Estote Parati - Numero 3

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« ESTOTE PARATI » NewsLetter GRUPPO SCOUT CAPEZZANO1 Pagina 1 di 15 Marzo 2011 Numero 3 ECCOCI QUA ! Perché questa iniziativa: Con questa iniziativa per ora mensile vogliamo coinvolgere i genitori dei nostri ragazzi ma anche tutti gli amici del nostro gruppo ( se ritenete che qualche vostro amico/a possa essere interessato a riceverla inviateci la mail che lo inseriremo nel nostro data base.) In maniera semplice e sintetica attraverso questa news letter, che invieremo a tutti i genitori e a quelli che ce ne faranno richiesta , cercheremo di allacciare un filo continuo per COMUNICARE tra il Gruppo i Capi e i Genitori, gli amici, illustreremo le nostre molteplici attività educative, le Cacce, le Uscite, i Campi……. ma anche vorremmo che si stimolasse una riflessione su argomenti che possano interessare ….. anche con l’aiuto di esperti del settore….. non daremo risposte esaustive non abbiamo le ricette o la bacchetta magica per risolvere i problemi… vorremmo solo far nascere nuove domande e spunti di riflessione che siano utili per un confronto costruttivo… accoglieremo ogni consiglio che ci verrà inviato e ne discuteremo nel primo numero utile. Infine perché crediamo che ….. “Comunicare (cum munus) è uno scambio di doni all’interno di mura comuni (cum moenia)”  (F.Fornari) La Co-Ca comunità capi In questo nu mero troverete…. . … LETTERA APERTA della Comunità capi . uno scritto del nostro AE don Angelo che ci stimola a riflettere, sull’importanza del SERVIZIO prendiamo quest’occasione per fermarci a pensare un momento. ….. un approfondimento tematico sulla BRANCA R/S ROVER SCOLTE …..visto l’interesse dimostrato, ancora alcune riflessioni sull’adolescenza INDIVIDUAZIONE E BUGIE  …… le news dalle branche, dalla comunità capi e dal comitato genitori ….. l’EVENTO del mese le OFFICINE METODOLOGICHE L/C.  ……..pillole di storia del nostro gruppo “ 2010 ROUTE INVERNALE NOVIZIATO - CLAN  ……. i link preferiti …… la palestra della mente …… consigli e …..

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Marzo 2011

Numero 3

ECCOCI QUA ! 

Perché questa iniziativa:

Con questa iniziativa per ora mensile vogliamo coinvolgere i genitori dei nostri ragazzi ma anchetutti gli amici del nostro gruppo ( se ritenete che qualche vostro amico/a possa essere interessatoa riceverla inviateci la mail che lo inseriremo nel nostro data base.)In maniera semplice e sintetica attraverso questa news letter, che invieremo a tutti i genitori e a

quelli che ce ne faranno richiesta , cercheremo di allacciare un filo continuo per COMUNICARE trail Gruppo i Capi e i Genitori, gli amici, illustreremo le nostre molteplici attività educative, le Cacce,le Uscite, i Campi……. ma anche vorremmo che si stimolasse una riflessione su argomenti che

possano interessare ….. anche con l’aiuto di esperti del settore….. non daremo risposte esaustive

non abbiamo le ricette o la bacchetta magica per risolvere i problemi… vorremmo solo far nascere

nuove domande e spunti di riflessione che siano utili per un confronto costruttivo… accoglieremoogni consiglio che ci verrà inviato e ne discuteremo nel primo numero utile.Infine perché crediamo che …..

“Comunicare (cum munus) è uno scambio di doni all’interno di mura comuni (cum moenia)”  

(F.Fornari)

La Co-Ca comunità capi

In questo numero troverete…..

… LETTERA APERTA della Comunità capi .

… uno scritto del nostro AE don Angelo che ci stimola a riflettere, sull’importanza del SERVIZIO 

prendiamo quest’occasione per fermarci a pensare un momento.

….. un approfondimento tematico sulla BRANCA R/S ROVER SCOLTE 

…..visto l’interesse dimostrato, ancora alcune riflessioni sull’adolescenza INDIVIDUAZIONE E BUGIE  

…… le news dalle branche, dalla comunità capi e dal comitato genitori 

….. l’EVENTO del mese le OFFICINE METODOLOGICHE L/C. 

……..pillole di storia del nostro gruppo “ 2010 ROUTE INVERNALE NOVIZIATO - CLAN ” 

……. i link preferiti 

…… la palestra della mente 

…… consigli e …..

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Lettera aperta …….inviata a Proposta Educativa (rivista nazionale degli educatori 

scout) e alla rivista regionale Agesci Toscana a tutti i capi della nostra Zona Lucca-

Massa.

