Esperienze eccellenti di Aziende ... - Chimica Verde Bionet · della Chimica Verde e nel Rispetto...

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Premio Migliori Pratiche 2012 Esperienze eccellenti di Aziende Agricole e di Enti Locali nell’uso della Bioenergia, della Chimica Verde e nel Rispetto del Paesaggio 15 Marzo 2012 Quartiere Fieristico di Cremona

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Premio Migliori Pratiche 2012

Premio Migliori Pratiche 2012

Esperienze eccellenti diAziende Agricole e di Enti Localinell’uso della Bioenergia,della Chimica Verde e nelRispetto del Paesaggio 15 Marzo 2012 Quartiere Fieristico di Cremona

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as.it

Con la collaborazione di:

Premio Migliori Pratiche 2012

INDICE

Introduzioni:Antonio Piva Presidente Cremona Fiere 1Vittorio Cogliati Dezza Presidente LegambienteComitato Tecnico Scientifico 2Criteri di selezione e nuovi premi 3

Sezione Aziende AgricoleFattoria della Piana 4Pieve Ecoenergia 5Azienda Palombini 6C.A.T. Cooperativa Agricola Territoriale 7A.G.T. Cascina Masao 8Cantina Salcheto 9Cascina Colombarone 10

Sezione Enti PubbliciUnione Comuni Valdarno e Valdisieve (FI) 11Provincia di Parma Azienda Stuard 12Comune di Occhieppo Superiore (BI) 13

Sezione PaesaggioAgriturismo il Duchesco Agriturismo il Tesorino 14Agriturismo Calronche Cascina Colombarone Azienda Palombini 15

Sezione Chimica VerdeTrionfi Honorati Frescomesi 16 Tea Natura 17

Uno strumento per di�ondere la cultura delle rinnovabili

Dopo un grave ritardo accumulato negli anni scorsi, oggi l’Italia sta giocando un ruolo sempre più importante nel settore delle rinnovabili non solo a livello europeo, ma anche mondiale.Basti pensare che, per fare un esempio, nel 2011 si è concentrato nel nostro Paese il 33% degli investimenti mondiali in impianti fotovoltaici. Le aziende agricole, le industrie alimentari, e le amministrazioni territoriali stanno entrando sempre più frequentemente nel settore, e gli italiani hanno una crescente �ducia nelle varie forme di produzione di energia pulita. Ma ancora ne sanno troppo poco; da una recente indagine è emerso che il 92% della popolazione pensa che il solare sia l’energia del futuro, ma solo il 44% dichiara di essere abbastanza o bene informato sull’argomento.E’ quindi di primaria importanza di�ondere sempre di più la cultura delle rinnovabili; fare le cose bene e farlo sapere.Questo è uno degli obiettivi con cui è nato il Premio BioEnergy Best Practices: presentare le migliori realizzazioni del settore sul territorio nazionale per dare uno stimolo, per dimostrare che con le giuste conoscenze e tecnologie si possono raggiungere grandi risultati.Organizzare questo premio insieme a Legambiente e Chimica Verde, inoltre, mi rende particolarmente orgoglioso, perché dimostra che BioEnergy Italy è un punto di riferimento del settore riconosciuto anche da alcuni tra gli attori più importanti del mondo dell’energia da fonti rinnovabili.L’edizione 2012 del Premio BioEnergy Best Practices ha ricevuto l’adesione di 27 aziende, 13 enti e 18 tesi di laurea, e i partecipanti arrivano da 8 regioni italiane: questo risultato ci fa ben sperare, perché signi�ca che siamo sulla strada giusta per la una sempre maggiore comprensione del settore sia da parte delle aziende e delle amministrazioni, che ne possono fare un business di successo, sia da parte della popolazione.Mi auguro quindi che anche quest’anno il Premio BioEnergy Best Practices possa fornire spunti interessanti a chi vuole entrare in questo settore dalle enormi potenzialità.

Antonio PivaPresidente di CremonaFiere

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Premio Migliori Pratiche 2012

INDICE

Introduzioni:Antonio Piva Presidente Cremona Fiere 1Vittorio Cogliati Dezza Presidente LegambienteComitato Tecnico Scientifico 2Criteri di selezione e nuovi premi 3

Sezione Aziende AgricoleFattoria della Piana 4Pieve Ecoenergia 5Azienda Palombini 6C.A.T. Cooperativa Agricola Territoriale 7A.G.T. Cascina Masao 8Cantina Salcheto 9Cascina Colombarone 10

Sezione Enti PubbliciUnione Comuni Valdarno e Valdisieve (FI) 11Provincia di Parma Azienda Stuard 12Comune di Occhieppo Superiore (BI) 13

Sezione PaesaggioAgriturismo il Duchesco Agriturismo il Tesorino 14Agriturismo Calronche Cascina Colombarone Azienda Palombini 15

Sezione Chimica VerdeTrionfi Honorati Frescomesi 16 Tea Natura 17

Uno strumento per di�ondere la cultura delle rinnovabili

Dopo un grave ritardo accumulato negli anni scorsi, oggi l’Italia sta giocando un ruolo sempre più importante nel settore delle rinnovabili non solo a livello europeo, ma anche mondiale.Basti pensare che, per fare un esempio, nel 2011 si è concentrato nel nostro Paese il 33% degli investimenti mondiali in impianti fotovoltaici. Le aziende agricole, le industrie alimentari, e le amministrazioni territoriali stanno entrando sempre più frequentemente nel settore, e gli italiani hanno una crescente �ducia nelle varie forme di produzione di energia pulita. Ma ancora ne sanno troppo poco; da una recente indagine è emerso che il 92% della popolazione pensa che il solare sia l’energia del futuro, ma solo il 44% dichiara di essere abbastanza o bene informato sull’argomento.E’ quindi di primaria importanza di�ondere sempre di più la cultura delle rinnovabili; fare le cose bene e farlo sapere.Questo è uno degli obiettivi con cui è nato il Premio BioEnergy Best Practices: presentare le migliori realizzazioni del settore sul territorio nazionale per dare uno stimolo, per dimostrare che con le giuste conoscenze e tecnologie si possono raggiungere grandi risultati.Organizzare questo premio insieme a Legambiente e Chimica Verde, inoltre, mi rende particolarmente orgoglioso, perché dimostra che BioEnergy Italy è un punto di riferimento del settore riconosciuto anche da alcuni tra gli attori più importanti del mondo dell’energia da fonti rinnovabili.L’edizione 2012 del Premio BioEnergy Best Practices ha ricevuto l’adesione di 27 aziende, 13 enti e 18 tesi di laurea, e i partecipanti arrivano da 8 regioni italiane: questo risultato ci fa ben sperare, perché signi�ca che siamo sulla strada giusta per la una sempre maggiore comprensione del settore sia da parte delle aziende e delle amministrazioni, che ne possono fare un business di successo, sia da parte della popolazione.Mi auguro quindi che anche quest’anno il Premio BioEnergy Best Practices possa fornire spunti interessanti a chi vuole entrare in questo settore dalle enormi potenzialità.

Antonio PivaPresidente di CremonaFiere

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Premio Migliori Pratiche 2012

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Da Nord a Sud la capacità di produrre eccellenzaAziende agricole che utilizzano le fonti rinnovabili per potenziare le loro attività, per diventare autosu�cienti nei loro fabbisogni di elettricità e calore, per valorizzare sottoprodotti abitualmente destinati a ri�uto. Aziende che si aprono alle comunità territoriali e dall’altra enti locali che progettano impianti con la partecipazione dei cittadini e creano opportunità per gli agricoltori del territorio. I casi che premiamo a Cremona o�rono un modello ben lontano da quello di un’agricoltura in disarmo che abbandona le colture a favore degli incentivi elettrici. Certo, gli incentivi alle rinnovabili o�rono un’importante integrazione al reddito per tutti in una fase di crisi del settore, ma i casi proposti spesso sono anche esempi di aziende vincenti, che all’interno della crisi colgono con le rinnovabili opportunità di rendere più e�cienti le loro attività e di potenziare l’immagine dei loro prodotti. Guardate in�ne i premiati nella sezione Paesaggio: in vari casi si tratta di agriturismi che hanno inserito pannelli fotovoltaici e pale eoliche in ambienti rurali di altissimo pregio. Dimostrano, che se si fanno le cose seriamente, lo stereotipo delle “rinnovabili che distruggono il paesaggio” si rivela un’autentica sciocchezza. Altra nota di rilievo: tra le prime quattro premiate nel settore del biogas, �no a poco tempo fa appannaggio quasi esclusivo della aziende del nord, troviamo un’azienda zootecnica del Lazio e addirittura al primo posto una cooperativa della Calabria. Un segnale importante per indicare che anche al Sud si può fare eccellenza in tutti i campi.

Vittorio Cogliati DezzaPresidente Nazionale Legambiente

I criteri di selezione e nuovi premiLe aziende agricole e gli enti premiati in questa edizione sono stati selezionati, come lo scorso anno, in base a un questionario definito dal Comitato Tecnico Scientifico di Bioenergy (vedi riquadro pagina precedente).Il questionario della nuova edizione è stato semplificato per rendere più agevole la sua compilazione, ma restano i tre criteri fondamentali di valutazione: A. la filiera di approvvigionamento della materia prima con decisa priorità a quelle esperienze e a quegli impianti dimensionati sull’autosufficienza, ossia sull’impiego prevalente delle risorse del fondo aziendale o del territorio locale. Altro elemento essenziale riguarda il tipo di materie prime e in particolare la capacità di utilizzo dei sottoprodotti delle attività tradizionali dell’azienda o del comparto agroalimentare del territorio locale;B. l’efficienza energetica qualità e dimensionamento degli impianti e in particolare l’utilizzo del calore prodotto e la sua destinazione, premiando soprattutto gli impieghi a sostegno dei processi aziendali o la cessione di calore a utenze esterne. Consideriamo un fattore di pregio anche la capacità di integrare diverse fonti rinnovabili e soprat-tutto gli interventi per migliorare l’efficienza dei consumi energetici;C. Le ricadute ambientali e sociali con attenzione alla chiusura dei cicli, ossia all’utilizzo dei residui del processo energetico, all’uso innovativo dei sottoprodotti e all’interazione tra il gestore dell’impianto e la comunità territoriale, ad esempio visite didattiche, servizi al territorio, collaborazione con altre aziende, enti pubblici e centri di ricerca.

La decisione sulla graduatoria finale è stata comunque ardua, non solo per i limiti di ogni questionario, ma per un altro motivo decisamente positivo. Infatti i casi di notevole qualità sono risultati numerosi, soprattutto nel settore del biogas, e anche il Sud e il Centro Italia hanno proposto esperienze di eccellenza. Abbiamo quindi deciso di concedere, oltre a due terzi premi ex aequo, almeno due menzioni speciali, ma meriterebbero di essere menzio-nati anche altri casi. Un premio particolare lo abbiamo riservato a un’azienda – la Cantina Salcheto di Montepul-ciano - che insieme a un mix interessante di rinnovabili ha scelto la strada di interventi di efficienza per ridurre di oltre il 50% i suoi consumi energetici.Due nuovi premi inoltre sono stati introdotti con questa edizione:Premio Paesaggio per le migliori esperienze di integrazione tra fonti rinnovabili e paesaggio rurale. Dato che è più difficile in questo ambito stabilire criteri oggettivi, abbiamo scelto di premiare senza graduatoria una rosa di 6 esperienze, proponendovi alcune immagini. Premio Chimica Verde nei prossimi anni sarà sempre più importante la capacità di valorizzare residui, sottopro-dotti o anche colture dedicate (vedi la canapa) per ottenere prodotti innovativi in sostituzione di prodotti della petrolchimica: bioplastiche, biolubrificanti, detergenti, cosmetici, fertilizzanti, intermedi chimici e così via. Abbiamo concesso anche in questo caso 3 premi ex aequo dato il carattere ancora pionieristico del settore. Ma ricordiamo che l’Italia oggi nella chimica verde vanta due eccellenze mondiali con Novamont (bioplastiche compostabili) e Mossi Ghisolfi (bioetanolo di 2a generazione).

Beppe CroceSegretario Chimica Verde

Resp. agricoltura non food Legambiente

Comitato Tecnico-Scientifico PREMIO BIONERGY 2012Prof. Enrico Bonari, Vicedirettore Scuola Superiore S.Anna di Pisa e Direttore CRIBE (Centro Ricerche Interuniversitario sulle Biomasse da Energia) - dr. Marino Berton, Presidente AIEL (Associazione Italiana Energie Agroforestali) - dr. Ettore Capri, Direttore Centro Ricerca OPERA, Università Cattolica del Sacro Cuore - prof. David Chiaramonti, Dipt di Energetica, Università di Firenze - dr. Lorenzo D’Avino, CRA CIN Bologna, esperto bilanci ambientali in agricoltura - d.ssa Katiuscia Eroe, ufficio Energia e Clima Legambiente Nazionale - dr. Luca Lazzeri, CRA CIN Bologna, agronomo - d.ssa Maria Grazia Mammuccini, coordinatrice del CTS di FIRAB - d.ssa Sofia Mannelli, Consigliere del Ministro per le Agrienergie e per la Chimica Verde - dr. Sergio Piccinini, CRPA Reggio Emilia, Responsabile Settore Ambiente, esperto biogas – dr. Vito Pignatelli, Responsabile Gruppo Sistemi Vegetali per Prodotti Industriali ENEA e presidente ITABIA - prof. Leonardo Setti, dipartimento Chimica Industriale e dei Materiali, Università di Bologna - dr. Frank Setzer, Resp.Foreste e Bionergia Fondazione DLG.

