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FESIK IL GIORNALE DELLA FEDERAZIONE SPORTIVA ITALIANA KARATE E DISCIPLINE ASSOCIATE MAGAZINE ANNO 2 N. 3 Fabio Robibaro conquista tre medaglie d'oro agli open di Kobe Jeet Kune Do Fesik: Intercettare il pugno (seconda parte) Il M° Lido Lombardi spiega i Kata Naihanchi e Tekki Personaggi della Fesik: Andrea Lotti Analisi sugli eventi trascorsi e sulle premesse future per la FESIK&DA

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F E S I KIL GIORNALE DELLA FEDERAZIONE SPORTIVA ITALIANA

KARATE E DISCIPLINE ASSOCIATE

M A G A Z I N E

ANNO 2 N. 3

Fabio Robibaro conquista tremedaglie d'oro agli open di Kobe

Jeet Kune Do Fesik: Intercettare ilpugno (seconda parte)

Il M° Lido Lombardi spiega i KataNaihanchi e Tekki

Personaggi della Fesik: Andrea Lotti

Analisi sugli eventi trascorsi e sullepremesse future per la FESIK&DA

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Ogni cinque anni un gruppo di karateka italianiparte per il Giappone per recarsi a Kobe,importante città nipponica situata sull’isola diHonshu. Quest’anno, in primavera, unadelegazione di otto persone guidata dal SaikoShihan Iwasa Sei, 8° Dan, Presidente eCaposcuola Mondiale per lo stile Shito Ryu dellaWuko&Ad, ha deciso di intraprendere questo lungoviaggio culturale e sportivo. Ad accompagnare ilPresidente della Commissione Tecnica della Fesikanche il maestro Luca Donazzon con la moglieRoberta Carlini e il figlio Leonardo, il maestroDomenico Ferretti, il maestro Fabio Robibaro, ilmaestro Antonio Sannia, il maestro AnnaroseGschwändler ed Enrico Siddera.Il viaggio oltre ad avere un’importante valenzaculturale era stato prevalentemente organizzato perincontrare i colleghi karateka giapponesi, guidatidal Maestro Ietsune Yoshio, attuale presidente dellaJkka, Japan Kenshukai Karate Association, ed

allenarsi con loro praticando lo Shito RyuOgasahara Ha, definito così in onore del defuntopresidente e fondatore della Kenshukai, il SŌShihan (Grande Maestro) Ogasahara Eiji, 9° Dan ePresidente Onorario della Wuko. Infine ad assisteree partecipare alla competizione open di kata ShitoRyu e Kumite organizzata proprio dalla Jkka.Il viaggio in Giappone non si è limitato alla scopertadella città di Kobe ma sono state visitate ancheKyoto, Himeji, Nara, Osaka, Miyajima e Hiroshima,con le loro splendide costruzioni, imponenti templie magnifiche opere d’arte, tutte immerse in unanatura incantevole.Il M° Fabio Robibaro, 6°Dan, ha partecipato congrande successo al torneo ottenendo tre medaglied’oro nel kata individuale, nel kumite individuale econ la squadra di kumite Old Boys.Al party di benvenuto, che è stato organizzatoproprio in onore degli ospiti italiani, hannopartecipato oltre al Presidente Ietsune Yoshio

FABIO ROBIBARO CONQUISTA TRE MEDAGLIE D’ORO AGLIOPEN DI KOBE

GARE EMANIFESTAZIONI

Fabio Robibaro con i maestri Iwasa, Ietsune e Shimazu

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anche la figlia e la moglie – ora Soke e CapoScuola – del Gran Maestro Ogasahara, unitamentea molti altri maestri di spicco della Kenshukai.La gentilezza, cordialità e ospitalità squisita degliamici e colleghi giapponesi ha contribuito a farsentire ben accolto e apprezzato l’intero gruppoitaliano. A ognuno è stata poi donata una tazza dicotto tipicamente giapponese e fabbricataappositamente per quella occasione.“Tutto è nato quando il M° Iwasa mi ha chiesto sevolevo andare in Giappone e se me la sentivo digareggiare nel campionato mondiale organizzato aKobe dalla Kenshukai sia ne kata che nel kumite –ci spiega il M° Fabio Robibaro, membro dellaCommissione Nazionale Fesik per il Shito Ryu –;l'emozione di vedere e conoscere il Giappone eratanta, il pensiero di recarmi nel paese dove è nato ilKarate, di mettere piede sul tatami giapponese econfrontarmi con loro mi ha fatto accettare senzaesitazione e con grande entusiasmo l’invito, senzapensare ai miei ormai 45 anni abbondanti…Per rappresentare la Fesik e l'Italia al meglio, tre