Sono Mauro un capo scout e svolgo servizio in branca R/S nel gruppo del Capezzano 1° e ieripomeriggio (25 febbraio) dopo aver visto un servizio al TG3 delle 14.15 sono stato veramentemale.Le immagini scorrono, il dramma che il popolo libico vive in queste ore lascia senza parole. Ma leparole pronunciate da un esponente leghista sono come un macigno: "chiamiamolo con il vero

nome, quello che viene definito flusso migratorio, non lo è, è invece un'invasione e quindi vanno

accolti con il mitra".

Queste affermazioni mi sono rimbombate nella mente per tutto il giorno e, ieri sera in unariunione di Co.Ca. ho voluto condividere lo sdegno suscitato con gli altri capi.In branca R/S si affrontano quotidianamente problematiche relative ai diritti umani, al rispettodella vita, alla necessità di fare memoria storica per non ripetere gli orrori del passato e quindi miè venuto spontaneo rivolgere un pensiero a quei capi che svolgono un servizio in terre dove ilpensiero leghista permea tutto il tessuto sociale e alla difficoltà che devono affrontare.

La nostra Comunità Capi condivide pienamente e fa proprio il pensiero di Mauro e lo sdegno

suscitato in lui.

“Ci alziamo in piedi” e diciamo a tutti che questi pensieri non ci appartengono e rinnoviamo in

questa occasione il nostro impegno di adulti, di capi, di educatori, di cristiani che credono

nell’accoglienza nel riconoscimento dei diritti di tutti alla vita, al lavoro, al professare la propria

fede e cultura nel più profondo rispetto di ogni persona.

Sono tempi bui ma quello che ci rasserena è ancora una volta il pensiero di BP che ci ricorda

sempre di lavorare per “lasciare il mondo un po’ migliore di come lo abbiamo trovato”.

La comunità capi del Gruppo Capezzano 1 zona Lucca-Massa Regione Toscana 

La Parola ci dice….. a cura del nostro A.E. don Angelo 

LA GIOIA DI SERVIRE 

“Quando avete fatto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto

dovevamo fare”. Lc 17,10 

Nel leggere questo versetto, del vangelo di Luca, si averte un certo fastidio a sentirsi dire che dopo tutto

quello che abbiamo fatto di "utile", talvolta a costo di notevoli sacrifici, non ne abbiamo alcun "merito".

Sono molti, infatti, quelli che dopo essersi impegnati con discreti risultati, si aspettano almeno un "grazie",

un piccolo riconoscimento, qualche nota di merito o qualche punto in più.

Niente di tutto questo: hai fatto solo quello che ti spettava, quello che ti è stato ordinato e non ti aspettare

che qualcuno venga a dirti grazie o qualche avanzata di grado, magari un elogio solenne da parte di 

qualcuno al di sopra di te o l'applauso di una discreta folla, radunatasi per congratularsi con te.

Non è difficile trovare chi è pronto a fare molti sacrifici pur di ottenere la giusta ricompensa, arduo, invece,trovare “servi” disposti a servire per la sola gioia di servire, contenti di aver potuto adoperarsi per la gioia di 

altri che, forse, non saranno mai in grado di ricambiare.

La differenza sta tutta nell'idea che di Dio ci siamo fatti!

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Il Dio di Gesù è un Dio che ama gratuitamente, che non chiede ricompense né pone condizioni e nemmeno

colpevolizza chi, nella sua libertà, rifiuta coscientemente il suo amore.

Il Dio di Gesù è un Dio che guarda solo ed esclusivamente al bisogno dell'uomo e mai ai suoi meriti o ai suoi demeriti; il suo amore, infine, per l'uomo non si ferma davanti a nulla nemmeno davanti al sacrificio

estremo, come dimostra efficacemente la morte di Gesù.

Come può, chi accoglie e pone la sua fiducia in un Dio così, vivere il suo servizio per la gioia degli altri con la

segreta speranza di una qualche ricompensa? 

Servi inutili

Per ogni cosa che facciamoci attendiamo subitoqualcosa in cambio,

un riconoscimento,una medaglia,un attestato di benemerenza,uno scatto di carriera,un vantaggio economico.

Per ogni cosa che facciamovogliamo subitoavere un riscontro,un segno di stima,di gratitudine, di riconoscenza,

un apprezzamento per la faticae l'impegno che abbiamo dimostrato.

Ma non è questa, decisamente,la logica del Regno.Tu ci chiedi di servirema con generosità e gratuità,senza attenderci ricompense,senza secondi fini,senza calcoli assurdi.

Liberi e gioiosi,fedeli e semplici,fraterni e disponibili,sapendo che in fondonon abbiamo fattoproprio nulla di straordinario,ma solo il nostro dovere.

Certi che tu, Gesù,hai fatto molto di piùper ognuno di noi:

tu che hai offerto la tua vitasulla croce.Amen. 