Premio Migliori Pratiche 2012

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Da Nord a Sud la capacità di produrre eccellenzaAziende agricole che utilizzano le fonti rinnovabili per potenziare le loro attività, per diventare autosu�cienti nei loro fabbisogni di elettricità e calore, per valorizzare sottoprodotti abitualmente destinati a ri�uto. Aziende che si aprono alle comunità territoriali e dall’altra enti locali che progettano impianti con la partecipazione dei cittadini e creano opportunità per gli agricoltori del territorio. I casi che premiamo a Cremona o�rono un modello ben lontano da quello di un’agricoltura in disarmo che abbandona le colture a favore degli incentivi elettrici. Certo, gli incentivi alle rinnovabili o�rono un’importante integrazione al reddito per tutti in una fase di crisi del settore, ma i casi proposti spesso sono anche esempi di aziende vincenti, che all’interno della crisi colgono con le rinnovabili opportunità di rendere più e�cienti le loro attività e di potenziare l’immagine dei loro prodotti. Guardate in�ne i premiati nella sezione Paesaggio: in vari casi si tratta di agriturismi che hanno inserito pannelli fotovoltaici e pale eoliche in ambienti rurali di altissimo pregio. Dimostrano, che se si fanno le cose seriamente, lo stereotipo delle “rinnovabili che distruggono il paesaggio” si rivela un’autentica sciocchezza. Altra nota di rilievo: tra le prime quattro premiate nel settore del biogas, �no a poco tempo fa appannaggio quasi esclusivo della aziende del nord, troviamo un’azienda zootecnica del Lazio e addirittura al primo posto una cooperativa della Calabria. Un segnale importante per indicare che anche al Sud si può fare eccellenza in tutti i campi.

Vittorio Cogliati DezzaPresidente Nazionale Legambiente

I criteri di selezione e nuovi premiLe aziende agricole e gli enti premiati in questa edizione sono stati selezionati, come lo scorso anno, in base a un questionario definito dal Comitato Tecnico Scientifico di Bioenergy (vedi riquadro pagina precedente).Il questionario della nuova edizione è stato semplificato per rendere più agevole la sua compilazione, ma restano i tre criteri fondamentali di valutazione: A. la filiera di approvvigionamento della materia prima con decisa priorità a quelle esperienze e a quegli impianti dimensionati sull’autosufficienza, ossia sull’impiego prevalente delle risorse del fondo aziendale o del territorio locale. Altro elemento essenziale riguarda il tipo di materie prime e in particolare la capacità di utilizzo dei sottoprodotti delle attività tradizionali dell’azienda o del comparto agroalimentare del territorio locale;B. l’efficienza energetica qualità e dimensionamento degli impianti e in particolare l’utilizzo del calore prodotto e la sua destinazione, premiando soprattutto gli impieghi a sostegno dei processi aziendali o la cessione di calore a utenze esterne. Consideriamo un fattore di pregio anche la capacità di integrare diverse fonti rinnovabili e soprat-tutto gli interventi per migliorare l’efficienza dei consumi energetici;C. Le ricadute ambientali e sociali con attenzione alla chiusura dei cicli, ossia all’utilizzo dei residui del processo energetico, all’uso innovativo dei sottoprodotti e all’interazione tra il gestore dell’impianto e la comunità territoriale, ad esempio visite didattiche, servizi al territorio, collaborazione con altre aziende, enti pubblici e centri di ricerca.

La decisione sulla graduatoria finale è stata comunque ardua, non solo per i limiti di ogni questionario, ma per un altro motivo decisamente positivo. Infatti i casi di notevole qualità sono risultati numerosi, soprattutto nel settore del biogas, e anche il Sud e il Centro Italia hanno proposto esperienze di eccellenza. Abbiamo quindi deciso di concedere, oltre a due terzi premi ex aequo, almeno due menzioni speciali, ma meriterebbero di essere menzio-nati anche altri casi. Un premio particolare lo abbiamo riservato a un’azienda – la Cantina Salcheto di Montepul-ciano - che insieme a un mix interessante di rinnovabili ha scelto la strada di interventi di efficienza per ridurre di oltre il 50% i suoi consumi energetici.Due nuovi premi inoltre sono stati introdotti con questa edizione:Premio Paesaggio per le migliori esperienze di integrazione tra fonti rinnovabili e paesaggio rurale. Dato che è più difficile in questo ambito stabilire criteri oggettivi, abbiamo scelto di premiare senza graduatoria una rosa di 6 esperienze, proponendovi alcune immagini. Premio Chimica Verde nei prossimi anni sarà sempre più importante la capacità di valorizzare residui, sottopro-dotti o anche colture dedicate (vedi la canapa) per ottenere prodotti innovativi in sostituzione di prodotti della petrolchimica: bioplastiche, biolubrificanti, detergenti, cosmetici, fertilizzanti, intermedi chimici e così via. Abbiamo concesso anche in questo caso 3 premi ex aequo dato il carattere ancora pionieristico del settore. Ma ricordiamo che l’Italia oggi nella chimica verde vanta due eccellenze mondiali con Novamont (bioplastiche compostabili) e Mossi Ghisolfi (bioetanolo di 2a generazione).

Beppe CroceSegretario Chimica Verde

Resp. agricoltura non food Legambiente

Comitato Tecnico-Scientifico PREMIO BIONERGY 2012Prof. Enrico Bonari, Vicedirettore Scuola Superiore S.Anna di Pisa e Direttore CRIBE (Centro Ricerche Interuniversitario sulle Biomasse da Energia) - dr. Marino Berton, Presidente AIEL (Associazione Italiana Energie Agroforestali) - dr. Ettore Capri, Direttore Centro Ricerca OPERA, Università Cattolica del Sacro Cuore - prof. David Chiaramonti, Dipt di Energetica, Università di Firenze - dr. Lorenzo D’Avino, CRA CIN Bologna, esperto bilanci ambientali in agricoltura - d.ssa Katiuscia Eroe, ufficio Energia e Clima Legambiente Nazionale - dr. Luca Lazzeri, CRA CIN Bologna, agronomo - d.ssa Maria Grazia Mammuccini, coordinatrice del CTS di FIRAB - d.ssa Sofia Mannelli, Consigliere del Ministro per le Agrienergie e per la Chimica Verde - dr. Sergio Piccinini, CRPA Reggio Emilia, Responsabile Settore Ambiente, esperto biogas – dr. Vito Pignatelli, Responsabile Gruppo Sistemi Vegetali per Prodotti Industriali ENEA e presidente ITABIA - prof. Leonardo Setti, dipartimento Chimica Industriale e dei Materiali, Università di Bologna - dr. Frank Setzer, Resp.Foreste e Bionergia Fondazione DLG.

Premio Migliori Pratiche 2012

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SEZIONE AZIENDE AGRICOLEFILIERA BIOGAS1° PREMIO

Fattoria della PianaCandidoni (RC)Referente: Antonino Morabito - [email protected] - www.fattoriadellapiana.it

L’AZIENDA E L’IMPIANTO Una task force della Commissione Europea inviata in gennaio 2012 in Calabria per valutare l’impiego dei fondi europei ha indicato questa fattoria come caso di eccellenza. Un allevamento di 900 capi bovini nella Piana di Gioia Tauro, con un caseificio cooperativo che trasforma 20.000 litri al giorno di latte bovino, ovino e bufalino e con terreni a seminativi e agrumeti. L’impianto a biogas, operante dal dicembre 2008, consente di utilizzare gli scarti del caseificio e dell’agroindustria locale - siero di latte, pastazzo d'agrumi, sansa d'olive, vinacce, scarti di ortofrutta - per produrre elettricità e calore per i diversi fabbisogni aziendali.

FILIERA DI APPROVVIGIONAMENTOMateria prima: letame bovino 13%, liquame bovino 10%, siero di latte 12%, insilati di mais e triticale 10%, pastazzo d'agrumi 20%, sansa d'olive 20%, scarti di ortofrutta 5%, vinacce 5%.Origine: il 55% da prodotti e sottoprodotti delle aziende socie e il 45% dalle industrie alimentari della zona. La raccolta di liquame e letame proviene dalle stalle aziendali, il pompaggio di siero di latte dal caseificio cooperativo, la coltivazione a seminativo dei terreni, i contratti di conferimento scarti di lavorazione da parte delle industrie agroalimentari della zona.

USO DELL’ENERGIACaratteristiche dell’impianto: impianto di digestione anaerobica in cogene-razione con potenza di 998 kWe e 575 kWt.Rendimento: 7.500 MWhe e 3.300 MWht pari rispettivamente a 7.500 e a 6.000 ore annue di esercizio.Utilizzo del calore: il 60% è utilizzato per i processi produttivi del caseificio, il 20% per agriturismo e foresteria e il restante 20% per regolazione umidità in celle di stagionatura formaggi.

IMPATTI E BENEFICIGestione residui: il digestato in uscita dall'impianto viene utilizzato come concime organico biologico sui 250 ettari di terreno in carico ai soci della cooperativa; i terreni sono destinati in maggior parte a colture foraggere (mais, triticale) e ad agrumeti (clementine).Rapporti con la comunità territoriale: l'impianto di digestione anaerobica, gli impianti fotovoltaici e tutto il sistema aziendale della Fattoria della Piana

fanno parte del percorso didattico che si svolge lungo l'anno in collaborazione con le scuole e le università locali, che prevede visite di diverso livello, unitamente alla degustazione di prodotti tipici dell’azienda presso l'agriturismo.

MOTIVI DEL PREMIO• Da problema a risorsa:

impianto nato per l’uso dei sottoprodotti della fattoria e delle

industrie alimentari locali • Utilizzo in cooperazione

dei servizi energetici• Calore recuperato interamente

per i processi produttivi del caseificio e per l’agriturismo

• Integrazione con fotovoltaico sui tetti in sostituzione dei vecchi

capannoni in eternit• Utilizzo del digestato

per le coltivazioni biologichedell’azienda e dei soci

• Attività didattica per tutto l’anno con scuole e università

L’AZIENDA E L’IMPIANTO Pieve Ecoenergia è una cooperativa di 2 soci che allevano vacche da latte (400 capi in lattazione e 400 capi in rimonta) in stalle su cuccette seguendo il disciplinare dell’Alta Qualità Granarolo. L’impianto di cogenerazio-ne a digestione anaerobica, operativo già da inizio 2009, è composto da due fermentatori e un postfermenta-tore , dotato di pretrattamento della biomassa tramite estrusore e rete di teleriscaldamento per la cessione del termico alla vicina casa di riposo.

FILIERA DI APPROVVIGIONAMENTOMateria prima: per 2/3 deiezioni animali: letame+liquame bovino 53%, pollina 14%, pulizia rastrelliere 0,8%,

brattee di mais 2,2%, insilati di loietto e mais 30%.Origine: per l’84% dalle 2 stalle e da parte dei terreni aziendali (180 ha su 530 ha coltivati), per il restante 16% da filiera corta: accordo di fornitura di pollina essiccata da un vicino allevamento di ovaiole e ritiro di brattee di mais derivate dalla lavorazione del mais da seme durante la campagna di essicazione.

USO DELL’ENERGIACaratteristiche dell’impianto: impianto con potenza di 990 kWe e 1.000 kWt composto da due fermentatori da 2.000 mc e un postfermentatore da 5.000 mc, dotato di pretrattamento della biomassa tramite estrusore e rete di teleriscaldamento .Rendimento: 7.130 MWhe e 1.800 MWht pari rispettivamente a 7.200 e a 1.800 ore annue di esercizio.Utilizzo del calore: il 23% dell’energia termica prodotta è ceduto a una vicina Casa di Riposo prevalentemente nel periodo invernale ma anche in estate per alimentare due assorbitori dedicati al raffrescamento (trigenerazione). Il riscaldamento dei digestori assorbe circa il 20% dell'energia termica prodotta.Caratteristiche innovative: utilizzo del calore in trigenerazione e teleriscal-damento.Evoluzione: grazie a un ampliamento in fase di realizzazione, dall'estate prossima saranno alimentati altri 3 assorbitori in modo da refrigerare

almeno i 2 terzi dei locali della Casa di Riposo con l'energia termica disponibile.

