Etiopia: crescita record tra i Paesi dell'Africa Subsahariana · ETIOPIA Diplomazia Economica...

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ECONOMIA, NORMATIVE, OPPORTUNITÀ E OBIETTIVI ALL’ESTERO PER LE IMPRESE ITALIANE Sommario Anno 5° - 17 gennaio 2011 n. 1 Realizzata dal Sole 24Ore in collaborazione con l’Ufficio Sostegno Imprese della Farnesina (DGSP) - [email protected] Etiopia: crescita record tra i Paesi dell'Africa Subsahariana L'Etiopia, attualmente sede dell'Unione Africana, fa parte del crescente numero di Paesi africani che stanno uscendo dalla trappola del sottosviluppo e della povertà. In questo percorso può puntare su un grandissimo patrimonio di risorse con particolare riguardo all'agricoltura, all'energia e anche su un non trascurabile potenziale minerario. È un Paese popoloso (circa 80 milioni di abitanti), che ha avuto un ruolo importante nella storia, con un mercato interno di crescente interesse e alcune filiere in rapido sviluppo sia in campo industriale (prodotti di consumo, filiera agroalimentare) che in quello dei servizi. E soprattutto il Governo di Addis Abeba è fortemente impegnato a sostenere e accelerare questa crescita. Si aprono quindi, anche per le imprese italiane, numerose opportunità e occasioni che altri Paesi, peraltro, hanno già iniziato a cogliere, come spiega in questa intervista l'Ambasciatore italiano ad Addis Abeba, Renzo Rosso. Il tutto in un contesto di cui è opportuno comprendere le peculiarità a pagina 2 Il gruppo italiano Prysmian, tra i leader mondiali nel settore dei cavi e sistemi per l'energia e le telecomunicazioni, ha acquisito una quota di maggioranza e controllo pari al 51% nel gruppo in- diano Ravin Cables a fronte di un investimento complessivo di circa 26 milioni di euro a pagina 24 India: Prysmian punta al raddoppio del fatturato di Ravin Cables INFRASTRUTTURE Addis Abeba, panorama ETIOPIA Nell'agroindustria uno dei maggiori vantaggi competitivi del Paese pag 5 Il decollo della filiera saccarifera pag 8 Un Paese ricco di energia pag 10 Il Governo di Addis Abeba punta anche sui biocombustibili pag 13 L'Etiopia cambia pelle pag 15 Un passato millenario e un futuro nel turismo pag 18 Quando l'artigianato diventa piccola industria pag 20 Interscambio e presenza italiana in Etiopia pag 22 Investire in Etiopia: il quadro normativo pag 23 INDIA India: Prysmian punta al raddoppio del fatturato di Ravin Cables pag 24 GRECIA Atene delibera una 'fast track' per i nuovi investimenti qualificati pag 25 SETTORI E AZIENDE Energia Trasporti pag 26

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E C O N O M I A , N O R M A T I V E , O P P O R T U N I T À E O B I E T T I V I A L L ’ E S T E R O P E R L E I M P R E S E I T A L I A N E

Sommario

Anno 5° - 17 gennaio 2011

n. 1

Realizzata dal Sole 24Ore in collaborazione con l’Ufficio Sostegno Imprese della Farnesina (DGSP) - [email protected]

Etiopia: crescita record tra i Paesi dell'Africa SubsaharianaL'Etiopia, attualmente sede dell'Unione Africana, fa parte del crescente numero di

Paesi africani che stanno uscendo dalla trappola del sottosviluppo e della povertà. In

questo percorso può puntare su un grandissimo patrimonio di risorse con particolare

riguardo all'agricoltura, all'energia e anche su un non trascurabile potenziale minerario.

È un Paese popoloso (circa 80 milioni di abitanti), che ha avuto un ruolo importante

nella storia, con un mercato interno di crescente interesse e alcune filiere in rapido

sviluppo sia in campo industriale (prodotti di consumo, filiera agroalimentare) che in

quello dei servizi. E soprattutto il Governo di Addis Abeba è fortemente impegnato a

sostenere e accelerare questa crescita. Si aprono quindi, anche per le imprese italiane,

numerose opportunità e occasioni che altri Paesi, peraltro, hanno già iniziato a cogliere,

come spiega in questa intervista l'Ambasciatore italiano ad Addis Abeba, Renzo

Rosso. Il tutto in un contesto di cui è opportuno comprendere le peculiarità

a pagina 2

Il gruppo italiano Prysmian, tra i leader mondiali nel settore dei cavi e sistemi per l'energia e letelecomunicazioni, ha acquisito una quota di maggioranza e controllo pari al 51% nel gruppo in-diano Ravin Cables a fronte di un investimento complessivo di circa 26 milioni di euro

a pagina 24

India: Prysmian punta al raddoppio del fatturato di Ravin CablesINFRASTRUTTURE

Addis Abeba, panorama

ETIOPIANell'agroindustriauno dei maggiori vantaggicompetitivi del Paese

pag 5Il decollo della filiera saccarifera

pag 8Un Paese ricco di energia

pag 10Il Governo di Addis Abebapunta anche sui biocombustibili

pag 13L'Etiopia cambia pelle

pag 15Un passato millenario eun futuro nel turismo

pag 18Quando l'artigianato diventa piccola industria

pag 20Interscambio e presenzaitaliana in Etiopia

pag 22Investire in Etiopia: il quadro normativo

pag 23

INDIAIndia: Prysmian punta al raddoppio del fatturatodi Ravin Cables

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GRECIAAtene delibera una 'fasttrack' per i nuovi investimenti qualificati

pag 25

SETTORI E AZIENDE

EnergiaTrasporti

pag 26

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L'Etiopia haattratto l'atten-zione di moltiosserva tor iper gli alti tas-si di crescitaregistrati negliscorsi anni.Quali sono leprospet t iveper il prossi-mo futuro?L'Etiopia hasperimentato

una crescitamolto sostenuta

negli anni passati che si è aggirata intornoall'11% nel periodo 2003-2008, ha poi avu-to una flessione in coincidenza della crisifinanziaria internazionale. Adesso è di nuo-vo in ripresa. Si stima che manterrà unbuon trend, con un tasso di crescita tra il 7e l'8% annuo, anche nei prossimi anni. Se-condo i dati del Fondo Monetario Inter-nazionale attualmente l'Etiopia è il Paeseche ha il più alto tasso di crescita tra i Pae-si dell'Africa sub-sahariana non produtto-ri di petrolio ed il terzo più alto se si consi-derano anche i Paesi produttori.

Come si configura per composizionesettoriale l'economia etiopica? L'economia etiopica è ancora basata inmodo predominante sull'agricoltura. Ilcaffè rappresenta la principale colturacommerciale, seguita da fiori recisi, se-mi oleaginosi e legumi. Il settore dei ser-vizi rappresenta circa il 40%. Il settoremanifatturiero risulta caratterizzato daindustria leggera di piccola scala e arti-gianato locale e da imprese agroalimen-tari che hanno vissuto una dinamica dirapida espansione negli ultimi anni. Ilsettore minerario, infine, rappresentasoltanto lo 0,5% del PIL ed è principal-mente incentrato sull'estrazione e sullavendita di oro. Il piano quinquennale di sviluppo econo-mico, Growth and Transformation Plan(GTP), relativo al periodo 2011-2015 evarato recentemente dal Parlamentoetiopico, prevede una consistente cre-scita del settore agricolo che dovrebberimanere il motore dello sviluppo eco-nomico del Paese per i prossimi cinqueanni ed un'ulteriore crescita dell'indu-stria che dovrebbe preparare la "rivolu-zione industriale" da attuarsi nel quin-quennio successivo.

