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O gni membro è ben consapevole che il primo scopo del nostro Ordine è di «rafforzare nei suoi membri la pratica della vita cristiana», ossia di crescere nella santità personale. Sono immancabilmente colpito dalla serietà con cui i nostri membri considerano questo “primo principio” e cercano la santificazione. Ovviamente, nessuno di noi è mai “completa- mente santo”. Stiamo tutti tentando di somi- gliare più a Cristo in ogni aspetto delle nostre vite. San Paolo ci dice che questo è lo speciale ruolo dello Spirito Santo, poiché noi tutti «… riflettendo come in uno specchio la glo- ria del Signore, veniamo trasformati in quel- la medesima immagine, secondo l’azione dello Spirito del Signore» (2 Corinzi 3,18), e «l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Romani 5,5). Si tratta di una continua trasformazione in- teriore in Cristo che non vediamo direttamen- te ma che viene gradualmente realizzata attra- verso la preghiera regolare e la partecipazione sacramentale, specie all’Eucarestia e alla Ri- conciliazione. Tuttavia, ciò non significa che il nostro trasformarci a somiglianza di Cristo non possa essere percepito. Sappiamo che può essere colto nel nostro modo di vivere e per- sino nell’espressione della santa persona che ciascuno di noi è chiamato ad essere. Così è stato per la maggior parte dei santi canoniz- zati. Nella sua bellissima Esortazione Apostolica Gaudete et Exsultate, Papa Francesco suggerisce che «la misura della santità è data dalla statura che Cristo raggiunge in noi… con la forza dello Spirito Santo». Inoltre, egli raccomanda: «Permetti allo Spirito di plasmare in te quel mistero personale che possa riflettere Gesù Cristo nel mondo di oggi», poiché ognuno di noi è «un messaggio di Gesù che Dio desidera dire al mondo». Newsletter La santità personale: una priorità per i membri dell’Ordine ESTATE 2018 N° 51 La riflessione del Gran Maestro www.oessh.va @granmagistero.oessh @GM_oessh ordinis equestris sancti sepulchri hierosolymitani La croce di gerusalemme

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Ogni membro è ben consapevole che ilprimo scopo del nostro Ordine è di«rafforzare nei suoi membri la pratica

della vita cristiana», ossia di crescere nellasantità personale.

Sono immancabilmente colpito dalla serietàcon cui i nostri membri considerano questo“primo principio” e cercano la santificazione.Ovviamente, nessuno di noi è mai “completa-mente santo”. Stiamo tutti tentando di somi-gliare più a Cristo in ogni aspetto delle nostrevite. San Paolo ci dice che questo è lo specialeruolo dello Spirito Santo, poiché noi tutti

«… riflettendo come in uno specchio la glo-

ria del Signore, veniamo trasformati in quel-la medesima immagine, secondo l’azionedello Spirito del Signore» (2 Corinzi 3,18), e«l’amore di Dio è stato riversato nei nostricuori per mezzo dello Spirito Santo che ci èstato dato» (Romani 5,5).Si tratta di una continua trasformazione in-

teriore in Cristo che non vediamo direttamen-te ma che viene gradualmente realizzata attra-verso la preghiera regolare e la partecipazionesacramentale, specie all’Eucarestia e alla Ri-conciliazione. Tuttavia, ciò non significa che ilnostro trasformarci a somiglianza di Cristonon possa essere percepito. Sappiamo che puòessere colto nel nostro modo di vivere e per-sino nell’espressione della santa persona checiascuno di noi è chiamato ad essere. Cosìè stato per la maggior parte dei santi canoniz-zati.

Nella sua bellissima Esortazione ApostolicaGaudete et Exsultate, Papa Francesco suggerisceche «la misura della santità è data dalla staturache Cristo raggiunge in noi… con la forza delloSpirito Santo». Inoltre, egli raccomanda:

«Permetti allo Spirito di plasmare in te quelmistero personale che possa riflettere GesùCristo nel mondo di oggi», poiché ognuno dinoi è «un messaggio di Gesù che Dio desideradire al mondo».

Newsletter

La santità personale: una prioritàper i membri dell’Ordine

ESTATE 2018 N° 51

La riflessione del Gran Maestro

[email protected] @GM_oessh

ordinis equestris sancti sepulchri hierosolymitani

La crocedi gerusalemme

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L’Ordine all’unisonocon la Chiesa universale

Gli atti del Gran Magistero

L’Ordine e la Terra Santa

La vita nelle Luogotenenze

s o m m a r i o

INCONTRO STORICO DEL PAPA CON IPATRIARCHI DELLE CHIESE ORIENTALI A BARI III

L’IMPORTANZA DELLA TESTIMONIANZADEI CRISTIANI ORIENTALI PER L’OCCIDENTESECOLARIZZATO V

NUOVI PROGETTI ROACO 2018 VIL’ESEMPIO E L’EREDITÀ DEL CARDINALE

JEAN-LOUIS TAURAN, CAVALIERE DIGRAN CROCE DELL’ORDINE VII

«VOGLIAMO SVILUPPARE LA PRESENZA DELL’ORDINE»Intervista al Gran Maestro IX

«SIAMO UN’ISTITUZIONE DELLA CHIESANELLA QUALE VANNO COLTIVATI I VALORIDI UMILTÀ, CARITÀ E OBBEDIENZA» XI

IL NUOVO ORIENTAMENTO DELL’ORDINE:INVESTIRE SUL “CAPITALE UMANO”IN TERRA SANTA XIII

L’AMBASCIATORE ALFONS KLOSS, PRESIDENTEDELLA FONDAZIONE “PRO ORIENTE”,HA RICEVUTO LA GRAN CROCEDELL’ORDINE XVI

LE VISITE DEL GRAN MAESTRO XVII

TANTE COSE DI CUI ESSERE ORGOGLIOSIIN TERRA SANTA XVIII

«DOVE C’È DISCRIMINAZIONE, NON C’ÈDIGNITÀ» XIX

DUE PROGETTI RECENTEMENTE PORTATIA TERMINE IN TERRA SANTA XX

QUANDO L’AMORE PER IL SANTO SEPOLCROPORTA ALLO STUDIO XXI

«FAR PARTE DELL’ORDINE È UN DONO DACUSTODIRE, MANTENERE E INFINE PASSAREAD ALTRI» XXII

L’ORDINE PRESENTE ALL’INCONTRO DELLEFAMIGLIE IN IRLANDA XXIII

IMPRESSUM GRAN MAGISTERO DELL’ORDINE EQUE-STRE DEL SANTO SEPOLCRO DI GERUSALEMME

00120 CITTÀ DEL VATICANOE-mail: [email protected]

Quali sono – potremmo chiederci – quegli straordinari, divini ta-lenti e doni che lo Spirito Santo plasma in me per rendermi «un mes-saggio che lo Spirito Santo trae dalla ricchezza di Gesù Cristo e do-

na al suo popolo»? Prego lo Spirito Santo affinché agisca in questosenso?

Attendo con impazienza la Consulta che si terrà qui a Roma,dal 13 al 16 novembre. Nel discutere il ruolo dei Luogotenenti

– argomento che giunge assolutamente a proposito – sugge-risco che la spinta alla santità personale in ciascuno dei

nostri membri si trovi in cima all’elenco delle nostrepriorità.

In siffatto tentativo, le preghiere di tutti si riveleran-no particolarmente di aiuto.

Edwin Cardinale O’Brien

Il logo della Consulta 2018 dell’Ordine del Santo Sepolcrounisce simbolicamente Roma e la Terra Santa, come uninvito per la Chiesa Universale a rivolgere il suo sguardoverso Gerusalemme allo scopo di andare sempre più versoCristo, il Santo di Dio, che comunica a ciascuno di noi lasua potente vittoria sul peccato.

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I capi delle Chiese si sono innanzi-tutto riuniti nella cripta della basi-lica, accanto alle reliquie di San

Nicola – testimone della fede moltovenerato in Oriente – dove hanno ac-ceso la «lampada uniflamma», simbo-lo di unità e speranza. Il Santo Padreha successivamente commentato que-sto momento, esaltando il «segno diuna luce che ancora brilla nella notte»e spiegando che «quando si tendonole mani al cielo in preghiera e quandosi tende la mano al fratello senza cer-care il proprio interesse, arde e ri-splende il fuoco dello Spirito, Spiritodi unità, Spirito di pace».

Radunatisi sul lungomare, dove sisono recati in una sorta di “papamobi-le ecumenica”, i partecipanti a tale in-contro unico e storico hanno implorato il«Dio di ogni consolazione» (2 Cor 1,3) pertutti coloro che soffrono in Medio Oriente,culla delle grandi religioni monoteiste. «InMedio Oriente ci sono le radici delle nostrestesse anime», ha ricordato il Successore diPietro, sottolineando che lì è venuto a visi-

L’Ordine all’unisono con la Chiesa universale

Incontro storico del Papa con ipatriarchi delle Chiese Orientali a Bari

tarci il Signore, «sole che sorge dall’alto».Egli ha denunciato «il silenzio di tanti» ri-guardo guerra e violenza, «la complicità dimolti» nelle occupazioni e migrazioni forza-te, arrivando sino ad evocare il «rischio chela presenza dei nostri fratelli e sorelle nellafede sia cancellata» da questa regione del

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NewsletterLA CROce Di gERUSALEMME

N° 51 - ESTATE 2018

Pellegrini a Bari, «finestra spalancata sul vicino Oriente” secondol’espressione di Papa Francesco: i patriarchi orientali delle varie

confessioni cristiane vi si sono riuniti con il vescovo di Roma, lo scorso7 luglio, in una dinamica ecumenica volta ad invocare la pace per i

popoli dei territori biblici. L’Ordine del Santo Sepolcro è statorappresentato da una delegazione della Luogotenenza per l’Italia

Meridionale Adriatica – guidata dal Luogotenente FerdinandoParente – e dal Priore della Sezione locale, Mons. Luigi Renna,

vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano, raccolti nella preghiera accantoa Mons. Pierbattista Pizzaballa, Amministratore Apostolico del

Patriarcato Latino di Gerusalemme e Pro Gran Priore dell’Ordine.