IMPATTI E BENEFICIGestione residui: tutto il digestato di risulta è utilizzato come concime per le coltivazioni successive. La distribuzione viene effettuata sia per interramento diretto tramite ripper e sistema ombelicale per i terreni adiacenti, grazie a un impianto sotterraneo a duplice uso (irrigazione-fertilizzazione), con botti o spandiletame per la frazione separata (in dotazione due separatori del tipo elicoidale).Rapporti con la comunità territoriale: la presenza del teleriscaldamento verso la casa di cura (azienda di rilievo per la comunità) non ha richiesto ulteriori azioni promozionali .

FILIERA BIOGAS2° PREMIO

Pieve EcoenergiaCingia de’ Botti (CR)Referente: Danio Federici - [email protected]

MOTIVI DEL PREMIO• Impianto ad alta efficienza

con utilizzo prevalentedelle deiezioni dei propri

allevamenti

• Utilizzo in cooperazionedei servizi energetici

• Energia termicautilizzata in trigenerazione

e teleriscaldamento per unaCasa di Riposo

• Riutilizzo accorto suicampi delle varie frazioni

di digestato

Premio Migliori Pratiche 2012

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SEZIONE AZIENDE AGRICOLEFILIERA BIOGAS1° PREMIO

Fattoria della PianaCandidoni (RC)Referente: Antonino Morabito - [email protected] - www.fattoriadellapiana.it

L’AZIENDA E L’IMPIANTO Una task force della Commissione Europea inviata in gennaio 2012 in Calabria per valutare l’impiego dei fondi europei ha indicato questa fattoria come caso di eccellenza. Un allevamento di 900 capi bovini nella Piana di Gioia Tauro, con un caseificio cooperativo che trasforma 20.000 litri al giorno di latte bovino, ovino e bufalino e con terreni a seminativi e agrumeti. L’impianto a biogas, operante dal dicembre 2008, consente di utilizzare gli scarti del caseificio e dell’agroindustria locale - siero di latte, pastazzo d'agrumi, sansa d'olive, vinacce, scarti di ortofrutta - per produrre elettricità e calore per i diversi fabbisogni aziendali.

FILIERA DI APPROVVIGIONAMENTOMateria prima: letame bovino 13%, liquame bovino 10%, siero di latte 12%, insilati di mais e triticale 10%, pastazzo d'agrumi 20%, sansa d'olive 20%, scarti di ortofrutta 5%, vinacce 5%.Origine: il 55% da prodotti e sottoprodotti delle aziende socie e il 45% dalle industrie alimentari della zona. La raccolta di liquame e letame proviene dalle stalle aziendali, il pompaggio di siero di latte dal caseificio cooperativo, la coltivazione a seminativo dei terreni, i contratti di conferimento scarti di lavorazione da parte delle industrie agroalimentari della zona.

USO DELL’ENERGIACaratteristiche dell’impianto: impianto di digestione anaerobica in cogene-razione con potenza di 998 kWe e 575 kWt.Rendimento: 7.500 MWhe e 3.300 MWht pari rispettivamente a 7.500 e a 6.000 ore annue di esercizio.Utilizzo del calore: il 60% è utilizzato per i processi produttivi del caseificio, il 20% per agriturismo e foresteria e il restante 20% per regolazione umidità in celle di stagionatura formaggi.

IMPATTI E BENEFICIGestione residui: il digestato in uscita dall'impianto viene utilizzato come concime organico biologico sui 250 ettari di terreno in carico ai soci della cooperativa; i terreni sono destinati in maggior parte a colture foraggere (mais, triticale) e ad agrumeti (clementine).Rapporti con la comunità territoriale: l'impianto di digestione anaerobica, gli impianti fotovoltaici e tutto il sistema aziendale della Fattoria della Piana

fanno parte del percorso didattico che si svolge lungo l'anno in collaborazione con le scuole e le università locali, che prevede visite di diverso livello, unitamente alla degustazione di prodotti tipici dell’azienda presso l'agriturismo.

MOTIVI DEL PREMIO• Da problema a risorsa:

impianto nato per l’uso dei sottoprodotti della fattoria e delle

industrie alimentari locali • Utilizzo in cooperazione

dei servizi energetici• Calore recuperato interamente

per i processi produttivi del caseificio e per l’agriturismo

• Integrazione con fotovoltaico sui tetti in sostituzione dei vecchi

capannoni in eternit• Utilizzo del digestato

per le coltivazioni biologichedell’azienda e dei soci

• Attività didattica per tutto l’anno con scuole e università

L’AZIENDA E L’IMPIANTO Pieve Ecoenergia è una cooperativa di 2 soci che allevano vacche da latte (400 capi in lattazione e 400 capi in rimonta) in stalle su cuccette seguendo il disciplinare dell’Alta Qualità Granarolo. L’impianto di cogenerazio-ne a digestione anaerobica, operativo già da inizio 2009, è composto da due fermentatori e un postfermenta-tore , dotato di pretrattamento della biomassa tramite estrusore e rete di teleriscaldamento per la cessione del termico alla vicina casa di riposo.

FILIERA DI APPROVVIGIONAMENTOMateria prima: per 2/3 deiezioni animali: letame+liquame bovino 53%, pollina 14%, pulizia rastrelliere 0,8%,

brattee di mais 2,2%, insilati di loietto e mais 30%.Origine: per l’84% dalle 2 stalle e da parte dei terreni aziendali (180 ha su 530 ha coltivati), per il restante 16% da filiera corta: accordo di fornitura di pollina essiccata da un vicino allevamento di ovaiole e ritiro di brattee di mais derivate dalla lavorazione del mais da seme durante la campagna di essicazione.

USO DELL’ENERGIACaratteristiche dell’impianto: impianto con potenza di 990 kWe e 1.000 kWt composto da due fermentatori da 2.000 mc e un postfermentatore da 5.000 mc, dotato di pretrattamento della biomassa tramite estrusore e rete di teleriscaldamento .Rendimento: 7.130 MWhe e 1.800 MWht pari rispettivamente a 7.200 e a 1.800 ore annue di esercizio.Utilizzo del calore: il 23% dell’energia termica prodotta è ceduto a una vicina Casa di Riposo prevalentemente nel periodo invernale ma anche in estate per alimentare due assorbitori dedicati al raffrescamento (trigenerazione). Il riscaldamento dei digestori assorbe circa il 20% dell'energia termica prodotta.Caratteristiche innovative: utilizzo del calore in trigenerazione e teleriscal-damento.Evoluzione: grazie a un ampliamento in fase di realizzazione, dall'estate prossima saranno alimentati altri 3 assorbitori in modo da refrigerare

almeno i 2 terzi dei locali della Casa di Riposo con l'energia termica disponibile.

IMPATTI E BENEFICIGestione residui: tutto il digestato di risulta è utilizzato come concime per le coltivazioni successive. La distribuzione viene effettuata sia per interramento diretto tramite ripper e sistema ombelicale per i terreni adiacenti, grazie a un impianto sotterraneo a duplice uso (irrigazione-fertilizzazione), con botti o spandiletame per la frazione separata (in dotazione due separatori del tipo elicoidale).Rapporti con la comunità territoriale: la presenza del teleriscaldamento verso la casa di cura (azienda di rilievo per la comunità) non ha richiesto ulteriori azioni promozionali .

FILIERA BIOGAS2° PREMIO

Pieve EcoenergiaCingia de’ Botti (CR)Referente: Danio Federici - [email protected]

MOTIVI DEL PREMIO• Impianto ad alta efficienza

con utilizzo prevalentedelle deiezioni dei propri

allevamenti

• Utilizzo in cooperazionedei servizi energetici

• Energia termicautilizzata in trigenerazione

e teleriscaldamento per unaCasa di Riposo

• Riutilizzo accorto suicampi delle varie frazioni

di digestato

Premio Migliori Pratiche 2012SEZIONE AZIENDE AGRICOLE

FILIERA BIOGAS3° PREMIO EX AEQUO

C.A.T.Correggio (RE)Referente: Massimo Zaghi - [email protected]

L’AZIENDA E L’IMPIANTO CAT, Cooperativa Agricola Territoriale, è nata a Correggio nel 2007 a seguito delle ripercussioni dell'OCM zucchero per riconvertire le superfici rimaste libere dalla coltivazione della barbabietola e destinare a uso energetico le superfici del set-aside. Al progetto hanno aderito le 5 Cantine Sociali del territorio per il conferi-mento dei sottoprodotti della lavorazione delle uve e 2 banche che hanno finanziato il progetto. La cooperati-va ha siglato un contratto col Comune per fornire parte dell’energia termica prodotta in teleriscaldamento.

FILIERA DI APPROVVIGIONAMENTOMateria prima: 1/3 da residui, 2/3 da colture dedicate: Insilato di Triticale 32%, Insilato di Mais 29%, Liquame

bovino 26%, Graspi d'uva 7% e Polpe surpressate 6%.Origine: interamente dai terreni e dai residui di lavorazione dei soci della cooperativa. I soci hanno vincolato mediamente un quarto delle loro superfi-ci (300 ha su 1.200 circa) alla produzione energetica per la durata dell'incentivo dell'impianto, seguono le linee tecniche-agronomiche dell'uff-cio tecnico, che organizza piani di semina, visite aziendali e piani di raccolta. Per i sottoprodotti hanno organizzato un impianto per la raccolta del liquame bovino almeno per la razione settimanale a vasca coperta per eliminare gli odori. I graspi e le vinacce vengono insilate e inserite nel menù quotidiano. Tutto il flusso in entrata e in uscita è tracciato tramite pesatura.

USO DELL’ENERGIACaratteristiche dell’impianto:due impianti gemelli di cogenerazione da digestione anaerobica con potenza complessiva di 998 kWe e 880 kWt.Rendimento: 7.700 MWhe e 5.300 MWht pari rispettivamente a 7.700 e a 6.020 ore annue di esercizio.Utilizzo del calore: CAT ha un contratto per la fornitura alla rete di teleriscal-damento urbano di Correggio per un 30% della produzione, anche se il Comune non ha ancora avviato il servizio. Un altro 25% del calore è autoconsumato, mentre è in realizzazione una struttura a servizio della cooperativa e dei soci che assorbirà un altro 10% del calore prodotto.Caratteristiche innovative: accordo con una municipalità per la fornitura di calore da biomasse in teleriscaldamento urbano – pianificazione coordinata

delle attività agricole finalizzate alla produzione di energia.

IMPATTI E BENEFICIGestione residui: ogni socio ritira la quota equivalente in digestato dei propri conferimenti. L'organizzazione della produzione è caratterizzata dalla separazione solido-liquida che consente di distribuire in aree vicine il liquido e la parte solida ai soci più lontani. La distribuzione avviene nelle varie fasi delle lavorazioni agricole sulle superfici dei soci.Rapporti con la comunità territoriale: il progetto è nato in accordo col Comune di Correggio. L’ente pubblico ha messo a disposizione le strutture municipali per la divulgazione del progetto e la domiciliazione della prima sede sociale. La cooperativa è nata ad adesione volontaria di tutti i soggetti presenti nell'ambito di 10 km di raggio medio, chi non ha aderito ha comunque partecipato all'evoluzione del nuovo progetto, ha conosciuto l'impianto, l'impatto sul territorio e i vantaggi delle aziende. Mediamente alle riunioni preliminari organizzate per coinvolgere la cittadinanza sul progetto hanno partecipato 60-90 cittadini, agricoltori e non.

MOTIVI DEL PREMIO• Grande progetto cooperativo

nato per sostenere lariconversione dei bieticoltorilocali e la fornitura di calore

ai cittadini

• Rete di teleriscaldamentourbano a biomasse vergini

• Autoproduzione integralee pianificazione delle

attività agricole dedicate

• Sensibilizzazione della cittadinanza

- 6 - - 7 -

FILIERA BIOGAS3° PREMIO PIÙ PREMIO PAESAGGIO

Azienda PalombiniNepi (VT)Referente: Filippo Palombini - [email protected]

L’AZIENDA E L’IMPIANTO La Società Agricola Palombini Filippo e Andrea conduce 140 ha di terreno con un allevamento di 500 bovini da latte in una zona di pregio del Viterbese. Già dal 2009 nell'azienda è installato un impianto di biogas da 500 kW alimentato in prevalenza da sottoprodotti aziendali e scarti dell'industria agroalimentare della zona. Il calore prodotto viene interamente recuperato e destinato alle utenze aziendali. L'azienda si propone pertanto come autosufficiente per energia elettrica e termica e Carbon neutral.

FILIERA DI APPROVVIGIONAMENTOMateria prima: per 2 terzi deiezioni e scarti: liquami (140 q/g), letami (150 q/g) e 5 q/g di scarti di alimentazio-

ne. Per un altro terzo insilati autoprodotti (10%), scarti di verdure (10%) e acque di vegetazione olive (15%).Origine: per il 75% dall’azienda e per il restante 25% da filiera corta: gli scarti di verdure provengono da aziende di imbustamento locali e sono ritirate dall'azienda. Le acque di vegetazione provengono da un’associazione di frantoiani locali e sono direttamente condotte in azienda dai frantoi.

