Evasion, 26 dicembre 2011

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EVASION 1 BLOG DEL LIBERO PENSIERO Sommario 26 dicembre 2011 Segnalazioni………………………………………………………………………………… Emozioni di Gianni Donaudi………………………………………………………………. L’Opinione di Marco Lombardi ……………………………………………………………. Storia e Fumetti di Marco Pugacioff………………………………………………………… Satira Murale…………………………………..…………………………..………………..…

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blog del libero pensiero

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EVASION 1

BLOG DEL LIBERO PENSIERO

Sommario 26 dicembre 2011 Segnalazioni………………………………………………………………………………… Emozioni di Gianni Donaudi………………………………………………………………. L’Opinione di Marco Lombardi ……………………………………………………………. Storia e Fumetti di Marco Pugacioff………………………………………………………… Satira Murale…………………………………..…………………………..………………..…

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SEGNALAZIONI

BaCio Records presenta GRADINATA NORD “Never trust a indie

2000/2002…2010!” CD

69 minuti / 23 brani : - i cinque pezzi di “Il calcio è una cosa seria” (split-cd del 2002) - undici pezzi dal concerto del ritorno sul palco del 2010 - sette pezzi live nel 2000 con la primissima formazione

5,00 € (+ 2,00 € di spese postali)

BaCio Records distro-list

OFFERTONE NATALE 2011 ! :

GRADINATA NORD CD’s & T-SHIRTS ; GRADINATA NORD “Valtellina boyz” (CD 2010) euro 5,00 GRADINATA NORD “Never trust a indie – 2000/2002…2010!” (CD 2011) euro 5,00 GRADINATA NORD t-shirt ‘valtellina boyz’ (M, L, XL, XXL) euro 10,00

GRADINATA NORD girlie t-shirt ‘valley sleazy girl’ (S, M, L) euro 10,00

CD – euro 5,00 cad.

5MDR “Via di qua” (oi! ligure) AFTER THE MASSACRE “A future discorde to the bonepits” (crust-thrash inglese) ALTER-AZIONE “1995/1999 – complete discography” (hardcore italiano old school) ANAL THUNDER “4 a.m. illusion” (hardcore melodico finlandese) ARKHAM 13 “Blood fiend” (thrash-core da New York) ATROX “Ecco la guerra” (l’ultimo album degli storici hardcorers brianzoli!) BARSE “If you can’t fuck ‘em, cut ‘em up!” (punk ’77-style finlandese) BLOOD POLLUTION “Metal zombies” (dalla Russia: fra Motorhead, R.k.l., Zeke e i Venom più Rnr!) BONE MACHINE / BLOOD ’77 “Split” (due bands laziali: rock’n’roll vs. punk rock) CERVELLI STANKI “15 years…old tunes, new blood” (oi! savonese) DISPREZZO “Nel mio mondo il sole non sorge mai” (hardcore-metal-crust toscano) DOOM “Lost the fight / Pro-life control sessions” (hardcore-crust inglese, band storica!) FORCA MACABRA “Aqui è o inferno” (hardcore finlandese cantato in portoghese!!) GREENLAND WHALEFISHERS “Songs from the bunker” (irish folk-punk fra Pogues e Dropkick Murphys, dalla Norvegia) HIDDEN SILENCE “Black hearted spiritual” (death melodico dalla Malesia) IMMORTAL RITES “Api dari timur” (black/death indonesiano) L’AMICO DI MARTUCCI / OHUZARU “Collection” (due bands hardcore old school da Venezia) LEATHER ZOO “Naked feedback” (ottimo Punk inglese con voce femminile) LUOMAKUNTA “Hyva” (hardcore melodico-rockeggiante dalla Finlandia)

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MACHINEGUN “Taste for blood” (turbo rock tedesco) MAYAT “Timoer democracy” (brutal death metal indonesiano) NOMATRIX “Induce vomiting” (Punk-rock dall’Irlanda) NOMATRIX “Ugly” (Punk-rock dall’Irlanda) OSS! / NEID “Split” (due bands laziali: thrashcore vs. hardcore old school) THE PAUKI “Wild dances of dead dogs” (punk russo! Titolo tradotto ma cantato in lingua madre) THE PAUKI “Through” (punk russo! Titolo tradotto ma cantato in lingua madre) SEPTIC PSYCHOS “Rotten and rancid” (vecchie glorie dello U.K. Punk direttamente dagli 80’s!) TERVEET KADET “Sign of the cross” (superbo incrocio Hardcore/Metal/Crust, vecchie glorie finniche!) UNBORN-SF “Charge on northern boys!!!” (leggende Oi!-Streetpunk finlandesi!) UNCURBED “Back from the ditch” (crust-metal svedese, ci suonano grossi nomi) VOICEOUT “Allergy” (hardcore straight edge da Singapore!) WOJCZECH “Chronologic discography 1995 / 2002” (death-grind Tedesco) V/A “DISTURBING THE PEACE – MIDWEST HARDCORE” (Hc dal Midwest statunitense: Insult To Injury, Johnny Vomit, Dead End Path, Disavow, The Struggle. 6 bands per 20 pezzi) V/A “NO ONE GETS OUT ALIVE!” (Hc/Punk and Oi! compilation da tutto il mondo, 17 bands: Reason To Fight, Klasse Kriminale, The Offenders, Crucial Change, Explorersz, First Offense, ecc.ecc.) V/A “UNHOLY OF EASTERN LEGACY” (compilation black/death asiatico! 12 bands) V/A “WITCHING BLACK RECORDS COMPILATION, VOL. 2” (black metal underground, 16 bands da tutto il mondo)

CD – euro 3,00 cad. AGATHOCLES / FORBIDDEN IDEAS / HIERARCHICAL PUNISHMENT “3 ways to

destroy the world” (tre Grindcore bands: gli storici Agathocles belgi affiancati da due bands brasiliane! 45 pezzi totali!) ANAL THUNDER “Cheap wine and quality time” (hardcore melodico finlandese) HELLRAISERS “Rock you bastard” cd-ep (hard-rock’n’roll da Roma) JOSEPH C “Push the button in advance” (il re dell’electro-noise morbegnese) LAFALCE “Lafalce” (emo-metal-core da Bergamo) V/A “FROM RUSSIA WITH HATE” (15 bands russe Death, Black e Thrash. Roba molto buona!)

CD – euro 1,00 cad.

ATREPSIA “Feeling the human tragey” cd-ep (death metal friulano) DR. KROLLSPELL “Demo ‘04” cd-demo (hardcore punk svizzero) ELECTRO-HIPPIES “Mega armageddon punk” (storica grindcore band anni 80 con Jeff Walker dei Carcass. Bootleg raccolta) GARGANTHA / RIPROARING “Split” cd-promo (due bands italiane: punk-hardcore melodico vs. hardcore old school) HARDLIFE! “Iniciando el cambio” (hardcore old school argentino) INKOMA “Porka puttana!” (punk rock alla Derozer dal milanese) KOMPAGNI DI MERENDA “Disfunzione” (hardcore italian-style da Alessandria) L’INVASIONE DEGLI OMINI VERDI “Veniamo in pace” cd-promo (hardcore alla NoFx dalla bergamasca) NOINFO “Out of setting” cd-promo (hardcore alla Sick Of It All da Torino) RED ACE “Torino Oi!-Core” cd-demo (come da titolo) VADAVIKU “Le porno vacche d’assalto” cd-promo (punk rock da Bergamo) V/A “NEXTPUNK RECORDS PROMO” cd-promo (tre punk bands svizzere dal Ticino) V/A “PUNK FICTION, Vol. 1” cd-promo (circa 30 bands italiane punk, oi!, ska. Derozer, Los Fastidios, Atarassia Grop, Klasse Kriminale, Melt,

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Retarded, Moravagine, Pornoriviste, Peter Punk. ecc.ecc.)

VINILE SLUTER “Halloween ‘75” (Glam-Metal-Punk dall’Alta Valtellina!!!) euro 5,00

CASSETTE – 2,00 euro : THRONEUM “Pestilent death” (black/death metal polacco, versione mc dell’Lp/Cd del 2005)

CASSETTE – 1,00 euro : INJECTOR “Yes…fucking enjoy” (brutal death metal indonesiano) The KRUSHERS “Megaloi theloi” (thrash metal alla Kreator dalla Sicilia)

DVD DAVE SIXX “Pearls of wisdom” (heavy metal/rock one man band piemontese) euro 2,00

VHS V/A “Necrozoophilic – vol. 4” (death metal underground russo ed ex repubbliche sovietiche, 20 bands) euro 2,00

per ordini:

[email protected]

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E' incredibile essere finalmente in grado di unirsi con persone da tutto il mondo, alzare la propria

voce e farsi sentire. Sono così felice e fiera di fare parte di Avaaz che alle volte non riesco a credere che tutto ciò sia vero! GRAZIE... Dal profondo del

mio cuore a tutte le persone che fanno parte di questo movimento, uniti da un forte spirito

comune. -- Alexandra, membro di Avaaz dalla Germania

Sta succedendo qualcosa di grande. Da piazza Tahrir a Wall street, da coraggiosi cittadini reporter di Avaaz in Siria a milioni di persone che vincono una campagna dietro l'altra su internet, la democrazia è in fermento. Non mi riferisco a quella che abbiamo conosciuto fin qui, limitata al voto una volta ogni tanto, al circo mediatico e corrotta nel midollo. E' in ebollizione qualcosa di molto ma molto più importante: stiamo realizzando che con le nostre forze possiamo costruire il mondo che tutti noi sogniamo. La marcia della democrazia sta percorrendo il pianeta, e ovunque prende piede Avaaz c'è. Insieme abbiamo giocato un ruolo chiave per vincere campagne anti-corruzione dal Brasile all'India all'Italia, fermato la conquista di un pericoloso strapotere mondiale da parte del magnate dei media Rupert Murdoch, vinto campagne ambientali vitali - dalla sopravvivenza delle balene alla protezione degli oceani - rotto la censura dei regimi sulle rivolte della primavera araba, provveduto a finanziare e proteggere gruppi democratici dallo Zimbabwe alla Birmania alla Siria. Ora siamo in 10 milioni e vinciamo sempre di più grandi battaglie. Con oltre 1000 campagne stiamo costruendo il mondo che la maggioranza delle persone desidera. E abbiamo appena cominciato. E' incredibile, ma fino a poco fa soltanto 10.000 di noi hanno reso la nostra intera comunità possibile grazie a una piccola donazione settimanale di 3 o 5 euro (il prezzo di un cappuccino e cornetto) che finanzia tutte le spese organizzative di Avaaz. Ma per cogliere il momento e vincere dobbiamo accelerare: e per farlo puntiamo a raddoppiare il numero dei sostenitori settimanali prima della fine dell'anno,