Nell’ora dell’“ecumenismo del sangue” vissuto dai cristianid’Oriente, il Patriarca ortodosso Bartolomeo diCostantinopoli e Papa Francesco non risparmiano i lorosforzi affinché si realizzi il testamento di Gesù: «che tuttisiano una sola cosa» (Gv 17,21).

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mondo.«Dal corso del Nilo alla Valle del Giordano

e oltre, passando per l’Oronte fino al Tigri eall’Eufrate, risuoni il grido del Salmo: Su dite sia pace!», ha esclamato il Papa facendoeco alla voce dei profeti ed esprimendo «ilgrido dei tanti Abele di oggi che sale al tronodi Dio». «Noi vogliamo essere voce che con-trasta l’omicidio dell’indifferenza. Vogliamodare voce a chi non ha voce, a chi può soloinghiottire lacrime», ha riassunto, prima diritirarsi per un colloquio a porte chiuse, at-torno a una tavola rotonda, con gli altri re-sponsabili delle varie Chiese e una donna -Souraya Bechealany - segretaria generale delConsiglio delle Chiese del Medio Oriente.

Questa bella esperienza di sinodalità – in-trodotta da una lunga riflessione di Mons.Pierbattista Pizzaballa, Amministratore Apo-stolico di Gerusalemme – è stata caratteriz-zata da una serie di scambi, durante i qualiciascuno ha potuto prendere la parola su ar-gomenti fondamentali quali giustizia, pace erispetto della dignità personale. «Sentiamo didoverci convertire ancora una volta al Van-gelo», ha in seguito confidato il Santo Padresul sagrato della basilica, rivelando che «nel-la notte del Medio Oriente in agonia… non

saranno la fuga o la spada ad anticipare l’al-ba radiosa di Pasqua, ma il dono di sé a imi-tazione del Signore».

«Basta alle occupazioni di terre che lacera-no i popoli! Basta al prevalere delle verità diparte sulle speranze della gente! Basta usareil Medio Oriente per profitti estranei al Me-dio Oriente!», ha dichiarato, rammentandosoprattutto «le lezioni di Hiroshima e Naga-saki» ed auspicando «che le terre d’Oriente,dove è sorto il Verbo della pace, non si tra-sformino in buie distese di silenzio».

Nel suo discorso, il Santo Padre ha insisti-to anche sull’esigenza di rispettare lo statusquo di Gerusalemme, «città per tutti i popoli,città unica e sacra per cristiani, ebrei e mu-sulmani di tutto il mondo», perorando anco-ra una volta una soluzione negoziata fraIsraeliani e Palestinesi che garantisca «la coe-sistenza di due Stati per due popoli».

Dopo avere ricordato che «la speranza hail volto dei bambini», Francesco ha menzio-nato gli occhi di quei fanciulli che «hannopassato la maggior parte della vita a vederemacerie anziché scuole, a sentire il boatosordo di bombe anziché il chiasso festoso digiochi». Infine, un volo di colombe librate inaria ha concluso la giornata, simboleggiandola promessa che «torni il tenero ramoscellodella speranza» (Genesi 8,11).

F.V.

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Mons. Pierbattista Pizzaballa, AmministratoreApostolico del Patriarcato Latino di Gerusalemmee Pro Gran Priore dell’Ordine, accolto a Bari dalLuogotenente per l’Italia Meridionale Adriatica(alla destra dell’arcivescovo nella foto) e due deisuoi principali collaboratori.

Unica soluzione in Terra Santa:la coesistenza di due Stati per due popoli

«Fortemente angosciati, ma mai privi di speranza, volgiamo lo sguardo a Gerusalemme, città pertutti i popoli, città unica e sacra per cristiani, ebrei e musulmani di tutto il mondo, la cui identità

e vocazione va preservata al di là delle varie dispute e tensioni, e il cui status quo esige di essere ri-spettato secondo quanto deliberato dalla Comunità internazionale e ripetutamente chiesto dalle co-munità cristiane di Terra Santa. Solo una soluzione negoziata tra Israeliani e Palestinesi, fermamentevoluta e favorita dalla Comunità delle nazioni, potrà condurre a una pace stabile e duratura, e garan-tire la coesistenza di due Stati per due popoli».

Papa Francesco a Bari, 7 luglio 2018

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Il Luogotenente Gene-rale e il GovernatoreGenerale dell’Ordine

del Santo Sepolcro hannopartecipato alla 91a As-semblea Plenaria dellaRiunione delle Opere diAiuto alle Chiese Orienta-li (ROACO), organizzata aRoma (19-22 giugno 2018)dalla Congregazione per leChiese Orientali.

Nel corso dell’udienzache ha accordato allaROACO, il Papa ha espres-so la sua preoccupazionenel vedere diminuire ilnumero di cristiani nelleterre che furono la culladel Cristianesimo. «Il Me-dio Oriente oggi è un cro-cevia di situazioni difficili,dolorose. E c’è il rischio –non voglio dire la volontà di qualcuno – il ri-schio di cancellare i cristiani. Un MedioOriente senza cristiani… non sarebbe il Me-dio Oriente», ha dichiarato il Santo Padre,parlando spontaneamente a braccio, senzaleggere il discorso preparato. Si è dispiaciutodel fatto che tanti di coloro che hanno fuggi-to i combattimenti non vogliano tornare«perché la sofferenza è forte».

Tenendo conto con realismo di tali diffi-coltà, egli ha desiderato ringraziare la Con-gregazione per le Chiese Orientali e i mem-bri della ROACO per il lavoro al servizio del-le Chiese d’Oriente, delle loro tradizioni,della loro teologia e della loro liturgia.

«Ciò è anche il succo che viene dalle radi-ci per dare vita alla nostra anima» in Occi-dente, insegnandoci la strada della contem-plazione, della santità, ha sintetizzato il Suc-cessore di Pietro, desideroso di valorizzaresoprattutto la speranza che deve essere colti-vata come un ideale in Medio Oriente, «Ter-ra di Gesù».

Nel discorso previsto – il cui testo è statoconsegnato ai partecipanti – il Papa ha insi-stito sulla testimonianza dei cristiani a Geru-salemme, «Città Santa la cui identità e voca-zione peculiare va preservata al di là dellevarie tensioni e dispute politiche». Ha anchesottolineato l’importanza delle cure da dedi-

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NewsletterLA CROce Di gERUSALEMME

N° 51 - ESTATE 2018

L’importanza della testimonianzadei cristiani orientali

per l’Occidente secolarizzato

L’incontro dei membri della Riunione delle Opere di Aiutoalle Chiese Orientali (ROACO)

Il Papa ha ricevuto i partecipanti della ROACO, guidati dal cardinaleLeonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali.

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care ai cristiani della diaspora, che parteci-pano all’annuncio del Vangelo, «nei contestispesso più secolarizzati del nostro Occidente,dove giungono come emigrati o rifugiati».Essi testimoniano che «vale ancora la penadi vivere e di soffrire per il Vangelo, pur es-sendo in minoranza o persino perseguitati,perché il Vangelo è la gioia e la vita degli uo-mini e delle donne di ogni tempo», ha spie-gato, considerando anche che la testimonian-za dei cristiani orientali apre una strada ver-so l’unità visibile dei cristiani di tutte leChiese.

Questo tema della sofferenza e della dia-spora dei cristiani d’Oriente ha occupato ilavori dei membri della ROACO, che hannopotuto discutere in particolare con i nunzi

apostolici in Turchia, Israele, Siria e Iraq,nonché con Mons. Paul Richard Gallagher,Segretario per i rapporti con gli Stati dellaSegreteria di Stato della Santa Sede, pren-dendo coscienza del fatto che i cristianid’Oriente sono essenzialmente vittime dellaguerra e non di una persecuzione organizza-ta, contrariamente a ciò che vuole fare cre-dere una certa propaganda faziosa.

La risposta spirituale alla colossale trage-dia umana in Medio Oriente rimane più chemai il dialogo islamo-cristiano per ricostruireil tessuto sociale: questo è quanto emersoper i partecipanti all’incontro presieduto dalcardinale Leonardo Sandri, prefetto dellaCongregazione per le Chiese Orientali.