USO DELL’ENERGIACaratteristiche dell’impianto: impianto di cogenerazione da digestione anaerobica con potenza di 500 kWe e 464 kWt.Rendimento: 3.920 MWhe e 2.400 MWht pari rispettivamente a 7.840 e a 5.170 ore annue di esercizio.Utilizzo del calore: il 40% riutilizzato nel processo di biogas, la restante parte in sala mungitura, lavaggio compreso (25%), acqua di abbeveraggio (5%), uffici (10%) e abitazioni (20%) sia per riscaldamento che acqua calda sanitaria.Caratteristiche innovative: utilizzo degli scarti di lavorazione dell’azienda e dell’agroindustria locale – digestori seminterrati in modo da non superare l’altezza dei tetti delle stalle - locali tecnici ricavati in strutture esistenti - teleriscaldamento sottotraccia lungo le strade interne.Altre fonti di energia rinnovabile: l’azienda ha sostituito le vecchie coperture in eternit con pannelli fotovoltaici integrati sui tetti (impianto da 400 kWp)

IMPATTI E BENEFICIGestione residui: A valle dell'impianto è installato un separatore solido liquido cui viene convogliato il digesta-to. La frazione solida palabile viene stoccata e utilizzata durante le arature come ammendante organico, la frazione liquida viene stoccata e poi utilizzata in fertirrigazione grazie a un impianto di irrigazione sottotraccia che copre 100 ha.Rapporti con la comunità territoriale: Oltre al rapporto con l’agroindustria locale, l'azienda ha aderito al Progetto Biogas ENAMA e ad altri programmi di ricerca. E’ stata oggetto di visite su richiesta di associazioni di settore come ITABIA e CIA o in occasione del Sustainable Energy Week dell'aprile 2011. Sono periodica-mente organizzati anche incontri con operatori di settore, tecnici e studenti.

MOTIVI DEL PREMIO• Impianto con utilizzo prevalente

di residui aziendali e scarti dell’agroindustria locale

• Recupero integrale del calore per processi aziendali

• Autosufficienza energetica grazie all’integrazione

con fotovoltaico in sostituzionedi tetti in eternit

• Forte attenzione all’inserimento paesistico degli impianti e

delle reti

Premio Migliori Pratiche 2012SEZIONE AZIENDE AGRICOLE

FILIERA BIOGAS3° PREMIO EX AEQUO

C.A.T.Correggio (RE)Referente: Massimo Zaghi - [email protected]

L’AZIENDA E L’IMPIANTO CAT, Cooperativa Agricola Territoriale, è nata a Correggio nel 2007 a seguito delle ripercussioni dell'OCM zucchero per riconvertire le superfici rimaste libere dalla coltivazione della barbabietola e destinare a uso energetico le superfici del set-aside. Al progetto hanno aderito le 5 Cantine Sociali del territorio per il conferi-mento dei sottoprodotti della lavorazione delle uve e 2 banche che hanno finanziato il progetto. La cooperati-va ha siglato un contratto col Comune per fornire parte dell’energia termica prodotta in teleriscaldamento.

FILIERA DI APPROVVIGIONAMENTOMateria prima: 1/3 da residui, 2/3 da colture dedicate: Insilato di Triticale 32%, Insilato di Mais 29%, Liquame

bovino 26%, Graspi d'uva 7% e Polpe surpressate 6%.Origine: interamente dai terreni e dai residui di lavorazione dei soci della cooperativa. I soci hanno vincolato mediamente un quarto delle loro superfi-ci (300 ha su 1.200 circa) alla produzione energetica per la durata dell'incentivo dell'impianto, seguono le linee tecniche-agronomiche dell'uff-cio tecnico, che organizza piani di semina, visite aziendali e piani di raccolta. Per i sottoprodotti hanno organizzato un impianto per la raccolta del liquame bovino almeno per la razione settimanale a vasca coperta per eliminare gli odori. I graspi e le vinacce vengono insilate e inserite nel menù quotidiano. Tutto il flusso in entrata e in uscita è tracciato tramite pesatura.

USO DELL’ENERGIACaratteristiche dell’impianto:due impianti gemelli di cogenerazione da digestione anaerobica con potenza complessiva di 998 kWe e 880 kWt.Rendimento: 7.700 MWhe e 5.300 MWht pari rispettivamente a 7.700 e a 6.020 ore annue di esercizio.Utilizzo del calore: CAT ha un contratto per la fornitura alla rete di teleriscal-damento urbano di Correggio per un 30% della produzione, anche se il Comune non ha ancora avviato il servizio. Un altro 25% del calore è autoconsumato, mentre è in realizzazione una struttura a servizio della cooperativa e dei soci che assorbirà un altro 10% del calore prodotto.Caratteristiche innovative: accordo con una municipalità per la fornitura di calore da biomasse in teleriscaldamento urbano – pianificazione coordinata

delle attività agricole finalizzate alla produzione di energia.

IMPATTI E BENEFICIGestione residui: ogni socio ritira la quota equivalente in digestato dei propri conferimenti. L'organizzazione della produzione è caratterizzata dalla separazione solido-liquida che consente di distribuire in aree vicine il liquido e la parte solida ai soci più lontani. La distribuzione avviene nelle varie fasi delle lavorazioni agricole sulle superfici dei soci.Rapporti con la comunità territoriale: il progetto è nato in accordo col Comune di Correggio. L’ente pubblico ha messo a disposizione le strutture municipali per la divulgazione del progetto e la domiciliazione della prima sede sociale. La cooperativa è nata ad adesione volontaria di tutti i soggetti presenti nell'ambito di 10 km di raggio medio, chi non ha aderito ha comunque partecipato all'evoluzione del nuovo progetto, ha conosciuto l'impianto, l'impatto sul territorio e i vantaggi delle aziende. Mediamente alle riunioni preliminari organizzate per coinvolgere la cittadinanza sul progetto hanno partecipato 60-90 cittadini, agricoltori e non.

MOTIVI DEL PREMIO• Grande progetto cooperativo

nato per sostenere lariconversione dei bieticoltorilocali e la fornitura di calore

ai cittadini

• Rete di teleriscaldamentourbano a biomasse vergini

• Autoproduzione integralee pianificazione delle

attività agricole dedicate

• Sensibilizzazione della cittadinanza

- 6 - - 7 -

FILIERA BIOGAS3° PREMIO PIÙ PREMIO PAESAGGIO

Azienda PalombiniNepi (VT)Referente: Filippo Palombini - [email protected]

L’AZIENDA E L’IMPIANTO La Società Agricola Palombini Filippo e Andrea conduce 140 ha di terreno con un allevamento di 500 bovini da latte in una zona di pregio del Viterbese. Già dal 2009 nell'azienda è installato un impianto di biogas da 500 kW alimentato in prevalenza da sottoprodotti aziendali e scarti dell'industria agroalimentare della zona. Il calore prodotto viene interamente recuperato e destinato alle utenze aziendali. L'azienda si propone pertanto come autosufficiente per energia elettrica e termica e Carbon neutral.

FILIERA DI APPROVVIGIONAMENTOMateria prima: per 2 terzi deiezioni e scarti: liquami (140 q/g), letami (150 q/g) e 5 q/g di scarti di alimentazio-

ne. Per un altro terzo insilati autoprodotti (10%), scarti di verdure (10%) e acque di vegetazione olive (15%).Origine: per il 75% dall’azienda e per il restante 25% da filiera corta: gli scarti di verdure provengono da aziende di imbustamento locali e sono ritirate dall'azienda. Le acque di vegetazione provengono da un’associazione di frantoiani locali e sono direttamente condotte in azienda dai frantoi.

USO DELL’ENERGIACaratteristiche dell’impianto: impianto di cogenerazione da digestione anaerobica con potenza di 500 kWe e 464 kWt.Rendimento: 3.920 MWhe e 2.400 MWht pari rispettivamente a 7.840 e a 5.170 ore annue di esercizio.Utilizzo del calore: il 40% riutilizzato nel processo di biogas, la restante parte in sala mungitura, lavaggio compreso (25%), acqua di abbeveraggio (5%), uffici (10%) e abitazioni (20%) sia per riscaldamento che acqua calda sanitaria.Caratteristiche innovative: utilizzo degli scarti di lavorazione dell’azienda e dell’agroindustria locale – digestori seminterrati in modo da non superare l’altezza dei tetti delle stalle - locali tecnici ricavati in strutture esistenti - teleriscaldamento sottotraccia lungo le strade interne.Altre fonti di energia rinnovabile: l’azienda ha sostituito le vecchie coperture in eternit con pannelli fotovoltaici integrati sui tetti (impianto da 400 kWp)

IMPATTI E BENEFICIGestione residui: A valle dell'impianto è installato un separatore solido liquido cui viene convogliato il digesta-to. La frazione solida palabile viene stoccata e utilizzata durante le arature come ammendante organico, la frazione liquida viene stoccata e poi utilizzata in fertirrigazione grazie a un impianto di irrigazione sottotraccia che copre 100 ha.Rapporti con la comunità territoriale: Oltre al rapporto con l’agroindustria locale, l'azienda ha aderito al Progetto Biogas ENAMA e ad altri programmi di ricerca. E’ stata oggetto di visite su richiesta di associazioni di settore come ITABIA e CIA o in occasione del Sustainable Energy Week dell'aprile 2011. Sono periodica-mente organizzati anche incontri con operatori di settore, tecnici e studenti.

MOTIVI DEL PREMIO• Impianto con utilizzo prevalente

di residui aziendali e scarti dell’agroindustria locale

• Recupero integrale del calore per processi aziendali

• Autosufficienza energetica grazie all’integrazione

con fotovoltaico in sostituzionedi tetti in eternit

• Forte attenzione all’inserimento paesistico degli impianti e

delle reti

- 8 - - 9 -

Premio Migliori Pratiche 2012SEZIONE AZIENDE AGRICOLE

FILIERA BIOGASMENZIONE SPECIALE

A.G.T.Castelbosco - Gragnano Trebbiense (PC)Referente: Giovanni Locatelli - [email protected]

L’AZIENDA E L’IMPIANTO AGT è un’azienda zootecnica che ha deciso di migliorare l'impatto degli effluenti maleodoranti mediante il biogas e di utilizzare anche il risultato della digestione per produrre fertilizzante, creando un’ulteriore fonte di reddito. L'impianto da 999 kWe e 1.350 kWt utilizza soprattutto letame e liquame (q 250) e poi trinciato (q 180 - 40% di produzione aziendale), fieno e stocchi aziendali (q 20). La grande quantità di calore prodotta (10.400 MWht pari a 7.700 ore annue di funzionamento) è in prevalenza utilizzata per il funzionamento di un essiccatoio in cui avvengono 3 tipi di lavorazione: 1) separazione all'ingresso della parte liquida, che serve per fertirrigazione del mais, sia in manichette che in aspersione; 2) successiva separazione di una parte secca, da impiegare come fertilizzante solido e 3) di una parte liquida, che attraverso uno scrubber che lega i vapori dell'essicazione con acido solforico, consente di ottenere solfato ammonico, ossia un ottimo fertilizzante liquido da utilizzare per il mais al posto dell'urea. Per curare anche l’impatto visivo dell’impianto, tutte le vasche sono circondate da spazi verdi utilizzabili per sfalci ed è stato richiesto l’intervento su tutte le superfici di un celebre artista, David Tremlett, che ha esposto al museo del MOMA di New York e al Centro Pompidou di Parigi.

L’AZIENDA E L’IMPIANTO Gianfranco e Marco Bergese sono la quinta generazione di un’azienda familiare che alleva bovini nella cascina Masao dal 1902. L’azienda oggi si estende su 45 ha di terreno tra affitto e proprietà. Circa 200 capi di razza piemontese presidio Slow Food e 150 capi di razza frisona che producono latte destinato alla trasformazione in formaggi DOP e conferito a un caseifi-cio locale. L’impianto da 100 kWe e 110 kWt (uno dei pochi impianti a biogas la cui potenza termica superi quella elettrica) è nato a dicembre 2010 dopo una visita in Germania. Per la virtuosità di tale impianto, la Regione Piemonte ha parzialmente finanziato l’opera in quanto occupa uno spazio minimo di terreno, utilizza per lo più deiezioni animali, anche di un’azienda confinante, e oltre all’elettricità utilizza al 90% il calore prodotto per il riscaldamento del digestore e dei due alloggi familiari.