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Parliamo di Scautismo…… a cura della Staff BRANCA R/S

ROVER E SCOLTEL'età della stradaA 17 anni il bisogno di intraprendere una propria strada è irresistibile.Ciò appare ai genitori, talvolta, come il preludio di grandi pericoli. Eppure ogni uomo ed ogni donna devonoscoprire ed intraprendere la propria via.Una via lungo la quale bisogna camminare con coraggio in direzione degli altri per fare strada insieme. Indirezione della verità e della giustizia per essere uomini e donne capaci di dire umilmente ma credibilmenteuna parola di rinnovamento al mondo. Nella direzione di Dio, riconoscendo il Cristo che accanto, perraggiungere quella pienezza di vita che è lo scopo di vivere.I ragazzi e le ragazze che hanno completato la loro avventura nei reparti - ma anche quelli che si affiancanoeventualmente a noi dall'esterno - intraprendono la loro strada nella comunità Rover-Scolte con la quale

cammineranno fino all'età di 20 anni circa.La comunità Rover - Scolte è formata da:

•  Noviziato - Periodo di proposta e preparazione a scelte di vitaautonome e responsabili attraverso esperienze di Strada - Comunità -Servizio

•  Clan - Gruppo nel quale si rendono concrete le scelte di servizio ecomunità nello stile della strada

La Strada, la Comunità ed il Servizio sono i perni attorno ai quali ruota il metodo di questa branca.

La strada è vissuta concretamente, il campo non è più fisso ma mobile, diventa Route in cui la tenda si portain spalla e viene piantata ogni sera in un posto diverso; ma è anche atteggiamento di vita, disponibilitàall'incontro con gli altri, alla fatica, al cambiamento.Attraverso la comunità ragazzi e ragazze vengono aiutati a scoprire la propria vocazione, a conoscere larealtà che li circonda e ad agire su di essa. Nelle riunioni, che di solito hanno cadenza settimanale, si discutecosì di fede, partecipazione politica, lavoro, sessualità, scuola, famiglia, ecc.Servire è il motto della Branca; nei primi anni di clan l'impegno come aiuto Capo nell'associazione o divolontariato all'esterno di essa è solo una proposta, al momento della Partenza (quando gli R-S sono giuntialla fine del cammino educativo) si chiede invece che diventi una scelta di vita.

La Strada 

«Con il termine ‘roverismo’ non intendo un vagare senza meta, ma piuttosto uno scoprire la propria via per 

piacevoli sentieri in vista di uno scopo definito, conoscendo le difficoltà e i pericoli che facilmente si 

incontreranno lungo il cammino» (B.-P., La strada verso il successo, 1922)

Fare strada è una delle espressioni più comuni del nostro linguaggio scout, ma anche un modo di dire che indue parole contiene per intero la nostra proposta ai rover e alle scolte: prendi il tuo zaino e riempilo solo diquello che ti serve veramente; mettiti delle scarpe vecchie e robuste e dei vestiti semplici ma senzadimenticare che potrai trovare freddo e caldo, pioggia o sole, salite e discese; porta con te il “taccuino dimarcia” per fermare pensieri e parole e tracciare lo schizzo di un fiore; lasciati alle spalle le abitudiniconsolidate, le comodità di cui sei diventato schiavo, le preoccupazioni che ti sembrano montagne.

Ma non per fuggire, non per cercare fuori dal tuo ambiente un paradiso artificiale, non per sottrarti alle tueresponsabilità.

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•  Fare strada per scoprire il significato delle cose, dei gesti, delle parole.•  Fare strada per rimettersi in sintonia con il creato.

•  Fare strada per capire meglio se stessi, i propri limiti e le proprie potenzialità.•  Fare strada per incontrare gli altri e costruire la comunità.•  Fare strada per non sentirsi mai arrivati e vivere la provvisorietà.•  Fare strada: una proposta concreta per l’oggi e per il domani, un modo originale di considerare la

vita, un lungo cammino pieno di scoperte e sorprese alle quali andare incontro senza troppi bagagliideologici e troppe sicurezze, ma ben attrezzati per cogliere le novità e le bellezze che certamenteincontreremo.

La strada che proponiamo e facciamo vivere ai ragazzi e alle ragazze delle nostre Comunità è quindi insiemerealtà e parabola: è camminare lentamente verso una meta e percepire la meravigliosa struttura del nostrocorpo; è andare nella natura e fra gli uomini e capire che ciò che fa felici è possedere lo stretto

indispensabile per vivere: è accendere un fuoco, montare una tenda, curare una ferita e comprendere labellezza di un lavoro fatto con le mani; è fermarsi a bere ad una fontana quando si ha veramente sete ecapire il valore delle cose semplici; è capire che i bisogni vitali dell’uomo sono limitati.Fare strada ci permette di far scoprire ai rover e alle scolte alcuni valori fondamentali senza quasi bisognodi parole, senza dover fare grandi discorsi.

