Etica della Comunicazione 2

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  • 7/28/2019 Etica della Comunicazione 2

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    Seconda lezioneDalla comunicazione alla deontologia

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    Che cosa vuol dire

    comunicare? Il comunicare unattivit, un agire

    dellessere umano.

    Lessere umano , come ad esempio

    diceva Aristotele, un essere capace di

    logos. Vi sono per diversi significati, differenti

    interpretazioni del comunicare.

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    La definizione standard

    Quando ci figuriamo una comunicazione, [] ci riferiamo [] ad attivit

    come spedire una lettera, fare pubblicit, gridare qualcosa a qualcuno,

    raccontare una storia. In tutti questi casi accade che ci sia qualcuno (che

    chiameremo emittente), il quale trasmette qualche cosa (che chiameremo

    messaggio o, in maniera pi tecnica, testo) a qualcun altro (chechiameremo destinatario). In questo tipo di comunicazione vi

    naturalmente un lavoroda parte dellemittente, per dare al messaggio un

    formato accessibile al destinatario. Tale operazione pu avere pi o meno

    successo, ma liniziativa e il lavoro in essa spettano allemittente. Il

    destinatario si trova a ricostruirelintenzione dellemittente, a interpretare il

    messaggio, a reagire ad esso o a rifiutarlo. Ma la situazione di base quelladella trasmissione pura e semplice, come accade quando qualcuno

    spedisce una lettera a qualcun altro (Ugo Volli, Manuale di semiotica,

    Laterza, Roma-Bari 2000, p. 8).

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    Commento della definizione

    Nella teoria standard la comunicazione intesacome trasmissione di informazioni (in generalesi parla di un messaggio) da un emittente a unricevente (o anche: destinatario).

    Un tale messaggio trasmesso attraverso invirt di un vero e proprio contatto fra emittente ericevente (che si chiama canale: ad esempio,in questo caso, la mia voce).

    Il messaggio dato secondo un codice benpreciso (ad esempio una determinata lingua: inquesto caso la lingua italiana).

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    Schema generale del modello

    standard di comunicazione

    Emittente Destinatario

    [messaggio]

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    Limiti di questa teoria

    Si tratta di una teoria semplice e perci,essa stessa efficace ed efficiente nella suafunzione esplicativa.

    Ma inadeguata a spiegare ogni tipo diinterazione comunicativa (ad esempiolinterazione dialogica).

    Essa ha inoltre un carattere unilaterale,esemplificato dallunilateralit della frecciache collega emittente e ricevente. Bisognadunque approfondire questo aspetto.

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    Informare non comunicare

    Unilateralit dellinformare, bi-direzionalit delcomunicare. Pi precisamente, il feedback presenteanche nel caso dellinformazione, ma consideratosempre successivo, sempre una risposta allemittente.

    Invece nel caso della comunicazione linterazione ritenuta sempre e in ogni momento possibile, e dunque bidirezionale. La comunicazione insommacaratterizzata da una tendenziale simultaneit.

    Si pu parlare quindi non pi di locutori, ma diinterlocutori.

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    Schema del modello interattivo

    di comunicazione

    Interlocutore Interlocutore

    [comunicabile]

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    Definizione pi generale di

    comunicazione

    Comunicare significa dischiudere uno spazio

    comune di relazione fra interlocutori.

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    Etimologia del termine

    comunicazione

    Communicatio

    Communis

    Cum-munus

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    Passaggio

    Abbiamo chiarito che cosa significa comunicazione.

    Abbiamo visto qual il significato del modellostandard

    di comunicazione e quali sono i suoi limiti.

    Abbiamo ricavato un concetto di comunicazione piampio e meno unilaterale dal punto di vista etico: la

    comunicazione come creazione e salvaguardia di uno

    spazio comune fra gli interlocutori.

    Ora dobbiamo preoccuparci di comprendere in che

    modo possibile comunicarebene.

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    La deontologia professionale

    In che cosa consiste lapproccio deontologico? Essoriguarda le varie categorie professionali di comunicatori,definendo che cosa significa il loro comunicare bene.

    Infatti il termine deontologia, stando al suo etimo greco(lespressione to deon), rimanda alla sfera del dovere, aci che bisogna o meno fare, nella misura in cui prescritto da unistanza riconosciuta come normativa.

    Con lemergere dellaspetto deontologico si delinea

    lesigenza di una regolamentazione dei processicomunicativi.

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    Definizione di deontologia

    La deontologia indica il complesso dei

    doveri relativi a una certa professione o a

    una particolare attivit. Essa stabilisce ciche bisogna o meno fare in un certo

    ambito, nella misura in cui ci risulta

    prescritto da unistanza riconosciuta come

    normativa.

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    Che cosa sono i codici

    Lapproccio deontologico, relativo alle varie categorieprofessionali di comunicatori o a specifiche loro attivit, siesprime di solito attraverso i codici.

    Un codice il luogo in cui viene raccolto, enunciato e percireso pubblico linsieme dei doveri riguardanti unadeterminata attivit.

    Di solito esso indica, oltre che particolari doveri, anche lesanzioni a cui va incontro chi trasgredisce quanto stabilito dal

    codice. Il codice indica inoltre le regole che sovrintendono al

    riconoscimento della trasgressione e allapplicazione dellesanzioni.

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    Come funzionano i codici

    Esempi di codici: i codici dei giornalisti e il codice dei comunicatori

    pubblici, il codice dellassociazione dei pubblicitari e quelli relativi a

    internet, il codice tv e minori. Ci torneremo nella quarta lezione.

    I codici sono per lo pi codici di autoregolamentazione:

    unautoregolamentazione che viene compiuta allinterno degli ambitiprofessionali coinvolti.

    In questo modo risultano conciliate, per un verso, la necessit disalvaguardare la libert di espressione e, per altro verso, laconsapevolezza che non si pu dire tutto: facendo in modo, cio, che

    quanto si pu dire venga fissato proprio da coloro che lo possono o che lodebbono dire.

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    Limiti dei codici

    Fin troppo spesso, lapplicazione di questi documentirisulta difficile e farraginosa, e le sanzionicomminate, posto che lo siano davvero, sono spessodi modesta entit.

    I codici, poi, sono relativi a particolari categorieprofessionali. E allinterno di queste organizzazioni dicategoria, sovente, controllore e controllato finisconoper coincidere: se non di fatto, quanto meno

    potenzialmente.

    I codici rimandano perci, per poter essere applicati,a una motivazione etica che li travalica.

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    Conclusione della seconda lezione

    Parafrasando una pubblicit di qualche anno fa: i

    codici aiutano, anche se non bastano.

    Essi sono utili come richiamo alla correttezza di certi

    comportamenti professionali, ma sono pur semprelimitati a certe categorie di professionisti.

    Inoltre essi richiedono di essere assunti con senso di

    responsabilit. Rimandano dunque a un altro piano:quello delletica dellacomunicazione propriamentedetta.