MOTIVI DELLA MENZIONE• Utilizzo innovativo deldigestato per produrre

fertilizzante (solfato ammonico)

• Calore impiegato peril processo di produzione

del fertilizzante

• Utilizzo prevalente delle deiezioni e di scarti e colture

dedicate aziendali

• Interventi artistici dimitigazione dell’impatto visivo

MENZIONE SPECIALE

Cascina MasaoMonasterolo di Savigliano (CN)Referente: Bergese Gianfranco e Marco - [email protected]

MOTIVI DELLA MENZIONE• Piccolo impianto

dimensionato sulle esigenzedi un’azienda di qualità

• Utilizzo prevalente delle deiezioni animali dell’azienda

•Utilizzo quasi integraledel calore

L’AZIENDA E L’IMPIANTO Su un versante che domina il lago Trasimeno, nell’area del Nobile di Montepulciano, una cantina completa-mente rinnovata secondo logica “off grid” (massima autonomia energetica e minimi consumi) con l’integrazione di diverse fonti rinnovabili e con innovativi interventi di efficienza energetica. Per i fabbisogni termici della cantina e delle strutture ricettive, l’azienda usa i sarmenti dei suoi vigneti e le potature arboree degli interfilari. Piccolo particolare: il vino top dell’azienda, il “Salco”, è imballato con biopannolini della WIP interamente compostabili, in modo che tutto dopo l’uso ritorni alla terra.

FILIERA DI APPROVVIGIONAMENTOMateria prima: 70% sarmenti da potature di vite, 30% residui legnosi da tagli e potature di siepi interfilari: Salice (50% da cui origina tra l’altro l’antico toponimo del luogo: Salcheto), Ciliegio, Ligustello, Corniolo, Ontano Nero. L’apporto di questi residui è importante anche per ottenere un cippato meno filamentoso.Origine: interamente dai 44 ha di terreni curati dall’azienda, di cui 30 ha a vigneti: 22 ha Sangiovese con età <15 anni - 5,5 ha Sangiovese, Canaiolo e Mammolo con età >30 anni - 1,5 ha Merlot <15 anni. Raccolta dei sarmen-ti con rotoimballatrice e cippatura posticipata onde ridurre rischi di muffe.

USO DELL’ENERGIACaratteristiche dell’impianto: caldaia a cippato 120 kWt.Rendimento: 165 MWht pari a 1.375 h annue di esercizio.Utilizzo del calore: 58% per il riscaldamento dei locali di lavorazione e uffici della Cantina, 20% per il riscaldamento dei vini in lavorazione, 22% per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria di un agriturismo di 20 posti letto.

Altre fonti di energia rinnovabile: impianto geotermico a bassa entalpia (2 mt di profondità – in parte sotto un vigneto) per avere tutto l’anno acqua a T costante di 15° per il rinfrescamento – piccolo impianto fotovoltaico su una piazzola di 300 mq.Caratteristiche innovative: interventi di efficienza energetica che soddisfano il 54% dei fabbisogni energetici dell’azienda: concentratori solari a specchi per l’illuminazione naturale dei locali della cantina, raffreddamenti adiabatici, giardini verticali isolanti, impianti di vinificazione che movimentano i vini con la C02 prodotta dalla fermentazione stessa, ventilazioni naturali notturne recuperate automaticamente, fitodepurazione e recupero delle acque di lavorazione.Evoluzione: avvio di un programma di archiviazione delle emissioni aziendali sulla base della norma ISO 14064.

IMPATTI E BENEFICIGestione residui: le ceneri sono utilizzate come ammendante dei vigneti, le acque di lavaggio sono recupera-te con fitodepurazione e rimesse in circuito.Rapporti con la comunità territoriale: l'azienda è aperta al pubblico, organizza degustazioni guidate e promuo-ve seminari e incontri per la diffusione del proprio modello di lavoro.

FILIERA LEGNO COMBUSTIONE - EFF. ENERGETICA1° PREMIO

Cantina SalchetoMontepulciano (SI)Referente: Michele Manelli - [email protected] - www.salcheto.it

MOTIVI DEL PREMIO• Impianto integralmente

alimentato coi residui delleviti e delle siepi interfilari

• Integrazione congeotermia e fotovoltaico

• Modello di azienda “off grid”: massima autonomia

energetica, minimi consumi

- 8 - - 9 -

Premio Migliori Pratiche 2012SEZIONE AZIENDE AGRICOLE

FILIERA BIOGASMENZIONE SPECIALE

A.G.T.Castelbosco - Gragnano Trebbiense (PC)Referente: Giovanni Locatelli - [email protected]

L’AZIENDA E L’IMPIANTO AGT è un’azienda zootecnica che ha deciso di migliorare l'impatto degli effluenti maleodoranti mediante il biogas e di utilizzare anche il risultato della digestione per produrre fertilizzante, creando un’ulteriore fonte di reddito. L'impianto da 999 kWe e 1.350 kWt utilizza soprattutto letame e liquame (q 250) e poi trinciato (q 180 - 40% di produzione aziendale), fieno e stocchi aziendali (q 20). La grande quantità di calore prodotta (10.400 MWht pari a 7.700 ore annue di funzionamento) è in prevalenza utilizzata per il funzionamento di un essiccatoio in cui avvengono 3 tipi di lavorazione: 1) separazione all'ingresso della parte liquida, che serve per fertirrigazione del mais, sia in manichette che in aspersione; 2) successiva separazione di una parte secca, da impiegare come fertilizzante solido e 3) di una parte liquida, che attraverso uno scrubber che lega i vapori dell'essicazione con acido solforico, consente di ottenere solfato ammonico, ossia un ottimo fertilizzante liquido da utilizzare per il mais al posto dell'urea. Per curare anche l’impatto visivo dell’impianto, tutte le vasche sono circondate da spazi verdi utilizzabili per sfalci ed è stato richiesto l’intervento su tutte le superfici di un celebre artista, David Tremlett, che ha esposto al museo del MOMA di New York e al Centro Pompidou di Parigi.

L’AZIENDA E L’IMPIANTO Gianfranco e Marco Bergese sono la quinta generazione di un’azienda familiare che alleva bovini nella cascina Masao dal 1902. L’azienda oggi si estende su 45 ha di terreno tra affitto e proprietà. Circa 200 capi di razza piemontese presidio Slow Food e 150 capi di razza frisona che producono latte destinato alla trasformazione in formaggi DOP e conferito a un caseifi-cio locale. L’impianto da 100 kWe e 110 kWt (uno dei pochi impianti a biogas la cui potenza termica superi quella elettrica) è nato a dicembre 2010 dopo una visita in Germania. Per la virtuosità di tale impianto, la Regione Piemonte ha parzialmente finanziato l’opera in quanto occupa uno spazio minimo di terreno, utilizza per lo più deiezioni animali, anche di un’azienda confinante, e oltre all’elettricità utilizza al 90% il calore prodotto per il riscaldamento del digestore e dei due alloggi familiari.

MOTIVI DELLA MENZIONE• Utilizzo innovativo deldigestato per produrre

fertilizzante (solfato ammonico)

• Calore impiegato peril processo di produzione

del fertilizzante

• Utilizzo prevalente delle deiezioni e di scarti e colture

dedicate aziendali

• Interventi artistici dimitigazione dell’impatto visivo

MENZIONE SPECIALE

Cascina MasaoMonasterolo di Savigliano (CN)Referente: Bergese Gianfranco e Marco - [email protected]

MOTIVI DELLA MENZIONE• Piccolo impianto

dimensionato sulle esigenzedi un’azienda di qualità

• Utilizzo prevalente delle deiezioni animali dell’azienda

•Utilizzo quasi integraledel calore

L’AZIENDA E L’IMPIANTO Su un versante che domina il lago Trasimeno, nell’area del Nobile di Montepulciano, una cantina completa-mente rinnovata secondo logica “off grid” (massima autonomia energetica e minimi consumi) con l’integrazione di diverse fonti rinnovabili e con innovativi interventi di efficienza energetica. Per i fabbisogni termici della cantina e delle strutture ricettive, l’azienda usa i sarmenti dei suoi vigneti e le potature arboree degli interfilari. Piccolo particolare: il vino top dell’azienda, il “Salco”, è imballato con biopannolini della WIP interamente compostabili, in modo che tutto dopo l’uso ritorni alla terra.

FILIERA DI APPROVVIGIONAMENTOMateria prima: 70% sarmenti da potature di vite, 30% residui legnosi da tagli e potature di siepi interfilari: Salice (50% da cui origina tra l’altro l’antico toponimo del luogo: Salcheto), Ciliegio, Ligustello, Corniolo, Ontano Nero. L’apporto di questi residui è importante anche per ottenere un cippato meno filamentoso.Origine: interamente dai 44 ha di terreni curati dall’azienda, di cui 30 ha a vigneti: 22 ha Sangiovese con età <15 anni - 5,5 ha Sangiovese, Canaiolo e Mammolo con età >30 anni - 1,5 ha Merlot <15 anni. Raccolta dei sarmen-ti con rotoimballatrice e cippatura posticipata onde ridurre rischi di muffe.

USO DELL’ENERGIACaratteristiche dell’impianto: caldaia a cippato 120 kWt.Rendimento: 165 MWht pari a 1.375 h annue di esercizio.Utilizzo del calore: 58% per il riscaldamento dei locali di lavorazione e uffici della Cantina, 20% per il riscaldamento dei vini in lavorazione, 22% per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria di un agriturismo di 20 posti letto.

Altre fonti di energia rinnovabile: impianto geotermico a bassa entalpia (2 mt di profondità – in parte sotto un vigneto) per avere tutto l’anno acqua a T costante di 15° per il rinfrescamento – piccolo impianto fotovoltaico su una piazzola di 300 mq.Caratteristiche innovative: interventi di efficienza energetica che soddisfano il 54% dei fabbisogni energetici dell’azienda: concentratori solari a specchi per l’illuminazione naturale dei locali della cantina, raffreddamenti adiabatici, giardini verticali isolanti, impianti di vinificazione che movimentano i vini con la C02 prodotta dalla fermentazione stessa, ventilazioni naturali notturne recuperate automaticamente, fitodepurazione e recupero delle acque di lavorazione.Evoluzione: avvio di un programma di archiviazione delle emissioni aziendali sulla base della norma ISO 14064.

IMPATTI E BENEFICIGestione residui: le ceneri sono utilizzate come ammendante dei vigneti, le acque di lavaggio sono recupera-te con fitodepurazione e rimesse in circuito.Rapporti con la comunità territoriale: l'azienda è aperta al pubblico, organizza degustazioni guidate e promuo-ve seminari e incontri per la diffusione del proprio modello di lavoro.

FILIERA LEGNO COMBUSTIONE - EFF. ENERGETICA1° PREMIO

Cantina SalchetoMontepulciano (SI)Referente: Michele Manelli - [email protected] - www.salcheto.it

MOTIVI DEL PREMIO• Impianto integralmente

alimentato coi residui delleviti e delle siepi interfilari

• Integrazione congeotermia e fotovoltaico

• Modello di azienda “off grid”: massima autonomia

energetica, minimi consumi

- 10 - - 11 -

Premio Migliori Pratiche 2012SEZIONE ENTI PUBBLICISEZIONE AZIENDE AGRICOLE

FILIERA LEGNO COMBUSTIBILE2° PREMIO, PIÙ PREMIO PAESAGGIO

Cascina ColombaroneSan Giovanni alla Croce (CR)Referente: Antonio Stringhini - [email protected]

L’AZIENDA E L’IMPIANTO La Cascina, un bel fabbricato storico rurale, gestisce 20 ha a seminativi (cereali, in prevalenza frumento, e pisello proteico) e 10 ha con cloni di pioppo (di cui 1 ha dedicato alla sperimentazione sui cloni di princìpi attivi biocidi con un progetto finanziato dal Piano di Sviluppo Rurale). L’azienda è dotata di una caldaia da 30 KW alimentata automaticamente con biomassa proveniente dalla manutenzione di fasce e ripe boscate che attraversano i terreni dell'azienda. L'energia elettrica necessaria al funzionamento della caldaia è prodotta dall'impianto fotovoltaico installato sui tetti, rendendo così l’azienda autonoma dal punto di vista energetico.

FILIERA DI APPROVVIGIONAMENTOMateria prima: in prevalenza robinia, ontano e platano più o meno in uguale proporzione. La pianta viene raccolta intera ed essiccata per 90-100 giorni prima di avviarla alla cippatura. Nel deposito il cippato subisce un’ulteriore maturazione, dato che la capacità di stoccaggio complessiva è sufficiente a garantire il funzionamento dell'impianto per almeno 2 anni.Origine: dalla manutenzione di fasce e ripe boscate poste in corrispondenza a fossi e canali che attraversano i terreni dell'azienda. La quantità annua occorrente per l’impianto (30 ton circa) corrisponde al 6-7% della biomassa prodotta annualmente in azienda.