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""VViillllaa IIttaalliiaa"" SSeeddee ddeellll''AAmmbbaasscciiaattaa dd''IIttaalliiaa Sorge su un terreno originariamente di 40ettari, oggi di 15, concesso dall'ImperatoreMenelik all'Italia alla fine del XIX secolo, alpari di analoghe concessioni alle potenzedell'epoca (Francia, Gran Bretagna, Russia,Germania). Da allora è sede della Rappre-sentanza diplomatica italiana in Etiopia(Legazione prima e Ambasciata a partiredal 1952). L'attuale residenza, realizzatanella sua parte originaria dall'architetto ecostruttore italiano Castagna, è frutto disuccessivi interventi tra il 1902 e il 1924.Negli anni dell'Africa Orientale Italiana(1936 - 1941) è stata residenza del Gover-natore e poi del Vicere Amedeo d'Aosta edalla sua famiglia. Dal 1941 è stata usatadalla casa Imperiale Etiopica come resi-denza per ospiti illustri. Al momento del ri-stabilimento delle relazioni diplomatichenel 1952 è stata restituita all'Italia, seppu-re ridotta da 40 a 15 ettari, e contempora-neamente è stata data all'Etiopia la sededell'Ambasciata a Roma nel quartiere No-mentano. Oggi Villa Italia ospita la Resi-denza dell'Ambasciatore, le Cancellerie Di-plomatica e Consolare, l'abitazione e gli uf-fici dell'Addetto Militare, gli Uffici dellaCooperazione allo Sviluppo e altre abita-zioni di dipendenti dell'Ambasciata. Vi so-no edifici di servizio e una scuderia. Tra gliedifici e le strade di collegamento vi sonogiardini, aree boschive e terreni sportivi.

L’Ambasciatore italiano in Etiopia, Renzo Rosso

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L'idea di un piano di sviluppo riman-da a suggestioni dirigistiche. Quale èl'atteggiamento delle Autorità etiopi-che nei confronti dell'economia e dellibero mercato? In effetti il Governo etiopico promuove il"Developmental State", un assetto cheprevede un forte intervento dello Statonell'economia sia a livello di emanazio-ne di indirizzi agli operatori economici,sia come presenza attiva nella gestionedi interi settori. Gli osservatori occiden-tali vedono proprio nella mancata libera-lizzazione di importanti settori, ad esem-pio quello bancario o delle telecomuni-cazioni, uno dei principali ostacoli allapromozione di un pieno sviluppo delPaese. Su altri importanti settori, adesempio quello dell'energia elettrica, èinvece in fieri una riflessione che dovreb-be portare a vararne la liberalizzazione.

Quali sono le opportunità di investi-mento per le imprese italiane? E qua-li gli eventuali ostacoli?L'Etiopia ha un grande potenziale di svi-luppo nel settore agricolo, agro-indu-striale, nel tessile, nell'industria della

pelle, nel settore energetico, come illu-strato nelle presentazioni settoriali cheseguono. Imprese cinesi ed indiane, so-prattutto, sono entrate e continuano adentrare nel mercato locale in grandi nu-meri. Al momento il settore delle infra-strutture è dominato dalla presenza ci-nese, quello dello zucchero dagli india-ni, mentre la Turchia ha investito moltonel tessile. Proprio la concorrenza conle aziende di questa nazionalità è la pri-ma barriera all'ingresso da affrontareper le nostre imprese, che però posso-no puntare sulla riconosciuta qualità deiprodotti e processi italiani. Un altro im-portante ostacolo è l'incertezza del dirit-to, sia sotto l'aspetto della pubblicità edella consultabilità delle leggi in vigore,non sempre agevole, sia sotto l'aspettodella sua applicazione. È questo uno deimotivi per cui nonostante l'elevato po-tenziale di sviluppo del mercato etiopi-co, la presenza di investitori italiani èancora ridotta. Sarebbe importante af-frontare i rischi del mercato con struttu-re robuste proprie delle aziende di me-die-grandi dimensioni o dei consorzi diaziende.

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Un villaggio rurale

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Quali sono le maggiori iniziative svol-te dall'Ambasciata anche in collabo-razione con ICE previste per il 2011?L'Ambasciata, insieme a ICE (Istitutoper il Commercio Estero) e all'ItalianBusiness Community Association (IB-CA), che riunisce imprenditori italiani re-sidenti in Etiopia, sarà presente alla15ma edizione della Addis Ababa Inter-national Trade Fair organizzata dallaAddis Ababa Chamber of Commerce,che si terrà nel prossimo mese di febbra-io. In occasione della Fiera saranno or-ganizzati incontri tra le aziende italianepartecipanti e potenziali controparti loca-li, eventi e seminari a margine. L'Amba-sciata organizzerà diversi altri eventi pro-

mozionali e seminari nel corso dell'anno,anche in collaborazione con IBCA. Il 12gennaio scorso il Ministro dell’Industria,S.E. Mekonnen Manyazewel, ha pre-sentato alla comunità imprenditoriale ita-liana qui residente il piano di sviluppoeconomico quinquennale (Growth andTransformation Plan), varato recente-mente dal Parlamento etiopico. L’evento,che ha avuto luogo in Ambasciata, haavuto un ottimo successo per numero dipresenze e contenuti. È in corso di defi-nizione anche la Guida agli investimentiche sarà pronta all'inizio dell'anno e po-trà essere richiesta dagli imprenditori in-teressati anche via e-mail a([email protected]).

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Addis Abeba - Una vecchia stazione ferroviaria in disuso (foto Miguel Medina/AFP)

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L'agricoltura è il più importante settoredell'economia etiopica, alla quale con-tribuisce per il 46% del PIL, l'85% del-l'occupazione nel Paese, il 45% delleentrate nazionali e l'85% dei guadagnidall'export. Nonostante questo ruolo de-cisivo giocato dai prodotti agricoli, l'Etio-pia rimane fortemente dipendente dalleimportazioni di alimenti trasformati o se-mi-trasformati, poiché il tradizionale si-stema di piccolissimi produttori e di mer-cato informale non è né in grado di sup-plire alla crescente domanda interna nédi sfruttare l'enorme potenziale di espor-tazione. In questo contesto il Governo etiopico

con il nuovo piano nazionale relativo alquinquennio 2011-2015, denominatoGrowth and Transformation Plan (GTP),attribuisce all'agricoltura il ruolo di mo-tore dell'economia e mira a risolvere lecarenze strutturali del settore e ad au-mentare la produttività attraverso un for-te coinvolgimento di investitori stra-nieri per i quali si prevedono importan-ti incentivi fiscali (vedi più avanti la gui-da agli investimenti). I dati ufficiali del FMI parlano di una cre-scita del PIL a due cifre in tutti gli ultimisei anni, facendo dell'Etiopia il Paeseafricano col più alto tasso di sviluppo,tra quelli senza risorse petrolifere. Dell'area totale dell'Etiopia il 45% è co-

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La cerimonia del caffè

Nell'agroindustria uno dei maggiorivantaggi competitivi del PaeseIl Growth and Transformation Plan punta a sviluppare la catenadel valore (trasformazione, conservazione, esportazioni) delgrande potenziale agricolo del Paese (52 milioni di ettaricoltivabili con possibilità di raccolto in tutto l'anno). Un ruolo diprimo piano è previsto anche per gli investitori stranieri