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raddoppiando così la nostra capacità di fare tutto quello che facciamo. Siamo già al 60% del percorso per arrivarci! Clicca sotto per unirti alla marcia della democrazia, e offri al mondo cornetto e cappuccino: https://secure.avaaz.org/it/sustain_avaaz_dec_11_it/?vl Fare una donazione piccola ma costante permette ad Avaaz di pianificare responsabilmente i costi di lungo termine, come il nostro team ristretto ma super-efficiente, il nostro sito e la nostra tecnologia, e la sicurezza dei nostri sistemi operativi (che possono diventare molto costosi quando le campagne mettono i bastoni fra le ruote a loschi figuri!). Significa anche che abbiamo l'abilità di rispondere immediatamente alle crisi nel momento stesso in cui queste succedono e possiamo cogliere le opportunità di agire senza alcun ritardo. Ogni piccola donazione di 3 o 5 euro a settimana da 20.000 ulteriori sostenitori permetterebbe alla nostra comunità di raddoppiare il lavoro per il prossimo anno, aiutando a salvare vite umane in crisi umanitarie, proteggere l'ambiente e la natura, sostenere la democrazia e combattere la corruzione, battersi per la pace e contro la povertà. Donare ad Avaaz ha un doppio impatto: le nostre donazioni non solo contribuiscono al cambiamento ora aiutando campagne particolari, ma ogni contributo rafforza la nostra comunità, che costruisce il cambiamento per i decenni a venire. E' un investimento con un impatto sia immediato che a lungo termine, per il futuro dei nostri figli e del nostro pianeta. Clicca qui per contribuire: https://secure.avaaz.org/it/sustain_avaaz_dec_11_it/?vl La raccolta fondi è solitamente un problema per le organizzazioni no-profit. I

finanziamenti da governi o aziende metterebbero in serio pericolo la nostra missione: i contributi dai grandi donatori si accompagnano spesso con imposizioni stringenti. E tattiche come il telemarketing, le spedizioni postali, o i tavolini per le strade spesso costano quasi quanto l'ammontare che si riesce a raccogliere! Questa è la ragione per cui il modello di Avaaz - donazioni on-line e dal basso - è il modo migliore al mondo per accendere il motore del cambiamento sociale, e costituisce una grossa fetta della promessa della nostra comunità. Se potremo raddoppiare il numero dei nostri sostenitori, ciò porterà la nostra comunità e il nostro impatto su tutto un altro livello. Non vedo l'ora che ciò accada. So che fare una donazione è un atto di speranza e di fiducia. Sento un enorme responsabilità per essere portatore di quella speranza, e il mio team e io siamo impegnati nel rispetto di quella fiducia che voi riponete in noi insieme alla vostra speranza, il vostro tempo e le vostre risorse. Stiamo costruendo una cosa molto speciale, e se potremo continuare a credere l'uno nell'altra, niente è impossibile. Con speranza e gratitudine per questa incredibile comunità, Ricken Patel Avaaz P.S. Qualora tu ci stessi rimuginando sopra, sotto trovi 11 ragioni per fare una donazione ad Avaaz :) Ragione 1 – Il nostro lavoro è efficace Con 10 milioni di membri in tutte le nazioni del mondo, capaci di mobilitarsi quasi istantaneamente su bisogni urgenti, il ruolo di Avaaz è veramente efficace: insieme abbiamo salvato vite umane ad Haiti e in Birmania, abbiamo fatto tornare

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sui propri passi il Brasile e il Giappone salvando quei paesi da politiche sbagliate, e abbiamo ottenuto vittorie in trattati internazionali importanti come quelli sul divieto delle bombe a grappolo o sulla conservazione degli oceani. Il capo di governo del Regno Unito, Gordon Brown, ha detto a proposito di Avaaz: "Avete portato avanti l’idealismo di tutto il mondo... Non sottovalutate l’impatto che potete avere sui leader mondiali". Anche The Economist ha detto che “Avaaz ha realizzato una potente chiamata per risvegliare i leader di tutto il mondo" e Al Gore sostiene che"Avaaz ispira entusiasmo, e ha già fatto una grande differenza". Con solo cinque anni di età stiamo crescendo velocemente, e più i nostri sostenitori collaborer! anno e contribuiranno, più grande sarà il nostro impatto. Qui puoi fare la tua donazione: https://secure.avaaz.org/it/sustain_avaaz_dec_11_it/?vl Ragione 2 – Una donazione ad Avaaz è un investimento che genera dei cambiamenti sociali permanenti Le nostre donazioni ad Avaaz finanziano delle campagne che, per il loro grande impatto, aiutano ad attrarre ulteriori sostenitori. Più gente significa più donazioni e una capacità di cambiamento sociale ancora maggiore. Quindi con la tua donazione stai contribuendo non solo al cambiamento sociale in un’area specifica, ma anche a costruire una comunità ancora più grande che moltiplicherà enormemente l’effetto della tua donazione e sarà una fonte permanente, e sempre in crescita, di cambiamenti sociali. Non c’è dubbio che il tuo contributo avrà un valore filantropico immenso! Ragione 3 – Non abbiamo bisogno di burocrazia Avaaz è un'enorme rete di cittadini, ma la

nostra organizzazione è piccolissima, solo qualche decina di responsabili per le campagne a tempo pieno, dotati di supporto operativo e tecnologico. La maggioranza delle ONG più importanti hanno centinaia e perfino migliaia di dipendenti. Le nostre dimensioni così ridotte fanno sì che non abbiamo tempo per burocrazia, attività manageriali inutili o altro che non sia ottenere risultati concreti. Ragione 4 – Siamo fiscalmente responsabili e siamo sottoposti regolarmente a controlli C’è spesso il timore che i soldi che la gente dona siano utilizzati in modo disonesto. In molti casi questi timori non sono fondati, dal momento che la maggioranza delle organizzazioni è composta da gente onesta impegnata a fare del bene. Con Avaaz puoi stare sicuro anche perché siamo sottoposti per legge a un'ispezione ogni 12 mesi. Queste ispezioni controllano rigorosamente ogni aspetto dei nostri libri contabili e delle nostre attività finanziarie. Dalla nostra creazione siamo stati ispezionati quattro volte e sempre ne siamo usciti puliti e in ottima salute! (per ulteriori informazioni, clicca qui). Ragione 5 – Abbiamo un team di primo livello in tutto il mondo che fa un lavoro eccezionale La realizzazione di campagne sociali, la pressione politica e la lotta per il cambiamento sono attività molto serie e impegnative, e una maggiore competenza del team produce, necessariamente, un impatto maggiore delle donazioni ricevute. Avaaz si compone di alcuni dei migliori direttori di campagne e di attivisti di tutto il mondo. Molti di loro si sono uniti ad Avaaz dopo essere stati alti dirigenti di organizzazioni no-profit multimilionarie a livello mondiale e la maggioranza di loro si sono laureati nelle migliori università internazionali.

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Fai la tua donazione adesso: https://secure.avaaz.org/it/sustain_avaaz_dec_11_it/?vl Ragione 6 – Siamo indipendenti al 100% Avaaz non riceve finanziamenti da nessun governo o azienda. Questo è fondamentale per garantire che la nostra voce rifletta soltanto i valori dei nostri membri e non gli interessi particolari di potenti sostenitori. Anche se inizialmente abbiamo ricevuto degli aiuti da parte di organizzazioni non a scopo di lucro, attualmente il 100% del nostro budget viene da piccole donazioni fatte on-line. Questo vuol dire che gli unici interessi che dobbiamo promuovere sono quelli legittimi dei nostri membri. Ragione 7 – Anche noi facciamo donazioni quando è utile per raggiungere gli obiettivi in modo più efficace Avaaz ha donato quasi 4 milioni di dollari ad altre organizzazioni, perché abbiamo considerato che esse erano in una posizione migliore della nostra per raggiungere determinati obiettivi in certe aree. Per esempio, abbiamo donato 1,6 milioni di dollari ai monaci e ai gruppi di aiuto della Birmania, 1,3 milioni di dollari alle organizzazioni umanitarie di Haiti (guarda questo video dai gruppi che hanno ricevuto le nostre donazioni) e oltre 1 milione di dollari alle organizzazioni umanitarie in Pakistan. Anche il modo in cui appoggiamo altre organizzazioni è molto importante. La maggioranza delle organizzazioni hanno delle procedure farraginose che le rendono lente, burocratiche e reticenti a qualsiasi rischio coinvolto nell’aiutare i gruppi di pressione. Avaaz trova le migliori persone e le migliori organizzazioni in ogni area e non le sottopone a un controllo nei minimi dettagli, ma le appoggia nelle attività in cui esse sono esperte.

Ragione 8 – Siamo impegnati in politica (e questo è veramente importante) La maggioranza delle organizzazioni no-profit offrono deduzioni fiscali per le donazioni. Ma questo significa che esse sono, almeno parzialmente, finanziate con soldi pubblici e, dunque, sono spesso sottoposte dai governi a pesanti regolamentazioni nell'esercizio delle loro attività. In particolare, queste organizzazioni subiscono forti restrizioni su ciò che possono dire nei confronti dei politici. Avaaz è particolare nel senso che le donazioni fatte a noi non sono deducibili dalle tasse, e questo ci lascia liberi al 100% per dire ciò che è necessario perché i leader mondiali ascoltino la voce della gente. Dal momento che molte vicende importanti si decidono nell’arena politica, la nostra attività e il nostro ruolo sono molto più efficaci di quelli dei gruppi di pressione che evitano di pronunciarsi politicamente. Ragione 9 – Andiamo là dove ci sono le necessità e le opportunità maggiori La maggior parte delle organizzazioni si concentra su una singola questione per un lungo periodo di tempo. Questo è molto importante, ma può voler dire che quando si presenta una questione cruciale o un'incredibile opportunità per il cambiamento sociale, queste vengono ignorate perché ognuno è impegnato esclusivamente sulla propria causa. Le campagne di Avaaz si concentrano sulle necessità e sulle opportunità più urgenti, dandosi da fare proprio quando è più necessario il potente impatto dell’attenzione dei cittadini. Collaboriamo continuamente con i nostri partner nelle aree in cui portiamo avanti le campagne e tutti descrivono Avaaz come un fantastico valore aggiunto al loro lavoro. Clicca qui per fare una donazione: https://secure.avaaz.org/it/sustain_avaaz

