spazi, e che cioè individuano la sfera decorativa, sono quelle tra funzione, struttura e forma, Esse costituiscono le strutture' essenziali che configurano visivamente le molteplici scelte, di ordine so­cio-culturale, psicologico, ecc, che si compongono in aspetti figurativi.

L'immagine, così, diviene il prodotto delle sue nature in­teriori, della . sua ragion d'essere, della sua significazione cul­turale, carica di significati spirituali e comportamentistici.

Comunque, un'operazione di definizione tecnica della espressione decorativa dell'architettura, non ha senso se non si tien conto di un altro fattore importante, quello che si po­trebbe definire {( scala ambientale»: e cioè il rapporto col tipo di ambiente o di ambito fisico, a cui si riferisce il « fatto )} architettonico,

In altri termini, un oggetto si pone come « decorativo », non di per sé, ma rispetto ad un ambiente, o ad un ambito fisico, con cui interagisce,

Programma

Da tali premesse scaturiscono alcuni temi di ricerca quali per esempio:

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l'uso della luce (naturale o artificiale) come mezzo di espressione e rappresentazione spaziale;

analisi dei « ritmi», ovvero la ripetizione, la moltiplica­zione o estensione di singoli « elementi»;

la qualità plastica e chiaroscurale degli « oggetti » archi­tettonici (vede ad es. la ricerca espressionista di Mendel­sOhnn);

l'agitazione a scala ravvicinata di rapporti spaziali tridi­mensionali (vedi le esperienze di F. L. Wright);

la spiegazione e definizione del « grado di materialità» dello spazio costruito (vedi ricerca dell'Art Nouveau, e in particolare Van der Velde, Horta);

il metodo conoscitivo e costruttivo dello spazio secondo le esperienze della corrente neo-plastica. Theo van Doesburg e G. Rietveld;

il valore comunicativo ed ideologico nel portato tecnolo­gico, esaminando in particolare !'influenza del materiale sulla forma ed il potenziale espressivo dato dalle possibi­lità di lavorazione;

la « tettonica» della ricerca dei costruttivisti sovietici Tatlin, El Lisitskij ecc.;

la compromissione della struttura spaziale con strutture figurative desunte da ambiti figurativi diversi;;

. la Decorazione urbana nella sua ampia problematica (ma­teriali monumenti, arredo urbano, la grafica, la pubblici­tà, la decorazione spontanea ecc.);

il degrado urbano:

Il corso sarà articolato in due parti:

la prima dedicata all'analisi storica avrà come riferimento di fondo il rapporto tra architettura e decorazione. In tale ottica il corso tenderà ad analizzare sistematicamente al­cune opere di architettura moderna.

La seconda fase, operativa, tenderà a verificare, a livello progettuale, le esperienze desunte dalla prima parte di

corso attraverso esercitazioni a scala ravvicinata ove verrà particolarmente approfondito il rapporto tra qua­lità dell'esecutivo architettonico e risultato spaziale. L'approccio progettuale, in questo caso, farà riferimento al solo spazio architettonico ed al suo immediato intorno, utilizzando scale di progettazione o meglio di percezione ravvicinate comunque piccole.

Bibliografia

Alla disciplina corrisponde un'ampia bibliografia; in par­ticolare si ritiene indispensabile considerare autori come: Le Corbusier, Loos, De Micheli, Brandi, Cocchia, Maldonado, Gre­gotti, Tintori, De Carlo, Munari, Pye, Sica, Quaroni, Schild, Itten, ecc.

La bibliografia dettagliata sarà fornita all'inizio del corso stesso.

ILLUMINAZIONE ED ACUSTICA NELL'EDILIZIA

Prof. Michele Cennamo

Componenti bio-climatici dell'ambiente costruito

Il programma parte da tre considerazioni di fondo:

A) L'attuale crisi energetica pone in discussione il mo­dello di sviluppo economico dei Paesi industrializzati fondato quasi esclusivamente su scelte ad alto potenziale tecnologico che hanno determinato gli attuali squilibri ecologici ed esi­stenziali e che, coinvolgendo la ricerca architettonica, hanno interessato la città (crescita disordinata, declassamenti dei centri storici, inquinamento ecc.) e la campagna (abbandono delle attività agricole, trasformazione arbitraria dell'ambiente naturale ecc.) in un processo di degrado delle attività quoti­diane, creative e spontanee dell'uomo.

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E) Il controllo bio-climatico dell'ambiente costruito rap­presenta oggi il mezzo più efficace di analisi e progettazione tecnologica, partendo dal principio che la luce solare, i suoni, i colori sono materiali da costruzione che si prestano al mas­simo fruttamento di molte potenzialità che la natura può of­frire e la corettezza dell'impostazione progettuale rispetto ad essi ha il duplice significato di integrazione ambientale e di risparmio energetico.

Cl Il rapporto inscindibile tra ricerca tecnologica e ricer­ca urbana privilegia il significato di città come sistema tecno­logico inteso come accumulo di sistemi passivi dai quali è possibile ricavarne informazioni per l'ottimizzazione bio-cli­matica del tessuto preesistente, in ordine sia al riequilibrio tra caratteristiche dell'ambiente naturale e ambiente costrui­to; sia al recupero di processi costruttivi propri della tradizio­ne e deìla storia della tecnoligia dell'architettura.

Contenuti del corso

Il corso intende fornire nuovi mezzi di lettura tecnologica del tessuto urbano, in direzione di un più organico equilibrio del rapporto tra tipologia edilizia e morfologia urbana, im­mettendo nuove categorie conoscitive - la luce naturale, i colori, i suoni - utili alla ricerca di tipologie residenziali a basso costo e a basso consumo energetico.

In questa direzione il corso si propone di leggere opere paradigmatiche del movimento moderno - con particolare riferimento alla produzione italiana degli anni tra le due guer­re - per ricavarne le connotazioni tecnologiche primarie in ordine all'uso razionale della luce naturale, dei colori e dei suoni nella organizzazione spaziale (Le Corbusier, Loos, Gro­pius, Mies, Klein, Aalto, Figini, Pollini, Terragni, Libera, Ridol­fi ed altri).

In relazione al programma esposto sono previste lezioni teoriche ed esercitazioni sui seguenti temi:

1. Elioarchitettura e eliourbanistica.

Orientamenti eliotermici degli edifici e costruzione equi­solari delle città; Tipologie edilizie e morfologie urbane bio-

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climatiche; Sistemi passivi e sistemi attivi in funzione della progettazone a basso costo e a basso consumo energetico.

