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«Amare è con-vivere»: convegno a Genova GENOVA. Il matrimonio, l'importanza della fedeltà e della stabilità della coppia, sono i principali temi affrontati nel corso del convegno intitolato "Amare è con- vivere che si sta svolgendo nel santuario di Nostra Signora della Guardia di Genova.AI convegno, organizzato dall'associazione dei Centri di preparazione al matrimonio, partecipano più di cento delegati di varie regioni tra cui Liguria, Piemonte, Lazio, Veneto, Toscana, Emilia- Romagna. Come ha spiegato monsignor Franco Anfossi, assistente spirituale della sezione genovese, il tema «vuoi far emergere il dato che trasforma sostanzialmente quanto di positivo c'è nelle diverse forme di convivenza». E il dato sostanziale è «un impegno che non è da poco» e coincide con «il "per sempre e comunque", detto pubblicamente non solo a tutti, ma anche, soprattutto, al Dio che ha donato l'uno all'altro i coniugi». «Il "ti accolgo" del nuovo rito - ha spiegato - rende ragione di questa consapevolezza e di questa esplicita volontà». Sulla stessa lunghezza d'onda è monsignor Paolo Rigon, vicario giudiziale del Tribunale ecclesiastico ligure che oggi parlerà dell'importanza del passaggio dalla semplice "convivenza" al "vivere con" l'altro/a per sempre "quale dono di Dio". Domani Stefano Piana, collaboratore della facoltà di Scienze della formazione dell'Università di Genova parlerà di come "Gestire il conflitto per con-vivere nell'amore". I Centri di preparazione al matrimonio, hanno affermato i delegati liguri, Gloria e Riccardo Revello, «sono attivi in Italia da quarantaquattro anni ed è sulla loro metodologia di lavoro che sono state basate le direttive dei vescovi italiani sulla preparazione dei fidanzati al matrimonio». In occasione dei convegni, hanno aggiunto, «particolare attenzione viene data alla formazione degli associati, sacerdoti e laici, e allo scambio di esperienze tra i vari gruppi operanti in Italia». Adriano Torti Università Cattolica Un master insegna a sviluppare i farmaci ROMA. «Sviluppo preclinico e clinico del farmaco». È il titolo del master universitario di secondo livello promosso dall'Istituto di Farmacologia del policlinico Gemelli dell'Università Cattolica di Roma. Il master, alla seconda edizione, si propone di fornire ai partecipanti le oasi teoriche per una approfondita conoscenza del processo di sviluppo del farmaco. Sarà diretto dal professor Pierluigi Navarra, ordinario di Farmacologia della Cattolica e avrà durata annuale, per complessivi 60 crediti e si articolerà in 12 moduli didattici tra novembre 2008 e giugno 2009. Le domande d'iscrizione devono pervenire entro il 7 novembre 2008 a Servizio master universitari, Largo Francesco Vito, 1,00168 Roma. SECONDO NOI Alla Regione Lazio tutto affa fine torna Spinte e controspinte. Ma non sempre divergenti. Due segnali pressoché contemporanei, e solo in apparenza indifferenti uno all'altro, arrivano in queste ore dalla Regione Lazio. Il primo: il presidente Piero Marrazzo, al grido «anche il settore pubblico deve assumersi le proprie responsabilità», scalpita per entrare nell'azionariato della nuova Alitalia. Non suscita molti entusiasmi - anzi - ma pare intenzionato a insistere. Il secondo: Alessio D'Amato, consigliere Pd della stessa Regione, irrompe nel drammatico caso di Eluana Englaro. Trova con la velocità del fulmine la soluzione a ogni problema, a ogni angoscia, a ogni turbamento. Neppure lui conquista molti proseliti, ma le sue certezze sembrano assolute: ci pensiamo noi, nel Lazio ci sono sicuramente strutture in grado di ospitare la lombarda Eluana «nel pieno rispetto delle sue volontà e detta sensibilità dei suoi familiari». Dalla crisi degli aerei alla crisi degli hospice: argomenti diversi e apparentemente lontani, ma - se si guarda bene - tutto alla fine torna. ETICA & GIUSTIZIA Tanti no alla proposta di un consigliere regionale Pd di accogliere Eluana Englaro per farla morire «Gli hospice del Lazio non daranno la morte» DA MILANO PAOLO FERRARIO on sarà il Lazio a dare la mor- te a Eluana Englaro». Ha su- scitato un vespaio di polemi- che, anche dentro la stessa maggioranza di centrosinistra, la presa di posizione del con- sigliere regionale del Partito democratico, A- lessio D'Amato, che l'altro ieri aveva manife- stato la disponibilità delle strutture sanitarie laziali a ospitare la donna lecchese, favoren- do la sospensione dell'idratazione e dell'ali- mentazione. «Le strutture sanitarie del Lazio - ha dichiarato il