Fare strada è quindi una vera e propria scuola di vita, insostituibile nel nostro metodo educativo. Comeantichi pellegrini impariamo ad affidarci agli altri, alla natura, a Dio. Impariamo a vivere la provvisorietàperché la nostra vita non è solo in questa terra. la meta è importante, ma conta anche il percorso cheseguiamo per arrivarci.

La Comunità R/S

«All’interno della stessa comunità R/S si distinguono due momenti formativi: il primo comprende le scolte e i 

rover che hanno scelto di vivere nel Clan la proposta del roverismo/scoltismo; il secondo comprende i novizi 

e/o le novizie che, nel Noviziato, sperimentano la proposta stesa» (Art. 14 Reg. Branca R/S)

È importante sottolineare subito che unica è la Comunità dei novizi e delle novizie, dei rover e delle scolte eche le due denominazioni – Noviziato/Clan – stanno solamente ad indicare il gruppo delle persone che sonoalla scoperta del roverismo e coloro che lo hanno scelto come strada di crescita.Se quindi la Comunità R/S è unica, dev’essere:

•  unico lo staff dei Capi, al cui interno si preciseranno i ruoli di coloro che si occupano in modoparticolare dei novizi e di coloro che si occupano dei rover e delle scolte;

•  unico il programma, che dovrà prevedere attività sia comuni che separate, per il miglioreraggiungimento degli scopi;

•  unica la Progressione, che inizia nel momento in cui la guida e l’esploratore entrano nella Comunitàe termina con la partenza.

•  unica la Carta di Clan che per i novizi è il documento che li introduce alla scoperta del roverismo,mentre per i rover e le scolte definisce impegni di vita e mete da realizzare. 

Il Servizio

«Il punto principale da mettere in rilievo a coloro che entrano nei Rover è che il loro obiettivo principale è il servizio, e che questo servizio può essere prestato all’interno del Movimento o all’esterno, a seconda delle

condizioni locali de delle doti di ciascun giovane» (B.-P. da Jamboree, aprile 1926)

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L’amore è per l’uomo e per l’umanità. L’uomo ha una solidarietà istintiva verso ogni altro uomo,specialmente se lo vede soffrire nel corpo e nello spirito perché è oppresso, perché ha fame, perché è

malato, perché non ha risorse per affermare la sua dignità e il suo diritto alla felicità.Questo è molto bello, ma è anche troppo poco. Perché la semplice compassione se non diventa

subito volontà di fare qualche cosa e quindi disponibilità concreta a farsi carico della sofferenza, sitrasforma in pietismo o fatalismo che addormentano le coscienze.

Aiutare i nostri ragazzi a fare il salto di qualità verso il servizio è uno dei compiti più importanti e piùdifficili del nostro impegno come Capi.

Il primo passo è aiutare i rover e le scolte ad ancorare i loro giudizi – anche sui fatti di tutti i giorni –su dei valori ben precisi, andando aldilà delle apparenze. In questo modo sarà per loro possibile vedere conchiarezza le situazioni e sentirsi motivati a portare un cambiamento.

Il secondo passo è aiutarli a costruire un tessuto di amicizia e di rapporti di solidarietà tale dacostruire alternativa visibile a ciò che succede intorno.

Nel servizio il valore fondamentale da vivere è il rispetto dell’altro, che si manifesta nel cercare unlinguaggio comune e nella disponibilità a farsi cambiare, senza presunzioni e senza sopraffazioni.

Ma poniamoci una domanda: perché lo scoutismo propone di servire e non solo di aiutare?La differenza, apparentemente sottile, è in realtà vistosa. Il gesto d’aiuto è richiamato dalla

necessità: …mi chiedi una mano, te la do… Ma l’atteggiamento del servizio è provocato dalla volontà dimettersi a disposizione: non occasionalmente, ma come modo di vivere.

Se vogliamo servire non è solo perché c’è un bisogno cui rispondere; il senso è più profondo: significamettersi a fianco di chi è ostacolato nel suo essere e con lui vivere e risolvere i problemi.

L’aiuto cessa con il cessare della necessità; la scelta di servire, invece, equivale a mettersi in piantastabile dalla parte dei più deboli. Certo, non è facile: perché impone di assumere come proprie le situazionidi incertezza sul domani, di sofferenza e di oppressione dell’oggi.

Ma è nel contempo una proposta educativa profetica per la società in cui viviamo.