2_ Il colore come componente per l'analisi e la costruzione dell'ambiente in quanto materiale integrativo della ricer­ca sulla ottimizzazione bioclimatica.

La cromodinamica, la cromopsicologia e la colorimetria lo studio cioè delle relazioni tra i vari colori, delle reazioni -umane verso i colori ambientali e della misura dei colori; Re­lazioni tra colore e movimento moderno.

3_ L'acustica architettonica e ambientale intesa non come insieme di operazioni correttive tese ad eliminare sensa­zioni sonore fastidiose derivanti da configurazioni spazia­li errate ma come componente progettuale primaria per la ricerca degli spazi e dei sistemi costruttivi.

Lo spazio acustico nella storia dell'architettura e nella storia della tecnologia dell'architettura con particolare rife­rimento al movimento moderno; la percezione uditiva; l'ana­lisi di materiali tradizionali e di materiali disponibili nell'am­biente naturale condizionante il progetto finale.

Bibliografia essenziale

Per il punto l:

G_ Vinaccia, Il corso del sole in urbanistica e architettura, Hoepli, Milano 1939 (selezione di capitoli) - M. Cennamo, ElioaTchitettura (Contributi di N _ Franciosa, R. A. Geno­vese, F_ Marino, A. Napoletano, C. Truppi), C.N.R., Istitu­to di Tecnol. deU'Arch., Napoli 1976_ - M. Cennamo, Luci, colori e suoni - materiali da costruzione per l'Architettu­ra, Costruire n. 97/1976. - M. Cennamo, Tecnologie solari nella costruzione delle città meso-americane, Costruire, n. 102-103/1979_

Per il punto 2: H. Frieling - X. Auer, Il colore, l'uomo e l'am­biente, Milano 1962. - Centro Montefibre (a cura di), Il co­lore, Casabella, 410/1976.

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Per il punto 3: C. Marchesi - Cappai, Acustica nell'architettura, Hoepli, 1939. - N. Napoletano - N. Franciosa, Illumina­zione ed acustica nell'edilizia, Liguori, 1974.

Per la scelta di opere del Movimento moderno in Italia: M. Cennamo, Materiali per l'analisi dell'architettura moder­na. La prima Esposizone italiana di Architettura raziona­le, Fiorentino, 1973. - M. Cennamo, Materiali per l'analisi dell'architettura moderna. Il MIAR, SEN, 1976.

INDIRIZZI DELL'ARCHITETTURA MODERNA

Prof. Renato De Fusco

Il corso, oltre a fornire una illustrazione critica della sto­ria dell'architettura degli ultimi cento anni, mira soprattutto ad essere una storia delle idee, delle teorie, delle poetiche che hanno accompagnato il processo architettonico corrisponden­te al suddetto periodo.

In particolare, esso tratterà i seguenti temi: Viollet-le-Duc e Ruskin, la cultura dell'EinfUhlung e la critica architettonica, l'idea di architettura nella pura visibilità, le poetiche figura­tive e l'a.rchitettura, la critica sociologica, la critica dell'archi­tettura in Italia.

Bibliografia

R. De Fusco, L'idea di architettura, storia della critica da Viol­let-le-Duc a Persico, Etas Kompass, Milano 1968.

R. De Fusco, Storia dell'architettura contemporanea, Laterza, Bari 1974.

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LETTERATURA ARTISTICA

Prof. Raffaele Mormone

La disciplina, che si rifà al fondamentale studio dello .schlosser, mira all'esame critico degli scritti attinenti ai pro­blemi artistici, sia nella dimensione meramente teoretica sia in ordine alle diverse componenti sociali e culturali della ci­viltà di cui sono testimonianza. L'impegno didattico precipuo si esplica nel valutare le molteplici posizioni assunte dalla ri­flessione sull'arte, gli sviluppi della metodologia critica, le istanze dei movimenti artistici, il portato delle innovazioni tecnologiche e le composite valenze del rapporto arte-società.

Programma

Presupposti metodologici della critica contemporanea:

l. L'eta del Positivismo; La Pura Visibilità; La Scuola vien­nese; Esistenzialismo e arte d'avanguardia; Strutturali­smo; Semantica e Semiologia.

2.

Testo consigliato: R. Mormone, Critica e arti figurative dal Positivismo alla Semiologia, S.E.N., Napoli 1975 (a singoli capitoli).

I riferimenti ai movimenti artistici contemporanei conte­nuti nel testo vanno approfonditi consulta.ndo, in appen­dice (pagine 271-321), l'antologia di scritti relativi alle avanguardie.

Problemi della pittura del secolo XIX:

a) Delacroix: il movimento romantico in altenrativa al neoclassicismo e come premessa alle poetiche del rea­lismo.

b) L'impressionismo: nuova sintesi luce-colore fondata su un. linguaggio purovisibilistico.

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c) Neo-impressionismo: espressione ottico-retinica im­prontata alla mutevole consistenza della percezione {( optical ».

Testo consigliato: C. Signac, Da Delacroix al neo-impres­sionismo, S.E.N., Napoli 1979.

LINGUA INGLESE

Prof. Francesco Paolo De Vivo

Lo studio della lingua inglese, necessario strumento ope­rativo di ricerca culturale, è orientato in questa Facoltà ad avviare gli studenti alla comprensione-espressione in inglese dei loro interessi nel campo architettonico.

Ciò premesso, i contenuti e gli obiettivi del corso sono i seguenti:

1) uso delle principali strutture grammaticali e lessicali, scelte secondo criteri linguistici di frequenza e di funzio­nalità;

2) introduzione allo studio del lessico architettonico, classi­co e contemporaneo;

3) avviamento alla lettura-comprensione dei testi critico-te­cnici nel campo dell'architettura, in particolare per il cor­rente anno accademico alcuni scritti di Robert Venturi, Charles Moore e Romaldo Giurgola;

4 l conversazione su argomenti relativi agli interessi cultu­rali e professionali della Facoltà.

Il corso è articolato in due sezioni:

Al se.zione {( Beginners» o principianti: per gli studenti che per la prima volta iniziano l'apprendiment della lingua inglese o presentano un'esigua conoscenza della stessa;

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Bl sezione {( Intermediate» o intermedia: per gli stu­denti che hanno studiato la lingua inglese nel quinquennio degli istituti secondari superiori oppure posseggono discrete cognizioni di base nella materia.