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_dec_11_it/?vl Ragione 10 – La responsabilità democratica è un valore intrinseco al nostro modello Il modello delle campagne di Avaaz trae la propria forza dalla gente. Le nostre priorità sono stabilite annualmente e settimanalmente da sondaggi fatti tra i nostri membri e ogni campagna che portiamo avanti è sottoposta ad un sondaggio ai nostri membri. Non importa quanto impegno mettiamo nel dare vita a una campagna: se questa non è approvata dai nostri membri, non la portiamo avanti. Quindi giorno per giorno il modo in cui spendiamo le donazioni che riceviamo è direttamente determinato dai nostri membri. Ragione 11 – Non c’è un’altra organizzazione come la nostra Avaaz è la prima e unica organizzazione di pressione di massa, altamente tecnologica, la cui forza dipende totalmente dai suoi membri, impegnata su una moltitudine di questioni e genuinamente globale. In un mondo in cui i problemi che ci troviamo ad affrontare sono sempre più globali e le soluzioni richiedono sempre più un’azione democratica a livello globale, Avaaz è l’unica organizzazione in grado di produrre un cambiamento efficace. Nessun’altra organizzazione è in grado di mobilitare velocemente una coordinata pressione democratica su larga scala in 193 paesi nel giro di 24 ore. Un nuovo modello di politica che parte da internet e interamente basata sulla forza della gente ha cambiato la politica in molti paesi e Avaaz sta rendendo globale questo modello ormai testato. Il risultato a ora è il più ampio movimento globale on-line della storia: e questo è soltanto l’inizio. Fai una donazione sicura ad Avaaz: https://secure.avaaz.org/it/sustain_avaaz_dec_11_it/?vl

CHI SIAMO Avaaz.org è un'organizzazione no-profit e indipendente con 10 milioni di membri da tutto il mondo, che lavora perché le opinioni e i valori dei cittadini di ogni parte del mondo abbiano un impatto sulle decisioni globali (Avaaz significa "voce" in molte lingue). I membri di Avaaz vivono in ogni nazione del mondo; il nostro team è sparso in 13 paesi distribuiti in 4 continenti e opera in 14 lingue. Clicca qui per conoscere le nostre campagne più importanti, oppure seguici su Facebook o Twitter. Questa e-mail è stata inviata a [email protected]. Per cambiare il tuo indirizzo e-mail, ricevere le e-mail in un'altra lingua o altre informazioni contattaci utilizzando que! sto modulo. Per non ricevere più le nostre e-mail, invia un'e-mail a [email protected] oppure clicca qui. Per contattare Avaaz non rispondere a questa e-mail, ma scrivici utilizzando il nostro modulo www.avaaz.org/it/contact, oppure telefonaci al 1-888-922-8229 (USA).

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daliobaracchi@hotmail

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Un 2012 di Pace e Natura

Il 2012 sarà l'anno di Rio+20, un grande impegno per il nostro Pianeta e per tutti noi. Tanti auguri per una vita serena, ricca di amore e soddisfazioni, in armonia con Madre Terra. Alfonso Pecoraro Scanio

[email protected]

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EMOZIONI di Gianni Donaudi

In ricordo di Teresio Zaninetti

Teresio Zaninetti vive nei nostri cuori

Il 21 gennaio 2007, moriva in uno squallido ospizio milanese il grande poeta, scrittore e giornalista Teresio Zaninetti, nato a Gozzano

(Novara) nel 1947. Grande, perché lo era davvero, non fosse altro che per intelligenza, ingegno e cultura (doti non così comunissime, oggi, nell’epoca della ideocrazia balterante!). Ma grande anche per la sua energia smisurata, per il suo spirito indomito di polemico lottatore, per la pervicacia con cui difendeva e divulgava i suoi ideali, quelli che ogni persona di buon senso (al di là dei colori politici) dovrebbe fare suoi: la giustizia sociale, al libertà dell’individuo, la dignità dell’uomo, la capacità di indignarsi di fronte ai crimini, la difesa degli emarginati, degli oppressi e di coloro che non hanno voce… In una parola, la lotta contro queste Sistema disumano e mercificante, contro questo Potere invisibile che vuole ridurci tutti a schiavi consumanti, contro questa Barbarie ipertecnologica che ci sta abbrutendo mentalmente, spiritualmente e antropologicamente per trasformarci in docili automi non pensanti e privi di coscienza. L’attività poetica, narrativa, saggistica e giornalistica di Teresio Zaninetti operava in questo senso, avvalendosi anche dell’aiuto di amici e collaboratori preziosi, come Gianni Pre, Ottavio Angelo Scalet, Antonio Creazzo, Gianni Donaudi. Ma Zaninetti, al pari di tanti altri illuminati, era un autore che dava fastidio al Sistema, dava fastidio al Potere, e quindi è sempre stato emarginato, ghettizzato, cacciato

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bell’angolo e volutamente ignorato dalla grande editoria e dalla cultura “ufficiale”, dai potentati culturali e dai grandi centri di informazione: e ovviamente, perché le cose che scriveva e diceva erano scomode, erano fastidiose, erano pungenti, erano letali per il Sistema. Quindi, la sua, era una voce che “doveva” tacere. E a farlo tacere per sempre sono state le sue precarie condizioni di salute ed economiche, con le quali Zaninetti ha lottato, dignitosamente e orgogliosamente, per tutta la vita. Oggi, a tre anni di distanza dalla prematura scomparsa, esattamente come lo scorso anno, esattamente come l’anno prima, è doveroso ricordare ai lettori di questo mio scritto l’uomo Zaninetti, la sua figura di intellettuale e scrittore decisamente consapevole del suo ruolo e della sua inaccettabile emarginazione, il suo ruolo di “guerrigliero intellettuale” determinato a continuare lungo la strada della cultura e della conoscenza anche se gli ostacoli posti sul suo cammino dalla società consumistica dei Non Pensanti e dal potere massificante del Sistema videocratico sono stati enormi. Ma nel silenzio e nel dolore, nella solitudine e nell’emarginazione, Teresio Zaninetti ha continuato a scrivere e a pubblicare, a diffondere le sue idee e i suoi pensieri: con le riviste (come Logos e Jeronimus Logos, solo per citarne due tra le più note, da lui create e dirette sino al giorno della scomparsa), con le opere di poesia (Parametri di poesia, La Ghigliottina, Poesie e altre poesie), con le opere di narrativa (La breve estate di Giuda, Le lacrime di Sisifo), con l’attività di editore (fondò e diresse la casa editrice Rosso & Nero), con quella di collaboratore a premi letterari come il Premio internazionale “Castagno dei cento cavalli” del comune di Sant’Alfio. Un’attività intensa, impegnativa, tenace, che rivela la grandezza dell’uomo Zaninetti. Un artista che non è stato accettato e riconosciuto dalla cultura ufficiale e che perciò spetta a noi fare conoscere, anche se abbiamo piccoli mezzi, anche se abbiamo poche forze, ma pronti a portare avanti quegli ideali e quelle passioni che Teresio Zaninetti ci ha insegnato a condividere con lui. Fabrizio Legger

L’OPINIONE di Marco Lombardi

Una manovra di lacrime amare e qualche auspicio

C'era da far cassa e così è stato. Tremendamente annunciata la riforma sulle pensioni ed iniquo il seppur parziale blocco biennale dell'indicizzazione: con l'inflazione al 3%, una pensione di mille Euro è miseria. Tra lacrime di rabbia, si scorge tuttavia qualche barlume di cambiamento, ancorché lungi dall'equità promessa.

Apprezzabile la chiarezza nel rapporto tra nuove entrate e relativo impiego in termini di spesa, con un vincolo di destinazione che dovrebbe impedirne il confluire in un indistinto calderone a beneficio più forti. Per quanto minimale, il prelievo sui fondi scudati non è poi banale e potrebbe costituire un valido precedente a futura memoria. Troppo timida invece la tassazione dei beni di lusso (i 170 kw minimi di cilindrata lasciano fuori un bel po' di SUV e bolidi). Valida, anche in chiave di lotta all'evasione – su cui Monti ha cassato le illusioni, ma se non s'ingegnano le fini menti dei tecnici, chi allora? -, il mantenimento delle detrazioni IRPEF, compromesse dalla clausola tremontiana di salvaguardia.

Riguardo i tagli alla politica, si è fatto poco, ma i veti erano molti. Spicca l'abolizione delle Authority, indipendenti di

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nome ma assai poco di fatto, nonché il prosciugamento dei budget delle province: a Costituzione vigente, non potendo abolirle, privarle di giunta (ogni ente ha spesso una decina di assessori, con relative segreterie politiche e portafoglio personale di spesa, il così detto "capitolo dell'assessore"), smagrirne i consigli con relativi gettoni nelle commissioni e drenarne le risorse per funzioni duplicate verso gli enti titolari, non è banale, anche se resta da capire come saranno riciclati gli esuberati. Si è fatto poco sul versante dello Stato e delle Regioni, nonostante il taglio dei trasferimenti tabù ex Statuto speciale, ma non si scordi che Fini e Schifani hanno avocato alla potestà regolamentare delle Camere ogni provvedimento sui parlamentari.

Chiaramente si fa cassa sui soliti noti - vedi l'IMU, l'eventuale IVA come detto, le accise, i nuovi bolli sui depositi titoli ed un sostegno alle banche ancora una volta a contropartita zero -, ma si scorge anche qualche differenza col passato. Non gioverebbe insomma la chiusura a riccio, in stile Lega, né però il lassismo in stile terzo polo. Attendano le bocciature, ma non le pressioni verso la mitica equità, a partire dalle possibili riforma del diritto del lavoro, della giustizia, del welfare e, magari, dei micro-prestiti a imprese e famiglie. Questa partita si gioca su più fronti e per segnare qualche punto a favore dei più deboli ci vuole tanta sagacia e, soprattutto, una capacità propositiva d'insieme in termini di progettualità. Ci sono forse alternative più proficue all'orizzonte?

Marco Lombardi

L'immigrazione e i nostri sensi di colpa

Abito a Firenze, città dove lavoro a pochissima distanza dal luogo della sparatoria in cui sono stati uccisi due giovani senegalesi e un altro è rimasto gravemente ferito. Passo tutti i giorni dal mercato di Piazza Dalmazia, luogo dell'agguato, e quei venditori ambulanti, noti come vu cumprà e genericamente identificati col dispregiativo “marocchini” da molti fiorentini (specie i più anziani), li incontro spesso. Non nascondo che, di fronte alle loro richieste, rese non di rado fastidiosamente insistenti dal loro inderogabile bisogno di sopravvivenza, volgo talvolta lo sguardo altrove, tirando dritto. Altre volte acquisto ora un pacchetto di fazzolettini ora un paio di accendini, cerco comunque di sorridere loro, ma non mi è sempre facile farlo, specie quando le cose non girano per il verso giusto.

Proprio la mattina dell'omicidio, avvicinato da uno di questi ragazzi, gli ho offerto il prezzo di un caffè ed augurato buona fortuna. Chi l'avrebbe detto che solo un paio di ore più tardi, un pazzo estremista di destra avrebbe sparato a bruciapelo tre colpi di pistola, così davanti a tutti, nell'ora di massima affluenza della piazza. Non è questione di fortuna, né di sfortuna, ma un risvolto, terribilmente tragico, di un percorso di integrazione che in Italia non sta funzionando.