Il punto della strada

“Fare il punto” è un’espressione tipica utilizzata nel linguaggio marinaresco. Significa, quando si è a bordodi una nave o di una barca, osservare il percorso fatto, orientarsi rispetto ad alcuni punti fissi, per poidecidere la propria rotta, cioè la strada che vogliamo percorrere eche ci condurrà alla meta.Le tappe per fare il Punto della Strada:

•  fase della conoscenza (dove siamo, verifica del percorso);•  fase del confronto (punti fissi, valori di riferimento);

•  fase del progetto (obiettivi);•  fase del programma (passi concreti verso gli obiettivi);

Quando si fa il Punto della Strada? ..ci sono dei momenti istituzionali, come la firma della Carta di Clan,momenti occasionali, come la verifica del servizio e eventi legati alla P.P. individuale come i campi Bibbia o icantieri.L’impegno che ogni R/S si assume, è di fronte agli altri. La correzione fraterna è elastica ed avviene se laComunità è vitale e funziona. Si tratta di mettere in atto il processo che conduce a fare di ogni esperienza“forte” che viviamo un Punto della Strada nel cammino che conduce alla Partenza.

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sperimentare come persona che progressivamente si differenzia. Non ci si può separare se prima non si è

appartenuti e appartenere significa sentirsi parte di quel sapere condiviso, è la cultura familiare per poter

fare proprio ciò che in tale cultura costituisce una preziosa risorsa, che accompagna l'adolescente nelprocesso di individuazione.

Le nuove abilità di astrazione logica stimolano ulteriormente il tentativo che egli sta facendo di separazioneemotiva e cognitiva dai genitori. Nel suo processo di svincolo l'adolescente metterà in discussione non soloi modelli di funzionamento familiare, ma anche i valori, ideali e le credenze che gli sembrano avercaratterizzato la sua vita familiare e l'universo dei genitori nel passato. La contrapposizione è una tappa

necessaria all'individuazione, e quindi possiamo affermare che: “l'adolescente normale nella famiglia

normale, è e deve essere moderatamente ribelle e contestatario. L'eccessiva e imitativa accettazione dei

modelli parentali ci mostra una difficoltà di individuazione di questi modelli, tanto da non permettere al

ragazzo un'efficace individuazione e separazione dal sistema familiare.

La violenza della ribellione non ci parla dell'ostilità dei ragazzi contro i genitori, ma di come gli adolescenti

sentono forti i reciproci legami e necessitino di notevoli pressioni per tentare di romperli.“Crisi dell'adolescente” e “crisi dei genitori” si sviluppano specularmente e circolarmente.Per i genitori questo periodo corrisponde alla “crisi della mezza età” o “crisi della maturità”.I livelli di ambiguità e indeterminatezza della fragile costituzione dell'identità adolescenziale richiedono unsupporto comunicativo genitoriale che agisca da “organizzatore” e consenta all'adolescente, attraverso unmeccanismo di conferma, di esplorare parti di sé non ancora sperimentate. L'importanza durantel'adolescenza della definizione dell'identità di genere gioca un ruolo da non sottovalutare il produrredifferenze nei pattern comunicativi di genitori e figli. La comunicazione tra genitori e adolescenti vieneconsiderata un segnale della capacità del sistema di effettuare un cambiamento di livello rispetto allecaratteristiche di unità affettiva e flessibilità delle regole del sistema.

La comunicazione positiva faciliterebbe la capacità di cambiamento della sistema verso livelli piùsoddisfacenti di coesione e adattabilità.La comunicazione negativa inibirebbe il sistema familiare nelle sue potenzialità morfogenetiche.Le ricerche hanno messo in evidenza una chiara differenza intergenerazionale.Le madri riferiscono una migliore comunicazione con i loro figli rispetto ai padri e gli adolescenti esprimonopiù difficoltà comunicative con entrambi.Gli adolescenti considerano la loro comunicazione con i genitori con maggiore negativismo rispetto a questiultimi.Un'esagerata percezione di negativismo o di incapacità a comprendere se può mettere in luce l'esistenza diuna problematica nella coppia genitore-figlio che riguarda essenzialmente il disagio dell'adolescente adessere “riconosciuto” e confermato nel suo tentativo di individuarsi dal genitore.

Sul versante del genitore, la incapacità di sopportare la perdita di controllo genitoriale e/o di accettare lacrescita del figlio, laddove ciò viene sentito come una minaccia al proprio sé, porta verso una mancanza dicomunicazioni consonanti sino al punto di una quasi totale inibizione comunicazionale.Una rappresentazione genitoriale cui la crescita adolescenziale del figlio sia centrata sulla perdita (lutto) edall'altra parte una rappresentazione del genitore come un invalidatore della propria identità, produconoun circuito “conclusivo” in cui adolescenti e genitori sono impegnati in una lotta nella quale sono in giocoimportanti aspetti del sé.

Il sentimento di integrazione nella famiglia e ben presente dell'adolescente ed è sempre più forte delsentimento di integrazione del gruppo di amici. Tuttavia questo sentimento nei confronti della famigliadiminuisce regolarmente in funzione dell'età, sia tra le ragazze sia tra i ragazzi, mentre nello stesso tempo

aumenta il sentimento di differenziazione nei confronti dei genitori. Gli adolescenti dicono di ricorrere aigenitori nella maggior parte dei casi, per i problemi morali e materiali. Gli amici del gruppo dei pari eranoinvece al primo posto per i problemi sentimentali.