Tuttavia tale suddivisione è soltanto indicativa, poichè gli studenti potranno liberamente scegliere la frequenza della sezione più idonea alle loro esigenze di apprendimento.

Testi consigliati

E. Chinol, Grammatica dell'Inglese moderno, Liguori, Napoli (( Patterns» ed esercizi strutturali con relativo lessico dal l o al 27" cap.l.

F. P. De Vivo, Technical Terms 01 Classical and Contempo­rary Architecture; appunti dalle lezioni.

A. Petrella, New Trends in American Architecture, Liguori, Napoli (da pag. 100 a pag. 186).

A. S. Hornby, Guide lo Patterns and Usage in Enghish, Oxford, University Press, England.

J. Fleming. H. Honour, N. Pevsner, The Penguin Dictionary o/ Architecture, Penguin Books, England.

MATERIALI DA COSTRUZIONE SPECIALI

Prof. Ennio Russo Ermolli

Obiettivo primario del corso è la trattazione dei proble­mi relativi all'impiego di nuovi materiali destinati sia a soddi­sfare esigenze specifiche, sia a sostituirsi, nell'ambito del co­struire, ai materiali tradizionali. Le richieste legate ai bisogni della società e delle sue tecnologie, e per i settori tradizionali d'impiego, e per quelli d'avanguardia, hanno spinto sempre più gli studiosi a creare nuovi materiali competitivi; è indi­spensabile pertanto che gli utilizzatori pervengano ad un'ap-

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profondita conoscenza di tali nuovi materiali al fine di con­trollarne criticamente l'impiego e di indirizzarne l'utilizza­zione in modo scientificamente corretto.

La materia del corso d'insegnamento, legato a un settore in progressiva evoluzione, richiede un continuo aggiornamen­to dei contenuti per adeguarli ai continui progressi della te­cnologia dei nuovi materiali. Per l'anno accademico 1980/81, il programma di studio è rivolto principalmente alle applica­zioni nel settore edilizio e tratta quei materiali che, allo stato attuale, sono in fase di continua evoluzione ed offrono interes­santi prospettive nella ipotesi di una sempre crescente indu­strializzazione. Di tali materiali i più importanti sono i cal­cestruzzi leggeri e le materie plastiche. Il loro studio si arti­colerà sui seguenti argomenti:

- caratteristiche chimico-fisiche;

- comportamento di elementi strutturali;

- sperimentazione;

- tecnologie specifiche;

- problemi connessi all'isolamento termo-acustico.

Il contenuto del corso offre la possibilità di coordina­menti con i corsi di Tecnica della Costruzione, di Tecnologia dell'Architettura, di Progettazione artistica dell'Industria. •

MATERIE GIURIDICHE

Prof. Guido D'Angelo

Programma

La Costituzione della Repubblica italiana: principi in ma­teria di rapporti economici. I vincoli urbanistici e le sentenze della Corte Costituzionale - Legge lO del 19.77_

L'evoluzione della legislatura urbanistica dal 1865 al 1942.

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I livelli della pianificazione urbanistica.

Piani territoriali di coordinamento - Piani delle aree di sviluppo industriale - Progetti speciali ed interventi pubblici (ordinari e straordinari) sul territorio - Il problema del com­prensorio - Piano intercomunale - Comunità montane - San­dards urbanistici ed edilizi - Parcheggi e distanze dalle strade - Piano regolatore generale - Programma di fabbricazione -Piano regolato re particolareggiato - Piani degli insediamenti produttivi - Piani di zona « 167 » - Lottizzazione e comparti -Legge 457/78: zone e piani di recupero.

Programmi pluriennali di attuazione

La concessione a costruire: natura e vicende - Le misure di salvaguardia - Edilizia convenzionata - Repressione degli abusi edilizi - Tutela del paesaggio e dei centri antichi - Di­stanza tra le costruzioni - Luci e vedute.

Segnaiazioni bibliografiche

D'Angelo G., Legislazione urbanistica (appunti dalle lezioni del corso), ed_ Libreria Fausto Fiorentino, Napoli.

D'Angelo G. - Bonaccorsi P., Il recupero del patrimonio edi­lizio nella legge 457 del 1978, « Riv. giur. edilizia l), 1979, fase. 1-2.

PIANIFICAZIONE TERRITORIALE URBANISTICA (A)

Prof. Romano Lanini

Premessa teorica e metodologica

Il corso <{ A» di Pianificazione Tcrr.~toriale Urbanistica identifica le sue bu(>i teoriche nelle più recenti ipotesi formulate in merito ad alternative concettuali alle metodologie della pianificazione urbanistica.

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1 I

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La crisi delle condizioni della stanzialità umana, tanto a scala urbana quanto a quella territoriale, mette in evidenza come i presupposti teorici e gli stnlmenti operativi, sia a livello analitico sia sintetico e progettuale finalizzati alla trasfor­mazione, uso elo d-uso, organizzazione delle strut~ure stanziali siano aspetti d'una crisi, assai più generale, che investe la pianificazione urbanistica incapace d'operare - con i presupposti teorici e le tecniche operative vigenti - quella sintesi ar­monica, organica, non solo funzionale, delle spazialità che da ottico-tattili sono giunte oggi ad assumere dimensioni non solo tridimensionali perché arricchita ap­punto da altri r,pazi - come quelli dell'economia cio dell'informatica - che sem­brano essere divenuti prevalenti sugli altri.

Il mutare qualitativo e quantitativo del rapporto città-territorio, la crescita dimensionale - non solo in termini geografici elo demici - di alcuni centri ed il conseguente reali?'zarsi di nuove gerarchie spaziali commisurate da t'Uoli non più definibili con i parametri d'un tempo, rendono necessario operare da un lato fram­menta?,ioni spaziali eia amministrative delle grandi concentrazioni demiche, dallo altro, invece, ricomporre strutture stanziali troppo piccole per rispondere così alle necessità di una organizzazione spaziale anche solo funzionale.

In questo quadro vanno esaminate le problematiche connesse all'istituzione dei comprensori, delle Comunità montane, purché le si intenda non come travesti­mento linguistico della pianificazione urbanistica a scala intercomunale, ma far sì che figurino, invece, qualscosa che di per sé cambia, dal di dentro, sostanza e forma.