vice-capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Claudio Moscardelli - hanno l'obiettivo di assistere e curare le per- sone, non certo di lasciarle morire. Per que- sto motivo trovo assolutamente fuori luogo le affermazioni del consigliere D'Amato, che non sono assolutamente rappresentative del- la posizione del Pd regionale». Una smentita ufficiale delle parole di D'A- mato è arrivata anche dal presidente della Commissione regionale Sanità, Luigi Canali, anch'egli esponente democratico, che ha ri- cordato: «La sanità serve per difendere la vi- ta, non per terminarla». «Le strutture del ser- vizio sanitario nazionale - ha aggiunto - ser- vono per migliorare e difendere la vita, non per portare la morte. Per questo pensare di u- tilizzare gli ospedali, i medici e gli infermieri del Lazio per porre termine all'esistenza di un individuo e sbagliato, poiché travisa to- talmente il senso e lo scopo che sta alla base del servizio sanitario della nostra regione». Anche il vice-presidente della stessa Com- missione, Romolo Del Balzo (Pdl), ha soste- nuto che «le affermazioni di D'Amato fanno ombra agli sforzi comuni per la salvaguardia e la crescita del sistema sanitario regionale», mentre il capogruppo regionale deli Udc, Al- do Forte, ha chiesto direttamente al presi- dente della Giunta regionale Marrazzo di «chiarire quanto prima le gravi dichiarazio- ni di D'Amato» e il segretario regionale del- l'Udc Luciano Ciocchetti ha ribadito che «le istituzioni devono tutelare la vita, non favo- rire la morte». Una posizione sostenuta anche dal presi- dente della Regione Lombardia, Roberto For- migoni, che anche ieri è tornato sulla deci- sione di non concedere gli ospedali lombar- di per eseguire la sentenza su Eluana: «Non esiste l'obbligo alle Regioni di dare la morte». Dichiarazione alla quale ha replicato l'avvo- cato Vittorio Angiofini, legale della famiglia Englaro: «Chi ha una carica pubblica che comporta il dovere dell'esecuzione di una or- dinanza non può rifiutare l'esercizio della sua funzione basandosi sui propri convincimen- ti». Come noto, però, la sentenza non crea al- cun obbligo per strutture o persone. Staminali: una cura contro l'infarto la ricerca All'ospedale di Lecco si sta sperimentando un farmaco che stimola la produzione di cellule adulte per il cuore DA LECCO U n farmaco potrebbe rivoluzionare i metodi di cura 4ei pazienti colpiti da infarto miocardico acuto. Per il momento, intorno al G-CSF/Lenogastrim, una citochina usata da anni in ematologia, la prudenza è ancora massima, anche se i primi risultati sono positivi e fanno ben spe- rare. Da circa un anno e mezzo, questo far- maco è usato, in via sperimentale, su un gruppo di pazienti del reparto di Cardiolo- gia dell'ospedale Manzoni di Lecco, per ve- rificarne la capacità di "mobilizzazione dal midollo osseo di cellule staminali adulte" in grado di "riparare" il danno provocato al muscolo cardiaco. La sperimentazione, u- nica in Italia su pazienti gravi (con un dan- no al cuore di almeno il 30%), è portata a- vanti dal nosocomio lecchese insieme al La- boratorio di Biologia vascolare e Terapia ge- nica del Centro cardiologico Monzino di Milano, al Laboratorio di Patologia vasco- lare dell'Istituto dermopatico dell'Imma- colata di Roma e al Dipartimento di Radio- logia dell'ospedale San Gerardo di Monza. «Anziché intervenire sul paziente in ma- niera invasiva - ha spiegato il primario del- la Cardiologia lecchese, Felice Achilli - o- periamo la somministrazione di questo far- maco, che sugli animali ha già dato risulta- ti importanti e, ne siamo certi, anche per l'uomo è sicuro e senza effetti collaterali». Il rigore e la validità del protocollo lecche- se, che potrebbe dare una nuova speranza di guarigione alle circa lOOmila persone col- pite ogni anno da infarto in Italia e i cui ri- sultati saranno pubblicati prima dell'esta- te del 2009, è riconosciuta anche dalle isti- tuzioni internazionali, che lo hanno inseri- to nel primo studio europeo di mortalità da infarto, insieme al Policlinico Gemelli di Roma. Paolo Ferrario COSA SONO Strutture per terminali MILANO. La sanità lombarda - non darà attuazione alla v . sentenza del 9 luglio della Corte d'assise di Milano, che ha"'"' autorizzato la sospensione ->J dell'alimentazione e 'oh dell'idratazione a Eluana Englaro. Lo ha stabilito la Regione e queste disposizioni valgono anche per i 48 hospice attivi sul territorio regionale. In tutta Italia queste strutture sono 143 e diventeranno 206 '• entro la fine dell'anno. Oltre a quelli lombardi, in Emilia Romagna