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stituito da terreni arabili, pari a circa 52milioni di ettari (15 quelli attualmentecoltivati), terreni che, come nella mag-gior parte dei Paesi africani, sono diesclusiva proprietà statale e possonoessere assegnati in concessione ancheper periodi lunghi e a costi estrema-mente contenuti. Il basso costo dellematerie prime e della forza lavoro, cosìcome la straordinaria ricchezza dellecolture e climatica - che permette raccol-ti durante tutto l'arco dell'anno - rappre-sentano rilevanti vantaggi competitivi.L'Etiopia, con un'altitudine tra i 148 e4.620 metri, presenta 18 maggiori areee 49 sotto-zone agro-ecologiche, ognu-na con il proprio potenziale biologico,che fanno del Paese uno dei maggioricentri mondiali di biodiversità con unenorme potenziale nella produzione dialimenti biologici a basso costo.Dal punto di vista geografico l'Etiopia sicolloca in una posizione strategica inprossimità dell'Europa e del crescentemercato mediorientale. Inoltre sia il mer-cato interno sia quello regionale africano(COMESA) presentano un enorme po-tenziale, a fronte della crescita esponen-ziale della domanda alla quale vanno in-contro. D'altra parte il Paese deve farfronte all'assenza di un accesso diretto al

mare e alla carenza di infrastrutture. Inquesto senso, tuttavia, il Governo si staimpegnando con grandi investimenti sianella rete stradale che in quella ferrovia-ria, e attraverso accordi per l'utilizzo deiporti di Gibuti, Somaliland e Kenya. Il principale prodotto agricolo etiopico èil caffè, del quale l'Etiopia è la quintaproduttrice mondiale e la prima in Afri-ca, oltre ad esserne la seconda produt-trice biologica mondiale. L'Etiopia è inol-tre il luogo di nascita del caffè, esclusi-vamente di qualità "Arabica", e del qua-le presenta la maggiore diversità gene-tica al mondo. Si segnalano anche notevoli opportu-nità nel mercato dei cereali: teff - cerea-le dalle notevoli proprietà nutraceutiche,fondamentale nella dieta locale, privo diglutine e dunque interessante per la pre-parazione di alimenti per celiaci, mais,grano, orzo, sorgo e riso. Tale settore èrisultato già fortemente redditizio per in-vestitori indiani ed arabi. L'Etiopia è,inoltre, una delle maggiori produttrici edesportatrici mondiali di semi oleosi. Leprincipali colture sono il sesamo, il nigere il seme di lino, per i quali l'Etiopia fi-gura tra i primi sei produttori al mondo.In questo contesto il Governo di AddisAbeba ha anche tracciato delle linee gui-

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Jimma - Esperimento di agricoltura urbana (foto treesftf)

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da di sviluppo Comprehensive AfricaAgriculture Development Programme(CAADP) che fanno riferimento alla vi-sione e alla strategia per lo sviluppo so-stenibile dell'agricoltura in Africa dellaNEPAD (New partnership for AfricàsDevelopment) promossa dall'UnioneAfricana. Il programma ha l'obiettivo disostenere i Paesi Africani nel persegui-mento di una crescita economica traina-ta dallo sviluppo agricolo che favoriscala sicurezza alimentare e nutritiva e lacrescita nelle esportazioni attraversouna migliore pianificazione strategica eincrementi di investimenti nel settore.

L'Etiopia, non solo aderisce al Program-ma CAADP, ma ha appena completatoil Business Investment Plan, in cui sievidenziano opportunità e necessità perlo sviluppo agricolo sostenibile e la com-mercializzazione, soprattutto per alcuniprodotti agricoli e animali. In tale conte-sto, il trasferimento di buone pratiche, laformazione nell'uso di tecnologie ade-guate per la trasformazione dei prodot-ti in derivati, la diffusione di modelli pro-duttivi consortili e il rafforzamento dellecapacità nel creare network, rappresen-tano aree di collaborazione in crescen-te richiesta.

Trasformazioni agro-industriali: per esportareprodotti ad alto valore aggiunto, puntando sulla di-sponibilità di mano d'opera e di materia prima abasso costo (caffè, tè, pellame, latte, carne, cerea-li, semi oleosi, fieno greco, leguminose, spezie).Sementi: sfruttando le qualità degli altopiani etio-pici, quali la grande varietà biologica e la possi-bilità di fare fino a tre raccolti annuali, benefician-do inoltre dello status di OGM-free.Vite da vino: la quale fu introdotta con successoproprio dagli italiani.Colture ortofrutticole: fruendo delle diverse zo-ne agro-climatiche del Paese con un'ampia varie-tà di frutta vantaggiosamente coltivabile (mango,papaia, avocado, ananas, limoni, pere, susine,mele etc.)Floricoltura: la cui industria è emersa come unodei sotto-settori a più alto sviluppo nel Paese du-rante gli ultimi anni.Apicoltura: l'Etiopia è il più grande produttoreafricano di miele ed il quarto maggiore produtto-re di cera d'api al mondo con ancora notevoli mar-gini di sviluppo commerciale.Fornitura di macchine agricole: vi sono ampimargini di sviluppo sia per l'esportazione, sia perl'assemblaggio sul posto, sia attraverso formuleinnovative di leasing1.Agevolazioni La Coopera-zione italiana allo Svilup-po potrebbe inoltre favo-rire gli investitori italianicon l'attivazione dell'artico-lo 7 della legge 49/87. Essoprevede l'erogazione di credi-

to agevolato da parte della Cooperazione per fi-nanziare parte del capitale di rischio di impreseitaliane in joint venture con imprese locali, in set-tori e progetti collegati all'agricoltura, all'alleva-mento ed al trattamento di prodotti derivati.Con l'Italia sono stati inoltre stipulati accordi bila-terali per gli investimenti e trattati contro la dop-pia tassazione.

Link e contattiAmbasciata Addis Abeba: [email protected] etiopica per gli investimenti:www.ethioinvest.orgGuida agli investimenti in Etiopia:www.ethioinvest.org/docs/download.php?file=Investment_Guide.pdfGuida ai costi di terreni, utenze e tassazionein Etiopia:www.ethioinvest. org/docs/ download.php?fi-le= FACTOR% 20 COSTS.pdf

1 Si potrebbe pensare ad esempio alla vendita di "pacchetti di ore mo-

to" per le principali macchine con servizi di manutenzione e supporto lo-

gistico, che impegnino, a livelli scalari, le concessionarie e le stesse ca-

se costruttrici. I vantaggi sono evidenti: il gran-

de cliente prende in affitto la quantita' esat-

ta di ore moto che gli sono necessarie,

senza spreco alcuno; non si preoccu-

pa della manutenzione dei mezzi; ot-

tiene il massimo risultato con costi

contenuti; le case costruttrici riman-

gono proprietarie delle macchine.

Dove investire

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ECONOMIA

slocate in diverse parti del Paese (regio-ne Amara, Southern Region, Oromia, Ti-grai). Il potenziamento del settore do-vrebbe portare ad una sostenuta produ-zione per l'esportazione (oltre alla produ-zione di etanolo ed energia) già nei pros-simi anni. Si sottolinea a tal propositoche il costo di produzione del bene inEtiopia è molto basso e rende competi-tivo lo zucchero etiopico anche rispettoallo zucchero prodotto in Brasile.Dall'altra parte iniziano a nascere ancheiniziative private come Hibir Sugar Sha-re Company, società costituita da tre in-gegneri che hanno lavorato per lungotempo nelle fabbriche statali. Essi avreb-bero versato il capitale iniziale dell'azien-

Il settore dello zucchero, già indicato co-me prioritario nel piano quinquennale dicrescita 2006-2010 (nell'anno 2009-2010 ha assorbito il 45,3% delle risorsedestinate allo sviluppo dell'industria),continua a essere considerato strategi-co dal Governo. Secondo le previsioni del Growth andTransformation Plan 2011-2015 la pro-duzione nazionale di zucchero dovreb-be più che raddoppiare nel prossimoquinquennio, permettendo al Paese, an-cora oggi importatore netto di zucchero,di soddisfare la domanda locale ed ini-ziare le esportazioni. Il GTP prevede la costruzione di 8 nuo-ve fabbriche di zucchero governative di-

Il decollo della filiera saccarifera

Una ragazzina vende canne da zucchero lungo la strada

Forte impegno del Governo nel settore. Entro pochi anni l'Etiopiadiventerà un importante esportatore mondiale. È avviata lacostruzione di otto nuovi zuccherifici. Costi molto bassi e reseelevate. E si aprono interessanti prospettive anche per laproduzione di etanolo