Perché questo possa avvenire, è opportuno -- tanto nella fase analitica, quan­to in quella sintetico-progettuale - passare da una metodologia urbanistica di tipo deduttivo (dal generale al panicolare) ad una metodologra induttiva con la quale, partendo dal particolare, si risalga via via, con connessioni a catena, alle trasfor­mazioni più generali della realtà urbana elo territoriale non dimenticando - è una premessa essenziale! - che plurispazialità è in realtà una entità categoriale spazio-temporale.

Per questi .motivi il Comprensorio - ed in parte le Comunità montane _ rappresentano la dimensione spaziale di riferimento del corso di P.T.U., dimensio­ne che è da intendersi non esclusivamente in modo geografico elo amministrativo, ma cOtn~ spazialità, la più idonea, per una pianificazione urbanistica organica, an­tropologica.

Contenuto del corso

Il contenuto del corso consiste, appunto, nel tentativo di far conoscere: le origini e lo sviluppo della pianificazione ter­ritoriale urbanistica, i suoi aspetti scientifici e polemici, i con­cetti e le caratteristiche - teoriche ed operative - della fase analitica di una tale pianificazione, intesa come premessa al piano (urbanistico), esaminando in questa fase i criteri di de­limitazione e determinazione del! 'ambito d'analisi, i metodi d'analisi più idonei, significati e modi d'operare previsioni e/o proiezioni per il piano, ed il valore che essi hanno assunto, oggi nella prassi della pianificazione urbanistica.

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Una parte delle lezioni sarà dedicata all'approfondimento critico delle metodologie di pianificazione, partendo dalla si­tuazione attuale d'antinomia tra una pianificazione territo­riale intesa quale dilatazione scalare delle strutture ottico-tat­tili ed una pianificazione territoriale che mira a privilegiare gli aspetti descrittivi e prescrittivo-normativi delle strutture socio-economiche per proporre - invece - una metodologia di pianificazione in cui, tenendo conto della dinamicità (an­che formale) del reale - tanto ottico-tattile quanto logico­astratto - si possa, con la scorta di ipotesi concettuali e tecni­che operative diverse, cogliere il senso dell'azione pianifi­catrice e deterr111nare così un processo che non elimini o im­poverisca nessuna delle strutture che compongono il « terri­torio ».

Articolazione del corso

Il corso sarà articolato essenzialmente su due livelli. Il primo, costituito dalle lezioni del docente che inizieranno dopo l'esposizione degli obiettivi e dei contenuti del corso, avrà per oggetto sei gruppi d'argomenti e precisamente: ori­gini ed evoluzione del concetto di pianificazione territoriale (urbanistica), aspetti scientifici ed aspetti polemici della P.T.U., la sintesi della fase analitica come premessa al piano territoriale urbanistico, le metodologie della pianificazione territoriale urbanistica aspetti innovativi nel rapporto Stato centrale-Entità territoriali intermedie con riferimenti al ruolo assunto dalla partecipazione e dai nuovi strumenti oggi di­sponibili per l.a sua esp9.nsione. Un sommario degli argomenti trattati nei sei gruppi di cui sopra verrà fornito, in ciclostile, agli studenti.

Il corso si propone - sempre per questo primo livello di articolazione - di realizzare, come nel passato, Seminari su alcuni degli argomenti nodali con la partecipazione di altri docenti della Facoltà o di altre Università.

La seconda fase del corso è quella costituita dalla espe· rienza progettuale ed avrà come oggetto la definizione, deter­minazione di una Entità territoriale intermedia (Comprenso-

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rio e/o Comunità montana) su cui operare analiticamente e sinteticamente per configurare un quadro indicativo delle op· zioni a quella scala d'intervento.

La prova d'esame consisterà nella illustrazione e discus­sione dell'espc:;rienza progettuale ed in una prova orale, indi· viduale, che avrà per oggetto gli argomenti trattati nelle le· zioni.

L'organizzazione del corso sarà definita dopo la pubbli· cazione dell'orario ufficiale e sulla base del numero degli stu· denti che vi si saranno iscritti entro e non oltre il 31 ottobre.

Raccordi e coordinamenti con altri corsi

I raccordi ed il coordinamento con altri corsi sono sem· pre avvenuti, stimolati sopratutto da caratteri di omogeneità, integrabilità e/o complementarietà culturale ed operativa tra il corso « A )} di P.T.U. ed alcuni tra i corsi di Urbanistica at­tivati in Facoltà con alcuni dei quali, a suo tempo, furono ipo· tizzate e realizzate forme di coordinamento organico sia a livello di lezioni comuni ai due corsi, sia a livello di parte ap· plicativa mirante cioè a rendere l'esperienza progettuale più ampia, condotta con linee didattiche diverse ma parimenti interessanti e quindi più organica, tenendo anche ben in vista le necessità - diverse - di studenti che in altre Facoltà hanno nei loro piani di studio le discipline urbanistiche.

Pertanto, se saranno verificate e realizzate le condizioni essenziali ed irrinunciabili per una attuazione non mistificata - ma formativa e corretta - della seconda parte del punto precedente (numero sufficientemente di docenti collaborato­ri) sarà possibile proseguire la linea sinora attuata in merito ai raccordi e coordinamenti con altri Corsi.

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PIANIFICAZIONE TERRITORIAliE. URBANISTICA (Bl

Prof. Luigi Piemontese

Premessa

Il corso tende ad inserire lo studente nelrampia problematica concernente la pianificazione del territorio ed i suoi rapporti con la programmazione economica c, in particolare, a fornigli una serie di strumentazioni tecniche di base, strettamente occorrenti a chi volesse operare in questo campo.

Partendo dalla constatazione che, in assenza di un preciso rapporto interdi­sciplinare fra le scienze sociali, non è possibile una corretta impostazione dei pro­blemi del territorio nè la sua pianificazione, si tende, a ricercare, nell'analisi dei sistemi e nella moclellistica urbana e regionale, una base metodologica comune, all'interno della quale Dossono confluire i singoli contributi disciplinari per l'analisi dei problemi territoriali e per la ricerca dei modi e dei mezzi atti a risolverE.

Più in generale quello che si ricerca è la definazione di un approccio inter­disciplinare che sia in grado di affrontare i problemi della programmazione eco­nomica e della pianificazione territoriale, laddove è ividente che, come non è più possibile, nella elaborazione di un programma di sviluppo economico, ignorare la componente spaziale nei fenomeni che si intendono orientare al raggiungimento di determinati obiettivi, così non è più possibile supporre, come soluzione dei pro­blemi del territorio, la formulazione di un piano territoriale urbanistico astratto dalla componente processuale e dinamica e determinato «a priori» in un disegno rigido e atemporale.