mesi prima di partire ho iniziatoa fare la preparazione atleticae tecnica. In Giappone lacategoria era unica e non vierano distinzioni di età e peso.E' stata molto dura rimettersi informa ed in gioco dopo tantianni, sapevo che non erafacile, ma il risultato ottenuto,con tre medaglie d’oro, hasicuramente ripagato tutto ilsacrificio fatto. E' stata unesperienza unica, masoprattutto ho realizzato il miosogno nel cassetto! Per questovoglio ringraziare il mioMaestro più grande, mio padreGuglielmo, che mi hainsegnato a non mollare mai,mia madre Tecla per la suainesauribile energia, veropilastro in tutto e per tutto,sempre presente! Ringrazio ilDirettore Tecnico dellanazionale M° Sergio Di Folcoche mi ha ospitato nel suo dojo

per allenarmi con il M° Saverio Valentini e con tuttoil loro gruppo, ed infine voglio ringraziare la miascuola Shikado Roma e tutti quelli che hannocreduto in me per questa fantastica esperienza, inparticolare il Presidente della Fesik M° Sean Henkeed il mio Maestro Sei Iwasa. La permanenza inGiappone è stata veramente incantevole perl'ospitalità ricevuta dal M° Ietsune e la sua famigliacon i suoi collaboratori ed atleti, i quali ci hannofatto sentire come a casa superando l'ostacolodella lingua. Ora li aspettiamo presto in Italia nelnostro stage nazionale. Grazie a tutti di cuore!”La delegazione è poi tornata in Italia dopo unadecina di giorni, piena di nuove esperienzepositive, arricchita da sensazioni uniche eindimenticabili e con la voglia di tornare al piùpresto.

Il M° Robibaro dopo la finale di kumite con il M° Shimazu

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LA FESIK APRE IL SETTORE JEET KUNE DO CHE SARA’GUIDATO DAL MAESTRO ANTONIO DE VIVO(seconda parte)

DISCIPLINEASSOCIATE

Jeet Kune Do

Nel Jeet Kune Do non si deve aggiungere maminimizzare, si tratta di eliminare l’inessenziale, dunquenon è una crescita giornaliera ma di una diminuzionecostante.C’è da fare però una importante considerazione, BruceLee non trasmise ai suoi seguaci ciò che aveva ottenutoper sé poiché quello che aveva ottenuto eraassolutamente qualcosa di personale, ma i metodi concui arrivare a realizzare l’arte cioè per mettere alla provagli strumenti già in nostro possesso.Dunque questo è l’aspetto più difficile da comprendere eche ha scatenato così tanta confusione nel mondo delJeet Kune Do, Bruce Lee non volle trasmetterci ilrisultato della sua personale ricerca, altrimenti siparlerebbe di stile e noi sappiamo che il JKD rifugge daquesto concetto, egli desiderava piuttosto che ciascunodei suoi studenti trovasse da sé la propria stradaall’essenzialità. La confusione nasce proprio qui dandoadito a tanti praticanti di cercare sempre nuovi strumentisenza avere poi mai la possibilità di verificarli sul campo,se si vuole testare in qualche modo l’efficacia nei proprimezzi bisogna testarli, per testarli c’è lo sparring, cui Leedava molta importanza, o affrontare un verocombattimento, solo così sarà possibile scoprire ciò cherealmente è utile o no, solo in questo modo si potràrealizzare che imparare tante discipline e mixarle non ècosì utile al combattimento che di per sé è essenziale,avete assistito a qualche competizione, avete fatto maisparring o assistito ad una zuffa per strada? Ebbenequante possibilità avete scorto nell’applicare infinitevarianti durante questi confronti? Tre pugni, due calci, schiaffi e poi magari a terra, ma tutto molto semplice e

veloce, non c’è tempo per pensare, tutto accade inmodo molto violento e repentino dunque tutto deveessere studiato tenendo presente queste verità e il JeetKune Do di Bruce Lee è proprio la disciplina checontempla queste verità nel suo seno, queste veritàsono racchiuse tutto proprio all’interno del suo nome, ilJee Kune Do, ovvero l’arte di intercettare il pugno.La nostra scuola all’interno della Fesik seguefedelmente i principi di cui sopra senza però restarenella parziale visione di una unica corrente, da noi sistudia non solo il JKD dell’ultima fase ma vengonoapprofonditi anche gli aspetti precedenti, per cui noi ciponiamo al centro di tutte le scuole legate alla figura diSijo Bruce Lee: Bob Bremer, Ted Wong, Poteet,Inosanto, Hartsell… Ed anche i non JKD Man comeamano definirsi Kimura e Jessie Glover… Tutto questosicuramente rafforzerà la conoscenza del JKD e aiuteràlo studente realmente a trovare la propria dimensioneproprio come auspicava lo stesso Lee.Niente parzializzazioni, niente schieramenti, solopassione e ricerca per le “Jun Fan Martial Arts”.Il Direttore Tecnico Nazionale è Sifu Antonio De Vivo,certificato Istruttore di 2^ generazione il quale da quasiun ventennio studia il Jeet Kune Do passando dal JKDConcept al JKD Original.In ultima analisi bisogna comprendere che non esistealcuna etichetta, nessuna limitazione… Esiste solo ilJKD e i suoi principi ben saldi e il modo specifico especiale di questa scuola di portare le tecniche….tutto ilresto è puro marketing.