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Gli adolescenti sono inclini a seguire i consigli dei loro genitori piuttosto che quelli dei loro pari quando ilcontesto richiede decisioni che hanno implicazioni nel futuro. Quando invece la decisione concerne lo

status attuale e la necessità di identità, operano per il consiglio dei loro pari. Ciò conferma l'ipotesi che gliadolescenti considerano i loro pari e i genitori delle guide ugualmente competenti ma in campi differenti. Alcuni ricercatori hanno evidenziato tre aspetti sintomatici, collegati ai comportamenti dell'adolescente:a ) comportamenti sintomatici correlati alla crisi adolescenziale, ovvero nuovi compiti e ruoli vengonorichiesti al ragazzo, sia a livello relazionale sia a livello di emergenza soggettiva,.b) comportamenti sintomatici correlati a dinamiche disfunzionali che coinvolgono la coppia genitoriale e ilrapporto genitore/i e figli, evidenziate da una conflittualità prolungata nel tempo e che coinvolge tutta lafamiglia.c) comportamenti sintomatici legati alla “incompetenza” genitoriale. (dovute a malattie fisiche psichiche )

SILENZI, BUGIE, TRASGRESSIONl il lento cammino dell'autonomia.

Scrive Charmet, docente di Psicologia dinamica all'Università di Milano:"I ragazzi che sostengono di dire sempre la verità in famiglia devono preoccupare. Scoperte sessuali e

sentimentali, amicizie e vita di gruppo sono esperienze difficili da comunicare agli adulti." Il periododell'adolescenza sembra iniziare proprio quando il giovane mira, anche a costo di mentire, a salvaguardareun suo spazio interiore privato in cui i genitori e gran parte delle figure adulte sono volutamente escluse.L'adolescente riesce a tollerare una gran quantità di segreti; buona parte della sua vita relazionale, fuoridalla famiglia, scompare dal dialogo quotidiano e i genitori si vedono costretti, loro malgrado, a integrare leinformazioni mancanti in base agli scarni indizi.L'adolescente può ricorrere alla bugia per svariati motivi. Può avere un carattere compensatorio per coprirequegli aspetti di sé che vengono percepiti come infantili, inadeguati. Questo avviene soprattutto tra i

coetanei, per sentirsi all'altezza della situazione, insomma, ma anche nei confronti degli adulti, rispetto adun mondo cui vuole adattarsi.Quando avviene nel dialogo con i genitori, la menzogna è spesso strumentale in quanto aiuta a preservare,nei momenti critici, uno spazio interiore che, nel consolidarsi, si nutre di solitudine, silenzio, esimbolizzazione.Talvolta ne emerge anche l'aspetto di manipolazione.Vi è il timore legato al confronto, al giudizio e al conflitto:si cerca quindi, attraverso la bugia, di sfuggire alle difficoltà e alle proprie responsabilità.Mezze bugie e mezze verità, cose dette a metà, omissioni, edulcorazioni della verità sono forme dicomunicazione agite nell'intenzione di sfuggire al controllo dei genitori, alla ricerca di una propriaprivatezza, di un proprio senso di individualità e di messa alla prova di sé, del mondo e di se stessi nel

mondo.Anziché affrontare una questione che lo vede ancora impreparato, il giovane preferisce sottrarvisi;sentendosi "inesperto" tenta, con la bugia, di eludere il confronto e la negoziazione con una rapidascorciatoia.L'uso della bugia in adolescenza può indicare una difficoltà di integrazione dei diversi aspetti del Sé(nell'accezione winnicottiana) in una fase transitoria in cui gli universi e i modelli relazionali - legatiall'infanzia e al mondo adulto - spesso non solo non sono integrati ma, talvolta, confusivamentecontrapposti.La bugia, allora, sembra rispondere ad un fisiologico bisogno di "prendere tempo", è un'esigenza di

carattere difensivo finalizzata a proteggere parti di Sé non ancora consolidate.La possibilità di mentire non è scontata in quanto la menzogna, per lo sforzo coscienziale che richiede,

rappresenta una tappa evolutiva fondamentale: infrangere l'ordine, infatti, è un gesto trasgressivoconsapevole che implica la capacità di reggere in prima persona il peso della colpa.Tale dinamica, che avviene in solitudine, nello spazio intimo di un dialogo interiore, contribuisce a generarespazio mentale non tanto finalizzato al mentire in sé quanto a favorire, attraverso la simulazione di mondi