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Firenze, a mio avviso, non è una città razzista. Forte è il tessuto associativo e le istituzioni, la Regione, la Provincia, che ha ospitato il primo Consiglio per Stranieri elettivo, ed il Comune, con un consigliere comunale senegalese in carica nel corso del precedente mandato, hanno fatto e fanno il possibile, stante risorse sempre più scarse ed una normativa nazionale che definire bizantina è poco, iniqua addirittura generoso. Sì, perché le nostre realtà locali, le nostre città, in Toscana come altrove, risentono di un modello di integrazione dello straniero definibile in un solo modo: cattivo. Cattivo perché considera l'immigrato esclusivamente come una risorsa, non come una persona, da trattare dunque a seconda del beneficio che se ne vuole trarre, che sia la convenienza per l'impresa, il sostegno alla famiglia, ma anche il pietismo di tutti noi. Su quest ultimo punto ci metto anche le responsabilità del terzo settore e della politica così detta “tollerante”, che spesso confondono appunto il concetto di tolleranza con quello di alibi per le proprie coscienze o, utilizzando un termine incline alla nostra cultura cattolica, il proprio senso di colpa. Forse sono solo un povero indifferente, ma non considero gli immigrati né vittime, né carnefici e per questo mi trovo sotto il fuoco incrociato dei tolleranti senza se e senza ma dal un lato, di chi condanna senza appello dall'altro. Opposti stereotipi, nei quali si annidano reciproci estremismi (ovviamente assai più dannosi se xenofobi, come l'episodio in questione dimostra), ma che distraggono la riflessione da un punto a mio avviso focale e cioè che lo straniero, come qualunque altro individuo, è capace di buone e cattive azioni e che, se sottoposto ad uno stress sociale forte e, appunto, cattivo, reagisce come faremmo tutti noi, anche con astuzie e prepotenze se del caso. Se non capiamo questo concetto, temo, ogni sforzo volto alla pura giustizia sociale sarà vano. Marco Lombardi

Il colore dei soldi

Proviamo a rappresentare su un foglio il benessere mondiale, disegnandolo come un quadrato la cui area corrisponde al PIL totale. Prendiamo poi la popolazione della terra e dividiamola per fasce di ricchezza, assegnando ad ogni fascia un colore diverso. Coloriamo quindi l'area del quadrato utilizzando questa tavolozza e ricorrendo a ciascun colore in proporzione alla percentuale di PIL detenuta dalle singole fasce di popolazione. Ebbene, quasi la metà dell'area risulterebbe di un solo colore, corrispondente ai ricchissimi, che sono circa l'1% degli abitanti. In appena il 3% dell'area si concentrerebbero invece quasi tutti i colori a nostra disposizione, espressione di circa il 75% degli abitanti. Per il restante 40% e rotti d'area utilizzeremmo due o tre sfumature, relativi al ceto medio dei paesi avanzati.

Il compito assegnatoci è far “crescere” ulteriormente questo quadrato. La tesi prevalente è che la “crescita” si ottenga solo aumentando l'area della figura, in ragione della quale gli stati in passato, la finanza adesso, stanziano ingenti quantità di una merce

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di scambio, la moneta, che oggi ha un mero valore virtuale. Malgrado ciò l'area rimane grossomodo delle stesse dimensioni e senza significative variazioni in termini di colorazione. Prendiamo invece lo stesso quadrato di partenza e, a parità d'area, immaginiamolo molto più variopinto: non si potrebbe forse asserire che esso è “cresciuto”? Dipende insomma dai punti di vista, inoltre può darsi che variando la combinazione dei colori magicamente aumenti poi anche l'area. Chissà allora che il vero limite, a livello internazionale, della classe dirigente, anche la più preparata e onesta, non sia proprio l'incapacità di concepire un concetto di “crescita” diverso da quello affermatosi negli ultimi quaranta anni e che, per inciso, ci sta portando al collasso. Qui sta il conflitto d'interessi, perseverare nel tentativo di curare il male ricorrendo alla stessa ricetta che ci ha avvelenato. Marco Lombardi :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

Lo Stato omertoso e la perseveranza degli "scudati"

Premettendo che imputare al Governo Monti la responsabilità per lo stravolgimento del Decreto "Salva Italia" mi sembra assurdo, visto che le modifiche in sede di conversione sono dovute ad emendamenti presentati dai partiti politici, c'è un punto del provvedimento che davvero mi dà fastidio. Riguarda l'imposta di bollo che i cittadini così detti "scudati" dovranno versare al proprio istituto di credito per conservare l'anonimato: in caso di mancata riscossione, infatti, la banca ne comunicherà il nominativo all'Agenzia delle Entrate. Ora, questa scelta di restare anonomi al fisco nonostante l'avvenuta sanatoria, desta perlomeno il sospetto che forse qualche reatuccio in corso permanga e lo Stato, per un pugno di Euro (è proprio il caso di dirlo), regge pure il gioco. Marco Lombardi :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

Chi sottovaluta la strage razzista di Firenze

Col passare delle ore dai terribili fatti di Firenze, si fa pressante in me il seguente dilemma: si è trattato del gesto di un folle fascista o di un fascista folle? La questione è solo apparentemente banale e cerco di chiarirla. Ad uccidere è stato un individuo folle che in quanto tale aveva cercato e trovato una qualunque realtà dove poter sfogare la propria inclinazione, dunque un cane sciolto capitato quasi per caso negli ambienti di destra? Oppure si

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è trattato di un aderente ad un movimento sociale all'interno del quale ha potuto incattivire la propria natura fino all'estrema violenza? Forse la realtà sta nel mezzo, cioè che esistono entità associative che proprio per la loro missione attraggono più di altri soggetti già di per sé violenti, ma proviamo a fare uno sforzo ulteriore, schierandoci per l'una o per l'altra interpretazione. La tesi che mi sembra si stia affermando è la prima, forse perché la più comoda, salvando capra e cavoli, poiché nessuno avrebbe responsabilità nell'imprevedibile esplosione della pazzia umana. A mio avviso dovrebbe invece prevalere la seconda, ma questo comporterebbe, adesso e in futuro, la presa in carico da parte delle istituzioni e di tutti noi di un fenomeno troppo spesso e non casualmente sottovalutato. Insomma perché non considerare la violenza xenofoba, soprattutto in questo episodio, alla stregua di quella brigatista? All'indomani dell'omicidio Biagi si sparsero fiumi di inchiostro, nonché si dedicarono ore di trasmissioni, alle nuove BR, contestualmente ad un'incisiva azione giudiziaria che rilevò e destrutturò una nuova realtà organizzativa. Ecco, tutto questo, ora, mi sembra mancare ed è come se non se ne sentisse il bisogno. Partire invece dal ruolo del singolo movimento, delle sue organizzazioni, quale detonatore anche di pazzie latenti, permetterebbe anche un più approfondito discorso sulle diversità ideologiche fra i movimenti stessi, enucleando differenze ontologiche a mio avviso fondamentali - ma che, sia chiaro, non dovrebbero comunque legittimare la violenza come motore del mutamento sociale. Chiedo l'impossibile? Mica vero. Neppure venti anni fa, Sergio Zavoli, con "La notte della repubblica", fece proprio uno sforzo del genere e ne uscì un lavoro serio, competente e di buona diffusione. Si può fare, insomma, basta volerlo. Qui sta il punto. Marco Lombardi

Depurarmi il fegato dalla politica

Ho sempre cercato di rifuggire il facile alibi dell'antipolitica, convinto che molti mali del nostro paese nascano nella cultura civica dei propri abitanti, incluso il sottoscritto. Tuttavia, confesso, sto cedendo al fascino del tecnico calato dall'alto, alla chiarezza delle sue esposizioni, alla lungimiranza delle sue vedute, allo stile comunicativo scarnificato da fronzoli e ammiccamenti. Attenzione, continuo ad essere un sostenitore del pluralismo parlamentare ma, d'altro canto, non è che questa “politica” stia facendo qualcosa per farsi rimpiangere, cioè qualcosa di diverso dal becero vocio di demagogie indistinguibili. A me pare anzi in continuo peggioramento. I rappresentanti di tutti gli schieramenti hanno attaccato, con toni più o meno accessi, l'inasprimento di ICI e previdenza sociale prodotto dalla manovra Monti, occupando così ogni spazio televisivo e non. Si sono fatti strenui difensori del popolo ottenendo, ad oggi, due sudatissime riconquiste: rimandare a tempo indefinito il taglio alle Province, contro il quale si erano scatenate le ire delle segreterie metropolitante di tutti i partiti; annullare l'adeguamento delle loro indennità alla media UE, riferita peraltro ai sei paesi più ricchi, mentre

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gli stipendi di noi lavoratori sono ormai parametrati a quelli polacchi e rumeni. Sulle prime mi sono davvero infuriato, poi ho pensato che rodermi il fegato non conviene, indicendo da ieri sera un mio sciopero personale: girerò il canale del televisore ogni volta che un politico parlerà ad un microfono, per i testi pubblicati su quotidiani e web la cosa è ben più facile. Questo non intaccherà il mio livello di informazione, vista la penosa dialettica dei nostri onorevoli. Spazio solo ad approfondimenti tecnici e sarà come ricaricarmi le pile, senza staccare in stand by, in attesa del domani.

Marco Lombardi :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

Per un'Italia migliore, anche senza rivoluzioni

Lungi dall'evocare ogni deriva tecnocratica o i temuti artigli pangermanisti sulla cartina europea, si

resta sempre più sconcertati dal comportamento della nostra classe dirigente, in primo luogo dai politici.

A poche ore dal voto, forse di fiducia, sulla manovra Monti, i veri nodi inerenti maggiore equità sociale, vale a dire imposta sugli immobili e trattamenti previdenziali, pendono ancora nel limbo dell'emendazione possibile e/o tardiva e si spera nel meglio tardi che mai. Al contrario, alla faccia del saldo sono già ben definiti i correttivi inerenti: 1) tagli alle Province; 2) adeguamento delle indennità parlamentari; 3) liberalizzazioni (fra cui il fatidico mondo dei taxi, che fatale anzi fu per il Prodi bis); 4) abolizione delle remunerazioni per cariche elettive in enti territoriali non espressamente previsti dalla Costituzioni, come i Municipi. In tutti e quattro i casi i provvedimenti sono stati, espressamente o tacitamente, posticipati al 2013, proprio quando si terranno (salvo imprevisti anticipatori) nuove elezioni politiche e questa “asfissiante” parentesi tecnicistica avrà fine.