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La tradizione considera i kata Naihanchi o Naifanchi ilprodotto di un unico kata originale ideato dal maestroMatsumura che il maestro itosu per motivi didatticiseparò in tre parti e le distinse in Shodan, Nidan eSandan e il maestro Funakoshi per le situazioni che tutticonoscono modificò in Tekki.A riguardo le opinioni sono spesso discordanti. C’è chisostiene che l’origine sia incerta e che il primo e ilsecondo siano da attribuire a Matsumura mentre il terzoa Itosu. Pensare che inizialmente fosse un unico katasta nel fatto che lo Shodan inizia con un Kamae inposizione Heisoku Dachi dove la mano sinistra poggiasopra la mano destra mentre gli altri due Nidan eSandan iniziano dalla posizione Heiko Dachi o HachijiDachi (yoi) in base allo stile con i pugni distesi verso ilbasso.Per il tipo di movimenti, il ritmo e le tecniche in essicontenute tutti concordano di attribuire questi kataall’area Shorei e che le scuole di origine erano sia aShuri che a Naha che a Tomari”.Naihanchi con il suo antico significato si traduce in“Combattere tenendo la postazione” oppure “Combattereal fianco”Tekki si traduce in “Cavaliere di ferro o andare acavallo”.Attualmente i Tekki sono prerogativa dello stileShotokan. Gli altri stili hanno mantenuto il nomeoriginale Naifanchi. Purtroppo sempre con grandeamarezza e profondo dispiacere, ho potuto constatareche molti maestri li considerano una sorta di sottoprodotto, non li insegnano più oppure solo quel poco cheserve per fare esami, senza rendersi conto del valoretecnico, stilistico e culturale che lo studio di questi katapuò trasferire.Da un punto di vista esecutivo Naihanchi e Tekki hannocome Enbusen (tracciato di esecuzione) una linea rettae mantengono lo spostamento in Kosa Dachi (passoincrociato). La posizione base dello Shotokan è KibaDachi mentre gli altri stili hanno una posizione più strettache prende il nome dallo stesso kata e cioè NaihanchiDachi. C’è poi chi sostiene che nei Tekki manchinoalcune parti rispetto ai Naihanchi originali i qualinascondono modelli applicativi importanti e questopotrebbe essere vero confrontando le tecniche inizialidel Naihanchi Wado Ryu. E’ come se il maestroFunakoshi nella trasformazione degli antichi kata daokinawensi a giapponesi per così dire, avesse voluto diproposito eliminare dei passaggi per lui forse pocoimportanti, contrariamente agli Heian i quali rispetto agliantichi Pinan sembrano avere qualche tecnica in più. E’pur vero che dall’analisi totale dei movimenti di tutti glistili, i Nahianchi unitamente ai Tekki hanno una strutturatecnica molto simile.Allora è scontato pensare che il problema non è tantoesecutivo bensì applicativo. Certamente riguardo questikata la ricerca del significato di alcuni passaggi peculiariè più complessa rispetto agli altri ma non per questodobbiamo sconfinare nella confusione sempre piùincalzante quanto immotivata, tra stile e applicazione. Ilmaestro Funakoshi non perdeva occasione per ricordareche il significato che possiamo dare alla tecnicaspecifica è diverso dallo stile. E questo si evince senzadifficoltà quando ci troviamo a leggere e rileggere la suacitazione “Il kata è perfezione dello stile la suaapplicazione è un’altra cosa”. E’ indubbio che sepotessimo anche per un solo istante tornare alla nottedei tempi e toccare con mano il significato che l’ideatorevoleva dare al gesto tecnico sarebbe fantastico, perché