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possibili, la dimensione simbolica.Come avviene nel bambino ma con finalità differenti: qui è in gioco l'identità del giovane alle soglie dell'età

adulta, l'etica e la responsabilità.Un adolescente che non è in grado di sottrarsi allo sguardo dei genitori, che chiede sempre conferma e

approvazione in ogni sua scelta segnala, con il bisogno di dover sempre condividere ogni esperienza

emotiva, la difficoltà a rendersi autonomo. E in questo, noi genitori, dobbiamo aiutarli cercando diadattarci alle nuove esigenze evolutive, in una parola, imparando a lasciarli un po' più soli.E' anche vero che la menzogna, se reiterata e sistematica, è un grave segnale di non evoluzione. Se questasostituisce sempre la realtà, una realtà dura e difficile da accettare, è evidente che il mondo fantastico,idealizzato, "facile" della fantasia, rischia di sostituirsi, anche nel mondo interiore di chi mente, alla realtà. Ei motivi possono essere diversi.Si parla di falso Sé quando la rappresentazione di sé non corrisponde in modo realistico alle propriecaratteristiche fisiche o emozionali. Si tratta di distorsioni riguardo la propria storia, menzogne,

esagerazioni o deformazioni della realtà; la menzogna risponde a desideri e ai bisogni difensivi diproteggere una dimensione esistenziale fittizia per evitare il dolore di prendere coscienza della realtà.Altre volte la menzogna assume l'aspetto di una forma (patologica) di adattamento quando si vivel'impossibilità di tradire le aspettative dell'altro, per evitare conflitti, per non deludere l'altro.Sono situazioni in cui è evidente un grande invischiamento affettivo. Quando prende il sopravventol'esigenza di presentarsi non come si è ma come l'altro desidera, manca uno spazio di differenziazione e lafantasia di ferire l'altro si accompagna a fantasmi di morte intollerabili che paralizzano lo sviluppo dellacoscienza.Nell'analizzare la dimensione del mentire credo sia importante ricordare, oltre al piano dell'individuo e allemenzogne coscienti degli adulti, il collettivo.Siamo tutti calati in una realtà sociale permeata dalla comunicazione di massa. In un'epoca come la nostra,

complessa e contraddittoria, spesso è difficile distinguere il vero dal falso. E, in questo, i bombardamentimediatici, potenti apparati di dissimulazione e falsificazione, giocano la loro parte nel confondere ciò che èrappresentazione da ciò che non lo è. Anche il silenzio e i segreti, come le bugie, assolvono spessoimportanti funzioni evolutive.Una delle aree più segrete di questa fase concerne la sessualità e le relazioni sentimentali ma anche lenuove esperienze nel gruppo dei pari.Nel rapporto con i genitori il silenzio meta-comunica significati diversi ma, per lo più, è un modo per

estrometterli dal proprio universo emotivo e relazionale.

Scompare così, almeno in certe fasi, la parte più significativa delle emozioni, degli affetti e dei dolori del

figlio che, emulando indifferenza, elude gli argomenti intimi più pressanti nascondendosi dietro Internet,

le cuffie dello stereo, il telefonino o la play station.

Strumenti che, in una parvenza di normalità, lo aiutano ad erigere barriere difensive contro le intrusioni nelsuo neonato pulsante mondo interiore.Tutti abbiamo bisogno di segretezza, a tutte le età perché quello spazio vuoto, lontano dai rumori e daicondizionamenti esterni, è il luogo ed il tramite per mantenere vivo un prezioso, intimo dialogo con sestessi.

News dalle BRANCHE: calendari- eventi 

Attività branca L/C branco di Seeonee

Sede: sopra il cinema accanto alla chiesa

Calendario MARZO-aprile 2011Branco di Seeonee

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GRUPPO SCOUT CAPEZZANO1

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•  Dom. 06 mar. LIBERA

•  Sab. 12 mar. ore 16,30-19,00 attività

•  Dom. 19 mar LIBERA.I Vecchi Lupi sono ad•  un corso di aggiornamento per capi

(Officine metodologiche)

•  Sab. 26 e dom 27 mar. Grande Cacciacon pernottamento, vi faremo sapere i dettagli.

•  Dom.3 apr. Libera

•  Sab.9 apr. Ore 16,30-19,00 attività Attività branca E/G Reparto Queen

Sede: presso la Villa Le Pianore - Cavanis

Calendario MARZO 2011-  sabato 5 ore 16-18,30-  sabato 12 ore 16-18,30-  sabato 19 ore 16-18,30-  sabato 26 ore 16-18,30

Attività branca R/S – noviziato, Clan Xacobeo

Sede: presso oratorio ultimo piano

Calendario MARZO 2011- Riunioni: 2 - 8 - 16 – 22, ore 21- Uscita con pernottamento in rifugio: 26 e 27- attività di Servizio alla persona : 5 - 10 - 11 – 18- 19 - 24

Attività Comitato Genitori 

Sede: presso oratorio ultimo piano

È una grande risorsa per il nostro Gruppo ed è aperto a tutti i genitori che vogliano dareuna mano per le incombenze pratiche che spesso il gruppo si trova ad affrontare liberandocosì tempo ai capi che si possono occupare degli aspetti educativi delle attività con iragazzi.Attualmente diversi genitori partecipano con entusiasmo ed efficienza.Vi aspettiamo……Per qualsiasi domanda o esigenza, il comitato dei Genitori scout è a vostra disposizione:- referente rapporti gruppo-comitato Riccardo cell. 3398918782;- referente contatti e comunicazione Luca e…….. - referente uniformi Lieta e……

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GRUPPO SCOUT CAPEZZANO1

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- referente trasporti Rosa Maria e……….