Si procederà, pertanto, ad una ridefinizione in chiave sistemica della piani­ficazione territoriale urbanistica, intesa come sistema aperto che interagisce con t'oggetto del suo lavoro, ovvero il sistema territoriale, al fine di orientarne i feno­meni verso il raggiungimento di un determinato quadro obiettivo: il piano.

In particolare, il corso si articoler~ lungo tre direttrici:

a) l'analisi sistematica e la modellistica,

b) le teorie, e i modelli previsionali e di pianificazione,

c) le tecniche matematiche e di programmazione,

senza disgiungere i contenuti, al fine di utilizzare un metodo globale di insegnamen­to, per l'acquisizione dei concetti e delle tecniche che si intendono fornire.

Contenuto del corso

Più in dettaglio gli argomenti trattati nel corso saranno i seguenti:

a.l. Limiti dell'attuale pianificazione, ricerca di un corret· to rapporto interdisciplinare fra le scienze sociali che vi con· corrono e di una loro metodologia comune .. a.l.I. Possibilità di impiego del linguaggio matematico nelle scienze sociali.

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a.2. Il concetto di sistema e la teoria dei sistemi. - a.2.1. L'uso dell'analisi dei sistemi per lo studio dei sistemi territo­riali e l'organizzazione sistemica della realtà sociale .. a.2.2. Ipotesi di pianificazione sistemica e strutturazione del pian­ning sistemico.

a.3. Il concetto di modello. - a.3.1. Modelli aperti e chiusi, statici e dinamici, descrittivi, previsionali e di pianificazione. - a.3.2. I modelli urbani e regionali.

b.1. Il reddito regionale. - b.l.1. La teoria della base di esportazioni e modello di reddito regionale. - b.1.2. Modello statico e dinamico di reddito interregionale.

b.2. Modelli previsti dalla crescita urbana e regionale. -b.2.1. Modello statico occupazionale desunto dalla teoria della base economica:. - b.2.2. Modello Czamanski statico e dinami­co per l'analisi e la previsione dello sviluppo economico e della crescita urbana.

b.3. Le relazioni interindustriali e intersettoriali. - b.3.1. Gli schemi marxiani e l'input-output analysis.

b.4. La localizzazione delle attività economiche. - b.4.1. Mo­delli per la localizzazione ottimale delle attività economiche industriali e di servizio e delle residenze.

b.5. I modelli gravitazionali.

b.6. Il modello Lowry. - b6.1. Contributi teorici al model­lo Lowry e i lavori empirici.

b.7.La regione come unità di pianificazione. - b7.1. La defini­zione delle funzioni obiettivo. - b.7.2. Le politiche. - b.7.3. L'uso dei modelli per la sperimentazione degli effetti di politiche alternative nella formazione e trasformazione degli assetti ter­ritoriali - l'uso dei modelli nella razionalizzazione e nella otti­mizzazione di particolari funzioni territoriali. - b.7.4. La defi­nizione del piano come quadro obiettivo ed insieme delle po­litiche atte a conseguirlo - la Pianificazione come processo continuo.

c.1. Tecniche matematiche di programmazione. - c.1.l. Cen­ni all'algebra degli schemi e blocchi di sistemi. - c.1.2. Cenni

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di statistica descrittiva - Analisi di regressione e correlazione lineare, parabolica, logaritmica, multipla. - c.1.3. La program­mazione lineare: Problemi di trasporto, metodo del comples­so. - c.1.4. Cenni sull'elaborazione elettronica.

Bibliografia

L. Piemontese, Pianificazione Territoriale - Sistemi e modelli, Napoli 1977.

L. Piemontese, Un Modello del Sistema Territoriale Napoleta­no, Napoli 1979.

R. d'Ambrosio - L. Piemontese, I Modelli nella Scienza Regio­nale - Un'applicazione al sistema regionale compano, Na­poli 1971.

R. d'Ambrosio - A. Piemontese - L. Piemontese - R. Scarano, Si­stemi e modelli nell'analisi territoriale, Bologna 1974.

L. Piemontese, Prospettive d'impiego della ricerca operativa nella Pianificazione territoriale inquadrate nell'ambito della divisione del lavoro intellettuale, Napoli 1972.

P. H. Derycke, Economia urbana, Bologna 1972.

H. W. Richardson, Economia regionale, Bologna 1971.

I. S. Lowry, Modello di una metropoli, Napoli 1972.

PLASTICA

Prof. Giantristano Papale

Finalità del corso è la preparazione specifica per la rea­lizzazione dei modelli necessari ad una rappresentazione tri­dimensionale degli studi condotti nei corsi di Composizione e di Disegno e Rilievo.

Gli allievi, riuniti in gruppi di studio, contemporanea­mente all'analisi dell'ambiente scelto, analisi condotta con di-

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! I

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segni, fotografie e rilievi nei corsi suddetti, e seguono il pla­stico per avere anche la visione volumetrica spaziale tridi­mensionale dell'indagine in studio. Possono, altresì, fermare la rappresentazione spaziale ad uno o più elementi dell'am­biente in elaborazione, limitando la configurazione del plasti­co ed ottenendo, in tal modo, forme interpretative che mag­giormente evidenziano gli elementi scelti dall'indagine in esame.

Schema operativo: reperimento cartografia quotata e stralcio del tessuto viario della zona scelta; montaggio del tessuto viario nella posizione altrimetrica; studi, rilievi ed elaborazione volumetrica delle insule residuate dallo stralcio del tessuto viario; intervento con studi vodumetrici sui mo­numenti.

Si è ritenuto di porre l'accento sui criteri formativi del passaggio in sede di modello didattico, dalle esperienze pia­nari a quelle spaziali.

In questa sperimentazione confluiranno tutte le esperien­ze di lettura.

PONTI E GRANDI STRUTTURE

Prof. Antonio Noto

La diffusione degli elaboratori elettronici, e la conseguen­te possibilità di un sistematico ricorso all'algebra lineare, forniscono a tutt'oggi la più semplice ed efficace risposta alle intrinseche difficoltà dell 'analisi. I processi di discretizzazio­ne, difatti, si sono in tempi recenti largamente affermati, ed attualmente rappresentano, soprattutto nella fascia delle con­crete applicazioni, un utilissimo strumento nello studio di svariati organismi strutturali.