ai nostri giorni vedendo eseguire questi kata sono tantigli interrogativi che l’osservatore si pone. La primadomanda ovvia, scontata, perché l’Enbusen è una linearetta. Alcuni maestri seguendo la tradizione hannoprovato a giustificare questo tipo di Enbusen dicendoche in questi kata gli attacchi non sono mai alle spallema di lato e davanti pertanto dobbiamo immaginarecome se dietro di noi ci fosse un muro e noicombattendo abbiamo la possibilità di spostarci sololateralmente mentre ci difendiamo anche da attacchifrontali. Altri, sempre nel tentativo di dare un sensologico a questi dubbi atavici hanno definito il significatodi Naifanchi con combattere sulla diga di un campo diriso o combattere tenendo la postazione come dettosopra. Questo tipo di spiegazioni che sono sempre stateaccettate o prese come riferimento, personalmente nonmi hanno mai convinto. A tale riguardo credofermamente che tutti i gesti e i movimenti dei kata anchequelli apparentemente banali, siano criptati a tal puntoda costringerci a scavare nella profondità tecnica perarrivare forse alla comprensione parziale mai totale.Credo ancora che per quanto possiamo sforzarci, nonarriveremo mai all’idea iniziale dell’ideatore dei kata.Una certezza maggiore su un allenamento concentratoin gran parte sulla cura dello stile la possiamo trovare inun’epoca più recente. Non a caso il maestro Funakoshiamava ripetere durante le sue lezioni “hito kata sanmen” per far capire che lo studio di un solo kata dovevadurare almeno tre anni in modo da assimilarlo in tutta lasua essenza ed interiorizzarlo. Diceva che solo così è

Il M° LIDO LOMBARDI SPIEGA I KATA NAIHANCHI E TEKKI TECNICA

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possibile utilizzare al meglio le tecniche in un eventualecombattimento reale. Il maestro quando si allenavaripeteva per tutta la notte il medesimo kata e non siparlava di applicazione. Per provare a fare maggiorechiarezza orientiamoci in un primo tempo verso i Tekki.Forse la giustificazione o l’idea di combattereimmaginando di essere a cavallo e quindi di tenere saldala posizione delle gambe muovendo il tronco è piùcredibile. Rimane comunque il fatto che non abbiamodato una giustificazione alla linea retta dell’Enbusen.Prendiamo adesso in considerazione la definizione diNaihanchi e cioè combattere tenendo la postazione. Aquesto punto dobbiamo chiederci cosa si intende pertenere la postazione e cioè se si riferisce ad unaposizione solida delle gambe mentre curiamo lo stileeseguendo le tecniche con il tronco, oppure al fatto checon i movimenti laterali cerchiamo di impedire al nostroavversario o più avversari di entrare nella nostra zona.Questo ad esempio giustificherebbe gli spostamentilaterali dal centro verso destra, da destra verso sinistra ecosì via, lungo la linea di delimitazione della nostraroccaforte rispetto all’attacco nemico.Detto questo rimane da chiedersi come utilizzare almeglio questi kata per un miglioramento sia tecnico, siastilistico ma anche come atteggiamento mentale neiconfronti di quella che sarà poi l’applicazione.Considerando l’aspetto stilistico, durante lo spostamentoin Kosa Dachi è bene controllare il giusto incrocio deipiedi e l’allineamento delle spalle. Il corretto incrocio deipiedi mantiene delineato l’Enbusen, mentre l’assettoadeguato delle spalle fa si che il passaggio dalmovimento laterale alla tecnica in avanti avvenga con leanche tenute correttamente sulla linea di esecuzione inmodo che ad esempio quando si esegue Uchi Uke imuscoli interessati da un punto di vista biomeccanico,operino tutti in perfetto sinergismo così da avere stabilitàefficacia ed esplosività nello stesso momento.Lo spostamento in Kosa dachi, fa capire come dobbiamoeseguire il movimento incrociato, mase non facciamo attenzione al modoin cui questi kata lo propongonorischiamo di perdere un aspettoimportante della loro pratica. Nei kataNaihanchi, in base allo stile, lospostamento avviene con una pausapoco accentuata, mentre nei Tekkiuna volta incrociate le gambe, c’è unrallentamento evidente per poipassare ad una tecnica veloce epotente. Quindi possiamo dire chequando parliamo di Kosa Dachiandiamo a descrivere lo spostamentofisico mentre da un punto di vista diatteggiamento mentale alcombattimento dobbiamoconsiderare Shinobi Ashi (passo delladro o passo furtivo). Questadefinizione ci riporta ad un aspettoimportante che crea il collegamentotra stile e applicazione. Il ladro primadi entrare e dopo essere entrato nelluogo dove intende rubare non fasilenzio solo per non farsi sentire maanche per sentire lui stesso sequalcuno è in casa e magari lo staaspettando. Nei kata Tekki, l’unionedi queste due condizioni (Kosa Dachi,Shinobi Ashi) allenate correttamentefanno capire il rapporto che siinstaura tra stile e applicazione anchesenza eseguire il Bunkai.Nell’eseguire Kosa dachi quando lagamba incrocia l’altra, non si poggiaimmediatamente il piede ma prima lasua parte laterale, per poi appoggiare