Dopo avere a lungo analizzato la missionemediatrice dei cristiani nel complesso mosai-co dell’Oriente e l’urgenza di continuare asostenere il loro ritorno (5000 famiglie sonoad esempio già tornate a Qaraqosh, nellapianura di Ninive, a seguito della sconfittadei gruppi terroristi), i membri della ROACOhanno cercato di comprendere come megliofarsi vicini e sostenere fraternamente i fedelidella diaspora. Riguardo ai contributi dei va-ri attori della pastorale dei profughi – vedasiMons. Silvano Maria Tomasi, del dicasteroper il servizio dello sviluppo umano integra-le – è stato sottolineato come i cristianid’Oriente rivitalizzino le Chiese locali diun’Europa secolarizzata, trasformandosi inveri e propri missionari del Vangelo, conver-tendo il loro dramma storico in una fonteinattesa di rinnovamento.

François Vayne

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VI N° 51 - ESTATE 2018NewsletterLA CROce Di gERUSALEMME

nuovi progetti roaco 2018

I progetti di aiuto alle Chiese Orientali per il secondo semestre 2018 sono stati presentati durantel’Assemblea Plenaria della ROACO. Da parte sua, l’Ambasciatore Leonardo Visconti di Modrone – Gover-

natore Generale dell’Ordine – si è impegnato a nome del Gran Magistero in favore di cinque progetti inPalestina e a Gerusalemme, per un importo totale di circa 230.000 euro. A Betlemme, si tratta dei lavoridi sicurezza antincendio all’ospedale della Sacra Famiglia, del ripristino della casa maronita di San Char-bel, nonché della ristrutturazione della cucina delle Suore francescane missionarie in un campo profughi.L’Ordine sostiene inoltre la ristrutturazione di un atrio presso la scuola delle Suore dell’Apparizione aRamallah, come pure la ventilazione delle classi nell’asilo Santa Maria, a Betania (Gerusalemme).

Il Governatore Generale Leonardo Visconti diModrone mentre saluta il Santo Padre inoccasione dell’udienza accordata alla ROACOnel Palazzo apostolico in Vaticano.

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Una cosa è certa: la dedizione e l’im-pegno del cardinale Jean-Louis Tau-ran non sono passati inosservati in

questi anni nei quali lo abbiamo visto porta-re avanti le sue funzioni di camerlengo diSanta Romana Chiesa e presidente del Ponti-ficio Consiglio per il dialogo interreligiosocon forza e passione nonostante la malattialo rendesse sempre più debole nel corpo.Non possiamo non ricordare l’evidente emo-zione con la quale annunciò l’elezione di Jor-ge Mario Bergoglio il 13 marzo del 2013. Lostesso Papa Francesco il 12 luglio al funeralenon ha voluto solo presiedere il rito finaledell’«ultima commendatio» e della «valedic-tio» – come d’abitudine per i cardinali de-funti – ma ha voluto essere presente a tuttala celebrazione, unendosi in profonda pre-ghiera con la chiesa gremita di amici, colla-boratori, fedeli di varie tradizioni religioseche sono venuti a rendere un ultimo omag-

gio a quest’uomo di dialogo. Nato a Bordeaux nel 1943, è stato ordina-

to sacerdote nel 1969. Sei anni dopo entravanel servizio diplomatico della Santa Sede ri-coprendo diverse cariche in varie nazioni.Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del San-to Sepolcro dal 1992, quando rivestiva il ruo-lo di Segretario per i rapporti con gli Statidella Santa Sede, il cardinale Tauran ha sem-pre operato a sostegno della pace e della cul-tura dell’incontro. Fu san Giovanni Paolo IIa nominarlo prima arcivescovo titolare di Te-lepte nel 1990, concedendogli la pienezzadell’ordine nel 1991, e poi ad elevarlo alladignità cardinalizia nel 2003. Di Papa Wojty-la ha seguito le orme nell’offerta di se stessoe delle sue energie in un corpo che lottavada tempo contro la malattia, fino alla fine.

Ricordiamo infatti che solo tre mesi primadella sua scomparsa, in aprile, il cardinaleTauran non ha voluto rinunciare alla sua

L’esempio e l’ereditàdel cardinale Jean-Louis Tauran,

Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine

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NewsletterLA CROce Di gERUSALEMME

N° 51 - ESTATE 2018

Incontro del cardinaleJean-Louis Taurancon il re Salmandell’Arabia Saudita, loscorso aprile a Ryad(Foto: RealeAmbasciatadell’Arabia Saudita inItalia).

Vogliamo rendere omaggio a un grande uomo di Chiesa, membrodell’Ordine del Santo Sepolcro, che ha portato con coraggio il peso

della malattia, lavorando instancabilmente all’avvento del Regno diDio. Venuto a mancare il 5 luglio 2018, ha lasciato un segno nella

storia sia per il suo impegno a servizio della fraternità universale siaper la sua testimonianza di umile discepolo di Cristo.

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missione a Riad, una visita che rappresenta-va un importante passo, in quanto era la pri-ma volta che l’Arabia Saudita accoglieva uncapo dicastero della Santa Sede. Nell’incon-tro con Muhammad Abdul Karim Al-Issa, se-gretario della Lega Musulmana mondiale,Tauran ha affrontato temi scottanti qualil’estremismo religioso, il terrorismo, la liber-tà di fede e la possibilità di costruire luoghidi culto dove ci siano comunità religiose cheli necessitino e la piena cittadinanza per tuttial di là delle differenze religiose. Ricordiamoalcune sue parole di questo suo ultimo im-portante intervento pubblico:

«Riteniamo che ciò che i terroristi voglionodimostrare è che non è possibile vivere insieme.Noi crediamo l’esatto contrario! Dobbiamo evi-tare l’aggressione, l’ignoranza e la denigrazionedelle altre religioni. Il pluralismo religioso è uninvito a riflettere sulla fede, perché ogni verodialogo interreligioso inizia con la proclamazio-ne della fede di ciascuno. Non diciamo che tut-te le fedi sono uguali, ma che tutti i credenti,tutti coloro che cercano Dio e tutte le personedi buona volontà senza alcuna affiliazione reli-giosa, hanno eguale dignità. Ogni persona deveessere lasciata libera di abbracciare la religioneche preferisce. Ciò che minaccia tutti noi non è

lo scontro delle civiltà, ma lo scontro delle igno-ranze e dei radicalismi».

Mons. Miguel Ángel Ayuso Guixot, segre-tario del Pontificio Consiglio per il DialogoInterreligioso, lo ricorda con queste parole:«un gentiluomo, un sacerdote, un pastore ze-lante verso tutti, un fratello di ciascuno dinoi. Non ho mai sentito un lamento da partesua. Affabile, cortese, sempre dotato di ungrande humour, una persona umile». E con-clude sottolineando come il cardinale Tauransia stato innazitutto «una persona che ha cre-duto nell’umanità» come testimonia l’ultimolibro a sua firma che è stato pubblicato Jecrois en l’homme: les religions font partie de lasolution, pas du problème. [Credo nell’uomo:le religioni fanno parte della soluzione, nondel problema].

Il cardinale Tauran viene a mancare in unanno nel quale varie grandi figure del dialo-go sono scomparse. Questo lascia sulle spalledi chi come l’Ordine del Santo Sepolcro ope-ra in un contesto di diversità religiosa, nelquale la cultura dell’incontro sostenuta daPapa Francesco è una vera e propria spintadi vita, la responsabilità di portare avanti ilsuo esempio e seguire il suo insegnamento.

Elena Dini

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VIII N° 51 - ESTATE 2018NewsletterLA CROce Di gERUSALEMME

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In seguito agli incontri dei Luogote-nenti sudamericani, nordamericanied europei, il cardinale Edwin

O’Brien, Gran Maestro dell’Ordine delSanto Sepolcro, riflette sugli elementi co-

muni che ha notato durante le sue visitealle varie Luogotenenze e, in particolare,sul valore dello scambio delle esperienzelocali da parte dei membri del nostroOrdine nel mondo.

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NewsletterLA CROce Di gERUSALEMME

N° 51 - ESTATE 2018

Gli atti del Gran MagisteroIntervista con il cardinale Edwin O’Brien

Gran Maestro dell’Ordine del Santo Sepolcro

«Vogliamo svilupparela presenza dell’Ordine»

Il cardinale O’Brien e il Governatore Generale davanti alla statua di Cristo Redentore a Rio, in compagniadel Cancelliere e di altri responsabili dell’Ordine.

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Eminenza, nel mese di giugno è statoa Toronto, dove ha partecipato all’in-contro dei Luogotenenti nordamerica-ni che guidano circa la metà dei mem-bri complessivi dell’Ordine. Pochigiorni prima si trovava a Buenos Airesper incontrare i Luogotenenti sudame-ricani che rappresentano un gruppopiù piccolo all’interno della nostraistituzione. Come vede la presenzadell’Ordine in questa regione del mon-do?Le esperienze che le Luogotenenze vivono

sono variegate e speriamo, nel tempo, diavere un Vice Governatore Generale per ilSud America perché ci sono differenze cultu-rali, non solo fra Nord e Sud America ma an-che all’interno della stessa regione di cui bi-sogna tenere conto. Vogliamo sviluppare piùpienamente la presenza dell’Ordine in que-sta regione e la nostra recente visita è statautile nel pianificare una tale apertura. C’èl’interesse da parte di alcuni vescovi del SudAmerica ad avere una presenza dell’Ordinee dobbiamo discernere come procedere.