USO DELL’ENERGIACaratteristiche dell’impianto: caldaia a cippato da 30 kWt per produzione di acqua calda sanitaria e riscaldamento. La caldaia dispone di rimozione automatica delle ceneri ed è alimentata automaticamente dal deposito di cippatura mediante coclea e apposito sistema di estrazione.Rendimento: 54 MWht pari a 1.800 h annue di esercizio.Utilizzo del calore: 70% per il riscaldamento degli edifici – 30% per la produzione di acqua calda sanitaria.Altre fonti di energia rinnovabile: impianto fotovoltaico della potenza di 19,5 kWp posto sulla falda sud di un edificio aziendale storico, con pannelli integrati di silicio policristallino. La copertura dell'edificio è stata oggetto di restauro e risanamento conservativo recuperando interamente l'orditura principale in legno risalente al 1800 e rifacendo quella secondaria sempre

in legno. Il manto di copertura in coppi è stato recuperato e rimesso in situ, una volta posizionati i pannelli fotovoltaici.Caratteristiche innovative: integrazione tra biomasse a uso termico e fotovoltaico – automazione avanzata della caldaia e sistema di gestione del cippato per garantirne forte omogeneità e stagionatura.

IMPATTI E BENEFICIGestione residui: Le ceneri sono l’unico residuo di circa il 2% in peso (circa 250 kg/anno) della biomassa in ingresso e vengono periodicamente distribuite come ammendante sul terreno dedicato a un impianto di pioppo a turno quinquennale per la produzione di biomassa a scopo energetico, la cui destinazione è esterna all'azienda.Rapporti con la comunità territoriale: L'impianto è inserito nel progetto "La strada europea del legno-energia" nell'ambito di Interreg IIIB, è citato tra i casi esemplari del progetto europeo ENCROP ed è regolarmente visitato da persone interessate a conoscerne caratteristiche e prestazioni.

MOTIVI DEL PREMIO• Utilizzo di siepi e

vegetazioni riparie

• Impianto a elevataautomazione e sistema per

garantire la qualità del cippato

• Integrazione con fotovoltaicosu tetti oggetto di restauro

conservativo

• Inserimento delle rinnovabilicon attenzione a unambiente di pregio

• Sistema di rotazionequinquennale del pioppo

(destinato a uso esterno)

L’IMPIANTO E IL TERRITORIOL'Unione di Comuni Valdarno e Valdisieve ha realizzato tra il 2004 e il 2011 4 impianti di teleriscaldamento a servizio delle frazioni rurali di Rincine (Londa), Pomino (Rufina), Castagno d'Andrea (San Godenzo) e Vallom-brosa (Reggello), creando in questo modo sull’intero territorio della Montagna Fiorentina una particolare valorizzazione di filiere locali bosco-energia. L’iniziativa ha avuto il pieno sostegno della Regione Toscana, favorevole allo sviluppo di piccoli impianti diffusi nelle aree montane.Gli impianti servono numerose utenze private e pubbliche e sono tutte alimentate da cippato di legno vergine. La realizzazione di ogni impianto è stata preceduta da un percorso di confronto in assemblea con le comunità locali, in modo da creare il più ampio consenso all’iniziativa. Di recente l’Unione Comunale ha anche sviluppato con la Regione Toscana il

primo esempio di “foresta modello delle montagne fiorentine” che prescrive il rispetto di standard di sostenibilità nella gestione delle foreste e del territorio.

FILIERA DI APPROVVIGIONAMENTOMateria prima: esclusivamente cippato da scarti di legna vergine provenien-te per la totalità da interventi di selvicoltura in foresta (soprattutto da dirada-menti di impianti artificiali di conifere, pino nero in particolare) o per interventi di ripulitura degli alvei.Origine: il 90% della materia prima è originato nelle aree comunali degli impianti. Le imprese di gestione private sono vincolate al reperimento del combustibile secondo quanto dichiarato in fase di gara (sono vincolati all'ambito comunale), mentre i gestori pubblici, Unione Comunale e Corpo Forestale dello Stato, forniscono in proprio con filiera di approvvigionamen-to con distanza inferiore ai 5 km.

USO DELL’ENERGIACaratteristiche dell’impianto: 4 centrali termiche con 7 caldaie a cippato per una potenza complessiva di 3.170 kWt (320 kWt a Rincine e doppie caldaie per complessivi 900-980 kWt in ognuna delle altre 3 centrali di Pomino,

Castagno d'Andrea e Vallombrosa). L’alimentazione deposito/caldaia è a rastrelliera. Ogni impianto è dotato di multiciclone e filtro elettrostatico o a maniche per l’abbattimento fumi. Ciascuna utenza servita è dotata di 2 scambiatori di calore (acqua calda sanitaria e riscaldamento) e contatore con telelettura.Utilizzo del calore: fornitura di calore a 185 utenze private e 18 pubbliche. La lunghezza complessiva delle 4 reti di teleriscaldamento è di 5.200 metri.Caratteristiche innovative: disciplinari delle gare di appalto vincolati all’uso di materia prima di origine nell’area comunale - percorsi partecipativi con le comunità locali.

IMPATTI E BENEFICIGestione residui: smaltimento in discarica delle ceneri secondo il codice CER con l'impiego di ditte specializzate.Rapporti con la comunità territoriale: percorsi di partecipazione coi cittadini coinvolti fin dalla prima proposta progettuale. Impianti aperti a visite e sopralluoghi con ospiti del territorio locale, nazionale e internazionale. Soggetti inoltre a monitoraggio dell’esercizio. Gli impianti hanno consentito la creazione di 4 nuovi posti di lavoro.

FILIERA LEGNO COMBUSTIBILE1° PREMIO

Unione Comuni Valdarno e Valdisieve (FI)Referente: Antonio Vemtre - [email protected]

MOTIVI DEL PREMIO• Creazione di piccole reti di teleriscaldamento a misura

di varie frazioni montane

• Utilizzo di residui dagestione forestale del

territorio comunale

• Coinvolgimento dellapopolazione nel

percorso progettuale

• Soluzioni avanzate diabbattimento fumi e

monitoraggio dei risultati

- 10 - - 11 -

Premio Migliori Pratiche 2012SEZIONE ENTI PUBBLICISEZIONE AZIENDE AGRICOLE

FILIERA LEGNO COMBUSTIBILE2° PREMIO, PIÙ PREMIO PAESAGGIO

Cascina ColombaroneSan Giovanni alla Croce (CR)Referente: Antonio Stringhini - [email protected]

L’AZIENDA E L’IMPIANTO La Cascina, un bel fabbricato storico rurale, gestisce 20 ha a seminativi (cereali, in prevalenza frumento, e pisello proteico) e 10 ha con cloni di pioppo (di cui 1 ha dedicato alla sperimentazione sui cloni di princìpi attivi biocidi con un progetto finanziato dal Piano di Sviluppo Rurale). L’azienda è dotata di una caldaia da 30 KW alimentata automaticamente con biomassa proveniente dalla manutenzione di fasce e ripe boscate che attraversano i terreni dell'azienda. L'energia elettrica necessaria al funzionamento della caldaia è prodotta dall'impianto fotovoltaico installato sui tetti, rendendo così l’azienda autonoma dal punto di vista energetico.

FILIERA DI APPROVVIGIONAMENTOMateria prima: in prevalenza robinia, ontano e platano più o meno in uguale proporzione. La pianta viene raccolta intera ed essiccata per 90-100 giorni prima di avviarla alla cippatura. Nel deposito il cippato subisce un’ulteriore maturazione, dato che la capacità di stoccaggio complessiva è sufficiente a garantire il funzionamento dell'impianto per almeno 2 anni.Origine: dalla manutenzione di fasce e ripe boscate poste in corrispondenza a fossi e canali che attraversano i terreni dell'azienda. La quantità annua occorrente per l’impianto (30 ton circa) corrisponde al 6-7% della biomassa prodotta annualmente in azienda.

USO DELL’ENERGIACaratteristiche dell’impianto: caldaia a cippato da 30 kWt per produzione di acqua calda sanitaria e riscaldamento. La caldaia dispone di rimozione automatica delle ceneri ed è alimentata automaticamente dal deposito di cippatura mediante coclea e apposito sistema di estrazione.Rendimento: 54 MWht pari a 1.800 h annue di esercizio.Utilizzo del calore: 70% per il riscaldamento degli edifici – 30% per la produzione di acqua calda sanitaria.Altre fonti di energia rinnovabile: impianto fotovoltaico della potenza di 19,5 kWp posto sulla falda sud di un edificio aziendale storico, con pannelli integrati di silicio policristallino. La copertura dell'edificio è stata oggetto di restauro e risanamento conservativo recuperando interamente l'orditura principale in legno risalente al 1800 e rifacendo quella secondaria sempre

in legno. Il manto di copertura in coppi è stato recuperato e rimesso in situ, una volta posizionati i pannelli fotovoltaici.Caratteristiche innovative: integrazione tra biomasse a uso termico e fotovoltaico – automazione avanzata della caldaia e sistema di gestione del cippato per garantirne forte omogeneità e stagionatura.

IMPATTI E BENEFICIGestione residui: Le ceneri sono l’unico residuo di circa il 2% in peso (circa 250 kg/anno) della biomassa in ingresso e vengono periodicamente distribuite come ammendante sul terreno dedicato a un impianto di pioppo a turno quinquennale per la produzione di biomassa a scopo energetico, la cui destinazione è esterna all'azienda.Rapporti con la comunità territoriale: L'impianto è inserito nel progetto "La strada europea del legno-energia" nell'ambito di Interreg IIIB, è citato tra i casi esemplari del progetto europeo ENCROP ed è regolarmente visitato da persone interessate a conoscerne caratteristiche e prestazioni.

MOTIVI DEL PREMIO• Utilizzo di siepi e

vegetazioni riparie

• Impianto a elevataautomazione e sistema per

garantire la qualità del cippato

• Integrazione con fotovoltaicosu tetti oggetto di restauro

conservativo

• Inserimento delle rinnovabilicon attenzione a unambiente di pregio

• Sistema di rotazionequinquennale del pioppo

(destinato a uso esterno)

L’IMPIANTO E IL TERRITORIOL'Unione di Comuni Valdarno e Valdisieve ha realizzato tra il 2004 e il 2011 4 impianti di teleriscaldamento a servizio delle frazioni rurali di Rincine (Londa), Pomino (Rufina), Castagno d'Andrea (San Godenzo) e Vallom-brosa (Reggello), creando in questo modo sull’intero territorio della Montagna Fiorentina una particolare valorizzazione di filiere locali bosco-energia. L’iniziativa ha avuto il pieno sostegno della Regione Toscana, favorevole allo sviluppo di piccoli impianti diffusi nelle aree montane.Gli impianti servono numerose utenze private e pubbliche e sono tutte alimentate da cippato di legno vergine. La realizzazione di ogni impianto è stata preceduta da un percorso di confronto in assemblea con le comunità locali, in modo da creare il più ampio consenso all’iniziativa. Di recente l’Unione Comunale ha anche sviluppato con la Regione Toscana il

primo esempio di “foresta modello delle montagne fiorentine” che prescrive il rispetto di standard di sostenibilità nella gestione delle foreste e del territorio.

FILIERA DI APPROVVIGIONAMENTOMateria prima: esclusivamente cippato da scarti di legna vergine provenien-te per la totalità da interventi di selvicoltura in foresta (soprattutto da dirada-menti di impianti artificiali di conifere, pino nero in particolare) o per interventi di ripulitura degli alvei.Origine: il 90% della materia prima è originato nelle aree comunali degli impianti. Le imprese di gestione private sono vincolate al reperimento del combustibile secondo quanto dichiarato in fase di gara (sono vincolati all'ambito comunale), mentre i gestori pubblici, Unione Comunale e Corpo Forestale dello Stato, forniscono in proprio con filiera di approvvigionamen-to con distanza inferiore ai 5 km.

USO DELL’ENERGIACaratteristiche dell’impianto: 4 centrali termiche con 7 caldaie a cippato per una potenza complessiva di 3.170 kWt (320 kWt a Rincine e doppie caldaie per complessivi 900-980 kWt in ognuna delle altre 3 centrali di Pomino,

Castagno d'Andrea e Vallombrosa). L’alimentazione deposito/caldaia è a rastrelliera. Ogni impianto è dotato di multiciclone e filtro elettrostatico o a maniche per l’abbattimento fumi. Ciascuna utenza servita è dotata di 2 scambiatori di calore (acqua calda sanitaria e riscaldamento) e contatore con telelettura.Utilizzo del calore: fornitura di calore a 185 utenze private e 18 pubbliche. La lunghezza complessiva delle 4 reti di teleriscaldamento è di 5.200 metri.Caratteristiche innovative: disciplinari delle gare di appalto vincolati all’uso di materia prima di origine nell’area comunale - percorsi partecipativi con le comunità locali.

IMPATTI E BENEFICIGestione residui: smaltimento in discarica delle ceneri secondo il codice CER con l'impiego di ditte specializzate.Rapporti con la comunità territoriale: percorsi di partecipazione coi cittadini coinvolti fin dalla prima proposta progettuale. Impianti aperti a visite e sopralluoghi con ospiti del territorio locale, nazionale e internazionale. Soggetti inoltre a monitoraggio dell’esercizio. Gli impianti hanno consentito la creazione di 4 nuovi posti di lavoro.

