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ETÀ CONTEMPORANEA E TRASFORMAZIONI DEL LAVORO (Fabrizio LORETO – Marta MARGOTTI)
IMPERIALISMI E NAZIONALISMI OLTRE I CONFINI, OLTRE GLI STATI
TRA LA FINE DEL XIX E L’INIZIO DEL XX SECOLO
INTEGRAZIONE MONDIALE E SVILUPPO INDUSTRIALE
• Dalla metà del XIX secolo, si registrò una crescente integrazione delle società a livello planetario. • Le scoperte scienJfiche e le innovazioni tecnologiche favorirono lo sviluppo industriale e la crescita dei commerci internazionali.
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Tra le cause e le conseguenza dei fenomeni di globalizzazione vi furono: • lo sviluppo dei trasporJ mariFmi e ferroviari; • la circolazione delle materie prime e dei
prodoF finiI; • le migrazioni internazionali;
• la poliJca coloniale europea.
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I POSSEDIMENTI COLONIALI EUROPEI PRIMA DELLA GRANDE GUERRA
• Civiltà sino ad allora distanI entrarono in contaKo e subirono mutamenJ radicali al loro interno. • Gli StaI e le compagnie private che controllavano i commerci potevano spostare rapidamente merci e persone da un punto all’altro del pianeta. • Gli “europei” esercitavano uno streKo
controllo dei territori e delle roQe di navigazione, usando la forza militare.
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• Il processo mondiale di divisione del lavoro ebbe conseguenze economiche su vasta scala. • In conseguenza alle nuove forme di organizzazione del lavoro industriale, aumentò la produRvità. • Per le forI disconInuità con il periodo precedente, gli storici definiscono questa fase “seconda rivoluzione industriale”.
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• Si registrò un forte incremento della popolazione e si espansero i centri urbani, in parIcolare in Europa e nelle Americhe.
• In Europa, negli ulImi decenni dell’OKocento, avvenne una crescita notevole della popolazione (da 300 a 400 milioni circa, sopraKuKo in Germania e in Russia). • In Asia e in Africa, il controllo delle potenze
coloniali condizionò le locali struQure economiche e sociali.
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• Le aRvità agricole conInuarono ad avere una rilevanza notevole nell’economia e nell’organizzazione di molte società. • L’agricoltura fu però sempre più condizionata dalle dimensioni internazionali dell’economia. • La crisi agricola di fine OQocento fu alla
base dei flussi migratori imponenI dall’Europa sopraKuKo verso le
Americhe. 8
• La crescita degli scambi portò alla nascita di un commercio mondiale nel quale erano stabiliI i prezzi internazionali delle merci. • A causa della dimensione planetaria
dell’economia, la “grande depressione” (1873-‐1896) si propagò
dall’Europa al resto del mondo. 9
CRESCITA ECONOMICA E GRANDE DEPRESSIONE
STATI E POLITICA • La struKura dello Stato si trasformò e aumentarono i suoi compiJ in campo economico e sociale. • L’intervento dello Stato in economia contrastava con l’idea liberale di non ingerenza. • Crebbero le pressioni perché lo Stato regolasse la compeIzione all’interno e
limitasse la concorrenza dall’estero. 11
L’obieFvo era sostenere lo sviluppo delle imprese nazionali e rispondere ad alcune richieste provenienI dai ceJ popolari.
Si affermò l’dea e la realtà di uno Stato forte (esercito, burocrazia, polizia).
L’intenzione dei governi era guidare uno sviluppo sociale senza scosse,
poliIcamente conservatore e autoritario, ma non chiuso alle quesIoni sociali.
NAZIONALISMO E AUTORITARISMO
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• Protezionismo doganale • Legislazione sociale • PoliIca scolasIca
• GesIone pubblica dei servizi 12
Gli StaI adoKarono una serie di provvedimenI per rispondere alle richieste “nazionali”, in parIcolare nei seguenI seKori:
LE POLITICHE NAZIONALI Tra le conseguenze vi furono • l’aumento dei poteri dei governi e
l’estensione degli apparaJ burocraJci; • un più streKo intreccio tra poliJca e affari; • l’allargamento del suffragio eleQorale anche per l’accresciuto ruolo delle masse
popolari e l’organizzazione dei parJJ poliJci.
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IL SISTEMA INTERNAZIONALE
• In Europa, si strinsero alleanze tra singole nazioni aKraverso cui si confermava e rafforzava il principio nazionale.
• La sovranità assoluta degli StaI si rifleKeva nelle relazioni internazionali,
con la tendenza a conservare la situazione di faKo e l’equilibrio tra le
nazioni. 14
LA FORMAZIONE DEGLI IMPERI COLONIALI
• L’imperialismo fu un fenomeno complesso legato alla fase di capitalismo maturo della fine del XIX secolo.
• Il colonialismo rappresentò una peculiare manifestazione dell’imperialismo europeo. • Si rafforzò il rapporto tra interessi economici e iniziaJve poliJco-‐militari degli StaI. Questo intreccio si tradusse nella compeIzione e nei
confliF per il controllo di aree fuori dell’Europa.