ce ne sono 25,17 in : Veneto, 14 nel Lazio e 15 in Piemonte, in Sicilia e in Toscana. In Campania ce ne sono soltanto 2 e in Abruzzo nessuno. Queste strutture sono state indicate nella stessa sentenza della Corte d'appello, come idonee ad ospitare Eluana; una posizione che ha - suscitato la reazione negativa dei medici palliativisti. «Gli hospice - ha ricordato il presidente della categoria, Giovanni Zaninetta - non sono - strutture di morte». L'hospice è infatti una struttura sanitaria residenziale per malati terminali. Luogo d'accoglienza e • ricovero temporaneo, in essa il paziente viene accompagnato nelle ultime fasi della sua vita con un appropriato sostegno medico, psicologico e spirituale ' affinchè le viva con dignità nel modo meno traumatico e doloroso possibile. Intesa come una sorta di prolungamento e integrazione della propria dimora, l'hospice include pure il '• sostegno psicologico e sociale alla famiglia del malato. la storia La donna paraplegica da 13 anni, ha conseguito il brevetto da paracadutista A Rimini, varato il primo catamarano in grado di ospitare persone disabili DA RIMINI QUINTO CAPPELLI S fidano il cielo e il mare, metafore della vita, per essere liberi dalle catene dell'handicap. Laura Rampini è la prima disabile in carrozzella a diventare paracadutista con tanto di brevetto, collaudato l'altro ieri, giovedì 4 settembre, all'aeroporto di Ravenna col primo lancio ufficiale da sola e una grande festa. Contemporaneamente nel vicino Laura, la disabile «regina» dei deli porto di Rimini ha preso il largo il primo catamarano attrezzato per disabili di Andrea Stella, con alcuni ragazzi in carrozzella diventati skipper per un giorno. Laura Rampini e Andrea Stella non sono accomunati solo dalla disabilità, ma soprattutto da una grande voglia di vivere una vita normale nonostante l'handicap e di condividere con gli altri quella che sta diventando una missione. Entrambi hanno fondato e dirigono un'associazione. Nel 2005 Laura ha fondato «Liberhando», che, «in tre anni ha fatto volare oltre 300 ragazzi disabili, compresi paraplegici che non muovevano braccia e gambe, per provare l'ebbrezza del volo, lanciandosi in tandem con gli istruttori». Grazie ad una particolare attrezzatura tecnica («cricchetto») da lei brevettata dopo una serie di simulazioni in Gran Bretagna per testarla, Laura e gli amici disabili riescono ad atterrare sedendo. Il 13 e 14 settembre prossimo arriveranno a Ravenna da tutta Italia 75 disabili per provare il «Real Dream», il progetto rivolto ai ragazzi per dimostrare loro che volare come gli altri può trasformarsi da sogno a realtà. Spiega la campionessa di volo, con brevetto anche per deltaplano, parapendio e ultraleggero: «Lo scopo dell'associazione è quello di far uscire di casa e dalla commiserazione i disabili per fargli affrontare la vita come tutti i normodotati. Occorre liberarsi anche dal computer, un grande aiuto per noi, ma che rischia di chiuderci in un mondo virtuale che ci allontana dalla vita reale». Paraplegica in seguito ad un gravissimo incidente stradale a 22 anni, da poco sposata e madre di un bambino, Laura non si è mai arresa, continuando a lavorare, accudire la casa e la famiglia, facendo nascere anche un secondo figlio. I due: Luca e Meo, rispettivamente di 15 e 10 anni, si sono lanciati in tandem con gli istruttori, per far da corona alla mamma oggi 35enne. Anche a Rimini alcuni ragazzi disabili hanno provato per la prima volta l'uscita in mare per alcune ore con l'equipaggio del catamarano di Andrea Stella e dell'associazione «Lo Spirito di Stella», che porta in mare per la «scuola a vela» gratuita 500 ragazzi l'anno. Racconta Matteo Bresciani, 12 anni, di Rocca San Casciano (Forlì): «Ho provato la più bella e forte emozione della mia vita. Vorrei condividerla con tutti i ragazzi che hanno gli stessi problemi». Aggiungono i suoi genitori Ilde e Mauro: «L'esperienza è importantissima, perché insegna ai ragazzi disabili che le difficoltà della vita si possono affrontare e superare come per tutte le persone che non hanno disabilita». Per il medico Paolo Sarti, presidente dell'associazione •• •.-•< • pediatrica forlivese, che ha organizzato l'uscita in mare: «II nostro sogno? Realizzare una barca per disabili, in particolare per ragazzi disabili, per fare il giro del Mediterraneo, in collaborazione con la Lega Navale Italiana, che ha per statuto l'obiettivo di coinvolgere i disabili». In alto Laura Rampini, la disabile romagnola, che è stata capace di diventare paracadutista, mentre si trova in volo ,r •<<