Nel mentre, la pubblica ammistrazione è stordita da inchieste e scandali che fioccano di ora in ora, fra tangenti, sprechi, corruzione, concussione e collusioni con ambienti poco raccomandabili. Eppure accade anche che negli Stati Uniti d'America un'ex governatore venga condannato perché, udite udite, nell'espletamento di una sua prerogativa legale, assegnare un seggio vacante nel proprio Stato, avrebbe scelto il nuovo rappresentante in base a favori che questo avrebbe poi concesso a lui ed ai suoi familiari. Intervistato a caldo dopo la sentenza, piuttosto che berciare al complotto, al così fan tutti, o all'ingerenza tra poteri dello Stato, si è limitato ad affermare: “Posso prendermela solo con me stesso per le idiozie commesse”. Anche senza troppe rivoluzioni, insomma, un'altra Italia, migliore, sarebbe possibile.

Marco Lombardi

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Storia e Fumetti di Marco Pugacioff

NIZZA. Il suo Passato, il suo futuro.

Durante le ricerche che effettuavo insieme a Luca Natali, nel 2007, sulle strane relazioni di santi marchigiani-maceratesi e sulle loro straordinarie affinità con santi d’Oltralpe, mi ritrovai davanti a uno strano caso. Il ricercatore Civalli parlando nel 1598 del monastero di S. Basso sito in contrada Civita a Cupra, scriveva: «Vogliono alcuni, che

qua fosse anticamente la città di Nizza, della quale era vescovo S. Basso».

Ma Nizza è, o meglio era, in Liguria, ed era la città che diede i natali a Giuseppe Garibaldi. Che strana, singolare coincidenza! Ma non era finita! Faustino Mostardi nel ’62 non si fermava lì e proseguiva dicendo che probabilmente si trattava di un agglomerato composto da profughi nizzardi. Profughi? Da che fuggivano? Dalle scorrerie dei saraceni? O dalle inverosimili piogge di sangue del 1608? Oppure da una realtà pesante e che coinvolse proprio Garibaldi, l'unico Eroe sano del nostro Risorgimento, tanto da fargli scrivere:

"Non riconosco a nessun potere sulla Terra il diritto di alienare la nazionalità di un popolo indipendente e protesto contro la violenza fatta a Nizza con la corruzione e la forza brutale e mi riservo per me e per i miei concittadini il diritto di rivendicare il mio paese natale, perché il diritto delle genti non sia una vana parola. - Je ne reconnais à aucun pouvoir sur terre le droit d'aliéner la nationalité d’un peuple indépendant et je proteste contre la violence faite à Nice avec la corruption et la force brutale en me réservant pour moi et mes concitoyens le droit de revendiquer mon pays natal, pour que le droit des gens ne soit pas une vaine parole." GARIBALDI - député de Nice -1860

Grazie ad Alain Roullier, di antica famiglia nizzarda, storico, scrittore e giornalista, conferenziere dell’Unesco, e fondatore di diverse istituzioni nizzarde tra cui dell’Institut garibaldien de Nice; sono riuscito a sapere una nuova verità, un'altra vergognosa pagina del nostro risorgimento, da paragonare ai tragici fatti di Brento in Sicilia e ai lager dei Savoia: la perdita dell'identità di una città ligure costretta a diventare francese. Non posso ancora sapere se i profughi nizzardi arrivati nelle Marche, fossero quelli

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sfuggiti alla dominazione francese, ma immergetevi nella lettura di questa intervista tratta suo sito: http://liguenicoise.canalblog.com/archives/2009/01/02/13729247.html e che riproduco qui di seguito, e fatevi un'idea.

Marco Pugacioff natale 2011

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NIZZA E IL SUO FUTURO

intervista ad Alan Roullier

Presidente della Lega per la Restaurazione delle Libertà Nizzarde

di Achille Ragazzoni

Introduzione

Presentiamo al lettore italiano un'intervista su di un argomento che, stante l'attuale silenzio stampa sia in Francia che in Italia, ha il sapore di una vera novità. "Particolarismo nizzardo", cosi si è chiamato quell'atteggiamento mentale, prima ancora che politico, che ha portato i Nizzardi, sin dal 1860, a sentirsi comunque diversi dalle genti di Oltrevaro. Già in rapporti di polizia del 1861 si segnala, con una certa preoccupazione, che vecchi partigiani

dell'annessione avevano cambiato idea e facevano comunella con gli "italianissimi" (cosi allora venivano definiti coloro che all'annessione erano stati contrari). Con il crollo del regime bonapartista, il particolarismo divenne indipendentismo vero e proprio e Nizza inviò in parlamento tre deputati separatisti, tra cui Garibaldi. Il particolarismo nizzardo ebbe modo di esprimersi anche in seguito, ma da qualche anno a questa parte è tornato ad essere indipendentismo. E' un fenomeno nato dal basso, che vede uniti il giovane ed il vecchio, l'intellettuale e l'operaio. Ha trovato un organo di stampa, il mensile "Les Nouvelles Niçoises" (sito internet: http://lesnouvellesnicoises.over-blog.net/), ed un capo, Alain Roullier, colui che ha risposto alle nostre domande. Giornalista e scrittore, egli è anche l'autore di un grosso volume, "Nice, demain l'indépendance", che si trova in vendita in tutte le librerie di Nizza e che ha segnato l'inizio della nuova lotta indipendentista. La Lega per la Restaurazione delle Libertà Nizzarde (LRLN), cosi si chiama il movimento indipendentista, ha dato voce ad un disagio che è reale, risponde all'avanzata di una globalizzazione sempre più disumana e disumanizzante. I molti italiani che abitano sulla Costa Azzurra possono prendere contatto con la Lega e, se convinti della bontà delle scelte da essa intraprese, decidere di impegnarsi assieme ad essa per una Nizza indubbiamente migliore.

Signor Roullier, ma non è antistorico, oggi, chiedere l'indipendenza di Nizza?

Al contrario, volere l'indipendenza di Nizza non è antistorico, bensì il logico prolungamento della storia: Nizza reclama i propri diritti. È una battaglia di attualità, poiché Nizza attraversa una grave crisi; l'identità nizzarda, già maltrattata dalla Francia e che, resiste per miracolo, affonda nelle stive delle galere francesi, ove è stata incatenata. La

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Francia impone a Nizza la sua deliquescenza, il suo fallimento economico e morale; essa vuole imporle un meticciato di culture che noi non vogliamo (e che, piuttosto è un meticciato di inculture) e che porterà ad un livellamento verso il basso e ad una totale perdita d'identità. Noi non lasceremo cancellare venticinque secoli di storia per trasformare Nizza in un semplice spazio geografico aperto a tutti i venti, dove vivranno solamente produttori e consumatori anonimi, senza passato e senza storia. Se la Francia vuole suicidarsi come nazione, è affar suo, ma noi non ci suicideremo assieme a lei. È urgente reagire. Questa lotta si inscrive bene nel quadro europeo, poiché tutti i Paesi d'Europa accordano una larga autonomia alle regioni, ad eccezione della Francia giacobina, che esercita con la forza un centralismo dittatoriale.

Ma allora non sarebbe sufficiente un'autonomia speciale come quella goduta, in Italia, dall'Alto Adige o dalla Valle d'Aosta?

Si, una larga autonomia sarebbe una prima tappa. Ma in termini più lunghi sarà necessario per Nizza accedere alla piena sovranità, perché Nizza ne ha diritto. Nel caso che Nizza ottenga l'autonomia, sarà comunque legata alla Francia, che le imporrà la sua politica e, soprattutto, la sua filosofia decadente. Bisogna tagliare i ponti. I Nizzardi hanno dato molto alla Francia, in sangue e in oro, ora vogliono ritrovare quella libertà che gli è stata confiscata. Un'autonomia sarebbe vitale solo nel caso in cui tra le due parti esistesse una comunanza di pensiero, di cultura, di interessi, ma non esiste nulla di tutto ciò; noi siamo Latini, loro Galli. Un vecchio proverbio nizzardo afferma: "I Nizzardi e i Francesi sono sempre andati d'accordo come il cane e il gatto".

Ma non c'è stato un plebiscito, che ha sancito l'annessione di Nizza alla Francia?

Il plebiscito è stato interamente truccato, io ho rilevato ben sedici importanti cause di nullità. Prima di tutto, Nizza è stata occupata militarmente dalla Francia il 10 aprile 1860, ossia 15 giorni prima del famoso plebiscito. Le due frodi maggiori sono le seguenti: venne soppresso l'obbligo della residenza a Nizza per votare ed il partito pro-Francia istituì dei comitati per compilare le liste elettorali. Questi comitati avevano tutti i poteri e cosi stabilirono "sommariamente e senza ricorso" chi iscrivere nelle liste elettorali per far votare chi volevano. Quando Nizza non aveva ancora cambiato nazionalità, intervenne illegalmente il prefetto imperiale del Dipartimento del Varo imponendo illegalmente alla municipalità di Nizza di iscrivere nelle liste delle persone residenti in Provenza aventi, così essi affermavano, antenati nizzardi. La faccenda è stata condotta bene ed io ho ritrovato negli archivi municipali alcune di quelle liste. Non parliamo poi dell'assenza di cabine elettorali, di schede con il voto NO che non vennero stampate, le urne rimaste una flotte nelle mari di Malaussena, il sindaco filofrancese, ecc. ecc.

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Il giovane Garibaldi a Nizza e lo storico incontro con Giuseppe Mazzini - illustrazioni di Luciano Bernasconi.

Cosa pensano i Nizzardi di oggi riguardo a Garibaldi? E voi della Lega come lo vedete?

Per tutti i veri Nizzardi Garibaldi, nato a Nizza, città che ha sempre amato e difeso, rimane un eroe senza paragoni. La sua purezza, il suo disinteresse per il denaro, sono esemplari. Per gli indipendentisti nizzardi (vale a dire per tutti i veri Nizzardi) Garibaldi rappresenta un modello assoluto ed una bandiera, una bandiera senza macchia. Per due volte egli ha tentato di salvare Nizza, nel 1860 e nel 1871. L'8 febbraio 1871 ha accettato di presentarsi alle elezioni della Camera dei Deputati come capo del partito indipendentista assieme a Piccon e Bergondi. Malgrado le frodi del prefetto francese essi ottennero il 73 % dei voti.... e ciò dieci anni dopo l'annessione, quando dodicimila Nizzardi avevano abbandonato la propria terra rifiutando l'annessione, quando vi era stata una massiccia immigrazione francese... nonostante tutto i Nizzardi diedero il 73 % dei suffragi ai tre candidati indipendentisti!!! L' elezione di Garibaldi venne invalidata dal parlamento di Bordeaux, Bergondi si suicidò perché sarebbe stato "melanconico" (oggi si direbbe: "depresso"), secondo la versione ufficiale, e la Francia inviò a Nizza 10.000 soldati: cavalleria, gendarmeria e fanteria di marina. Vennero piazzati dei cannoni nelle vie e si arrestarono e deportarono gli oppositori. Ecco come Nizza è rimasta francese nel 1871.