in continuità l’avampiede (Koshi) e a seguire il tallone(Kakato) senza battere forte.Appena il piede è appoggiato totalmente e correttamentesi passa al movimento successivo eseguito nel modo piùrapido possibile cercando di non sbilanciarsi. Durantequesti passaggi si inserisce l’aspetto Shinobi Ashiimmaginando di essere in un combattimento reale in unacommistione di sensazioni propriocettive che si unisconoad uno stato mentale che controlla ogni tipo di ipoteticoattacco. E’ questo l’atteggiamento corretto senza il qualesi assiste ad esecuzioni spente (Igata) dovel’interiorizzazione del gesto tecnico e la percezione dellesensazioni che scorrono lungo tutti i muscoli tendini earticolazioni, vengono sostituite da movimenti espostamenti solo fisici, grossolani, tecnicamente carenti,che non sfuggono all’osservatore attento.Ora rimane da chiedersi perché nei kata Naihanchi nelpassaggio in Kosa Dachi il rallentamento è menoevidente. Probabilmente negli antichi kata questopassaggio era così e il maestro Funakoshi nellatrasformazione in Tekki l’ha voluto volontariamenteevidenziare per avvicinarlo sempre di più ad una praticainteriore di cui era un accanito sostenitore.In ultimo voglio ricordare che quando ci avviciniamo allostudio dell’applicazione abbiamo diverse possibilità diapprocciarci, che sono principalmente in funzione dellivello tecnico. Rimane il fatto che per dare un significatosempre più credibile alle tecniche dei Tekki come delresto agli altri kata, dobbiamo analizzare anche il piùpiccolo movimento che nell’esecuzione rimane nascosto(Kakushi). Sta a noi metterlo in risalto, animarlo e farlorivivere come se si risvegliasse dopo aver riposato per1500 anni.

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IL MAESTRO ANDREA LOTTI, 7° DAN, E’ SICURAMENTE UNOTRA I PILASTRI PIU’ IMPORTANTI DELLA FESIK. E NON SOLO…

PERSONAGGIDELLA FESIK

Con il termine latino Factotum si tende ad definire unapersona che svolge ogni tipo di mansione, risolvendoprontamente ogni problema che si può presentare. Conquesta parola si può sicuramente qualificare, all’internodella Fesik, il maestro Andrea Lotti, classe 1951.Inizia la pratica del Karate nel 1971 presso la palestradei Ferrovieri di Firenze con il M° Eolo Notari; nel 1973il M° Notari lascia i Ferrovieri e passa alla storicasocietà Izumo Firenze. “Per motivi logistici non lo possoseguire – ci confida –, ma questo mi consente diconoscere il M° Demetrio Donati, direttore tecnico dellaIzumo. Mi trasferisco con il M° Michele Tosti, allievo delM° Donati e Nazionale Fik alla società Dojukai, con laquale nel 1978 partecipo al Campionato cinture marronia Savona dove conseguo il grado di cintura nera 1° dan.Il M° Donati mi convince ad intraprendere la carrieraarbitrale sotto la sua guida e sotto le diverse sigle che sisusseguono sino ad arrivare alla Fitak dove ricopro lacarica di responsabile arbitri della regione Toscana e quiavviene l'incontro con il M° Carlo Henke, uomo digrandissimo carisma, con il quale instauro un rapporto direciproca stima”. Nel 1989 entra proprio insieme a CarloHenke e Demetrio Donati nella Fikta come settoresportivo, con il grado di 3° Dan e la qualifica di ufficialedi gara. Nella Fikta resterà sino alla nascita della Fesiknel 1993, partecipando come socio fondatore. Nel 1996consegue il grado di 5° Dan, mentre nel 2006 il 6° Dan.La sua principale attività nel corso degli anni èl’arbitraggio ed oltre a ricoprire incarichi all’interno della

commissione arbitrale Fesik partecipa a numerosicampionati continentali e mondiali sotto leorganizzazioni Wkc e Wuko. Viene più volte invitato adinsegnare arbitraggio all’estero, soprattutto in Romania,dove forma molti tra i migliori arbitri che oggi operano inWukf. Da molti anni in Fesik è Direttore di Gara, un ruoloche svolge con passione ed efficacia e che lo ponesicuramente tra i più conosciuti ed efficienti in camponazionale. Ma le sue mansioni non sono circoscritte soload un intenso lavoro suii tatami; Il M° Lotti è un veropilastro per la federazione ed alla fine del 2009 ricevedal presidente della Fesik Carlo Henke il grado di 7°Dan.La carriera del M° Lotti non si limita ai ruoli federali incampo nazionale; dal 2005 ricopre l’incarico di direttoredi gara anche nella Wuko e nel 2014 diventa vicepresidente della medesima organizzazione mondiale.“Molti momenti che ho passato nell’ambito del Karatesono legati all'amico Carlo, che ha lasciato un grandevuoto nel mio cuore”. Vi saranno ancora molti momentiper Andrea da trascorrere tra i tanti amici che gli sonovicini.