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da e starebbero preparando una campa-gna di raccolta di fondi attraverso l'emis-sione di titoli azionari per la costruzionedi una nuova fabbrica di zucchero neipressi del lago Tana. Le fabbriche private tuttavia non sonoancora operative e quindi la produzionee la distribuzione sono ancora oggi com-pletamente controllate dal Governo. Ilprogramma di rilancio del settore ha pre-visto nel quinquennio trascorso lavori diammodernamento ed espansione delletre fabbriche esistenti (Metahara, Won-ji e Fincha) e la costruzione del nuovostabilimento di Tendhao. Tali commessesono state finanziate dall'Export ImportBank of India e affidate ad imprese del-la stessa nazionalità. I lavori dovrebbe-ro terminare entro il 2011 e gli impianti

dovrebbero aumentare progressiva-mente la produzione fino a funzionare apieno regime nel giro di circa 5 anni. Recentemente la Ethiopian Sugar De-velopment Agency (ESDA) è stata tra-sformata nella Sugar Corporation, cheha conservato lo stesso mandato del-l'ESDA (dalla supervisione sul settoreall'implementazione dei programmi disviluppo della produzione) con la diffe-renza che il nuovo capo, Abay Tsehay,ha rango di Ministro, a differenza del suopredecessore, Belay Dechassa cheaveva il titolo di Direttore Generale. Lanuova configurazione sembra sottoli-neare l'importanza crescente conferitada queste Autorità al settore. Le nuovefabbriche saranno anche attrezzate perla produzione di etanolo.

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La raccolta dell’acqua dalle rive del lago Tana

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L'incremento della capacità produttivanel settore dell'energia elettrica è unadelle top priorities del Governo etiopico.L'accesso alla rete elettrica è ancoramolto insoddisfacente. Si stima che nel-le aree rurali, dove risiede l'84% dei qua-si 80 milioni di abitanti del Paese, menodel 5% delle persone abbia accesso al-l'energia elettrica, mentre nelle cittàquesto dato salirebbe al 25-30%. Infine,il consumo annuo pro capite di elettrici-tà in Etiopia è stato nel 2009 di 100 kWh,contro i 478 kWh della media dell'AfricaSub Sahariana.La sostenuta crescita economica degliultimi anni ha provocato un aumento del-la domanda di energia elettrica sia perconsumo domestico che, soprattutto,per impieghi produttivi. Dati dell'Ethio-pian Electric Power Cororation (EEP-CO) indicano una variazione di tale do-manda da un tasso del 5/6% all'anno nelperiodo 1995-2001, al 15% tra il 2002 ed

il 2006, fino ad un incremento del 25%annuale nel 2008/2009. Il perseguimen-to degli ambiziosi obiettivi di crescita fis-sati nel nuovo piano quinquennale di svi-luppo per il periodo 2011-2015 compor-terà un ulteriore, sostenuto, aumentodella domanda di energia elettrica.L'EEPCO ha dunque elaborato un pianodi sviluppo della rete elettrica che si po-ne come obiettivo l'installazione di15.000MW di potenza nell'arco di diecianni. Il piano delinea un portafoglioenergetico composto da idroelettrico,con una quota predominante superiore al90%, e da eolico e geotermico per laparte restante. Questi ultimi due contri-buti indicano il tentativo del governo di di-versificare le proprie fonti di approvvigio-namento, pur in un contesto in cui il costodi produzione dell'idroelettrico rimane digran lunga il più competitivo. L'eolico per-metterebbe infatti di ottenere energia peri picchi di consumo nei periodi di siccità

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Un Paese ricco di energiaConsumi in forte crescita. Prevista nei prossimi anni l'attivazionedi 15mila Megawatt aggiuntivi per il 90% da fonti idroelettriche. Ilresto verrà da fonti eoliche e geotermiche. La copertura della reteè ancora molto bassa. Sarà fortemente estesa e sono già avviatiinterventi di interconnessione con i Paesi vicini per consentirel'esportazione delle eccedenze. Finanziamenti disponibili dalleistituzioni internazionali

Le cascate del Nilo Azzurro dal Lago Tana

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in cui il contributo dell'idroelettrico cala,mentre il geotermico, se sfruttato in mo-do sostenibile, sarebbe in grado di produr-re energia in modo continuo limitando lavariabilità delle altre rinnovabili.Lo sfruttamento dell'energia solare è limi-tato al fotovoltaico per uso domestico eal momento non è nei piani del Governola realizzazione di impianti solari di tagliarilevante. La Banca Mondiale sostieneun progetto per lo sviluppo dell'utilizzodell'energia solare denominato "LightingAfrica". Per l'Etiopia è in preparazioneun programma di finanziamento attraver-so la Development Bank of Ethiopia dicui potranno usufruire imprenditori priva-ti interessati a sviluppare il progetto inEtiopia (www.lightingafrica.org).Nello sviluppo delle energie rinnovabili,per la realizzazione di centrali di grandidimensioni, il Giappone e la Germania(KfW) hanno mostrato interesse per ilsettore geotermico e la Norvegia e laGermania (GTZ) per il settore eolico. La Francia (AFD) e la Germania sonogià attive rispettivamente nel settore eo-lico e in quello delle microapplicazioni"off grid" per l’energia solare e "minigrid" per l’idroelettrico.

Alla costruzione di impianti per la produ-zione di energia si affiancano i progettiper la realizzazione di linee di trasmis-sione sul territorio nazionale, quelli perl'elettrificazione rurale, e quelli per ren-dere più efficienti i consumi in aree ur-bane. Questi interventi, già attivi, pre-sentano ampi potenziali di sviluppo. LaBanca Mondiale e la Banca Africana diSviluppo sono tra i maggiori finanziato-ri in questo settore. Sono inoltre in fase di realizzazione glielettrodotti che allacceranno la rete etio-pica con quelle di Gibuti e quella del Su-dan. Si prevede di poter esportare ini-zialmente un massimo di 200MW in cia-scuno dei due Paesi. Contribuiscono inmaniera consistente a questi progetti laBanca Mondiale e la Banca Africana diSviluppo, ma anche l'Unione Europeaattraverso l'EU-Africa InfrastructureTrust Fund e l'Agenzia Francese diSviluppo (AFD). Sono inoltre in corso i preparativi perl'assegnazione del progetto per l'inter-connessione elettrica tra Etiopia e Ke-nya, che consentirà l'esportazione di unmassimo di 900 o 1000 MW in Kenya eda lì, in parte, in Tanzania e Uganda.

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Sono interessati al finanziamento diquest'opera la Banca Mondiale, la Ban-ca Africana di Sviluppo, la Banca Euro-pea degli Investimenti, l'Agenzia Fran-cese di Sviluppo AFD. Infine è in discussione un progetto dilegge per la liberalizzazione del settoredell'energia elettrica, oggi interamentegestito dall'azienda governativa EEP-Co. L'obiettivo dell’operazione è quellodi attrarre investimenti stranieri e crea-re opportunità per produttori indipen-

denti con meccanismi di concessione econ tariffe garantite di fornitura alla retenazionale. Le autorità mirano anche ad aprire al-l'Etiopia le opportunità di finanziamentoderivanti dal commercio dei permessi diemissione di gas ad effetto serra.Per ogni informazione su Calls for ex-pression of interest e su ogni altro pro-getto promosso dalla Ethiopian ElectricPower Cororation vedi:www.eepco.gov.et E

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Etiopia - Mappa delle reti e degli impianti idroelettrici (Fonte www.geni.org)