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«Amare è con-vivere»: convegno a GenovaGENOVA. Il matrimonio,l'importanza della fedeltà e dellastabilità della coppia, sono i principalitemi affrontati nel corso delconvegno intitolato "Amare è con-vivere che si sta svolgendo nelsantuario di Nostra Signora dellaGuardia di Genova.AI convegno,organizzato dall'associazione deiCentri di preparazione al matrimonio,partecipano più di cento delegati divarie regioni tra cui Liguria, Piemonte,Lazio, Veneto, Toscana, Emilia-Romagna. Come ha spiegatomonsignor Franco Anfossi, assistentespirituale della sezione genovese, iltema «vuoi far emergere il dato chetrasforma sostanzialmente quanto dipositivo c'è nelle diverse forme diconvivenza». E il dato sostanziale è«un impegno che non è da poco» ecoincide con «il "per sempre e

comunque", detto pubblicamente nonsolo a tutti, ma anche, soprattutto, alDio che ha donato l'uno all'altro iconiugi». «Il "ti accolgo" del nuovorito - ha spiegato - rende ragione diquesta consapevolezza e di questaesplicita volontà». Sulla stessalunghezza d'onda è monsignor PaoloRigon, vicario giudiziale del Tribunaleecclesiastico ligure che oggi parleràdell'importanza del passaggio dalla