Collocandosi in naturale posizione di complementarietà nell'iter disciplinare dell'Istituto di Costruzione, laddove sono acquisiti i fondamenti allo studio del comportamento statico delle strutture e si è completata, o è in atto, la familiarizzazio-

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ne con più comuni modelli analitici di elementi strutt\lrali, il corso propone per quanto detto il completamento dell'iter mediante un programma di applicazioni, ai modelli mono e bidimensionali, delle tecniche di analisi automatica che si fon­dano sull'algebra matriciale e sul metodo degli elementi finiti.

Al corso si affiancano esercitazioni pratiche sull'elabora­tore, e lo studio dettagliato di qualche organismo strutturale eventualmente collegato con l'esperienza progettuale degli al­lievi, ed al quale siano applicabili i modelli teorici analizzati.

PROGETTAZIONE PER L'INDUSTRIA (DESIGN)

Prof. Roberto Mango

N ella eccezione più generale la Progettazione per l'Indu­stria/Design si pone come attività progettante connessa ad una particolare modalità di produzione, quella industriale ap­punto, di cui è chiamata a regolare i processi di trasformazio­ne della materia e di produzione di artefatti che in maniera sempre più determinante concorrono all'artefazione dell'am­biente, alla conformazione dell'habitat.

La Progettazione per !'Industria trova i fondamenti delle sue connotazioni qualificative sul piano culturale e metodo­logico proprio in rapporto ai vincoli relativi ai procedimenti produttivi che impongono, in primo luogo, la cura di ricercare nella dinamica progettuale il massimo grado di integrazione e coerenza tra il momento strategico della « costruibilità» (o della inventio) quello prevalentemente tattico-operativo della « costruttività» (o del farsi). Ciò vale ad introdurre nel pro­cesso progettuale un elevato interesse alla sperimentazione e alla speculazione circa l'uso più « economico» ed appropria­to dei materiali e delle tecniche di produzione.

In senso più generale tutto ciò significa operare proget­tualmente nella consapevolezza di un impiego utile delle ri­sorse all'interno di un rapporto creativo tecnologia/linguag-

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gio da arricchire con l'avanzamento della ricerca scientifica ed applicata e da animare in rapporto ai fenomeni culturali più autentici.

Le considerazioni svolte in premessa non consentono di privilegiare un indirizzo tematico rispetto ad altri.

Ciò non toglie tuttavia che in termini di « offerta didatti­ca » e ai fini di una praticabile accessibilità si possono indivi­duare delle « aree-problema» caratterizzate da specifici con­tenuti di ricerca e di applicazione didattica. Queste « aree-pro­blema » sono:

1. Cultura materiale e produzione: - I fondamenti cultu­rali del Design. - L'Archeologia industriale e lineamenti di una filosofia del Design.

2. Tecnologie e linguaggi dell'habitat: - L'« Architectural design» e l'oggetto edilizio - L'Architettura industrializzata.

3. L'« intorno ambientale »/Spazi di vita, di lavoro e si­stemi di attrezzature: - L' « intorno» privato - L' « intorno» pubblico e comunitario.

4. Euristica del Design: . Modelli t.eorici e procedure me­t.odolog'iche sperimentali.

Le indicazioni bibliografiche saranno fornite durante lo svolgimento del corso.

Premessa

SCENOGRAFIA (PROGETTAZIONE DELL'AMBIENTE)

Prof. Almerico de Angelis

Questo quarto corso di progettazione dell'ambiente ha come premessa una duplice consapevolezza. La prima, l'influenza - sempre più pressante ~ che l'am­biente artefatto determina nella vita associata; la seconda, l'inadeguatezza delle metodologie di progettazione attualmente praticate - tutte rivolte ad un risultato statico (definiti) - incapaci di tener conto delle continue trasformazioni cui l'am­biente stesso viene sottoposto, provocate dalle pratiche d'uso,

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Obiettivo del corso è individuare i processi formativi dell'immagine ambien­tale (fisica e mentale) nelle sue dimensioni culturali, storiche, operative.

Ipotesi di lavoro (che possiamo solo proporre): arrivare a definire una meto­dologia di progettazione ambientale.

Campo d'interesse operativo: l'ambiente urbano.

La ricerca opererà su tre livelli: quello interno ai processi di progettazione, quello di analisi ambientale, quello relativo ai sistemi percettivi e ai modelli d'usò.

Coerentemente con queste premesse il corso si articolerà in tre fasi: una teorica e due operative - analisi e intervento.

Articolazione del corso

Il corso si articola in 3 moment.i: uno teorico in cui ver­ranno trattati gli argomenti indispensabili per un'introdu· ~ione alla progettazione ambientale. In questa fase verranno definiti i concetti di luogo, quello di segno; si illustreranno le ricerche compiute sulla percezione e sul comportamento.

A questa fase del corso che serve da presupposto teorico per fornire tutti quegli elementi necessari per il passaggio alle fasi successive - e al cui svolgimento pertanto la fre­quenza è obbligat.oria - seguiranno le altre due fasi: una analitico-progettuale, l'altra di natura decisament.e sperimen­tale.

Quest'ultima fase prevederà da parte dell'intero corso, in modo collettivo, a verifica delle ricerche effettuate, la pro­gettazione e la realizzazione di una struttura da inserire nel « esistente urbano ».

A causa della mancata siscematizzazione della disciplina, le bibliografie verranno indicate durante lo svolgimento del corso con lo scopo di finalizzarle ad interessi di ricerca de· finiti.

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STORIA DELL'URBANISTICA

Prof. Mario Coletta

I! corso di Storia dell'Urbanistica si articola in tre cicli di lezioni integrati da una fase sperimentale applicata al ter­ritOriO del nostro Mezzogiorno peninsulare.

. . Il primo ciclo definisce il carattere, la problematica ed i limIti del contesto disciplinare.

I! secondo ciclo analizza la processualità insediativa dalla protostoria ad oggi attraverso gli episodi che più significati­vamente esprimono l'evoluzione della cultura urbanistica

II terzo ciclo analizza i metodi di lettura storica ed attuale del territorio urbanizzato e non.

La fase sperimentale consiste nella lettura storico-urba­nistica di un ambito territoriale (dalla scala del quartiere a quella del comprensorio), a scelta dell'allievo, utilizzando i metodi di rilevamento, classificazione e schedatura illustrati nelle esercitazioni teoriche che si svilupperanno parallela­mente ai cicli di lezione.