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Per ridurre la dipendenza dai prodotti pe-troliferi e promuovere uno sviluppo soste-nibile il Governo ha finora incentivato laproduzione di biocarburanti. L'obiettivo dicontinuare su questa strada è chiaramen-te statuito anche nel Growth and Tran-sformation Plan.- Aumentare la produzione di etanolo a194.9 milioni di litri all'anno coordinando leattività produttive delle fabbriche di produ-zione di zucchero pubbliche e private;- Aumentare la produzione di biodiesel fi-no a 1.6 milioni di litri attraverso l'attrazio-ne di investitori privati nel settore.Dei tre zuccherifici statali attualmente ope-ranti soltanto uno, la Finchaa Sugar Fac-

tory, è in grado di produrre etanolo. Al mo-mento essa produce 8 milioni di litri all'an-no di biocarburante, ma a piena capacità,quando i lavori di espansione saranno ul-timati, dovrebbe essere in grado di produr-ne 18 milioni di litri l'anno. Anche nei pro-getti di espansione di Wonjii e Metaharasono previste distillerie di etanolo che do-vrebbero avere rispettivamente una capa-cità pari a 20,5 milioni di litri e 36,5 milionidi litri annui. La nuova fabbrica di Tendhao,la cui entrata in funzione è prevista a bre-ve, ma il cui funzionamento a pieno regi-me è previsto nel 2013, dovrebbe avereuna capacità produttiva di 50,6 milioni dietanolo. Alla fine del prossimo quinquen-

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INVESTIMENTI E INTERSCAMBIO

Il Governo di Addis Abebapunta anche sui biocombustibili Obiettivo: accrescere la produzione di etanolo a quasi200milioni di tonnellate anno. Nel paese si inizia a introdurre labenzina verde. Oltre 23 milioni di ettari disponibili per laproduzione di atropa, ricino, palma da olio destinabili allaproduzione di biocarburanti

La canna da zucchero viene trasportata verso una raffineria (foto Mario Roberto Duran Ortiz)

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nio le quattro fabbriche sopra indicate do-vrebbero essere in grado di produrre a pie-no regime circa 125 milioni di litri di etano-lo l'anno. Gli ambiziosi piani di espansio-ne dell'industria dello zucchero contenutinel Growth and Transformation Plan, inparticolare la costruzione delle 8 nuovefabbriche previste, dovrebbero porre le ba-si per un ulteriore e cospicuo aumento del-la produzione di etanolo negli anni succes-sivi. Anche le fabbriche di zucchero priva-te prevedono la costruzione di distillerie dietanolo (la Hibir sugar Factory, sopramenzionata, e la Habesha Sugar Facto-ry, costituita da imprenditori di nazionalitàpakistana).Al momento il Ministero dell'Energia ha sta-bilito di commercializzare nella sola AddisAbeba una miscela di benzene al 95% edetanolo al 5%, ma ci si attende a breve unaumento della percentuale di biocarburan-te al 10% ed un successivo incremento al20% man mano che le fabbriche di zucche-ro aumenteranno la loro produzione. Secondo i dati diramati dalle Autorità etio-piche, nel Paese esistono 23,4 milioni diettari di terre (di cui oltre la metà nella re-

gione dell'Oromia) disponibili, per la col-tivazione di jatropa, ricino e palma da olio.La jatropa, una pianta diffusa anche in In-dia e Indonesia, utilizzata per la produ-zione di sapone, cera, trattamento delcuoio, può crescere anche in clima sec-co con rese valutate da alcuni esperti in1000 litri per ettaro in regimi inferiori ai200 mm di pioggia annua. Le rese salireb-bero a 5mila litri in condizioni di maggio-re (ma non eccessiva) piovosità e conl'utilizzo di fertilizzanti. Secondo il Natio-nal Biofuel Center della PetroleumConservation Research Associationindiana, su 10 milioni di ettari con una re-sa di 1,5 tonnellate per ettaro, sarebbepossibile produrre l'equivalente di 10 mi-lioni di tonnellate di petrolio. Attorno aiprogrammi del Governo etiope si è regi-strato un forte interesse da parte di inve-stitori privati. Tra questi anche un'azien-da italiana, la FRI-EL Green Power, cheha rilevato, nel 2008, una azienda gover-nativa per avviare (con un investimento di32 milioni USD) la coltivazione di unapiantagione di Jatropha e palma da olioper la produzione di bio-carburante.

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Una pianta di Jathropa

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Il Governo di Addis Abeba ha deciso dipremere l'acceleratore sullo sviluppo del-la filiera del cuoio che si basa su una mil-lenaria tradizione artigianale (risale aitempi dei faraoni) e più concretamentesu un' attività di allevamento di consisten-ti dimensioni: 41 milioni di bovini (la piùgrande popolazione bovina in Africa e ladecima al mondo), 25 milioni di ovini e 23milioni di caprini. Nel mese di febbraiodel 2009 è entrata in vigore una leggeche ha aumentato i dazi su pelli grezze esemilavorati del 150% con l'obiettivo difrenare l'esportazione e privilegiare l'im-piego locale per la fabbricazione di pro-dotti finiti. La decisione è frutto delle for-ti pressioni dell'associazione di catego-ria, la Ethiopian Leather Industries As-

sociation (Elia). Ora, per il Paese, siapre una sfida importante perché la scel-ta effettuata non si trasformi in un boome-rang (negli ultimi mesi il flusso di espor-tazione di pelli grezze è diminuito) occor-re un salto di qualità dell'industria calza-turiera e dei prodotti in cuoio (guanti, va-lige, vestiti, accessori) che richiede im-portazione di tecnologia, formazione dimanodopera e di quadri tecnici, organiz-zazione e controllo della qualità dell'inte-ra filiera a partire dalla materia prima. Inquesto contesto la vera novità consistenel ruolo assunto dalla Cina, che finoraha visto l'Etiopia soprattutto come unmercato di sbocco. Ormai è il principalefornitore di prodotti finiti sul mercato lo-cale (la produzione calzaturiera etiope è

L' Etiopia cambia pelleFinora il Paese, caratterizzato da un'antica tradizione conciariache risale ai tempi dei faraoni, era stato soprattutto un importanteesportatore di pelli grezze. Ora punta a sviluppare l'intera filiera avalle (calzature, accessori) sostituendo le importazionidall'estero e aprendo un varco alle esportazioni. Il settore ècaratterizzato da una forte presenza cinese, ma l'Italia, già importante fornitore di tecnologie, può offrire in più la qualità

La Cooperazione italiana ha avviato nel maggio2009 un progetto della durata complessiva di dueanni che si iscrive nel più ampio contesto degliinterventi a favore dello sviluppo del settore pri-vato in Etiopia, finanziati nel corso degli ultimidieci anni. L'intervento, del valore di 2,7 milionidi euro, è realizzato dall'UNIDO con il monitorag-gio della Cooperazione italiana. L'obiettivo prin-cipale è il miglioramento delle capaci-tà tecniche e managerialidi tutti gli attori del settoredella lavorazione della pel-le in Etiopia in modo da crea-re condizioni favorevoli perl'incremento delle esportazio-ni. La componente principale

è riferita all'assistenza tecnica al reparto concia-rio e di manifattura delle calzature e degli altri ac-cessori in pelle. Il rafforzamento di questi settoriprevede anche il coinvolgimento di potenziali in-vestitori stranieri, invitati a visitare le imprese etio-pi, beneficiarie del progetto, con l'obiettivo di in-

dividuare eventuali aree dimiglioramento.Contatti utili: Ufficio dellaCooperazione Italianaad Addis Abeba tel.00251 11 1239600;[email protected];dott. Michele [email protected]