semplice "convivenza" al "vivere con"l'altro/a per sempre "quale dono diDio". Domani Stefano Piana,collaboratore della facoltà di Scienzedella formazione dell'Università diGenova parlerà di come "Gestire ilconflitto per con-vivere nell'amore". ICentri di preparazione almatrimonio, hanno affermato idelegati liguri, Gloria e RiccardoRevello, «sono attivi in Italia daquarantaquattro anni ed è sulla lorometodologia di lavoro che sono statebasate le direttive dei vescovi italianisulla preparazione dei fidanzati almatrimonio». In occasione deiconvegni, hanno aggiunto, «particolareattenzione viene data alla formazionedegli associati, sacerdoti e laici, e alloscambio di esperienze tra i vari gruppioperanti in Italia».

Adriano Torti

Università CattolicaUn master insegnaa sviluppare i farmaci

ROMA. «Sviluppo preclinico eclinico del farmaco». È il titolo delmaster universitario di secondolivello promosso dall'Istituto diFarmacologia del policlinicoGemelli dell'Università Cattolicadi Roma. Il master, alla secondaedizione, si propone di fornire aipartecipanti le oasi teoriche peruna approfondita conoscenza delprocesso di sviluppo del farmaco.Sarà diretto dal professor PierluigiNavarra, ordinario di Farmacologiadella Cattolica e avrà durataannuale, per complessivi 60 creditie si articolerà in 12 modulididattici tra novembre 2008 egiugno 2009. Le domanded'iscrizione devono pervenireentro il 7 novembre 2008 aServizio master universitari, LargoFrancesco Vito, 1,00168 Roma.

SECONDONOIAlla Regione Laziotutto affa fine tornaSpinte e controspinte. Ma non sempre divergenti. Due segnalipressoché contemporanei, e solo in apparenza indifferenti unoall'altro, arrivano in queste ore dalla Regione Lazio. Il primo: ilpresidente Piero Marrazzo, al grido «anche il settore pubblico deveassumersi le proprie responsabilità», scalpita per entrarenell'azionariato della nuova Alitalia. Non suscita molti entusiasmi -anzi - ma pare intenzionato a insistere. Il secondo: Alessio D'Amato,consigliere Pd della stessa Regione, irrompe nel drammatico caso diEluana Englaro. Trova con la velocità del fulmine la soluzione a ogniproblema, a ogni angoscia, a ogni turbamento. Neppure lui conquistamolti proseliti, ma le sue certezze sembrano assolute: ci pensiamonoi, nel Lazio ci sono sicuramente strutture in grado di ospitare lalombarda Eluana «nel pieno rispetto delle sue volontà e dettasensibilità dei suoi familiari». Dalla crisi degli aerei alla crisi deglihospice: argomenti diversi e apparentemente lontani, ma - se siguarda bene - tutto alla fine torna.

ETICA& GIUSTIZIA

Tanti no alla proposta diun consigliere regionalePd di accogliere EluanaEnglaro per farla morire

«Gli hospice del Lazionon daranno la morte»DA MILANO PAOLO FERRARIO

on sarà il Lazio a dare la mor-te a Eluana Englaro». Ha su-scitato un vespaio di polemi-

che, anche dentro la stessa maggioranza dicentrosinistra, la presa di posizione del con-sigliere regionale del Partito democratico, A-lessio D'Amato, che l'altro ieri aveva manife-stato la disponibilità delle strutture sanitarielaziali a ospitare la donna lecchese, favoren-do la sospensione dell'idratazione e dell'ali-mentazione. «Le strutture sanitarie del Lazio- ha dichiarato il vice-capogruppo del Pd inConsiglio regionale, Claudio Moscardelli -hanno l'obiettivo di assistere e curare le per-sone, non certo di lasciarle morire. Per que-sto motivo trovo assolutamente fuori luogole affermazioni del consigliere D'Amato, chenon sono assolutamente rappresentative del-la posizione del Pd regionale».Una smentita ufficiale delle parole di D'A-mato è arrivata anche dal presidente dellaCommissione regionale Sanità, Luigi Canali,anch'egli esponente democratico, che ha ri-cordato: «La sanità serve per difendere la vi-ta, non per terminarla». «Le strutture del ser-vizio sanitario nazionale - ha aggiunto - ser-vono per migliorare e difendere la vita, nonper portare la morte. Per questo pensare di u-tilizzare gli ospedali, i medici e gli infermieri