Mario COletta, Il Comprensorio storico urbanistico metodo-logia ed esemplificazione, Padova, 1980. '

Mario Coletta, Campania, territorio e politica di piano, Na­poli, 1979.

Mario Coletta, Il territorio storico dell'urbanistica, Napoli, 1977.

A. Rigillo, Contributo alla metodologia della Storia dell'Urba­nistica, Napoli, 1971.

F. Brunetti, ProfUo storico dell'Urbanistica, Padova, 1978.

M. Coletta, Articoli sulle problematiche dei centri storici mi­nori pubblicati nella rivista « PROPOSTA ».

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TIPOLOGIA STRUTTURALE

Prof. Paolo Jossa

I! corso in oggetto, la cui collocazione naturale è al quar­to-quinto anno di studi nella Facoltà, intende sviluppare, con riferimento ai problemi strutturali, due aspetti centrali che caratterizzano, dal punto di vista del metodo di studio, le pro­poste progettuali.

Proposte, da un lato, quasi definiti nel modello, in parti­colare nel materiale e nella geometria, e nel comportamento, per le quali è prevalente l'analisi deduttiva ed, in concreto, la quantizzazione dimensionale. Proposte, dall'altro lato, per le quali l'assenza di precise codificazioni richiede di privile­giare lo studio del loro comportamento globale.

Nella specificità dei problemi strutturali tale ipotesi di classificazione può forse correlarsi, con qualche elasticità, a due classici metodi di analisi. L'analisi dello schema, come tale, individuato in genere nella sua specificità da un numero contabile di grandi di libertà ai nodi, per il quale il calcolo si sviluppa con procedimenti rigorosamente definiti fino alla ve­rifica locale.

L'analisi dello schema condotta attraverso opportune tra· sformazioni di equivalenza in continui semplici, per i quali sono particolarmente utili nello studio del comportamento globale soluzioni deboli dell'equilibrio.

l. Elementi di calcolo matriciale delle strutture - Le matrici di rigidezza - Schemi reticolari ed a telaio - Cenni sulla estensione del procedimento allo studio di lastre e piastre.

2. Elementi di programmazione in FORTRAN. Illustrazione di programmi per l'analisi automatica di strutture reti­colari ed intelaiate, piane e spaziali. Applicazioni.

3. Elementi di teoria dell'equivalenza - Esplicitazione per le strutture « snelle» (edifici alti) - Soluzioni con formazio­ni « deboli» dell'equilibrio - Applicazioni.

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UNIFICAZIONE EDILIZIA E PREFABBRICAZIONE

Prof. Claudio Libero Murolo

Produzione architettonica per componenti

Limitatamente alla sola vasta tematica della prefabbrica­zione a ciclo aperto, il corso orienterà la propria attività prio­ritariamente all'analisi dei problemi a questa connessi, cen­trando il valore sull 'analisi dei due termini del rapporto vin­coli-libertà espressiva e cioè ponendo da una parte i compo­nenti con le loro caratteristiche strutturali, e dall'altra la li­bertà compositiva, condizionata dalle possibilità combinato­rie atte a determinare una serie di situazioni funzionali.

Saranno pure esaminati tutti quegli strumenti logici e strategie (normazione e coordinazione modulare, unificazione, industrializzazione del cantiere) che costituiscono elementi fondamentali ed indispensabili del processo costruttivo indu­strializzato.

Coscienti altresì, che il momento attuale vede il manife­starsi, proprio in seno a quei paesi che furono all'avanguar­dia della industrializzazione edilizia, di ripensamenti e per­plessità nei confronti di quelle « tecniche più efficaci ed avan­zate ", tali da far riflettere qualche illustre esponente della cultura architettonica su un auspicabile ritorno a tecniche ar­tigianali, che suona quasi un esasperato invito alla « retro­guardia " tecnologica; e convinti che, in effetti, sia comunque da rifiutare l'eccessivo fervore dei « mistici della industrializ­zazione ,,; nel corso sarà privilegiata l'analisi di quei procedi­menti costruttivi industrializzati che si collocano, quantitati­vamente e qualitativamente, in posizione mediana tra i due estremismi.

Argomenti del corso

1) Attività didattica

« Il processo del costruire e l'evoluzione tecnologica nella opera di Angelo Mangiarotti ".

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9

analisi dell'opera sul piano metodologico e dei contenuti.

la progettazione « per componenti)) e la « progettazione del componente)) nella scala dell'architettura.

il confronto tra le opere « irrepetibili )) e quelle « aperte )). (L'edificio a pianta « aperta ))).

Il) Attività di ricerca

Si propone l'argomento: « il nodo nelle strutture prefab­bricate tridimensionali )).

Le indicazioni bibliografiche saranno fornite agli allievi durante lo svolgimento del corso.

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2

INDICE

Compnsizione del Consiglio di F!aeoltà

Premessa

THlclLi di AmmtslS1tOiTIle T1toH .AloCiaiClJem~ci Icon:tEIr..iJt1 dla:1La FalClOlltà .prosip€ltrto Tilas's,unb1V1o dei ,titlO1J di 'studi medi l1iohieslti per la

dlSlcrr-iZibone MelclclalIl!izzaziJOiIlie ded ,se(['lvizl amminr:iJslbrattlivi

Moduli. Im~clCarnogmalfi'c,i Elenco c181g,li iI1lE1e,gnra,menti a,bbv"a.ti neU'a.rurllo llic!c.adem'ico

'W80 Ir19'~1

Cod1fiJc:a2'li'On:e de'g'li ·inlS€lgnamOOfti Lezioni e frequenza Pl1am:i di :Studi delUa Baooltà COlDioetti g'Meraili ,sillli l)Jd.aui di sibudio imldi,vro'lt3l1d P1al!1!o di StrUidio {~jcnJsùZ·baJto dlalDla Fac'oltà (TIfUJOVlO or,dina-

ImSl..YJ!to

Delimuta2'Jiond d€l11e ,sesskni dti es'amil Prlzie'Eld!ooze di erslalmi OOlDlva;!ilda d€lmld esami

Norme genel"ali e per l'sSl8m:B di La:u:r€,a Bòbl!,:JClteDa Sc:uol:La dii Ipel'lfezilo_natmento :iJn RestafUll"o dei MOIlfUlIT1enti