- referente gestione organizzativa e logistica Fiorella e ……….

Consegnate altre spille del comitato 

Calendario marzo 2011-  Mercoledi 9 marzo ore 21,30 oratorio riunione comitato ci confrontiamo su

COMUNICARE è ….. 

-  Mercoledi 30 marzo ore 21,30 incontro con esperti aperto a tutti

Comunità Capi gruppo scout Capezzano1

Per qualsiasi domanda o esigenza, la comunità capi è a vostra disposizione:

Capi Gruppo Anna e Riccardo cell. 3398918782Assistente Ecclesiastico Don Angelo

Branca L/C lupetti-coccinelle- Akela (andrea cell.3479483506) , Bagheera (Sara cell.3299603154) Kaa (Giacomo), Baloo

(don Angelo), Luca, Nicola, tirocinanti Nicola e Andrea

Branca E/G esploratori-guide- Capi reparto Tiziana cell.3312867928, Iacopo cell.3807361605, Aiuto capi Paolo,

Giovanni, Filippo, tirocinanti Claudia, Michele e Mauro

Branca R/S rover-scolte- MdN (maestro dei novizi) Mauro cell.3387312997

- Capi clan/fuoco Claudia cell. 3333536945 Roberto cell. 3391414574 aiuto capi Emanuele

A disposizione capi per servizi: Valentina , Cristiana, Sara, Silvia, Claudio.

Prossimi incontri marzo oratorio:-  Venerdi 4 marzo ore 21 Consiglio di Zona-

 Lunedi 14 marzo ore 21,30 sede

-  Lunedi 28 marzo ore 21,30 sede

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GRUPPO SCOUT CAPEZZANO1

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L’evento del mese ….. OFFICINE METODOLOGICHE L/C… per i capi dei Lupetti 

http://officinelc.xoom.it/  

Eccoci qua, cari vecchi lupi e coccinelle anziane. Pronti di nuovo a

cacciare e volare con voi. Il 2011 riserva grandi sorprese, con delle

officine che non potrete perdervi!!! 

Quando? 

Il 19-20 Marzo 2011

Dove? Alla Basilica dell'Osservanza -Siena-

Con chi? Ma come? Con la Pattuglia Regionale L/C... Le staff dei campetti di Piccole Orme, i vostri incaricatidi branca di zona preferiti...e .... tutti.... ma proprio tutti i capi L/C Toscani...

Con che cosa ci sporchiamo le mani quest'anno? Con "I grandi del branco e del cerchio" , si proprio loro! Croce e delizia di tutti noi vecchi lupi ecoccinelle anziane.

Preparatevi a ricevere la povere magica perché fra poco si parte.... 

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Pillole di storia del nostro gruppo …. 2010 route invernale noviziato - clan ……… 

Link utili 

http://officinelc.xoom.it/  

http://www.romena.it 

http://chiesacapezzano.altervista.org/home.php  

www.agesci.toscana.it 

www.agesci.org 

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GRUPPO SCOUT CAPEZZANO1

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la Palestra della Mente …… per amici, genitori, scout, capi 1° problema:

Un viandante si trova davanti ad un bivio: da una parte si va alla città della verità (dove tutti gli

abitanti dicono sempre il vero) e dall'altra si va alla città della bugia (dove tutti gli abitanti dicono

sempre il falso).

Il viandante vuole raggiungere la città della verità e non sapendo che strada prendere, decide di

chiedere iuto ad un passante.

Il passante vive in una delle due città, ma non sappiamo in quale, e quindi se risponderà dicendo laverità o se dirà una bugia, quale domanda può fare il viandante per ottenere dal passante

l'informazione che gli permetta di raggiungere con sicurezza la città della verità ?

2° problema:

Ci sono 7 palline che sembrano tutte uguali; in realtà una è più pesante delle altre.

Avendo a disposizione una bilancia a due piatti, quante pesate, al minimo, sono necessarie per

identificare la pallina più pesante ?

Mandare la risposta a [email protected] chi darà la risposta esatta entrerà a far parte

dell’elenco speciale dei GRANDI RISOLUTORI con menzione speciale nel prossimo numero. 

Consigli, vorrei si parlasse di …… Questo spazio è riservato a tutti per proporre argomenti

che vorreste approfondire, inviate ogni vostro consiglio o altro a [email protected] .