del Lazio per porre termine all'esistenza diun individuo e sbagliato, poiché travisa to-talmente il senso e lo scopo che sta alla basedel servizio sanitario della nostra regione».Anche il vice-presidente della stessa Com-missione, Romolo Del Balzo (Pdl), ha soste-nuto che «le affermazioni di D'Amato fannoombra agli sforzi comuni per la salvaguardiae la crescita del sistema sanitario regionale»,mentre il capogruppo regionale deli Udc, Al-do Forte, ha chiesto direttamente al presi-dente della Giunta regionale Marrazzo di«chiarire quanto prima le gravi dichiarazio-ni di D'Amato» e il segretario regionale del-l'Udc Luciano Ciocchetti ha ribadito che «leistituzioni devono tutelare la vita, non favo-rire la morte».Una posizione sostenuta anche dal presi-dente della Regione Lombardia, Roberto For-migoni, che anche ieri è tornato sulla deci-sione di non concedere gli ospedali lombar-di per eseguire la sentenza su Eluana: «Nonesiste l'obbligo alle Regioni di dare la morte».Dichiarazione alla quale ha replicato l'avvo-cato Vittorio Angiofini, legale della famigliaEnglaro: «Chi ha una carica pubblica checomporta il dovere dell'esecuzione di una or-dinanza non può rifiutare l'esercizio della suafunzione basandosi sui propri convincimen-ti». Come noto, però, la sentenza non crea al-cun obbligo per strutture o persone.

Staminali: una cura contro l'infartola ricercaAll'ospedale di Lecco si stasperimentando un farmacoche stimola la produzione dicellule adulte per il cuore

DA LECCO

U n farmaco potrebbe rivoluzionare imetodi di cura 4ei pazienti colpitida infarto miocardico acuto. Per il

momento, intorno al G-CSF/Lenogastrim,una citochina usata da anni in ematologia,la prudenza è ancora massima, anche se i

primi risultati sono positivi e fanno ben spe-rare. Da circa un anno e mezzo, questo far-maco è usato, in via sperimentale, su ungruppo di pazienti del reparto di Cardiolo-gia dell'ospedale Manzoni di Lecco, per ve-rificarne la capacità di "mobilizzazione dalmidollo osseo di cellule staminali adulte"in grado di "riparare" il danno provocato almuscolo cardiaco. La sperimentazione, u-nica in Italia su pazienti gravi (con un dan-no al cuore di almeno il 30%), è portata a-vanti dal nosocomio lecchese insieme al La-boratorio di Biologia vascolare e Terapia ge-nica del Centro cardiologico Monzino diMilano, al Laboratorio di Patologia vasco-lare dell'Istituto dermopatico dell'Imma-colata di Roma e al Dipartimento di Radio-logia dell'ospedale San Gerardo di Monza.

«Anziché intervenire sul paziente in ma-niera invasiva - ha spiegato il primario del-la Cardiologia lecchese, Felice Achilli - o-periamo la somministrazione di questo far-maco, che sugli animali ha già dato risulta-ti importanti e, ne siamo certi, anche perl'uomo è sicuro e senza effetti collaterali».Il rigore e la validità del protocollo lecche-se, che potrebbe dare una nuova speranzadi guarigione alle circa lOOmila persone col-pite ogni anno da infarto in Italia e i cui ri-sultati saranno pubblicati prima dell'esta-te del 2009, è riconosciuta anche dalle isti-tuzioni internazionali, che lo hanno inseri-to nel primo studio europeo di mortalità dainfarto, insieme al Policlinico Gemelli diRoma.

Paolo Ferrario

COSA SONO

Struttureper terminaliM I L A N O . La sanità lombarda -non darà attuazione alla v .sentenza del 9 luglio dellaCorte d'assise di Milano, che h a " ' " 'autorizzato la sospensione ->Jdell'alimentazione e 'ohdell'idratazione a EluanaEnglaro. Lo ha stabilito laRegione e queste disposizionivalgono anche per i 48 hospiceattivi sul territorio regionale. Intutta Italia queste strutturesono 143 e diventeranno 206 '•entro la fine dell'anno. Oltre aquelli lombardi, in Emilia •Romagna ce ne sono 25,17 in :Veneto, 14 nel Lazio e 15 inPiemonte, in Sicilia e in Toscana.In Campania ce ne sonosoltanto 2 e in Abruzzonessuno. Queste strutturesono state indicate nella stessasentenza della Corte d'appello,come idonee ad ospitareEluana; una posizione che ha -suscitato la reazione negativadei medici palliativisti. «Glihospice - ha ricordato ilpresidente della categoria,Giovanni Zaninetta - non sono -strutture di morte». L'hospice èinfatti una struttura sanitariaresidenziale per malatiterminali. Luogo d'accoglienza e •ricovero temporaneo, in essa ilpaziente viene accompagnatonelle ultime fasi della sua vitacon un appropriato sostegnomedico, psicologico e spirituale 'affinchè le viva con dignità nelmodo meno traumatico edoloroso possibile. Intesa comeuna sorta di prolungamento eintegrazione della propriadimora, l'hospice include pure il '•sostegno psicologico e socialealla famiglia del malato.