BROGrRlAiMMI

Insegnamenti fondamentali

Alnallisi matema:tica e GEIO!m,81t,r;~a ,an3l1jM-ca I (lA, B, C, D)

Analisi matematica e Geometria analitica II (A, D) Analisi matematica e Geometria analitica II (B, C) Alrredfllmento (A)

Arredamento CB)

Pago 5

9

lO 11

11 13 13

14

17 18 19 20

23 25 26 26

30. 32 33

39 41

42

43

45

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Composi-21!one al1oh:iJtettJOrntca I (A)

Composizione architettonica I (B)

COlmpiQIsJzione .a.r:chLtettornoa I (C)

OOlITlipolsi:llilcme m"1ohilitebtornoa,:I (ID) Oomip()fsi>2li1olOie amc!h!1tebtoulca I (,E)

OomiplOsizli'oiUe '3ITlcrh:LtetuOrndJoa r.r (A) OomposrizilQ1ne a,rchitettonLca II (B)

Gomp1ors'izione all'1oh:iJtettlcll11iJCla II (C)

COnlipOSiZii,c[lle' .a:rICJhitte1ltoil1ioa l'I (D)

Composizione alr;chilt.ekt.on:iJca IN (tA)

COmlpiOS:L2li'OIIle 31r'Chi,tettO!I1Juoa I:II (B)

OCI1TIiposizione architett,oil1l]oa Ili! (C)

Cornposizione alIichiteMlo.nica Hl (iD)

OomiplQls,iziotne ·a,roh'Ìlt,ç:bto:n,ioa IV (A)

COrnrpO&ZiÌ,orne '3il'1ch:iJt.erttoilll:iJca IV (B)

CDmposizitollll8 air'chiltet:toll1dJoa IV (C) Cornip,olsizione architE,ttnnic.a IV CD)

Oom pOlSiZliolll:e ·aJl"oh:iIb;'ioton:iJca V (A) Cornrp'o,slizi'One alt'chH,erbtorll1ca V (B)

Composizione architettonica V (C) Oomposoiz;io,ru8 a:rch:iJtetltoruoa V (U)

Di-SIElgDO; e RiJHeNio (A)

Ditgeg:no e Rilli€lV!o (,]3)

Drs,egl1]o e Rilie'V'o CC) Diseg,nlO e RlilievIQ (D)

D:Lsslg:no e nÌll!iJervto (:E)

Estimo ed eserciz.io professionale CA)

Est:iJmo ed esel"cd.:mlo p'Do[[,oosi:oalale CB) Fisilca (A)

Fisica (B)

FiEdlc:a tecnioa ed irmp'iJa.DIti

Gecffie'D:r;ia des.oribtlÌlva (A)

GeomebriJa desicT,ttt&va (B)

Geomet,rlioa de!SlcdbtifVIa (C)

Ge.o:m2tb~ila des>cri,bt.irva (D) Igien,e ediHzi1a (A) Ig,j,€lne eldilliz.:La CB)

R~.t.auI'io' deri monrulmenti

Restauro dei monflllll1lel11lti (B) Scienza deUe c:osbnuz.innd C A) Sci:e<lli'ìa de:hle OO:sDrIUZÌOIl1li. (B) Sta,trea (ca) (E)

StrutilCla ccJ

212

Pago 45 46 46 47 48 50 52 52 54

55 56 57 6D 60 64

67 68 70

73 77

78 7H 81 84 86 89 90 93 95 95 95 97

99 101 102 103 104

106 111

112

113 114

115

Sta;b~c.a (n)

Siboria, deJWArchitettJurla I (A) ;.s:tor.:ra deH'A:rlcnIH.eltt,ur;a I CB)

Sbolr,i;a d·eltl' Arlchitettur'a I (C)

Storia del.1'ATIorubEUur:a I CD) StOlI,o.a dell'Al'clh!Jt.etlbur.a I CE)

Sto.rta del~l'ArrClhiltdtur.a II (A)

Storia deH' A1icbilt,Elbtura III CB)

Storta de11'Ar'Clhi:t.Eit,~,ul1'1a II (C)

Sbol"ia derlll'Ar>chiteUuI1a II (n)

Tecn:c.a del1e 'costiTuzi'Oni (A)

TeoDliDa. delle closl~lnu.zroo1l11 (B) TeooOll1o,g;:i:a deU'AIT'chitElttUl"a I~II (A) (B) C.c)

Urb2JOlist:i1c,a I (A)

Urba.nli:sltiJcH I (B)

Urband,sUoa I (C)

Urha.ncÌ!S,ùjca TI (A)

Ufìb8..n~.:Jtìc:a II (B)

Urba.n:llstd~cla II (C)

Insegnamenti complementari

AllesltLmeimo e lVIius.elolg:ra:fda

An.albs,i dei S'ÌlstemÌ urban.J.

Allibe ,d!si gk\Jl.'1dini Ca:ratt.eri s:bHisltici e ,c:Q1E1trubthl:i dei Monurnenii

Comrpl,ementi di Ma:temllit1C1a COThSlol!JJdaimenlto e adaitlt.a.menbo c1eg;li edifici

D21C10lT,azitoll1e libLumiiIllalllione ed AlCiUJS1tli:c1a nelH 'Edilizia

l'[Klirizzi dell' MlchiltelttiUll"a, modelrna

L:=,bte[':alt;ura 8.IIIt.iJSit:iJCta

L:iJngJUa dmJglesB Mat81r.iaÙJ da c'O>struziolne spedaJU

Ma:terie giut'Ldiche P]3.ll]kEicMJiroone ter:riltoriJaile UIlbIDnisbk,a (A)

P~21I1Jifk'azilolIlte t.err.~tQ.r;iajlle umbaiD'iSiÌlic,a CB)

B1:alst~ca

Ponti e gr1amu:H Sibrutltur,e

ProgeÌlt,azionB per l "imdrl1J5Itr'i1a SCeTIlogradl:iJa Sbnria delJ'UrhanilSJt:iJca

TilpolotgiJa sbrill'ttunme

Unif:ilc:azi:OI1le e pref,a.bbri'cazione

Pago 118

120 121 123 126 128 129 13D 131 134 135 138 139 150 154 157 158 161 162

169 171 173 178 182 182 183 187 190 191 192 193 194 195 199 201 202 203 204 206 207 208

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Stagrame-Casavatore (Napoli)

Settembre 1960