Nel 1860, Garibaldi voleva innanzitutto che Nizza restasse sotto lo scettro dei Savoia, ma correvano delle voci secondo le quali il re si stava apprestando a vendere Nizza e Savoia. Garibaldi telegrafò al suo amico colonnello Tuerr, che era in servizio presso la Corte di Torino domandandogli di trasmettere un

messaggio molto preciso al re: "State per vendere Nizza? Rispondete si o no immediatamente". Il re stava per andare a dormire quando gli venne trasmesso il messaggio. Si lamentò: "Si o no! E così in fretta!!!". Tuttavia rispose di si, poiché non voleva mentire a Garibaldi. Garibaldi si infuriò; visto che Nizza veniva staccata dal Piemonte — Regno di Sardegna, allora l'Eroe dei Due Mondi pretese e si batté per una Nizza neutrale ed indipendente, affinché non divenisse francese. Nel 2007 organizzeremo delle cerimonie popolari in onore di Garibaldi, poiché i politicanti francesi vogliono mettere le loro mani appiccicose sull'aureola dell'Eroe, vogliono falsificare la storia, cosa che sarebbe un insulto a Garibaldi; noi non glielo permetteremo. Otto mesi dopo si svolgeranno le elezioni municipali e noi diremo ai Nizzardi: per il bicentenario della sua nascita, fate a Garibaldi il più bel regalo, il solo che avrebbe sostenuto e accettato con gioia, continuate la sua lotta per la libertà di Nizza e votate la lista indipendentista che presenteremo alle elezioni... Dopo l'8 febbraio 1871, sarà la prima volta che una lista indipendentista sarà in lizza, un avvenimento storico!

Come è oggi la situazione dell'identità nizzarda?

La Francia ha sempre tentato di ridicolizzare l'identità nizzarda, situandola tra il folclore di quart'ordine che diverte i turisti. I docenti universitari, artefici della francesizzazione ad oltranza, hanno "panbagnatizzato" l'identità nizzarda (il "Pan - Bagnat" è una specialità gastronomica nizzarda). Oggi i veri nizzardi vogliono gustarsi il loro Pan - Bagnat, ma liberi... I Nizzardi sono molto attaccati alla loro cultura, ma oggi si rendono conto che solo una precisa identità politica potrà salvare l' identità culturale.

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Ma si continua a dire che è grazie all'annessione alla Francia se Nizza è divenuta una grande città...

Nizza è sempre stata potente! Era la quarta città del Regno di Sardegna. Sarebbe troppo lungo raccontare tutta la sua storia, tanto essa è ricca di avvenimenti importanti. Già nel 1517 il cardinale d'Aragona diceva "Nizza è molto bella e molto grande...". Essa aveva tutto ciò che le sarebbe servito per poter divenire indipendente. A partire dal XVIII° secolo il turismo l'aveva già arricchita; tutte le Corti d'Europa vi risiedevano e contava una dozzina di consolati in attività; oggi non ci sono più che dei consoli onorari senza consolato... Ci sono anche barboni e ladri che provengono dall'Oltrevaro... Prima del 1860 avevamo come residenti gli imperatori, i re ed i principi di tutta Europa, ora abbiamo la feccia di tutta la Francia e tutta l'Europa.

In Francia vi sono numerose minoranze etniche e linguistiche (Corsi, Alsaziani, Occitani ecc.). Avete rapporti organizzativi con loro? E con i Provenzali / Occitani in particolare ( Federico Mistral è uno dei miei autori prediletti...), non vi sentite legati a loro?

Non abbiamo rapporti formali con le altre minoranze che vivono in Francia. I Corsi sono molto individualisti, gli Alsaziani poco organizzati, quanto agli Occitani (perlomeno una gran parte) e soprattutto ai Bretoni, essi sono a rimorchio dei partiti della sinistra francese. I soli con cui siamo alleati, per evidenti ragioni, sono i Savoiardi, poiché Nizza e la Savoia sono francesi solo per il trattato di Torino e tutte e due sono state occupate militarmente dalla Francia ed in questi due Paesi sono stati organizzati dei plebisciti truccati. Fortunatamente, ora sembra che certi Occitani, raggruppati nel "Partito della Nazione Occitana" vogliano avvicinarsi a noi riconoscendo a Nizza il

diritto ad uno statuto particolare in seno all'Occitania. Gli altri Occitani pretendono che Nizza sia infeudata alla Provenza, cosa che rifiutiamo. Da sempre la Provenza (non certo il popolo, ma i suoi capi politici, che sono stati prima gli Aragonesi e poi gli Angiò) è stata la nemica giurata dei Nizzardi; sempre ha invaso Nizza e sempre Nizza si è rivoltata e liberata. È proprio per sfuggire a loro che Nizza ha firmato la dedizione ai Savoia. Nizza non è provenzale, è pizzarda. La "provenzalità" di Nizza è una menzogna inventata dai giacobini di Parigi e la ragione è semplice. I Re di Francia hanno ereditato la Contea di Provenza dagli Angiò; se Nizza fosse stata provenzale, essa sarebbe appartenuta di diritto alla Francia... Mistral è stato sponsorizzato e sostenuto dalla Francia per impiantare il suo "Félibrige", a Nizza, ma i Nizzardi hanno resistito.

È vero che nel 1871 Nizza stava per ottenere l'indipendenza?

Nel 1871, dopo le elezioni che avevano dato una schiacciante maggioranza agli indipendentisti nizzardi, la Francia ha confiscato con la forza il voto delle urne. 10000 uomini hanno occupato la città, sono stati arrestati e deportati all'Isola Santa Margherita, e altrove, molti Nizzardi. Questo fatto è sempre stato tenuto nascosto, lo si è cancellato dalla storia di Nizza, ma all'epoca la stampa italiana, sempre ben informata sulla questione di Nizza, e soprattutto non sottomessa a censura, aveva parlato di "Vespri Nizzardi". Io ho rinvenuto per caso presso un privato (un fortunato caso!) i giornali nizzardi dell'epoca, tra cui "Il Pensiero di Nizza", ed essi spiegano cosa realmente è accaduto. Fino ad oggi questi giornali d'epoca sono stati chiusi nella Prefettura di Nizza, sotto chiave, e nessuno li ha potuti vedere.

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Come sono i rapporti tra i Nizzardi e gli Italiani che vivono sulla Costa Azzurra?

A Nizza vivono molti italiani e ciò è tanto meglio. I Nizzardi s'intendono bene con loro. Per la maggior parte sono persone gradevoli, discreti, apprezzano l'arte ed amano Nizza. Si sentono un po’ come a casa ed in questo hanno ragione. Sono molto importanti per l'economia nizzarda; tra gli Italiani ed i veri Nizzardi esiste una connivenza, una sorta di complicità nascosta. Invece i Francesi installati a Nizza non amano i Nizzardi, sentendosi superiori. Criticano tutto, ad ogni riguardo, ed i Nizzardi gli rispondono: "Ma perché vivete qui, dove nulla vi garba? Tornatevene in Francia, allora...". Con stupore: "Ma noi siamo in Francia...". . ."No, voi siete a Nizza e Nizza non è Francia".

Che libro potrebbe consigliare per conoscere la storia e la cultura nizzarda?

È difficile consigliare un'opera per conoscere la storia e la cultura nizzarda. Sono stati scritti molti libri, ma tutti mentono o nascondono ciò che può dar fastidio alla Francia. Per studiare il folclore puro non sono male i vecchi numeri (attorno al 1900) della rivista "Nice Historique", ma per quanto riguarda la storia certi periodi sono occultati ed i fatti trasformati. Per ciò che riguarda l'annessione del 1860, conosco solo... quello che ho scritto io, "Nice demain

l'indépendance" (pp.488, France Europe Edition 2003, sito internet www.france-europeeditions.com), quindi ce n'è uno solo per il momento, ma ora che ho iniziato a rompere la congiura del silenzio, s'inizia piano piano a dire le verità anche riguardo a questo scottante soggetto, sul quale presto uscirà un mio scritto anche in italiano.

Ritiene possibile un'adesione degli Italiani residenti a Nizza al Vostro movimento?

Per il momento raccogliamo i veri Nizzardi. E, credetemi, sono molti. Ogni giorno porta nuove adesioni a decine e la progressione è geometrica... La situazione catastrofica di Nizza ed il fallimento della Francia spingono i Nizzardi a raggrupparsi attorno ai valori nizzardi. Non ne vogliono più sapere dei partiti politici francesi. Io penso che se l'unione dei Nizzardi continuerà a questo ritmo sfrenato, noi conquisteremo il Municipio; penso che nel peggiore dei casi saremo comunque ben rappresentati nel Consiglio comunale. Se degli Italiani residenti a Nizza vorranno apparire sulla nostra lista, li accoglieremo con gran piacere.

Vecchie polemiche antiannessioniste dicevano che, con l'arrivo della Francia "Nizza la casta" sarebbe divenuta "Nizza la guasta" ed, in effetti, la corruzione, gli intrecci tra criminalità e politica, da Lei coraggiosamente denunciati, fanno paura ai giorni nostri. Ci può dire qualcosa al riguardo?

Con l'annessione è iniziato il gran saccheggio di Nizza. Spregiudicati banchieri filofrancesi installatisi a Nizza si sono adoperati per l'annessione, ed erano in relazione d'affari con i loro colleghi francesi, Pereire e Rothschild in particolare. Già prima dell'annessione Pietri, il rappresentante di Napoleone III inviato per truccare il plebiscito, aveva

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organizzato la liquidazione della Banca di Stato sarda e l'installazione della Banca di Francia a Nizza per saccheggiare il Paese. Da quando la Banca di Francia fu messa a posto, il direttore catalogò tutte le ricchezze non sfruttate o poco sfruttate dai Nizzardi, indicando i mezzi per ricavarne il massimo profitto. I Nizzardi vennero spogliati dei terreni, si spezzettarono le grandi proprietà ed un nugolo di uomini d'affari francesi si gettò Sulla Contea come degli avvoltoi. Costruirono dappertutto immobili, hotel, ecc. cosa che costituiva un doppio vantaggio, per loro e per la Francia. Loro ne ricavarono grandi profitti e la Francia, che desiderava distruggere l'identità nizzarda, trovava interesse a farci invadere da ricchi francesi che si stabilivano in misura massiccia nelle nuove costruzioni. Presto, e lo ammise lo stesso Lubonis (ultimo ed effimero Governatore di Nizza, messo in quel posto da Cavour per aiutare Pietri a truccare il plebiscito del 1860), il quale, amareggiato per non aver tratto dall'annessione i vantaggi che dava per scontati, scrisse che oramai i Nizzardi si erano ridotti ad essere i portinai di casa propria...

Interessanti e sconvolgenti queste rivelazioni sui rapporti tra speculatori finanziari e partigiani dell'annessione alla Francia...