Il Progetto di Assistenza Tecnica delle Cooperazione Italiana

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ben lontana dal soddisfare il fabbisognointerno). Ora, dietro richiesta del Gover-no di Addis Abeba e nel contesto dellanuova politica cinese di alleanza per losviluppo dei Paesi africani, è stato sigla-to un accordo che prevede il supporto diPechino allo sviluppo dell'industria di tra-sformazione locale che si è già tradottanella crescente presenza in Etiopia diaziende di proprietà cinese che produco-no calzature, guanti, cinture, borse, abi-ti. Accordi analoghi per lo sviluppo dell'in-dustria locale sono stati conclusi anchecon India e Giappone. Obiettivo a lungotermine del Governo etiope e della Ethio-pian Leather Industries Association ènon solo quello di mettere l'industria cal-zaturiera e di trasformazione del Paesenelle condizioni di soddisfare la doman-da interna, ma anche di sviluppare leesportazioni, tenendo conto che già og-gi alcuni calzaturifici e industrie etiopi diprodotti in pelle esportano in direzionedei Paesi africani contigui, Europa, Nor-damerica e Giappone. L'insieme deicambiamenti introdotti recentementedovrebbe tradursi in un volume di espor-tazioni per la filiera pelle/cuoio del Pae-se per l'anno fiscale 2010-2011 pari acirca 300 milioni di USD. Dopo il caffè,

infatti, le pelli sono la seconda voce del-l'export etiope. Il Segretario Generale dell'EthiopianLeather Industries Association nel corsodi diversi incontri con l'Ambasciatad'Italia ad Addis Abeba, ha sottolineatoche anche l'Italia può fornire un impor-tante contributo a questa sfida sotto al-meno tre aspetti:- la fornitura di tecnologie, tenuto contoche già oggi il nostro Paese è il principa-le fornitore di macchinari e di additivi del-l'industria etiope di lavorazione del cuo-io e delle pelli;- il potenziamento del Leather and Lea-ther Products Technology Institute so-stenuto dalla cooperazione economicaitaliana e dall'Unido (Nazioni Unite);- una maggiore presenza produttiva inEtiopia dei calzaturifici italiani. Attualmente la capacità produttiva del-l'industria calzaturiera etiope (filiera delcuoio), concentrata soprattutto ad AddisAbeba, si avvia verso le 20mila paia discarpe al giorno (non superava le 5milapaia nel 2002), ma anche con questi nu-meri è largamente insufficiente per farefronte a un mercato di 80 milioni di per-sone su cui si vendono annualmente 15milioni di paia di scarpe in cuoio all'an-

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Mojo - il mercato del pellame

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no, in aggiunta a 27 milioni di paia in ma-teriali diversi.Nel Paese sono attive anche una venti-na di concerie industriali, quasi tutte conuna capacità giornaliera superiore ai 3mila pezzi al giorno. Una quindicina diqueste operano in modo integrato e so-no abbastanza flessibili e attrezzate persoddisfare la maggior parte delle speci-fiche richieste dai clienti. Sono concen-trate soprattutto nella regione di Oromia,a sud della capitale e in quella di Amha-ra, a Nord. Tra i prodotti "premium" delPaese due tipologie di pelli ovine interna-zionalmente conosciute come "SelallieGenuine" e "Bati Genuine", dal nome del-le province di provenienza, con caratte-ristiche di elasticità e morbidezza parti-colarmente adatte alla produzione diguanti. I flussi di import-export avvengo-no soprattutto attraverso il porto di Gibu-ti ma, per pelli finite e prodotti in pelle, èin crescita l'utilizzo del cargo aereo. Leesportazioni di semilavorati e pelli grez-ze (principalmente ovine) verso l'Italia, èsceso da oltre 39 milioni di dollari nel2006/2007 a poco meno di 30 milioni2008-09. Non ci sono state significativediminuzioni dei flussi verso altri Paesi eu-ropei mentre sono aumentate quelle indirezione dell'Asia: Cina (oltre 10 milioni

di dollari), India (oltre 6 milioni). Indone-sia, Giappone, Malaysia, Singapore eTailandia. Le industrie straniere che de-localizzano in Etiopia per esportare pro-dotti finiti godono di diversi benefici pre-visti da un'apposita nomativa (ExportTrade Duty Incentive Scheme). Consi-stono nell'esenzione (o successivo rim-borso) per i dazi e altre tasse relative al-l'importazione di materie prime, macchi-nari, semilavorati, carburanti, prodotti ac-cessori (ad esempio: confezionamento).Nel caso dei rimborsi, i flussi in uscita edentrata vengono registrati su un apposi-to libro (Voucher Book) rilasciato dalleDogane. Possono utilizzare magazzini ecapannoni industriali in regime di portofranco (Bonded Manufacturing Warehou-ses) e i loro dipendenti e tecnici stranie-ri sono esentati dalla imposizione localesui redditi. Da rilevare che la normativasi applica non soltanto al settore del cuo-io, ma anche al comparto tessile/abbi-gliamento e all'industria di trasformazio-ne alimentare. Un vantaggio aggiuntivoè dato dalla vasta rete di accordi com-merciali preferenziali che favoriscono lavendita di prodotti etiopi sui mercati eu-ropei, in Usa e su alcuni mercati asiatici. Contatti utili: Ethiopian Investment Agency:www.ethioinvest.org

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Lavorazione delle pelli in una conceria

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L'offerta turistica del Paese è caratterizza-ta da attrattive naturali, storiche, culturali,archeologiche e antropologiche. I flussi tu-ristici sono cresciuti costantemente negliultimi anni (in media del 15% ogni anno).Circa il 30% dei turisti proviene da paesiafricani, il 27% da Paesi europei, il 22%dall'America, il resto da Medio Oriente,Asia ed Oceania. I turisti europei in Etio-pia sono soprattutto di nazionalità britan-nica, tedesca e italiana.Sebbene la disponibilità di camere d'al-bergo, il numero delle agenzie di viaggioe di operatori turistici siano aumentati ne-

gli ultimi anni, si registra ancora una ge-nerale carenza di infrastrutture turistiche.Le Autorità etiopiche vedono con favoreinvestimenti esteri per l'espansione del-le infrastrutture nelle destinazioni turisti-che più importanti, che includono la rot-ta storica del nord, la Rift Valley, il ParcoNazionale dell'Omo, Harar e le monta-gne settentrionali. Il turismo è un settore ad alto potenzia-le di sviluppo, anche se attualmente è inuna fase ancora iniziale. Si può pensa-re alla realizzazione di partnership congli operatori turistici locali ed assistenza

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Un passato millenario e un futuro nel turismo

Rift Valley - I magnifici paesaggi del Dallol

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Vallate e montagne spettacolari, siti storici millenari: l'Etiopia haun grande potenziale turistico. Gli arrivi sono in crescita mamancano le infrastrutture. Ad Addis Abeba nascono alberghi acinque stelle mancano le categorie intermedie e nelle altre cittàla domanda è ancora insoddisfatta

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nella creazione di tour operators rivolti aiviaggiatori italiani. La procedura perl'apertura in loco di un'agenzia di viagginon presenta grandi difficoltà, essendonecessario un investimento minimo (duemacchine con autista, ufficio e staff qua-lificato). Investimenti nel settore alberghiero pos-sono risultare molto redditizi, dato il bassolivello medio dell'offerta da una parte, masolo ancora per qualche tempo, vista la ra-

pida crescita del numero degli alberghi dibuon livello soprattutto ad Addis Abeba ne-gli ultimi anni. Infatti ad Addis Abeba si re-gistra una forte domanda di alberghi aquattro o cinque stelle. Nei principali siti tu-ristici del nord, la domanda è maggiormen-te orientata ad alberghi di tre stelle, di pic-cole e medie (20-30 stanze) dimensioni.Città come Gondar e Bahar Dar oltre ad of-frire attrazioni turistiche, sono anche im-portanti centri di affari.

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Mago, Omo River - Donna Mursi con il tipico piattello labiale

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L'evoluzione qualitativa dell'artigianatoetiope è un trend emergente che ha ancheun buon impatto sociale in quanto promuo-ve la professionalizzazione di mano d'ope-ra locale. Il fenomeno può essere di sicu-ro interesse anche per acquirenti italiani.Di seguito sono riportati gli esempi di dueaziende di questo tipo.