Dopo aver concluso il terzo incontroregionale – quello dei Luogotenentieuropei qui a Roma – vede alcunipunti in comune riguardo al riscontroricevuto dai Luogotenenti di questetre aree geografiche?È stata affrontata la questione dell’appar-

tenenza all’Ordine e della formazione deimembri, non solo nella fase iniziale quandoesprimono il desiderio di entrare nell’Ordinema anche successivamente come formazionecontinua. Abbiamo grandi aspettative rispet-to agli ecclesiastici: abbiamo dei cappellanicavalieri e ancora non stiamo utilizzando almassimo potenziale la loro presenza. I nostrimembri hanno molte competenze e sottoli-neiamo il ruolo dei Luogotenenti e la loroguida ma il Luogotenente dovrebbe anche la-vorare per sostenere le capacità di leader-ship fra i membri.

Quando il mandato di un Luogotenentetermina non sempre è semplice trovare un

nuovo candidato per sostituirlo/a. Ciò ci diceche forse nelle nostre Luogotenenze dobbia-mo imparare come sviluppare, incoraggiaree scoprire le capacità di leadership già pre-senti. A volte troviamo Luogotenenti che vo-gliono, comprensibilmente, rimanere in cari-ca per un altro mandato e che hanno fattoun ottimo lavoro ma questa non è una ragio-ne sufficiente per rimanere. Qualsiasi caricadeve ruotare: ci sono sicuramente altre per-sone all’interno della Luogotenenza che pos-sono contribuire con la loro esperienza e illoro impegno cristiano.

Lei visita le Luogotenenze in Australianel mese di settembre…La nostra visita potrebbe incoraggiare la

partecipazione alla Consulta, l’assembleaquinquennale dell’Ordine che si terrà a Ro-ma a novembre. Andare in Australia è unlungo viaggio e lo stesso vale per gli austra-liani che verranno alla Consulta. Ci possonoessere degli ostacoli ma credo che più viag-giamo, più mostriamo che le distanze nondevono essere un ostacolo.

Abbiamo parlato dei punti in comunefra le Luogotenenze nel mondo. Du-rante questi incontri ha scoperto an-che delle esperienze locali specificheche possono ispirare l’intero Ordine?Questo è esattamente l’obiettivo degli in-

contri dei Luogotenenti. Durante queste riu-nioni, molti Luogotenenti prendono appuntie la ragione per la quale ci si riunisce è quel-la di scambiarsi idee. Non è qualcosa chepossiamo pianificare ma questi incontri han-no lo scopo di portare alla luce ciò che altri-menti rimarrebbe ignoto per il resto deimembri e di incoraggiare nuovi approcci euna comunicazione continua. È anche untempo importante per incontrarsi, socializza-re, pregare insieme e parlare delle questioniimportanti che riguardano l’Ordine.

L’Ordine riflette sempre di più sullapresenza di membri giovani nelle sueLuogotenenze. Quale messaggio vuole

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X N° 51 - ESTATE 2018NewsletterLA CROce Di gERUSALEMME

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far arrivare a questo riguardo?Credo che si tratti di un argomento che è

una sfida che la Chiesa Universale sta af-frontando ovunque. L’individualismo perva-de la cultura occidentale: è qualcosa che toc-ca ogni organizzazione e dobbiamo tenerneconto e fare appello a ciò che accomuna lepersone come l’amicizia, l’impegno sociale,il desiderio di conoscenza e uno sguardo pro-

fondo sui problemi e le situazioni del mon-do. Dobbiamo ascoltare e conoscere i giova-ni prima di agire e di continuare a costruirel’Ordine grazie alla loro presenza. Arricchirel’Ordine attraverso il proprio impegno e at-trarre nuovi membri giovani non è solo ilcompito del Luogotenente ma di ogni Cava-liere e Dama dell’Ordine.

Intervista a cura di Elena Dini

L’incontro dei Luogotenenti dell’Ameri-ca Latina si è svolto in Argentina, aBuenos Aires, in concomitanza alle

Investiture presiedute in questa città dal car-dinale Edwin O’Brien, Gran Maestro. Il Go-vernatore Generale Leonardo Visconti diModrone ritiene che tale riunione continen-tale sia stata decisamente importante percontribuire a sensibilizzare maggiormente gliabitanti della zona verso la causa della TerraSanta. «L’America Latina è molto lontana dalMedio Oriente e l’Ordine favorisce un ravvi-cinamento reciproco, grazie alla solidarietàper i nostri fratelli e sorelle cristiani dei ter-ritori biblici», sottolinea il Governatore, ag-giungendo che i Luogotenenti sud-americanihanno apprezzato di venire informati il piùdirettamente possibile riguardo alle recentidecisioni prese dal Gran Magistero.

«Abbiamo comunicato ai Luogotenenti ilnuovo orientamento dei nostri aiuti, soprat-tutto per quanto concerne la formazione el’insegnamento, poiché l’educazione rappre-senta il mezzo più sicuro per preparare il ter-reno per un futuro migliore, ciò che ci sta re-almente a cuore è l’edificio umano», riferisceil Governatore Generale dopo questo viag-

gio, al quale ha preso parte a fianco delGran Maestro.

In Argentina, la visita dei responsabili del-l’Ordine ha riacceso l’interesse per la TerraSanta, contribuendo a fare uscire le Luogote-nenze locali dal quotidiano e proiettandoleverso le nuove sfide che si prospettano al Pa-triarcato Latino di Gerusalemme. I Luogote-nenti delle nazioni madri del continente su-damericano - Spagna e Portogallo - hanno ar-ricchito la riunione con la loro presenza, inuna dinamica di dialogo fra paesi lusofoni eispanofoni.

«Stiamo prendendo in considerazione lanomina di un Vice Governatore Generaleper l’America Latina, per meglio coordinarel’azione delle Luogotenenze, ossia Argentina,Colombia, Venezuela e Brasile», precisa ilGovernatore Generale, annunciando chel’Ordine prevede di insediarsi ufficialmenteanche in Cile, dove vivono numerosissimi di-scendenti di immigrati palestinesi cristiani.Il Messico – che fa parte dell’America delNord – sarebbe posto sotto la responsabilitàdel nuovo Vice Governatore per l’Americaiberica, soprattutto per una ragione di coe-renza linguistica.

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NewsletterLA CROce Di gERUSALEMME

N° 51 - ESTATE 2018

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«Siamo un’istituzione della Chiesanella quale vanno coltivati i valori

di umiltà, carità e obbedienza»Primi incontri continentali del Governatore Generale Visconti

di Modrone con i Luogotenenti dell’Ordine.

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Tutte le iniziative dell’Ordine e questoprogetto sono stati presentati nella preghie-ra, in particolare davanti alla statua del Cri-sto Redentore, a Rio de Janeiro, dove si sonorecati in seguito i responsabili dell’Ordine. IlGovernatore Generale ha inoltre incontratol’arcivescovo di Rio – Gran Priore della Luo-gotenenza – e il clero impegnato ad accom-pagnare spiritualmente i membri delle dueattuali Luogotenenze dell’Ordine in Brasile.

Alcune settimane dopo, a fianco del GranMaestro, il Governatore Generale è stato aToronto per il meeting dei Luogotenenti del-l’America del Nord, cui ha preso parte per laprima volta. «Ho trovato il tempo di ascolta-re ciascuno personalmente e ho voluto rin-graziarli per il considerevole sforzo offerto alservizio dei nostri fratelli e sorelle di TerraSanta», osserva, rendendo omaggio in parti-colare all’azione del Vice Governatore Pa-trick Powers.

L’interesse per la Terra Santa è molto fortenegli Stati Uniti e in Canada, manifestato dauna generosità immensa. Molte persone cheoltreoceano hanno avuto successo dal puntodi vista economico donano a favore delle po-polazioni in difficoltà, supportate in questaazione da un quadro legislativo favorevole.

Il terzo grande e importante appuntamen-to della scorsa primavera è stato l’incontrocon i Luogotenenti europei che il Governato-re Generale conosceva già per taluni versi,

avendo presenziato a varie Investiture dallasua entrata in carica un anno fa.

«Contrariamente a ciò che si vive in Ame-rica del Nord o del Sud, dove esiste una cer-ta omogeneità culturale, la questione delladiversità di lingue e culture resta una diffi-coltà in Europa, sebbene il legame storicocon la Terra Santa sia molto antico e aggre-gante», osserva.

«Cerco di favorire l’unità all’interno del-l’Ordine e nel contempo la libertà d’iniziati-va sul piano locale; questi incontri intercon-tinentali hanno anche avuto lo scopo di pre-parare la Consulta - che avrà luogo nel mesedi novembre a Roma - sul tema della missio-ne del Luogotenente», conclude il Governa-tore Generale Visconti di Modrone, che hagià suggerito alcune nomine decise dal GranMaestro, tentando di valorizzare personalitàcompetenti, radicate nelle loro diocesi, dota-te di spirito di servizio e capaci di favorirel’unità a tutti i livelli.

«L’Ordine non sarà mai una ONG, siamoun’istituzione della Chiesa nella quale vannocoltivati i valori di umiltà, carità, e obbe-dienza», afferma con fermezza. L’azione del-l’Ordine in tal senso si orienta sempre di piùverso il servizio alla persona, essenzialmenteattraverso opere di educazione al dialogo ealla convivenza, che costituiscono altrettantegaranzie per la pace a lungo termine in TerraSanta e in Medio Oriente. F.V.