Il Maestro Lotti negli anni '70

Il Maestro Andrea Lotti Direttore di Gara

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ANALISI SUGLI EVENTI TRASCORSI E SULLE PREMESSEFUTURE PER LA FEDERAZIONE EDUCATIVA SPORTIVAITALIANA KARATE E DISCIPLINE ASSOCIATE

Un altro anno di intensa attività è stato quello appenatrascorso dalla Fesik.Attenzione alla formazione ed evoluzione nellecompetizioni sono le direttive sulle quali si èparticolarmente concentrato tutto il consiglio federale edi collaboratori dell’organigramma.Piena soddisfazione in campo nazionale per lapartecipazione di oltre 2300 iscritti e 266 squadre aicampionati italiani ed ottimi risultati anche a livellointernazionale per la squadra nazionale. Cinquemedaglie d’oro, otto d’argento e cinque di bronzo alcampionato mondiale Uwk, United World Karate, inSlovenia e tre medaglie d’oro, nove d’argento ed undicidi bronzo al campionato mondiale Wukf, World Union ofKarate­do Federations, in Irlanda. Nel mezzo anche lapartecipazione alla coppa del mondo Wuko&Ad, WorldUnited Karate Organization & Associated Disciplines, inItalia ed il trofeo organizzato dalla Jkka, JapanKenshukai Karate Association, in Giappone.La convenzione tra Wukf e Wuko&Ad, le dueorganizzazioni che conducono il Karate Generale nellaUwk, sta dando i suoi frutti: ottima collaborazione, buoniintendimenti e importante crescita in qualità e quantitàdei partecipanti nelle rispettive competizioni.Il Trofeo delle Regioni ha evidenziato le ottime capacitàdei tecnici regionali nella preparazione degli atleti,mentre tra le novità in campo nazionale il CampionatoItaliano Assoluto che ha ripreso la formula appartenenteal passato con cinque categorie tra Kata e Kumite e solootto partecipanti per categoria, concedendo lapartecipazione solo a coloro che sono stati segnalati daldirettore tecnico delle Squadre Nazionali e dagliallenatori, considerati i risultati ottenuti nei precedenticampionati nazionali ed internazionali oltre che allapartecipazione a gare, stage e raduni federali, condizioniessenziali per poter accedere alla competizione.Sempre più accurata ed impegnativa la formazione deicorsi tecnici ed arbitrali. L’innalzamento qualitativo dellatecnica espressa dagli atleti e le ottime prestazionifornite dagli arbitri convocati sono la testimonianza di unmeticoloso e consistente lavoro compiuto dallecommissioni di stile e dalla commissione arbitrale.Continua con elevata considerazione un progetto socialedi grande rilevanza: l’apertura agli atleti disabili nellecompetizioni nazionali. L’interesse nei confronti deidisabili fisici, mentali e sensoriali e verso una tematica

sociale di fondamentale rilevanza ha prodotto lo sviluppodi un progetto, il P.K.E., Paralimpic Karate Esperience,che grazie all’interessamento dei maestri Rolando Gaidoe Salvatore Strummiello, ha l’ambizioso intento diottenere importanti riconoscimenti nazionali ed

internazionali.Dopo il successo del numero dei partecipanti aicampionati nazionali, la Fesik ha promosso corsi diformazione destinati a tecnici specializzati perl’insegnamento ai disabili, proprio al fine di favorire ilprocesso di integrazione degli atleti con disabilità nellepalestre di Karate ed Arti Marziali. I corsi, che hannoottenuto il fondamentale patrocinio del CIP, ComitatoItaliano Paralimpico, sono stati il primo passoestremamente utile per tutti i tecnici che intendanoaccogliere all’interno dei propri corsi atleti portatori dihandicap. Alla fine Chiara Bargiggia, Vincenzo Brienza,Marta Ciabatta, Erica Cruciani, Diego Dell’Ernia,Giancarlo Di Marcantonio, Alessandra Duchetti, LorenzoGabbatore, Luigi Gogna, Annarose Gschwaendler,Gianluca Gibellini, Matteo Giustinelli, Paolo Mammarella,Luigi Marra, Matteo Martelli, Giordano Minotti, MarcoMutascio, Silvia Notari, Alfredo Recchia, GiovanniSalafia, Giovanni Tassi e Paolo Venanzi, hanno ottenutoil diploma per l’abilitazione all’insegnamento.La fattiva collaborazione con la Jks Italia ha consentitoagli associati di poter partecipare allo stage del M°Masao Kagawa, 8° Dan, presidente della CommissioneTecnica Wkf e capo istruttore della Jks, tra i più grandiinsegnanti dello stile Shotokan oggi in attività.I successi degli eventi trascorsi e le premesse futureconsolidano sempre di più la Fesik nel territorio italiano.Nell’organigramma oltre al Presidente Sean Henke, 7°Dan, il consiglio federale Fesik è composto dalVicepresidente Evro Margarita, 6° Dan, ed dai consiglieriFrancesco Romano Bonizi, 8° Dan, Michel Nehme, 7°Dan, Nicola Altieri, 6° Dan, Roberto Bani, 5° Dan, e dalneo consigliere Marco Fassero, 2° Dan. Il Consiglio diPresidenza è composto oltre che dal Presidente eVicepresidente anche da Demetrio Donati, 8° Dan eConsigliere personale del Presidente. La Segreteria eTesoreria vengono seguite con la consueta rapidità edefficacia da Rita Merati, mentre continua nel ruolo diGiudice Sportivo l’Avv. Luigi Barbieri. La commissioneFederale d’Appello è composta dall’ Avv. Matteo Barbierie dai dottori Demetrio Donati e Ruben Oddenino. AndreaLotti, 7° Dan, ricopre con solerzia il ruolo di Direttore digara e Piero Lassi, 7° Dan, prosegue nel suo ruolo diDirettore Sportivo. Il collegio dei revisori dei conti ècomposto dal presidente Fabio Musico e dai membriGiovanni Rizzi e Pierangelo Casini. Luigi Arnone, 7°Dan, e Renato Caracciolo, 6° Dan, sono gli ispettorifederali. Il direttore tecnico delle squadre Nazionali