Taytu - Made in Ethiopia è una tradingcompany costituita da 11 aziende loca-li che produce oggetti in pelle, principal-mente borse da donna. Taytu nasce daun progetto curato da UNIDO e finan-ziato dalla Cooperazione Italiana alloSviluppo con l'obiettivo di incentivare ladiversificazione della produzione etiopi-ca, concentrata soprattutto sul settore

agricolo, e la realizzazione di prodottiad alto valore aggiunto. Le prime colle-zioni di borse sono state disegnate daprofessionisti italiani del settore chehanno unito caratteristiche di gusto et-nico alle tendenze della moda occiden-tale, realizzando prodotti dal design con-temporaneo e internazionale. Taytuesporta nei Paesi europei, negli StatiUniti e in Giappone.Contatti: Ato Solomon Yesuf JONZO P.L.C. Bole Sub City Kebele 03/05 House 105 P.O.Box 24696 TEL: +251 116 621508/09 Mobile: +251911204240 E-mail: [email protected]

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Quando l'artigianato diventa piccola industriaIn Etiopia stanno crescendo alcune aziende locali cheproducono oggetti di artigianato utilizzando sia tecnichetradizionali e manuali sia procedimenti industriali adeguandosi a standard qualitativi e di design adatti ai mercati internazionali

INVESTIMENTI E INTERSCAMBIO

Una borsa della collezione Taytu

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Muya è un'azienda che produce oggetti intessuto (sciarpe, cuscini) ed in ceramica dialta qualità, unendo design locale a gustie tendenze internazionali. La proprietariae manager, Sara Abera, è un'imprenditri-ce etiopica che recentemente ha assuntoun marketing manager francese per incre-mentare l'esportazione dei propri prodottisui mercati europei. Il nuovo manager èCatherine Chalk che possiede una fabbri-ca tessile a conduzione familiare in Fran-cia dove produce tessuti per diverse azien-de rinomate (Chanel, Dolce&Gabbanaetc.). Anche grazie alla sua lunga espe-rienza nel settore la signora Chalk sta in-tervenendo nei processi di produzione enel design dei prodotti di Muya per render-li sempre più competitivi sui mercati inter-nazionali. Nuove linee di produzione sonoallo studio e saranno pronte nei primi me-si del 2011. Nelle foto alcuni prototipi del-le nuove [email protected] (e-maildi Catherine Chalk)

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L'Italia è il sesto Paese fornitore del-l'Etiopia, il primo tra i Paesi dell'Unio-ne Europea, e l'undicesimo Paese clien-te, il quarto tra i Paesi UE dopo Belgio,Germania e Paesi Bassi. Nel primo se-mestre del 2010 si è registrato un au-mento del 3,3% per le esportazioni ita-liane, a fronte di una flessione del 19,6%per le importazioni, consentendoun'espansione del saldo positivo a 48,6milioni di euro, rispetto a 41,8 milioni dieuro del primo semestre 2009. Nellostesso periodo macchine per impieghispeciali, parti e accessori per auto-veicoli e di macchinari meccanici aimpiego generico, elementi da co-struzione in metallo e di altri prodottiin metallo sono state le principali vocidelle esportazioni italiane in Etiopia.Caffè e prodotti in cuoio sono state leprincipali voci delle importazioni italiane.Gli operatori italiani residenti in Etiopia,impegnati in attività di piccole e medieimprese di diritto etiopico sono oltre 200ed operano prevalentemente nei se-guenti settori: commercio, costruzioni,officine meccaniche, elettromeccani-

che, metalmeccaniche, calzature, pel-letteria, turismo, componentistica perautoveicoli, tipografie, falegnamerie, ri-storazioni, materie plastiche, agricoltu-ra ed allevamento. Tra le principaliaziende italiane che operano in Etiopia:l'Iveco, presente nel Paese con unajoint venture tra la Fiat e il Governo etio-pico, denominata Amce, Salini Costru-zioni, il Consorzio Consta, SiemensItalia, Selex, il Gruppo Bonifica, la En-deco Engineering.La tradizionale presenza economica ita-liana in Etiopia è testimoniata dall'esi-stenza ad Addis Abeba di un'Associa-zione (IBCA, Italian Business Commu-nity Association), che riunisce circa 65imprenditori, tra cui alcuni stranieri chehanno rapporti d'affari con l'Italia. L'As-sociazione, in attiva collaborazione conl'Ambasciata, costituisce un importantepunto di riferimento per gli imprenditoriitaliani interessati a conoscere meglio leopportunità di collaborazione economi-ca con il Paese.Contatti: [email protected]

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Interscambio e presenza italiana in EtiopiaLe esportazioni italiane sono molto diversificate ma prevale ilsettore della meccanica strumentale. Le voci principalidell'import sono il caffè e il pellame. E nel Paese operaun’intraprendente comunità italiana

INVESTIMENTI E INTERSCAMBIO

Un Iveco Eurotrakker su una pista etiope

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Soglie minimeIl regime degli investimenti esteri prevede re-gole che variano in funzione del capitale inve-stito. La soglia minima per investimenti senzaun partner locale è di 100.000 USD. La som-ma scende a 60.000 USD nel caso di investi-mento in joint venture con un partner locale ea 50.000 USD e 25.000 USD, rispettivamenteper investimenti, autonomi o con partner loca-le, ed in alcuni settori di consulenza (ingegne-ria, architettura, contabilità e revisione conta-bile, studi di progetti o servizi di consulenzad'affari e di gestione o editoria). Nessun capitale minimo è invece richiesto perattività imprenditoriali i cui profitti o dividendisiano reinvestiti nel progetto o la cui produzio-ne sia per almeno il 75% destinata all'esporta-zione.

AutorizzazioniIl permesso per l’investimento e l'autorizzazio-ne all'apertura di una filiale locale vengono ri-lasciati dall'Agenzia Etiopica per gli Investimen-ti (EIA - Ethiopian Investment Agency), organoresponsabile per la promozione, coordinamen-to e facilitazioni degli investimenti stranieri inEtiopia. Ethiopian Investment Agency: www.ethioinvest.org

Prestiti e utilizzo di valuta straniera Un investitore straniero che ottiene un prestitodall'estero deve registrarlo alla National Bankof Ethiopia sulla base delle direttive vigenti.Agli operatori stranieri è consentito di aprire inbanche locali autorizzate conti bancari in valu-te estere, in accordo con le direttive della Ban-ca Nazionale d'Etiopia.

Rimessa di fondi A seguito di un progetto di investimento appro-vato dalle Autorità etiopiche, ogni operatorestraniero ha il diritto di fare le rimesse in valutastraniera convertibile per: profitti e dividendi pro-venienti dall'investimento, pagamenti in contocapitale e interessi relativi a prestiti esteri, pa-gamenti relativi ad accordi di trasferimento ditecnologia, ricavi provenienti dalla vendita o li-quidazione di un'impresa, ricavi provenienti daltrasferimento di quote o della parziale proprie-tà di un'impresa a un investitore nazionale.

Regime dei terreni Il possesso del terreno non conferisce diritto diproprietà. I terreni sono di esclusiva proprietàstatale e vengono concessi in affitto per lunghiperiodi, con canoni abbastanza elevati nell'areadella capitale. Le rispettive Autorità regionaliprovvedono all'assegnazione dei terreni.