Il Gran Maestro dell’Ordine e il Governatore Generale hanno festeggiato i 130 anni della Luogotenenzaper l’Argentina durante uno storico incontro a Buenos Aires che si è concluso con l’Investitura di nuovimembri.

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La prima riunione dei Luogotenenti dell’America del Sud, Spagna ePortogallo (16-18 maggio)

Il cardinale Edwin O’Brien, Gran Maestro, e il Governatore Generale dell’Ordine, LeonardoVisconti di Modrone, si sono riuniti a Buenos Aires con i Luogotenenti per l’Argentina, per

la Spagna Orientale, per la Colombia, per il Portogallo, per la Spagna Occidentale e per il Bra-sile – San Paolo e per Brasile – Rio de Janeiro. L’incontro è stato anche l’occasione per celebra-re il 130° anniversario della fondazione dellaLuogotenenza per l’Argentina.

«Mio intendimento è di essere il più vicino pos-sibile alle Luogotenenze latinoamericane comegià cerco di esserlo a tutte le altre presenti nelmondo», ha detto il Governatore Generale Vi-sconti di Modrone. «Questo servirà a marcare chel’Ordine è uno. Non è una associazione di Ordini.L’unità dell’Ordine si fortifica anche e soprattuttoattraverso questi frequanti contatti». Parlando del-l’azione dell’Ordine in Terra Santa, il Governato-re ha riportato che «nelle ultime riunioni delGran Magistero, seguendo anche le indicazionidel Patriarcato Latino di Gerusalemme, si è deci-so di investire nel capitale umano, di privilegiarecioè nei nostri interventi la formazione nellescuole, piuttosto che progetti di edifici. È emersoil convincimento infatti che il migliore investi-mento in quelle terre sia quello nella formazione delle giovani generazioni, che se educate neinostri valori di dialogo e tolleranza, potranno crescere in un mondo migliore pur non condivi-dendo la nostra fede».

Il Gran Maestro ha invitato a far conoscere a tutti i membri dell’Ordine l’esortazione apo-stolica del Sommo Pontefice sulla chiamata alla santità personale, Gaudete et Exsultate. I Luo-gotenenti devono assicurarsi che anche i candidati la leggano.

Durante l’incontro si è parlato della possibilità di creare all’interno del Gran Magistero lacarica di Vice Governatore Generale per l’Iberoamerica.

La prossima riunione avrà luogo nel novembre del 2020 a San Paolo, in Brasile.

Il nuovo orientamento dell’Ordine:investire sul “capitale umano”

in Terra SantaDurante la scorsa primavera hanno avuto luogo tre grandi

incontri continentali dei Luogotenenti attorno al GovernatoreGenerale dell’Ordine e al Gran Maestro. Presentiamo di seguito

alcuni brevi estratti dei resoconti di ogni riunione che sonointegralmente disponibili sul nostro sito www.oessh.va

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NewsletterLA CROce Di gERUSALEMME

N° 51 - ESTATE 2018

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La riunione annuale dei Luogotenenti nordamericani(31 maggio - 2 giugno)

I 16 Luogotenenti nordamericani si sono incontrati per la loro riunione annuale a Toronto,Ontario. Si è trattato del quarto incontro in Canada, essendosi precedentemente radunati a

Toronto, Montreal e Québec. Il Gran Maestro cardinale Edwin O’Brien, il Governatore Generale Leonardo Visconti

di Modrone e il Luogotenente Generale Agostino Borromeo sono giunti da Roma per parteci-pare all’assemblea. Inoltre, sono intervenuti il Vice Governatore Generale Patrick Powers equattro membri del Gran Magistero, assieme a Monsignor John Kozar – Presidente della Ca-tholic Near East Welfare Association (CNEWA) – e Monsignor Robert Stern, Presidente Emeritodella CNEWA e consulente dell’Ordine.

Il Luogotenente Generale Borromeo ha parlato a fondo della prossima Consulta, dello statodello Statuto, dell’Instrumentum Laboris per la Consulta, nonché dell’istituzione di tre nuove

Commissioni dedicate a Protocollo, Economia eSpiritualità.

Monsignor John E. Kozar – Presidente dellaCatholic Near East Welfare Association (CNEWA)– ha fornito un intenso resoconto sulla crisi deirifugiati in Siria, Iraq – con le nuove esigenzedi reinsediamento – e nel Regno di Giordania.

Citando l’importanza dell’operato dellaCNEWA, egli ha informato il gruppo su co-me milioni di profughi siano ancora sfollati.Ha affermato che la CNEWA costituisceuna presenza umile e modesta, risponden-do alle necessità di base dei rifugiati conuno spirito di “accompagnamento pastora-le”.

Il Gran Maestro ha annunciato che ilSanto Padre Papa Francesco ha conferito aJoseph Spinnato – membro del Gran Magi-stero – la più alta carica dell’Ordine di SanSilvestro Papa. Il Cardinale ha ringraziato ilLuogotenente d’Onore Spinnato per i suoinumerosi anni di servizio all’Ordine e alla Chiesa universale (foto in alto a sinistra). Successi-vamente, è stato dedicato del tempo a un “dibattito aperto”, il quale ha permesso ai Luogote-nenti di discutere temi come il rinnovamento delle vite spirituali di Dame e Cavalieri, il pro-gramma dei lasciti e il nuovo programma degli Scudieri che si sta formando in Nord America.

(Tratto dal resoconto di John Carmen Piunno, membro del Gran Magistero)

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XIV N° 51 - ESTATE 2018NewsletterLA CROce Di gERUSALEMME

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La riunione annuale dei Luogotenenti europei (13-14 giugno)

I Luogotenenti europei e le massime cariche dell’Ordine hanno svolto i loro lavori presso ilPalazzo della Rovere, sede del Gran Magistero.Nell’accogliere i Luogotenenti, il Gran Maestro ha insistito su due punti, il posto degli ec-

clesiastici e dei giovani nell’Ordine, auspicando una larga condivisione di esperienze su questitemi nel corso delle due giornate.

L’ingegnere Rinaldi ha dettagliato i progetti del Gran Magistero, mettendo in luce il succes-so nelle Luogotenenze dei nuovi “piccoli progetti” – destinati a migliorare la vita delle persone– proposti dal Patriarcato Latino nel 2018. Nella medesima direzione, il Professore McKier-nan, presidente della Commissione per la Terra Santa del Gran Magistero, ha confermato l’im-portanza di valorizzare il «capitale umano», sottolineando quanto la gioventù scolarizzata inTerra Santa si faccia portatrice di speranza.

L’amministrazione delle 45 scuole è in effetti una priorità, come ha affermato SamiEl-Yousef, amministratore generale del Patriarcato, ricordando che tale vasta rete scolasticacoinvolge circa 19.000 studenti e 1500 dipendenti. «L’Amministratore Apostolico Mons. Pizza-balla desidera porre l’accento su istruzione, aiuto umanitario e opere pastorali, abbandonandotutte le attività economiche che non rientrano nella missione della Chiesa», ha precisato conchiarezza Sami El-Yousef nel corso di un intervento contraddistinto da professionalità e traspa-renza. L’analisi comparativa delle relazioni annuali delle Luogotenenze e il dibattito che ne èscaturito hanno fatto emergere la necessità di passare sempre tramite il Gran Magistero per iltrasferimento delle donazioni, in vista di una migliore gestione globale.

I Luogotenenti hanno discusso a lungo riguardo il ruolo dei sacerdoti nell’Ordine e l’inte-grazione dei giovani. I partecipanti hanno accordato una speciale attenzione a ciò che vivonole nuove generazioni in Francia, Belgio e Portogallo, ad esempio tramite la programmazione diperiodi di servizio presso le popolazioni di Terra Santa.

Il cardinale O’Brien, dopo avere ascoltato i ricchi racconti di queste esperienze – ha chiestoai Luogotenenti di mobilitare sempre più i sacerdoti dell’Ordine per la formazione spiritualedei membri, specialmente attraverso l’organizzazione di ritiri. La commissione spirituale delGran Magistero – da poco istituita – avrà la missione di suscitare iniziative in tale ambito.

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Con decreto motu proprio del cardinaleEdwin O’Brien, Gran Maestro del-l’Ordine, l’Ambasciatore dell’Austria

presso la Santa Sede, Alfons Kloss, è statonominato Cavaliere di Gran Croce dell’Ordi-ne del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

Il 26 luglio, il Governatore Generale Leo-nardo Visconti di Modrone, che conosce per-sonalmente da vari anni l’AmbasciatoreKloss a ragione del comune impegno diplo-matico, ha presieduto la cerimonia di confe-rimento della Gran Croce dell’Ordine allapresenza della Signora Anna Maria KlossGudenus, del Cancelliere Bastianelli, altrimembri del Gran Magistero e di tutto lostaff presso il Palazzo della Rovere, sede delGran Magistero.