FILIERA LEGNO COMBUSTIBILE1° PREMIO

Unione Comuni Valdarno e Valdisieve (FI)Referente: Antonio Vemtre - [email protected]

MOTIVI DEL PREMIO• Creazione di piccole reti di teleriscaldamento a misura

di varie frazioni montane

• Utilizzo di residui dagestione forestale del

territorio comunale

• Coinvolgimento dellapopolazione nel

percorso progettuale

• Soluzioni avanzate diabbattimento fumi e

monitoraggio dei risultati

- 12 - - 13 -

Premio Migliori Pratiche 2012SEZIONE ENTI PUBBLICI

Provincia di ParmaAzienda Agraria Sperimentale StuardSan Pancrazio (PR)Referente: Lorenzo Frattini - [email protected] - www.stuard.it

L’IMPIANTO E IL TERRITORIO L'azienda Sperimentale Stuard della Provincia di Parma si occupa da vari decenni di sperimentazione nel campo delle colture vegetali, dell’agricoltura biologica, della biodiversità e delle agroenergie. In questo ambito l’azienda ha deciso di utilizzare i suoi impianti di pioppo a rotazione breve e le potature dei suoi frutteti per alimentare un piccolo impianto che fornisce calore alle utenze aziendali. La produzione di calore è integrata con la produzione di elettricità da pannelli fotovoltaici sui tetti aziendali.

FILIERA DI APPROVVIGIONAMENTOMateria prima: 90% cippato di pioppo SRF, 10% potature di frutteti .

Origine: il cippato deriva da colture aziendali: 2 ha di pioppo a turno 2 anni e 5 anni e frutteto: Nel periodo compreso tra un turno di taglio e l'altro, il cippato è acquistato da un produttore situato a 10 km. Il fabbisogno medio è di 55-60 t/anno di cippato con umidità media del 35%.

USO DELL’ENERGIACaratteristiche dell’impianto: caldaia a cippato a griglia fissa da 100 kWt con una mini rete di teleriscaldamento lunga 200 m, camera di combustione in refrattario con controllo combustione a sonda Lambda, sistema di scarico automatico delle ceneri e diverse impostazioni per funzionare con differenti qualità di combustibile. L’alimentazione tramite coclea è in grado di convogliare pezzature di varie dimensioni. Utilizzo del calore: il calore prodotto è impiegato al 41% per il riscaldamento delle diverse utenze aziendali (2.000 mc di volumetria totale - uffici, spoglia-toi, laboratori, negozio, sala mensa) e per 59% ceduto con contratto di fornitura annuale all'Istituto di Agraria F. Bocchialini per il riscaldamento dei loro locali.

IMPATTI E BENEFICIGestione residui: le ceneri che ammontano al 2-5% del quantitativo di legna bruciata vengono pesate e stoccate in apposito vano per poi essere distribuite in maniera omogenea tramite apposito macchinario sulla superficie annualmente dedicata all'orto aziendale (circa 5.000 mq) appena prima della lavorazione di rotoaratura.Rapporti con la comunità territoriale: scopo fondamentale di tutte le attività aziendali è divulgare e diffondere risultati e ricerche attraverso giornate dimostrative o seminari/convegni, e informazione ed educazione rivolte a scuole istituti di formazione o università. L'azienda e l'impianto sono aperti al pubblico.

MOTIVI DEL PREMIO• Filiera integrata aziendale

di colture dedicatepoliennali e residui

• Tecnologia in grado di usare diversi tipi di materia prima

• Integrazione con fotovoltaicoe autosufficienza energetica

• Ampio spazio allasperimentazione e

alla divulgazione

FILIERA LEGNO COMBUSTIBILE - 2° PREMIO

L’IMPIANTO E IL TERRITORIOOcchieppo è un piccolo Comune montano del Biellese di 2.849 abitanti che, a fianco di un ampio parco fotovoltaico frazionato in diverse zone in modo da non disturbare il paesaggio collinare, ha sviluppato un piccolo impianto a biomassa, alimentato con gli scarti della manutenzione del verde pubblico e di proprietà private, per riscaldare la sua scuola. Una cooperativa agricola locale provvede alla raccolta e alla lavorazione della materia prima. FILIERA DI APPROVVIGIONAMENTOMateria prima: in prevalenza castagno e pino strobo (Pinus strobus) reperiti nell'ambito locale, nel raggio

massimo di 20 Km dal sito in cui è installata la caldaia.Origine: Legno derivante dal disboscamento di aree di proprietà comunale (per pulizia boschi e mantenimento aree verdi) e proveniente da proprietà private. Interamente tagliato, caricato, trasportato e lavorato da cooperativa agricola operante nel territorio locale.

USO DELL’ENERGIACaratteristiche dell’impianto: impianto termico ad acqua calda costituito da caldaia a cippato della potenza di 626 kWt, installato presso la Scuola Elementare del Comune.Utilizzo del calore: riscaldamento dell’ufficio scolastico.Altre fonti di energia rinnovabile: parco fotovoltaico della potenza di 994 kWp inserito senza modifiche significative dell'aspetto geomorfologico dell'area e del profilo del terreno. Per ridurre al minimo l'impatto visivo sarà posato lungo tutto il perimetro di confine una siepe di biancospino di 2 metri di altezza.

IMPATTI E BENEFICIGestione residui: smaltimento presso discarica autorizzata.Rapporti con la comunità territoriale: sono stati organizzati dalla Provincia di Biella delle visite guidate di altre amministrazioni locali.

FILIERA LEGNO COMBUSTIBILE3° PREMIO PIÙ PREMIO PAESAGGIO

Comune di Occhieppo Superiore (BI)Referente: Massimo Romagnoli - [email protected]

MOTIVI DEL PREMIO• Utilizzo dei residui dei boschi

locali della manutenzionedel verde per riscaldare

una scuola

• Ampio parco fotovoltaico inserito senza modifiche significative dell'aspetto

dell'area

- 12 - - 13 -

Premio Migliori Pratiche 2012SEZIONE ENTI PUBBLICI

Provincia di ParmaAzienda Agraria Sperimentale StuardSan Pancrazio (PR)Referente: Lorenzo Frattini - [email protected] - www.stuard.it

L’IMPIANTO E IL TERRITORIO L'azienda Sperimentale Stuard della Provincia di Parma si occupa da vari decenni di sperimentazione nel campo delle colture vegetali, dell’agricoltura biologica, della biodiversità e delle agroenergie. In questo ambito l’azienda ha deciso di utilizzare i suoi impianti di pioppo a rotazione breve e le potature dei suoi frutteti per alimentare un piccolo impianto che fornisce calore alle utenze aziendali. La produzione di calore è integrata con la produzione di elettricità da pannelli fotovoltaici sui tetti aziendali.

FILIERA DI APPROVVIGIONAMENTOMateria prima: 90% cippato di pioppo SRF, 10% potature di frutteti .

Origine: il cippato deriva da colture aziendali: 2 ha di pioppo a turno 2 anni e 5 anni e frutteto: Nel periodo compreso tra un turno di taglio e l'altro, il cippato è acquistato da un produttore situato a 10 km. Il fabbisogno medio è di 55-60 t/anno di cippato con umidità media del 35%.

USO DELL’ENERGIACaratteristiche dell’impianto: caldaia a cippato a griglia fissa da 100 kWt con una mini rete di teleriscaldamento lunga 200 m, camera di combustione in refrattario con controllo combustione a sonda Lambda, sistema di scarico automatico delle ceneri e diverse impostazioni per funzionare con differenti qualità di combustibile. L’alimentazione tramite coclea è in grado di convogliare pezzature di varie dimensioni. Utilizzo del calore: il calore prodotto è impiegato al 41% per il riscaldamento delle diverse utenze aziendali (2.000 mc di volumetria totale - uffici, spoglia-toi, laboratori, negozio, sala mensa) e per 59% ceduto con contratto di fornitura annuale all'Istituto di Agraria F. Bocchialini per il riscaldamento dei loro locali.

IMPATTI E BENEFICIGestione residui: le ceneri che ammontano al 2-5% del quantitativo di legna bruciata vengono pesate e stoccate in apposito vano per poi essere distribuite in maniera omogenea tramite apposito macchinario sulla superficie annualmente dedicata all'orto aziendale (circa 5.000 mq) appena prima della lavorazione di rotoaratura.Rapporti con la comunità territoriale: scopo fondamentale di tutte le attività aziendali è divulgare e diffondere risultati e ricerche attraverso giornate dimostrative o seminari/convegni, e informazione ed educazione rivolte a scuole istituti di formazione o università. L'azienda e l'impianto sono aperti al pubblico.

MOTIVI DEL PREMIO• Filiera integrata aziendale

di colture dedicatepoliennali e residui

• Tecnologia in grado di usare diversi tipi di materia prima

• Integrazione con fotovoltaicoe autosufficienza energetica

• Ampio spazio allasperimentazione e

alla divulgazione

FILIERA LEGNO COMBUSTIBILE - 2° PREMIO

L’IMPIANTO E IL TERRITORIOOcchieppo è un piccolo Comune montano del Biellese di 2.849 abitanti che, a fianco di un ampio parco fotovoltaico frazionato in diverse zone in modo da non disturbare il paesaggio collinare, ha sviluppato un piccolo impianto a biomassa, alimentato con gli scarti della manutenzione del verde pubblico e di proprietà private, per riscaldare la sua scuola. Una cooperativa agricola locale provvede alla raccolta e alla lavorazione della materia prima. FILIERA DI APPROVVIGIONAMENTOMateria prima: in prevalenza castagno e pino strobo (Pinus strobus) reperiti nell'ambito locale, nel raggio

massimo di 20 Km dal sito in cui è installata la caldaia.Origine: Legno derivante dal disboscamento di aree di proprietà comunale (per pulizia boschi e mantenimento aree verdi) e proveniente da proprietà private. Interamente tagliato, caricato, trasportato e lavorato da cooperativa agricola operante nel territorio locale.

USO DELL’ENERGIACaratteristiche dell’impianto: impianto termico ad acqua calda costituito da caldaia a cippato della potenza di 626 kWt, installato presso la Scuola Elementare del Comune.Utilizzo del calore: riscaldamento dell’ufficio scolastico.Altre fonti di energia rinnovabile: parco fotovoltaico della potenza di 994 kWp inserito senza modifiche significative dell'aspetto geomorfologico dell'area e del profilo del terreno. Per ridurre al minimo l'impatto visivo sarà posato lungo tutto il perimetro di confine una siepe di biancospino di 2 metri di altezza.

IMPATTI E BENEFICIGestione residui: smaltimento presso discarica autorizzata.Rapporti con la comunità territoriale: sono stati organizzati dalla Provincia di Biella delle visite guidate di altre amministrazioni locali.

FILIERA LEGNO COMBUSTIBILE3° PREMIO PIÙ PREMIO PAESAGGIO

Comune di Occhieppo Superiore (BI)Referente: Massimo Romagnoli - [email protected]

MOTIVI DEL PREMIO• Utilizzo dei residui dei boschi

locali della manutenzionedel verde per riscaldare

una scuola

• Ampio parco fotovoltaico inserito senza modifiche significative dell'aspetto

dell'area

- 14 - - 15 -

Premio Migliori Pratiche 2012SEZIONE PAESAGGIO

L’AZIENDA, IL TERRITORIO E L’IMPIANTODue pale di minieolico e un impianto fotovoltaico collocati nel cuore del

Parco Naturale della Maremma, ai piedi dei monti dell’Uccellina. A dimostrazione che le fonti rinnovabili, se fatte bene, possono armonizzarsi anche negli ambienti italiani di maggior pregio. Le pale eoliche, alte 15 metri e della potenza complessiva di 40 kWp, sono interrate tra il vigneto e l'oliveto con la base a prato e si integra-no anche visivamente nella linea dell'orizzonte. L’impianto fotovoltaico da 19,5 kWp è totalmente integrato sul tetto di una struttura in bioedilizia adibita a parcheggio ospiti, a poca distanza dalla Cantina di Vinificazione e a 200 metri dalle pale minieolico. Il Duchesco è una fattoria biologica certificata ICEA che produce vino, olio, confettu-re, frutta. E’ stato anche il primo agriturismo in Europa ad aver ottenuto già nel 2004 la certifica-zione Ecolabel.

PREMIO PAESAGGIO

Agriturismo il DuchescoAlberese (GR)Referente: Cristina Neri - [email protected]

Agriturismo il TesorinoValpiana - Massa Marittima (GR)Referente: Elena Neri - [email protected]

L’AZIENDA, IL TERRITORIO E L’IMPIANTOL’azienda Il Tesorino coltiva 50 ettari a uliveto sulle colline dell’entroterra Grossetano e il suo olio ha ricevuto diversi premi. Tra gli ulivi ha inserito un piccolo impianto fotovoltaico da 20 kWp perfettamente integrato in questo paesaggio toscano di pregio. L’impianto, che occupa meno dell’1% della superficie coltivata, è costituito da 8 inseguito-ri monoassiali ed è stato realizzato senza un filo di cemento. Le struttu-re di sostegno sono avvitate nel terreno e completamente rimovibili. Il terreno sottostante è completa-mente riutilizzato. Un altro piccolo impianto da 6 kWp è stato realizza-to totalmente integrato sul tetto di un capannone sostituendo la vecchia copertura in eternit.