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LA CORSA ALLE COLONIE La conquista coloniale intendeva procurare ai colonizzatori • materie prime • nuovi mercaI per prodoF e capitali • una poliIca nazionale di potenza
aKraverso il controllo • di roQe mariFme e di strade • di risorse minerarie e agricole
• di popolazioni 17
I POSSEDIMENTI COLONIALI EUROPEI PRIMA DELLA GRANDE GUERRA
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Prima dello scoppio della Grande Guerra, nel 1914, quasi tuKa l’Africa era controllata dalle potenze coloniali europee. Facevano eccezione l’EIopia e la Liberia.
COLONIALISMO IN AFRICA
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L’ASIA COLONIALE
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• Con il Congresso di Berlino del 1884-‐85 si giunse alla risoluzione delle tensioni tra nazioni europee per ridurre il rischio di confliR causaI dalla corsa alle colonie. • Fu stabilito il diriKo di ciascuna potenza di estendere i propri possedimenJ dalle coste fino all’interno e fino alle zone di
penetrazione di altre potenze. 20
IL CONGRESSO DI BERLINO CONSEGUENZE DEL COLONIALISMO
• I colonizzatori oKennero i maggiori vantaggi poliIci ed economici. • L’espansione coloniale inizialmente aQenuò i faQori di crisi interna delle nazioni europee dovuI allo sviluppo industriale. • Le tensioni internazionali si scaricarono fuori dell’Europa, portando un periodo di
pace conJnentale (1870-‐1914). 21
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UN MONDO DI COLONIE • La dominazione coloniale si basò sul saccheggio delle risorse naturali, sullo sfruQamento delle popolazioni e sulla violazione dei diriR umani. • Introdusse elemenI di modernizzazione economica e sociale nelle colonie. • Crebbe il divario economico tra i paesi
industrializzaI e il resto del mondo. • Rafforzò la convinzione della superiorità della razza bianca. 23
L’ORGANIZZAZIONE DEL DOMINIO COLONIALE
Furono diversi i modi di organizzare il dominio coloniale.
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La Gran Bretagna intendeva creare una federazione di popoli, il Commonwealth.
LE COLONIE BRITANNICHE -‐ 1
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La Gran Bretagna organizzò i suoi possedimenI in colonie (Nigeria, India),
proteQoraJ (EgiKo e alcuni staI dell’India) e dominions (caraKerizzaI
da una presenza cospicua di europei, un governo parlamentare e fedeltà alla corona: Canada, Australia, Nuova Zelanda, Unione Sudafricana).
LE COLONIE BRITANNICHE -‐ 2
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• SopraKuKo dopo il 1870, la poliIca coloniale francese – iniziata già in precedenza -‐ ebbe un forte sviluppo.
• Si fondò sul trapianto del sistema capitalisJco, sul centralismo
amministraJvo, e sull’assimilazione culturale delle popolazioni colonizzate,
sopraKuKo nelle colonie più anIche (Guyana, Senegal, Cocincina).
IL COLONIALISMO FRANCESE -‐ 1 L’Algeria, invasa nel 1830, soltanto trent’anni dopo fu soKo il pieno controllo militare francese.
IL COLONIALISMO FRANCESE -‐ 2
Iniziò una consistente migrazione dall’Europa: ai non francesi fu garanIta la
ciKadinanza. Gli abitanI musulmani erano
discriminaJ. Divenne un possedimento
esclusivo della Francia, parte integrante della metropoli.
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• Nell’ulImo trentennio dell’OKocento, il processo di modernizzazione del Giappone era avvenuto con l’intervento determinante dello Stato e a causa delle pressioni coloniali.
• Le concentrazioni monopolisJche commerciali e industriali contribuirono al caraQere autoritario del regime poliIco
guidato dall’imperatore. Diminuisce il potere dei grandi proprietari terrieri.
IL GIAPPONE IMPERIALE -‐ 1
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IL GIAPPONE IMPERIALE -‐ 2
La poliJca estera aggressiva del Giappone per il controllo dell’Asia orientale portò a scontri, oltre
che con la Cina, con la Russia che fu
sconfiKa nel 1905.
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LA CINA -‐ 1 • Il vasto territorio cinese, poliJcamente frammentato, aveva nell’imperatore il simbolo della sua unità.
• Le potenze coloniali europee e gli StaI UniI imposero alla Cina l’apertura di relazioni commerciali con l’estero. • La classe dirigente cinese fu incapace di contrastare
la penetrazione delle potenze occidentali. • La “guerra dell’oppio” (1840-‐1842) fu provocata dal
commercio di contrabbando degli inglesi che pretesero traQaJ diseguali a loro favore.
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LA CINA -‐ 2
• Ci furono alcuni tentaIvi di riforme poliIche e sociali dell’impero, ma fallirono.
• Gli aKacchi contro gli occidentali da parte dei Boxer, un gruppo estremista e xenofobo, provocarono la reazione delle potenze europee (1898-‐1901).
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LA CINA -‐ 3
La capitale fu occupata,
provocando la fuga
dell’imperatore e il controllo
straniero sulla Cina.