Ambasciatore presso la Repubblica Italia-na a Roma (2001-2007) e consigliere diplo-matico del Presidente della Repubblica aVienna (2007-2011), ha sempre acquisito me-riti particolari e sostenuto la causa della

Chiesa nelle sue precedenti funzioni.L’Ambasciatore Kloss ha terminato a fine

luglio, dopo sette anni, il suo mandato a Ro-ma. Cattolico devoto, ha ricevuto dal cardi-nale Schönborn la proposta di diventare pre-sidente della Fondazione “Pro Oriente”, sta-bilita a Vienna dal fu cardinale Franz Königper promuovere il dialogo fra la Chiesa diRoma e le Chiese Orientali.

Dopo aver parlato del suo nuovo impegnocon la Fondazione “Pro Oriente” che si ponecome obiettivo quello di rafforzare i rapporticon le Chiese Ortodosse ed Orientali, l’Am-basciatore Kloss ha affermato: «Sento questanomina come una spinta di responsabilità,una chiamata ad impegnarmi per queste pro-blematiche tentando anche di realizzare del-le iniziative insieme nel futuro».

Ha poi concluso: «Mi impegno a portareavanti la missione dell’Ordine che oggi mi èstata affidata e che ricevo con grande emo-zione».

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L’Ambasciatore Alfons Kloss,presidente della Fondazione

“Pro Oriente”, ha ricevutola Gran Croce dell’Ordine

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XVI N° 51 - ESTATE 2018NewsletterLA CROce Di gERUSALEMME

Durante un’importantecerimonia presso la sededel Gran Magistero, ilGovernatore GeneraleLeonardo Visconti diModrone ha conferito alnuovo presidente dellaFondazione “Pro Oriente”,l’Ambasciatore austriacoAlfons Kloss, le insegne dimembro dell’Ordine delSanto Sepolcro, allapresenza del CancelliereAlfredo Bastianelli e diimportanti dignitaridell’Ordine.

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Dopo aver presieduto l’Investituradella Sezione Lazio della Luogote-nenza per l’Italia Centrale all’abba-

zia di Casamari, lo scorso 5 maggio, e quel-la della Luogotenenza svizzera a Lucerna, il12 maggio, il cardinale O’Brien si è recatoa Buenos Aires per festeggiare i 130 annidella Luogotenenza per l’Argentina. Ha ce-lebrato la messa di Investitura di questaLuogotenenza il 18 maggio, dopo aver par-tecipato alla riunione dei Luogotenenti del-l’America Latina alla quale si sono uniti an-che i Luogotenenti della Spagna e del Por-togallo.

Il Gran Maestro ha poi proseguito il suoviaggio fino in Brasile dove, il 21 maggioha presieduto l’Investitura della Luogote-nenza per il Brasile – Rio de Janeiro.

I primi due giorni di giugno era a Toron-to per l’incontro dei Luogotenenti del NordAmerica. Il 9 giugno a Bruxelles è stata lavolta dei nuovi membri della Luogotenenza

per il Belgio a ricevere direttamente dallemani del Gran Maestro l’Investitura, primache il cardinale O’Brien tornasse a Romaper partecipare alla riunione dei Luogote-nenti europei il 13 e 14 giugno.

Alcuni impegni l’hanno poi condotto ne-gli Stati Uniti, in particolare per predicareun ritiro ai sacerdoti della diocesi di Balti-mora. Il 15 agosto, per la solennità dell’As-sunzione, il cardinale O’Brien ha presiedu-to la messa nel santuario nazionale dell’Im-macolata Concezione a Washington.

Alla fine di agosto si è recato in Australiadove prenderà parte a numerosi appunta-menti con i Luogotenenti e i membri del-l’Ordine di questo continente.

Rientrando dall’Australia il 20 settembre,il cardinale presiederà l’Investitura dellaLuogotenenza USA Eastern a New York epoi quella della Luogotenenza per la Fran-cia a Parigi il 6 ottobre.

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NewsletterLA CROce Di gERUSALEMME

N° 51 - ESTATE 2018

Le visite del Gran Maestro

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XVIII N° 51 - ESTATE 2018NewsletterLA CROce Di gERUSALEMME

L’Ordine e la Terra Santa

Ripensando agli ultimi impegnativi mesiin Terra Santa, Sami El-Yousef – ammi-nistratore generale del Patriarcato Lati-

no di Gerusalemme – non può fare a meno diricordare le tensioni derivanti principalmentedagli anniversari della Guerra dei sei giorni edella dichiarazione d’indipendenza dello Statodi Israele, nonché il trasferimento dell’amba-sciata statunitense da Tel Aviv a Gerusalemme.

Tuttavia, accadono anche tante cose emozio-nanti in questa Terra così cara al cuore di Ca-valieri e Dame del Santo Sepolcro. Sami El-Yousef racconta il suo incontro con circa dieciprofughi iracheni, aiutati da un programma diassistenza umanitaria presso il centro NostraSignora della Pace in Giordania, un istituto so-stenuto dall’Ordine. «Sebbene essi abbiano tut-ti condiviso con noi storie strazianti riguardoalle circostanze che li hanno portati ad abban-donare le proprie case in Iraq, è stato commo-vente e confortante sentire ciò che la Chiesaha cambiato nelle loro vite, donando nuova di-gnità e speranza» ha riferito.

L’amministratore generale ha inoltre visitatola casa di riposo Beit Afram di Taybeh, un al-tro centro sostenuto dal regolare contributomensile dell’Ordine. La situazione degli anzia-ni risulta estremamente difficoltosa, comespiega El-Yousef: «Con la crescente emigrazio-ne di famiglie cristiane e il peggioramento del-la condizione socio-economica dei nostri nucleifamiliari cristiani, questi anziani si ritrovanosenza alcuno che si prenda cura di loro o offraloro una vita dignitosa». Durante una delle re-centi visite, il Governatore Generale Viscontidi Modrone e i membri della Commissione perla Terra Santa hanno avuto il piacere di tra-

Tante cose di cui essere orgogliosiin Terra Santa

scorrere del tempo alla casa di riposo BeitAfram. Così come Sami El-Yousef, sono rimastifavorevolmente sorpresi dal buon umore e dal-l’ambiente amichevole che hanno trovato.«L’atteggiamento e la grinta degli anziani diBeit Afram sono veramente qualcosa di cui sia-mo tutti orgogliosi. Si sentono a casa, membridi una famiglia allargata affettuosa e amorevo-le», conclude l’amministratore generale del Pa-triarcato.

Infine, non possiamo dimenticare i numerosicampi estivi che il Patriarcato Latino organizzadurante questi mesi caldi, una vera benedizio-ne per bambini e ragazzi. Crediamo valga la pe-na condividere integralmente la reazione perso-nale di Sami El-Yousef a uno dei campi di Ga-za, proprio all’inizio dell’estate, quando la ten-sione era altissima e gli scontri sul confine diGaza hanno provocato la morte di alcuni giova-ni palestinesi.

«Padre Mario da Silva – il parroco locale –

Grazie all’aiuto dell’Ordine del Santo Sepolcro, ilPatriarcato Latino di Gerusalemme può daresostegno alla speranza dei bambini di Gaza chevivono in una zona di guerra, in particolareattraverso le allegre attività di un campo estivoorganizzato dalla parrocchia locale della SantaFamiglia.

Da una lettera di Sami El-Yousef,amministratore generale del

Patriarcato Latino di Gerusalemme.

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[…] ha confermato che la situazione a Gaza è lapeggiore che abbia mai visto». Tuttavia, «mi haassicurato che la vita va avanti e che il lorocampo estivo giovanile è già iniziato. Quellastessa sera, ho ricevuto una chiamata da SuorNabila Saleh – direttrice della scuola delle Ro-sary Sisters (Sorelle del Rosario) di Gaza – checi chiedeva di trasmettere le coordinate degliistituti cattolici di Gaza alle autorità israeliane(come accaduto nell’ultima guerra del luglio2014) cosicché, se un bombardamento su vastascala fosse iniziato, forse i nostri istituti avreb-bero potuto essere risparmiati!!! Non è stato fa-cile per me andare a dormire con lo spettro mi-naccioso di una guerra totale a 90 chilometri dacasa, pensando all’impatto che potesse avere su

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NewsletterLA CROce Di gERUSALEMME

N° 51 - ESTATE 2018

Gaza. Il mattino seguente, al risveglio, ho tro-vato un messaggio WhatsApp di Padre Mario ealcune foto di ragazzi e bambini che si diverti-vano con le attività del campo estivo al com-plesso parrocchiale della Sacra Famiglia. Inutiledire che ciò mi ha reso molto orgoglioso dellanostra presenza e del nostro lavoro con i bam-bini che debbono sopportare di vivere in unazona di guerra, trovando tuttavia la manieraper essere grati e speranzosi. Questi giovani ebambini meritano tutto il nostro rispetto e so-stegno! È vero che la vita va avanti a Gaza e illavoro della Chiesa rende l’esperienza lì vissutapiù “umana”. Tanto di cappello a Padre Mario,Suor Nabila e molti altri che contribuiscono amantenere viva quella speranza!».

«La recente promulgazione della Leg-ge Fondamentale (Basic Law) chedichiara “Israele Stato -Nazione

del Popolo Ebraico” è causa di grande pre-occupazione», ha reso noto nel cuore del-l’estate un comunicato del Patriarcato Lati-no di Gerusalemme. Pubblichiamo di segui-to i punti principali della dichiarazione:

«Promulgata in apparenza per motivi politiciinterni, mentre definisce Israele come lo Stato-nazionale del popolo ebraico, non offre nessu-na garanzia costituzionale per i diritti degli au-toctoni e delle altre minoranze che vivono nelPaese. I cittadini palestinesi di Israele, che co-stituiscono il 20% della popolazione, restanototalmente ignorati da questa legge.