E in Savoia fu lo stesso, il banchiere francese Pereira fece una fortuna trafficando sulla Banca di Savoia. Più tardi, con l'esplosione del turismo, la speculazione fu ancora più terribile. Gli affaristi distrussero castelli, palazzi e ville magnifiche per costruire ancora di più. Si può dire che la speculazione francese giunse a distruggere la quasi totalità del patrimonio architettonico Nizzardo. Per finire, e quasi fino ai giorni nostri, tutti gli scrocconi di Francia, fiutando i buoni affari, si sono precipitati a Nizza come degli avvoltoi. Ci si è attaccati agli sgabuzzini e ai granai e li si è trasformati

in monolocali; si sono addirittura spezzettati i belli e vasti appartamenti antichi per trasformarli in mono o bilocali, distruggendo cosi delle meraviglie, gli affreschi ed i soffitti dipinti. Presto si arriverà a vendere le cantine come monolocali... Nizza è stata fatta a pezzi, venduta e prostituita al denaro. Ma i Nizzardi non hanno mai partecipato a questo saccheggio e non ne hanno tratto profitto, bensì il contrario, essi ne sono stati le vittime. Oggi non si può più abitare a Nizza e molti sono costretti a trasferirsi sull'altra sponda del Varo. La massa di denaro in gioco ha anche attirato qui tutte le mafie, l'ultima in ordine di arrivo è stata quella russa.

Prima dell'annessione i Nizzardi erano seduti su di un mucchio d'oro, ma non lo sapevano e si contentavano di una vita semplice e piacevole. L'annessione fu un colossale affare finanziario per i capitalisti francesi, ma essa si compì a detrimento dei Nizzardi, che persero innanzitutto la loro libertà, la loro terra, per diventare stranieri in patria e costretti ad andarsene. La Francia ha esportato a Nizza la sua corruzione. Essa accusa Monaco di riciclare i capitali sporchi, ma degli alti politicanti francesi tengono il proprio denaro a Monaco e la Francia è la campionessa della vendita di armi.

La mafia politica francese, che corrompe la giustizia e trucca gli appalti pubblici, è la peggiore di tutte, poiché si nasconde dietro i grandi principi. Si parla spesso dei recenti scandali finanziari al Municipio di Nizza, ma non c'è più un solo Nizzardo al Municipio... solamente degli uomini messi lì dai politicanti parigini, e sono loro quelli implicati in questi scandali. Uno, tra coloro recentemente arrestati, poiché voleva truccare gli appalti della nuova tramvia, aveva detto (era sotto intercettazione telefonica): "I Nizzardi pagheranno, loro sono ricchi...!".

Dopo è uscito di prigione e si sono imbrogliate le carte, perché si tratta di un

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amico del potere installato a Parigi. I Nizzardi non finiscono più di subire le conseguenze dell'annessione, vengono cacciati da qui non più con la forza militare, ma con la speculazione immobiliare e la corruzione francese.

Vorrei aggiungere due parole su Monaco ed il principe Ranieri III° che, a poco a poco, è riuscito a strappare alla Francia l'indipendenza per il proprio Paese. Monaco era sotto tutela francese, ma recentemente le due "convenzioni" che mantenevano il Paese sotto tutela sono state "depotenziate". Ora i posti al vertice non sono più riservati ai francesi e la Francia non ha più nulla da dire circa la successione dinastica...tutto ciò è stato liquidato in un paio di righe dai giornali francesi. La realtà è che la Francia è stata costretta a restituire la libertà a Monaco. Ecco un bell'esempio per Nizza.

Un messaggio per il lettore italiano...

Se Nizza fosse rimasta italiana, oggi godrebbe certamente d'una larga autonomia come altre zone di confine (Valle d'Aosta, Trentino — Alto Adige, Friuli — Venezia Giulia). Io dico ai nostri amici italiani: venite a Nizza, qui siete i benvenuti. I francesi sono detestati sempre di più, poiché non provano che disprezzo verso i Nizzardi e si comportano da conquistatori, pur in piena decadenza morale ed economica. La cultura dei Nizzardi è latina, e noi abbiamo molta affinità con i popoli latini e ne abbiamo poca invece, con i popoli del Nord. La presenza italiana a Nizza è un fortunato contrappeso a quella francese ed è storicamente legittima. Gli italiani, il cui ruolo economico a Nizza è benefico, ora che le leggi europee gli permettono di votare, potrebbero avere anche un importante ruolo politico.

Il monumento a Garibaldi alla festa del Bicentenario della nascita dell'Eroe.

La Gioventù Nizzarda si è liberata del giogo imposto dalla Francia e dalle sue menzogne, venera Garibaldi e spesso si reca in Piemonte, ove ritrova il gradevole profumo della Nizza che fu. Sulle tribune dello stadio di Nizza non sventola una sola bandiera francese, solamente bandiere nizzarde. Domani, ineluttabilmente, i Nizzardi strapperanno alla Francia la libertà loro confiscata e allora, come un tempo, Nizza si volterà verso l'Italia, la sua sorella latina...

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Garibaldi giovane capitano

SATIRA MURALE

Usato sicuro! Un uomo di San Josè, in California ha trovato 500mila dollari in cocaina nel furgone di seconda mano che aveva acquistato nel 2010. Durante una riparazione al finestrino lato passeggero un meccanico ha scoperto il pacchetto. Buon Natale! (Fonte: LaPresse)

L'aspirapolvere e la centrale nucleare L'incidente alla centrale nucleare svedese di Ringhals, a Sud di Göteborg, del 9 maggio scorso, è stato causato da un aspirapolvere industriale dimenticato all'interno del reattore dopo un'operazione di pulizia. Quando la pressione è aumentata, l'aspirapolvere è esploso. La causa dell'incidente è stata resa nota solo ora e ha provocato una perdita economica per la centrale di circa 1,8 miliardi di corone, 200 milioni di euro! Con i pannelli solari non sarebbe successo.

Ho fatto una gaffe? Sta spopolando in rete la gaffe del candidato repubblicano alla Casa Bianca Herman Cain. Un giornalista del Milwaukee

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Journal-Sentinel gli chiede la sua posizione sulla Libia e lui risponde: “Ah, la Libia. Il Presidente Obama ha sostenuto la rivolta, vero? Ha invitato Gheddafi a lasciare il potere. Solo per essere sicuri che stiamo parlando della stessa cosa, prima che dica ‘Sì, sono d’accordo’ o ‘No, non sono d’accordo’”. Qualche giorno fa un altro candidato repubblicano, Rick Perry, durante una diretta televisiva annuncia di voler abrogare 3 ministeri, ma non si ricorda il terzo. Gli è tornato in mente 30 minuti dopo!!!

Contributo comunale per la sterilizzazione dei cani. Lo danno a Canosa.

Acqua potabile dalla nebbia Dal 2007 nel cortile della Tshiavha Primary School di Makuleni, in Sudafrica, è stata installata una rete alta circa quattro metri in grado di catturare le particelle di acqua contenute nella nebbia. In una giornata particolarmente umida può raccogliere e convogliare in un serbatoio fino a 2.500 litri di acqua pulita, potabile e priva di qualsiasi sostanza chimica. Non ci sono dispositivi elettronici e la struttura non richiede praticamente nessuna manutenzione. “Grazie a questa rete, i bambini hanno imparato ad apprezzare l’acqua e a trattarla come un bene prezioso. Nessuna goccia va sprecata e una parte dell’acqua della cisterna serve per innaffiare l’orto, che rifornisce la mensa scolastica” ha dichiarato Lutanyani Malumedzha, preside della scuola. (Fonte: Buonenotizie.it)

Venezia scopre il moto delle onde! Tre i generatori di energia elettrica rinnovabile in fase di sperimentazione: uno in mare aperto, due all'interno della laguna. Il primo produce fino a 12mila kWh l'anno, il secondo 35mila kWh, il terzo non si sa ancora, in quanto è un sistema nuovo che sfrutta le onde di rimbalzo sulle rive. I primi dati sulla produzione reale saranno disponibili dall'estate 2012. (Fonte: Ansa Ambiente)

E' crollata la borsa. Un'altra volta. Panico a Piazza Affari e in Europa Il call center dei record

Tanya Davis, 26 anni, inglese, chiama il call center della Virgin Media, una societa' di servizi di telefonia, per segnalare un guasto alla sua connessione internet. I primi 20 tentativi se ne vanno senza riuscire a prendere la linea, poi verso le 11 di sera riesce a farsi mettere in attesa. Rimane cosi' per 12 ore (era un numero verde, attivo 24 ore su 24!), facendo i turni col fidanzato per controllare se l'operatore risponde, ma la mattina dopo c'e' ancora l'imperterrita musichetta. Increduli i vertici dell'azienda: loro il contratto internet ce l'hanno con un'altra compagnia.

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La Virgin si e' scusata con la cliente e le ha rimborsato 30 sterline per il disturbo. (Fonte: Tgcom)

Contro la pena di morte

In Malesia il ministro Nazri Aziz, esperto di questioni legali nell'esecutivo, ha chiesto ufficialmente al governo di abolire le condanne a morte: “Se e' sbagliato togliere la vita a qualcuno, allora neanche il governo dovrebbe farlo”. La Cina invece si sarebbe impegnata a garantire sempre agli imputati la possibilita' di ricorrere in appello. In India la presidente Pratibha Patil ha graziato il piu' anziano condannato a morte, Shobhit Chamar, di 75 anni, mentre nel North Carolina e' stato concesso il ricorso in appello a 147 condannati. In Ohio la condanna a morte di Kevin Keith e' stata commutata in ergastolo. (Fonte: nuovasocieta.it)

Il più bel giorno della vita Quella che vedete è la foto ricordo del matrimonio di Mike e Nancy Rogers, in Nova Scotia, Canada. Quello dietro, in fiamme, è il Resort dove doveva svolgersi la cerimonia. I vigili del fuoco sono riusciti a domare l'incendio solo dopo 6 ore. (Fonte: Repubblica)

Dalla mobilità sostenibile alla mobilità addormentata A Sydney, in Australia, il comune sta pensando di decongestionare il traffico nelle ore di punta regalando abbonamenti ai mezzi pubblici. Ma solo a chi si sposterà prima delle 7 di mattina. Poi si chiedono perché la gente prende l'auto! (Fonte: Corriere)

La turbina gonfiabile La società americana Altaeros Energies, spin-off del Massachusetts Institute of Technology, ha presentato il prototipo di una turbina eolica gonfiabile da 100 kW per catturare i venti di quota (600/700 metri). Diversi i vantaggi: è facilmente trasportabile, si orienta naturalmente verso la direzione del vento e può essere installata praticamente dovunque. Può essere gonfiata con elio o fiato rinnovabile. (Fonte: Lastampa.it)

Contro le mine Anche il nuovo Stato del Sud Sudan aderisce alla Convenzione internazionale sul divieto d’impiego, stoccaggio, produzione e commercio delle mine antipersona. E' il 158.mo Paese del mondo a sottoscriverla.