SPECIALE

Gli allenatori della Nazionale Fesik, il Dt. Di Folco ed ilPresidente Henke

Il Vicepresidente Evro Margarita

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Sergio Di Folco, 7° Dan, ha svolto le sue mansioni nelmigliore dei modi all’interno del gruppo degli Azzurrianche grazie all’importante collaborazione degliallenatori Stefano Colussi, 6° Dan, per il Kumite Sanbon,Luigi Marra, 5° Dan, per il Kumite Ippon, Yuri Gasperini,5° Dan, e Denise Henke, 5° Dan, per il Kata Shotokan,Riccardo Ragno, 5° Dan, per il Kata Shito Ryu ePrimiano Di Napoli, 5° Dan, per il Kata Goju Ryu.Cristian Piani, 6° Dan, è attualmente referente federalenell’ambito delle Squadre Nazionali. Assistenti di KumiteDario Regina, 7° Dan, e Silvia Notari, 5° Dan. MartaCiabatta, 4° Dan, è invece assistente di Kata per lo stileGoju Ryu. Stefano Colussi ricopre anche il ruolo dipreparatore atletico così come Massimo Magli il ruolo diFisioterapista della Squadra Nazionale. La commissioneAttività Culturale e Didattica è composta dal presidenteRoberto Antonietti e dai membri Cristina Fiore e SilviaDel Conte. La Commissione Tecnica Nazionale non hasubito cambiamenti ed è composta dal presidente SeiIwasa, 8° Dan e dai membri Fausto Freddie Minerba, 8°Dan, Tadao Nomachi, 8° Dan, e Lido Lombardi, 7° Dan.Prosegue il lavoro della Commissione NazionaleInsegnanti Tecnici con il presidente Antonio Cicatiello, 8°Dan, ed i membri Isidoro Volpe, 8° Dan, e CarloPedrazzini, 8° Dan. Lido Lombardi è presidente dellaCommissione Tecnica Shotokan e viene coadiuvato daPietro Dall’Olmo, 7° Dan. Il M° Ferdinando Balzarro, 9°Dan, ricopre l’importante ruolo di Consulente Federaleper la stessa commissione Shotokan. Semprenell’ambito dello Shotokan la Fesik riprende lacollaborazione con il M° Ilio Semino, pioniere epersonaggio storico del karate italiano. Nello Shito RyuPierangelo Serra, 7° Dan, presiede la commissione i cuimembri sono Costantino Da Ros, 7° Dan, MaurizioGabiati, 7° Dan, e Fabio Robibaro, 7° Dan. Il maestrogiapponese Tadao Nomachi, 8° Dan, è il responsabiledel settore Goju Ryu. Aurelio Bonafede, 8° Dan, èdiventato da poco responsabile del settore Shorin Ryu esi sta prodigando per lo sviluppo di questo antico stile.Non hanno subito variazioni le commissioni tecniche diWado Ryu e Shotokai: la prima è presieduta da FaustoFreddy Minerba, 8° Dan, che si avvale dei membriMassimo Ravera, 7° Dan, ed Aurelio Verde, 7° Dan,mentre la seconda è composta dal presidente Ivo Faralli,7° Dan, e dai membri Federico Livi, 4° Dan, eMassimiliano Presi, 3° Dan. Responsabile per stileSankukai è Ferruccio Baratelli, 7° Dan, che si avvaledella collaborazione di Andrea Ambrosini, 4° Dan, eAndrea Annoni, 2° Dan. La commissione Makotokai ècomposta dal Presidente e D.T. Paolo Bolaffio, 9° dan,dal Vicepresidente Fulvio Pascut, 6° dan, e dai membriMassimo Braglia, 5° dan, Maurizio Mantesso, 5° dan,Gianluca Sanavia, 5° dan e Mario Scilla, 5° dan.Continua nel suo ruolo di presidente della commissioneattività giovanile Daniela De Pretto, 7° Dan, che siavvale della collaborazione dei membri Giorgio Cresio,7° Dan, e Giovanni Giordano, 5° Dan. La commissioneUfficiali di Gara è presieduta da Giuseppe Mandara, 7°