È inconcepibile che una Legge costituziona-le ignori un intero segmento di popolazione,come se i suoi membri non fossero mai esistiti.Anche nel caso in cui tale legge non abbia ef-fetti concreti, essa manda un segnale inequivo-cabile ai cittadini Palestinesi di Israele, comu-nicando loro che in questo Paese non sono acasa loro. La lingua araba è stata degradata da

lingua ufficiale a lingua “a statuto speciale”, eci si è assunti l’impegno di lavorare per lo svi-luppo dell’insediamento degli Ebrei sul territo-rio, senza nessuna menzione allo sviluppo delpaese per il resto dei suoi abitanti. […]

Questa legge discriminatoria contravvieneesplicitamente alla Risoluzione 181 dell’Assem-blea Generale delle Nazioni Unite, così comealla Dichiarazione di Indipendenza dello stessoIsraele. La prima garantiva l’istituzione di unoStato Ebraico assicurando pieni diritti civiliagli Arabi che abitano in esso, e nella secondai Fondatori del Paese chiaramente ed inequivo-cabilmente si preoccupavano di incoraggiare ilsuo sviluppo per il bene di tutti i suoi abitantie di assicurare la completa eguaglianza dei di-ritti sociali e politici a tutti, indipendentemen-te dalla religione, dalla etnia o dal sesso di ap-partenenza.

Infine, questa legge contravviene e contrad-dice la Legge Fondamentale “Dignità umana eLibertà” promulgata nel 1995 che garantisce ilrispetto della dignità di ogni persona. Dove c’èdiscriminazione, non c’è dignità […]».

«Dove c’è discriminazione,non c’è dignità»

La nuova legge su «Israele Stato-Nazione del popolo ebraico»contestata dalla Chiesa in Terra Santa.

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XX N° 51 - ESTATE 2018NewsletterLA CROce Di gERUSALEMME

Grazie al contri-buto dellaLuogotenenza

austriaca dell’Ordine,la scuola del Patriar-cato Latino a Nablusha potuto moderniz-zare le sue apparec-chiature informati-che. La scuola ‘SanGiuseppe’ consta di22 aule, un laborato-rio informatico e unabiblioteca, a disposi-zione di 608 studenti.Il laboratorio era par-ticolarmente datato enecessitava di appa-recchiature nuovepoiché oggigiorno icomputer risultanoutili per insegnare svariate materie del pro-gramma di studi. Pertanto, il Patriarcato Lati-no ha reputato prioritario rinnovare le attrez-zature informatiche di questa scuola per mi-gliorare l’ambiente didattico e offrire unbuon servizio agli studenti. Con nuovi com-puter e proiettori di elevata qualità, la scuola‘San Giuseppe’ continuerà nella missione diformare generazioni di studenti altamentequalificati.

Un altro progetto recentemente concluso èstato l’acquisto di un autobus per trasportaregiovani studenti rifugiati siriani fino alla par-rocchia di ‘San Giuseppe’ a Mafraq, grazie an-che al contributo della Luogotenenza per ilCanada Montréal dell’Ordine. Mafraq è unacittadina situata nella Giordania settentriona-le, ad appena 20 chilometri dal confine siria-no. La sua parrocchia latina aiuta quotidiana-mente i profughi, coordinando diverse attivi-tà. Alcuni insegnanti e volontari hanno presol’iniziativa di organizzare attività didattiche elezioni per i bambini siriani per offrire loro

Due progetti recentementeportati a termine in Terra Santa

l’opportunità di studiare prima di essere uffi-cialmente iscritti nel sistema scolastico gior-dano. Vengono inoltre proposte varie attivitàextracurriculari, quali la danza, la pittura e ilgioco.

Il parroco locale, Padre Francis Shahin, siassume la responsabilità giornaliera di trasfe-rire gli studenti dai campi profughi dissemina-ti sul confine tra Siria e Giordania alla parroc-chia di Mafraq per frequentare le lezioni. Loscuolabus era destinato a tale servizio ma siera rivelato del tutto insufficiente per 350 stu-denti, tanto che la parrocchia aveva dovutospesso noleggiare altri bus e i costi erano di-ventati alti. Grazie ad alcuni benefattori -principalmente la Luogotenenza per il CanadaMontréal - è stato finalmente possibile compe-rare un nuovo autobus per consentire a questigiovani studenti siriani di raggiungere piùagevolmente la parrocchia ‘San Giuseppe’, ap-profittando di tutte le attività lì organizzateper alleviare e facilitare la loro complicata si-tuazione.

L’attrezzatura informativa diuna scuola a Nablus e unautobus per le attività dei

giovani rifugiati siriani inGiordania: questi due progetti

del Patriarcato Latino sonostati recentemente portati a

termine grazie alla generositàdei Cavalieri e delle Dame

dell’Ordine del Santo Sepolcro.

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Questo antico tessuto di lino – conser-vato nella basilica di San GiovanniBattista a Torino – è reputato essere

da molti fedeli cristiani il lenzuolo funerariodi Gesù Cristo, prelevato dal Santo Sepolcroimmediatamente dopo la Resurrezione (cfr.Giovanni 20). Padre Mangum e la Dott.ssaWhite, entrambi membri della LuogotenenzaUSA Southeastern, portano avanti un inte-resse accademico verso questa sacra reliquiaa causa della loro dedizioneall’Ordine Equestre del San-to Sepolcro, ma anche per laloro appartenenza alla Con-fraternita Americana dellaSanta Sindone, unica affiliataautorizzata della Confraterni-ta del Sudario di Torino, cu-stode ufficiale della Sindonedal 1592.

Il fulcro della loro ricercasono i cosiddetti “anni man-canti” della Sindone, un pe-riodo dal 1204 al 1355 in cuila documentazione storica ri-sulta perlopiù assente. Glistudiosi credono che la sindo-ne (il lenzuolo funerario) fos-se a Costantinopoli nel 1204quando la città venne sac-cheggiata dai cavalieri dellaQuarta Crociata, dopodiché

se ne persero le tracce. Poi, nel 1355, la Sin-done fu esposta in pubblico a Lirey (Fran-cia), dove si ritenne appartenere a un cava-liere francese, Geoffroy de Charny. L’attualericerca di Padre Mangum e della Dott.ssaWhite nell’Archivio Segreto Vaticano si pro-pone di trovare indizi sulla localizzazionedella Sindone durante il suddetto lasso tem-porale.

Nel corso della prima visita di tre giorni, idue studiosi hanno potutoconsultare i Registri Vati-cani inerenti la canonizza-zione di San Luigi IX re diFrancia, noto per avereposseduto molte reliquiedella Passione. Inoltre,hanno avuto modo di esa-minare la documentazionerelativa a Papa InnocenzoIII (1198-1216), che ordi-nò la Quarta Crociata etentò di ripristinare le re-lazioni con Costantinopolidopo l’assedio della città.Sia Padre Mangum che laDott.ssa White confidanoche il loro lavoro di ricer-ca si riveli molto promet-tente nel fornire maggioriinformazioni sugli “annimancanti” della Sindone.

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La vita delle Luogotenenze

Quando l’amore per il SantoSepolcro porta allo studio

Due membri della Luogotenenza USA Southeastern dell’Ordine delSanto Sepolcro, Padre Peter B. Mangum, Rettore della Cattedrale diSt. John Berchmans a Shreveport, Louisiana, e la Dott.ssa Cheryl

White, della Louisiana State University di Shreveport, hanno ottenutoil permesso di accedere all’Archivio Segreto Vaticano per un

importante lavoro di ricerca sulla Sindone di Torino.

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NewsletterLA CROce Di gERUSALEMME

N° 51 - ESTATE 2018

Page 22: ESTATE 2018 Newsletter N° 51 La croce gerusalemme · STRE DEL SANTO SEPOLCRO DI GERUSALEMME 00120 CITTÀ DEL VATICANO E-mail: comunicazione@oessh.va Quali sono – potremmo chiederci

Il 3 agosto 1888, l’Ordine del SantoSepolcro ha ricevuto la bella notiziadella Breve “Venerabilis Frater” di

Papa Leone XIII nella quale il Santo Pa-dre autorizzava il Patriarca di Gerusa-lemme a concedere la croce dell’Ordinealla Dame in tre classi. Durante questi130 anni, le Dame sono state una parteestremamente attiva della vita della no-stra Istituzione Pontificia che è princi-palmente composta da laici e oggi esserappresentano un terzo dei membri del-l’Ordine. La presenza delle donne, comeanche l’esperienza delle coppie sposateall’interno dell’Ordine, ha aiutato ad of-frire una più ampia e completa immagi-ne del popolo di Dio desideroso di servi-re, in particolare, la Chiesa che è in Ter-ra Santa. Per festeggiare questo anniver-sario, abbiamo chiesto a Janet Gardner,Dama di Commenda della LuogotenenzaWestern Australia di condividere la suaesperienza:

«Da giovane adulta cristiana di famiglia an-glicana, stavo cercando il mio posto nel mon-do e mi sono resa conto che ero attirata adandare verso le persone credenti. Dove eraDio nella mia vita? Ero molto toccata dai mieiamici cattolici e da come erano impegnatinella loro fede e nella loro comunità cattolicache trovavo molto accogliente, vivace e vi-brante. Tutto questo ha influenzato il miomodo di pensare e, dopo aver incontrato ilmio futuro marito, Jack, sono diventata catto-

lica. Ci siamosposati nel1970 nellaChiesa Catto-lica. Abbiamodue figlie spo-sate e otto nipoti. La mia ricerca di Dio nellamia vita continua ancora oggi.