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IL RUOLO MONDIALE DEGLI USA -‐ 1 • L’impetuoso sviluppo industriale e agricolo permise agli StaI UniI di assumere un ruolo poliJco e militare di primo piano: nel 1914 erano il primo produKore mondiale di ferro, carbone, petrolio, rame e argento.
• L’espansione verso ovest (il Far West), con l’appropriazione delle terre appartenute ai naJvi, fu accompagnata da nuove colIvazioni e dalla costruzione di un’estesa rete ferroviaria.
• Crebbe l’arrivo di migranJ dall’Europa orientale e meridionale (new migraIon).
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• La poliIca estera statunitense usò strumenJ pacifici e azioni militari.
• Nel 1867, gli StaI UniI acquistarono l’Alaska dalla Russia. • Nel 1898, furono annesse le Hawaii; dopo
aver sconfiKo la Spagna, gli Usa controllarono l’isola di Cuba e Portorico.
• Il controllo del canale di Panama consenm agli StaI UniI un predominio strategico ed economico nel conInente americano.
IL RUOLO MONDIALE DEGLI USA -‐ 2
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LA RUSSIA ZARISTA -‐ 1 • Nella seconda metà dell’OKocento, i contadini erano ancora la base portante della società russa. Gravi erano le situazioni di povertà e forI le diseguaglianze.
• Vi erano poche industrie e mancava una borghesia imprenditoriale.
• L’impero russo era guidato dal governo autocraJco dello zar.
• Vi era una burocrazia immobile; le rivolte agrarie erano duramente represse; la polizia
segreta controllava intelleKuali e parII poliIci e.
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LA RUSSIA ZARISTA -‐ 2 • La sconfiKa del 1905 fece esplodere le tensioni sociali dovute alla scarsità delle terre a disposizione dei contadini, alla pesante tassazione e alle trasformazioni provocate dal limitato sviluppo industriale
• I moJ popolari costrinsero lo zar a concedere caute riforme, con l’introduzione di un sistema parlamentare di rappresentanza poliIca. • Crebbe il ruolo dei parJJ poliJci: il ParIto
cosItuzionale democraIco, i socialisI rivoluzionari, il ParIto socialdemocraIco.
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I NUOVI EQUILIBRI MONDIALI • All’inizio del Novecento, finì la tendenza all’isolazionismo degli StaI.
• Si molIplicano i contaR e l’integrazione tra aree diverse del pianeta, anche molto distanI tra loro.
• L’apice dell’epoca coloniale europea fu l’inizio del suo declino: gli equilibri mondiali si spostarono verso altri centri.
• Emersero nuovi imperialismi: il Giappone nell’Asia orientale, gli StaI UniI nelle Americhe.
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• Nella seconda metà dell’OKocento, si dissolse il sistema internazionale nato dal Congresso di Vienna (1815).
• Erano sorI nuovi StaJ (Regno d’Italia, 1861, e Impero tedesco, 1871).
• Il principio dell’“interesse nazionale” condizionava le scelte degli StaI.
L’ASSETTO INTERNAZIONALE DELL’EUROPA
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• In Europa, un focolaio di crisi era rappresentato dalla “quesJone d’Oriente”, provocata dal declino dell’Impero oKomano e dalla sistemazione poliIca e diplomaIca dei Balcani. • L’Impero russo e l’Impero austro-‐ungarico volevano controllare i Balcani per estendere la loro egemonia. • Il Congresso di Berlino del 1878 definì l’asseKo nell’Europa orientale, ma non
risolse le cause dei confliF.
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Non vi era più il “concerto europeo” tra gli StaI, ma traQaJ bilaterali o trilaterali. • Nel 1882, fu firmata la Triplice alleanza tra Italia, Germania e Impero austro-‐ungarico, in funzione anI-‐francese.
• Nel 1894, la Francia soKoscrisse la Duplice intesa con la Russia.
• Nel 1904, la Gran Bretagna strinse l’Entente cordiale con la Francia e poi la
Triplice intesa nel 1907 con la Francia e la Russia. 41
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Il sistema delle alleanze che portò allo scoppio della Grande guerra era ormai
definito.
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I Balcani nel 1913
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• All’inizio del Novecento, il sistema di equilibrio internazionale -‐ basato su accordi conInentali e conquiste coloniali orchestrato da Bismarck nella seconda metà dell’OKocento -‐ si era dissolto.
• Le alleanze europee erano la conseguenza (più che la causa) del logoramento dell’equilibrio europeo.
• Le conquiste coloniali non erano più sufficienI agli StaI europei come sbocco per acquisire materie prime e vendere i
rispeFvi prodoF. 45
• Il nazionalismo aveva legato più streKamente le masse allo Stato, ma aveva anche alimentato l’aggressività verso l’esterno. • Si infir l’intreccio tra economia e poliJca. • La poliIca estera di potenza e lo sviluppo capitalisIco accentuarono la compeIzione tra gli StaI. • La concorrenza economica divenne anche
compeIzione poliJca e militare.