la storiaLa donna paraplegica da13 anni, ha conseguito ilbrevetto da paracadutistaA Rimini, varato il primocatamarano in grado diospitare persone disabili

DA RIMINI QUINTO CAPPELLI

S fidano il cielo e il mare,metafore della vita, per essereliberi dalle catene

dell'handicap. Laura Rampini è laprima disabile in carrozzella adiventare paracadutista con tanto dibrevetto, collaudato l'altro ieri,giovedì 4 settembre, all'aeroporto diRavenna col primo lancio ufficiale dasola e una grande festa.Contemporaneamente nel vicino

Laura, la disabile «regina» dei deliporto di Rimini ha preso il largo ilprimo catamarano attrezzato perdisabili di Andrea Stella, con alcuniragazzi in carrozzella diventatiskipper per un giorno. LauraRampini e Andrea Stella non sonoaccomunati solo dalla disabilità, masoprattutto da una grande voglia divivere una vita normale nonostantel'handicap e di condividere con glialtri quella che sta diventando unamissione. Entrambi hanno fondato edirigono un'associazione. Nel 2005Laura ha fondato «Liberhando», che,«in tre anni ha fatto volare oltre 300ragazzi disabili, compresi paraplegiciche non muovevano braccia egambe, per provare l'ebbrezza delvolo, lanciandosi in tandem con gliistruttori». Grazie ad una particolareattrezzatura tecnica («cricchetto») dalei brevettata dopo una serie di

simulazioni in Gran Bretagna pertestarla, Laura e gli amici disabiliriescono ad atterrare sedendo. Il 13 e14 settembre prossimo arriveranno aRavenna da tutta Italia 75 disabili perprovare il «Real Dream», il progettorivolto ai ragazzi per dimostrare loroche volare come gli altri puòtrasformarsi da sogno a realtà.Spiega la campionessa di volo, conbrevetto anche per deltaplano,parapendio e ultraleggero: «Lo scopodell'associazione è quello di faruscire di casa e dallacommiserazione i disabili per fargliaffrontare la vita come tutti inormodotati. Occorre liberarsi anchedal computer, un grande aiuto pernoi, ma che rischia di chiuderci in unmondo virtuale che ci allontana dallavita reale». Paraplegica in seguito adun gravissimo incidente stradale a 22

anni, da poco sposata e madre di unbambino, Laura non si è mai arresa,continuando a lavorare, accudire lacasa e la famiglia, facendo nascereanche un secondo figlio. I due: Lucae Meo, rispettivamente di 15 e 10anni, si sono lanciati in tandem congli istruttori, per far da corona allamamma oggi 35enne. Anche aRimini alcuni ragazzi disabili hannoprovato per la prima volta l'uscita inmare per alcune ore con l'equipaggiodel catamarano di Andrea Stella edell'associazione «Lo Spirito diStella», che porta in mare per la«scuola a vela» gratuita 500 ragazzil'anno. Racconta Matteo Bresciani,12 anni, di Rocca San Casciano(Forlì): «Ho provato la più bella eforte emozione della mia vita. Vorreicondividerla con tutti i ragazzi chehanno gli stessi problemi».

Aggiungono i suoigenitori Ilde eMauro:«L'esperienza èimportantissima,perché insegna airagazzi disabiliche le difficoltàdella vita sipossono affrontare e superare comeper tutte le persone che non hannodisabilita». Per il medico Paolo Sarti,presidente dell'associazione •• •.-•< •pediatrica forlivese, che haorganizzato l'uscita in mare: «IInostro sogno? Realizzare una barcaper disabili, in particolare per ragazzidisabili, per fare il giro delMediterraneo, in collaborazione conla Lega Navale Italiana, che ha perstatuto l'obiettivo di coinvolgere idisabili».

In alto Laura Rampini, ladisabile romagnola, che èstata capace di diventareparacadutista, mentre sitrova in volo

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