Nel corso degli anni, ho lavorato e sonosempre stata interessata nel campo della curae della salute delle persone, sia all’internodella Chiesa che nella società più allargata. Ilmio lavoro e il mio volontariato mi hannoportato ad operare con gruppi di assistenzaall’infanzia, persone con disabilità, anziani,malati e persone sole. Molte di queste attivitàerano gestite da organizzazioni cattoliche.

Sono poi stata invitata ad entrare a far par-te dell’Ordine nel 2007 e, all’inizio, ho pensa-to che non ero sufficientemente interessata aconsiderare questa possibilità a causa delletante attività parrocchiali e del mio coinvolgi-mento nella mia comunità. Pensavo fossetroppo formale e troppo oltre la mia vita par-rocchiale. Pensavo anche che l’Ordine fossecircondato da un’aura di mistero per la mag-gior parte delle persone. Inoltre, mi doman-davo quale fosse il senso di portare l’abito ele decorazioni dell’Ordine. Tuttavia, mio ma-rito era membro dell’Ordine dal 1992 e, al-l’avvicinarsi della pensione, stava mostrandosempre più interesse nell’Ordine e cominciaia pensare che forse avrei potuto condividerequesta esperienza con lui e questo avrebbe

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XXII N° 51 - ESTATE 2018NewsletterLA CROce Di gERUSALEMME

130 anni di presenza delle Dame nell’Ordine

«Far parte dell’Ordine è undono da custodire, mantenere

e infine tramandare»Janet Gardner, Dama di Commenda della

Luogotenenza Western Australia, condivide la suaesperienza all’interno dell’Ordine: come ne hascoperto l’esistenza, ha deciso di entrarne a far

parte e cosa è cambiato nella sua vita.

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potuto impegnarci insieme in una comunitàpiù ampia e arricchire la nostra fede.

Fu dopo il mio primo pellegrinaggio in Ter-ra Santa con l’Ordine, un’esperienza di unaforza travolgente per me, che ho cominciato apensare più profondamente allo scopo del-l’Ordine. Stavo imparando di più riguardo al-la Terra Santa, la sua storia, la politica e ladifficile condizione della sua gente. Nel 2014,mio marito (Jack Gardner) è diventato Luogo-tenente per il Western Australia e questa nuo-va carica ha aperto la strada ad un’esperienzadiversa per entrambi.

Da allora, mi si è rivelata un’immagine piùgrande della Chiesa Cattolica. Certamentemolto più grande di quanto vedevo dal miocomodo piccolo angolo di mondo che com-prendeva la famiglia, gli amici e la vita par-rocchiale a Perth, Western Australia. Ora spe-rimento la Chiesa in azione attraverso l’Ordi-ne e sono contenta di sapere che possiamo es-sere parte dell’azione di sostegno alla comu-

nità cristiana in Terra Santa. Inoltre, comemembri dell’Ordine svolgiamo un ruolo, perquanto piccolo possiamo ritenerlo, nel mante-nere vivo un legame storico.

Testimoniamo la nostra fede in vari modi,chiaramente, ma anche portando l’abito e ledecorazioni dell’Ordine in alcune celebrazio-ni speciali e per ragioni storiche. Far partedell’Ordine è un dono che ci è stato fatto eche dobbiamo custodire, mantenere e infinepassare ad altri!

Insieme a mio marito siamo stati felici diincontrare persone con storie di vita diverseattraverso l’Ordine e attraverso anche le altreLuogotenenze in Australia e Nuova Zelanda.Abbiamo viaggiato in Australia e oltre il con-tinente, specialmente in Terra Santa e in Ma-lesia. I nostri pellegrinaggi sono stati momen-ti importanti nella nostra vita e ci hanno por-tati più vicini ai nostri membri, amici e cap-pellani: tutto questo è una stupenda opportu-nità».

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NewsletterLA CROce Di gERUSALEMME

N° 51 - ESTATE 2018

I membri della Luogotenenzadell’Ordine del Santo Sepol-cro per l’Irlanda hanno attiva-

mente partecipato al IX Incontromondiale delle famiglie, organiz-zato alla fine d’agosto 2018 a Du-blino, alla presenza di Papa Fran-cesco che ha chiesto perdono perlo scandalo degli abusi commessisu minori da parte di membri delclero in questo paese, incorag-giando i vescovi a continuare i lo-ro sforzi per rimediare agli erroridel passato. Una sorta di GMGdelle famiglie, questi incontrimondiali creati da Papa GiovanniPaolo II nel 1994 permettono di

L’Ordine presente all’Incontrodelle famiglie in Irlanda

«L’esperienza confortante di tante famiglie impegnatenella via evangelica del matrimonio e della vita familiare».

Il Vicario patriarcale per Gerusalemme e dei membri dellaLuogotenenza irlandese dell’Ordine con alcune coppie venutespecialmente dalla Terra Santa per partecipare al IX Incontromondiale delle famiglie a Dublino.

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XXIV N° 51 - ESTATE 2018NewsletterLA CROce Di gERUSALEMME

celebrare, pregare e riflettere sull’importanzacentrale del matrimonio e della famiglia perla Chiesa.

In occasione di questo evento, al quale116 paesi erano rappresentati, il Luogotenen-te irlandese Peter Durnin e il gruppo localedi Cavalieri e Dame hanno accolto delle fa-miglie venute dalla Terra Santa grazie all’aiu-to dell’Ordine insieme a Mons. Giacinto-Bou-los Marcuzzo, Vicario patriarcale per Gerusa-lemme. L’impegno dell’Ordine è stato anchemesso in luce dalla stampa cattolica irlande-se in concomitanza a questo Incontro mon-diale delle famiglie. Guardando al di là dellepolemiche mediatiche devastanti che hannonascosto il messaggio di speranza di questegiornate, rimane il fatto che più di 300.000fedeli hanno pregato con il Santo Padre du-

rante la messa conclusiva al Phoenix Park diDublino. «É stata un’esperienza profetica,confortante, di tante famiglie impegnate nel-la via evangelica del matrimonio e della vitafamiliare; famiglie discepole e missionarie,fermento di bontà, santità, giustizia e pace»,ha commentato il Papa al suo ritorno a Romadurante l’udienza generale del 29 agosto.

In vari momenti, delle testimonianze «cihanno anche mostrato come la fede si attuinella vita quotidiana, “intorno alla tavola dicasa”, e l’importanza della comunicazione fragenerazioni», ha sottolineato, aggiungendoche «il mondo ha bisogno di una rivoluzionedi amore, di tenerezza! E questa rivoluzionecomincia nel cuore della famiglia». Il prossi-mo Incontro mondiale delle famiglie si svol-gerà a Roma fra tre anni.

Mons. PierbattistaPizzaballa, Ammini-stratore Apostolicodel Patriarcato Latinodi Gerusalemme, hachiesto a diverse co-munità monastichecontemplative dellasua diocesi di scrive-re una preghiera aMaria Regina di Pale-stina, patrona del-l’Ordine del SantoSepolcro, la cui festacade il 25 ottobre. Pubblichiamo di segui-to una sintesi di questi testi nella quali siesprime la speranza che con la VergineMaria riponiamo in Colui al quale nulla èimpossibile. Di fronte alla situazione diffi-cile che vive la Terra Santa, rinsaldiamo lanostra fiducia nella Madre del Principedella Pace, sicuri della potenza della suaintercessione a favore della giustizia.

A te, Vergine Madre Maria,Regina della Terra di Cristoveniamo per lodarti, ringraziartie affidarti tutti i tuoi figli abitanti e pellegrinidi questa Terra.Tu, Vergine, Figlia di Sion,insegnaci l’amore che hai per tutti, senza distinzioni.Mostraci il tuo cuore misericordioso,donaci il tuo sguardo limpido.Come nei giorni di Nazarethinsegnaci l’ascolto attento alla voce di Dioe alla sua Parola di vita.Insegnaci la fedeltà nel lavoro quotidianoe il silenzio capace di creare comunione profonda.Come a Canaveglia sulle famiglie,affinché non manchi la gioia e l’unità.Come sulle vie di Galilea e di Giudea,precedici nel cammino di sequelasui passi del tuo Figlio amatofino all’offerta suprema ai piedi del Calvario.Come nel Cenacolo intercedi il dono dello Spiritoche grida in noi: “Abbà”.Unico Padre per ebrei, cristiani e musulmani,Dona a tutti di camminareper le vie del perdono e della riconciliazionefacendo cadere ogni muro di divisione.Madre del Principe della Pace,donaci anche il gusto del Cieloche sostenga la nostra speranza,affinché presto “giustizia e pace si baceranno”su questa Terra Santa e su tutta la terra.Amen.

Preghiera a maria regina di palestina,

patrona dell’ordine