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Friburgo da imitare Il Solar Summit 2011, svoltosi il 14 e 15 novembre nella stessa Friburgo, in Germania, l'ha eletta cittadina europea dell'ambiente. Diverse le buone pratiche messe in atto dell'amministrazione: il 30% della viabilità stradale è stato riservato alle biciclette (un altro 30% ai mezzi pubblici e l'ultimo 30% alle auto) e fin dagli anni 90 è stata promossa e incentivata l'installazione di pannelli solari termici e fotovoltaici nelle abitazioni. Poi c'è il fiore all'occhiello delle politiche green friburghesi: il quartiere residenziale di Vauban, 6000 persone che vivono in case di legno a basso impatto ambientale, dotate di tripli vetri alle finestre e elevato isolamento termico. Rispetto a un'abitazione normale si risparmia il 35-40% sulle bollette. Inoltre i prezzi di queste case durante la crisi sono calati solo del 10%, la metà rispetto alla media di mercato. (Fonte: Ecquologia)

Ciao Wilson Si è spento all'età di 92 anni l'americano Wilson Greatbatch, ingegnere e inventore del pacemaker. Rimarrà nel cuore di milioni di persone. (Fonte: Corriere.it)

Armato di chitarra Cesar Lopez è un musicista colombiano, per l'esattezza un chitarrista. Tra le mani però non tiene uno strumento normale bensì una “escopeta”, una chitarra nata riciclando un fucile AK-47. “Un simbolo - ama dichiarare - che trasforma la distruzione in creazione”. Per rispondere alle continue violenze dei gruppi armati ribelli colombiani, dieci anni fa Cesar fondò il Battaglione della Reazione artistica immediata, un gruppo di pacifisti che si esprimeva attraverso l'arte e la musica. Da allora gira nelle scuole, nelle carceri e nelle zone più rurali del Paese suonando contro l'uso delle armi. (Fonte: Misna.org)

Jean Béliveau Terminerà il 16 ottobre a Montreal, in Canada, il suo giro del mondo a piedi. 11 anni di cammino, 75mila km attraverso 64 paesi e 53 paia di scarpe consumate. Ha mangiato di tutto, in Sudafrica lo hanno derubato, in Etiopia volevano arrestarlo mentre nelle Filippine è stato addirittura scortato dall'esercito. Da due anni sogna una doccia. (Fonte: Repubblica)

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Fotografata per la prima volta la Nebulosa dell'Uovo Fritto Distante 13mila anni luce dalla Terra sarebbe una stella con una “ipergigante gialla” al centro, da qui il soprannome di Nebulosa dell'Uovo Fritto. E' un migliaio di volte più grande del Sole e 500mila volte più luminosa. Destinata a diventare una supernova di colesterolo. (Fonte: LaStampa)

La balena bianca Avvistata in Australia, al largo delle isole Whitsundays, una rarissima balena bianca. Secondo gli esperti si tratta di un cucciolo con non più di due settimane di vita. Da grande scriverà un libro. (FontE: LaStampa)

Gli IgNobel 2011 Assegnati per il 21.mo anno consecutivo sul palcoscenico dell’università di Harvard i premi IgNobel per le ricerche scientifiche “che prima fanno ridere, poi fanno pensare”. L'IgNobel per la Biologia è stato consegnato a Darryl Gwynne, dell’Università di Mississauga, per uno studio su come uno scarabeo australiano gradisca accoppiarsi con una particolare bottiglia di birra locale. Premio Matematica a sei studiosi che hanno collocato la fine del mondo tra il 1954 e il 21 ottobre 2011. Premio Medicina a un gruppo di ricercatori di Germania, Belgio e Australia per aver scoperto che la nostra capacità decisionale viene alterata dal bisogno impellente di

andare in bagno. IgNobel per la Fisiologia a ricercatori inglesi e olandesi per uno studio sugli sbadigli delle tartarughe dai piedi rossi. Ne è emerso che non sono contagiosi. Premiato anche un gruppo di chimici giapponesi per aver calcolato quanto wasabi serve per svegliare un uomo in caso di incendio. Un gruppo franco-olandese ha invece esaminato perché gli atleti lanciatori del disco (ma non quelli del martello) siano colti da vertigini subito dopo la loro performance. Hanno vinto il premio per la Fisica. IgNobel per Psicologia a Karl Halvor Teigen per aver cercato di capire perché, nella vita di tutti i giorni, le persone sospirano. Il premio per la Letteratura è andato alla Teoria della procrastinazione strutturata, secondo la quale per avere successo bisogna lavorare sempre a qualcosa di importante per evitare di fare cose più importanti. IgNobel per la Pubblica Sicurezza a John Senders, dell'Università canadese di Toronto, autore di un esperimento nel quale ha fatto guidare alcuni volontari autisti con l'aletta parasole che si abbassava continuamente ostruendo la visuale. L'ambito premio IgNobel per la Pace è andato invece a Arturas Zuokas, sindaco di Vilnius, per aver rimosso una Mercedes parcheggiata su una pista ciclabile passandoci sopra con un carro armato. (Fonti: Repubblica, TicinoNews)

Partito il primo pezzo della Stazione Spaziale cinese E' partito dalla base di Jiuquan, nel deserto del Gobi, il primo modulo della stazione spaziale Tiangong-1, Palazzo Celeste. Altri due moduli li costruiranno durante il viaggio. Scherziamo. Si tratta di un laboratorio scientifico completamente automatico creato per collaudare le tecnologie che permetteranno

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la vita nello spazio dei taikonauti, previsti per il 2020. (Fonte: Corriere)

Chi trova un turista onesto... Ritorna in possesso di 1.500 euro perduti per strada. E' successo a Verona, dove un turista tedesco ha trovato il portafogli a terra e subito lo ha consegnato a un vigile urbano. Pochi minuti dopo un 64enne di Villafranca diventava l'uomo più felice del mondo.

Nuovi iscritti tra i comuni virtuosi Il Comune di Paderno Franciacorta, in provincia di Brescia, 3.700 abitanti, è il 55.mo comune a entrare a far parte dell'associazione di Comuni Virtuosi.

10.000 alberi per Wangari Maathai Verranno piantati nella contea di Nyeri, regione del Kenya centrale dove la Maathai nacque 71 anni fa. (Fonte: Misna.org)

La Svizzera sempre più vicina all'abbandono del nucleare Dopo il voto di giugno del Consiglio Nazionale, anche il Consiglio degli Stati, la camera alta del Parlamento svizzero, ha approvato lo stop alla costruzione di nuove centrali nucleari. (Fonte: Greenme)

Il Grana Padano si chiama così grazie alla Padania! E' quanto ha dichiarato in un'intervista alla trasmissione La Zanzara di Radio 24 il deputato della Lega Nord Gianluca Buonanno, sindaco di Varallo, in provincia di Vercelli. Incalzato dal conduttore ha aggiunto che anche il Gazzettino Padano esiste perché esiste la Padania. Nel fuori onda ha svelato anche l'origine della zuppa inglese e dell'insalata russa. (Fonte: Repubblica)

Storie di ladri A Preston, nel Lancashire, Inghilterra, è caccia ai ladri che qualche giorno fa sono entrati nel penitenziario della città e hanno rubato dallo spaccio 9mila euro in sigarette. Rischiano la prigione. (Fonte: The Mirror)

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Tiziano Ferro accusato di evasione fiscale. Non avrebbe pagato 5 milioni di euro di tasse. Le battute si sprecano: salderà? La Guardia di Finanza gli farà cantare la verità? Lo aspettano sere nere? Scatteranno le manette in acciaio? Chiederà Perdono?

Pagamenti in natura Tuala Matthew Vaea, manager della nazionale samoana di rugby, è stato multato per non essersi comportato dignitosamente durante la trasferta in Nuova Zelanda per la coppa del mondo. Vaea è accusato di essersi presentato più volte in ritardo e di aver passato gran parte del tempo a bere con gli amici. Dovrà risarcire il suo villaggio natale con 100 maiali.

La magnifica street art di Joe Hill Artista inglese, è entrato nel Guinness dei Primati per il dipinto su strada in 3D più

grande realizzato finora, 1.160 metri quadrati nel distretto di Canary Wharf, a Londra. I suoi lavori sono meravigliosi http://joehill-art.com/index.htm. Altre opere di street art si trovano su Facebook.

Anche i pesci nel loro piccolo si massaggiano Lo rivela uno studio portoghese pubblicato su Nature Communication. I pesci Chirurgo amano strofinarsi avanti e indietro sulle pinne del pesce Labro Pulitore delle barriere coralline. Così, spiegano i ricercatori, si ripuliscono dai parassiti e dalle squame morte e distendono i nervi dopo una lunga giornata di sala operatoria. (Fonte: Ansa)

Qmilch Una giovane designer tedesca di 28 anni, Anke Domaske, ha creato un nuovo tessuto ecologico derivato dal latte: il Qmilch. Si confeziona utilizzando il latte di scarto, quello non adatto al consumo, e per la produzione servono solo due litri di acqua per ogni kg (molta meno di quanta ne richieda la lavorazione del cotone). Il Qmilch è leggero, ha una consistenza simile alla seta, può essere lavato e asciugato come fosse un normale tessuto ed è adatto alle persone che soffrono di allergie o irritazioni alla pelle. Al posto della pochette ci si può abbinare un croissant. http://www.qmilk.eu/ (in tedesco) (Fonte: Repubblica)

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Storie di ladri Schwanewede, Brema, Germania: irrompe armato di pistola giocattolo in un'abitazione e costringe la babysitter a consegnargli i soldi che ci sono in casa. I due bambini al piano superiore sentono tutto, afferrano il loro salvadanaio e timidamente lo portano al ladro. Il quale, colpito da commozione, abbandona la casa a mani vuote.

Costruita in Nigeria la prima casa di bottiglie di plastica Il progetto è della Developmental Association For Renewable Energies. L'abitazione ha due stanze, è antisismica, ignifuga e addirittura antiproiettile! Le bottiglie sono state riempite di sabbia e legate tra loro con corde e una malta a base di cemento e argilla. A San Pablo Laguna, nelle Filippine, c'è invece una scuola fatta di bottiglie di plastica (e vetro). (Fonte: Ecoblog)

Troppi segreti nelle scatolette di tonno! Lo rivela un rapporto di Greenpeace che ha preso in esame 2.000 scatolette di tonno delle marche più diffuse in Italia. Solo in metà delle etichette viene specificata la specie di tonno contenuta, solo il 7% indica l'area di pesca e solo il 3% il metodo di pesca. “Tutto fa pensare che le aziende produttrici stiano cercando di nascondere qualcosa”

ha commentato Giorgia Monti, responsabile della campagna Mare di Greenpeace Italia. Non facciamo nomi ma la marca più trasparente è la AsdoMar. (Fonte: Greenpeace)

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