L’AZIENDA, IL TERRITORIO E L’IMPIANTOL’azienda agricola Mauro Pavan (agriturismo Calronche) possiede un bell’edificio rurale storico sulle colline del Valdobbiadene. L’agriturismo è riscaldato con

potature dai 14 ha di vigneto azienda-le, da vigneti limitrofi e dai residui legnosi dei 4 ha di bosco della proprie-tà. Una caldaia da 180 kW fornisce riscaldamento e acqua calda sanitaria per gli usi aziendali (cantina, sala macellazione) e per l’abitazione del titolare. Sul tetto dell’edificio storico una parte delle tegole è stata sostituita da pannelli fotovoltaici completamente integrati (con l’effetto che mostra la foto) per una potenza complessiva di 19 kWp. In tal modo l’agriturismo è totalmente autonomo dal punto di vista energetico.

PREMIO PAESAGGIO

Agriturismo CalroncheFrazione Crevada - Refrontolo (TV)Referente: Mauro Pavan - [email protected]

PREMIO PAESAGGIO

CascinaColombarone (pag.10)

San Giovanni alla Croce (CR)Referente: Antonio Stringhini

[email protected]

PREMIO PAESAGGIO

Azienda Palombini (pag.6)NEPI (VT)Referente: Nepi (VT)Referente: Filippo Palombini - [email protected]

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Premio Migliori Pratiche 2012SEZIONE PAESAGGIO

L’AZIENDA, IL TERRITORIO E L’IMPIANTODue pale di minieolico e un impianto fotovoltaico collocati nel cuore del

Parco Naturale della Maremma, ai piedi dei monti dell’Uccellina. A dimostrazione che le fonti rinnovabili, se fatte bene, possono armonizzarsi anche negli ambienti italiani di maggior pregio. Le pale eoliche, alte 15 metri e della potenza complessiva di 40 kWp, sono interrate tra il vigneto e l'oliveto con la base a prato e si integra-no anche visivamente nella linea dell'orizzonte. L’impianto fotovoltaico da 19,5 kWp è totalmente integrato sul tetto di una struttura in bioedilizia adibita a parcheggio ospiti, a poca distanza dalla Cantina di Vinificazione e a 200 metri dalle pale minieolico. Il Duchesco è una fattoria biologica certificata ICEA che produce vino, olio, confettu-re, frutta. E’ stato anche il primo agriturismo in Europa ad aver ottenuto già nel 2004 la certifica-zione Ecolabel.

PREMIO PAESAGGIO

Agriturismo il DuchescoAlberese (GR)Referente: Cristina Neri - [email protected]

Agriturismo il TesorinoValpiana - Massa Marittima (GR)Referente: Elena Neri - [email protected]

L’AZIENDA, IL TERRITORIO E L’IMPIANTOL’azienda Il Tesorino coltiva 50 ettari a uliveto sulle colline dell’entroterra Grossetano e il suo olio ha ricevuto diversi premi. Tra gli ulivi ha inserito un piccolo impianto fotovoltaico da 20 kWp perfettamente integrato in questo paesaggio toscano di pregio. L’impianto, che occupa meno dell’1% della superficie coltivata, è costituito da 8 inseguito-ri monoassiali ed è stato realizzato senza un filo di cemento. Le struttu-re di sostegno sono avvitate nel terreno e completamente rimovibili. Il terreno sottostante è completa-mente riutilizzato. Un altro piccolo impianto da 6 kWp è stato realizza-to totalmente integrato sul tetto di un capannone sostituendo la vecchia copertura in eternit.

L’AZIENDA, IL TERRITORIO E L’IMPIANTOL’azienda agricola Mauro Pavan (agriturismo Calronche) possiede un bell’edificio rurale storico sulle colline del Valdobbiadene. L’agriturismo è riscaldato con

potature dai 14 ha di vigneto azienda-le, da vigneti limitrofi e dai residui legnosi dei 4 ha di bosco della proprie-tà. Una caldaia da 180 kW fornisce riscaldamento e acqua calda sanitaria per gli usi aziendali (cantina, sala macellazione) e per l’abitazione del titolare. Sul tetto dell’edificio storico una parte delle tegole è stata sostituita da pannelli fotovoltaici completamente integrati (con l’effetto che mostra la foto) per una potenza complessiva di 19 kWp. In tal modo l’agriturismo è totalmente autonomo dal punto di vista energetico.

PREMIO PAESAGGIO

Agriturismo CalroncheFrazione Crevada - Refrontolo (TV)Referente: Mauro Pavan - [email protected]

PREMIO PAESAGGIO

CascinaColombarone (pag.10)

San Giovanni alla Croce (CR)Referente: Antonio Stringhini

[email protected]

PREMIO PAESAGGIO

Azienda Palombini (pag.6)NEPI (VT)Referente: Nepi (VT)Referente: Filippo Palombini - [email protected]

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Premio Migliori Pratiche 2012

PREMIO CHIMICA VERDE

Azienda Agricola Trionfi HonoratiIESI (AN)Referente: Antonio Trionfi Honorati - [email protected] - www.caseificiopiandelmedico.it

testi a cura dell'associazione Chimica Verde Bionet

Progetto graficoAras sas

www.studioaras.it

IL RILANCIO DELLA CANAPA IN ITALIAUna bella fattoria a ciclo chiuso che alleva vacche e bufale da latte coi foraggi coltivati in azienda, nel rispetto del benessere animale e con trasformazione e vendita diretta dei prodotti nel caseificio interno. I tetti delle stalle sono rivestiti da pannelli fotovoltaici per una potenza complessiva di 192 kWp (di poco superiore al fabbisogno aziendale) e le deiezioni animali alimentano un impianto a biogas da 249 kWe. Il digestato ritorna come concime sulle foraggere. Oggi, dopo la sfida delle fonti rinnovabili e del rilancio aziendale con la produzione e vendita diretta di latticini, Trionfi Honorati apre una terza sfida ancora più ambiziosa: il rilancio della canapa in Italia. Ha messo a coltura l’estate scorsa una decina di ettari con diverse varietà e ha intenzione, in cooperazione con altre aziende del territorio, di avviare una filiera di prodotti innovativi a base di fibra e canapulo. La sfida è appena agli inizi ma merita tutto il nostro appoggio.

FrescomesiBOLOGNA Referente: [email protected] - www.frescosmesi.it

COSMETICI DA SOTTOPRODOTTI AGROALIMENTARIFrescosmesi s.r.l. è una giovane azienda, nata come progetto Spinner dell'Università di Bologna, che si occupa dello studio e della produzione di prodotti cosmetici a partire da sottoprodotti dell'industria agroalimentare locale: bucce e noccioli di frutta derivanti dalla produzione di confetture, vinacce derivanti dal processo di vinificazione delle uve, acque di vegetazione derivanti dalla spremitura delle olive, crusca di grano. Tutti prodotti da cui vengono estratti principi attivi cosmetici attraverso una tecnologia brevet-tata. I principi attivi sono poi inseriti all'interno di formulazioni cosmetiche naturali, costituite da materie prime accuratamente selezionate, di qualità e prevalentemente di tipo alimentare. I cosmetici vengono poi venduti a marchio dell'azienda agroalimentare fornitrice della materia prima, che ottiene così il duplice vantaggio di diminuire i costi di smaltimento e di veicolare col biocosmetico un’immagine di qualità della filiera agricola. Oggi Frescosmesi è partner di aziende agricole, agriturismi e centri benessere.

Tea NaturaANCONAReferente: Piergiorgio Manzotti - [email protected] - www.teanatura.com

TENSIOATTIVI ED ESTRATTI DA MATERIE PRIME VEGETALITEA NATURA si occupa di detergenza ecologica e cosmesi naturale. I suoi prodotti sono principalmente a base di estratti glicerici di piante e oli essenziali naturali per offrire una valida alternativa alle sostanze spesso dannose contenute nei detergenti tradizionali. Nell’acquisto delle materie prime privilegiano prodotti da agricoltura biologi-ca e derivati dal commercio equo-solidale o di origine locale Nel settore della cosmesi tutte le sostanze funzionali sono di origine vegetale, utilizzano tensioattivi derivati da zuccheri e olio di cocco (alchilpoliglucosidi), estratti da pianta ottenuti per macerazione in alcol, solo oli essenziali per la parte aromatica e funzionale. I conservanti, se neces-sari, sono di grado alimentare. Nel settore della detergenza ecologica le materie prime sono di origine vegetale e nei detersivi in polvere usano argille, citrati e silicati in sostitu-zione di fosfati e EDTA.

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Premio Migliori Pratiche 2012

PREMIO CHIMICA VERDE

Azienda Agricola Trionfi HonoratiIESI (AN)Referente: Antonio Trionfi Honorati - [email protected] - www.caseificiopiandelmedico.it

testi a cura dell'associazione Chimica Verde Bionet

Progetto graficoAras sas

www.studioaras.it

IL RILANCIO DELLA CANAPA IN ITALIAUna bella fattoria a ciclo chiuso che alleva vacche e bufale da latte coi foraggi coltivati in azienda, nel rispetto del benessere animale e con trasformazione e vendita diretta dei prodotti nel caseificio interno. I tetti delle stalle sono rivestiti da pannelli fotovoltaici per una potenza complessiva di 192 kWp (di poco superiore al fabbisogno aziendale) e le deiezioni animali alimentano un impianto a biogas da 249 kWe. Il digestato ritorna come concime sulle foraggere. Oggi, dopo la sfida delle fonti rinnovabili e del rilancio aziendale con la produzione e vendita diretta di latticini, Trionfi Honorati apre una terza sfida ancora più ambiziosa: il rilancio della canapa in Italia. Ha messo a coltura l’estate scorsa una decina di ettari con diverse varietà e ha intenzione, in cooperazione con altre aziende del territorio, di avviare una filiera di prodotti innovativi a base di fibra e canapulo. La sfida è appena agli inizi ma merita tutto il nostro appoggio.

FrescomesiBOLOGNA Referente: [email protected] - www.frescosmesi.it

COSMETICI DA SOTTOPRODOTTI AGROALIMENTARIFrescosmesi s.r.l. è una giovane azienda, nata come progetto Spinner dell'Università di Bologna, che si occupa dello studio e della produzione di prodotti cosmetici a partire da sottoprodotti dell'industria agroalimentare locale: bucce e noccioli di frutta derivanti dalla produzione di confetture, vinacce derivanti dal processo di vinificazione delle uve, acque di vegetazione derivanti dalla spremitura delle olive, crusca di grano. Tutti prodotti da cui vengono estratti principi attivi cosmetici attraverso una tecnologia brevet-tata. I principi attivi sono poi inseriti all'interno di formulazioni cosmetiche naturali, costituite da materie prime accuratamente selezionate, di qualità e prevalentemente di tipo alimentare. I cosmetici vengono poi venduti a marchio dell'azienda agroalimentare fornitrice della materia prima, che ottiene così il duplice vantaggio di diminuire i costi di smaltimento e di veicolare col biocosmetico un’immagine di qualità della filiera agricola. Oggi Frescosmesi è partner di aziende agricole, agriturismi e centri benessere.

Tea NaturaANCONAReferente: Piergiorgio Manzotti - [email protected] - www.teanatura.com

TENSIOATTIVI ED ESTRATTI DA MATERIE PRIME VEGETALITEA NATURA si occupa di detergenza ecologica e cosmesi naturale. I suoi prodotti sono principalmente a base di estratti glicerici di piante e oli essenziali naturali per offrire una valida alternativa alle sostanze spesso dannose contenute nei detergenti tradizionali. Nell’acquisto delle materie prime privilegiano prodotti da agricoltura biologi-ca e derivati dal commercio equo-solidale o di origine locale Nel settore della cosmesi tutte le sostanze funzionali sono di origine vegetale, utilizzano tensioattivi derivati da zuccheri e olio di cocco (alchilpoliglucosidi), estratti da pianta ottenuti per macerazione in alcol, solo oli essenziali per la parte aromatica e funzionale. I conservanti, se neces-sari, sono di grado alimentare. Nel settore della detergenza ecologica le materie prime sono di origine vegetale e nei detersivi in polvere usano argille, citrati e silicati in sostitu-zione di fosfati e EDTA.

Premio Migliori Pratiche 2012

Premio Migliori Pratiche 2012

Esperienze eccellenti diAziende Agricole e di Enti Localinell’uso della Bioenergia,della Chimica Verde e nelRispetto del Paesaggio 15 Marzo 2012 Quartiere Fieristico di Cremona

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