Investire in Etiopia: il quadro normativo

www.ambaddisabeba.esteri.it

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Con un fatturato di circa 45 milioni di eu-ro nell'anno fiscale aprile 2008 - marzo2009 e un Ebitda di 4,4 milioni di euro,Ravin Cables, di cui Prysmian ha re-centemente acquisito il pacchetto di mag-gioranza, è tra i più competitivi produtto-ri di cavi indiani, con una gamma checomprende cavi a bassa e media tensio-ne e un mercato che copre anche Africae Medio Oriente. Oltre allo stabilimentoprincipale di Pune, vicino Mumbay, Ra-vin è presente nell'Emirato Arabo del Fu-jairah con la società Power Plus CableCo LLC, in joint venture con il Governolocale, di cui ha la gestione operativa. Po-wer Plus dispone di impianti già predi-sposti per la produzione di cavi alta ten-sione. Complessivamente, nei due im-pianti in India ed Emirati Arabi, il gruppoimpiega 355 dipendenti. In India il mer-cato dei cavi e sistemi alta tensione è sti-mato in forte crescita, fino a raddoppiarele dimensioni nei prossimi tre anni. At-tualmente Prysmian è presente sul mer-cato indiano soprattutto con i cavi teleco-municazioni in fibra ottica, che producein Cina, e può contare tra i principali clien-ti Barthi Telecom (Airtel), Vodafone ealtri importanti operatori di TLC. Obietti-vo della nuova joint venture è di più cheraddoppiare il fatturato entro il 2012 "Ri-teniamo che Ravin Cables possa diven-tare uno dei primi tre player indiani del

settore. Il nostro piano iniziale è di inve-stire in una nuova linea di cavi ad altatensione fino a 220 kV e di svilupparci nelmercato dei cavi industriali in particolareper l'automotive, il settore minerario, pe-trolifero e quello delle energie rinnovabi-li", ha commentato Fabio Romeo, chiefcommercial officer del gruppo italianoche ha aggiunto: "La nuova strategia pas-sa anche per un nuovo management del-la controllata indiana con Luigi Sarogniche è stato nominato chief executive of-ficer di Ravin Cables e Vijay Karia chericoprirà la carica di presidente". "Grazieall'integrazione con Prysmian saremo ingrado di portare in India tecnologie d'ul-tima generazione che in precedenza era-no scarsamente disponibili", ha commen-tato Karia. L'integrazione inizia a produr-re i primi risultati di business. Ravin Ca-bles si è aggiudicata un contratto da Re-liance Infrastructure per lo sviluppo di unsistema per la trasmissione di energia a220 kV da realizzare a Mumbai. L'ingres-so in India, che segue di pochi mesi l'ac-quisizione in Russia di Rybinsk Elektro-kabel, rappresenta per Prysmian un ul-teriore passo avanti nella strategia di raf-forzamento della presenza industriale inmercati con elevato tasso di crescita.

IND

IA

Diplomazia Economica Italiana - n. 1 - 17 gennaio 2011 24

India: Prysmian punta al raddoppio del fatturato di Ravin Cables

INFRASTRUTTURE

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RRaavviinn CCaabblleess Il nuovo impianto produttivo di Markal,Pune, realizza cavi di qualità superiore,certificati dal Bureau of lndian StandardCertification

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Il Parlamento greco ha approvato unanuova legge (cosiddetta Fast-Track)che ha l'obiettivo di accelerare e sem-plificare l'iter autorizzativo per investi-menti qualificati che abbiano almenouna delle seguenti caratteristiche :- comportino investimenti per almeno 3milioni di euro per triennio;- assicurino almeno 150 nuovi posti di lavoro;- favoriscano la protezione ambientale;- creino plusvalore nell'ambito dell'istru-zione e della ricerca e tecnologia.La valutazione in merito alla rilevanzastrategica degli investimenti è affidataall'agenzia governativa Invest in Gree-ce che fa capo sia al Ministero delloSviluppo Regionale e della Competi-tività che al Ministro di Stato Pambou-kis, alla quale viene accordata anche lapossibilità di controllo della realizzazio-ne dei progetti. La Commissione Inter-ministeriale per gli Investimenti Strate-gici (DESE) è poi tenuta a fissare i det-tagli procedurali dell'investimento. Più in dettaglio: Invest in Greece è incari-cata di acquisire le licenze necessarie perconto dell'investitore privato, rilasciandouna propria valutazione del progetto entro

15 giorni e segnalando alla DESE se l'in-vestimento rispetta i requisiti necessari.La Commissione ha tempo un mese peresprimersi a favore o contro l'investimen-to, trascorso il quale, anche senza unesplicito parere, il progetto verrà conside-rato automaticamente approvato. Obietti-vo del provvedimento è di attirare investi-menti, di importanza strategica per la Gre-cia, possibilmente dall'estero. Resta aper-to il rischio che la nuova legge susciti con-testazioni sul piano giuridico in quanto su-scettibile di aggirare i limiti vigenti in ma-teria di investimenti e grandi opere. Incambio, recepisce quanto richiesto daiprestatori internazionali (Ue, FMI e BCE)in sede di redazione del Memorandum diaiuti. La sua ratio è lo snellimento e l'ac-celerazione delle procedure di avvio di at-tività imprenditoriali. Infatti, la legislazionevigente prevede numerosi passaggi (da 8a 70 pratiche) per l'autorizzazione di unprogetto, con un eccessivo dispendio dicosti e tempi e con effetti negativi per l'in-tero sistema, inclusi episodi di corruzioneper accelerare le procedure.

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EC

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Diplomazia Economica Italiana - n. 1 - 17 gennaio 2011 25

Atene delibera una 'fast track' per i nuovi investimenti qualificati

INVESTIMENTI E INTERSCAMBIO

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SETT

ORI E

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ENDE

ENERGIA

Macedonia: un Consorzio italianocostruirà 4 centrali mini-idro

Italian Macedonian Power Generationsrl, un consorzio di cui fanno parte lesocietà italiane ICUN (Ulisse NavarraCostruzioni) e D'Appolonia (enginee-ring) ha ottenuto l'assegnazione di 4concessioni per la costruzione di picco-le centrali idroelettriche a seguito di unagara indetta dal governo macedone.L'investimento, valutato circa 12 milionidi euro, prevede, nell'arco di un anno, lacostruzione di un impianto da 4 MWidroelettrica sul fiume Kadina, due sullaZrnovska river (1,5MW e 0,7 MW) e unosull'Estericka (0,3MW). Le 4 centralirientrano nelle iniziative previste dallaStrategia Nazionale per l'EnergiaIdroelettrica che identifica oltre 400 si-ti adatti per l'installazione di piccole cen-trali idroelettriche con un potenzialecomplessivo di circa 400 MW e alcuni si-ti maggiori (Cebren, Galiste, Boskovmost) con un potenziale pari a 450 MW.

TRASPORTI

Germania:conArriva FFSSdiventail secondo operatore di treni locali

Il Consiglio di sorveglianza di DeutscheBahn ha approvato nelle scorse setti-mane l'aggiudicazione a Trenitalia (incordata con il fondo di investimenti lus-semburghese, Cube) di Arriva Deut-schland, filiale tedesca del gruppo bri-tannico Arriva. La cessione era stataimposta alle Ferrovie tedesche a segui-to dell'acquisizione (2 miliardi di euro)della capogruppo britannica. Nel 2009Arriva Deutschland, che impiega circa3.100 addetti, ha realizzato un fatturatodi circa 460 milioni di euro.Arriva Deutschland è il secondo opera-tore ferroviario del trasporto regionalein Germania con 252 treni, 830 bus, 546chilometri di binari e 12 officine per lamanutenzione. L'attività si riassume inoltre 30 milioni di treni-km e di 31 milio-ni di bus-km. Ferrovie dello Stato contadi ripagare l'investimento in tempi rela-tivamente brevi poiché il ricavo mediototale per km in Germania è di 19,2 eu-ro rispetto a 11,8 in Italia e 22 in Fran-cia. Trenitalia ha presentato l'offerta mi-gliore battendo il concorrente più ag-guerrito, la francese Véolia, già presen-te in Germania. Le Ferrovie dello Statoentrano così per la prima volta nel seg-mento del traffico passeggeri sul merca-to tedesco, ove sono già presenti nelsettore trasporto merci, grazie all'attivi-tà della TXLogistics, uno dei principalioperatori tedeschi di cui dal 2005 deten-gono la maggioranza.

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