Dan, mentre imembri sonoVincenzoRampinelli, 7° Dan,Vincenzo Ferri, 6°Dan, ed AndreaLotti, 7° Dan.Giacomo Canfora èpresidente dellaCommissioneNazionalePresidenti di Giuriaed è coadiuvato daSimonetta Paolettie Gabriella Merlo.La commissionemedica è compostada Alice Ruttar,

Annarita Berretta, Annarose Gschwaendler e RubenOddenino. La Commissione di Kumite è presieduta daMaurizio Ferri, 7° Dan, che si avvale dellacollaborazione di Dario Regina, 7° Dan, FrancescoD’Agostino, 7° Dan, Vincenzo Cellamaro 7° Dan, e LuigiMarra, 5° Dan. La Commissione Settore DisciplineAssociate mantiene la medesima composizione conMichel Nehme, 7° Dan, come presidente e Quirino DeSantis, 8° Dan, Livio Proia, 7° Dan, e Claudio Parmelli,7° Dan, come membri. Nel settore Aikido il presidenteMichel Nehme si avvale della piena collaborazione deimembri Enrico Marri, 7° Dan, Flavio Pellicelli, 7° Dan,Massimiliano Furlanetto, 6° Dan, Gaspare Giacalone, 6°Dan, Marilena Dellorusso, 5° Dan, Fabio Bartolomei, 5°Dan. Livio Proia, 7° Dan, gestisce il settore Ju Jitsuinsieme a Daniela De Pretto, 7° Dan, Italo Francucci, 6°Dan, e Antonio Carleo, 5° Dan, e MassimilianoRebaudengo, 4° Dan. Il vice presidente Evro Margaritasegue anche la Commissione Nazionale Settore SelfDefence, suddivisa in ulteriori settori: Difesa Personalecon Nicola Altieri, Davide Bocci, Dario Regina, LidoLombardi, Flavio Pellicelli, Gaspare Giacalone,Francisco Saia, Dr.ssa Cristina Fiore (Psicologia dellaDifesa Personale), Avv. Luigi Barbieri (Aspetti Legalidella Difesa Personale), il settore Krav Maga con EliseoScarcella, 6° Dan, Giovanni Gogna, 5° Dan, e MaurizioArena, il settore M.I.D.E. (Metodo Istintivo DifesaPersonale) con Francesco Grassi, 5° Dan, il settoreS.A.M. (Sistema Autodifesa Militare) con Simone DelPolito. La commissione Taiji Quan e Qigong è seguitadal presidente Lorenzo Lombardi ed i membri QuirinoDe Santis, 8° Dan, e Sauro Somigli, 7° Dan. ClaudioParmelli, 7° Dan, è responsabile del settore Judo, JuanRamon Galvez Marin del settore Kung Fu. Il settore JeetKune Do e Kali Eskrima è seguito da Antonio De Vivo.Preziosa infine la gestione regionale con i presidenti,commissari o delegati di riferimento: Michele Ciriaco inPiemonte, Luigi Sassi in Valle d’Aosta, Luigi Gogna inLombardia, Alessandro Michelin in Veneto, Elsa KozinaKirchmayer in Friuli Venezia Giulia, Michele La Placa inTrentino Alto Adige, Giuseppe Ricci in Liguria, AndreaMascaro in Toscana, Annarita Berretta in Umbria eMarche, il commissario Francesco Bonizi in Lazio eAbruzzo, il commissario Nicola Altieri in Campania,Gustavo Cagiano in Puglia, Molise e Basilicata, SimoneCocco in Sardegna e Vincenzo Gemma in Sicilia.Primo appuntamento stagionale lo stage di Gaeta allafine di settembre con la presenza internazionale del M°Yasuyoshi Saito, 8° Dan Shotokan, Capo istruttore dellaJki, Japan Karate International e direttore per lo stileShotokan della Wuko&Ad. Poi tanti altri eventi nazionalied internazionali per una stagione che si appresta avivere grandi momenti di gloria.

Il Consigliere M° Neheme

Roberto Cozzolino